02.403 Iniziativa parlamentare Riorganizzazione del Servizio informazioni strategico e istituzione di un controllo parlamentare Rapporto della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale dell'11 gennaio 2005

Onorevoli presidente e consiglieri, con il presente rapporto, vi sottoponiamo le nostre riflessioni in merito alla situazione e alla riorganizzazione dei servizi d'informazione svizzeri, al controllo politico dei servizi d'informazione e a un progetto di mozione. La Commissione propone di prendere atto del presente rapporto, di stralciare l'iniziativa parlamentare Lalive d'Epinay e di adottare la mozione.

11 gennaio 2005

In nome della Commissione: Il presidente, Eduard Engelberger

2005-0538

3363

Compendio Il 4 marzo 2002, la consigliera nazionale Maya Lalive d'Epinay ha depositato un'iniziativa parlamentare che chiedeva una riorganizzazione del Servizio informazioni strategico affinché quest'ultimo possa rispondere in ogni momento alle nuove esigenze risultanti dalle situazioni di minaccia in continua evoluzione. L'iniziativa chiede anche l'istituzione di una Commissione dei servizi d'informazione dotata delle necessarie competenze e composta di membri delle due Camere.

Un anno più tardi, la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-CN) raccomandava di dare seguito all'iniziativa. Il Consiglio nazionale ha esaminato l'iniziativa parlamentare il 23 settembre 2003 e ha deciso di darvi seguito nel senso delle raccomandazioni fatte dalla CPS-CN. Ha pertanto incaricato la Commissione di esaminare un possibile rafforzamento della posizione del coordinatore dei Servizi d'informazione, una rivalutazione dello statuto della lista PRIOS, la possibilità di intensificare il lavoro di relazioni pubbliche dei servizi d'informazione e di studiare la possibilità di istituire una commissione indipendente dei servizi d'informazione delle due Camere.

Le esigenze alle quali deve rispondere un sistema d'informazione moderno hanno subito una profonda evoluzione negli ultimi quindici anni. Oggi i problemi di sicurezza non tengono conto delle frontiere nazionali e pertanto non è più possibile considerare la sicurezza come un concetto unidimensionale. Le dimensioni di politica interna ed estera della sicurezza sono indissolubilmente legate.

I lavori della seconda fase hanno mostrato che il sistema attuale si trova in una impasse. La direzione politica, la distribuzione dei mandati ai servizi d'informazione e il coordinamento di questi servizi nell'ambito di una politica globale dell'informazione lasciano a desiderare. Il flusso dell'informazione è lacunoso.

L'analisi delle informazioni, che dovrebbe garantire un'immagine globale della situazione, non è coordinata in modo ottimale. Il contributo concreto che i servizi d'informazione devono fornire alla sicurezza del Paese non può pertanto essere definito concretamente.

La Commissione ha inoltre constatato un problema a livello delle basi legali che disciplinano il sistema d'informazione, i vari servizi d'informazione, la loro
collaborazione e lo scambio di informazioni. In particolare, le basi legali sono diverse secondo i servizi. Inoltre, elementi essenziali sono disciplinati a livello di istruzioni, strumento che ha una legittimazione politica molto ridotta. Secondo la Commissione, questa situazione è insoddisfacente e complica sia le attività di controllo dell'esecutivo, sia quelle dell'alta vigilanza parlamentare.

I lavori supplementari intrapresi dalla CPS-CN hanno permesso di chiarire la situazione in materia di controllo politico dei servizi d'informazione. La Commissione è giunta alla conclusione che il controllo è innanzitutto una questione riguardante l'esecutivo. Pertanto, si esprime chiaramente a favore di un rafforzamento dei meccanismi di controllo interni all'amministrazione. Il controllo dell'Assemblea federale deve concentrarsi sulle attività di alta vigilanza e non deve sostituirsi al

3364

controllo politico diretto che deve esercitare il governo. Dopo aver esaminato diversi sistemi esteri di controllo parlamentare dei servizi d'informazione, la Commissione ritiene che il sistema svizzero non sia fra i peggiori. La Delegazione delle Commissioni della gestione (DCG) è dotata di competenze sufficienti; conformemente al proprio mandato, essa esamina la legalità e svolge il controllo finanziario delle attività dei servizi d'informazione. Benché l'esame della legalità rappresenti il compito centrale, la DCG rivolge sempre più la propria attenzione ai controlli di qualità e di efficacia.

Di conseguenza, la Commissione ritiene che un rafforzamento della direzione politica richieda correzioni sostanziali. Essa propone le seguenti tre misure: 1.

rafforzamento della direzione politica e del controllo dei servizi d'informazione da parte della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza.

Questo rafforzamento deve comprendere in particolare la definizione da parte del Consiglio federale di una politica completa dei servizi d'informazione, l'attuazione di una pianificazione pluriennale riguardante le priorità dell'acquisizione di informazioni completata da una pianificazione a breve termine, una direzione politica dei servizi d'informazione più diretta e continua, la subordinazione del coordinatore dei Servizi d'informazione al presidente della Giunta del Consiglio federale e la sua nomina al posto di capo di Stato maggiore della Giunta del Consiglio federale con diritto di impartire istruzioni;

2.

attuazione di basi legali armonizzate e unificate, necessarie all'istituzione di un vero e proprio sistema d'informazione (cfr. mozione allegata). Queste basi legali dovrebbero disciplinare in particolare aspetti quali gli obiettivi delle attività dei servizi d'informazione, il contributo che il sistema d'informazione deve fornire alla sicurezza del Paese, i principali elementi costitutivi del sistema, la pianificazione e i meccanismi di acquisizione dell'informazione, l'analisi dell'informazione, la cooperazione con i servizi partner e i meccanismi di controllo;

3.

rafforzamento della Delegazione delle Commissioni della gestione e chiarimento delle interfacce con le commissioni legislative. La Commissione propone di lasciar cadere il suo progetto iniziale di istituire una Commissione dei servizi d'informazione indipendente dalle Commissioni della gestione.

Essa sottopone invece tre proposte per migliorare le attività di alta vigilanza: aumentare le risorse della DCG (deve disporre di una segreteria e di un proprio budget), chiarire le interfacce con le commissioni legislative interessate (possibilità per i presidenti delle commissioni legislative interessate di rivolgersi periodicamente alla DCG) e rafforzare le attività di controllo di qualità e di efficacia (in particolare elaborando in modo scientifico criteri, indicatori e «benchmark» adeguati).

La Commissione propone di prendere atto del presente rapporto, di stralciare l'iniziativa parlamentare Lalive d'Epinay e di adottare la mozione.

3365

Elenco delle abbreviazioni CAG

Commissione degli affari giuridici

CAP

Centro d'analisi e di prospettiva

CdG

Commissione della gestione

CGE

Condotta della guerra elettronica

CGSI

Commissione di studio sul Gruppo servizio informazioni

CN

Consiglio nazionale

CPS

Commissione della politica di sicurezza

CPSI

Centro di politica di sicurezza internazionale

CS

Consiglio degli Stati

CSG

Conferenza dei segretari generali

DATEC

Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni

DCAF

Centro di Ginevra per il controllo democratico delle forze armate

DCG

Delegazione delle Commissioni della gestione

DDPS

Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport

DFAE

Dipartimento federale degli affari esteri

DFE

Dipartimento federale dell'economia

DFF

Dipartimento federale delle finanze

DFGP

Dipartimento federale di giustizia e polizia

DFI

Dipartimento federale dell'interno

DPS

Direzione della politica di sicurezza

LM

Legge federale sull'esercito e sull'amministrazione militare

LMSI

Legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna

NAPRI

Lista di ponderazione mensile delle priorità dell'informazione

PRIOS

Lista di priorità d'informazione

SAP

Servizio d'analisi e di prevenzione

Seco

Segretariato di Stato dell'economia

SIM

Servizio informazioni militare

SIFA

Servizio informazioni delle Forze aeree

SIS

Servizio informazioni strategico

UCD

Ufficio centrale della difesa

UFP

Ufficio federale di polizia

3366

Rapporto 1

Iniziativa parlamentare: prima fase

1.1

Esame preliminare

Il 4 marzo 2002, la consigliera nazionale Maya Lalive d'Epinay ha depositato un'iniziativa parlamentare in forma generica che chiede una riorganizzazione del Servizio informazioni strategico affinché quest'ultimo possa rispondere in ogni momento alle nuove esigenze poste dall'apparizione di nuove forme di minaccia.

L'iniziativa chiede anche l'istituzione di una Commissione dei servizi d'informazione dotata delle necessarie competenze e composta di membri delle due Camere.

La Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-CN) ha esaminato una prima volta l'iniziativa parlamentare Lalive d'Epinay durante le sue riunioni del 19 e 20 agosto e del 9 e 10 settembre 2002. Nel corso di queste sedute, la Commissione ha sentito l'autrice dell'iniziativa, la consigliera nazionale Maya Lalive d'Epinay, il consigliere nazionale Alexander Tschäppät, presidente della Delegazione delle Commissioni della gestione (DCG), Hans Wegmüller, capo del Servizio informazioni strategico e Jacques Pitteloud, coordinatore dei Servizi d'informazione. Durante la discussione, la Commissione ha osservato che numerose questioni affrontate dall'iniziativa non rientravano nel settore di competenza dell'Assemblea federale. Tuttavia, è apparso rapidamente che la Commissione non era in grado di stabilire se fosse opportuno dare seguito all'iniziativa parlamentare Lalive d'Epinay senza aver dapprima analizzato il sistema dell'informazione nei dettagli. Pertanto, contrariamente alla procedura abituale, la Commissione ha deciso che era necessario effettuare una parte dei lavori riservati solitamente alla seconda fase, prima di pronunciarsi sulla sorte dell'iniziativa. La CPS-CN ha dunque deciso, il 10 settembre 2002, di sospendere i suoi lavori e di istituire una sottocommissione di cinque membri presieduta dal consigliere nazionale Karl Tschuppert. Oltre al presidente, la sottocommissione era costituita dalla consigliera nazionale Haering e dai consiglieri nazionali Eberhard, Siegrist e Wiederkehr.

