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Foglio Federale Berna, 5 aprile 1968 Anno LI Volume I N° 14 Si pubblica di regola una volta la settimana. Abbonamento annuo fr. 18, con allegata la Raccolta delle leggi federali. -- Rivolgersi alla Tipografia Grassi e Co.

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9893 Messaggio del Consiglio federale all'Assemblea federale per l'assunzione della Scuola politecnica dell'Università di Losanna (Del 4 marzo 1968)

Onorevoli signori Presidente e Consiglieri, Ci pregiamo di sottoporvi un messaggio concernente il passaggio alla Confederazione, mediante convenzione col Cantone di Vaud, della Scuola politecnica dell'Università di Losanna (qui di seguito abbreviata in EPUL), nonché un disegno di decreto per l'approvazione della detta convenzione; aggiungiamo al messaggio anche il disegno d'una nuova legge sui politecnici federali, intesa a rimpiazzare quella attualmente vigente del 7 febbraio 1854 (CS 4, 105 - A Vili A 5) sull'istituzione d'una Scuola politecnica federale (dappresso, SPF), ormai ovviamente insufficiente ad apprestare la base giu¬ ridica per la gestione di diversi politecnici da parte della Confederazione.

Il mantenimento d'una scuola tecnica accanto ad un'università in piena espansione è palesemente compito superiore, oggigiorno, alle possibilità finanziarie d'un Cantone; ne viene che l'assunzione dell'EPUL da parte dello Stato centrale si pone come una necessità, semprechè s'intenda promuovere la formazione delle nuove leve nelle discipline tecniche, com'è impellente¬ mente richiesto dal nostro impianto economico. Né quest'ampia finalità potrebbe essere conseguita in modo soddisfacente, specie a lungo periodo, col solo progressivo ampliamento della SPF, come appunto mostriamo qui sotto, nel capitolo B, dedicato specificatamente all'estrema utilità della conFoglio Federale, 1968, Voi. /

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394 duzione parallela di due politecnici da parte della Confederazione. Nel.qua¬ dro della politica universitaria nazionale, tale pluralità viene ad inserirsi come uno dei mezzi più funzionali e decisivi per incrementare l'afflusso di accademici alle attività professionali, il che, secondo il Consiglio svizzero della scienza, verrebbe a soddisfare un bisogno quanto mai urgente.

L'assunzione dell'EPUL trovasi quindi in stretto, organico rapporto con il vasto progetto d'aiuto federale alle-università cantonali, da noi già presentato, in forma di disegno di legge illustrato dal relativo messaggio, all'esame dei due Consigli legislativi (FF 1967 II, 1021).

, A. La Scuola politecnica dell'Università di Losanna 1. Sguardo storico t

L'EPUL risale al 1853, anno in'cui due professori dell'accademia losannese assieme a tre ingegneri formatisi, in Francia fondarono, su basi private, l'«Ecole spéciale de Lausanne», con lo scopo esplicito di «dispensare ai giovani che intendessero occuparsi nell'industria, nell'edilizia pubblica o nel genio civile, le necessarie nozioni teoriche e pratiche». ' I cinque fondatori furono poi anche i primi inségnanti della nuova scuola, impostata secondo il modello delle grandi scuole francesi e, più pre¬ cisamente, secondo quello preminente dell'«Ecole centrale des arts et manu¬ factures de Paris». / L'«Ècole spéciale de Lausanne» si aprì, il 7 novembre 1853, con 11 al¬ lievi; il curricolo di studio era, inizialmente, di due anni e le lezioni erano tenute regolarmente dal lunedì al venerdì, il sabato essendo riservato ai ripetitorii od agli esami parziali. Già nel luglio del 1855 la scuola aveva modo di conferire i cinque primi diplomi.

II rapido aumento del numero dei discenti, con il conseguente progres¬ sivo bisogno di aule, necessitò la direzione della scuola a costituire una so¬ cietà immobiliare, la quale provvide ad erigere, in Rue de la Tour, uno sta¬ bile inaugurato poi nell'ottobre del 1858. Frattanto, l'anno stesso dei primi diplomi, il corso degli studi era stato portato a tre anni e le condizioni d'am¬ missione erano state inasprite. Gli accresciuti bisogni finanziari condussero poi alla fondazione della «Société de l'Ecole spéciale de la Suisse française», dotata d'un capitale azionario di 100 000 franchi. Nel prospetto pubblicato in tale occasione si leggeva che la scuola, a contare dall'apertura, aveva avuto come studenti 77 Vodesi, 33 Svizzeri d'altri Cantoni e ben 25 stranieri.

Dunque, sin dai primissimi anni, la scuola si era guadagnata una rino¬ manza che chiaramente travalicava i limiti cantonali. Con il 1865, l'«Ecole spéciale» incomincia a ricevere dei sussidi da parte del Governo vodese e della città di Losanna; nel 1869 essa è infine aggregata,-come facoltà di

395 tecnologia, all'Accademia, e viene pertanto a far parte d'un istituto di diritto pubblico. All'epoca, gl'ingegneri usciti dalle sue aule costituivano però già un gruppo nutrito, e tra essi non pochi erano quelli destinati, più tardi, ad illustrarsi nella storia delle scienze o in quella del progresso industriale.

Il 1890 vede la trasformazione dell'Accamedia in Università, con il conferimento, alla facoltà tecnologica, del titolo di «Ecole d'ingénieurs de Lausanne»; in pratica essa veniva a collocarsi, come sezione tecnica, nell'am¬ bito della facoltà di scienze naturali della neoistituita università. Stante il suo impetuoso sviluppo, occorse provvederla di nuove aule. Nel 1893, la durata di studio fu prolungata a sette semestri. La maggior parte dei corsi era seguita da tutti gli allievi, la specializzazione restando precipua¬ mente affidata agli esercizi pratici. Gli esami intermediari erano stati mante¬ nuti, come idonei a stimolare il discente ad uno studio serio, ad obbligarlo a un lavoro personale e a consentire di controllarne il progresso; un esame fi¬ nale, in chiusura di semestre, veniva poi a completarli e coronarli. Quest'or¬ dinamento, ancorché modificato secondo lo sviluppo della scienza e della tecnica, forma oggi ancora l'ossatura dell'insegnamento. Lo studente è pertanto legato ad un piano di studio graduale e particolareggiato.

Già in occasione del cinquantenario della scuola, celebrato nel 1903, il rettore, Adrien Palaz, dedicava un passo del suo discorso all'avvenire del¬ l'istituto, esprimendosi come segue: « Nonostante la gravezza delle condizioni d'ammissione, il numero degli stu¬ denti d'ingegneria, per riflesso dello sviluppo industriale, va aumentando molto rapidamente e, conseguentemente, acutizza vieppiù i disagi derivanti dal sovraf¬ follamento delle lezioni e degli esercizi pratici. Ci si può quindi chiedere se il Politecnico federale di Zurigo debba, ancora a lungo, rimanere l'unica scuola superiore della Confederazione oppure se non convenga piuttosto, nell'interesse generale del Paese, prepararsi ad istituire, in un prossimo futuro, una seconda scuola tecnica superiore ».

Il problema di cui oggi ci occupiamo era dunque già stato puntualmente posto più di sessant'anni fa.

Nel 1915 la Scuola, ormai troppo allo stretto nei vani dell'immobile di Rue de la Tour,
venne parzialmente trasferita in un edificio di Place Chauderon. Da allora l'insegnamento e le esercitazioni pratiche dovettero svol¬ gersi in tre diversi luoghi: nella Cité del Palais de Rumine, a Rue de la Tour e in Place Chauderon. Tale disagevole situazione durò sino al 1943 allorché s'aprirono le nuove aule del palazzo di Beauregard, costruito su una parcella tra Avenue de Cour e Avenue de Rhodanie, e di capienza sufficiente ad accogliere l'intera EPUL. Il grande vantaggio di questo fondo, cui gli stupendi alberi che l'attorniano han meritato il nome di «Les Cèdres», con¬ sistette nella modicità della spesa richiesta per la trasformazione dell'albergo Savoy, ivi sito, in edificio rispondente alle finalità universitarie, nonché nella, per allora, notevole riserve d'area fabbricabile. Quel 1943 fu del resto,

396 anche per altro rispetto, un anno decisivo, in quanto proprio allora fu isti¬ tuita la scuola d'architettura ed urbanistica, in seguito organicamente congiunta con la Scuola d'ingegneria, con la quale, dal 1946, venne a for¬ mare un istituto autonomo, pur nell'ambito dell'Università, chiamato, e fu la denominazione definitiva, «Ecole politechnique de l'Université de Lau¬ sanne».

