Rapporto della Commissione della gestione del Consiglio degli Stati in merito alle misure prese dal DATEC per i fatti verificatisi al vertice della direzione generale della Posta (periodo fra la fine del 1997 e l'inizio del 1998) del 21 giugno 1999

1999-4825

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Rapporto 1

Introduzione

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Situazione iniziale

Nel 1998 la Commissione della gestione del Consiglio degli Stati (CdG-CSt) si è occupata dei fatti verificatisi al vertice della direzione generale della Posta dalla fine del 1997 all'inizio del 1998. Tali eventi hanno indotto Jean-Noël Rey, direttore generale della Posta, a rinunciare alla sua candidatura per la funzione di presidente della direzione della nuova Posta e a disdire il suo rapporto di servizio con la Confederazione per la fine del giugno 1998. Il 25 maggio 1998 la Commissione ha parlato con il capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), Consigliere federale Moritz Leuenberger, che fino alla fine del 1997 era l'autorità di vigilanza dell'azienda delle PTT.

Numerosi interventi parlamentari erano pure dedicati a tali avvenimenti: interpellanza Columberg del 2 marzo 1998 (98.3058): Direzione della Posta. Strani episodi; interpellanza del gruppo socialista del 3 marzo 1998 (98.3065): Caso Haymoz ­ politica del personale nelle regie federali; interrogazione Steinemann del 9 marzo 1998 (98.5001): Affari e favoritismo. Fin dove potrà andare Jean-Noël Rey? Interrogazione ordinaria Schmid Odilo del 16 marzo 1998 (98.1025): Direzione generale della Posta; interrogazione ordinaria Pini del 18 marzo 1998 (98.1028): Cosa succede negli alti ranghi della direzione generale della Posta?

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Scopo dell'ispezione

Dopo il colloquio con il Consigliere federale Leuenberger la Commissione ha incaricato la sezione «Prestazioni» di effettuare un'ispezione sul ruolo svolto dal DATEC nella presente questione.

L'ispezione aveva lo scopo di a.

determinare come il Dipartimento abbia adempito il proprio obbligo di vigilanza sugli organi dirigenti della Posta per ciò che concerne gli avvenimenti verificatisi ai vertici della direzione generale della stessa;

b.

valutare i provvedimenti presi.

La Commissione della gestione ha inteso valutare il comportamento del DATEC dal punto di vista politico, al fine di trarne i necessari insegnamenti per il futuro.

La Commissione non è né un organo giudiziario né un'autorità amministrativa. In tal senso non è suo compito prendere o prescrivere provvedimenti amministrativi, disciplinari, penali o civili. Eventualmente ciò è di competenza delle autorità amministrative e degli organi giudiziari e spetta a questi ultimi - se del caso, istruire i relativi procedimenti.

Allo stesso modo la Commissione non intende prendere posizione sul comportamento del signor Rey e sulla fondatezza delle accuse rivolte all'ex-direttore generale della Posta, dato che nella Confederazione l'alta vigilanza parlamentare si limita al settore di responsabilità del Consiglio federale.

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Procedura

La sezione «Prestazioni» comprendeva le persone seguenti: Consiglieri agli Stati Bruno Frick (presidente), Peter Bieri (pure presidente della CdG-CSt), Peter-Josef Schallberger e Hans Uhlmann. La sezione si è dedicata ad un esame e una valutazione approfonditi di tutti gli elementi della vasta documentazione di questo dossier.

La sezione ha avuto a disposizione tutte le perizie legali ordinate dalla Posta o dal Dipartimento, nonché l'incarto dell'inchiesta interna effettuata dal consiglio d'amministrazione della Posta. Inoltre la sezione ha ascoltato il segretario generale supplente e capo del servizio giuridico del DATEC, Rolf Lüthi. Dato che i fatti erano noti, la sezione non ha eseguito indagini supplementari. In totale la sezione ha tenuto sette riunioni di lavoro.

Al termine dei lavori il DATEC ha ricevuto una versione provvisoria del rapporto per una presa di posizione. La sezione ha discusso il parere espresso dal DATEC con il capo del Dipartimento stesso, Consigliere federale Moritz Leuenberger, e il capo del servizio giuridico. Per quanto possibile e opportuno le osservazioni formulate sono state prese in considerazione nella stesura definitiva del rapporto.

Il presente rapporto è stato approvato dalla Commissione della gestione il 21 giugno 1999, che ne ha autorizzato la pubblicazione.

2

Constatazione e valutazione

Dall'analisi dei fatti di rilievo emergono tre casi differenti, che vanno esaminati separatamente:

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Pagamento di un'indennità di uscita a Urs A. Haymoz

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Cronologia degli avvenimenti principali

­

Il 19 settembre 1997 il consiglio d'amministrazione dell'azienda delle PTT (in seguito detto CA PTT) nomina Urs A. Haymoz direttore generale supplente della Posta (responsabile dell'unità aziendale «Rete postale e vendita») per il 1° gennaio 1998. Dal 1° gennaio 1986 al 31 dicembre 1997, il signor Haymoz aveva partecipato, quale Consigliere indipendente, al progetto «Change Post». Il signor Haymoz dovrebbe essere assunto mediante contratto di lavoro ai sensi del Codice delle obbligazioni (CO). La nomina del signor Haymoz viene confermata formalmente con lettera del 1° ottobre 1997.

­

Il giornale Sonntagszeitung pubblica in data 12 ottobre 1997 un articolo in cui afferma che la procura pubblica di Halle/Saale (Germania) sta indagando sul signor Haymoz, sospettato di avere «svuotato» una fabbrica della Germania orientale.

­

Nel corso della riunione del 16 ottobre 1997 il CA PTT decide di procedere a degli accertamenti nel caso Haymoz. Dopo la riunione viene concordata la risoluzione del contratto di impiego fra il signor Haymoz, da una parte, e Bernard Schneider, presidente del CA PTT, e Jean-Noël Rey, direttore generale della Posta, dall'altra. Si tratta di risolvere al più presto il contratto di 7705

lavoro con il signor Haymoz, senza attendere il risultato degli accertamenti ordinati dal CA PTT. Fra i signori Haymoz e Schneider viene concordata una dichiarazione di rinuncia. Anche il signor Rey sottoscrive tale dichiarazione di rinuncia.

­

Il 21 ottobre 1997 il Consigliere federale Leuenberger, capo del DATEC, chiede informazioni più dettagliate sul caso Haymoz.

­

Il 4 dicembre 1997 il capo del DATEC dichiara ai signori Schneider e Rey di non essere d'accordo con il pagamento di un'indennità di uscita. Chiede la restituzione dell'indennità.

