01.003 Rapporto sulla politica economica esterna 2000 e Messaggi concernenti accordi economici internazionali del 10 gennaio 2001

Onorevoli presidenti e consiglieri, Visto l'articolo 10 della legge federale del 25 giugno 1982 sulle misure economiche esterne (RS 946.201; «la legge»), vi sottoponiamo il presente rapporto.

Vi proponiamo di prendere atto del presente rapporto e dei suoi allegati (n. 9.1.19.1.7) (art. 10 cpv. 1 della legge).

Nel contempo, fondandoci sull'articolo 10 capoversi 2 e 3 della legge, vi sottoponiamo cinque messaggi concernenti accordi economici internazionali. Vi proponiamo di adottare il disegno di decreto federale concernente l'emendamento di accordi di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e Stati terzi (n. 9.2.1 e allegati), nonché i disegni di decreti federali relativi ai seguenti accordi: ­

Accordo tra gli Stati membri dell'AELS e la Repubblica di Macedonia, accompagnato da un protocollo d'intesa e da un accordo in forma di scambio di lettere tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica di Macedonia relativo al commercio dei prodotti agricoli (n. 9.2.2 e allegati);

­

Scambio di note con il Principato del Liechtenstein relativo alla parità di trattamento nei settori dell'accesso alla professione di fiduciario e della promozione della costruzione di abitazioni (n. 9.2.3 e allegato);

­

Accordo di riassicurazione fra la Svizzera e la Germania in materia di garanzia dei rischi delle esportazioni (n. 9.2.4 e allegati);

­

Accordo di commercio e di cooperazione economica tra il Consiglio federale svizzero e il Governo della Repubblica dell'Azerbaigian (n. 9.2.5 e allegato).

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

10 gennaio 2001

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Moritz Leuenberger La cancelliera della Confederazione, Annemarie Huber-Hotz

712

2000-2425

Compendio Il capitolo introduttivo del rapporto (n. 1) è dedicato all'importanza dell'economia esterna della Svizzera nel contesto della mondializzazione attuale e si sofferma sul ruolo della politica economica esterna svizzera e sugli strumenti di cui dispone per la sua integrazione nell'economia mondiale.

Il rapporto presenta in seguito una ricapitolazione della situazione economica (n. 2) e passa in rivista le attività della politica economica esterna dell'anno 2000 a livello multilaterale, bilaterale e autonomo (n. 3-9.1). Infine, al rapporto vengono allegati cinque messaggi riguardanti accordi economici internazionali (n. 9.2).

Nel solco di una congiuntura internazionale il cui vigore ha superato tutte le aspettative, l'economia svizzera ha registrato nel 2000 un tasso di crescita del 3,3 per cento, il più alto da un decennio a questa parte.

L'economia e il commercio mondiali hanno pure segnato, nell'anno in esame, l'indice di crescita più elevato da oltre un decennio. Mentre la congiuntura ha subìto un lieve rallentamento fino a metà dell'anno negli Stati Uniti, la crescita è viepiù accelerata in Europa. Nell'area OCSE, la crescita dell'economia ha registrato un'accelerazione di oltre il 4 per cento. Nel resto del mondo, la ripresa, stimolata dal dinamismo della domanda internazionale, si è nuovamente ra fforzata.

Per il 2001 ci si attende, a causa di un affanno percettibile della congiuntura americana e del leggero cedimento della dinamica economica dell'UE, il ritorno della crescita a un tasso più moderato, leggermente superiore al 3 per cento, ma molto ben suddiviso e più sostenibile a lungo termine. Nel resto del mondo, la ripresa continuerà ad essere nell'insieme vigorosa malgrado gli effetti moderatori legati all'alto prezzo del petrolio. In Asia, la dinamica subirà un certo rallentamento pur mantenendo un buon livello. Per contro, la ripresa nell'America latina e nei Paesi in transizione dell'Europa centrale e orientale andrà viepiù accelerando.

Analogamente a quanto si è verificato nella maggior parte delle economie dell'Europa occidentale, il coincidere di un forte dinamismo degli impulsi di crescita all'esterno e all'interno ha fatto sì che anche l'economia svizzera abbia registrato una crescita al di là di ogni previsione. Grazie al boom dell'economia mondiale e ai favorevoli
rapporti di scambio, lo sviluppo delle esportazioni ha mantenuto il ritmo elevato della fine del 1999. Mentre i consumi delle famiglie e gli investimenti in beni d'attrezzatura delle imprese hanno continuato a crescere vigorosamente, la domanda interna è nuovamente accelerata con la ripresa dell'attività nel settore dell'edilizia. Malgrado un rallentamento nel secondo semestre, la crescita del prodotto interno lordo reale ha raggiunto il 3,3 per cento nell'anno in esame, ossia il tasso più elevato da dieci anni a questa parte.

La crescita delle esportazioni svizzere di merci dovrebbe subire un certo rallentamento nel 2001. Ciò va attribuito a un leggere indebolimento della crescita dell'economia mondiale e a un tasso di cambio più alto, ma pure a difficoltà a livello dell'offerta. In seguito all'irrigidimento della politica monetaria, il dinamismo della domanda interna si indebolirà leggermente pur rimanendo elevato. Bisogna attendersi una crescita un

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po' più moderata sia per quanto attiene agli investimenti in attrezzature che ai consumi. Il rallentamento congiunturale dell'economia svizzera si protrarrà dunque nel 2001 e dovrebbe generare un tasso di crescita più moderato, del 2,3 per cento se i prezzi restano stabili, che corrisponde meglio al potenziale a lungo termine attuale.

Per quanto riguarda le attività della politica economica esterna, occorre ricordare gli eventi seguenti: Con l'accettazione da parte del popolo svizzero, il 21 maggio, degli accordi settoriali con la CE, la Svizzera ha segnato un punto importante nella sua politica europea. Nel quadro delle relazioni dell'AELS con i Paesi terzi europei sono stati firmati un accordo di libero scambio con la Macedonia e alcune dichiarazioni di cooperazione economica con la Croazia, l'Ucraina e la Repubblica federale di Jugoslavia. Il momento più significativo dello sviluppo delle relazioni transatlantiche dell'AELS è stata la conclusione, alla fine di novembre, di un accordo di libero scambio con il Messico, il primo con un Paese d'oltremare. In dicembre, sono stati avviati negoziati con il Cile.

Dato che la Conferenza di Seattle non era riuscita a far decollare un nuovo ciclo di negoziati economici a livello mondiale, i membri dell'OMC si sono concentrati soprattutto sulle conseguenze di questo scacco per il sistema commerciale e per l'OMC in quanto organizzazione. Agli inizi del 2000, sono stati avviati i negoziati nei settori dell'agricoltura e dei servizi.

In giugno, 33 Stati hanno adottato le direttive aggiornate dell'OCSE riguardanti le multinazionali.

La decima Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD X), riunitasi in febbraio, ha fissato le priorità dell'organizzazione per gli anni futuri in materia di politica dello sviluppo. In settembre, un nuovo accordo internazionale sul caffè è stato concluso nel quadro dell'UNCTAD. La Svizzera ha adottato di nuovo misure di sdebitamento a favore dei Paesi in sviluppo fortemente indebitati. Il Club di Parigi ha, a sua volta, accordato riduzioni sostanziali a Paesi poveri gravati da debiti ingenti.

Il programma di sostegno all'Europa centrale e orientale ideato dalla Svizzera è stato portato avanti mentre veniva rafforzata la collaborazione con l'Europa sudorientale, in particolare nel quadro del Patto
di stabilità.

In giugno si è tenuta a Ginevra la conferenza di aggiornamento del vertice sociale mondiale svoltosi a Copenaghen nel 1995.

La nostra rete di accordi economici bilaterali è stata arricchita da un accordo di cooperazione economica con l'Azerbaigian e da accordi di promozione e di protezione degli investimenti con il Bangladesh, il Costarica, il Libano e la Nigeria. In uno scambio di note, la Svizzera e il Liechtenstein hanno concordato di trattare sul piano di parità tutti i rispettivi concittadini per quanto riguarda l'accesso alla professione di fiduciario e la promozine della costruzione di abitazioni. Nell'ambito della garanzia dei rischi delle esportazioni (GRE) è stato concluso un accordo di riassicurazione reciproca tra l'Ufficio della garanzia dei rischi delle esportazioni, per la Svizzera, e la società HERMES per la Germania.