2. Situazione attuale e organizzazione L'EPUL consta, oggigiorno, d'una scuola d'ingegneria e d'una d'archi¬ tettura. La prima s'articola nelle seguenti sei sezioni: genio civile, meccanica, elettrotecnica, fisica, chimica, agraria, misurazioni catastali. Essa possiede 19 laboratori ed istituti in cui l'insegnamento teorico è completato e precisato ed in cui è svolta una certa attività di ricerca per conto dell'industria.

Tre laboratori, quello d'idraulica e geomeccanica, quello di elettrochi¬ mica e radiochimica e quello, progettato, di tecnica dei procedimenti chimici, non sono situati in «Les Cèdres» bensì, rispettivamente, alla Route de Ge¬ nève, in Avenue César-Roux e a Saint Sulpice. Va segnalato, infine, che due laboratorii, quello di chimica inorganica ed analitica e quello di chimica or¬ ganica, situati in centro, sono usati in comune con l'Università.

Al vertice dell'EPUL sta, coadiuvato da un segretario generale, il diret¬ tore, che è nominato dal Consiglio di Stato del Canton Vaud e il cui ufficio, a differenza dei rettorati universitari, ha carattere permanente. Il direttore espedisce direttamente gli affari di gestione ordinaria, mentre quelli propria¬ mente accademici li deve trattare, tramite la commissione universitaria, in unione con il dicastero cantonale dell'educazione, cui è sottoposto. I membri del corpo insegnante appartengono al senato dell'Università. In seno all'EPUL, il consiglio dei professori costituisce l'organo incaricato di esami¬ nare le questioni generali (come le condizioni d'ammissione, i piani di studio, l'ordine degli esami) che gli vengono proposti dalle sue commissioni o dal ' direttore. Tra il corpo docente e la direzione vi sono stretti contatti grazie appunto al consiglio dei professori, in quanto in esso siede, come presidente, il direttore stesso dell'EPUL. Vi sono poi consigli speciali, pure presieduti dal direttore, per la scuola d'ingegneria e per quella d'architettura. Una
commissione generale, infine, con funzione consultiva, composta di tredici personalità dell'economia nazionale, coadiuva il direttore nella sua opera.

Il normale curricolo di studio nella scuola d'architettura, come in quella d'ingegneria, comporta otto semestri. Attualmente però si sta procedendo ad una revisione intesa innanzi tutto ad una riduzione del numero settimanale delle ore d'insegnamento, reputato eccessivo, e all'introduzione di nuove discipline.

Per riflesso del suo modello francese, l'EPUL pratica gli esami seme¬ strali, cui si affiancano, in tutte le sezioni, due propedeutici ed un esame fi-

397 naie di diploma. Per gli studenti d'architettura, inoltre, vige la restrizione di non poter accedere all'esame finale senza aver assolto la pratica obbligato¬ ria.

Quindi, ancorché le finalità formative dell'EPUL e della SPF concor¬ dino pienamente, sussistono differenze notevoli nell'organizzazione degli studi: i programmi divergono assai in talune parti, il numero delle ore setti¬ manali di corso è molto più alto all'EPUL, la SPF non conosce gli esami semestrali mentre esige in misura ben maggiore il periodo di pratica.

Nel semestre invernale 1966/67, l'EPUL contava 68 professori in tutto (di cui 6 stranieri), e cioè 18 ordinari, 25 straordinari, 2 liberi docenti, 21 incaricati e 2 associati (vale a dire liberi docenti o incaricati insigniti del ti¬ tolo di professori). Tra i professori, 32 prestano la loro opera a tempo pieno e 36 a titolo accessorio; 15 appartengono alla scuola d'architettura e 53 a quella d'ingegneria.Le più recenti rilevazioni dell'Ufficio federale di statistica mostrano che il numero degli studenti dell'EPUL, durante il predetto semestre invernale, era di 1169, di cui 644 (55%) Svizzeri e 525 (45%) stranieri; 50 erano le studentesse (18 Svizzere e 32 straniere). Solo dieci anni or sono, la scuola non contava se non 755 studenti. La massiccia proporzione di stranieri trae la sua ragione dal fatto che di fronte alle numerose scuole tecniche, erette in territori di lingua tedesca, ben poche sono quelle operanti in territori di lingua francese; per di più queste hanno naturalmente richiamato gli stu¬ denti dei Paesi, di recente autonomia, dell'area francofona. La mas¬ siccia proporzione di stranieri all'EPUL (salita nell'anno scolastico 1961/62 addirittura al 54%) dovrà essere certo Ulteriormente ridotta, ma, ciò facendo, occorrerà pure tener presente che i laureati stranieri delle nostre scuole supe¬ riori diventano ben sovente degli estimatori del nostro Paese cosicché si tra¬ mutano, rimpatriati che siano, in suoi validissimi ambasciatori.

Il numero di 1200 studenti rappresenta oggigiorno per l'EPUL il limite di massima ricettività.

3. Sviluppo futuro Secondo talune valutazioni dei bisogni elvetici, le nostre due scuole tecniche superiori dovrebbero poter offrire, a breve periodo, una ricettività aggirantesi sulle 14 000 - 16 000 unità (compresi gli studenti del
terzo ciclo).

Siccome i piani d'ampliamento della SPF prevedono un limite di 10 000 studenti circa (terzo ciclo compreso), s'impone la conclusione che occorre assolutamente sviluppare assai anche l'EPUL, ovviamente secondo un proce¬ dimento graduale. Per ora bisogna portare quest'ultima scuola ad una ca¬ pienza d'almeno 2 000 studenti, nonché predisporre le cose in modo da poter, poscia, elevare tale limite di ricettività a 6 000.

398 La «Commissione di studio per il potenziamento dell'Ùniversità di Lo¬ sanna» (denominazione includente l'EPUL), istituita dal Governo vodese nell'ottobre del 1963, eil «Gruppo di lavoro per l'avvaloramento delle aree di Dorigny», formato dal Gran Consiglio nel novembre del 1965, hanno stu¬ diato accuratamente anche l'ampliamento dell'EPUL, giungendo, alla con¬ clusione che, il terreno attualmente a disposizione della scuola risultando troppo scarso, l'ampliamento progettato postula un progressivo trasferi¬ mento dell'intera EPUL, da attuare a lungo termine, sui terreni di Dorigny.

È questa invero una sede favorevolissima, poco all'ovest della città e perfet¬ tamente adatta all'estensione di tutto il complesso scolastico. Il terreno, sito a sud d'Ecublens, è limitato a nord e ad est dalla Sorge, a mezzogiorno dalla cantonale Losanna-Morges e, ad occidente, dalla cantonale n. 82. La nuova università verrà edificata nella parte orientale, il nuovo edificio della scuola d'arti e mestieri sorgerà nella parte nord ed un'aerea di 56 ha, in cifra tonda, resterà a disposizione dell'EPUL, che potrà ivi crescere senz'altro sino alla capienza ultima di 6 000 studenti. Torneremo più sotto su questa questione del terreno, commentando la convenzione di trasferimento (capo C, numero D- .

Per gli attuali 1200 studenti circa le aule a disposizione bastano ad uno svolgimento normale dei corsi, ma già per gli esercizi pratici s'avverte una certa mancanza di spazio, particolarmente spiccata, poi, in taluni laboratori ove il lavoro di ricerca è spesso addirittura paralizzato. Per rimediare a que¬ sto stato di cose è indispensabile por mano quanto prima, sul sedime di Do¬ rigny, alla costruzione degli edifici inclusi nella prima tappa dei lavori di ampliamento, la quale dovrebbe essere portata a termine verso il 1975.

Secondo l'opinione della Commissione di studio, occorrerebbe compren¬ dere, in detta prima tappa, la costruzione degli istituti e l'approntamento de¬ gli impianti di cui l'EPUL già da anni urgentemente abbisogna, nonché la erezione degli edifici necessari a portare la ricettività della scuola sulle 2000 unità. Tratterebbesi, in concreto, segnatamente dell'istituto del genio chi¬ mico, di quello dell'automatica e dell'autoregolazione, di quello di micro¬ tecnica, come anche degli istituti delle
costruzioni metalliche del genio civile e dell'edilizia.

La seconda fase dei lavori comprenderà la ricostruzione degli istituti e laboratori la cui attrezzatura è divenuta insufficiente: vale a dire degli istituti di fisica, delle macchine termiche, di tecnologia dei trasporti, di matematica applicata, d'elettrochimica, di chimica fisica, di topografia, fotogrammetria e geodetica, nonché del laboratorio d'idraulica e di quello di geotecnica. Occorrerà poi aggiungere le costruzioni rese necessarie dal trasferimento della scuola d'architettura e della biblioteca.

Ad una terza tappa dei lavori verrebbe infine assegnata la costruzione degli auditorii, specialmente per l'insegnamento impartito nel primo biennio.