­

Il 18 dicembre 1997 i signori Schneider e Rey, in una lettera al Consigliere federale Leuenberger, affermano: «L'eventualità che in data attualmente impossibile da stabilire [il signor Haymoz] potesse essere condannato da un tribunale penale tedesco avrebbe gravato per un periodo indeterminato sui rapporti fra l'impresa, il signor Haymoz, il personale e la clientela. Non si sarebbe più potuta garantire la calma necessaria per il potenziamento dell'unità aziendale Rete postale e vendita, particolarmente importante per la Posta».

Alla richiesta di Leuenberger del 4 dicembre 1997 di chiedere la restituzione dell'indennità di uscita pagata al signor Haymoz viene risposto nel modo seguente: «Con le nostre spiegazioni speriamo di avere mostrato come non vi sia alcun titolo legale per chiedere la restituzione del pagamento».

1

­

La nuova legge federale sull'organizzazione dell'azienda delle poste della Confederazione (Legge sull'organizzazione delle poste, LOP) del 30 aprile 19971 entra in vigore il 1° gennaio 1998. Il nuovo consiglio d'amministrazione della Posta (in seguito detto CA POSTA) assume la carica, sotto la presidenza di Gerhard W. Fischer.

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Il 12 gennaio 1998 il Consigliere federale Leuenberger critica l'indennità di uscita pagata al signor Haymoz in una lettera ufficiale inviata ai signori Schneider e Rey: «In base al Codice delle obbligazioni non si sarebbero dovuti adempiere gli obblighi nei confronti del signor Haymoz». A questo proposito constata che il comportamento adottato dai signori Schneider e Rey nello stipulare l'accordo con il signor Haymoz è difficilmente comprensibile.

-

Il 20 febbraio 1998 il signor Rey comunica alla stampa che il signor Haymoz ha ricevuto un'indennità di uscita di Fr. 277 268.­ «a saldo di tutte le pretese». Inoltre informa che il Prof. Dr. Frank Vischer, Basilea, è stato incaricato di esaminare la procedura seguita per la disdetta del contratto e di redigere una perizia a tale riguardo.

­

Il 27 febbraio 1998 ha luogo un colloquio fra i Consiglieri federali Leuenberger e Villiger, capo del Dipartimento federale delle finanze (DFF), nonché Gerhard W. Fischer, Schneider e Rey.

­

Il 9 marzo 1998 il Prof. Dr. Vischer consegna la propria perizia al CA PTT.

In tale perizia egli giunge alla conclusione che il signor Haymoz non aveva diritto ad un'indennità, ma che non sussiste più nessun mezzo legale per chiedere la restituzione dell'importo pagato. In merito alla responsabilità del RS 783.1

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signor Rey egli constata: «In base agli atti non è possibile valutare la responsabilità del signor Rey per le prestazioni erogate in seguito alla rinuncia».

­

Il 12 marzo 1998 il signor Rey comunica al CA POSTA di non volersi mettere a disposizione per l'imminente nomina del presidente della direzione della Posta. Il signor Rey disdice il proprio rapporto di lavoro con la Confederazione per il 30 giugno 1998.

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In un parere complementare del 16 marzo 1998 il Prof. Dr. Vischer, per mandato del CA PTT, esamina la possibilità di chiedere la restituzione degli importi versati al signor Haymoz. Secondo lui le speranze sono poche: se testimoni indipendenti potessero confermare che al momento della sua nomina il signor Haymoz sapeva di essere indagato, la richiesta della restituzione non apparirebbe a priori come senza speranza.

­

Il CA PTT si riunisce per l'ultima volta il 18 marzo 1998. Prende atto della perizia legale del Prof. Dr. Vischer di data 9 marzo 1998 e del parere complementare del 16 marzo 1998. Il CA PTT raccomanda al proprio successore, il CA POSTA, di esaminare le possibilità e le prospettive di una richiesta di restituzione dell'indennità pagata al signor Haymoz.

­

Nella sua riunione del 26 maggio 1998 il CA POSTA rinuncia ad intentare un'azione di restituzione nei confronti del signor Haymoz, al fine di evitare un annoso processo di esito incerto, che pregiudicherebbe l'immagine della Posta e susciterebbe inquietudine fra il personale.

­

Il 30 giugno 1998 il signor Rey affida al suo successore la responsabilità di direttore generale della Posta e lascia la Confederazione.

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Aspetti legali

I fatti concernenti il caso Haymoz si sono verificati esclusivamente nell'anno 1997, ossia quando la Posta faceva ancora parte dell'Amministrazione federale. Nel presente caso è quindi applicabile la vecchia legge sull'organizzazione delle Poste. In base alla legge sull'organizzazione delle PTT del 6 ottobre 1960 (LO-PTT)2 il Consiglio federale esercita l'alta vigilanza sulla direzione e le finanze delle aziende delle PTT (art. 14 cpv. 1 LO-PTT). In base all'articolo 15 è innanzi tutto compito del DATEC esercitare i poteri e i diritti di vigilanza delegatigli dal Consiglio federale.

Inoltre ai sensi delle disposizioni del regolamento dei funzionari (2) del 15 marzo 19933 il DATEC è l'autorità disciplinare di prima istanza per il direttore generale della Posta (art. 34 cpv. 2 RF 2), se questi ha lo stato di funzionario.

2

3

[RU 1961 17, 1970 706 1619 art. 1, 1977 2117, 1979 114 art. 68 679, 1992 288 allegato cifra 31 581 allegato cifra 3, 1995 3680 cifra II 4 5489 cifra II; RS 170.512 art. 17 cifra 4, 173.51 allegato cifra 16].

RS 172.221.102

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213

Valutazione dei provvedimenti presi dal DATEC

213.1

In generale

Non appena giunto a conoscenza della situazione, il Dipartimento ha preso ripetutamente contatto con le aziende PTT, per chiedere chiarimenti e criticare le misure prese. Ciò si evince dai diversi interventi, fra i quali soprattutto il 21 ottobre 1997, il 4 dicembre 1997 e il 12 gennaio 1998, nonché dal colloquio del 27 febbraio 1998 fra i signori Schneider, Fischer e Rey da una parte e i Consiglieri federali Leuenberger e Villiger dall'altra. Inoltre va sottolineato che, malgrado l'evidente reticenza della Posta a fornire i dati necessari, il Dipartimento si è sforzato attivamente di ottenere informazioni. In tal modo ha dimostrato la decisione dovuta e fatto valere gli interessi della Confederazione. Sono stati presi provvedimenti per evitare il ripetersi di tali situazioni in futuro.

Sulla base dei fatti e dei propri lavori la Commissione è del parere che nel caso Haymoz il DATEC ha svolto correttamente la sua funzione di vigilanza sugli organi dirigenti della Posta. È intervenuto immediatamente presso i responsabili per censurare il loro comportamento e chiedere la restituzione dell'indennità concessa al signor Haymoz. Il DATEC ha preso tempestivamente misure adeguate, occupandosi direttamente della questione.

