N° 22

FOGLIO

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FEDERALE

Anno XXXIX Berna, 31 maggio 1956. Volume I Si pubblica di regola una volta la settimana. Abbonamento: anno fr. 11.--; seme» stre fr. 6.50, con allegata la RaoooUa delle leggi federali. -- Rivolgersi alla Tipografia Orassi e Co S. A., a Bellinzona (Telefono 5 18 71) - Conto chèques postali XI 690.

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MESSAGGIO del

Consiglio federale all'Assemblea federale concernente l'approva¬ zione della convenzione tra la Svizzera e l'Italia relativa alla regolazione del lago di Lugano, come pure l'assegnazione di un sussidio al Cantone Ticino (Del 25 maggio 1956)

Onorevoli Signori Presidente e Consiglieri, Il problema della regolazione del Lago di Lugano è stato oggetto, per pili lustri, di molteplici discussioni e negoziati fra la Svizzera e l'Italia.

In particolare, sono stati studiati i mezzi idonei a impedire che le piene intermittenti del lago costituiscano una continua minaccia e siano sovente cagione di serie inquietudini per le popolazioni rivierasche.

Dopo le catastrofiche inondazioni del 1951, i due Paesi intensifica¬ rono gli sforzi per trovare una soluzione e, il 17 settembre 1955, è stato possibile addivenire alla firma di una convenzione.

Con lettera del 26 giugno 1953, il Consiglio di Stato della Repubblica e Cantone del Ticino chiedeva al Consiglio federale un sussidio per tali lavori.

Ci onoriamo di sottoporvi, con il presente messaggio, un disegno di decreto federale che approva la convenzione del 17 settembre 1955 e 1 assegnazione di un sussidio al Cantone Ticino.

Foglio Federale, 1956.

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418 I. Considerazioni generali La superficie del Iago dì Lugano è di 50 km2, di cui il 63 per cento in territorio svizzero e il 37 per cento in territorio italiano. Alimentato da un bacino imbrifero 12 volte più grande, esso ha un solo emissario, il fiu¬ me Tresa. Questo forma da prima, per 7,5 km, il confine tra l'Italia e la Svizzera, indi scorre completamente in territorio italiano, dove alimenta il laghetto d'accumulazione dell'impianto idroelettrico di Creva, e, in fine, si getta nel lago Maggiore, nei pressi di Luino. Il suo intero percorso è di 13,5 km, con un dislivello di 77 m.

Un bacino naturale come quello del Ceresio, la cui capacità di rite¬ nuta è rilevante, doveva necessariamente attirare l'attenzione sulle possi¬ bilità di sfruttare le forze idriche del suo emissario. Se non che, nei pro¬ getti di regolazione connessi con l'utilizzazione idroelettrica del fiume Tresa, i rivieraschi scorgevano un certo pericolo, dato che non sempre gli interessi di quella possono confarsi con gli interessi di questa. Consi¬ derato che le limitazioni della quota d'invaso, in tale caso necessarie, non avrebbero consentito uno sfruttamento sufficientemente redditizio dell'emis¬ sario, si è rinunciato a un siffatto disegno. La convenzione conchiusa tra i due Paesi si limita, pertanto, a prevedere un progetto di regolazione dei livelli del lago senza sfruttamento idroelettrico.

II. Regime del lago e scopi della regolazione Il regime del lago è caratterizzato generalmente da due periodi di magra, l'uno invernale e l'altro estivo, quest'ultimo meno pronunciato del primo, interrotti dalle piene primaverili ed autunnali. I livelli caratteri¬ stici del lago e le corrispondenti portate della Tresa, sono i seguenti: livello massimo (1896) 273,06 portata delta Tresa 210 m3/sec.

livello medio (1904-1944) 270,53 » » » 26 » livello minimo (1922) 269,88 » » » 3 » piena del 1951 272,89 » » » 195 » con una differenza, tra i fiveiii estremi, di 3,tS m.

Risulta da un'inchiesta fatta presso i comuni rivieraschi che, dopo la regolazione, la quota 271,40 all'incirca non dovrebbe essere sorpassata in tempi di piena. A farne persuasi dell'urgenza e della necessità della regolazione, basterebbe considerare, rispetto a tale quota, le curve dei livelli degli scorsi anni.

Scopo principale è dunque di abbassare efficacemente
i livelli di piena. Tuttavia, ne pongono un Untile le condizioni esistenti lungo la Tresa, particolarmente quelle della pianura di Voldomino nel corso infe¬ riore del fiume. Un successivo abbassamento del livello delle piene la¬ cuali cagionerebbe infatti un tale aumento di portata dell'emissario da

419 recar danno alle popolazioni della valle e all'alveo stesso. Devesi parimente tener conto dei bisogni dell'edilizia, del turismo, dell'agricoltura, dell'igie¬ ne, della navigazione e della pesca.