399 Si è calcolato che circa 21 ha dell'area di Dorigny occorreranno per at¬ tuare le costruzioni della prima tappa; l'intera superficie disponibile, di 56 ha, sarà comunque utilizzata allorché la scuola si sarà ampliata sino a toc¬ care la ricettività di 6000 studenti.

Abbiamo tralasciato di parlare dei lavori per gli impianti collettivi, che pure in Dorigny andranno portati avanti parallelamente alla costruzione degli edifici, cominciando con quelli della prima tappa. Via via che si ap¬ pronteranno i vani per i nuovi laboratori ed istituti occorrerà poi, ovvia¬ mente, passare immediatamente alla loro attrezzatura scientifica.

Al termine della prima fase dei lavori, l'EPUL, come abbiamo sopra accennato, risulterà in grado d'accogliere, in condizioni adeguate, sui 2000 studenti. L'insegnamento e la ricerca potranno quindi svilupparsi nella mi¬ sura richiesta dall'espandersi d'un'economia forte e dinamica.

B. Del trasferimento dell'EPUL alla Confederazione 1. Cenno storico Già da parecchio tempo si era notato che l'esercizio e lo sviluppo del¬ l'EPUL divenivano vieppiù onerosi c che, a lungo andare, avrebbero oltre¬ passato le possibilità finanziarie del Canton Vaud. Tenuto conto della situa¬ zione allarmante nelle professioni d'ingegnere, la Commissione di studio per la formazione dei quadri scientifici e tecnici (Commissione Hummler), istituita dal delegato alle occasioni di lavoro, aveva raccomandato, nel suo primo rapporto del 1959, lo sviluppo parallelo della SPF e dell'EPUL tra¬ mite la concessione di un aiuto federale a quest'ultimo istituto. Il problema connesso all'accordo di una sovvenzione all'EPUL è stato pure oggetto di due interpellanze (rispettivamente del 2 ottobre 1958 e del 29 aprile 1959) dei consiglieri nazionali Sollberger e Bühler. Nel 1959/60 quando si trattò, nell'ambito del progetto d'ampliamento dell'EPUL, d'installare laboratori per la fisica nell'edificio principale, di aggiungere nuove ali a quest'ultimo edificio e di costruire un laboratorio di elettrochimica, il Canton Vaud, con il concorso della città di Losanna e della «Société d'aide aux laboratoires de l'école d'ingénieurs» non fu in grado d'assumersi la totalità delle spese am¬ montanti a 11,1 milioni di franchi. Fu allora che chiese l'aiuto federale. La domanda fu oggetto del Messaggio del 24 gennaio 1961
(FF 1961 I, 137) concernente una partecipazione, federale alle spese d'ingrandimento del poli¬ tecnico di Losanna, in cui proponemmo d'accordare un sussidio unico di 3,7 milioni di franchi, pari ad un terzo del costo dei lavori, credito concesso dal decreto federale del 9 marzo 1961.

. Inoltre, in sede di elaborazione dell'ordinamento provvisorio d'aiuto federale alle università cantonali, si è dovuto tener conto del fatto che l'EPUL cagiona, al Canton Vaud, oneri finanziari assai elevati. Il problema

400 è stato risolto concedendo al Cantone una sovvenzione speciale: infatti, giusta l'articolo 5, capoverso 2, del decreto federale del 16 giugno 1966 istitutivo d'un ordinamento provvisorio di sovvenzionamento delle spese cantonali per le università (RU 1966, 1387), i sussidi accordati per il gruppo delle scienze naturali dell'Università di Losanna sono raddoppiati per il gruppo delle scienze tecniche.

L'elaborazione dell'ordinamento permanente d'aiuto federale alle uni¬ versità ha necessariamente riposto il problema dell'EPUL. Il Consiglio sviz¬ zero della scienza, nel suo primo parere del 26 aprile 1966 al Dipartimento federale dell'interno, esprimeva la convinzione che, nell'ambito della nostra politica universitaria, fosse assolutamente necessario concedere un sovven¬ zionamento particolare all'EPUL, ancorché la miglior soluzione sembrasse quella di trasferire l'istituto alla Confederazione. Per poter intavolare qual¬ siasi discussione sullo statuto futuro dell'EPUL, era necessario conoscere, in merito, l'opinione del Canton Vaud.

2. Richiesta, del 23 agosto 1966, del Consiglio di Stato del Canton Vaud In un suo primo memoriale, il Consiglio di Stato vodese ci chie¬ deva d'esaminare la possibilità, e all'occorrenza il modo, di trasformare l'EPUL in una seconda scuola politecnica federale. Faceva inoltre notare che le crescenti esigenze dell'insegnamento tecnico e della ricerca scientifica come pure l'aumento del numero degli studenti richiedono ampliamenti e sistemazioni dell'EPUL i cui oneri non potranno più essere interamente sop¬ portati dal Cantone. Stando al Consiglio di Stato vodese, il passaggio del¬ l'EPUL alla Confederazione è ancor più giustificato dal fatto che l'istituto, se si considera la provenienza degli studenti, non costituisce un'entità pura¬ mente romanda, o semplicemente vodese, bensì adempie una funzione nazio¬ nale. Quest'ultimo carattere sarà ulteriormente evidenziato quando la SPF avrà raggiunto l'acme del suo sviluppo. L'importanza nazionale dell'EPUL è altresì riaffermata dal fatto che la nostra economia, altamente industria¬ lizzata, abbisognerà vieppiù d'ingegneri qualificatisi nelle nostre scuole supe¬ riori, sia per sostenere la concorrenza, sia per fronteggiare i rapidi progressi della tecnica e delle scienze.

Il Dipartimento federale dell'interno, incaricato
d'esaminare la richiesta del Canton Vaud, la inviò, senza ritardo, al Consiglio della Scuola poli¬ tecnica federale. Quest'ultimo, in data 10 aprile 1967, stese un dettagliato rapporto in merito, da cui risultava che, attualmente, il Cantone non è più in grado di addossarsi l'esercizio dell'EPUL e, tampoco, di soddisfare i bisogni di nuove costruzioni e di apparecchiature. Trattasi in definitiva d'un caso particolare che richiede provvedimenti pur essi particolari. Confron¬ tando le due possibili soluzioni, segnatamente la concessione di sussidi parti¬ colarmente elevati o il trasferimento dell'istituto alla Confederazione, è

401 chiaro che la seconda sarebbe, sotto tutti gli aspetti, la più indicata sia nel¬ l'ambito dell'attuale politica universitaria sia, a lunga scadenza, dal punto di vista economico. La sola necessità d'un coordinamento fra le due scuole superiori peserebbe già a favore del trasferimento poiché, quest'ultima solu¬ zione, sarebbe la sola che garantirebbe una certa uniformità dell'insegna¬ mento delle scienze tecniche. La data del passaggio dall'ordinamento prov¬ visorio a quello permanente d'aiuto alle università sarebbe quanto mai favorevole al passaggio dell'EPUL alla Confederazione. Il Consiglio della Scuola politecnica federale ha inoltre emanato le sottocitate direttive di politica universitaria da seguire in caso di trasferimento dell'EPUL alla Confederazione: -- vista la qualifica di scuole federali superiori della SPF e dell'EPUL, i diplomati dei due istituti saranno equiparati fra di loro tanto per forma¬ zione ricevuta che per valore degli attestati senza che alcuna distinzione sia operata in Svizzera e all'estero; -- la SPF e l'EPUL dovrebbero mantenere i rispettivi caratteri attuali per quanto riguarda il regime istituzionale e il genere d'insegnamento dispen¬ sato; così facendo l'EPUL non dovrà conformarsi all'ordinamento della SPF; -- in quanto scuole federali tecniche superiori, la SPF e l'EPUL non dovranno essere amministrate secondo principi linguistici; si veglierà invece affinchè romandi e svizzeri tedeschi siano fortemente rappresen¬ tati sia nel corpo insegnante sia in quello studentesco dei due istituti; --' l'insegnamento e la ricerca dovranno essere il più possibile coordinati, il che richiede una direzione generale per i due istituti come pure una buona cooperazione fra di essi.

Il rapporto del Consiglio della SPF conteneva inoltre diverse considera¬ zioni sui problemi giuridici e finanziari, sul personale, come pure sull'orga¬ nizzazione del trasferimento e la procedura da seguire.

Per il Consiglio è tuttavia palese che il programma di sviluppo della SPF sarà continuato anche dopo il passaggio dell'EPUL alla Confederazione.