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Indice Compendio

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1 Significato della politica economica esterna all'alba di un nuovo decennio 1.1 Importanza dell'economia esterna svizzera in seno all'economia mondiale globalizzata 1.2 Cooperazione in seno alle organizzazioni multilaterali 1.2.1 La Svizzera in seno all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) 1.2.2 La Svizzera e l'OCSE 1.2.3 La Svizzera e le istituzioni di finanziamento multilaterali 1.3 Partecipare alla formazione di spazi regionali di libero scambio 1.3.1 Cooperazione nell'Europa occidentale 1.3.1.1 Cooperazione con l'UE 1.3.1.2 La Convenzione dell'AELS 1.3.2 Cooperazione con altri spazi economici 1.4 Cooperazione economica con diversi Paesi 1.4.1 Accordi economici bilaterali della Svizzera 1.4.2 Strumenti della cooperazione svizzera allo sviluppo economico e commerciale 1.5 «Agire a livello nazionale» nell'ambito della promozione dell'economia esterna 1.5.1 Garanzia dei rischi delle esportazioni (GRE) 1.5.2 Promozione delle esportazioni 1.5.3 Contatti bilaterali e delegazioni economiche 1.5.4 Promozione della piazza economica 1.6 Prospettive

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2 Situazione economica

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3 Integrazione economica europea 3.1 Relazioni tra la Svizzera e l'UE 3.1.1 Relazioni nell'ambito degli accordi in vigore 3.1.2 Approvazione e attuazione dei nuovi accordi settoriali 3.2 Associazione europea di libero scambio (AELS) e altre relazioni europee di libero scambio 3.2.1 In generale 3.2.2 Aggiornamento della Convenzione dell'AELS 3.2.3 Relazioni dell'AELS con Stati terzi d'Europa e con i Paesi del bacino mediterraneo 3.3 Relazioni con il Liechtenstein 3.4 Cooperazione europea nel settore della ricerca e della tecnologia 3.4.1 EUREKA 3.4.2 COST

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4 Cooperazione economica multilaterale 4.1 Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) 4.1.1 Riunione del Consiglio dell'OCSE a livello ministeriale 4.1.2 Aspetti essenziali delle attività analitiche 4.1.2.1 Politica economica svizzera 4.1.2.2 Cooperazione allo sviluppo 4.1.3 Strumenti in materia d'investimenti 4.1.3.1 Norme multilaterali sugli investimenti 4.1.3.2 Codice destinato alle imprese multinazionali 4.1.3.3 Prassi nell'ambito della corruzione 4.1.4 Negoziazione di altri strumenti 4.1.4.1 Cooperazione internazionale nel settore della concorrenza 4.1.4.2 Commercio elettronico 4.1.4.3 Concorrenza fiscale nociva 4.1.4.4 Biotecnologia 4.2 Organizzazione mondiale del commercio (OMC) 4.2.1 In generale 4.2.2 Agricoltura 4.2.3 Servizi 4.2.4 Proprietà intellettuale 4.2.5 Appalti pubblici 4.2.6 Composizione delle controversie 4.2.7 Procedura di adesione 4.2.8 Rapporti con altre istituzioni 4.3 Accordi preferenziali con Stati extraeuropei 4.4 Nazioni Unite (ONU) 4.4.1 UNCTAD - X 4.4.2 UNIDO 4.4.3 UNCED 4.4.4 Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite 4.4.5 Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) 4.4.6 Conferenza d'aggiornamento del vertice sociale mondiale (Geneva 2000) 4.5 Cooperazione settoriale multilaterale 4.5.1 Cooperazione nel campo dell'energia 4.5.1.1 Agenzia internazionale dell'energia (AIE) 4.5.1.2 Trattato della Carta dell'energia

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5 Il sistema finanziario internazionale 5.1 Il FMI e l'architettura finanziaria internazionale 5.2 Il gruppo dei Dieci 5.3 Organizzazioni internazionali

763 764 766 766

6 Aiuto finanziario 6.1 Istituzioni finanziarie multilaterali 6.1.1 Gruppo della Banca mondiale (BIRS, IDA, IFC e MIGA) 6.1.2 Banche regionali di sviluppo

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6.1.3 Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo 6.2 Misure di sostegno a favore dei Paesi in sviluppo e dei Paesi in transizione 6.2.1 Paesi in sviluppo 6.2.2 Europa centrale e orientale e CSI

771 772 772 775

7 Relazioni bilaterali 7.1 Europa occidentale 7.2 Europa centrale e orientale e CSI 7.3 Europa sudorientale 7.4 America del Nord 7.5 America centrale e meridionale 7.6 Asia e Oceania 7.7 Medio Oriente 7.8 Africa

777 777 778 779 780 781 782 783 784

8 Politica economica esterna autonoma 8.1 Controllo delle esportazioni 8.1.1 Provvedimenti intesi a lottare contro la proliferazione di beni che possono servire alla produzione di armi di distruzione di massa 8.1.1.1 Ordinanza sul controllo dei beni a duplice impiego 8.1.1.2 Ordinanza sul controllo dei composti chimici 8.1.1.3 Ordinanza sull'energia nucleare 8.1.1.4 Ordinanza sugli esplosivi 8.1.2 Misure d'embargo 8.1.2.1 Iraq 8.1.2.2 Repubblica federale di Jugoslavia 8.1.2.3 Myanmar 8.1.2.4 Taliban (Afghanistan) 8.1.2.5 Sierra Leone 8.2 GRE, GRI, finanziamento delle esportazioni, riconversione del debito 8.2.1 Garanzia dei rischi delle esportazioni 8.2.2 Garanzia dei rischi degli investimenti 8.2.3 Finanziamento delle esportazioni 8.2.4 Riconversione del debito 8.3 Promozione delle esportazioni 8.4 Turismo

785 785

9 Allegati 9.1 Allegati 9.1.1-9.1.7 9.1.1 Tavole e grafici sull'evoluzione economica 9.1.2 Comunicato stampa della riunione del Consiglio dell'OCSE a livello ministeriale il 26-27 giugno 2000 a Parigi 9.1.3 La Dichiarazione sugli investimenti internazionali e le imprese multinazionali 9.1.4 Comunicato stampa della riunione ministeriale dell'AELS del 19 giugno 2000 a Zurigo

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9.1.5 Comunicato stampa della riunione ministeriale dell'AELS del 12 e 13 dicembre 2000 a Ginevra 9.1.6 Ispezioni pre-imbarco effettuate in Svizzera per conto di Stati esteri e sottoposte ad autorizzazione 9.1.7 Conseguenze economiche dell'aiuto pubblico allo sviluppo in Svizzera Elenco delle abbreviazioni 9.2 Allegati 9.2.1-9.2.5 9.2.1 Messaggio concernente l'emendamento di accordi tra gli Stati dell'AELS e Stati terzi Decreto federale concernente l'emendamento di accordi di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e Stati terzi (Disegno) Protocollo che modifica l'articolo 16 e l'allegato VII dell'Accordo tra gli Stati dell'AELS e la Repubblica di Slovenia Decisione n.7/00 del Comitato misto AELS-Marocco 9.2.2 Messaggio concernente l'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e la Repubblica di Macedonia Decreto federale relativo all'approvazione dell'Accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e la Repubblica di Macedonia (Disegno) Accordo tra gli Stati dell'AELS e la Repubblica di Macedonia Accordo in forma di scambio di lettere tra la Confederazione Svizzera e la Repubblica di Macedonia relativo al commercio dei prodotti agricoli 9.2.3 Messaggio concernente lo scambio di note con il Principato del Liechtenstein relativo alla parità di trattamento nei settori dell'accesso alla professione di fiduciario e della promozione della costruzione di abitazioni Decreto federale che approva lo scambio di note con il Principato del Liechtenstein relativo alla parità di trattamento nei settori dell'accesso alla professione di fiduciario e della promozione della costruzione di abitazioni (Disegno) Scambio di note tra la Confederazione Svizzera e il Principato del Liechtenstein relativo alla parità di trattamento nei settori dell'accesso alla professione di fiduciario e della promozione della costruzione di abitazioni 9.2.4 Messaggio concernente l'Accordo di riassicurazione in materia di garanzia dei rischi delle esportazioni fra la Svizzera e la Germania Decreto federale concernente l'Accordo di riassicurazione in materia di garanzia dei rischi delle esportazioni fra la Svizzera e la Germania (Disegno) Accordo di riassicurazione reciproca fra la società anonima di assicurazione crediti HERMES, Amburgo (di seguito «HERMES»), che agisce in nome e per conto della Repubblica federale di Germania, e l'Ufficio della garanzia dei rischi delle esportazioni, Zurigo (di seguito «GRE»), che

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agisce per il Segretariato di Stato dell'economia, il quale a sua volta agisce per la Confederazione Svizzera 9.2.5 Messaggio concernente l'Accordo di commercio e di cooperazione economica tra il Consiglio federale svizzero e il Governo della Repubblica dell'Azerbaigian Decreto federale concernente l'Accordo di commercio e di cooperazione economica tra il Consiglio federale svizzero e il Governo della Repubblica dell'Azerbaigian (Disegno) Accordo di commercio e di cooperazione economica tra il Consiglio federale svizzero e il Governo della Repubblica dell'Azerbaigian

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960

965

966

719

Rapporto 1

Significato della politica economica esterna all'alba di un nuovo decennio

L'inizio di un nuovo decennio offre l'occasione per dare al capitolo introduttivo un respiro un po' più ampio. In esso dovremo tener presente in particolare gli sviluppi dell'economia mondiale e della politica economica esterna, l'interazione fra i diversi strumenti di politica economica come pure l'importanza crescente e fluttuante dell'economia esterna.

1.1

Importanza dell'economia esterna svizzera in seno all'economia mondiale globalizzata 1

La globalizzazione è una realtà. Uno spazio economico di tali dimensioni non si è mai avuto nel passato. Per la Svizzera, una piccola economia che trae il cinquanta per cento dei suoi profitti dall'estero, l'accesso a questo spazio è vitale. Il nostro Paese è già oggi uno degli Stati economicamente più aperti, ma la dipendenza dall'estero si accrescerà ancora. La Svizzera deve rafforzare la sua presenza politica ed economica a tutti i livelli (globale, regionale e nazionale) affinché la sua economia possa integrarsi in maniera ottimale nell'economia mondiale.