La sottocommissione si è riunita quattro volte. Dopo aver analizzato il proprio mandato e definito le linee essenziali dei lavori nel corso di una prima discussione il 2 dicembre 2002, essa ha osservato che numerosi temi sollevati dall'iniziativa parlamentare sono oggetto di discussione sin dagli anni Sessanta e sono
stati regolarmente esaminati da vari rapporti di esperti. Per questo motivo la sottocommissione ha voluto avere una panoramica delle raccomandazioni fatte in materia dal 1990. A tale scopo ha svolto una serie di audizioni il 16 e il 29 gennaio 2003. In questa occasione ha cercato di sapere quali raccomandazioni fossero state attuate e perché un certo numero di altre non fossero state realizzate. Queste audizioni hanno anche permesso alla sottocommissione di farsi un'idea precisa su diverse questioni, quali la detezione e l'allarme tempestivi a livello della Confederazione, l'integrazione dei diversi servizi d'informazione al più alto livello della direzione politica, la valutazione centralizzata delle informazioni o la centralizzazione della presentazione della situazione. La sottocommissione ha potuto anche avere una panoramica del funzionamento dell'attuale coordinamento con i suoi punti forti e deboli. Le considerazioni degli esperti hanno mostrato che le opinioni divergono notevolmente, come era già

3367

avvenuto durante i lavori della Commissione di studio sul Gruppo servizio informazioni (CGSI)1.

La sottocommissione ha studiato anche la questione del controllo parlamentare sui servizi d'informazione. Ha rinunciato a sentire nuovamente dei rappresentanti della DCG e ha chiesto alla segreteria di chiarire alcuni aspetti specifici. La sottocommissione ha in seguito elaborato le coordinate fondamentali del suo rapporto e dibattuto le misure intese a migliorare il sistema di coordinamento e il controllo parlamentare esercitato sui servizi d'informazione. Il progetto di rapporto è stato esaminato durante l'ultima riunione del 13 febbraio 2003.

La sottocommissione ha presentato una prima volta il risultato dei propri lavori nel corso della seduta plenaria della CPS-CN del 24 e 25 febbraio 2003, precisando che vari punti dovevano ancora essere chiariti. Sulla base di questa discussione, il 19 marzo 2003 la sottocommissione ha incontrato la Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza per uno scambio d'opinioni sui lavori svolti sino a quel momento. La CPS-CN ha concluso i suoi lavori il 7 aprile 2003 raccomandando, con 18 voti contro uno e due astensioni, di dare seguito all'iniziativa. Per la Commissione, l'organizzazione e la gestione dei servizi d'informazione spettano all'esecutivo, mentre invece la questione fondamentale del coordinamento in quanto elemento di direzione dello Stato giustifica che il Parlamento prosegua i propri lavori in questo settore nonché in quello del controllo parlamentare dei servizi d'informazione.

1.2

Risultati dell'esame preliminare

1.2.1

Il sistema dell'informazione svizzero

Il nostro Paese dispone di due servizi d'informazione principali, il Servizio informazioni strategico (SIS) per quanto riguarda l'estero e il Servizio d'analisi e di prevenzione (SAP) per il territorio nazionale. Il Servizio informazioni militare (SIM) e il Servizio informazioni delle Forze aeree (SIFA) non svolgono alcun ruolo nella direzione dello Stato e sottostanno, il primo allo Stato maggiore di condotta dell'esercito e il secondo allo Stato maggiore d'impiego delle Forze aeree. Esistono inoltre altri servizi dell'amministrazione che, pur non avendo attività d'informazione vere e

1

Rapporto della Commissione di studio sul Gruppo servizio informazioni (CGI) del 15 febbraio 2000.

3368

proprie, svolgono un ruolo in materia di condotta strategica2. I tre servizi più importanti della condotta strategica sono descritti più dettagliatamente di seguito:

2

3

4 5 6

­

il Servizio informazioni strategico (SIS): le informazioni estere sono assicurate dal Servizio informazioni strategico. Quest'ultimo ha subito una profonda riorganizzazione negli scorsi anni in seguito al cosiddetto affare Bellasi3. È stato dapprima subordinato alla segreteria generale del DDPS e più tardi, con la revisione della legge federale sull'esercito e sull'amministrazione militare4 nell'ambito della riforma Esercito XXI, direttamente al capo del DDPS. Contemporaneamente, è stato avviato un riorientamento del SIS.

L'organizzazione interna e la struttura del SIS sono state ridefinite sulla base dell'analisi delle nuove minacce;

­

il Servizio d'analisi e di prevenzione (SAP): le informazioni interne sono assicurate dal Servizio d'analisi e di prevenzione. La riorganizzazione del settore della polizia ha provocato la concentrazione dei compiti di polizia essenzialmente in seno all'Ufficio federale di polizia (UFP). Tuttavia, l'UFP separa nettamente le attività di raccolta d'informazioni a scopo preventivo e le inchieste di polizia giudiziaria. Il Servizio d'analisi e di prevenzione raccoglie ­ conformemente alle prescrizioni della legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna (LMSI)5 ­ informazioni relative al terrorismo, allo spionaggio, all'estremismo violento, al commercio illegale di armi e di sostanze radioattive e al trasferimento illegale di tecnologie6. Il SAP provvede a valutare queste informazioni all'indirizzo delle autorità politiche e delle autorità di perseguimento penale nonché di altre eventuali persone e istanze autorizzati ed elabora un'immagine della situazione in materia di sicurezza interna. Il SAP è integrato nel sistema di polizia della Nel suo rapporto del 7 dicembre 2000, l'Ufficio per l'analisi della situazione e la detezione tempestiva menziona una serie di altri servizi dell'Amministrazione federale che a loro volta possono svolgere un ruolo in seno alla catena d'informazione o nella detezione tempestiva. Si tratta in particolare dei servizi del DFAE (Centro d'analisi e di prospettiva, Divisioni politiche, Servizio economico e finanziario MERV, FAST), del DFI (Ufficio federale della sanità pubblica, Ufficio federale delle assicurazioni sociali, Aggruppamento per la scienza e la ricerca, Consiglio dei Politecnici federali), del DFGP (Polizia giudiziaria federale, Ufficio federale degli stranieri, Ufficio federale dei rifugiati), del DDPS (Divisione della guerra elettronica, Direzione della politica di sicurezza, Stato maggiore servizi coordinati e Cantoni, Ufficio federale della protezione della popolazione, Laboratorio AC di Spiez, Centrale nazionale d'allarme), del DFF (Amministrazione federale delle contribuzioni, Amministrazione federale delle dogane, Corpo delle guardie di confine, Autorità di controllo per la lotta contro il riciclaggio di denaro), del DFE (Politica di controllo delle esportazioni e sanzioni, Ufficio dell'integrazione, Ufficio federale per
l'approvvigionamento economico del Paese, Ufficio federale di veterinaria) e del DATEC (Ufficio federale dell'energia, Ufficio federale delle telecomunicazioni).

In relazione a questo affare, cfr. i seguenti rapporti: rapporto della Commissione di studio sul Gruppo servizio informazioni (CGSI) del 15 febbraio 2000; Bericht der Eidgenössischen Finanzkontrolle über die Prozess- und Risikoanalyse des VBS vom 6. Dezember 1999 (esiste solo in tedesco); Schlussbericht der Administrativuntersuchung im VBS vom 29. November 1999 (Untersuchungsbeauftragter Dr. Max Widmer) (esiste solo in tedesco); Eventi accaduti nel Gruppo servizio informazioni dello Stato maggiore generale («caso Bellasi»); rapporto della Delegazione delle Commissioni della gestione delle Camere federali del 24 novembre 1999.

RS 510.10 RS 120 RS 120 art. 2

3369

Confederazione e dirige il Centro federale di situazione incaricato di valutare le informazioni quotidiane d'attualità sulla sicurezza interna; ­

il Centro d'analisi e di prospettiva (CAP): il CAP è uno strumento a disposizione del Segretario di Stato del DFAE. Non si tratta di un servizio d'informazione nel senso tradizionale del termine. Il Centro elabora, mediante informazioni di fonti aperte, rapporti di diplomatici e propri contatti, la situazione in diverse regioni del mondo e in taluni altri settori particolari. Dato che oggi i rischi legati alla violenza fra Stati e quelli dovuti al terrorismo sono più importanti che i tradizionali conflitti fra Stati, i lavori d'analisi del CAP si avvicinano a quelli del SIS.

Il sistema dei servizi d'informazione svizzero si basa da sempre sul principio del coordinamento dei vari servizi, senza che vi sia mai stata una direzione centralizzata.

I capi dei rispettivi Dipartimenti ne assumono la responsabilità. Sino alla fine degli anni Novanta l'Ufficio centrale della difesa (UCD) organizzava la settimanale Conferenza di situazione e la Conferenza dei segretari generali (CSG). Nell'ambito della Conferenza di situazione si raccoglievano le informazioni di tutti i servizi, mentre una sintesi delle stesse veniva poi trasmessa alla CSG. Il cancelliere della Confederazione dell'epoca svolgeva il ruolo di collegamento fra queste due istituzioni. Questo sistema, tuttavia, non ha mai veramente funzionato. Inoltre, la Conferenza di situazione non era adatta per preparare raccomandazioni politiche. Anche per questa ragione, alla fine degli anni Novanta l'UCD è stato sciolto e il sistema è stato riorganizzato.