In merito alla questione particolare dell'inchiesta amministrativa e del procedimento disciplinare la Commissione esprime il parere seguente:

213.2

La questione dell'inchiesta amministrativa

Per definizione l'inchiesta amministrativa è un procedimento inerente alla sorveglianza sul servizio4. Lo scopo è chiarire se si siano verificati dei fatti che nel pubblico interesse esigono un intervento d'ufficio. L'inchiesta amministrativa è soltanto uno strumento sussidiario. Non è diretta contro determinate persone. Se sussistono elementi sufficienti per concludere che i fatti da chiarire sono dovuti ad una violazione dei doveri di servizio, si deve ordinare un procedimento disciplinare e non un'inchiesta amministrativa.

Come ha comunicato il DATEC, l'inchiesta amministrativa non è stata avviata per il motivo seguente, che ben presto è divenuto palese (e più avanti è stato confermato anche dalla prima perizia del Prof. Dr. Vischer): il pagamento dell'indennità di uscita al signor Haymoz è stato deciso esclusivamente dai signori Schneider e Rey.

Dato che la situazione e le responsabilità personali erano note, non si giustificava un'inchiesta amministrativa.

La decisione del DATEC di non avviare un'inchiesta amministrativa nel caso Haymoz è plausibile e non viene criticata in alcun modo dalla Commissione.

4

Direttive del Consiglio federale del 18 novembre 1981 sulle inchieste amministrative, FF 1981 III 1014.

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213.3

La questione del procedimento disciplinare

In base all'articolo 30 capoverso 1 dell'ordinamento dei funzionari (OF)5 «contro i funzionari che intenzionalmente o per negligenza mancano ai loro doveri di servizio possono essere prese misure disciplinari». Le misure disciplinari vanno dall'ammonizione al collocamento in posizione provvisoria, fino al licenziamento disciplinare (art. 31 cpv. 1 OF). L'autorità disciplinare competente decide l'istruzione di un procedimento disciplinare. A differenza del diritto penale, dove vale il principio della legalità dell'azione penale, il diritto disciplinare si basa sul principio dell'opportunità: un funzionario che viene meno ai propri doveri di servizio può, ma non deve necessariamente essere punito. Questo sistema si spiega con lo scopo del diritto disciplinare di mantenere l'ordine nell'amministrazione. Il diritto disciplinare ha lo scopo di indurre il funzionario ad assumere un comportamento corretto per il futuro.

Di conseguenza fa parte dell'ordinamento amministrativo interno e rappresenta uno dei vari strumenti per garantire il regolare funzionamento dell'apparato amministrativo. In termini di tempo la responsabilità disciplinare si limita alla durata del rapporto di servizio: se un funzionario lascia la Confederazione, con la cessazione del rapporto di servizio vengono a mancare ipso iure i presupposti per un'azione disciplinare.

Nell'ottica dell'applicazione dei poteri disciplinari il caso dell'ex-presidente del consiglio d'amministrazione Schneider va distinto da quello dell'ex-direttore generale della Posta Rey.

Fino al giorno in cui ha lasciato la Posta, il 31 dicembre 1997, il signor Schneider sottostava alle norme disciplinari della Confederazione, in virtù del suo rapporto di servizio. La situazione è però cambiata dal 1° gennaio 1998: se il DATEC avesse voluto avviare nel 1997 un procedimento disciplinare nei confronti del signor Schneider, il 31 dicembre 1997 avrebbe dovuto archiviare l'inchiesta. Per l'exdirettore generale Rey un'inchiesta amministrativa sarebbe stata pensabile fino alla fine di giugno 1998, il giorno in cui ha lasciato il servizio della Confederazione.

In altre parole un procedimento disciplinare nei confronti dei due protagonisti del caso «indennità Haymoz« sarebbe stato possibile fino alla fine del 1997. A partire dal 1° gennaio 1998 avrebbe potuto essere deciso
soltanto nei confronti dell'exdirettore generale della Posta, Rey.

Per ragioni di opportunità e di parità di trattamento il DATEC ha rinunciato ad aprire un procedimento disciplinare. Nell'applicazione delle norme disciplinari l'Amministrazione dispone di un grande potere discrezionale. Essa decide liberamente in merito all'opportunità di tali inchieste. Nel caso Haymoz il Dipartimento ha rinunciato ad avviare un procedimento disciplinare, perché in base alla sua opinione l'ammonizione con lettera del 12 gennaio 1998 avrebbe dovuto essere sufficiente per evitare il ripetersi di tali casi in futuro. Inoltre il decorso degli eventi non avrebbe praticamente consentito di aprire un'inchiesta prima del gennaio 1998. In tal modo il signor Schneider sarebbe stato escluso fin dal principio e l'inchiesta sarebbe stata diretta esclusivamente contro il signor Rey. Una tale situazione rappresentava un'evidente disparità di trattamento.

Oltre che per i motivi suesposti, l'inchiesta amministrativa non si imponeva, perché a quel tempo non si sapeva con certezza se erano stati violati dei doveri di servizio:

5

Ordinamento dei funzionari del 30 giugno 1927 (OF), RS 172.221.10.

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la valutazione giuridicamente incorretta di una situazione non implica necessariamente una violazione dei doveri di servizio.

La Commissione può comprendere la decisione del DATEC di non avviare un procedimento disciplinare nel caso Haymoz. Si limita a constatare che nel presente caso il Dipartimento ha agito entro i limiti del potere discrezionale a norma di legge.

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Comportamento dell'ex-direttore generale della Posta in materia di condotta

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6

Cronologia degli avvenimenti principali

­

Immediatamente dopo il caso Haymoz, nel febbraio 1998 la stampa muove diverse accuse nei confronti del direttore generale della Posta, Rey6. A Rey si rimproverano principalmente nepotismo e favoritismi. Si sostiene che Rey avrebbe trasformato la Posta in una specie di azienda familiare. Vengono pure criticati certi viaggi del signor Rey e della sua compagna, Bettina Ramseier, in Cina, Cuba e Giappone.

­

Il 27 febbraio 1998 il CA POSTA, d'accordo con il signor Rey e previa consultazione del DATEC, avvia un'inchiesta interna, con lo scopo di accertare le violazioni dei doveri di servizio di cui veniva accusato il direttore generale della Posta.

­

Il 3 marzo 1998 l'avvocato del signor Rey chiede al Consiglio federale un'inchiesta amministrativa, al fine di chiarire i rimproveri mossi al suo mandante. Il DATEC comunica il giorno stesso che in merito si deciderà solo dopo che saranno noti gli accertamenti effettuati dal CA POSTA; questo non da ultimo per evitare lavori paralleli.