L'economia mondiale ha registrato dalla fine delle secondo conflitto mondiale una crescita molto vigorosa: il commercio internazionale è cresciuto negli ultimi quarant'anni del 1500 per cento; nel contempo i dazi doganali sui beni industriali sono scesi dal 50 a meno del 3 per cento. Il motore vero e proprio di questo sviluppo è costituito dalla divisione del lavoro internazionale in seno all'economia, che segna una progressione costante. L'espressione più marcata di questo sviluppo è l'accelerazione del commercio internazionale e degli investimenti transnazionali come pure l'intensificarsi progressivo della concorrenza internazionale.

L'apertura sul mondo è fondamentale per l'economia dei piccoli Paesi. Solo il superamento dei limiti imposti dal mercato interno permette una specializzazione nei settori di produzione per i quali quel mercato detiene i presupposti più favorevoli.

Un perseguimento coerente dei mercati mondiali rende possibile una produzione sufficientemente elevata dal punto di vista quantitativo e un finanziamento delle esigenze sempre maggiori della ricerca e dello sviluppo.

La Svizzera, insieme ai Paesi del Benelux, a Singapore e Hong Kong fa parte delle economie più aperte sul mercato mondiale. La sua importanza nel contesto commerciale internazionale travalica di molto il rango che la superficie del Paese le attribuisce (il 110° posto): fra le nazioni commerciali essa si colloca al 19° posto per quanto riguarda l'esportazione di merci e al 17° per le importazioni. Le esportazioni di beni e di servizi coprono una quota di circa il 45 per cento di tutta la nostra attività economica.

L'affermazione che un franco su due viene guadagnato, direttamente o indirettamente, 1

720

Cfr. n. 1 del rapporto 95/1+2, FF 1996 I 581.

all'estero appare giustificata pensando all'importante rete dei fornitori interni, ricca fonte di posti di lavoro, e soprattutto al fatto che le statistiche non sempre riescono a rilevare nella loro totalità le transazioni internazionali nel settore dei servizi.

L'orientamento verso l'estero è forte soprattutto nei settori dell'industria svizzera tradizionalmente votati all'esportazione. Nel ramo dell'industria più importante per quanto riguarda l'occupazione, l'industria meccanica e metallurgica, la quota esportata oscilla tra il 70 e l'80 per cento della produzione totale. Nel settore del turismo circa il 60 per cento dei pernottamenti interessa visitatori stranieri. Nel ramo assicurativo il 60 per cento dei premi viene riscosso all'estero; nelle riassicurazioni la percentuale sale addirittura a oltre il 96 per cento. La quota delle attività estere delle banche svizzere, sia in campo attivo che passivo, è oggi nettamente superiore al 50 per cento.

L'economia svizzera in futuro sarà ancor più costretta a vincolare le sue possibilità di sviluppo ai rapporti con l'estero. L'esportazione nell'industria meccanica e metallurgica è passata, nel giro di un decennio, dal 60 per cento circa a oltre il 75 per cento. E in campo finanziario il peso delle transazioni estere della banche svizzere è aumentato da meno del 40 a oltre il 50 per cento nell'arco di cinque anni.

La dimensione dell'economia svizzera all'estero si sta trasferendo sempre più verso gli investimenti diretti, le partecipazioni in società straniere ecc. Queste forme integrano l'esportazione tradizionale e generano nuove attività. L'esportazione di capitali per investimenti diretti da parte di imprese svizzere all'estero sono aumentati tra il 1995 e il 1999 da 14,4 miliardi di franchi a 51,9 miliardi (cfr. allegato, n. 9.1.1, grafico 7). La Svizzera, con i suoi 250 miliardi di franchi di investimenti diretti all'estero, occupa il settimo posto fra i Paesi investitori di tutto il mondo. La quota pro capite di investimenti diretti della popolazione svizzera è la maggiore fra tutti i Paesi dell'OCSE. Le imprese svizzere occupano all'estero circa 1,6 milioni di persone, cifra che corrisponde a un terzo dei salariati svizzeri.

Le eccedenze della bilancia commerciale svizzera, che hanno registrato un incremento sorprendente, testimoniano un
forte impegno internazionale della nostra economia. Negli ultimi anni oltre l'80 per cento delle eccedenze proveniva dai soli redditi da capitale, in particolare da proventi di investimenti diretti all'estero (cfr.

allegato, n. 9.1.1, grafico 6).

Gli anni Novanta hanno messo in netta evidenza l'importanza del commercio estero e di condizioni di base adeguate in questo settore per l'economia svizzera. È difficile stabilire quanto l'integrazione economica incompleta della Svizzera nel mercato interno europeo abbia influenzato lo sviluppo economico del Paese nel suo insieme.

Tutte le analisi disponibili hanno, per contro, dimostrato come la sopravvalutazione del franco nel periodo che va dal 1993 al 1995 abbia causato danni notevoli all'economia svizzera. Le perdite di quote di mercato della nostra economia sui mercati internazionali e all'interno nei tre anni 1994-1996 ammontano al 2,5 per cento sia nel settore della produzione (PIL) sia in quello dell'occupazione. Questo passivo nel campo dell'economia esterna ha soffocato sul nascere la ripresa economica avviatasi in Svizzera a partire dal 1994 in una fase di forte congiuntura internazionale. Ma l'economia del nostro Paese ha riguadagnato le potenzialità di sviluppo che le sono insite in questi ultimi anni anche se le condizioni di base dell'economia esterna erano poco propizie.

La forte dipendenza dell'economia svizzera dall'estero richiede dallo Stato una politica economica esterna altrettanto attiva. La Svizzera è vincolata da circa 2000 721

trattati internazionali. La maggior parte di essi è di natura economica. Il Seco (Segretariato di Stato dell'economia), competente per il coordinamento della politica economica esterna, ne amministra circa 900. La Svizzera potrà tenere il passo con la globalizzazione soltanto se rafforzerà le sue attività a tutti i livelli: globale, regionale, nazionale. A livello globale, nelle organizzazioni multilaterali, vengono ulteriormente sviluppate e migliorate le regole del gioco. A livello regionale e sovraregionale, l'apparizione di grandi spazi economici (ad es. UE, NAFTA, ASEAN o MERCOSUR) rischia di svantaggiare i piccoli Paesi che non sono membri di queste associazioni. A livello nazionale, infine, la Svizzera è in concorrenza con altri Paesi per l'afflusso di investimenti privati sia di origine interna che estera. Ma per continuare ad essere concorrenziali essa deve poter offrire condizioni di base favorevoli sul piano delle infrastrutture, dell'ordinamento giuridico, della fiscalità e altri fattori rilevanti ai fini degli investimenti dell'economia privata.

­

1.2

Lo slogan delle imprese attive a livello internazionale «Pensare globalmente, agire localmente» vale, in una forma leggermente modificata, anche per la politica economica svizzera: «Pensare globalmente, collaborare con i partner e agire a livello nazionale.» Concretamente ciò significa: discutere i problemi economici con i Paesi partner e ricercare insieme le soluzioni adeguate (ad es., nel quadro della OCSE); operare per l'affermazione di un ordinamento economico mondiale all'insegna della trasparenza e della certezza del diritto (soprattutto in seno all'OMC); offrire condizioni d'accesso ai mercati interessanti per lo meno equivalenti a quelle proposte dai principali concorrenti (ad es. con accordi di libero scambio nell'ambito dell'AELS); sostenere le imprese dedite all'esportazione nel loro impegno internazionale (ad es. promozione delle esportazioni) e promuovere l'insediamento di società estere sul nostro territorio.

Cooperazione in seno alle organizzazioni multilaterali

La Svizzera è parte del sistema finanziario, economico commerciale multilaterale. Un ruolo centrale vi svolgono in particolare l'OMC con le sue regole vincolanti sul commercio mondiale, le istituzioni di Bretton Woods con la loro funzione di stabilità e di sviluppo della politica finanziaria, come pure l'OCSE con i suoi compiti di coordinamento della politica economica e commerciale ma anche con la sua attività normativa. Se la Svizzera vuole far parte di questi organismi mondiali, la sua collaborazione dovrà essere attiva e professionale.

L'architettura finanziaria ed economica multilaterale è composta, da un lato, dal Fondo monetario internazionale (FMI) (cfr. n. 5), dal gruppo dalla Banca mondiale (BM) e dall'Organizzazione mondiale del commercio (OMC); dall'altro, dalle organizzazioni e conferenze speciali delle Nazioni Unite2 importanti sul piano politico 2

722

UNCTAD, Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo, in particolare Conferenza delle Nazioni Unite per l'ambiente e lo sviluppo (UNCED), Organizzazione internazionale del lavoro (OIL), Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI).

ed economico. Esse definiscono insieme all'OCSE le condizioni di base del sistema multilaterale della finanza, dell'economia e del commercio. La Svizzera è membro di tutti gli organismi summenzionati e può in tal modo partecipare alla configurazione attiva delle loro regole. È importante per il nostro Paese che queste organizzazioni adempiano efficacemente il loro compito. Non appena il processo decisionale diventa troppo lungo, il consenso troppo difficile da raggiungere e l'attuazione delle decisioni richiede troppo tempo, vi è il rischio di veder sorgere istituzioni parallele (ad es. Financial Stability Forum, G 20), di cui la Svizzera non sempre è membro.