È quindi ovvio che il problema non possa essere risolto unilateral¬ mente, a vantaggio di alcuni e a scapito di altri, ma richieda una solu¬ zione di compromesso, la quale tenga conto di tutti gli interessi secondo la loro importanza ed entità.

III. Regolamento di regolazione e suoi effetti Da quanto, dianzi, è stato brevemente esposto, risulta come fosse in¬ dispensabile stabilire un ordinamento chiaro e preciso, la cui applicazione non desse punto luogo a divergenze. Questo è possibile mediante le così dette « linee di regolazione », che prescrivono esattamente al guardiano dello sbarramento, per ogni livello del pelo d'acqua del lago e in ogni momento, le portate delle quali deve essere curato l'efflusso. Gli studi particolari eseguiti dal Servizio federale delle acque hanno condotto a un regolamento definitivo in data dell'agosto 1953. È possibile valutarne l'effetto, calcolando i livelli del pelo d'acqua per alcuni degli scorsi anni, come se, già in quel tempo, il lago fosse regolato.

Tolte le due piene eccezionali del 1896 e del 1951, abbassate dalla quota 273,06 a 272,24 la prima e dalla quota 272,89 a 272,00 la seconda, tutte le altre piene esaminate sono inferiori alla quota 271,78 (altezza della piattaforma del pontile d'approdo di Lugano: 271,85). La piena au¬ tunnale del 1928, che fu la massima del periodo 1900-1950, sarebbe stata ridotta alla quota 271,55, «he in tempi di piena e per un breve lasso dì tempo può essere accettabile anche per i comuni più colpiti. La regolazione non solo abbassa i livelli elevati ma ne abbrevia anche notevolmewte la durata.

I livelli di magra invernale saranno un poco più bassi che non nel presente regime naturale, il che potrà agevolare i lavori di costruzione.

Saranno, per contro, notevolmente più alti i livelli di magra estivi, a van¬ taggio della stagione turistica-balneare e della pesca. Il livello medio an¬ nuale non sarebbe modificalo dalla regolazione.

La portata massima della Tresa di 210 m8/sec. del 1896 e la portata di 195 m8/sec. del 1951, sarebbero ridotte a 190 m8/sec. Le altre punte di piena risulterebbero invece accresciute ma rimarrebbero
sempre inferiori al limite di 190 m8/sec.

IY. Opere necessarie per la regolazione Abbiamo già esaminato la necessità di aumentare le capacità di de¬ flusso dell'emissario al fine di diminuire la ritenuta del bacino lacuale in periodi di piena. All'uopo, sarà indispensabile approfondire e allargare

420 il letto della Tresa all'uscita del lago. La correzione del fiume, prevista su un tratto di 1,4 km, permette il massimo efflusso, a Ponte Tresa, anche per i livelli di piena del lago abbassati dalla regolazione. La larghezza del fondo, la cui stabilità è garantita da uno strato di pietrame, è di 38 m, la pendenza delle sponde di 2:3. La parte inferiore di queste è protetta da una massicciata a secco, mentre la parte superiore è ricoperta da zolle erbose.

Sarà inoltre necessario costruire, a Ponte Tresa, uno sbarramento che consenta di limitare la portata a un massimo di 190 m3/sec., d'impedire che il lago abbassi eccessivamente in tempi di magra, e, in generale, di regolare le portate dell'emissario secondo l'ordinamento prestabilito. È prevista una diga a tetto, a circa 350 m a valle del ponte di Ponte Tresa, con tre aperture di 14,50 m di luce ciascuna. Questo tipo di sbarramento è specialmente indicato nel caso presente in cui la differenza di livello relativamente piccola, ha il grande vantaggio di non guastare le bellezze del paesaggio attuale, di trasmettere uniformemente le pressioni sul ter¬ reno di fondazione, costituito da ghiaia, e di agevolare, con le sue ventole inclinate, la migrazione dei pesci verso valle.

Sarà parimente necessario ricostruire l'attuale ponte-strada di Ponte Tresa, poiché le sue pile provocano un rigurgito considerevole e le sue fondazioni, le quali dovrebbero essere consolidate a cagione dei lavori di spuTgo del fiume, richiederebbero spese rilevanti. Siccome, in pari tempo, si vorrebbe migliorare le condizioni del traffico, le quali al presente sono difficili in questo punto, il Cantone Ticino risolverà tale problema separa¬ tamente, d'accordo con l'Italia. Le spese per questa trasformazione non sono pertanto comprese in quelle della regolazione.

Per quanto concerne la trasformazione della diga lacuale tra Melide e Bissone, allo scopo d'allargare la strada e di posarvi un secondo binario ferroviario, sono state previste sufficienti aperture per la navigazione e lo scolo delle acque dall'uno all'altro bacino. L'opera di regolazione non parteciperà alle spese di tale trasformazione.