­

L'11 marzo 1998 sono disponibili i risultati degli accertamenti del CA POSTA. Essi constano dei rapporti parziali della revisione interna della Posta su ditte di consulenza esterne attive per la Posta e sulle assunzioni concernenti la cerchia intorno alla persona del signor Rey, nonché di due rapporti della società di revisione KPMG sull'affiliata Telepost AG/Crea Post Consulting AG e su un mutuo concesso dalla Posta ad un avvocato bernese.

Fra l'altro, dagli accertamenti risulta quanto segue: 1. Le assunzioni dei due figli del signor Rey alla direzione di circondario postale di Berna e alla direzione generale PTT/Posta non erano state effettuate dietro insistenza del direttore generale Rey.

2. L'assunzione della signora Ramseier alla società Crea Post Consulting AG era stata regolare. Malgrado le perplessità del servizio giuridico della Posta, nel contratto d'impiego le era stata concessa una garanzia di occupazione. Nel rapporto si può leggere: «Generalmente tali garanzie vengono fornite soltanto ai collaboratori che dalla Posta vengono trasferiti a società affiliate».

V. p.es. La Liberté, 21.2.1998; Journal de Genève, 21.2.1998; Berner Zeitung, 21.2.1998; Basler Zeitung, 21.2.1998; SonntagsBlick, 22.2.1998; SonntagsZeitung, 22.2.1998; Die Weltwoche, 26.2.1998; SonntagsZeitung, 1.3.1998, ecc.).

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3.

4.

5.

L'assunzione della sorella della signora Ramseier è avvenuta «dietro leggera pressione dall'alto. Nel quadro di Change Posta il posto avrebbe dovuto essere abolito, il che però espressamente non è avvenuto».

L'avvocato bernese Walo C. Ilg ha ricevuto dalla Posta un mutuo che non è mai stato rimborsato. Egli ha ottenuto tale mutuo nella sua qualità di amministratore unico di due affiliate della Posta, a garanzia dei suoi eventuali crediti nei confronti della Posta. «Successivamente il mutuo è stato compensato ogni volta con il debito dei mandati. [L'interessato] ha ricevuto dalla Posta diversi mandati, che non sono stati sempre eseguiti con soddisfazione dei mandanti, in compenso però per un onorario salato». In base al giudizio di due revisori diplomati della KPMG, «la motivazione per la concessione del mutuo [...] è priva di fondamento e fuori dell'ordinario».

Diverse questioni non sono state esaminate e dopo i rapidi accertamenti non possono ricevere una risposta conclusiva. Ciò vale fra l'altro per la dotazione di personale dell'affiliata Telepost AG/Crea Post Consulting AG, le questioni in relazione alla cattedra del signor Rey all'Institut de Hautes Etudes en Administration publique (IDHEAP), nonché i viaggi della signora Ramseier a Cuba e in Giappone. Gli accertamenti sottolineano pure che per tutta una serie di circostanze che hanno portato all'assunzione di determinate persone dell'ambiente vicino al signor Rey non esistono documenti scritti, rispettivamente per ragioni di tempo non è stato possibile effettuare delle verifiche (Prof. H. Schmid, D.

Robbiani, A. Züger).

­

Lo stesso giorno, l'11 marzo 1998, il presidente del CA POSTA informa sommariamente il Consigliere federale Leuenberger su questi risultati. Il colloquio si concentra sul fatto che il signor Rey non sarà più disponibile per il posto di presidente della direzione e che alla fine di giugno lascerà il servizio della Confederazione.

­

Il 12 marzo 1998 il comitato nominato dal CA POSTA giunge alla conclusione che il signor Rey non ha violato la legge. I risultati degli accertamenti non vengono pubblicati. Il medesimo giorno viene comunicato che il signor Rey non sarà disponibile per l'imminente nomina del presidente della direzione della Posta. Il signor Rey disdice il suo rapporto di lavoro con la Confederazione per il 30 giugno 1998.

­

Il 3 aprile 1998 il DATEC riceve informazioni più dettagliate sui risultati degli accertamenti del CA POSTA e la relativa documentazione. Il DATEC chiede informazioni supplementari in merito al caso del mutuo. Tali informazioni vengono fornite una settimana più tardi.

­

Il 27 maggio 1998 il DATEC comunica di aver «esaminato accuratamente i rimproveri mossi pubblicamente a Rey [...]. Gli accertamenti del DATEC confermano l'impressione del consiglio d'amministrazione della Posta che per la maggior parte le accuse mosse sono una conseguenza del personale stile di gestione di Rey, non concernono questioni strutturali dell'amministrazione postale e inoltre sono irrilevanti dal punto di vista penale.

Un'inchiesta amministrativa, come domandata dall'interessato, o un procedimento disciplinare a questo riguardo non sono necessari, considerando che Rey lascerà il servizio alla fine di giugno 1998».

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­

222

Il 30 giugno 1998 il signor Rey affida la responsabilità di direttore generale della Posta al suo successore e lascia la Confederazione.

Aspetti legali

Per la maggior parte i rimproveri mossi pubblicamente al direttore generale della Posta, Rey, riguardano fatti verificatisi prima del 1° gennaio 1998 (eccezione: viaggio a Nagano), ossia quando la Posta faceva ancora parte dell'Amministrazione federale. In questo modo il DATEC aveva a norma di legge la funzione di organo di vigilanza della POSTA e il compito di intervenire quale autorità disciplinare.

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Valutazione dei provvedimenti presi dal DATEC

223.1

In generale

De facto è stato soprattutto il nuovo consiglio d'amministrazione della POSTA ad intervenire ­ al posto del DATEC.

Ciò si può notare anche nella sequenza cronologica degli eventi: il 27 febbraio 1998 il CA POSTA decide, d'accordo con il signor Rey e previa consultazione del Dipartimento, di avviare un'inchiesta interna per le accuse mosse nei confronti del signor Rey. A tal fine nomina un comitato d'inchiesta ad hoc. Il 3 marzo il DATEC comunica di rinunciare per il momento ad effettuare delle indagini in proprio, al fine di evitare doppioni con l'inchiesta interna della Posta. Dopo la comunicazione dei risultati dell'inchiesta interna l'11 marzo 1998, rispettivamente il 3 aprile 1998, e dopo che era stato reso noto che il signor Rey aveva dato le dimissioni, il 29 maggio 1998 il DATEC decide infine di rinunciare ad altre inchieste amministrative e disciplinari.

Va notato che gli accertamenti effettuati dal CA POSTA non rappresentano un'inchiesta vera e propria né un esame approfondito degli eventi. Sono stati fatti evidentemente allo scopo di fornire al CA POSTA le basi per continuare il rapporto di direzione con il signor Rey.

A parere della Commissione, nell'indagare sulle accuse mosse al signor Rey il DATEC ha dato prova di un eccessivo ritegno. Mentre nel caso Haymoz il Dipartimento è stato molto attivo, in questa occasione ha assunto un atteggiamento di attesa. Evidentemente il DATEC ha lasciato l'iniziativa al nuovo CA POSTA, il quale ha colto l'occasione per manifestare la propria indipendenza dalle autorità politiche.