Il Dipartimento federale dell'interno inviò poi la richiesta del Consiglio di Stato del Canton Vaud, corredata del rapporto del Consiglio della Scuola politecnica federale, al Consiglio della Scienza. Quest'ultimo si espresse in merito il 27 maggio
1967. Il Consiglio, dopo un esame approfondito dei problemi concernenti la politica universitaria e facendo sue le conclusioni ed i motivi espressi dal Consiglio della Scuola politecnica, auspicava il passaggio dell'EPUL alla Confederazione accettando, nel contempo, l'urgenza di un tale trasferimento. Segnatamente esso notava che, così facendo, cadeva la necessità d'emanare disposizioni particolareggiate, altrimenti necessarie ben¬ ché difficilmente incorporabili nell'ordinamento generale d'aiuto alle uni¬ versità.

402 In conformità ad una proposta del Dipartimento federale dell'interno e tenuto conto dei citati pareri, abbiamo deciso, il 7 luglio 1967, di dar un seguito alla richiesta del Consiglio di Stato del Canton Vaud e di iniziare I negoziati con il Governo vodese circa l'eventuale trasferimento dell'EPUL alla Confederazione. La delegazione federale era diretta dal consigliere federale Tschudi, capo del Dipartimento dell'interno, méntre quella del Can¬ ton Vaud dal consigliere di stato Pradervand, capo del Dicastero dell'istru: zione pubblica e dei culti.

Le delegazioni si sono riunite cinque volte in un clima di grande com¬ prensione. Nella prima seduta, del 19 settembre 1967, esse convennero l'isti¬ tuzione di sottocommissioni per l'esame dei problemi finanziari, di politica universitaria e di diritto. I negoziati procedettero alacremente poiché i lavori preparatori erano svolti dalle due sottocommissioni.

Nell'ultima seduta, del 24 gennaio 1968, le delegazioni si/accordarono sia'sul tenore della convenzione di trasferiménto fra la Confederazione e'il Canton Vaud sia sul, disegno di legge concernente le scuole politecniche federali. I due testi sono allegati al presente messaggio; ulteriori chiarimenti in merito saranno dati al capo C seguente.

3. Necessità del trasferimento dell'EPUL I grandi progressi della tecnica produttiva comportano, per la nostra economia altamente sviluppata, profonde trasformazioni. La crescente mec¬ canizzazione e l'introduzione dell'automazione nel processo produttivo ob¬ bligano le industrie ad un continuo ' riadeguamento delle strutture. Inoltre, le crescenti esigenze per quanto riguarda la formazione del personale scien¬ tifico sono tali da poter parlare di una «intellettualizzazione delle profes¬ sioni». Mentre finora agli ingegneri diplomati in una scuola superiore veni¬ vano abitualmente affidate mansioni dirigenti o di ricerca, l'attuale tendenza rende indispensabile anche per i quadri medi la formazione scientifica. La nostra economia esigerà vieppiù ingegneri diplomati delle scuole supe¬ riori, entrando in gioco anche la pressione della concorrenza internazionale.

Quest'ultima richiede una maggior differenziazione del lavoro tecnico e di quello scientifico e, parallelamente, un continuo sviluppo delle attività crea¬ trici in vista di scoperte ed invenzioni. La
mancanza di personale tecnico e scientifico è avvertita come un assillo di giorno in giorno crescente.

II rapporto dell'autunno 1967 del Direttorio dell'Unione svizzera del commercio e dell'industria relativo ad un'inchiesta concernente lo stato, nel 1966, della ricerca e dello sviluppo industriale in Svizzera, concludeva affer¬ mando che, per soddisfare i bisogni, il numero degli universitari occupati nell'industria dovrebbe essere aumentato del 21,1 per cento fino al 1969. Per quanto riguarda la ricerca scientifica, medica e tecnica in seno all'industria, la citata aliquota dovrebbe essere del 28,6 per cento.

403 Data questa situazione, la circostanza che la Confederazione venga a possedere una seconda scuola politecnica, a piena parità con l'altra, risulta estremamente favorevole. Per poter formare tutte le nuove leve di cui i set¬ tori tecnologici conseguentemente abbisognano, occorre assolutamente in¬ grandire l'EPUL, svilupparne l'esercizio ed adattarne i programmi agli impe¬ rativi dell'ora, sia nell'insegnamento sia nella ricerca. È impossibile lasciare ancora a lungo un tale compito, che sottende enormi oneri, a carico, come sinora, del solo Cantone di Vaud: i mezzi finanziari d'un Cantone, già messi a drastico contributo dal mantenimento d'un'università, non possono bastare, e già v'abbiamo accennato, nè ora nè in futuro, quand'anche s'accrescessero, ad assicurare uno sviluppo ampio, a lungo periodo, nonché l'esercizio viep¬ più oneroso, d'una tale scuola. Il trasferimento della medesima alla Confede¬ razione si pone quindi come urgente necessità, specie poiché il Paese ha oggi . più che mai bisogno d'un forte potenziamento della formazione politecnica, implicante dunque un ampliamento degli istituti che l'impartiscono ed un accrescimento dell'efficacia del loro insegnamento, affinchè possa rimanere adeguato anche in avvenire.

Ma anche altri motivi militano a favore della soluzione del trasferi¬ mento dell'EPUL alla Confederazione col conseguente conferimento dello statuto di scuola federale, in piena parità con la SPF.

Va innanzitutto sottolineato che la proporzione dei Vodesi nel corpo discente dell'EPUL è debole assai, variando essa -- ci riferiamo all'ultimo decennio -- tra il 19% e il 23%. Calcolata solo sugli studenti svizzeri, detta proporzione sale invero al 42%, il restante 58% essendo formato di Bernesi (16%), Ginevrini (10%), Neocastellani (8%), Vallesani (6%), Friburghesi (5,5%), Zurigani (4%), d'altri Cantoni (8,5%). Tali percentuali dimostrano che l'EPUL, ancorché sita in Losanna, non è una istituzione meramente vodese, bensì nazionale; anzi, stante il massiccio contingente di studenti stra¬ nieri, essa appare come una scuola di vasto richiamo internazionale, a valido servizio della buona causa della solidarietà fra le genti, giusta i fondamentali orientamenti delle nostre relazioni politico-economiche con l'estero.

Dal profilo d'un'organica politica universitaria svizzera,
è opportuno incentrare l'attenzione specialmente sui rapporti funzionali dei due poli¬ tecnici, in vista del necessario coordinamento da istituire tra essi. Non v'è dubbio che l'EPUL assolve un compito di grande momento nazionale col completare razionalmente la SPF, da un lato, e col diminuirne il sovracca¬ rico, dall'altro. È questa una funzione che l'avvenire renderà ancora più pre¬ ziosa. Fondamentale premessa d'uno sviluppo della SPF, idoneo a garantire la massima efficienza nell'insegnamento e nella ricerca, è quella d'evitare che il numero degli studenti (terzo ciclo incluso) abbia a superare le 10 000 unità (già segnalammo questo limite nel messaggio 9 luglio 1965 con¬ cernente l'ampliamento del Politecnico di Zurigo [FF 1965 II, 738]). Orbene, siccome il numero degli studenti di tecnologia rispondente ai bisogni del

404 Paese, si situa sulle 14 000-16 000 unità, se ne deduce che s'apre all'EPUL un campo considerevole.d'azione nella formazione delle nuove leve scientifiche e tecniche. Si pone così l'imperativo di portare l'EPUL all'altezza di questo suo grande compito, il che può essere fatto, nel miglior modo, grazie al suo trasferimento alla Confederazione.

Ma affinchè l'EPUL possa, com'è nei fervidi voti, crescere tanto da coadiuvare efficacemente la SPF, non basta metter mano a degli ampliamenti estrinseci, occorre anche portare internamente in pari le due scuole, sia quanto all'orientamento formativo, ove quella parità pressoché già sussiste, sia quanto al valore dei titoli di studio: anche da questo profilo dunque il mutamento dell'EPUL in scuola federale costituisce il più promettente pre¬ supposto. Tale presupposto, poi, risulta di massimo momento pure ai fini del coordinamento e della collaborazione tra le due scuole, in un'organicità di indirizzi assolutamente irrinunciabile per un settore, come quello tecno¬ logico, implicante costantemente ingenti spese. Per la formazione di base si potranno avviare soltanto dei provvedimenti coordinativi limitati, poiché, per l'equivalenza stessa dell'insegnamento, le discipline fondamentali de¬ vono pur essere insegnate in ambedue le scuole; la divisione del lavoro potrà qui iniziare solo rispetto alle discipline facoltative. Comunque occorrerà at¬ tuare il riconoscimento reciproco degli esami propedeutici, il che permetterà agli studenti, per la prima volta, di passare senza difficoltà da una scuola all'altra; inoltre, risponde certo all'interesse della formazione scientifica of¬ frire ai giovani di poterla acquisire nell'una e nell'altra delle due grandi regioni linguistiche del Paese.