Occorrerà inoltre correggere lo stretto di Lavena, poiché, nelle con¬ dizioni in cui trovasi al presente, l'abbassamento dei livelli di piena ca¬ gionerebbe una riduzione
inammissibile delle sezioni di deflusso. Per non guastare la bellezza di quelle rive, questa correzione deve consistere prin¬ cipalmente in un abbassamento del fondale. La sezione normale proget¬ tata migliorerà notevolmente le presenti condizioni di deflusso e permet¬ terà la navigazione qualunque fosse il livello del pelo d'acqua.

La spesa complessiva per i lavori (progetto del settembre 1951), cal¬ colata rispetto ai prezzi correnti alla fine del 1950, può essere riassunta come segue:

421 Acquisto dei terreni ed eventuali indennità fr.

35 000.-- Correzione del fiume Tresa » 1 462 000.-- Sbarramento di regolazione » 953 000.-- Correzione dello stretto di Lavena » 623 000.-- Spese diverse ed imprevisti, progetto e direzione dei lavori » 657 000.-- Spesa complessiva, non compresa l'imposta sulla ci¬ fra d'affari fr. 3 730 000.-- Allo scopo di tenere conto del rincaro sopraggiunto dopo il calcolo dei preventivi nel 1950, questo importo è stato arrotondato a 4 milioni di franchi.

I lavori dureranno due anni e mezzo.

V. La convenzione tra la Svizzera e l'Italia La convenzione del 17 settembre 1955, allegata al presente messaggio, prevede in particolare quanto segue.

La regolazione del lago di Lugano sarà eseguita conformemente al progetto del settembre 1951 ed al regolamento dell'agosto 1953.

L'esecuzione dei lavori spetterà al Cantone Ticino, con riserva delle competenze della Commissione mista di sorveglianza (vedi più oltre).

Il costo complessivo dei lavori sarà assunto interamente dalla Sviz¬ zera. L'Italia, infatti, non è particolarmente interessata agli effetti prodotti sulle rive del lago dalla regolazione. D'altra parte, dato che, dopo la re¬ golazione, le piene della Tresa saranno più frequenti e di maggiore durata, 1' Italia dovrà eseguire a suo carico le opere di consolidamento delle sponde del fiume e di protezione dei terreni adiacenti, a valle della tratta cor¬ retta e particolarmente nella regione di Luino. In questi oneri è natural¬ mente compresa la tacitazione di eventuali danni che fossero cagionati in territorio italiano dalla regolazione del lago.

La commissione mista di sorveglianza sarà composta di 3 membri no¬ minati dal Consiglio federale e di 3 membri nominati dal Governo della Repubblica italiana.

L'esercizio dello sbarramento, come anche le spese della sua manuten¬ zione sarà assunto dalla Svizzera. La manutenzione del canale e delle rive dello stretto di Lavena e della Tresa saranno invece a carico dei due Paesi, ciascuno per il suo territorio.

422 Tl. Sussidio federale Nella determinazione del sussidio federale, il Cantone Ticino invita le competenti autorità federali a tener conto delle seguenti considerazioni: a. La condizione economica del Cantone è tale da giustificare il sus¬ sidio massimo che la Confederazione possa stanziare per siffatte opere.

b. Contrariamente a quanto avviene per altre regolazioni lacuali che interessano più Cantoni, il Cantone Ticino, a prescindere dal sussidio federale, è solo, da parte svizzera, a sopportare la spesa.

c. L'Italia non contribuisce alla spesa di regolazione vera e propria.

Osserviamo che il Cantone si assume le spese di manutenzione e di servizio dello sbarramento, le quali sono calcolate 20 000 franchi annui all'incirca.

Per questi motivi, il Cantone crede di poter contare su un sussidio paii al 50 per cento del costo della regolazione. La domanda ci sembra equa e giustificata dalle circostanze; vi proponiamo pertanto di volerla ac¬ cettare. Stimiamo inoltre opportuno che sia data facoltà al Consiglio fede¬ rale di concedere parimente un sussidio del 50 per cento per le spese sup¬ pletive che fossero cagionate da un successivo aumento dei prezzi di co¬ struzione.

Fondandoci su quanto precede, abbiamo l'onore di sottoporvi il di¬ segno di decreto qui allegato e di raccomandarvi d'approvarlo.

Gradite, onorevoli signori Presidente e Consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

Berna, 25 maggio 1956.

In nome del Consiglio federale svizzero» Il Presidente della Confederazione: Feldmann.

Il Cancelliere della Confederazione: Ch. Os*r.

Schweizerisches Bundesarchiv, Digitale Amtsdruckschriften Archives fédérales suisses, Publications officielles numérisées Archivio federale svizzero, Pubblicazioni ufficiali digitali

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