Per motivare il proprio ritegno il DATEC si è appellato ai problemi legali sollevati dal passaggio della Posta dal precedente stato di unità della pubblica amministrazione a quello di un'impresa con personalità giuridica. Tale situazione è stata fonte di incertezza in merito alle competenze e alle responsabilità del DATEC e del consiglio d'amministrazione nel settore della vigilanza e del personale.

La Commissione non può condividere il parere del DATEC. Essa ritiene che i poteri sono disciplinati chiaramente. Fino al 31 dicembre 1997 la Posta era un'unità amministrativa della Confederazione, in virtù della legge sull'organizzazione delle PTT del 6 ottobre 1960 (LO-PTT). Come spiegato più sopra, la Posta era soggetta alla

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vigilanza diretta del Consiglio federale in generale e del DATEC in particolare. I direttori venivano nominati dal Consiglio federale (art. 14 cpv. 1 lett. e LO-PTT). Il 1° gennaio 1998 la situazione è cambiata. In base alla legge federale del 30 aprile 1997 sull'organizzazione dell'azienda delle poste della Confederazione (Legge sull'organizzazione delle poste, LOP) il Consiglio federale ha il compito di esercitare l'alta vigilanza sulle persone incaricate della direzione, anche per ciò che riguarda l'osservanza di leggi, regolamenti e istruzioni (art. 9 lett. d LOP). I rapporti di servizio del personale della Posta sottostanno alla legislazione sul personale federale (art.

15 cpv. 1 LOP).

Per quanto riguarda il signor Rey come direttore generale e funzionario, fino al momento in cui non ha lasciato il servizio della Confederazione sottostava all'ordinamento dei funzionari e quindi alla sorveglianza disciplinare del DATEC (art. 34 cpv. 2 RF 2).

La Commissione è del parere che in considerazione della gravità delle accuse il ritegno del DATEC non è giustificato. Per la maggior parte gli atti che hanno dato adito alle accuse sono stati commessi quando era ancora in vigore la vecchia legge: il DATEC avrebbe dovuto perciò procedere in modo più attivo e chiarire esaurientemente i rimproveri mossi a Rey. Anche se il legislatore nella nuova legge sull'organizzazione delle poste ha introdotto un'ampia autonomia decisionale per il CA POSTA, ciò non esonera minimamente il DATEC dalla sua responsabilità per i fatti risalenti al periodo precedente l'entrata in vigore della nuova legge.

223.2

La questione dell'inchiesta amministrativa

Come nel caso Haymoz, ci si è resi rapidamente conto che le accuse riguardavano il signor Rey come persona e non aspetti strutturali dell'amministrazione postale. In tali casi l'inchiesta amministrativa non è lo strumento idoneo e si dovrebbe ordinare un procedimento disciplinare.

Il DATEC ha deciso a ragione di rinunciare ad un'inchiesta amministrativa per chiarire le accuse mosse al signor Rey per il suo stile di condotta.

223.3

La questione del procedimento disciplinare

Né nel febbraio 1998 né in seguito il DATEC ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti del signor Rey.

C'è da domandarsi quali motivi abbiano trattenuto il DATEC dall'ordinare un procedimento disciplinare. Dopo il caso Haymoz le accuse sollevate pubblicamente offrivano indizi sufficienti per sospettare una violazione dei doveri di servizio. Perciò sarebbe stato opportuno che il DATEC avviasse un procedimento disciplinare già nel febbraio 1998 per chiarire definitivamente i fatti e accertare eventuali mancanze del signor Rey. A favore di una tale procedura vi erano inoltre l'alta responsabilità del signor Rey nella gerarchia della posta, la sua notorietà e le conseguenze inevitabili degli eventi sul lavoro dell'azienda.

La motivazione principale del Dipartimento per non avviare un procedimento disciplinare pare essere stata il voler evitare due procedimenti paralleli. Il DATEC voleva

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attendere dapprima i risultati del CA POSTA, per poi decidere se istruire o meno un procedimento disciplinare.

È fuori di dubbio che l'inchiesta interna del CA POSTA è stata effettuata frettolosamente e in maniera sommaria. Il mandato è stato deciso il 27 febbraio 1998 e i risultati erano già disponibili l`11 marzo 1998. Però in base alle spiegazioni fornite determinati fatti non hanno potuto «essere chiariti per ragioni di tempo». Inoltre l'organo responsabile dell'inchiesta non era neutrale, essendo composto da membri del CA POSTA.

La Commissione non riesce a fugare l'impressione che l'inchiesta interna eseguita dal CA POSTA sia servita a cancellare velocemente e con poca trasparenza un problema che non avrebbe potuto essere eliminato tanto facilmente e con rapidità7.

Inoltre l'inchiesta interna aveva uno scopo preciso. Il consiglio doveva stabilire se il signor Rey poteva o meno essere confermato nella sua funzione di direttore generale della Posta. La decisione era attesa per il 13 marzo 1998; di conseguenza i risultati dell'inchiesta dovevano essere noti prima di tale data. In base a quanto affermato dal capo del DATEC, il consiglio d'amministrazione non poteva attendere i risultati di un'inchiesta amministrativa o disciplinare, dato che la stessa, a motivo delle norme legali, sarebbe durata parecchi mesi. Gli accertamenti del consiglio d'amministrazione della Posta non perseguivano quindi il medesimo obiettivo di un'inchiesta disciplinare, il cui fine è determinare la verità.

A parere della Commissione il DATEC avrebbe dovuto avviare prima delle demissioni facoltative del signor Rey un procedimento disciplinare, anche se ciò avesse significato dover rimandare temporaneamente la decisione della nomina del nuovo direttore generale8.

Dopo il 12 marzo 1998 però, in considerazione dell'avvenuta risoluzione del rapporto di servizio del signor Rey, non vi era più nessun motivo formale per avviare un'inchiesta disciplinare. Se infatti un funzionario lascia il servizio della Confederazione i presupposti per un'inchiesta disciplinare vengono a cadere ipso iure nel momento della risoluzione del rapporto di servizio. Dal punto di vista puramente teorico il Consiglio federale avrebbe potuto respingere formalmente le dimissioni del signor Rey, appellandosi a «interessi importanti della Confederazione»
(art. 53 cpv. 1 OF) per avviare un procedimento disciplinare. Però bisogna domandarsi se sarebbe stato sostenibile respingere le dimissioni con una motivazione del genere.

Dal punto di vista del tempo, fra il 12 marzo 1998 e il 30 giugno 1998 praticamente non c'era più spazio per concludere il procedimento di prima istanza.