Per introdurre lo studio di nuovi rami disciplinari ed istituire nuove cattedre, sarà d'uopo valutare sempre, e con cura, le esigenze d'una collabo¬ razione razionale fra le due scuole: questa dovrà essere la norma prima, se¬ gnatamente quanto all'organizzazione del terzo ciclo, avvenga essa nella forma di studi avanzati (ricerca o dottorato) oppure nella forma di serie di corsi (nei quali i laureati che già esercitano un'attività professionale trove¬ rebbero l'occasione di perfezionare ed aggiornare le proprie conoscenze)'.

In sintesi, possiamo dire che, coll'assumere l'onere
di mantenere due scuole tecniche di rango universitario, la Confederazione si porrà in grado di attuare una moderna coerente concezione dell'insegnamento delle scienze tecniche.

Per concludere questo paragrafo teniamo a rilevare che l'EPUL contri¬ buisce in misura decisiva all'avvaloramento delle riserve di materia grigia nella Svizzera romanda. Come scuola e come centro di ricerche, in parte orientato verso la pratica, la predetta scuola costituisce inoltre un valido punto d'appoggio per le industrie, generalmente molto specializzate, impian¬ tate in quella parte del Paese ed è pertanto di notevolissimo aiuto ai fini del mantenimento d'un buon equilibrio economico nazionale.

405 Per tutte queste ragioni, appare giustificato che la Confederazione si addossi la responsabilità dell'EPUL, in quanto seconda scuola politecnica federale,.sullo stesso piano del Politecnico di Zurigo.

4. Conseguenze finanziarie Dati i profondi cambiamenti che presto si verificheranno all'EPUL, è difficile valutare le conseguenze finanziarie del suo trasferimento alla Con¬ federazione. Cosa certa è l'assoluta necessità d'ampliare la scuola, resa tut¬ tavia quasi irrealizzabile nell'attuale zona residenziale. Si prevede quindi, come già abbiamo menzionato al capo A, numero 3, il suo progressivo tra¬ sferimento a Dorigny, dove potrà accogliere, al termine della prima fase dei lavori, circa 2000 studenti. I calcoli hanno dimostrato che un ampliamento provvisorio di tale portata consente il rapporto più favorevole tra l'utile e le spese. Un piccolo aumento del numero dei posti, ad esempio da 1200, cifra attuale, a 1350 circa, richiederebbe investimenti assai elevati per i lavori di sistemazione necessari alla nuova sede, senza un adeguato aumento di utilità, poiché il maggior numero di posti sarebbe del tutto insufficiente.

Se, al contrario, si ampliasse in un sol colpo la scuola così che possa acco¬ gliere più di 2000 studenti, ad esempio 2500, gli investimenti necessari risul¬ terebbero sproporzionatamente aumentati rispetto all'ampliamento supple¬ tivo conseguito. Possono parimenti essere invocate, contro uno sviluppo troppo rapido della scuola, considerazioni di principio; infatti procedendo nel modo suddetto si correrebbe il rischio di un rilassamento dell'ordine interno, così da compromettere la buona riuscita dell'insegnamento.

Nel 1966, le spese lorde d'esercizio dell'EPUL hanno raggiunto 7,5 mi¬ lioni di franchi circa, ed aumenteranno considerevolmente con il previsto potenziamento della scuola. Anche la creazione di nuovi istituti inciderà sulle spese d'esercizio. Un buon numero di piani di studio della scuola d'inge¬ gneria devono essere urgentemente rielaborati; alla revisione seguirà l'istitu¬ zione, in un immediato futuro, di 11 cattedre e l'assunzione di personale supplementare. Si è accuratamente cercato di evitare doppi impieghi con la SPF. Va inoltre segnalato che gli stipendi dei professori dell'EPUL dovranno essere adattati a quelli dei professori della SPF e che le condizioni
dovranno essere uniformate anche per quel che concerne l'AVS. Infine, la Confede¬ razione dovrà sostenere certe spese supplementari poiché prenderà al suo servizio i membri del personale tecnico e amministrativo dell'EPUL, che saranno collocati nelle classi di stipendio del personale federale.

Secondo le valutazioni fatte, gli oneri lordi d'esercizio dell'EPUL po¬ trebbero raggiungere i 13 milioni di franchi circa nel 1969 e aumentare pro¬ gressivamente sino a 23 milioni di franchi circa nel 1974. Le entrate per di¬ ritti, tasse d'iscrizione e corsi, possono essere valutate a circa 1,8 milioni di franchi per il 1969 e aumentare a 2,3 milioni circa nel 1974.

406 Gli investimenti (cfr. capò Annumero 3) saranno dell'ordine di 200 milioni di franchi, Supponendo che la pianificazione degli investimenti porti su circa otto anni, bisognerà prevedere oneri annui da 25 a 30 milioni di franchi circa per la Confederazione. Le somme inscritte nel piano finanziario federale per gli anni dal 1970 al 1974 sono minori, poiché gli investimenti per l'EPUL si situano, come tutti gli altri progetti di costruzione della Confederazione, in un quadro generale, e, se è il caso, vengono subordinati a un ordine prioritario.

Oltre alle spese d'esercizio e agli investimenti lo Stato centrale dovrà assumersi il pagamento di sovvenzioni uniche. Si tratta dell'indennità di 11,5 milioni di franchi che esso deve pagare in virtù dell'articolo 2 della con¬ venzione stipulata con il Cantone di Vaud e di circa 3,7 milioni di franchi per il riacquisto del terreno di Dorigny, somma di cui 2,4 milioni di franchi possono essere compensati con il credito attinente al prezzo di vendita a suo tempo convenuto. Riparleremo di queste sovvenzioni uniche al capitolo C, numero 1, seguente, dedicato alla Convenzione di trasferimento.

Le precedenti indicazioni mostrano che il trasferimento dell'EPUL alla Confederazione comporta un nuovo ed assai sensibile onere per il regime finanziario, e questo in un momento in cui non è possibile intravvedere i pertinenti mezzi di copertura. Le considerazioni finanziarie di principio da noi esposte nel messaggio del 28 novembre 1967 a sostegno del disegno di legge sull'aiuto alle università (FF 1967 II, 1021) sono valide anche per il trasferimento dell'EPUL, che già allora avevamo annunciato. Se vi propo¬ niamo di procedere a questo trasferimento, complementare all'istituzione del regime d'aiuto alle università, è per gli stretti rapporti esistenti fra i due progetti, come già abbiamo esposto all'inizio del presente, messaggio. I passi necessari all'aiuto alle nostre università vanno compiuti risolutamente.

In questa prospettiva il passaggio dell'EPUL alla Confederazione è ormai una necessità. Certo non si può ignorare che gli oneri conseguenti contribui¬ scono all'aumento, oltre la media, delle spese per la scienza e la ricerca. Il margine favorevole alla realizzazione di nuovi progetti si riduce ancora e non dovremmo essere lontani dai limiti di ciò che è
finanziariamente sop¬ portabile.

CTrasferimento dell'EPUL alla Confederazione 1. La convenzione fra la Confederazione e il Canton Vaud La «convenzione fra la Confederazione Svizzera e il Canton Vaud sul trasferimento alla Confederazione della scuola politecnica dell'università di Losanna», elaborata dalle delegazioni delle due Parti contraenti,1 è stata approvataci 2 febbraio 1968 dal Consiglio di Stato vodese e, il 4 marzo 1968, dal Consiglio federale. Il 14 marzo 1968 è stata sottoscritta dal Presi-

407 dente della Confederazione e, il 12 marzo 1968, dal Presidentedel Consiglio di Stato vodese. Il testo è allegato al disegno di decreto federale che la ra¬ tifica.

Per quanto concerne il contenuto della convenzione ci pregiamo sotto¬ porvi quanto segue: a. Data del trasferimento Come previsto, il trasferimento sarà effettuato il 1° gennaio 1969 (art.

5). Un motivo a sostegno è l'entrata in vigore, il medesimo giorno, della legge sull'aiuto alle università. Poiché quest'ultima legge -- a differenza dell'ordinamento transitorio d'aiuto, attualmente in vigore -- non contempla nessuna disposizione particolare che tenga conto degli oneri speciali per l'EPUL che incombono al Canton Vaud, quest'ultimo subirebbe, se non si operasse il trasferimento, un intollerabile pregiudizio. È di conseguenza opportuno appaiare il passaggio dell'EPUL all'entrata in vigore della legge.

Non va inoltre dimenticato il prossimo trasferimento dell'istituto in altra zona, per cui più saranno celeri i preparativi a tale scopo meno ingenti saranno gli investimenti improduttivi per la vecchia scuola.

Infine sarebbe vantaggioso effettuare il trasferimento il 1° gennaio anche perchè l'operazione coinciderebbe con l'inizio dell'esercizio annuale.