1.2.1

La Svizzera in seno all'Organizzazione mondiale del commercio 3 (OMC)

L'Organizzazione mondiale del commercio, istituita il 1° gennaio 1995, conta oggi 140 membri e oltre 30 candidati all'adesione tra i quali la Cina e la Russia. Questi Paesi rappresentano insieme un volume commerciale di 5470 miliardi di dollari per quanto attiene alle merci e di 1350 miliardi di dollari di servizi. L'OMC è un forum all'interno del quale si negoziano l'evoluzione delle regole del commercio multilaterale, i miglioramenti futuri per l'accesso ai mercati e l'elaborazione di condizioni quadro coerenti per settori della politica che influenzano il commercio (agricoltura, ambiente, sanità, cultura, norme fondamentali del lavoro). Il dispositivo normativo dell'OMC include oltre 30 accordi vincolanti. Per il rispetto degli obblighi che le Parti contraenti si sono assunti esiste un meccanismo per la risoluzione delle controversie che, dalla sua entrata in vigore il 1° gennaio 1995, ha già dovuto a occuparsi di 260 istanze.

La Svizzera, con la sua piccola economia proiettata all'esterno, è particolarmente interessata allo sviluppo di un sistema commerciale multilaterale ben funzionante e aperto ai mutamenti economici. Un sistema che deve assicurare mediante regole vincolanti un maggior certezza del diritto e una migliore trasparenza. Il nostro Paese vuole che nuovi mercati si aprano gradualmente, che vengano elaborate regole praticabili e, infine, che l'OMC operi coerentemente al fianco di altre organizzazioni internazionali come l'OIL. L'inserimento progressivo nel sistema del commercio mondiale dei Paesi in sviluppo, in particolare dei più poveri fra essi, e dei Paesi in transizione è pure annoverato fra le priorità della politica svizzera in seno all'OMC, come lo è lo sviluppo di un dialogo di questa organizzazione con i parlamenti nazionali e le organizzazioni non governative.

Occorre che in un futuro prossimo venga colmata la lacuna esistente fra i Paesi che non hanno ancora realizzato i risultati del ciclo di consultazioni tenutosi in Uruguay dal 1986 al 1994, o lo abbiano fatto solo in parte, e quelli, come la Svizzera, che patrocinano un nuovo ciclo mondiale di negoziati sul commercio ritenendo che i risultati si raggiungono con anni di lavoro mentre l'economia mondiale registra mutamenti sempre più rapidi. Proprio i settori dedicati agli investimenti e alla competitività dovrebbero
essere disciplinati, nell'interesse di una coerenza globale, da nuove regole all'interno dell'OMC. Si dovrà inoltre fare in modo che i Paesi i quali incontrano difficoltà nell'applicazione di alcune disposizioni dell'OMC possano fruire di un sostegno adeguato che servirebbe a creare un migliore clima per l'avvio di ulteriori negoziati anche in queste nazioni.

3

Cfr. n. 1 del rapporto 99/1+2, FF 2000 1209.

723

1.2.2

La Svizzera e l'OCSE

L'OCSE con i suoi 30 membri è un'associazione di Stati dotati di uno sviluppo industriale relativamente elevato sullo sfondo di un'economia di mercato e di una struttura politica democratica. Il perno delle loro attività risiede nel coordinamento della politica economica e commerciale e nella cooperazione allo sviluppo. La concordanza degli obiettivi delle politiche nazionali si conquista soprattutto grazie al dibattito tra gli esperti e i responsabili della politica, sulla base delle analisi preliminari svolte dal segretariato.

Le attività normative più importanti dell'OCSE riguardano, sin dalla fondazione, il movimento di capitali, i servizi internazionali e gli investimenti diretti. Occorre menzionare in tale ambito soprattutto i codici per la liberalizzazione del movimento di capitali e delle transazioni invisibili (1961), le direttive per le multinazionali e lo strumento per il trattamento nazionale degli investitori internazionali. Raccomandazioni importanti sono fatte anche nel quadro della competitività e del governo societario («Corporate Governance»). Da citare è altresì la direttiva sui crediti all'esportazione sussidiati con risorse pubbliche. Nel 1997 è stata approvata la Convenzione sulla lotta alla corruzione (cfr. FF 1999 4784).

1.2.3

La Svizzera e le istituzioni di finanziamento multilaterali

La Svizzera è membro delle istituzioni di Bretton Woods (Fondo monetario internazionale e Banca mondiale), della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) come pure delle banche di sviluppo africana, interamericana e asiatica. I contributi annui della Svizzera a queste banche partner ammontano a quasi 200 milioni di franchi che coprono circa i due terzi dei suoi aiuti multilaterali.

L'aiuto multilaterale è una componente importante per la cooperazione con i Paesi in sviluppo e in transizione e per la lotta alla miseria. Le banche multilaterali mobilitano mezzi finanziari ingenti; esse stabiliscono condizioni quadro per una crescita duratura che favoriscono gli investimenti privati e il commercio; promuovono il rispetto delle norme internazionali e dei modelli pratici per la gestione dell'economia e la guida degli esecutivi; contribuiscono, infine, alla soluzione delle crisi finanziarie accordando sostanziali crediti di adeguamento. Le banche multilaterali esercitano una forte influenza sulla politica di sviluppo e sul futuro di Paesi e regioni che sono anche partner commerciali ­ attuali o futuri ­ della Svizzera.

Le imprese svizzere non devono sottovalutare il ruolo svolto dalle banche multilaterali di sviluppo quali partner importanti. Le contropartite dei crediti distribuiti da queste banche rivestono grande importanza economica per il nostro Paese; proporzionalmente essi sono sempre stati superiori agli obblighi finanziari della Svizzera verso queste istituzioni.

­

724

Le attività di queste organizzazioni esercitano un impatto crescente sulla politica economica svizzera e sono considerevolmente importanti per il nostro Paese. I risultati delle trattative che vi si svolgono, in particolare quelle in seno all'OMC, possono essere solitamente accettati o respinti solo in blocco, ma la Svizzera non dovrebbe rifiutare anche eventuali soluzioni di compromesso. Per il nostro Paese è importante partecipare a queste deliberazioni sin dalle prime battute; il suo interesse preminente è di non essere

soltanto membro di queste organizzazioni ma di farsi valere anche a livello decisionale.

1.3

Partecipare alla formazione di spazi regionali di libero scambio

L'Europa è il principale campo d'attività della nostra economia. Dopo la conclusione delle trattative settoriali, il rapporto con l'UE è stato posto su una base istituzionale più ampia. Questi accordi devono però essere ulteriormente sviluppati ed estesi. Quale membro dell'AELS, la Svizzera è inserita in una rete di libero scambio tra le più fitte del mondo alla quale partecipano 16 partner dell'Europa centrale e orientale e del bacino mediterraneo. Questi accordi devono metterci sullo stesso piano dei partner commerciali più importanti per quanto attiene l'accesso ai mercati. Grazie all'accordo con il Messico (firmato il 27 novembre 2000) l'AELS ha esteso per la prima volta questa rete a una dimensione intercontinentale.

1.3.1

Cooperazione nell'Europa occidentale 4

1.3.1.1

Cooperazione con l'UE

I partner più importanti dell'economia svizzera in Europa e nel mondo sono i Paesi dell'UE con un mercato di 370 milioni di consumatori. Importanza che si accrescerà viepiù con l'imminente estensione dell'UE. Circa due terzi delle nostre esportazioni di merci (120 miliardi di franchi) sono destinate all'UE ­ la metà di esse finisce nei quattro Stati confinanti che appartengono all'UE ­ e oltre quattro quinti delle nostre importazioni provengono dall'UE; un terzo di esse dalla Germania.

Questi scambi sono disciplinati in oltre 50 accordi il cui cardine continua ad essere rappresentato dall'accordo di libero scambio del 1972 che statuisce il libero scambio dei beni industriali. Esso viene completato da convenzioni di applicazione circa le procedure doganali e dal cumulo paneuropeo, in materia d'origine, dei Paesi dell'AELS, dell'UE e dell'Europa centrale e orientale (1997). Oltre al trattato sullo scambio delle merci sono stati conclusi diversi accordi economici della seconda generazione, come ad esempio l'accordo quadro sulla ricerca tecnica e scientifica (1987) e l'accordo in materia di assicurazione contro i danni (1991).

Dopo il no allo Spazio economico europeo (SEE) del 1992 occorreva estendere e aggiornare i nostri rapporti con l'UE: ciò è stato realizzato con i sette accordi settoriali la cui entrata in vigore è prevista per il 2001. La loro ricaduta sullo sviluppo economico dovrebbe rappresentare fra lo 0,5 e il 2 per cento del PIL.

La rete di accordi esistente dovrà essere aggiornata anche nel settore economico tenendo così conto delle dichiarazioni comuni relative a nuove trattative contenute negli atti finali relativi ai sette trattati, e ciò fino all'eventuale rinnovo della richiesta di adesione all'EU del 1992. Le nuove trattative riguardano la liberalizzazione generale dei servizi e alcuni miglioramenti per l'accesso al mercato dei prodotti agricoli lavorati.

4

Cfr. n. 1 del rapporto 96/1+2, FF 1997 II 1.

725

1.3.1.2

La Convenzione dell'AELS

La convenzione dell'AELS del 1960 ha rappresentato a lungo per la Svizzera lo strumento più importante dell'integrazione economica nell'Europa occidentale anche dopo il 1972, anno in cui si stabilirono dei legami con la CEE di allora. Dall'adesione dell'Austria, della Finlandia e della Svezia all'UE, l'attività principale dell'Associazione di libero scambio, nella sua forma ridimensionata, è stata, da un lato, la gestione dell'accordo sullo SEE e, dall'altro, l'istituzione di una rete di accordi commerciali preferenziali con Stati terzi. Tre dei membri residui dell'AELS sono divenuti nel contempo, a partire dal 1994, membri dello SEE.