Dal punto di vista dell'economia procedurale si possono comprendere i provvedimenti del DATEC in merito al procedimento disciplinare. Ma nell'ottica della vigilanza generale sull'amministrazione sono insufficienti. È uno dei compiti di con7

8

Malgrado le ripetute dichiarazioni rilasciate alla stampa, di voler pubblicare il rapporto d'inchiesta, tale promessa non è mai stata mantenuta (v. Neue Zürcher Zeitung del 2 marzo 1998, pagina 9: «Die Resultate der Untersuchung sollen in einem schriftlichen Bericht festgehalten und der Öffentlichkeit zugänglich gemacht werden» («I risultati dell'inchiesta dovranno essere inclusi in un rapporto scritto e resi accessibili al pubblico»).

Peraltro la decisione non avrebbe potuto essere posticipata troppo a lungo. A questo riguardo l'art. 20 cpv. 2 lett. d LOP prevede: «Al momento dell'entrata in vigore della presente legge devono essere prese le misure seguenti: (...) il consiglio d'amministrazione della Posta nomina le persone incaricate della gestione e della rappresentanza della Posta (...)».

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dotta di un dipartimento intervenire dove si suppone siano avvenute notevoli scorrettezze. Non si tratta soltanto di sanzionare gli abusi, bensì pure di ottenere un effetto preventivo mediante misure mirate.

Non è ammissibile che pubblicamente e in seguito ad accertamenti interni vengano formulate serie accuse, in seguito alle quali l'interessato (Rey) dà le dimissioni, ma che successivamente non vengono punite in nessun modo. Il sistema della Confederazione che formula un'accusa, la persona in questione dà le dimissioni e successivamente la Confederazione si non si cura di chiarire i fatti, non deve comunque fare scuola.

L'avvio di un procedimento disciplinare è pure nell'interesse del funzionario quando le accuse hanno un peso notevole: come già detto il modo di procedere del DATEC era ispirato dall'economia procedurale. Di per sè l'intenzione è lodevole.

Peraltro ciò non deve pregiudicare la protezione giuridica della persona interessata.

Anche se l'inchiesta disciplinare avesse richiesto più tempo dell'inchiesta interna effettuata dal CA POSTA, avrebbe garantito al signor Rey un procedimento neutrale. Un'inchiesta interna non offre le medesime garanzie procedurali (diritto di essere ascoltati e di consultare gli atti, norme per la ricusazione e l'astensione ecc.) di un'inchiesta disciplinare, che fra l'altro tutela da censure ingiustificate. A differenza dell'inchiesta interna, il procedimento disciplinare termina con una decisione impugnabile.

Il potere discrezionale per l'avvio di una procedura disciplinare non deve portare ad aggirare determinate garanzie procedurali minime. Questo ragionamento vale fino alla data delle dimissioni volontarie del signor Rey; con le sue dimissioni egli ha accettato la possibilità di non poter più rispondere alle accuse nell'ambito di un procedimento in cui fosse parte in causa.

223.4

Le indagini e la politica di informazione del DATEC

Dai lavori della Commissione risulta che le conclusioni del DATEC concernenti il signor Rey non si basano né su un esame approfondito né su un'indagine separata.

Fatta eccezione per il caso Ilg (v. cifra 23) il DATEC non ha ordinato né effettuato ulteriori ricerche in relazione agli accertamenti della Posta. Perciò le conclusioni del DATEC si basano esclusivamente sui risultati dell'inchiesta interna del Consiglio di amministrazione, la quale non ha chiarito esaurientemente tutti gli elementi rilevanti (dotazione di personale dell'affiliata Telepost AG/Crea Post Consulting AG, questioni relative alla cattedra del signor Rey all`Institut de Hautes Etudes en Administration publique (IDHEAP), viaggi della signora Ramseier a Cuba e in Giappone, assunzione di consulenti). Il DATEC ha condiviso troppo rapidamente e senza riesaminarle le conclusioni del CA POSTA. Ha scagionato il signor Rey da ogni sospetto (di natura disciplinare, penale, patrimoniale), senza però accertare per conto proprio la fondatezza dei rimproveri.

In questo senso il comunicato stampa del DATEC di data 27 maggio 1998 non corrisponde ai fatti. In esso si può leggere quanto segue: «Il DATEC ha concluso i suoi accertamenti in relazione alle accuse rivolte pubblicamente al direttore generale della Posta, Jean-Noël Rey». Inoltre si legge: ,,Gli accertamenti del DATEC hanno confermato l'impressione del consiglio d'amministrazione della Posta». Il comunicato stampa suscita l'impressione che il DATEC abbia confrontato i risultati della POSTA con i propri, il che invece non corrisponde alla realtà.

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23

Concessione di un mutuo a Walo C. Ilg

231

Cronologia degli avvenimenti principali

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Il signor Walo C. Ilg è nominato a titolo fiduciario amministratore unico della MT Mondial Transport AG della MT Services AG. Simultaneamente il 21 dicembre 1994 ottiene un mutuo a interesse di fr. 100 000.­. Il contratto è firmato dalle PTT svizzere, rappresentate dal signor Rey, e dal signor Walo C. Ilg. Il mutuo ha lo scopo seguente: qualora nei confronti di Ilg quale amministratore fossero state fatte valere pretese di responsabilità civile ai sensi degli artt. 752 ­ 754 CO, tali pretese sarebbero state coperte fin da principio dal mutuo della Posta. Alla fine del mandato il mutuo avrebbe dovuto essere rimborsato in cinque rate annuali di uguale importo.

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Il 24 gennaio 1995 l'Ispettorato delle finanze delle PTT chiede un estratto del registro delle esecuzioni e dei fallimenti. In base all'estratto del 26 gennaio 1995, nei confronti di Walo C. Ilg vi sono esecuzioni per un totale di 1,2 mln. di franchi (22 esecuzioni dal 5.11.1993 al 12.1.1995).

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Il 6 giugno 1995 i signori Ilg e Rey stipulano un accordo supplementare, in base al quale il mutuo viene disdetto anticipatamente e viene stabilito che il signor Ilg può compensare fr. 50 000.­ (più interessi) con prestazioni ancora da fornire entro il 17 maggio 1997. A questo riguardo nel contratto del 21 dicembre 1994 era stato fissato un onorario orario di Fr. 500.­. Il resto (interessi compresi) sarebbe stato esigibile in due rate di Fr. 25 000.­ ciascuna il 17 maggio 1996 e il 17 maggio 1997.

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ll 4 novembre 1997 il signor Ilg riceve un precetto esecutivo per l'importo non ancora rimborsato di fr. 43 000.­ (+ interessi), perché le prestazioni concordate non si erano viste.

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Il 3 aprile 1998 il CA POSTA incarica dei revisori diplomati di chiarire i dettagli del mutuo di fr. 100 000.­ concesso a Walo C. Ilg.