Sulla base delle raccomandazioni fatte dalla Commissione di studio sul Gruppo servizio informazioni (CGSI) ma anche dei lavori di altri gruppi di lavoro dell'amministrazione, il Consiglio federale ha emanato, il 3 novembre 1999, delle Istruzioni sull'organizzazione della condotta in materia di politica di sicurezza del Consiglio federale7. Mediante queste istruzioni, il Consiglio federale ha creato l'attuale struttura, istituendo la Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, l'Organo direttivo in materia di sicurezza e il posto di coordinatore dei Servizi d'informazione. Questo sistema è entrato in funzione il 1° gennaio 2000. La Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza (che riunisce i capi del DDPS, del DFAE e del DFGP) si riunisce una volta al mese per preparare le deliberazioni del Consiglio federale su oggetti importanti riguardanti la politica di sicurezza. L'Organo direttivo in materia di sicurezza che è sottoposto alla Giunta prepara questi incontri mensili.

Esso è costituito da quasi tutti i responsabili dei servizi d'informazione e della politica di sicurezza8. La differenza rispetto all'organizzazione precedente consiste nel fatto che l'Organo direttivo si occupa sia di analizzare la situazione che di elaborare diverse opzioni politiche. È stata inoltre istituita la nuova funzione del coordinatore dei Servizi d'informazione, che è subordinato al presidente dell'Organo direttivo in materia di sicurezza ed è incaricato di coordinare le informazioni dei vari servizi.

7 8

FF 4/2000, 1° febbraio 2000, p. 188­193.

Cfr. allegato 2.

3370

Una collaborazione bilaterale fra i servizi d'informazione e i partner9 rappresentati in seno all'Organo direttivo in materia di sicurezza avviene di caso in caso. Il coordinamento dello scambio d'informazioni con altri uffici o organi non rappresentati in seno all'Organo direttivo è solo puntuale.

1.2.2

Lacune direttive nel sistema dei servizi d'informazione

In occasione di una prima valutazione del sistema effettuata nel febbraio 200210, il Consiglio federale ha constatato che le nuove strutture erano nettamente superiori rispetto al sistema precedente e hanno permesso di rafforzare l'approccio interdipartimentale. La CPS-CN non rimette in discussione il sistema di coordinamento, ma era del parere che dovesse essere notevolmente migliorato. A suo avviso, questo sistema può funzionare unicamente se i responsabili del coordinamento hanno effettivamente i mezzi per farlo. La Commissione ha segnalato tre problemi legati fra di loro: ­

9

10

mancanza di una cultura dei servizi d'informazione: la Commissione è giunta alla conclusione che la cultura dell'informazione esiste soltanto a uno stadio embrionale. Benché la comunicazione fra il Consiglio federale e i fornitori d'informazioni sia stata migliorata in seguito all'introduzione della lista dei bisogni d'informazione della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, la cosiddetta lista PRIOS, la CPS-CN aveva comunque l'impressione che i servizi continuassero ad attribuirsi taluni mandati in modo spontaneo. La lista PRIOS enumera le priorità del Consiglio federale a medio e lungo termine in materia di politica di sicurezza. È elaborata dall'Ufficio per l'analisi e la detezione tempestiva in collaborazione con il presidente dell'Organo direttivo in materia di sicurezza e i vari servizi. I pareri in merito alla lista PRIOS divergono: per taluni si tratta di un importante strumento di direzione per il Consiglio federale, mentre per altri si tratta soltanto di un documento proveniente da determinati servizi di cui il Consiglio federale prende al massimo conoscenza. Il sistema «Organo direttivo in materia di sicurezza ­ Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza» sembra essere sufficiente per le informazioni che possono essere trattate con ritmo mensile. Per i casi più urgenti occorrerebbe invece prevedere altre procedure. L'Organo direttivo in materia di sicurezza ha una doppia funzione: deve effettuare l'analisi della situazione e contemporaneamente preparare opzioni politiche da sottoporre alla Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza. Questo sistema si è dimostrato efficace. A livello operativo l'Organo direttivo offre servizi preziosi, ma non interviene ancora in modo sufficiente a livello della definizione della strategia. Le analisi e la detezione tempestiva avvengono in seno ai Dipartimenti; Segretario di Stato DFAE, direttore dell'Ufficio federale di polizia, capo dell'esercito, portavoce del Consiglio federale, segretario di Stato DFE, capo del Servizio d'analisi e di prevenzione, presidente del Gruppo di coordinamento Migrazione, capo della Direzione per la politica di sicurezza, direttore del Servizio informazioni strategico, direttore generale delle dogane, coordinatore dei Servizi d'informazione, nonché altri partner secondo i casi; cfr. le
Istruzioni sull'organizzazione della condotta in materia di politica di sicurezza, art. 4.

Rapporto di valutazione dei nuovi strumenti della politica di sicurezza del 20 febbraio 2002

3371

­

carenza nella direzione dei processi di coordinamento: durante i suoi lavori la Commissione ha avuto l'impressione di una mancanza di sensibilità per le questioni relative all'indispensabile direzione dei processi di coordinamento.

Secondo l'opinione prevalente, il coordinamento si limita al coordinamento delle procedure. I due termini non sono però identici. La Commissione ritiene che la scelta di un sistema di coordinamento implichi necessariamente che il coordinamento venga diretto. Numerosi rappresentanti dell'amministrazione pensano invece che il rifiuto di una centralizzazione dei servizi d'informazione significhi anche il rifiuto di una direzione centralizzata del processo di coordinamento. Dato che finora non è stata introdotta una vera e propria direzione dei processi di coordinamento, si è sviluppato un sistema di cooperazione, che è considerata però facoltativa;

­

legittimità limitata del coordinatore dei Servizi d'informazione: in seno al sistema dei servizi d'informazione, il coordinatore, per la sua funzione, è una delle poche figure interessate a elaborare una prospettiva generale indirizzata alle più alte istanze politiche. Per motivi inerenti al sistema, tutti gli altri servizi si concentrano sugli interessi del proprio Dipartimento. Il coordinatore rappresenta pertanto l'elemento centrale del sistema. L'attuale modello di coordinamento era stato volutamente concepito affinché il coordinatore dei Servizi d'informazione e il suo Ufficio per l'analisi e la detezione tempestiva non avessero competenze proprie in materia d'informazione e pertanto neppure in materia di analisi. Nel sistema attuale, egli ha unicamente una funzione di Stato maggiore e non una funzione operativa o gerarchica.

A causa della sua posizione di debolezza, non è in grado di fornire i necessari impulsi al sistema. Nel settore della detezione tempestiva il coordinatore non può proporre temi senza che questi siano stati preventivamente approvati dall'Organo direttivo in materia di sicurezza, cosa che di fatto è possibile solo in caso di consenso. Egli dipende pertanto dalla buona volontà dei servizi che gli forniscono le informazioni. La CPS-CN ha l'impressione che il coordinatore dei Servizi d'informazione non riceva tutte le informazioni di cui avrebbe bisogno. Inoltre, non può influenzare il contenuto o la qualità delle informazioni che gli vengono fornite. La collaborazione fra il coordinatore e i diversi servizi è valutata in modo diversificato. Il coordinamento senza diritto di impartire istruzioni è un compito insoddisfacente, qualunque sia la posizione gerarchica del coordinatore dei Servizi d'informazione.

L'informazione è sinonimo di potere. L'esistenza di lotte di potere e il fatto che le informazioni importanti giungano dapprima al capo del Dipartimento interessato senza che il coordinatore ne abbia avuto conoscenza sembrano immanenti al sistema. In tal modo, il coordinatore dei Servizi d'informazione rischia di essere escluso da certi flussi d'informazioni e di non essere più in grado di presentare un bilancio completo della situazione.

Al termine dell'esame preliminare dell'iniziativa parlamentare, la Commissione ha raccomandato misure per ottimizzare il sistema di coordinamento. Si è limitata a proporre tre raccomandazioni concrete.

a)

3372

Rafforzare la posizione del coordinatore dei Servizi d'informazione: secondo la Commissione il settore di competenze del coordinatore dei Servizi d'informazione è insufficiente. Pertanto, gli mancano i mezzi per garantire la corretta gestione del sistema di coordinamento. Quali premesse per un miglior funzionamento del sistema di coordinamento, il coordinatore dev'es-

sere dotato delle necessarie competenze: subordinazione adeguata, diritto d'accesso alla Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, accesso illimitato a tutta l'informazione, risorse finanziarie e di personale.

b)

Rivalutare la lista PRIOS: la Commissione riteneva necessario rafforzare la condotta in questo settore. La lista PRIOS dev'essere espressamente dichiarata compito vincolante che il Consiglio federale affida ai servizi d'informazione. La lista PRIOS deve permettere di dirigere i lavori dei vari servizi interessati. Attualmente, questo avviene solo in modo limitato. Il cambiamento di attitudine nei confronti della lista PRIOS è possibile unicamente a condizione di definirla espressamente come compito vincolante.

c)

Rafforzare l'informazione nel settore dei servizi d'informazione: il lavoro nell'ombra provoca inevitabilmente la diffidenza dell'opinione pubblica e del mondo politico. Dato che i servizi d'informazione non svolgono attività di pubbliche relazioni, le scarse informazioni disponibili provengono solitamente dai cosiddetti «casi». Il rapporto della Commissione di studio sul Gruppo servizio informazioni prevedeva la creazione di un posto di incaricato dell'informazione presso i servizi d'informazione11, alfine di accrescere la trasparenza e migliorare i meccanismi di controllo. Benché questa raccomandazione sia stata seguita con l'istituzione di un incaricato presso i servizi d'informazione e l'elaborazione di un piano di comunicazione per uso interno ed esterno, queste misure finora non hanno dato alcun risultato visibile.