Per nulla importante è invece la scelta della data per quanto concerne l'anno scolastico, visto che il passaggio dell'EPUL alla Confederazione non dovrebbe avere apprezzabili conseguenze sull'insegnamento e la ricerca durante il semestre invernale 1968/1969.

D'altro canto non va dimenticato che la scelta di un termine così pros¬ simo comporterà per il piano finanziario della Confederazione per il 1969 un considerevole ed imprevisto onere supplementare, la cui copertura richie¬ derà la riduzione dei crediti stanziati per altri settori. La disposizione dell'ar¬ ticolo 6, capoverso 2, prevede che, a contare dalla data di sottoscrizione della convenzione e indipendentemente dalla procedura di ratifica seguita, nessun obbligo d'una certa entità e con scadenza posteriore al giorno di trasferimento può essere assunto, salvo accordo fra le Parti.

Giusta detta disposizione, la Confederazione è sin d'ora in grado di esercitare la necessaria influenza in materia.

b. Prestazioni delle Parti Contraenti Giusta l'articolo 6, capoverso 1, tutti gli attivi ed i passivi dell'EPUL sono, per principio,
trasferiti alla Confederazione che assume la totalità dei diritti e degli obblighi attinenti all'istituto. Essa diverrà quindi proprietaria dell'insieme dei beni mobili ed immobili (art. 3). Gli sono parimenti trasfe¬ rite, prorata al giorno di trasferimento, le tasse d'iscrizione e di corso del

408 semèstre in questione cóme pure i fondi speciali, eccettuati quelli relativi agli istituti, che saranno versati alla Société d'aide aux laboratoires de l'EPUL, ente privato, la cui opera continuerà anche dopo il trasferimento (art. 4).

Il Canton Vaud ha, nel corso dell'ultimo decennio e a prezzo di molti sacrifici, finanziato lo sviluppo dell'EPUL. Il totale degli investimenti a tutt'oggi non ammortizzati ammonta a circa 23 milioni di franchi; la Confe¬ derazione si assume la metà di detto importo versando al Cantone una sov¬ venzione unica di 11,5 milioni di franchi (art. 2). A questo proposito fac¬ ciamo notare che anche la convenzione di divisione, conchiusa nel 1905 (dopo decenni di discussione) con il Canton Zurigo, concernente la SPF (CS 4, 113) e ratificata dal decreto federale del 9 giugno 1908 (CS 4, 120), prescriveva il versamento di indennità federali al Canton Zurigo. Per ragioni d'opportunità la realizzazione di progetti già in cantiere sarà portata a ter¬ mine dagli attuali organi cantonali competenti (art. 6, cpv. 3).

c. Personale Le disposizioni concernenti il personale si rifanno ai seguenti principi: La Confederazione assume il personale permanente dell'EPUL e ne garantisce le attuali condizioni rimunerative. Detto personale soggiacerà, in futuro, alle disposizioni applicabili al personale federale. I membri del corpo ' ' insegnante dell'EPUL saranno, per principio, equiparati a quelli della SPF (art. 8).

Inoltre, la Confederazione assicura il personale trasferito contro le con¬ seguenze economiche dell'invalidità, della vecchiaia e della morte. Anche in questo campo il personale dell'EPUL sarà equiparato a quello della SPF.

Dal canto suo il personale ha l'obbligo d'affiliarsi alla cassa federale d'assi¬ curazione (art. 9). La cassa pensioni dello Stato del Canton Vaud versa il capitale di copertura (art. 10).

d. Del trasferimento dell'EPUL a Dorigny Giusta l'articolo 1, capoverso 2, della convenzione, la Confederazione intende, previo stanziamento dei crediti necessari, ampliare il più rapidamente possibile l'EPUL in modo tale che possa accogliere 2000 studenti. A questo scopo è indispensabile trasferire progressivamente l'istituto a Dorigny. Di grande importanza sono i terreni colà disponibili ove, fra l'altro, sarà pure edificata la nuova università. Come già abbiamo
indicato, per l'EPUL è prevista una superficie di 56 ettari che darà la possibilità di trasferire l'intera scuola e d'accogliere, nell'ultima fase di sviluppo, circa 6000 studenti.

L'area prevista a Dorigny per l'EPUL comprende una parte del terreno acquistato contrattualmente in comune nel 1942 dalla città di Losanna e dalla Confederazione per costruirvi un aerodromo. Visto che il progetto

409 non ebbe un seguito, la Confederazione rivendette, il 14 luglio 1960, il terreno alla città di Losanna al prezzo d'acquisto del 1942. Essa tuttavia si riservò, per la durata di 40 anni, il diritto ad una parte dell'utile in caso d'aliena¬ zione o d'altra utilizzazione del terreno. Previa deduzione di un terzo della sua partecipazione all'acquisto del 1942, la città di Losanna doveva pagare alla Confederazione l'importo di 2,4 milioni di franchi circa tramutato in un mutuo rimborsabile nel 1971.

Considerati gli interessi comuni che legano la Città,, il Cantone e la Confederazione, si tratta ora di regolare globalmente le varie pretese concer¬ nenti il terreno di Dorigny. Siamo dell'avviso che la retrocessione alla Conderazione della parcella di 56 ettari, necessaria all'ampliamento dell'EPUL, al prezzo d'acquisto del 14 luglio 1960 aumentato delle spese di migliora¬ mento del terreno e degli interessi a carico della città di Losanna, sia con¬ dizione del trasferimento dell'EPUL alla Confederazione (art. 16). Nel dise¬ gno di decreto federale che approva la convenzione di trasferimento, è proposta l'apertura di un credito d'opera di 3,7 milioni di franchi per l'ac¬ quisto del terreno e la copertura delle spese accessorie. L'ammontare del prezzo d'acquisto può essere parzialmente compensato con quello del mutuo concesso alla città di Losanna. D'altro canto la Confederazione abbandona il proprio diritto ad una parte dell'utile sul terreno residuo giusta il con¬ tratto conchiuso nel 1960 e riconosce al Cantone il diritto di riacquistare, per 11,5 milioni di franchi, gli immobili divenuti liberi in zona «Les Cèdres» (attuale sede dell'istituto) dopo il trasferimento della scuola a Dorigny (art.

12, cpv. 1 e 2).

Con riserva della vostra competenza in materia d'approvazione di cre¬ diti il trasferimento dianzi citato dev'essere effettuato entro 25 anni (art. 11) Visto che nelle immediate vicinanze dell'EPUL sorgeranno altre co¬ struzioni è indispensabile un vasto coordinamento nella pianificazione e nell'esecuzione dei lavori (art. 15). È segnatamente prevista la costruzione d'installazioni comuni all'EPUL e all'Università dato che quest'ultima sarà pure edificata a Dorigny.

L'articolo 14 è una disposizione-quadro concernente i principi da osse¬ quiare. Le spese per un centro sportivo, comune alle
due scuole superiori, saranno sopportate in parti uguali dalla Confederazione e dal Canton Vaud giusta la pratica già instaurata per la SPF.

2. Il disegno di legge sui politecnici federali a. In generale Il passaggio dell'EPUL alla Confederazione comporta l'abrogazione della legge federale del 7 febbraio 1854 sull'istituzione di una Scuola poli¬ tecnica svizzera (CS 4, 105, 113 e RU 1959, 533 - A Vili A 6) e la sua sostiFoglio Federale, 1968, Voi. /

28

410 tuzione mediante una nuova legge concernente i due politecnici federali.

Ricalcando l'abroganda legge, anche il nuovo disegno si restringe ai disposti fondamentali, cosicché il testo potè essere tenuto snello e conciso (29 arti¬ coli). La concinnità del nostro progetto trova una sua giustificazione anche nel fatto che il rapido sviluppo scientifico, cui una scuola tecnica superiore deve costantemente adeguarsi, consiglia di togliere dalla relativa rigidità d'un testo legislativo il disciplinamento di punti particolari, anche assai impor¬ tanti, per rinviarlo alle ordinanze ed ai regolamenti, la cui duttilità può sola consentire alla scuola la mobilità organizzativa richiesta.

La legge attualmente in vigore ha dato invero, da una veduta comples¬ siva, ottima prova, com'è indicato già nel fatto stesso della sua lunga du¬ rata. Tornava dunque ovvio assumerla a modello sicuro del nuovo testo legislativo, specie quanto all'importazione ed alle linee strutturali. Aggiun¬ giamo che il disegno s'articola in sette capitoli: I. Disposizioni generali; II.

Corpo discente; III. Corpo docente; IV. Autorità delle scuole; V. Personale; VI. Prestazioni cantonali e comunali; VII. Disposizioni finali.

b. Commento analitico Articolo 1 \ .