La convenzione dell'AELS deve essere aggiornata e ampliata per poter incrementare il grado d'integrazione fra gli Stati dell'AELS mediante l'inclusione di altri settori quali, ad esempio, i servizi.

1.3.2

Cooperazione con altri spazi economici

La politica dell'AELS verso i Paesi terzi mira a procurare agli attori economici dell'area AELS una possibilità di accesso ai mercati terzi equipollente a quella degli altri partner commerciali grazie a nuovi accordi di libero scambio. Finora gli Stati dell'AELS hanno concluso trattati di libero scambio con Stati terzi dell'Europa centrale e orientale e del bacino mediterraneo, aree nelle quali la UE ha negoziato accordi di cooperazione e di associazione. Recentemente sono aumentate le tendenze a definire nuove zone regionali di libero scambio5 e le iniziative per la conclusione di accordi preferenziali transregionali6.

Gli Stati dell'AELS sono riusciti finora a tenere il passo con questi sviluppi. Attualmente, i 16 accordi stipulati con partner esterni all'UE e all'AELS costituiscono una rete di libero scambio tra le più fitte. Il commercio con i Paesi terzi partner dell'AELS è una componente straordinariamente dinamica del commercio estero svizzero: l'insieme delle esportazioni svizzere è cresciuto dal 1995 al 1999 di circa il 25 per cento, le esportazioni destinate ai 14 Paesi partner dell'AELS di oltre il 40 per cento. Le cifre relative alle importazioni rappresentano rispettivamente il 24 per cento e il 64 per cento. Oltre il 12 per cento dell'intero export svizzero (UE 61%, USA 12%, Giappone 4%) è stato destinato nel 1999 a Paesi con i quali gli Stati dell'AELS hanno concluso, o prevedono di concludere, trattati di libero sca mbio.

Il trattato firmato ultimamente con il Messico segna l'estensione ai Paesi d'oltremare della politica verso i Paesi terzi decisa dai ministri dell'AELS. Gli Stati che compongono l'AELS dimostrano così di voler tenere conto della tendenza crescente in tutto il mondo alla stipulazione di accordi preferenziali estesi, regionali e sovraregionali (quindi non limitati ai soli prodotti industriali). Se è vero che gli interessi in materia di politica economica esterna di economie piccole e medie vengono soddisfatti di regola nel modo migliore mediante una liberalizzazione nel quadro multinazionale, la Svizzera, quale Paese fortemente dipendente dalle esportazioni e, nel contempo, non vincolato a nessun blocco economico può partecipare alla liberalizzazione progressiva del commercio mondiale ed evitare un'erosione della competiti-

5 6

726

P. es. NAFTA, MERCOSUR, CEFTA, South African Customs Union (SACU).

P. es. l'UE e l'America latina, l'UE e il Sudafrica, gli Stati Uniti e la Giordania, Singapore e la Nuova Zelanda, il Sudafrica e il MERCOSUR.

vità della sua economia soltanto se estende la sua politica di libero scambio sia dal profilo geografico che da quello del contenuto.

­

1.4

La Svizzera deve costantemente migliorare ed estendere la rete di accordi in Europa, la regione alla quale appartiene naturalmente. Deve però profittare attivamente, nel contempo, delle occasioni che le si offrono per stipulare accordi preferenziali con partner d'oltremare e proseguire la sua intensa attività a sostegno della liberalizzazione progressiva nell'ambito dell'OMC e di altre organizzazioni multilaterali.

Cooperazione economica con diversi Paesi

Gli accordi bilaterali sono strumenti flessibili e facilmente realizzabili della cooperazione economica. La loro importanza si accresce là dove il dispositivo normativo multilaterale non interviene. La rete di trattati economici bilaterali include gli accordi di cooperazione economica, gli accordi sulla protezione degli investimenti, le convenzioni riguardanti la prevenzione della doppia imposizione come pure gli accordi sul reciproco riconoscimento di valutazioni di conformità. Questi strumenti della cooperazione in seno alla politica economica e commerciale con i Paesi in sviluppo e in transizione facilitano l'integrazione di questi Stati nell'economia mondiale.

1.4.1

Accordi economici bilaterali della Svizzera

Gli accordi bilaterali sono il preludio dei dispositivi normativi negoziati a livello di organizzazioni multilaterali: essi vengono conclusi con Paesi che non sono (ancora) membri di queste organizzazioni e riguardano settori per i quali non esiste ancora alcun dispositivo normativo multilaterale (ad es. accordo bilaterale concernente la protezione degli investimenti per la mancata attuazione di un disciplinamento multilaterale nell'ambito dell'OCSE).

Gli accordi economici più importanti sono: ­

Accordi di cooperazione economica: introdotti da pochi anni, hanno lo scopo di promuovere l'estensione del commercio e della cooperazione economica. Essi integrano i principi fondamentali del GATT, quali la clausola della nazione più favorita negli scambi commerciali bilaterali e l'uguaglianza di trattamento fra prodotti importati e prodotti indigeni nell'applicazione delle misure prese a livello nazionale. Inoltre, essi prevedono una certa tutela dei diritti di proprietà intellettuale. Circa una dozzina di accordi siffatti sono stati conclusi in particolare con Stati dell'ex blocco orientale.

­

Accordi concernenti la protezione degli investimenti (API): contengono norme circa il trattamento degli investimenti fatti da investitori di una Parte contraente sul territorio dell'altra Parte. Le disposizioni più importanti riguardano i principi del trattamento nazionale e la clausola della nazione più favorita, in particolare il trasferimento degli utili da investimento, le regole da osservare in caso di espropri (obbligo di risarcimento) come pure la tutela

727

accordata dal diritto internazionale alle relazioni contrattuali fra investitore e Paese ospite. Attualmente gli accordi di questo tipo in vigore sono 88.

­

Convenzioni di doppia imposizione (CDI): statuiscono le norme per la prevenzione della doppia imposizione sul piano internazionale e per la soluzione dei conflitti in materia fiscale. Grazie a queste convenzioni le imprese operanti in altri Stati contraenti non sono fiscalmente discriminate; in tal modo migliorano le disposizioni quadro per le ditte operanti all'estero. Le CDI sono complementari agli accordi API. Questi ultimi armonizzano le basi giuridiche «elementari» per quanto attiene al trattamento degli investimenti diretti. L'amministrazione delle finanze del DFF ha già negoziato oltre 60 convenzioni di doppia imposizione.

­

Accordi sul reciproco riconoscimento di valutazioni di conformità (ARR): permettono di eliminare le distorsioni concorrenziali derivate dalla complessità e dalla mancanza di trasparenza delle regole tecniche nel momento in cui gli ostacoli classici al commercio ­ dazi doganali e contingentamenti ­ perdono di importanza a causa degli impegni multilaterali. La Svizzera sta negoziando attualmente con gli Stati della CEE/AELS, gli Stati Uniti, l'Australia e la Repubblica ceca e prevede di avviare trattative anche con il Giappone e l'Ungheria.

1.4.2

Strumenti della cooperazione svizzera allo sviluppo economico e commerciale

Il legislatore ha suddiviso i compiti della cooperazione allo sviluppo fra due Dipartimenti (DFAE e DFE). La cooperazione allo sviluppo nell'ambito della politica economica e commerciale del Seco è uno strumento della politica economica esterna. L'obiettivo primario è rappresentato dal sostegno ai Paesi in sviluppo e in transizione nel corso della loro integrazione nell'economia mondiale. Una migliore integrazione di questi Paesi nell'economia mondiale apre all'economia svizzera nuove prospettive quanto a sbocchi, investimenti e approvvigionamenti.

Gli strumenti macroeconomici applicati dal Seco vengono impiegati per consolidare gli accordi citati nei settori commerciale, degli investimenti e tributario come pure nel contesto di negoziati commerciali con i Paesi in sviluppo.

Il Seco, all'insegna di «scambio e assistenza» («trade and aid»), si adopera nel facilitare l'accesso ai nostri mercati ai Paesi in sviluppo più poveri mediante la soppressione degli ostacoli esistenti e la promozione attiva delle importazioni (SIPPO, Swiss Import Promotion Program).

Gli investimenti nei Paesi in sviluppo e in transizione con i quali la Svizzera ha concluso un API e/o una CDI sono promossi dalla Swiss Organization for Facilitating Investments (SOFI) e dalla Swiss Development Finance Corporation (SDFC). La SOFI funge pure da consulente per tutte le PMI per la conclusione di eventuali joint-venture contribuendo altresì al cofinanziamento degli studi di fattibilità. La SDFC o altri fondi di capitali di rischio possono partecipare con capitali o prestiti a lunga scadenza a investimenti della nostra industria privata nei Paesi emergenti. Con queste misure di sostegno il Seco intende mobilitare il capitale privato e integrare il tal modo il flusso dei finanziamenti pubblici.

728

Nei Paesi selezionati il Seco mette in atto strumenti per il finanziamento di progetti consentendo la costruzione di infrastrutture e favorendo la realizzazione di progetti commercialmente non realizzabili (nei settori dell'ambiente, dell'energia e delle acque). Ciò torna a vantaggio anche delle nostra industria perché questi progetti devono comportare almeno una quota minima di forniture svizzere (concorrenziali). Il sostegno della bilancia dei pagamenti e aiuti finanziari vengono devoluti ai Paesi considerati ancora poco promettenti dall'industria privata ma che già si comportano, da un'angolazione macroeconomica, all'unisono con le esigenze del Fondo monetario internazionale. Scopo di queste misure è il sostegno alla politica di adeguamento strutturale macroeconomico per offrire, più avanti nel tempo, altre misure di promozione del commercio e degli investimenti. Il Seco, infine, coordina i provvedimenti bilaterali nel quadro della politica economica e commerciale con la DSC, con gli altri donatori bilaterali o multilaterali e con lo Stato interessato.