Secondo la CPS-CN, nel nostro Paese i servizi d'informazione devono ancora procedere al cambiamento che li farà passare, in termini d'immagine, da una struttura caratterizzata dal segreto a strumento indispensabile per la direzione dello Stato.

1.2.3

Carenze del controllo parlamentare

Contemporaneamente, la Commissione si era occupata della questione del controllo parlamentare dei servizi d'informazione. L'iniziativa parlamentare Lalive d'Epinay chiede l'istituzione di una «Commissione dei servizi d'informazione» che si dedicherebbe esclusivamente a svolgere questa missione. Questa esigenza non è nuova.

Il rapporto della Commissione di studio sul Gruppo servizio informazioni raccomandava a sua volta l'istituzione di una Commissione dei servizi d'informazione composta al massimo di sei membri12. Il rapporto suggeriva inoltre di dotare questa Commissione di tutti i poteri necessari, attribuendole tutte le risorse e conoscenze tecniche, compreso un segretariato e collaboratori di Stato maggiore, affinché fosse in grado di sorvegliare il lavoro dei servizi d'informazione, anche per quanto riguarda i contenuti.

La professionalizzazione e il rafforzamento del controllo parlamentare s'impongono in tutti i settori politici. Mentre un tempo il controllo riguardava soprattutto la legittimità e la conformità al bilancio delle attività dell'amministrazione, la strategia della nuova gestione amministrativa in funzione di obiettivi ha modificato anche il 11 12

Cfr. raccomandazione 15 del rapporto della Commissione di studio sul Gruppo servizio informazioni (CGSI) del 15 febbraio 2000.

Cfr. raccomandazione 13 del rapporto della Commissione di studio sul Gruppo servizio informazioni (CGSI) del 15 febbraio 2000, p. 17.

3373

ruolo del Parlamento: il controllo dell'efficacia e dell'efficienza diventa sempre più importante. Questo deve valere anche per il settore dei servizi d'informazione.

Secondo la CPS-CN, il lavoro realizzato dall'inizio degli anni Novanta dalla DCG ha notevolmente contribuito a migliorare le attività di controllo riguardanti i servizi d'informazione. Tuttavia, la Commissione è convinta che un rafforzamento dell'alta vigilanza esercitata sui servizi d'informazione sia indispensabile.

1.3

Decisione del Consiglio nazionale sull'esame preliminare

Il Consiglio nazionale ha esaminato l'iniziativa parlamentare il 23 settembre 2003 e ha deciso tacitamente di darle seguito13 nel senso delle raccomandazioni fatte dalla CPS-CN nel suo rapporto del 7 aprile 2003 (cfr. op. cit.). Ha pertanto incaricato la Commissione di esaminare un possibile rafforzamento della posizione del coordinatore dei Servizi d'informazione, una rivalutazione della lista PRIOS, un'intensificazione del lavoro di relazioni pubbliche dei servizi d'informazione e la possibilità di istituire una Commissione dei servizi d'informazione delle due Camere, indipendente.

2

Iniziativa parlamentare: seconda fase

2.1

Lavori della seconda fase

Nel corso della sua seduta del 19 gennaio 2004, la CPS-CN ha incaricato una sottocommissione di cinque membri, presieduta dalla consigliera nazionale Barbara Haering, di approfondire le questioni sollevate nella prima fase e di emanare delle raccomandazioni sulle modalità di attuazione. Accanto alla presidente, la sottocommissione era composta dei consiglieri nazionali Jakob Büchler, Walter Donzé, Ulrich Schlüer e René Vaudroz. I lavori della seconda fase sono stati suddivisi nelle seguenti tappe:

13

­

la sottocommissione si è riunita una prima volta il 10 marzo 2004 per stabilire l'agenda dei lavori. Si è inoltre occupata dei contributi dei servizi d'informazione alla sicurezza del Paese e delle attese del governo in materia.

Ha poi evocato la questione del controllo parlamentare dei servizi d'informazione. Infine, ha deciso di svolgere delle audizioni e ha chiesto a René Vaudroz di presentarle le esperienze fatte come ex membro della DCG. Il segretariato della Commissione è stato incaricato di svolgere un confronto dei sistemi di controllo parlamentare ed extraparlamentare dei principali Paesi europei e nordamericani;

­

il 3 giugno 2004, la sottocommissione ha sentito il capo del DDPS, il coordinatore dei Servizi d'informazione e la cancelliera della Confederazione;

­

nella sua seduta del 12 agosto 2004, ha sentito la presidente della DCG che era accompagnata dal segretario della Delegazione. Successivamente, ha effettuato una prima valutazione delle audizioni. Sulla base di questi lavori, ha deciso di svolgere ulteriori audizioni; Boll. Uff. 2003 N 1448­1451.

3374

­

il 7 settembre 2004, la sottocommissione ha sentito il capo del DFGP, la responsabile del DFAE, entrambi membri della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, e il capo del DFF in qualità di membro del Collegio governativo;

­

nella sua seduta del 23 novembre 2004, la sottocommissione ha discusso per la prima volta il progetto di rapporto. Ha preso atto delle decisioni prese dal Consiglio federale l'8 settembre 2004 e delle dichiarazioni fatte il 22 novembre 2004 dalla presidente della Delegazione delle Commissioni della gestione in seguito all'incontro fra la DCG e la Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza;

­

le sedute del 15 e 21 dicembre sono state dedicate a concludere il presente rapporto;

­

la CPS-CN ha concluso i lavori della seconda fase l'11 gennaio 2005 raccomandando, con 19 voti contro uno e due astensioni di togliere di ruolo l'iniziativa, di prendere atto del rapporto e di adottare una mozione (vedi allegato 1).

Gli insegnamenti e le conclusioni della seconda fase dei lavori sono riassunti nei capitoli che seguono.

2.2

Risultati della seconda fase

2.2.1

I servizi d'informazione confrontati con nuove sfide

Gli sconvolgimenti geopolitici degli ultimi quindici anni e in particolare gli eventi dell'11 settembre 2001 hanno fondamentalmente modificato il profilo delle minacce, dei rischi e dei pericoli ai quali la Svizzera è esposta. Queste nuove minacce superano i confini nazionali: è sempre più difficile affrontarle secondo una separazione fra sicurezza interna e sicurezza esterna. Inoltre, i nuovi rischi non rispettano neppure le strutture dipartimentali e sono sempre più spesso interdipartimentali. Di conseguenza, anche le esigenze che si richiedono a un sistema d'informazione moderno hanno subito un'evoluzione. Esso è confrontato al compito di dover fornire un'immagine della situazione integrata, contribuendo in tal modo a migliorare la sicurezza del Paese. Dato che il sistema svizzero d'informazione si basa sul coordinamento dei servizi d'informazione e non su di un unico servizio, una cooperazione senza attriti diventa sempre più importante.

Affinché il sistema d'informazione possa affrontare queste nuove sfide, le seguenti condizioni di base devono essere adempite: ­

cultura dell'informazione: i responsabili delle decisioni politiche devono avere una comprensione congiunta del significato del lavoro d'informazione e devono integrare in modo corrispondente le conoscenze in materia di servizi d'informazione nel loro processo di decisione relativo alle questioni di sicurezza. La base per questo apprezzamento da parte delle istanze politiche dev'essere la qualità del lavoro dei servizi d'informazione. Questi due elementi sono inscindibili;

­

direzione politica: l'esecutivo deve dirigere dal profilo politico i servizi d'informazione. A tale scopo, il Consiglio federale deve formulare i propri 3375

bisogni e attribuire i compiti nell'ambito di una politica nazionale dell'informazione; ­

analisi dei rischi globale: un'analisi dei rischi globale è necessaria al fine di permettere alla politica nazionale di prendere le decisioni adatte alla minaccia. Questa analisi deve tener conto delle minacce rivolte al Paese, alla popolazione, alle infrastrutture, all'ambiente e all'economia. Pertanto, l'analisi delle informazioni dev'essere coordinata in modo tale da garantire un'immagine globale della situazione. Allo scopo, sono indispensabili una cooperazione e un libero flusso delle informazioni tra i servizi;

­

informazioni fornite tempestivamente: inoltre, una caratteristica delle informazioni dei servizi d'informazione è di dover essere fornita tempestivamente ai responsabili delle decisioni politiche affinché essi possano prendere la decisione giusta al momento giusto. Agire per tempo presuppone una capacità di reazione rapida da parte dei decisori.

I lavori della Commissione nella seconda fase hanno confermato che la direzione politica per quanto riguarda i servizi d'informazione è troppo debole, che la cooperazione fra i servizi non è ottimale e che le condizioni per una rapida azione politica in caso di crisi non sono ancora adempiute.

2.2.2

Deficit di direzione del sistema dei servizi d'informazione

I lavori della Commissione hanno confermato il deficit di direzione del sistema dei servizi d'informazione già constatato nella prima fase. I servizi d'informazione in quanto sistema vengono diretti in modo troppo debole. Il coordinatore non ha né le competenze né i mezzi per farli funzionare in modo soddisfacente.