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Il 7 aprile 1998 il rapporto dei revisori diplomati giunge alle conclusioni seguenti: 1. «Nelle circostanze del caso la nomina del signor Ilg quale amministratore delle società Mondial era ovvia e si può comprendere. (...) Peraltro va notato che le PTT dispongono di loro giuristi, che eventualmente avrebbero potuto, rispettivamente dovuto essere a conoscenza dei procedimenti penali nei confronti di Ilg, e che l'Ispettorato delle finanze già nel gennaio 1995 era a conoscenza delle elevate somme escusse. Perché tale informazione non è stata richiesta un mese prima, ossia prima di pagare il mutuo?

2. A nostro parere la motivazione per la concessione del mutuo è priva di fondamento e fuori dell'ordinario. Bisogna quindi domandarsi se gli accertamenti sono stati effettuati con la necessaria diligenza, rispettivamente se, a motivo delle buone relazioni di affari già esistenti, non si è condivisa con eccessiva buona fede l'argomentazione del signor Ilg.

3. Da parte della direzione generale le misure correttive sono state prese con relativa riluttanza e senza la debita risolutezza».

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Il 29 aprile 1998 il DATEC incarica il Prof. Dr. Niklaus Schmid, Zurigo, di esaminare la concessione del mutuo nell'ottica penale. Si tratta di stabilire se

7716

il mutuo costituisca un reato ai sensi dell'art. 314 del Codice penale (CP) (infedeltà nella gestione pubblica) ed eventualmente ai sensi dell'art. 158 CP (amministrazione infedele).

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L'11 maggio 1998 il Prof. Dr. Niklaus Schmid consegna la sua perizia al DATEC. Egli giunge alla conclusione che dal punto di vista oggettivo il signor Rey soddisfa i presupposti del reato di infedeltà nella gestione pubblica ai sensi dell'articolo 314 o eventualmente dell'articolo 158 CP, perché la Posta ha subito un danno di circa fr. 50 000.­. Invece non esprime un parere definitivo in merito agli elementi soggettivi della fattispecie. Secondo il perito la risposta dipende da ,,cosa sapeva Rey al momento in cui ha stipulato la convenzione di garanzia in merito al carattere e alla consuetudine di questo mutuo, dichiarato come un'operazione di garanzia, nonché alla solvibilità di Ilg. Se si parte dal presupposto (...) che la regolarità degli accordi stipulati con W.C. Ilg sia stata precedentemente controllata dai giuristi delle PTT, soprattutto dal punto di vista del mutuo, che era al centro dell'operazione, bisogna (...) ammettere che non vi sono notevoli sospetti quanto a questo dolo centrale (...). Se invece non vi fosse stato un tale giudizio positivo prima della stipulazione della convenzione di garanzia, la situazione sarebbe diversa. In tal caso si potrebbe presumere più facilmente un dolo eventuale riguardo al danno e quindi un grave indizio di reato (...).

Il Prof. Dr. Schmid spiega che si può accertare senza problemi se prima della stipulazione della convenzione di garanzia dai giuristi delle PTT era stato espresso un parere positivo in merito al negozio giuridico. Il perito aggiunge: «Indipendentemente dalla punibilità o meno di J.-N. Rey non vi sono dubbi (...) che in questo caso i responsabili della Posta hanno tutelato male gli interessi della Confederazione. Si può senz'altro affermare che i responsabili hanno agito in modo addirittura dilettantesco (...)».

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Il 14 maggio 1998 il DATEC interpella il funzionario che al momento dell'accaduto era il direttore competente per i reparti finanze, strategia e controlling. Il 25 maggio 1998 viene interrogato il signor Rey, accompagnato dal suo avvocato. Queste due audizioni hanno lo scopo di stabilire se sussistono gli estremi di reato dal punto di vista soggettivo. In base a quanto affermato dal signor Rey, al momento della firma del contratto di mutuo il direttore delle finanze e un giurista della direzione delle finanze gli avrebbero assicurato che tale mutuo sarebbe stato possibile. A conferma della sua affermazione, il signor Rey presenta una lettera redatta dal signor Ilg il 24 aprile 1998. Da tale scritto risulta che per l'operazione era competente il direttore delle finanze di allora. Durante l'audizione da parte del DATEC l'ex-direttore delle finanze ha negato di aver avuto un ruolo nel controllo della legalità del mutuo concesso. Egli afferma che il signor Rey ha effettuato da solo gli accertamenti legali, probabilmente con giuristi esterni, eventualmente con un giurista della direzione delle finanze. Il signor Rey avrebbe fatto sapere al direttore delle finanze che la concessione del mutuo era regolare e quindi avrebbe firmato il contratto. Non sono stati interrogati i giuristi della Posta che erano stati menzionati in rapporto all'operazione in questione. Il DATEC non ha nemmeno interrogato il signor Ilg.

­

Il 27 maggio 1998 il DATEC comunica pubblicamente che, non essendovi dolo, il fatto non costituisce reato e pertanto bisogna rinunciare a sporgere una denuncia. Il DATEC sottolinea che l'operazione è stata condotta in 7717

modo non professionale. I risultati degli accertamenti del Prof. Dr. Schmid vengono trasmessi al CA POSTA, in modo che questo possa trarre le debite conseguenze per la gestione futura.

232

Aspetti legali

In base del regolamento dei funzionari, quando sussistono gli elementi per sospettare che un funzionario abbia commesso un reato, gli atti vanno trasmessi al Ministero pubblico della Confederazione. Secondo l'opinione generale, l'obbligo di denuncia dell'autorità presuppone un sospetto grave, il quale deve includere naturalmente sia gli elementi oggettivi che quelli soggettivi della fattispecie. Nel caso dei funzionari dei dipartimenti gli atti sono trasmessi dal capo del dipartimento.

L'articolo 314 CP contempla un delitto doloso. Ciò significa che il sospetto deve comprendere, oltre al danno oggettivo, anche il dolo dell'autore (elemento soggettivo della fattispecie). La condanna presuppone una trasgressione commessa coscientemente e intenzionalmente. Se l'autore del fatto non aveva l'intenzione di procurare a se stesso o ad un altro un vantaggio illecito, non può essere considerato colpevole.

Il dolo eventuale è sufficiente.