­

1.5

Il dispositivo normativo dell'economia internazionale non rende obsoleta la stipulazione di accordi bilaterali. Questi ultimi si rivelano per contro opportuni nel caso di Stati non vincolati a un dispositivo normativo multilaterale e, inoltre, per regioni nelle quali una soluzione multilaterale non è ancora stata adottata.

«Agire a livello nazionale» nell'ambito della promozione dell'economia esterna

La Svizzera dispone di ampi margini di manovra in materia di politica economica esterna. La Confederazione appoggia le iniziative di imprese svizzere per quanto riguarda le esportazioni, in particolare quelle delle PMI (GRE, promovimento dell'export, missioni economiche) e sostiene l'insediamento di imprese straniere in Svizzera (promozione della piazza economica).

La promozione della politica economica esterna mira a sostenere le nostre aziende, in particolare le PMI, a integrarsi nell'economia mondiale. Essa sostiene la loro attività commerciale internazionale e favorisce l'insediamento in Svizzera di società estere suscettibili di incrementare, o persino di generare, in seno alla nostra economia la competitività di elementi produttori di valore aggiunto.

1.5.1

Garanzia dei rischi delle esportazioni (GRE)

Uno strumento classico di promozione del commercio estero è, sin dal 1934, la GRE che nonostante l'inasprimento della concorrenza internazionale e l'estensione geografica del commercio estero ha mantenuto intatta la sua importanza. La GRE è stata mobilitata in questi ultimi anni per circa 450 ordini e un ammontare approssimativo di 2300 milioni di franchi. In un prossimo futuro sarà opportuno procedere a una verifica della GRE anche a seguito delle privatizzazioni e liberalizzazioni progressive nei Paesi emergenti. Nel confronto con strumenti analoghi esistenti in importanti Paesi concorrenti sono emerse lacune che giocano a sfavore dei nostri esportatori.

729

1.5.2

Promozione delle esportazioni

L'apertura dei mercati internazionali offre nuove opportunità commerciali che finora erano state prevalentemente sfruttate dalle grande multinazionali. La piccole e medie imprese (PMI) non riescono ancora a sfruttare queste possibilità nella misura voluta.

Solo il 17 per cento delle PMI (PMI con meno di 250 dipendenti) esportano direttamente. La promozione delle esportazioni deve mirare in maniera preponderante a informarle sulle possibilità di smercio all'estero, aiutarle ad affermarsi come fornitori competitivi sul piano internazionale e facilitare il loro accesso ai mercati esteri mediante l'informazione, la consulenza e il marketing all'estero.

La Confederazione ha incaricato l'USEC, con un mandato di prestazione, di elaborare e applicare le misure necessarie per il raggiungimento di questi obiettivi, definirne gli effetti misurabili e controllarne il rispetto. Quale compenso per l'adempimento di questo importante e vasto compito d'interesse pubblico, l'USEC riceverà dal 2001 al 2003 un contributo annuo di 15,1 milioni di franchi, risorse che, naturalmente, non devono alterare la concorrenza fra l'USEC e i privati o fra gli stessi privati. Per assicurare un'efficace realizzazione del progetto l'USEC fungerà da coordinatore delle reti interna ed esterna. Gli spetterà anche la competenza di concludere e applicare contratti di prestazione con le rappresentanze svizzere all'estero (ambasciate, consolati) sui mercati più importanti (centri di sostegno per le esportazioni). Dieci di questi centri saranno in esercizio entro il 1° ottobre 2001; ne saranno istituiti almeno altri 20 entro il 2003. Questi centri saranno dotati di personale e risorse propri; dovranno assistere gli imprenditori svizzeri con servizi di qualità nella ricerca e nell'approfondimento delle relazioni commerciali. Saranno pure ampliate le competenze della rete delle rappresentanze estere a livello mondiale al fine di salvaguardare al meglio gli interessi dell'economia esterna svizzera. L'USEC, inoltre, migliorerà sostanzialmente la formazione dei collaboratori della rete esterna. È opportuno intervenire anche nei settori dell'informazione e della consulenza. Collegandosi al sito Internet «Swiss Export Information Network» (SEIN) è possibile ottenere informazioni aggiornate e di ottima qualità. La consulenza è stata adeguata soprattutto ai bisogni delle imprese svizzere di media importanza.

1.5.3

Contatti bilaterali e delegazioni economiche

Il capo del DFE si occupa di intrattenere i contatti ad alto livello conducendo delegazioni economiche bilaterali o miste all'estero per trattare problemi di natura politico-economica ben definiti e per allacciare contatti che l'economia privata difficilmente riuscirebbe a stabilire. I capi di altri Dipartimenti intervengono pure in tal senso presso i loro contatti all'estero. Missioni analoghe dirette dal segretario di Stato dell'economia o da membri della direzione del Seco servono soprattutto ad avviare opportunità concrete di cooperazione fra ditte svizzere, specialmente PMI, e ditte degli Stati visitati (cfr. n. 7.4-7.7).

1.5.4

Promozione della piazza economica

Nella promozione operativa dell'economia esterna rientra pure lo strumento della promozione della piazza economica. All'insegna di «Location:Switzerland» vengono sondati sistematicamente, a partire dal 1996, i più importanti Paesi di provenien730

za degli investimenti esteri, in particolare dell'Europa e dell'America del Nord, sulla base del decreto federale sul promovimento dell'informazione riguardante la piazza economica svizzera. La Svizzera viene qui descritta quale piazza interessante per imprese ad alta tecnologia e forte produzione di valore aggiunto nonché quale centro ideale per la sede di imprese extraeuropee e per i loro servizi di management.

La competitività viepiù aspra fra le piazze economiche in Europa ha fatto sì che non vi siano quasi più differenze per quanto riguarda la qualità dei rispettivi luoghi d'insediamento. Sarà pertanto sempre più importante che i vantaggi della piazza svizzera vengano pubblicizzati con efficacia all'estero, sondando in tale ottica i mercati prioritari. Le spese complessive delle istanze federali e cantonali, nonché delle organizzazioni regionali e locali per la promozione della piazza svizzera dovrebbero ammontare a 30-40 milioni di franchi l'anno. Per migliorare l'efficacia di questi interventi, la Confederazione pensa di integrare maggiormente i diversi attori in una rete comune. Un potenziale supplementare è costituito dall'inclusione delle nostre rappresentanze all'estero, le quali anche in questo settore possono assumere un ruolo importante come quello che già svolgono per la promozione delle esportazioni.

­

1.6

La promozione dell'economia deve confrontarsi con le sfide imposte dai mutamenti economici a livello mondiale. I paralleli che si possono tracciare fra imprenditoria e Stato sono numerosi: un promovimento economico di successo favorisce vie di comunicazione più veloci e crea nodi di coordinamento efficienti. Essa richiede strumenti di promozione professionali e specifici nonché una forte presenza in loco. Per l'impiego efficiente delle risorse disposte dal Parlamento è inoltre indispensabile una competenza elevata nelle questioni economiche nelle sedi estere. L'idoneità della rete esterna a recepire in futuro questi compiti con maggior determinazione comporta risorse supplementari.

Prospettive

Il posto occupato dalla Svizzera nel commercio mondiale non è commisurato alle dimensioni del suo territorio. Essa guadagna praticamente un franco su due all'estero; il commercio estero è pertanto uno dei pilastri della sua prosperità. In tale contesto, è indispensabile che la Svizzera conduca una politica attiva in materia di economia esterna al fine di promuovere il benessere comune e difendere gli interessi della sua economia all'estero, come è sancito nella sua Costituzione. Nei prossimi anni la Svizzera si concentrerà maggiormente sulle operazioni di promozione del commercio estero pur continuando a essere attiva sul fronte della negoziazione di accordi economici, multilaterali e bilaterali.

I flussi del commercio mondiale, dei servizi e degli investimenti sono considerevolmente aumentati negli scorsi anni, a causa di una ripartizione globalizzata del lavoro e dei progressi fatti segnare dai trasporti e dalle nuove tecnologie di trasmissione.

Questi nuovi presupposti dell'economia mondiale rendono indispensabile una partecipazione attiva della Svizzera all'estensione del campo d'applicazione a nuovi settori delle regole del commercio mondiale, nelle istituzioni multilaterali quali l'OMC, l'OCSE e le istituzioni di Bretton Woods.

Coscienti degli interessi dell'economia svizzera, sosteniamo un nuovo ciclo di negoziati multilaterali dell'OMC. Gli interessi e le esigenze dei membri di questa orga731

nizzazione variano fortemente da un Paese all'altro e queste divergenze hanno ritardato i suoi lavori. Dopo la conclusione dell'Uruguay Round si osserva una chiara tendenza a stipulare accordi regionali e bilaterali di commercio, che contribuiscono anch'essi alla liberalizzazione degli scambi e non contrastano con l'approccio globale dell'Organizzazione mondiale del commercio, a condizione che le sue regole siano rispettate. È necessario e addirittura indispensabile continuare a sviluppare la nostra rete di accordi bilaterali, approfondendone il contenuto (servizi e investimenti) ed estendendone la portata geografica (in particolare verso l'America e l'Asia).

Le nostre relazioni economiche con l'UE devono essere sviluppate in questo ambito.