­

Deficit di direzione politica: il deficit più grave e con conseguenze più nefaste consiste nel fatto che i meccanismi attraverso i quali il Consiglio federale attribuisce i compiti ai servizi d'informazione sono notevolmente insufficienti. In questo senso, non vi è alcuna politica globale dei servizi d'informazione per la Svizzera. Il Consiglio federale conferisce compiti ai vari servizi solo puntualmente. Questo spiega perché spesso i servizi continuano ad attribuirsi compiti in modo autonomo. La Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza deve pertanto rafforzare la sua funzione di direzione sul sistema dei servizi d'informazione. Essa deve occuparsi maggiormente di politica di sicurezza e d'informazione e orientare l'azione dei servizi d'informazione in funzione dei propri bisogni e di quelli del governo. In tale contesto, la lista PRIOS delle priorità in materia d'informazione elaborata dalla Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza è formulata in modo troppo generico per poter dirigere efficacemente i lavori dei servizi.

Una lista di ponderazione mensile delle priorità (NAPRI) è stata introdotta quale complemento alla lista PRIOS. Questo strumento ha lo scopo di attirare l'attenzione dei servizi d'informazione sugli argomenti che in un futuro prossimo potrebbero interessare il Consiglio federale. Questa procedura deve facilitare la condotta dei servizi incaricati di fornire informazioni e permettere all'Ufficio per l'analisi e la detezione tempestiva e ai servizi d'informazione di concentrare i loro sforzi sugli sviluppi nazionali o internazionali

3376

che richiederebbero un bisogno d'informazione particolare. Il quadro nel quale i servizi d'informazione svolgono la loro attività è definito dalla missione di base dei servizi stessi, dalla lista PRIOS e dalla lista NAPRI. Nella prassi, questi ultimi operano ancora troppo spesso secondo altri criteri. La prevista introduzione di un elemento di gestione supplementare, la lista che riunisce i bisogni d'informazione a lungo termine che possono essere procurati solo da fonti dei servizi d'informazione14, dovrebbe permettere di rafforzare la direzione dei servizi e costituisce un passo nella giusta direzione.

Per concludere, occorre rilevare che la Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza non dispone di alcuna competenza decisionale. Essa prepara i disegni di decisione per il Consiglio federale, che decide nello spazio di qualche giorno, benché sia stata introdotta una procedura di decisione semplificata per i casi urgenti.

­

Deficit nel coordinamento: il sistema di coordinamento non funziona in modo soddisfacente a diversi livelli.

Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza e Organo direttivo in materia di sicurezza: l'8 settembre 2004 il Consiglio federale ha deciso di rinunciare al principio di rotazione della presidenza, ancora inviolabile due anni or sono, e di istituire uno Stato maggiore di crisi. Il sistema di rotazione presentava il vantaggio di coinvolgere alternativamente i tre consiglieri federali, ma anche lo svantaggio di rendere impossibile una direzione responsabile a lungo termine. Una presidenza permanente accompagnata da un diritto di impartire istruzioni dovrebbe permettere di rafforzare la direzione politica e nel contempo anche il coordinamento dei servizi d'informazione. La Commissione ritiene invece che mantenere una presidenza a turno in seno all'Organo direttivo in materia di sicurezza15, come previsto dal Consiglio federale, non abbia alcun senso. Il rafforzamento della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza attraverso una presidenza fissa sarebbe immediatamente neutralizzato dalla soluzione scelta per l'Organo direttivo.

Coordinatore dei Servizi d'informazione: il coordinatore dei Servizi d'informazione non dispone delle prerogative che gli permetterebbero di far funzionare il sistema. Secondo le Istruzioni sull'organizzazione della condotta in materia di politica di sicurezza, il coordinatore ha accesso a tutte le informazioni necessarie a realizzare i suoi compiti. Dato che non è a conoscenza delle informazioni di cui dispongono i servizi, egli dipende dalla loro disponibilità a collaborare. La Commissione è del parere che questa soluzione non sia accettabile. Il flusso dell'informazione in seno al sistema dei servizi d'informazione non funziona correttamente ed è sostituito da un flusso che passa dai servizi ai capi di Dipartimento. La CPS-CN non ha alcuna comprensione per questa mancanza di collaborazione fra i servizi d'informazione, che può comportare rischi per la sicurezza del nostro Paese e della sua popolazione. La Commissione ritiene indispensabile introdurre un obbligo d'informare da parte dei servizi. I servizi d'informazione devono fornire

14 15

Lista detta «lista svedese», poiché questo sistema è stato introdotto dai servizi d'informazione svedesi.

La presidenza dev'essere assunta a turno dai rappresentanti dei Dipartimenti che non hanno la presidenza della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, all'occorrenza il DFGP e il DFAE.

3377

automaticamente le informazioni di cui dispongono riguardanti i temi definiti dalla Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza o dal suo presidente.

Coordinamento fra i servizi d'informazione: nel corso dei lavori della seconda fase, è stata evidenziata la crescente necessità di collaborazione fra i servizi. Vista l'evoluzione delle minacce, uno scambio d'informazioni fra i partner del sistema dei servizi d'informazione è determinante per il successo o l'insuccesso. I vari servizi hanno strutture molto diverse e sono retti da basi legali completamente differenti. A questo si aggiunge il fatto che la collaborazione e lo scambio d'informazioni sono disciplinati da accordi di prestazione, strumenti con una legittimità politica molto scarsa. Un primo accordo di cooperazione è stato concluso nel 199716 e poi riveduto nel 200317. Gli accordi sono stati completati da un accordo di prestazione fra i rispettivi capi di Dipartimento. Inoltre, è stato concluso un accordo di prestazione anche fra il SIS e il coordinatore dei Servizi d'informazione.

Altre interfacce: finora, l'attenzione si era soprattutto concentrata sull'interfaccia SIS-SAP, ma la Commissione osserva che di fatto il sistema dei servizi d'informazione svizzero presenta altre interfacce che potrebbero diventare problematiche, in particolare quella fra il SIS e il SIM/SIFA. Il SIM è incaricato di garantire gli impieghi dell'esercito in Svizzera (in caso di difesa) e all'estero. Inoltre, raccoglie informazioni per le truppe. Il SIFA garantisce il servizio d'informazione tattico-operativo e tecnico necessario all'impiego delle Forze aeree. Vista la notevole riduzione della minaccia di un attacco militare contro il nostro Paese, occorrerà discutere in merito all'estensione e alla delimitazione dei suoi settori d'attività. Inoltre, sarà necessario seguire con maggior attenzione le interfacce tra il SAP, il Ministero pubblico e la Polizia giudiziaria federale. Quest'ultima ottiene informazioni nel corso delle proprie inchieste. Oggi, conformemente alla separazione dei poteri, le due entità sono completamente separate. Senza rimettere in questione questa separazione, la CPS-CN ritiene che la Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza debba poter essere informata delle principali informazioni raccolte durante le inchieste in
corso. Vi è un'altra interfaccia fra il SAP e il Seco, che riceve informazioni nell'ambito della lotta contro la proliferazione di armi di distruzione di massa.

L'aumento di queste interfacce rende indispensabile un serio coordinamento. Altrimenti, secondo la Commissione l'unica alternativa consisterebbe nella fusione dell'analisi delle informazioni.

2.2.3

Controllo politico da parte dell'esecutivo

I lavori supplementari della CPS-CN hanno permesso di chiarire la situazione in materia di controllo politico dei servizi d'informazione. La Commissione è giunta alla conclusione che il controllo è innanzitutto un compito dell'esecutivo; quest'ultimo ha la responsabilità politica dell'azione di questi servizi, compreso 16 17

Istruzioni del 19 marzo 1997 concernenti la cooperazione fra la Polizia federale e il Servizio informazioni strategico dell'esercito.

Accordo del 2 febbraio 2003 fra il SIS e il SAP concernente la cooperazione.

3378

quella del controllo di qualità. Di conseguenza, la Commissione si esprime chiaramente per un rafforzamento dei meccanismi di controllo interni all'amministrazione.

I meccanismi di controllo instaurati nell'ambito dell'impiego del sistema Onyx, in particolare la costituzione di un'autorità di controllo indipendente18, costituiscono un ottimo esempio di soluzioni applicabili. Il controllo dell'Assemblea federale deve invece concentrarsi su attività di alta vigilanza e non deve in nessun caso sostituirsi al controllo politico diretto da parte dell'esecutivo.

Nella prassi, il controllo politico esercitato sui vari servizi d'informazione varia considerevolmente da un servizi all'altro. Questo si spiega sia per motivi storici legati allo sviluppo di questi servizi, sia a causa dell'esistenza di basi legali diverse.

Ad esempio, la LMSI prevede l'introduzione di un controllo dei servizi del DFGP19, mentre un simile obbligo legale non esiste per il SIS, né nella legge federale sull'esercito e sull'amministrazione militare (LM)20, né nell'ordinanza d'applicazione21. Dal 1° gennaio 2004, il SIS è stato subordinato direttamente al capo del DDPS conformemente all'articolo 99 LM. La Commissione ritiene assolutamente necessario istituire una procedura di controllo interna standardizzata.

Secondo la CPS-CN, è indispensabile che il Consiglio federale assuma una maggiore responsabilità nei confronti dei servizi d'informazione. Nel passato vari problemi sono stati causati da un controllo lacunoso o addirittura da un'assenza di controllo da parte del governo. I tre esempi più recenti ­ il caso delle schede della polizia federale, le organizzazioni segrete P26 e P27 e le relazioni con il Sudafrica ­ hanno un punto in comune: i meccanismi di controllo gerarchico non hanno funzionato correttamente. Di conseguenza, è indispensabile rafforzare e uniformare i meccanismi di controllo interno per tutti i servizi d'informazione.