Il primo articolo rileva che due sono ormai le Scuole tecniche superiori della Confederazione. Esse devono venir poste sullo stesso rango e ciò va indicato sin dal nome, identico, tranne l'aggiunta della città di sede.

Articolo 2 L'articolo definisce la finalità delle due scuole. Giusta il terzo capoverso l'insegnamento tecnico e scientifico impartito può essere completato me¬ diante discipline di cultura generale; tale è già. la prassi nel Politecnico di Zurigo, a contare addirittura dalla fondazione della scuola. All'EPUL invece non vi sono cattedre particolari per le discipline umanistiche, tuttavia appare assai probabile che anche in quest'altra scuola occorrerà far luogo a un insegnamento di cultura generale.

Il quarto capoverso dispone che il programma di studio può essere continuato e .sviluppato mediante l'insegnamento cosiddetto del terzo ciclo (corsi per laureati). Questo disposto è importante e riflette la necessità di dar modo ai laureati di tenere il passo con la rapidissima evoluzione delle scienze naturali e tecniche. Come si vede la norma è redatta in
termini gene¬ rali e si astiene dal determinare singole direttive. Ciò è stato fatto di propo¬ sito poiché, se la forma oggigiorno nota di questo studio del terzo ciclo è uni¬ camente quella che concerne il conseguimento del dottorato, molte altre possibilità dovranno essere create in avvenire, sia mediante l'organizzazione di corsi annui su materie particolari oppure di corsi specialistici di durata breve, sia mediante l'attuazione di corsi serali da tenere durante gli studi regolari. Comunque occorrerà prestare la massima attenzione a questo inse¬ gnamento, tanto caratteristico del nostro tempo.

411 Il quinto capoverso di questo articolo consente ai due Politecnici di or¬ ganizzare un insegnamento preparatorio proprio. Tale è il caso, e da lungo tempo ormai, nell'EPUL, per tutto l'ampio settore delle matematiche; detto corso preparatorio ha dato ottime prove e conseguentemente sarà mante¬ nuto. Presentemente, per contro, il Politecnico di Zurigo non tiene nessun corso preparatorio.

Articolo 3 Ancorché il riconoscimento della libertà d'insegnamento e di ricerca sia, nel nostro Paese, ovvio e totale, pure abbiamo reputato utile di recepirlo in un disposto di legge, specie di una legge, come questa sui Politecnici, la quale verrà ad occupare, nella nostra politica universitaria, un posto cen¬ trale. I membri del corpo insegnante potranno evidentemente prevalersi di questa ampia libertà solo per le discipline ch'essi sono chiamati ad insegnare, giusta il tenore dell'atto di nomina del Consiglio federale.

Articolo 4 In ambedue i Politecnici l'insegnamento può essere dato nelle tre lingue ufficiali. In quello di Zurigo diverse sono le cattedre il cui titolare legge in francese, e non solo per le discipline umanistiche, bensì anche per quelle scientifiche. Invece all'EPUL l'insegnamento era sinora esclusivamente in francese ed occorrerà dunque aprirvi la possibilità di un insegnamento in lingua tedesca o in lingua italiana, per lo meno in talune cattedre. L'am¬ missione di tutte e tre le lingue ufficiali, in quanto lingue d'insegnamento, riveste per gli studenti una certa importanza, basta pensare segnatamente agli esami, agli esercizi, ai colloqui: molti professori infatti pur insegnando in una sola lingua possono senza difficoltà alcuna far passare degli esami in due o tre lingue, come anche dare delle spiegazioni o rispondere a delle domande in più lingue.

Articolo 5 Per quanto concerne quest'articolo rinviamo ai commenti fatti sotto lettera C del presente capitolo.

Articolo 7 Le disposizioni concernenti le condizioni d'ammissione, i piani normali di studio, l'articolazione in sezioni, gli esami propedeutici e finali, saranno incluse in particolari ordinanze e regolamenti. È previsto di consentire l'ac¬ cesso al primo semestre, e senza esame d'ammissione, ai titolari dei certifi¬ cati federali di maturità, o di certificati parificati, e di regolare uniforme¬ mente la durata degli studi in
tutte le sezioni. Tornerà invece necessario la¬ sciare che le disposizioni siano, nell'una e nell'altra scuola, assai diverse quanto agli esami propedeutici e finali, affinchè il futuro Politecnico fede-

412 rale di Losanna possa conservare il suo attuale impianto d'esami e preser¬ vare così il suo particolare carattere. E nemmeno sarà probabilmente possi¬ bile arrivare ad istituire, prima dell'entrata in vigore della legge, una disci¬ plina uniforme nei due Politecnici circa al vasto tema dell'attività pratica obbligatoria.

I piani normali di studio e i regolamenti d'esame devono essere coordi¬ nati in modo che i diplomi d'ambedue i Politecnici risultino senz'altro equi¬ pollenti e, in particolare, permettano ai loro titolari il libero accesso agli studi del terzo ciclo dell'una come dell'altra scuola. Occorrerà poi provve¬ dere a tutte le norme necessarie affinchè gli studenti possano suddividere il loro curricolo di studio tra l'una e l'altra scuola senza incorrere se non in un minimo di difficoltà e di perdita di tempo.

Articolo 9 L'articolo regola le prestazioni pecuniarie dovute dagli studenti. Per frequentare le scuole i discenti dovranno pagare delle tasse d'iscrizione e di corso, da stabilire in modo uniforme; a queste tasse potranno aggiungersi dei contributi per le opere sociali, quali ad esempio la cassa ammalati degli studenti, l'assicurazione contro gli infortuni professionali, l'assicurazione per. la pratica sportiva ed altre. D'altro canto gli studenti potranno essere esentati dall'obbligo di pagare le tasse d'iscrizione di corso e d'esame allor¬ ché si trovano in una situazione economica che lo giustifichi; questo disposto è rafforzato dall'altro, immediatamente consecutivo, che prevede l'attribu¬ zione di borse o prestiti. Invero spetta oggigiorno in primo luogo ai Cantoni di assegnare le borse, dato che all'uopo essi ricevono i sussidi federali in¬ staurati dalla legge del 19 marzo 1965, siccome però non esiste ancora in tutti i Cantoni un regime borsistico soddisfacente, occorre pur dare ai due Politecnici la possibilità di accordare in modo autonomo degli aiuti finan¬ ziari agli studenti.

Articolo 10, L'articolo sancisce il diritto delle associazioni studentesche, riconosciute dai due Politecnici, di contribuire con il proprio parere alla soluzione dei problemi universitari. Intendiamo in tal modo rispondere al desiderio degli studenti di aver voce nelle questioni interessanti la loro scuola.

Articoli da 11 a 16 Per quanto concerne il corpo insegnante, ci sembra opportuno
con¬ servare la norma secondo cui il diritto di nominare i professori va riservato espressamente al Consiglio federale, a cagione dell'importante posizione che il professore viene ad occupare e della considerazione che la sua personalità conferisce alla scuola. I professori sono nominati per una durata determi¬ nata e godono di uno stipendio fisso (art. 12, cpv. 1). Il Consiglio federale

413 è competente anche per conferire il professorato a dei membri del corpo insegnante pur senza attribuire ai medesimi uno stipendio fisso: ciò accade abitualmente per i liberi docenti e per gli incaricati di corsi, i quali, con un lungo magistero o con servizi speciali resi alla ricerca, si siano resi beneme¬ riti della loro scuola (art. 12, cpv. 2).

Non, invece, il Consiglio federale, bensì il Consiglio dei Politecnici o, eventualmente, i vicepresidenti del medesimo sono competenti per autoriz¬ zare i liberi docenti ad insegnare, (conferir loro cioè la «venia legendi») oppure per scegliere gli incaricati di corsi (generalmente specialisti partico¬ larmente qualificati non appartenenti alla scuola) ed infine per nominare gli assistenti. Tutte queste competenze saranno disciplinate particolareggiata¬ mente nell'apposita ordinanza sul Consiglio dei Politecnici, in merito alla quale diamo alcune spiegazioni sotto lettera C del presente capitolo.

Articolo 17 Questo articolo prevede che i rappresentanti dei docenti delle due scuole dovranno essere consultati prima che delle decisioni importanti, concernenti i Politecnici, siano prese.