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Valutazione delle misure prese dal DATEC

I lavori della commissione indicano che le conclusioni del DATEC concernenti l'adempimento della fattispecie soggettiva non si basano su un esame adeguato dei fatti né su un'indagine separata. Malgrado le affermazioni di tenore diverso e in parte anche contraddittorie del signor Rey e del suo ex-direttore delle finanze, il DATEC non si è sforzato di stabilire se e quali giuristi interni delle PTT avevano esaminato il contratto del 21 dicembre 1994 dal punto di vista legale. La Commissione è stupita che su questa questione il DATEC non abbia interrogato né detti giuristi delle PTT né il signor Ilg. Si tratta di una mancanza notevole, dopo che la perizia del Prof. Dr. Schmid aveva segnalato la necessità di tali accertamenti come presupposto decisivo per valutare la punibilità del signor Rey. Le conclusioni del DATEC si basano quasi esclusivamente sulle affermazioni del signor Rey, che aveva il massimo interesse a scagionarsi. La lettera presentata dal signor Rey non dice nulla al riguardo della questione se la convenzione del 21 dicembre 1994 sia stata prima esaminata dai giuristi delle PTT. La lettera parla soprattutto della convenzione supplementare del 6 giugno 1995. Inoltre lo scritto è stato redatto quasi quattro anni dopo i fatti.

Per motivi che alla Commissione appaiono inspiegabili, il DATEC è giunto alla conclusione che il signor Rey non avrebbe commesso nessun errore doloso e ha rinunciato a trasmettere gli atti al Ministero pubblico della Confederazione.

A parere della Commissione, nell'esaminare la questione se sussistessero gli elementi soggettivi della fattispecie il DATEC ha agito in modo imprudente e superficiale. La questione del grave sospetto di reato non è stata esaminata accuratamente. È opinione della Commissione che in base alle audizioni del 14 e 25 maggio 1998 il DATEC non poteva ancora rispondere negativamente alla questione del dolo per il reato di infedeltà nella gestione pubblica. Di conseguenza non è stata nemmeno esaminata la questione della responsabilità civile di Rey. L'affermazione 7718

del capo del DATEC nei confronti della Commissione della gestione del Consiglio degli Stati, secondo cui «le trattative relative al contratto di mutuo in questione non sono state condotte dal signor Rey né lo stesso ha prescritto nulla quanto al contenuto»9, non poteva trovare conferma nelle audizioni. Ciò vale pure per l'affermazione, secondo cui «[il signor Rey] prima di firmare il contratto si è assicurato all'interno della Posta che la concessione di un mutuo in contanti in casi del genere è possibile».

Anche riguardo a questo caso il comunicato stampa del 27 maggio 1998 si rivela ambiguo, se non addirittura ingannevole. Il comunicato dava nettamente l'impressione che il DATEC avesse effettuato tutti gli accertamenti necessari per stabilire se Rey avesse commesso un reato e che dopo un esame approfondito si fosse rinunciato a sporgere una denuncia penale.

La Commissione è del parere che il Dipartimento avrebbe dovuto procedere ad ulteriori accertamenti e/o sporgere una denuncia al Ministero pubblico della Confederazione.

A titolo conclusivo va notato che il 26 agosto 1998 il Ministero pubblico della Confederazione ha avviato d'ufficio un procedimento giudiziario nei confronti di Jean-Noël Rey per sospetto di infedeltà nella gestione pubblica ai sensi dell'articolo 314 CP (si tratta di un delitto perseguibile d'ufficio). Secondo quanto affermato dal Ministero pubblico della Confederazione, nel frattempo il sospetto di ripetuta infedeltà nella gestione pubblica ha trovato conferma. Il 29 gennaio 1999 il Ministero pubblico ha trasmesso la pratica per ulteriori accertamenti e per la valutazione alle autorità giudiziarie del Canton Berna. Attualmente non è possibile formulare previsioni concrete in merito alla conclusione dell'inchiesta cantonale.

3

Conclusioni

La domanda a cui doveva rispondere la Commissione era se e in che misura il DATEC aveva adempito il suo obbligo di vigilanza sulla Posta; inoltre la Commissione doveva valutare i provvedimenti presi.

Sulla base dei propri accertamenti la Commissione della gestione giunge alle conclusioni seguenti:

9

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Nel caso Haymoz il DATEC ha svolto correttamente la propria funzione di sorveglianza. È intervenuto immediatamente presso i responsabili, per censurare il loro comportamento ed esigere il rimborso dell'indennità versata al signor Haymoz. Rinunciando ad un'inchiesta amministrativa o disciplinare il DATEC ha agito entro i limiti del potere discrezionale concessogli dalla legge.

­

Nel caso delle critiche mosse pubblicamente al signor Rey va constatato che il DATEC ha svolto la propria funzione di vigilanza con eccessivo ritegno. Il DATEC si è basato esclusivamente sull'inchiesta interna svolta dal CA POSTA e per il resto ha rinunciato ad un'inchiesta amministrativa nei confronti del signor Rey, malgrado già del febbraio 1998 vi fosse il sospetto di una violazione dei doveri di servizio. Inoltre la Commissione rimprovera al Lettera del capo del DATEC al presidente della Commissione della gestione del Consiglio degli Stati, di data 8 giugno 1998.

7719

DATEC che - fatta eccezione per un singolo caso ­ non ha esaminato direttamente né fatto esaminare la possibilità di sporgere una denuncia penale e/o di far valere pretese di natura patrimoniale.

­

Il comunicato stampa del DATEC di data 27 maggio 1998 non corrisponde agli accertamenti effettivamente effettuati dal DATEC. Il comunicato dà l'impressione che il Dipartimento abbia esaminato le accuse rivolte al signor Rey separatamente dall'inchiesta interna della Posta. In realtà il DATEC ha effettuato delle indagini supplementari soltanto in un unico caso e per il resto ha ripreso le conclusioni del CA POSTA, senza sottoporle ad una controprova.

­

Nell'esame degli aspetti penali della concessione del mutuo al signor Ilg il DATEC ha agito con imprudenza e superficialmente. In particolare non ha esaminato con sufficiente cura la questione se sussistessero i presupposti di legge per trasmettere la pratica al Ministero pubblico della Confederazione.

21 giugno 1999

Per la Sezione «Prestazioni»: Il Presidente: Bruno Frick, Consigliere agli Stati Il Segretario: Philippe Schwab Per la Commissione della gestione: Il Presidente: Peter Bieri, Consigliere agli Stati

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Elenco delle abbreviazioni CA POSTA CA PTT CO CdG-CSt CP DATEC DFF IDHEAP LOP LO-PTT OF RF 2

Consiglio d'amministrazione della Posta Consiglio d'amministrazione dell'azienda delle PTT Legge federale del 30 marzo 1911 di complemento del Codice civile svizzero (Libro quinto: Diritto delle obbligazioni) Commissione della gestione del Consiglio degli Stati Codice penale svizzero del 21 dicembre 1937 Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni Dipartimento federale delle finanze Institut de Hautes Etudes en Administration Publique Legge federale sull'organizzazione dell'azienda delle poste della Confederazione del 30 aprile 1997 (Legge sull'organizzazione delle poste) Legge sull'organizzazione delle PTT del 6 ottobre 1960 Ordinamento dei funzionari del 30 giugno 1927 Regolamento dei funzionari (2) del 15 marzo 1993

1558

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