2.2.4

Alta vigilanza parlamentare

La Commissione ritiene che il controllo parlamentare, o alta vigilanza, debba essere organizzato in modo professionale, essere permanente e affidato a un unico organo.

L'alta vigilanza deve garantire il mantenimento del segreto. Conformemente al proprio mandato, la CPS-CN ha esaminato il funzionamento e le attività della Delegazione delle Commissioni della gestione (DCG).

La Delegazione delle Commissioni della gestione è stata istituita nel 1991 su proposta della Commissione d'inchiesta parlamentare incaricata di esaminare gli eventi che avevano scosso il Dipartimento militare federale22. Si trattava di istituire un organo permanente, dotato di estesi poteri d'investigazione, situato fra le Commissioni della gestione (CdG) ordinarie e le commissioni parlamentari d'inchiesta che sono istituite in circostante eccezionali. La DCG è un organo congiunto del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati e si compone di tre membri delle Commissioni della gestione di ogni Consiglio. I membri della Delegazione sono nominati 18 19 20 21 22

RS 510.292. Ordinanza del 15 ottobre 2003 concernente la condotta della guerra elettronica (OCGE), art. 15­18.

RS 120 art. 26 e RS 120.2 art. 22.

RS 510.10 RS 510.292 Rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta incaricata di chiarire avvenimenti di grande portata in seno al Dipartimento militare federale, 17 novembre 1990, proposta p. 276.

3379

durante una seduta congiunta dalle Commissioni della gestione fra i loro membri e su proposta dei gruppi. Al momento della decisione prevalgono le competenze e l'esperienza dei parlamentari. Ogni partito di governo dispone di regola di un seggio. Inoltre, secondo una prassi corrente, la Delegazione comprende almeno un rappresentante di un partito non governativo. La continuità del lavoro della DCG è assicurata dal fatto che i membri rimangono in carica durante almeno due legislature. Spesso almeno un rappresentante di una CPS fa parte della Delegazione.

Conformemente alla legge sull'Assemblea federale23, la Delegazione delle Commissioni della gestione ha il compito di controllare le attività nel settore della sicurezza dello Stato e dei servizi d'informazione. Nell'applicazione di diverse prescrizioni legali relative al controspionaggio, al crimine organizzato, all'estremismo violento, alla proliferazione delle armi e al terrorismo, la Delegazione sorveglia anche certi settori di competenza della Polizia giudiziaria federale, del Ministero pubblico della Confederazione e del Segretariato di Stato. La Delegazione è incaricata di esaminare le attività segrete della Confederazione in modo costante e approfondito, allo scopo di individuare tempestivamente le situazioni che richiedono un intervento politico.

La Commissione ha osservato che l'attività di controllo della DCG è rivolta prioritariamente alla legalità e alla conformità al bilancio. Tuttavia, si dedica sempre più spesso anche ai controlli di qualità e di efficacia. Il suo programma d'attività 2004 comprende 65 temi principali. Nel 2003, la Delegazione si è occupata in particolare dei seguenti temi24:

23 24

­

lotta contro la criminalità in rete;

­

misure prese dalla Confederazione per lottare contro lo spionaggio economico e i gruppi estremisti esteri;

­

identità fittizie degli agenti infiltrati;

­

relazioni dei servizi d'informazione svizzeri con autorità di sicurezza estere;

­

valutazione delle operazioni effettuate dalle autorità svizzere nel settore della protezione dello Stato;

­

esame delle liste delle organizzazioni e dei gruppi le cui attività sono oggetto di misure preventive conformemente alla legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna;

­

archiviazione dei dati classificati in seno ai servizi d'informazione;

­

applicazione dei controlli di sicurezza relativi alle persone;

­

efficacia dell'ordinanza del 7 novembre 2001 concernente l'estensione degli obblighi di informazione e del diritto di comunicazione di autorità, servizi e organizzazioni a tutela della sicurezza interna ed esterna;

­

attività dei servizi d'informazione turchi in Svizzera;

­

collaborazione fra la Svizzera e gli Stati Uniti nella lotta contro il terrorismo;

­

modalità di autorizzazione che consentono a un servizio d'informazione estero di svolgere operazioni sul territorio della Confederazione; RS 171.10 art. 53 cpv. 2.

Cfr. Rapporto annuale 2002/2003 delle Commissioni della gestione e della Delegazione delle Commissioni della gestione delle Camere federali del 23 gennaio 2004, FF 2004 1497­1507.

3380

­

misure prese dalla Confederazione per lottare contro la proliferazione di armi di distruzione di massa;

­

esame delle infrastrutture di condotta civili del Consiglio federale;

­

sicurezza informatica e protezione delle informazioni nell'Amministrazione federale e nel DDPS;

­

misure prese dalla Confederazione in relazione al rapimento di cittadini svizzeri in Algeria.

Inoltre, dal 2003 la DCG effettua un controllo di qualità sulle analisi e i rapporti che le sono sottoposti dai servizi. Si tratta ancora di un'attività embrionale ma che è destinata a svilupparsi. La Delegazione effettua anche un controllo finanziario sui servizi d'informazione in virtù di un «gentleman's agreement» del 12 novembre 1993 concluso con la Delegazione delle finanze delle Camere federali. Quest'ultima ha accesso a tutta la contabilità della Confederazione, ma non effettua analisi sull'opportunità di una spesa. Nel settore dell'informazione e della protezione dello Stato questo compito spetta alla DCG, la quale esamina in particolare i rapporti del Controllo federale delle finanze e degli ispettorati interni dei Dipartimenti sulle ispezioni effettuate nei servizi d'informazione. Per concludere, la DCG provvede a controllare tutte le attività dei servizi d'informazione e di sicurezza. La lista dei settori appena menzionati illustra lo sviluppo delle attività della DCG.

Per svolgere il proprio compito, la Delegazione è dotata di competenze molto estese.

Essa dispone di diritti d'informazione molto ampi riconosciuti nella legge federale sull'Assemblea federale25 paragonabili a quelli di una commissione d'inchiesta. La DCG può convocare chi vuole, quando vuole e in relazione a qualsiasi argomento.

Non è possibile opporle nessun obbligo di mantenere il segreto. L'unica lacuna osservata, il problema delle inchieste amministrative o disciplinari aperte parallelamente a un'attività della DCG, dovrebbe essere colmata con l'accettazione di un'iniziativa parlamentare in materia26. Per svolgere il proprio compito, la Delegazione ricorre a vari metodi di lavoro: intrattiene un regolare scambio di informazioni con i responsabili dei servizi d'informazione e con i membri della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza. La DCG effettua anche visite, annunciate o no, nei servizi interessati. Conduce inchieste e tratta ricorsi che le sono indirizzati da parlamentari o da privati. La Delegazione non dispone tuttavia di mezzi coercitivi.

Si limita a esprimere la propria soddisfazione, a fare osservazioni critiche e a formulare raccomandazioni per il futuro. Come tutte le altre commissioni, può tuttavia proporre una modifica legislativa se la ritiene necessaria. I rapporti della Delegazione
sono generalmente pubblicati; ciò rafforza la sua posizione nei confronti dei servizi d'informazione. Dal 2004 le sue attività sono descritte nel rapporto annuale delle Commissioni della gestione.

Un breve confronto fra le competenze di cui dispone la DCG e i sistemi di controllo nei principali Paesi occidentali hanno convinto la Commissione che la Delegazione è dotata di competenze sufficienti per adempiere il suo mandato; le sue risorse sono invece insufficienti. La Delegazione si riunisce in media ogni due o tre settimane per dieci-quindici ore di sedute, ma anche più spesso in caso di eventi particolari.

25 26

RS 171.10 art. 154 segg.

03.460 Iniziativa parlamentare CdG-CS. Procedure della Delegazione delle Commissioni della gestione e inchieste disciplinari o amministrative della Confederazione condotte parallelamente e aventi lo stesso oggetto.

3381

L'esteso campo d'attività richiede dai membri delle Delegazione un impegno considerevole. La Delegazione dispone di un segretariato con due collaboratori scientifici (ognuno al 50 %) e di una segretaria (20 %). La Delegazione, benché disponga di mezzi finanziari modesti27, può far capo anche a esperti. Il reclutamento di esperti esterni pone tuttavia problemi, dal profilo dell'indipendenza e della sicurezza. Infatti, gli specialisti in materia di servizi d'informazione hanno profili particolari: o si tratta di ex agenti dei servizi d'informazione e la loro indipendenza può essere messa in dubbio, oppure si tratta di esperti indipendenti, per i quali non si possono escludere problemi di sicurezza o di accettabilità. Inoltre, l'approccio scientifico può avere dei limiti nel controllo dei servizi d'informazione. In effetti, nell'universo dei servizi segreti, la disinformazione è all'ordine del giorno ed è molto difficile ottenere informazioni obiettive e utilizzabili.

La CPS-CN giunge alla conclusione che il nostro sistema di alta vigilanza parlamentare dei servizi d'informazione non presenta lacune fondamentali. La DCG provvede al controllo della legalità e al controllo finanziario delle attività dei servizi d'informazione conformemente al suo mandato. Benché il controllo della legalità rimanga prioritario, la DCG rivolge sempre più la sua attenzione ai controlli di qualità e d'efficacia. La Commissione auspica che questa tendenza sia mantenuta e rafforzata.