L'UE è posta di fronte a sfide considerevoli (estensione all'Est, riforme istituzionali, politica monetaria comune ecc.), che influiranno anche sull'economia svizzera.

Le operazioni di promozione dell'economia esterna passeranno d'ora in poi attraverso una promozione più efficace delle esportazioni e della piazza economica e attraverso un miglior coordinamento reciproco di queste attività. L'obiettivo consiste nel dimostrare che la Svizzera può essere un Paese d'esportazione e d'insediamento ancora più attrattivo per le imprese nazionali ed estere. Diverse riforme sono in corso o sono già state attuate. Queste sfide dovranno essere assunte mettendo a disposizioni adeguati mezzi tecnici e risorse umane sufficienti.

2

Situazione economica (tavole e grafici: cfr. allegato, n. 9.1.1) Nel 2000, l'economia svizzera è stata caratterizzata da una crescita sostenuta dagli impulsi della congiuntura interna ed estera. In considerazione della forte espansione dell'economia mondiale, la crescita delle esportazioni è continuata al ritmo elevato raggiunto alla fine del 1999. Con un tasso del 3,3 per cento, la crescita dell'economia ha raggiunto il suo livello massimo da un decennio. Gli impulsi della domanda estera diminuiscono e, in seguito a una politica monetaria restrittiva, anche la congiuntura interna subisce un leggero rallentamento: lo sviluppo della congiuntura in Svizzera dovrebbe sfociare su un tasso di crescita nuovamente più moderato del 2,3 per cento. Ciò corrisponde meglio all'attuale potenziale di crescita a lungo termine della nostra economia.

Forte espansione dell'economia e del commercio mondiali L'economia e il commercio mondiali hanno registrato, nell'anno in rassegna, la crescita più forte da oltre un decennio. Mentre negli Stati Uniti la congiuntura ha subìto un lieve rallentamento fino alla metà dell'anno, nell'Europa occidentale la crescita ha continuato ad accelerare. Nell'area OCSE, la crescita dell'economia è stata di oltre il 4 per cento. Anche nel resto del mondo vi è stata una nuova ripresa, stimolata dal dinamismo della domanda internazionale. Gli impulsi più forti continuano a venire dagli Stati Uniti. Grazie a spese pubbliche elevate, a una forte costituzione di riserve e a un'evoluzione sempre dinamica degli investimenti delle aziende, soprattutto nel settore delle tecnologie dell'informazione, nel primo semestre del 2000 l'economia americana ha raggiunto un tasso di crescita del 6 per cento circa. Nonostante gli enormi progressi nella produttività, i segni di uno sfruttamento eccessivo dell'apparato produttivo sono molteplici: il mercato del lavoro è molto teso e 732

l'inflazione è aumentata con un ritmo leggermente superiore al rincaro del petrolio.

Nel contempo, a causa della crescita costante delle importazioni, il disavanzo della bilancia delle partite correnti americana è aumentato al 4,5 per cento circa del PIL. Il netto rallentamento della crescita economica nel terzo trimestre è dunque un segnale positivo che segna l'inizio della normalizzazione della congiuntura americana.

Nella prima metà dell'anno, l'economia giapponese ha registrato una ripresa più forte del previsto. I motori sono stati la forte crescita delle esportazioni, in particolare verso il resto dell'Asia e, di conseguenza, un maggior dinamismo negli investimenti da parte delle aziende. Anche le spese di consumo delle economie domestiche sono state sorprendentemente elevate. Tuttavia, considerato il notevole bisogno di riforma nel settore finanziario, la ripresa rimane fragile. La crescita dovrebbe continuare ad essere moderata anche nei prossimi anni.

Evoluzione economica in Svizzera, nell'area OCSE e nell'UE: confronto tra gli indicatori essenziali (variazioni percentuali rispetto all'anno precedente) Prodotto interno lordo reale 5 4 3 2 1 0 ­1

1990

1991

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

2001

1998

1999

2000

2001

1998

1999

2000

2001

Volume delle esportazioni di beni 16 14 12 10 8 6 4 2 0 ­2

1990

1991

1992

1994

1995

1996

1997

Tasso di disoccupazione in %

12 10 8 6 4 2 0

1990

1993

1991

1992

1993 Svizzera

1994

1995

area OCSE

1996

1997

Stati UE

Fonti: OCSE; fonti nazionali per la Svizzera (UST, DGD, Seco) 2000: stime; 2001: previsioni

Nell'UE, la ripresa della congiuntura, iniziata nella seconda metà del 1999, è proseguita con lo stesso dinamismo. Nella zona euro il PIL reale è aumentato del 3,5 per cento circa nel primo semestre del 2000. Le esportazioni sono particolarmente dinamiche e beneficiano della forte crescita della domanda internazionale ­ anche per i beni strumentali ­ e della debolezza dell'euro. Le notevoli disparità di crescita 733

all'interno della zona euro si sono ridotte soltanto in minima parte. Tuttavia, la crescita si è consolidata nei Paesi finora in ritardo, in particolare Germania e Italia. Nel contempo, l'espansione ha continuato ad accelerare nei Paesi che presentano un'alta congiuntura (soprattutto in Finlandia, Irlanda e Spagna).

Anche all'infuori dei Paesi occidentali industrializzati, l'economia ha avuto un'evoluzione, in generale, più favorevole di quanto non si fosse previsto all'inizio dell'anno.

Nei Paesi asiatici colpiti dalla crisi dei mercati finanziari, la ripresa è particolarmente dinamica. Stimolata da forti esportazioni verso gli Stati Uniti e il resto della regione asiatica stessa, la crescita economica della maggior parte dei mercati emergenti e della Repubblica popolare cinese ha superato ­ con tassi dal 5 all'8 per cento ­ le previsioni già ottimistiche. L'espansione si ripercuote progressivamente sulla domanda interna. Di conseguenza, per la prima volta dal 1997, nella maggior parte dei Paesi della regione dovrebbero aumentare anche gli investimenti delle aziende.

In America latina, la ripresa ha riacquistato vigore. L'evoluzione nei Paesi principali è tuttavia poco omogenea. L'economia brasiliana ha ritrovato un tasso di crescita reale del 3-4 per cento. Le forti esportazioni, favorite dalla svalutazione della moneta, ma anche una congiuntura interna sempre più ampiamente sostenuta ne sono le cause. In Argentina, invece, l'evoluzione rimane piuttosto debole e fragile. Il problema principale è il vincolo della valuta al dollaro forte, che indebolisce la competitività internazionale sia nei confronti del concorrente brasiliano sia sul mercato di sbocco più importante, ossia l'Europa. Di conseguenza, attualmente il Paese non è interessante nemmeno per gli investitori internazionali.

Nell'Europa centrale e orientale l'evoluzione varia ancora molto a seconda dei Paesi. L'aumento della domanda proveniente dall'Europa occidentale ha provocato, soprattutto in Polonia e in Ungheria, una forte ripresa. Anche in Russia, la produzione economica è orientata al rialzo: l'evoluzione ha beneficiato dell'aumento del prezzo del petrolio, che ha consolidato la situazione economica esterna e ha permesso di aumentare nettamente le spese pubbliche.

A causa del netto rallentamento della congiuntura americana
e del lieve indebolimento della dinamica economica dell'UE, per il 2001 si prevede che la crescita dei Paesi dell'OCSE ritorni a un tasso più moderato, ma molto ben ripartito a livello regionale e sostenibile a lungo termine, lievemente superiore al 3 per cento. Nel resto del mondo, la ripresa rimarrà globalmente forte, nonostante deboli effetti di moderazione dovuti ai prezzi elevati del petrolio. In Asia, la dinamica economica rallenterà leggermente pur restando a un livello elevato. In America latina e nei Paesi in transizione dell'Europa orientale, invece, la ripresa accelererà ulteriormente.

Vi sono buone probabilità che l'aumento dei prezzi del petrolio non ostacoli la crescita economica e la stabilità dei prezzi come avvenne nel 1972/74 e nel 1978/80.

Da un lato, la maggior parte dei Paesi industrializzati è attualmente molto meno dipendente dal petrolio. Dall'altro, i mercati del lavoro sono diventati più flessibili e, almeno finora, il rialzo dei prezzi del petrolio non ha avuto praticamente alcuna ripercussione sui salari.

Gli squilibri finanziari dell'economia americana continuano a presentare rischi per la congiuntura economica mondiale. La possibilità che le quotazioni di borsa, ancora molto elevate, subiscano ulteriori correzioni è un rischio costante per la congiuntura americana e, a causa del forte disavanzo della bilancia delle partite correnti, anche 734

per il dollaro. Un rallentamento più pronunciato della congiuntura americana, tassi di interesse più alti e una caduta del dollaro non pregiudicherebbero soltanto la ripresa economica in Europa, ma metterebbero in pericolo anche il rilancio dei mercati emergenti, la cui crescita dipende essenzialmente dalle esportazioni e i cui mercati finanziari hanno ancora strutture fragili. Tuttavia, i rischi di una forte destabilizzazione dei mercati finanziari sembrano essere diminuiti grazie al notevole sviluppo della produttività e alle buone prospettive di profitto dell'economia americana.

Beneficiando della crescita ampiamente sostenuta dell'economia mondiale, il volume del commercio mondiale è aumentato, nell'anno in rassegna, di oltre il 13 per cento, il tasso più elevato da oltre due decenni. Il commercio mondiale dovrebbe rimanere dinamico anche nel 2001, con un tasso di crescita previsto del 10 per cento circa. Il commercio fra i Paesi industrializzati occidentali andrà incontro a un rallentamento più marcato, essenzialmente a causa della normalizzazione della congiuntura negli Stati Uniti. Nelle altre regioni del mondo, invece, l'aumento delle importazioni subirà soltanto una lieve flessione. L'espansione delle importazioni dei Paesi dell'America latina e soprattutto dell'Europa orientale dovrebbe persino continuare a rafforzarsi.