Articoli da 18 a 21 L'articolo 18, parallelamente all'analogo disposto della legge del 1854, designa il Consiglio federale come autorità suprema dei due Politecnici. Il Consiglio federale nomina il Consiglio dei Politecnici, il quale gli è diretta¬ mente subordinato ed ha la funzione di assumere la direzione generale delle due scuole (art. 19, cpv.l.) Il coordinamento fra i due Politecnici è certo ottimamente garantito dalla circostanza che una stessa autorità pre¬ sieda ad essi. Il Consiglio dei Politecnici, sostituito all'attuale Consiglio della Scuola politecnica federale, consta di un presidente, due vicepresidenti e sei ulteriori membri. Il presidente ed i vicepresidenti esercitano la loro funzione a tempo pieno (art. 19, cpv. 2). Mentre il Consiglio dei Politecnici dovrà curare, e già vi abbiamo accennato, la direzione generale delle due scuole superiori, ciascuno dei due vicepresidenti si assumerà la responsabilità del¬ l'amministrazione diretta di una di esse. L'ordinanza sul Consiglio dei Poli¬ tecnici, già citata innanzi commentando gli articoli 11 a 16, disciplinerà ana¬ liticamente le competenze sia del Consiglio federale sia del Consiglio dei politecnici
sia infine dei due vicepresidenti.

È previsto che il Consiglio dei politecnici debba tenere le sue sedute nell'una o nell'altra delle due scuole, secondo i bisogni. In ciascuna scuola un ufficio resta a disposizione del presidente del Consiglio, per consentirgli di stabilire con la massima facilità i necessari contatti diretti; tuttavia, per ragioni di semplificazione amministrativa, la sede della segreteria presiden¬ ziale resterà a Zurigo. Quest'ordinamento appresta le condizioni utili per

414 assicurare un collegamento stretto fra il Consiglio dei Politecnici e le due scuole che gli sono subordinate.

L'attuale Consiglio della scuola politecnica federale consta di sette membri, il nuovo Consiglio dei politecnici ne conterà invece nove: l'aum'ento è giustificato segnatamente dal fatto che è opportuno accordare ai membri non permanenti il potere di esercitare anch'essi un'influenza adeguata sul¬ l'andamento degli affari scolastici.

Articolo 25 Giusta questo disposto, le donazioni o i legati vincolati ad uno scopo speciale, fatti all'uno o all'altro dei Politecnici, richiedono, per essere accet¬ tati, l'approvazione del Consiglio federale. Ovviamente l'autorità suprema di vigilanza sulle scuole doveva pur essere posta in grado di provvedere affin¬ chè gli scopi assegnati per legge alle scuole stesse non arrischiassero di essere progressivamente alterati da donazioni vincolate a scopi divergenti.

Articolo 28 Trattasi in questo articolo delle prestazioni che il Cantone e la città di Zurigo, nonché il Cantone di Vaud e la città di Losanna dovranno eventual¬ mente fornire ai rispettivi Politecnici. Dette prestazioni saranno determinate mediante contratti particolari stipulati tra la Confederazione, i Cantoni e le città. Gli accordi che dovranno essere stabiliti cadranno nell'ambito di quanto è previsto nell'attuale articolo 40 della legge del 1854, ove è disposto, per esempio, che i Cantoni o le città dovranno assicurare agli studenti il libero accesso alle loro collezioni scientifiche e il libero uso dei loro impianti sportivi.
c. Atti legislativi complementari
Numerosi decreti, ordinanze e regolamenti, saranno necessari per tra¬ durre in atto la nuova legge sui Politecnici federali. Tra essi, il testo più importante sarà senz'altro quello dell'ordinanza che il Consiglio federale dovrà emanare per definire le competenze delle autorità scolastiche, non an¬ cora stabilite per legge: si tratterà innanzitutto di disciplinare precisamente le attribuzioni rispettive del Consiglio dei politecnici e dei suoi vicepresi¬ denti. L'ordinanza cui alludiamo (e che pensiamo di intitolare «Ordinanza sul Consiglio dei Politècnici», dal momento che la maggior parte delle sue disposizioni concernerà appunto quest'autorità) sta necessariamente in un organico stretto rapporto con la legge, e dovrà essere promulgata contem¬ poraneamente alla medesima, onde già abbiamo provveduto ad allestirne il disegno. Siccome poi l'ordinanza, per diversi rispetti, verrà ad assumere una notevole importanza, abbiamo avuto cura di prepararla conducendo esaurienti negoziati, tramite una nostra delegazione, con il Cantone di Vaud:

415 l'accordo è risultato completo quanto al contenuto delle progettale disposi¬ zioni.

Per l'essenziale, la competenza del Consiglio federale è invece stabilita addirittura nella legge; ne viene che l'ordinanza potrà restringersi a specifi¬ care in merito le competenze implicite nella definizione del Consiglio fede¬ rale come autorità suprema delle due scuole, per esempio il diritto di istituire o di annullare delle cattedre su proposta del Consiglio dei Politecnici.

Il Consiglio dei Politecnici dovrà innanzitutto occuparsi delle questioni sulle quali il Consiglio federale è chiamato a pronunciarsi in ultima istanza.

Per quanto attiene ai compiti importanti che cadono nell'ambito di compe¬ tenza del Consiglio dei Politecnici, si può stabilire l'elenco essenziale se¬ guente: , -- riconoscere i certificati rilasciati dalle scuole secondarie medie o dalle scuole superiori per l'ammissione ai Politecnici degli studenti svizzeri e stranieri; -- stabilire i piani di studio delle sezioni e i programmi adatti al terzo ciclo; -- compilare i regolamenti degli esami per l'ottenimento del diploma e del dottorato; -- autorizzare i liberi docenti ad insegnare e distribuire i settori d'insegna¬ mento agli incaricati di corsi; -- nominare i direttori degli istituti e gli assistenti principali.

Inoltre, il Consiglio dei Politecnici fungerà da istanza di ricorso per le decisioni emananti da autorità che gli siano sottoposte.

Nell'ordinanza occorrerà delimitare, con una cura particolare, i compiti rispettivi del Consiglio dei Politecnici e dei suoi vicepresidenti: il primo, di norma, dovrà essere competente per tutto quanto concerne la politica delle scuole tecniche superiori e, specialmente, il loro sviluppo coordinato, i secondi, invece, dovranno essere responsabili della direzione ed amministra¬ zione immediata della scuola cui presiedono, avranno quindi il diritto di fare proposte al Consiglio, segnatamente su tutti i temi concernenti il coordina¬ mento fra i politecnici, nonché sulle questioni che il Consiglio dei Politecnici è tenuto a sottoporre al Consiglio federale.

Fra le attribuzioni amministrative dei vicepresidenti l'ordinanza include quella di decidere circa l'ammissione degli studenti e degli uditori, circa le domande, d'esonero dalle tasse d'iscrizione e di corso, oppure di attribu¬ zione di
borse o mutui, circa il rilascio dei diplomi in nome del Consiglio dei Politecnici, circa la nomina degli assistenti, i congedi dei docenti e la designazione dei supplenti, circa la polizia delle scuole e l'esercizio del potere disciplinare, circa la ripartizione dei crediti fra i due politecnici, le loro cattedre e i loro istituti, nel quadro del presuntivo approvato dalle Camere federali ed infine circa il controllo dell'impiego dei crediti stanziati.

416 Pensiamo di poter restringerci, nel presente messaggio, a queste semplici indicazioni, rinunciando ad altri commenti sui minori testi applicativi della legge. Taluni di essi' dovranno essere peraltro posti in vigore contempora¬ neamente alla legge, onde i lavori preparatori vanno iniziati senza indugio.

d. Considerazioni finali Il regime d'aiuto alle università cantonali e il trasferimento dell'EPUL alla Confederazione costituiscono due complessi provvedimenti, fondamen¬ tali per lo sviluppo delle nostre scuole superiori: ambedue mirano a gettare i necessari fondamenti per portare le nostre scuole ad un livello rispondente alle esigenze del tempo attuale. Come è sottolineato dal Consiglio svizzero della scienza, si pone oggigiorno, con urgenza, il compito di aumentare con¬ siderevolmente, nell'interesse del Paese, il numero degli universitari occupati nei, singoli rami professionali. La Confederazione non può rifiutare il pro¬ prio concorso ad un'opera di così chiaro interesse nazionale. Questa è l'in¬ tenzione che sottende i disegni legislativi che, col presente messaggio, pre¬ sentiamo alla vostra approvazione. Il fondamento costituzionale del nuovo testo di legge e del decreto di trasferimento, è apprestato dall'articolo 27, capoverso 1, della Costituzione federale.

Vogliate gradire, onorevoli signori Presidente e Consiglieri, l'assicura¬ zione della nostra alta considerazione.

Berna, 4 marzo 1968.

In nome del Consiglio federale svizzero, Il Presidente della Confederazione: Spiihler H Cancelliere della Confederazione: Huber

Schweizerisches Bundesarchiv, Digitale Amtsdruckschriften Archives fédérales suisses, Publications officielles numérisées Archivio federale svizzero, Pubblicazioni ufficiali digitali

Messaggio del Consiglio federale all`Assemblea federale per l`assunzione della Scuola politecnica dell`Università di Losanna (Del 4 marzo 1968)

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