Secondo la CPS-CN, la Delegazione dispone di sufficienti competenze, ma manca invece delle necessarie risorse. Di conseguenza, la Commissione ritiene che non sia opportuno istituire una nuova commissione di controllo dei servizi d'informazione; ciò provocherebbe soltanto interfacce supplementari senza migliorare la qualità dell'alta vigilanza. Il sistema attuale, nel quale la DCG è parte integrante delle Commissioni della gestione, presenta numerosi vantaggi e permette di realizzare sinergie, dato che i meccanismi dell'alta vigilanza sono simili nel settore dei servizi d'informazione e in altri settori d'intervento statali. Dissociare le due entità non porterebbe sostanziali benefici e non permetterebbe di risolvere il problema delle limitate disponibilità di un Parlamento di milizia.

Secondo la Commissione, l'alta vigilanza parlamentare sarà
pienamente efficace ed efficiente unicamente se l'Assemblea federale accorderà l'interesse e l'attenzione necessari ai risultati dei lavori della DCG. Anche in questo caso, non vi è né possibilità né garanzia che un controllo delle attività dei servizi d'informazione sia assoluto.

2.3

Riassunto delle conclusioni raggiunte

I lavori della seconda fase hanno dimostrato che il sistema attuale si trova in un vicolo cieco. Non è più possibile considerare la sicurezza come un concetto unidimensionale: le dimensioni interne ed esterne della sicurezza come pure i suoi aspetti interdipartimentali sono indissolubilmente legati.

Di fronte a questa evoluzione, la Commissione è del parere che il nostro sistema d'informazione non sia più adatto ai tempi. La direzione politica, il conferimento dei compiti ai servizi d'informazione e il coordinamento di questi servizi nell'ambito di una politica globale dell'informazione lasciano a desiderare. Inoltre, il sistema di coordinamento non funziona in modo ottimale. Il flusso dell'informazione è lacunoso. L'analisi delle informazioni, il cui obiettivo dovrebbe essere di garantire un'immagine globale della situazione, è insufficiente. Il contributo concreto che i servizi 27

Un importo di 69 000 franchi è stato messo a bilancio a tale scopo nel 2004.

3382

d'informazione devono fornire alla sicurezza del Paese non può essere concretamente definito.

I lavori della CPS-CN hanno sollevato il problema delle basi legali che disciplinano il sistema dei servizi d'informazione, i vari servizi, la loro collaborazione e lo scambio d'informazioni. Vi sono basi legali molto diverse secondo i servizi. Inoltre, elementi essenziali, concernenti ad esempio lo scambio d'informazioni, sono disciplinati a livello d'istruzioni, uno strumento che pur facilitando modifiche rapide presenta una legittimazione politica troppo debole per questo settore delicato dal profilo della politica dello Stato. Secondo la Commissione, questa situazione non è soddisfacente e complica sia le attività di controllo dell'esecutivo, sia quelle dell'alta vigilanza parlamentare.

Per concludere, la Commissione ritiene, dopo aver esaminato diversi sistemi di controllo parlamentare dei servizi d'informazione, che il sistema svizzero raggiunga risultati soddisfacenti. La DCG è dotata di competenze sufficienti; provvede al controllo della legalità e al controllo finanziario delle attività dei servizi d'informazione conformemente al suo mandato. Benché la priorità venga ancora data al controllo della legalità, la DCG rivolge sempre più la sua attenzione ai controlli di qualità e di efficacia. La Commissione auspica che questa tendenza sia rafforzata. A tale scopo, la Delegazione deve essere dotata delle necessarie risorse.

3

Raccomandazioni della Commissione

3.1

Tratti fondamentali delle raccomandazioni

Con la sua decisione del 23 settembre 2003, il Consiglio nazionale ha incaricato la CPS-CN di esaminare la possibilità di rafforzare la posizione del coordinatore dei Servizi d'informazione, di rivalutare lo statuto della lista PRIOS, di intensificare il lavoro di relazioni pubbliche dei servizi d'informazione ed eventualmente di studiare la possibilità di istituire una commissione indipendente dei servizi d'informazione delle due Camere.

Con l'eccezione del controllo del Parlamento sui servizi d'informazione, la maggior parte delle questioni con le quali è stata confrontata la Commissione non sottostanno alla competenza del Parlamento. Il Parlamento può al massimo intervenire mediante raccomandazioni. Le osservazioni tratte dai lavori complementari hanno convinto la Commissione della necessità di rafforzare la direzione politica dei servizi d'informazione. Pertanto, vi propone tre misure: 1.

rafforzare la direzione politica e il controllo dei servizi d'informazione da parte della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza;

2.

introdurre basi legali armonizzate e unificate (legge quadro) per il settore dei servizi d'informazione in Svizzera;

3.

rafforzare la Delegazione delle Commissioni della gestione e chiarire le interfacce con le commissioni legislative.

La Commissione rinuncia invece a una raccomandazione specifica concernente l'intensificazione del lavoro di relazioni pubbliche dei servizi d'informazione, come raccomandava ancora al termine dei lavori della prima fase. Il Consiglio federale dovrebbe però prendere misure intese a migliorare l'informazione della popolazione,

3383

come è stato fatto mediante la recente pubblicazione di un opuscolo sui servizi d'informazione, la loro utilità e il loro funzionamento28.

Le tre misure proposte sono descritte dettagliatamente nei capitoli seguenti.

3.2

Potenziamento della direzione politica dei servizi d'informazione

Le competenze della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, dell'Organo direttivo in materia di sicurezza e del coordinatore dei Servizi d'informazione devono essere chiarite e rafforzate. Tale rafforzamento deve comprendere i seguenti aspetti:

28

­

politica globale dei servizi d'informazione: il Consiglio federale definisce una politica nazionale dei servizi d'informazione esplicita e globale, quale espressione di una cultura dell'informazione migliorata, stabilendo anche i bisogni in materia di informazione. Una direzione politica dei servizi d'informazione significa più di una semplice amministrazione degli stessi.

Questa politica chiarisce in particolare: ­ di quali informazioni di base concernenti quali rischi principali deve disporre il Consiglio federale, ­ quali sono gli sviluppi attuali in questi settori a rischio, ­ quali minacce concrete ne derivano e ­ quali sono di conseguenza le azioni da intraprendere in materia di ricerca d'informazione e di decisione politica;

­

pianificazione pluriennale: il Consiglio federale stabilisce, nell'ambito di una pianificazione pluriennale, le priorità della ricerca d'informazioni. Queste priorità tengono conto delle minacce rivolte al Paese, alla popolazione, alle infrastrutture, all'ambiente e all'economia. Questo va oltre il semplice allestimento di una lista delle priorità e deve permettere di rafforzare la direzione dei servizi d'informazione, conferendo loro mandati concreti e vincolanti. Queste priorità devono altresì riflettersi nei mezzi accordati agli organi d'acquisizione delle informazioni. In quest'ambito, la Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza deve poter impartire compiti interdipartimentali vincolanti;

­

pianificazione a breve termine/Lista PRIOS: la Commissione chiede una formulazione più precisa dei mandati legati alla lista PRIOS. Essa auspica anche un rafforzamento e uno sviluppo del nuovo strumento di condotta della cosiddetta «lista svedese»;

­

direzione politica dei servizi d'informazione: la Commissione si esprime a favore di una direzione politica dei servizi d'informazione più diretta e continuativa. Questo significa concretamente: ­ presidenza fissa per la Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, ­ questa presidenza dovrebbe essere assunta dal capo del DDPS, «I servizi d'informazione della Svizzera», opuscolo informativo del DDPS e del DFGP, 2004, 52 p.

3384

­

il coordinatore dei Servizi d'informazione dovrebbe assumere la funzione di capo di Stato maggiore della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza ed essere direttamente subordinato al suo presidente;

viene attribuito al coordinatore dei Servizi d'informazione un diritto di impartire istruzioni affinché egli possa adempiere la sua funzione di capo di Stato maggiore della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza; ­

direzione dell'Organo direttivo in materia di sicurezza: l'Organo direttivo in materia di sicurezza dev'essere d'ora in poi diretto dal coordinatore dei Servizi d'informazione. Egli è incaricato di attuare le decisioni prese dalla Giunta in materia di sicurezza riguardanti i servizi d'informazione. Il coordinatore riceve d'ufficio tutte le informazioni analizzate;

­

nessuna fusione fra l'acquisizione di informazioni interne ed estere: in particolare per rispettare il principio dello Stato di diritto, la Commissione ritiene che non sia opportuno riunire i settori d'acquisizione dell'informazione.

L'acquisizione dell'informazione all'interno del Paese si distingue da quella all'estero per quanto riguarda le basi legali, le misure autorizzate, le misure di controllo, il diritto di essere informato delle persone interessate e lo scambio d'informazioni con i servizi partner;

­

organizzazione dell'analisi delle informazioni: l'analisi può svolgersi sia all'interno di un servizio d'analisi integrato, sia in modo decentralizzato. La Commissione è del parere che le misure proposte, in particolare il rafforzamento della condotta dell'Organo direttivo in materia di sicurezza sotto la presidenza del coordinatore dei Servizi d'informazione che svolge la funzione di capo di Stato maggiore della Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza, contribuirà a migliorare in modo notevole il coordinamento dei servizi d'informazione. Pertanto, attualmente essa rinuncia a esigere l'istituzione di un servizio d'analisi integrato. Questo aspetto dovrà tuttavia essere seguito con attenzione nei prossimi anni;

­

Stato maggiore di crisi: secondo la Commissione, lo Stato maggiore di crisi, che dev'essere costituito secondo la decisione del Consiglio federale dell'8 settembre 2004, corrisponde in realtà a uno Stato maggiore d'impiego permanente e con questa funzione viene valutato positivamente. Esso ha l'incarico di organizzare la sicurezza in caso di eventi d'importanza nazionale che possono essere pianificati con anticipo ed è incaricato anche della gestione di eventi in caso di situazioni straordinarie (catastrofi naturali ecc.).

Infine, questo Stato maggiore è incaricato di garantire e organizzare il potenziamento;

­

addetto alla difesa: l'attuale sistema degli addetti alla difesa dev'essere rivalutato nella prospettiva di nuovi tipi di minacce.

La riorganizzazione della direzione della politica nazionale dei servizi d'informazione è di competenza del Consiglio federale. La Commissione raccomanda che il Parlamento faccia pressione al fine di ottenere un rafforzamento della direzione politica dei servizi d'informazione da parte dell'esecutivo. Data l'urgenza, la Commissione ritiene che sia necessario prendere rapidamente misure.

3385

3.3

Istituzione di basi legali armonizzate (legge quadro) per i servizi d'informazione

La Commissione propone di istituire basi legali armonizzate per disciplinare il sistema dei servizi d'informazione. Queste basi legali dovrebbero stabilire in particolare: ­

quali sono gli obiettivi delle attività dei servizi d'informazione;

­

con quali mezzi il sistema dei servizi d'informazione contribuisce ad aumentare la sicurezza del Paese, della sua popolazione, dell'ambiente e dell'infrastruttura; quali sono gli elementi principali di questo sistema; come è pianificata la ricerca delle informazioni; quali sono i meccanismi di ricerca delle informazioni; come sono analizzate le informazioni; secondo quali principi è disciplinata la collaborazione con i servizi partner; quali sono i meccanismi di controllo dei servizi d'informazione.

­ ­ ­ ­ ­ ­

Dovranno essere considerati i seguenti elementi: ­

informazioni che non sono accessibili al pubblico: i servizi di informazione raccolgono informazioni che gli altri servizi dell'amministrazione non sono in grado di acquisire, sia perché non ne hanno i mezzi, sia perché non sono autorizzati a farlo da una base legale. Le attività d'acquisizione di informazioni che entrano in conflitto con un diritto fondamentale o con il diritto di uno Stato terzo devono essere specificamente autorizzate da una base legale.

Simili attività sono autorizzate se sussiste un bisogno politicamente legittimato dall'esecutivo. Contemporaneamente occorre attivare un meccanismo di controllo dei principi di legalità e di proporzionalità;

­

collaborazione con servizi partner: la collaborazione e lo scambio di informazioni con i servizi partner devono essere approvati dalle autorità politiche e regolarmente controllati. I principi di questa collaborazione devono essere definiti a livello di legge;

­

meccanismi di controllo: i meccanismi di controllo devono permettere di controllare che i servizi d'informazione agiscano nella legalità, in modo proporzionale e conformemente al loro bilancio. Essi devono anche permettere di valutare il loro apporto concreto alla sicurezza del Paese. L'intensità delle attività di controllo deve corrispondere al potenziale di violazione dei diritti fondamentali del cittadino. Queste attività di controllo devono essere svolte da un organo interno all'amministrazione ma esterno ai servizi d'informazione. L'alta vigilanza dell'Assemblea federale potrà in tal modo dedicarsi soprattutto alle attività di alta vigilanza delle istanze di controllo. Le attività di controllo devono comprendere l'intero ciclo dell'informazione, compresa un'analisi del rendimento, della qualità e dell'efficienza.

La struttura proposta deve permettere di porre rimedio alle lacune osservate29 e di armonizzare le basi legali. Essa deve anche permettere una profonda discussione sulla struttura del sistema dei servizi d'informazione del nostro Paese.

29

Cfr. 2.1 e 2.2.

3386

La Commissione propone pertanto di adottare una mozione che chiede al Consiglio federale di istituire una base legale armonizzata per i servizi d' informazione della Svizzera. Questa legge quadro deve permettere di dare maggiore legittimità politica al sistema, rafforzarne la direzione politica, renderlo più efficace e permetterne un miglior controllo.

3.4

Rafforzamento dell'alta vigilanza parlamentare

La Commissione propone di lasciar cadere il suo progetto iniziale di istituire una commissione indipendente dei servizi d'informazione delle Commissioni della gestione che avrebbe sostituito l'attuale DCG. Essa sottopone invece tre proposte per rafforzare l'alta vigilanza parlamentare: ­

risorse: un rafforzamento delle attività della DCG richiede un aumento delle sue risorse. La DCG deve essere dotata di un proprio segretariato che potrà tuttavia essere integrato in quello delle Commissioni della gestione. Inoltre, la Delegazione deve essere dotata di un proprio budget che le garantisca un'autonomia nell'organizzazione del suo lavoro. La Commissione ritiene prioritario un rafforzamento dei mezzi della DCG. Se la direzione politica dei servizi d'informazione viene professionalizzata, i mezzi dell'alta vigilanza parlamentare devono essere aumentati in modo corrispondente;

­

interfacce: la Commissione propone anche di chiarire le interfacce con le commissioni legislative interessate, in particolare con le CPS, le cui conoscenze devono poter essere integrate nei lavori della DCG e con le Commissioni degli affari giuridici (CAG) che si occupano parimenti del settore della protezione dello Stato. Essa propone pertanto la possibilità per i presidenti delle commissioni legislative interessate di rivolgersi periodicamente alla DCG allo scopo di integrare i nuovi sviluppi materia di politica di sicurezza o di protezione dello Stato nelle riflessioni della Delegazione. Questo deve permettere di garantire l'efficacia delle attività di alta vigilanza integrandovi i lavori delle commissioni legislative. Nello stesso spirito, essa propone che i presidenti delle commissioni legislative interessate, CPS e CAG, in caso di bisogno possano essere tempestivamente informati dalla Delegazione su determinati aspetti del suo lavoro;

­

controllo di qualità e di efficacia: prendendo nota con soddisfazione che i lavori della DCG si orientano sempre più verso un controllo di qualità e di efficacia, la CPS-CN auspica che in futuro questo aspetto sia ancora rafforzato. Ciò richiede sia un aumento delle risorse, sia la possibilità per le Commissioni della gestione e le commissioni legislative interessate di affidare incarichi puntuali alla Delegazione. A tale scopo, sarà necessario elaborare in modo scientifico criteri, indicatori e «benchmark» adeguati. La Commissione ritiene auspicabile che il Centro di Ginevra per il controllo democratico delle forze armate (DCAF) riceva un mandato in questo senso.

In tal modo il controllo politico sarebbe rafforzato.

3387

La Commissione intende intervenire presso la Delegazione amministrativa dell'Assemblea federale affinché quest'ultima elabori, assieme alla DCG, una pianificazione delle risorse globali della DCG per i prossimi anni, accordandole i corrispondenti mezzi. Inoltre, propone di instaurare uno scambio regolare d'informazioni fra i presidenti delle commissioni legislative interessate e la DCG. La Commissione suggerisce anche di sostenere la DCG nel rafforzare le sue attività di controllo di qualità. Mandati di ricerca intesi a realizzare indicatori per un controlling politico potrebbero fornire un contributo in tal senso.

3388

Allegato 1

Mozione della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale 05.3001 n

Mo. CPS-CN (02.403) Istituzione di basi legali complete per i servizi d'informazione dell'11 gennaio 2005

Il Consiglio federale è incaricato di istituire nuove basi legali complete per disciplinare il sistema dei servizi d'informazione. Queste nuove basi legali dovrebbero in particolare stabilire: 1.

quali sono gli obiettivi delle attività dei servizi d'informazione;

2.

con quali mezzi il sistema dei servizi d'informazione contribuisce ad aumentare la sicurezza del Paese, della sua popolazione, dell'ambiente e dell'infrastruttura;

3.

quali sono i principali elementi di questo sistema;

4.

come viene pianificata la ricerca di informazioni;

5.

quali sono i meccanismi di ricerca delle informazioni;

6.

come sono analizzate le informazioni;

7.

secondo quali principi è disciplinata la collaborazione con i servizi partner;

8.

quali sono i meccanismi di controllo nel settore dei servizi d'informazione.

Motivazione Vedi rapporto della Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale dell'11 gennaio 2005.

3389

3390

supplente dell'Amministrazione federale delle finanze

Direttore

generale delle dogane

Direttore

tempestiva

Polizia giudiziaria federale

Ministero pubblico

Servizio informazioni delle Forze aeree

Gruppo di coordinamento Migrazione

Servizio d'analisi e di prevenzione

Servizio informazioni militare

Divisione della guerra elettronica

strategico

Servizio informazioni

Direttore DPS

Capo Ufficio federale di polizia

­ Analisi della situazione ­ Opzioni politiche

Organo direttivo in materia di sicurezza

Capo DFGP

Seco

Segretario di Stato

Capo DFE

· Rappresentanti della Protezione della popolazione · Delegato all'approvvigionamento economico del Paese · Direttore dell'Ufficio federale delle comunicazioni · Direttore dell'Ufficio federale dell'informatica e della telecomunicazione · Direttore dell'Ufficio federale della sanità pubblica: secondo istruzioni · Capo CPSI · Capo del Servizio federale di sicurezza / DFGP

Organo direttivo: membri non permanenti:

prospettiva

Centro d'analisi e di

Segretario di Stato

Consiglio federale

Portavoce del

Capo DFAE

Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza

Capo DDPS

Capo dell'esercito

Coordinatore dei Servizi d'informazione Ufficio per l'analisi e la detezione

Capo DFF

Il sistema dei servizi d'informazione

Allegato 2