I mercati internazionali delle divise sono stati caratterizzati, più che nel 1999, da un dollaro forte e da un euro costantemente debole. Da quando è stata introdotta nel gennaio 1999 fino all'ottobre 1999, la moneta unica si è svalutata del 30 per cento circa. A causa di una politica monetaria della BNS più restrittiva di quella della BCE, anche il franco si è svincolato dall'euro alla fine di marzo, dopo un periodo di grande stabilità durato 15 mesi. Fino a ottobre, il franco aveva guadagnato circa il 7 per cento rispetto alla moneta unica europea. Nello stesso lasso di tempo, il tasso di cambio reale legato alle esportazioni è aumentato del 4 per cento; grazie alla forza del dollaro, questo tasso, che è un indicatore delle condizioni di cambio, è rimasto nel margine inferiore della fascia di evoluzione a lungo termine.

Forte crescita dell'economia svizzera grazie agli impulsi della congiuntura interna e della domanda estera La ripresa dell'economia svizzera, iniziata
nel 1997 ­ dopo una fase critica durata circa sette anni ­ è culminata nel corso dell'anno in rassegna in una crescita superiore a ogni aspettativa. La coincidenza di un forte dinamismo degli impulsi di crescita interni ed esteri ne è stata la causa principale. L'industria di esportazione ha beneficiato del boom dell'economia mondiale e di tassi di cambio favorevoli. Mentre le spese di consumo delle economie domestiche e gli investimenti in beni strumentali delle aziende hanno continuato a svilupparsi in maniera marcata, la domanda interna è nuovamente aumentata grazie alla ripresa dell'attività edilizia. Nonostante un rallentamento nel secondo semestre, nel 2000 la crescita del prodotto interno lordo reale ha raggiunto il 3,3 per cento, ossia il tasso più elevato da dieci anni.

Durante gran parte dell'anno, lo sviluppo delle esportazioni è proseguito allo stesso ritmo elevato iniziato alla fine del 1999. Nei primi dieci mesi dell'anno, il volume delle esportazioni di merci è aumentato dell'8,3 per cento. Nel contempo, i prezzi all'esportazione hanno potuto essere migliorati, in media, del 3,4 per cento.

I risultati sui principali mercati riflettono le tendenze attuali dell'economia mondiale. I vettori di crescita sono le regioni particolarmente toccate dalla crisi asiatica e in cui gli effetti di recupero svolgono ancora una funzione importante. Di conseguenza, le esportazioni a destinazione degli Stati membri della CSI, della Repubblica popo735

lare cinese, dei Paesi asiatici emergenti e, sebbene in maniera meno pronunciata, dell'Europa centrale e dei Paesi emergenti dell'America latina, si sono distinte per i loro tassi di crescita elevati. Le esportazioni verso i Paesi industrializzati d'oltremare, segnatamente verso l'America del Nord, sono aumentate di circa un sesto. Le vendite ai Paesi dell'OPEP, dal canto loro, hanno beneficiato dell'aumento degli introiti del petrolio di tali Stati. La crescita delle esportazioni verso l'UE è stata ancora inferiore alla media a causa delle grandi differenze fra i vari Paesi. Le forniture alla Gran Bretagna, agli Stati del Benelux, alla Finlandia, all'Austria e alla Spagna hanno registrato una forte crescita. La domanda proveniente dai grandi Paesi (Germania, Francia, Italia), invece, è rimasta debole.

Anche per settori, la crescita delle esportazioni è stata generale, ma ciò non è affatto sorprendente in un periodo di alta congiuntura. La maggior parte dei settori di esportazione registra tassi elevati di crescita nominale, alcuni a due cifre. L'industria di beni d'investimento (industria elettrica ed elettronica, strumenti di precisione, industria meccanica in generale), l'industria metallica e degli articoli metallici, che beneficia della costituzione di riserve in Europa, e l'industria orologiera sono state i motori della crescita. Le esportazioni dell'industria farmaceutica ­ i cui risultati erano stati eccellenti negli anni scorsi ­ e quelli dell'industria della carta e delle materie plastiche sono evolute a un ritmo leggermente inferiore alla media. Le forniture all'estero delle industrie alimentare, tessile e dell'abbigliamento sono in netta perdita di velocità.

In considerazione della forte domanda sia in Svizzera che all'estero, le importazioni di merci sono nettamente aumentate come già l'anno scorso. Nei primi dieci mesi dell'anno, il volume delle importazioni è cresciuto del 7,6 per cento. A causa del rincaro del petrolio e del dollaro forte, i prezzi all'importazione sono saliti del 6 per cento.

L'evoluzione settoriale è determinata dalla forte congiuntura nell'industria e nel settore delle esportazioni. Le importazioni di prodotti semilavorati e di beni intermedi destinati alla trasformazione industriale si sono distinti per tassi di crescita elevati, superiori alla media. Le
importazioni di beni d'investimento, in particolare di macchine e apparecchiature nel settore dei servizi sono risultate altrettanto dinamiche. Comparativamente, la crescita delle importazioni di beni di consumo è limitata, in parte anche perché alla crescita del consumo di beni durevoli (fra l'altro le automobili) è subentrata quella del consumo di servizi. Infine, il rincaro del petrolio ha contribuito per oltre un sesto alla crescita nominale delle importazioni totali.

Mentre l'evoluzione nei singoli settori è stata poco omogenea, la posizione della Svizzera all'estero ha continuato, globalmente, a migliorare. Il lieve disavanzo della bilancia commerciale è largamente compensato dalle eccedenze, al rialzo, della bilancia dei servizi. Da un lato, la congiuntura si è notevolmente rinvigorita nel settore del turismo: nei primi nove mesi dell'anno, i pernottamenti di ospiti stranieri nel settore alberghiero sono incrementati del 7,4 per cento. Dall'altro, i proventi delle commissioni bancarie sono ancora notevolmente aumentati. A causa dell'incremento dei redditi provenienti dagli investimenti diretti, anche i redditi da capitali ricevuti dall'estero hanno continuato a crescere. Dunque, dopo un forte aumento nel 1999 (da 7,5 a 45 miliardi di franchi), l'eccedenza della bilancia degli utili aumenterà nuovamente nell'anno in rassegna.

736

Ritorno a una crescita economica più moderata, in armonia con il potenziale economico a lungo termine Il rallentamento congiunturale dell'economia svizzera proseguirà nel 2001 e dovrebbe sfociare su un tasso di crescita più moderato, del 2,3 per cento, che corrisponde meglio al potenziale attuale a lungo termine.

Indicatori della congiuntura svizzera (variazioni percentuali rispetto all'anno precedente) 1998

1999

2000

2001

Produzione e mercato del lavoro Prodotto interno lordo reale Popolazione attiva occupata (totale) Tasso di disoccupazione

2,3 1,0 3,9

1,5 1,1 2,7

3,3 1,5 2,0

2,3 1,0 1,8

4,8 9,9 3,8

4,4 5,9 ­0,9

8,0 6,5 7,0

5,0 4,5 2,5

37,5

45,0

51,1

52,1

0,3 1,4 2,8

­1,8 1,8 3,0

­1,4 3,1 4,0

2,0 3,5 4,0

0,0

0,8

1,8

2,0

Economia esterna Volume delle esportazioni (beni) Volume delle importazioni (beni) Pernottamenti degli ospiti stranieri nel settore alberghiero Bilancia degli utili (saldo in mia di fr.)

Indicatori monetari e prezzi Tasso di cambio reale Tasso dei depositi a tre mesi Rendimento delle obbligazioni della Confederazione Indice dei prezzi al consumo

Fonte: Commissione federale per la congiuntura (2000 e 2001: stime e previsioni).

La crescita delle esportazioni svizzere di merci dovrebbe rallentare leggermente ma raggiungere ancora il 5 per cento. Ciò va attribuito a un leggero calo della crescita dell'economia mondiale e a un tasso di cambio più forte, ma anche a difficoltà relative all'offerta. Il fatto che la crescita economica in Germania, il nostro principale mercato di sbocco, continui a dipendere ampiamente dalle esportazioni ci induce ad essere cauti. Le prospettive di importazione dell'economia tedesca e le previsioni in materia di investimenti delle aziende in Germania, particolarmente importanti per la Svizzera, sono meno dinamiche. In compenso, l'evoluzione dei nuovi ordini destinati all'esportazione nella nostra economia ci consentono di rimanere fiduciosi: nel secondo trimestre, gli ordini erano, per tutta l'industria, superiori del 18 per cento a quelli dell'anno precedente; solo nell'industria metalmeccanica, nel terzo trimestre l'aumento ha raggiunto addirittura il 26 per cento.

A causa dell'irrigidimento della politica monetaria, anche il dinamismo della domanda interna si indebolirà leggermente, restando tuttavia a un alto livello. Bisogna prevedere una crescita più moderata sia degli investimenti in beni strumentali sia delle spese di consumo delle economie domestiche. A giudicare dall'evoluzione in

737

corso nell'anno in rassegna, sembra che il bisogno di recupero accumulato durante gli anni, soprattutto in materia di veicoli privati, sia temporaneamente soddisfatto.

Nel contesto della flessione della dinamica dell'economia esterna e di un rallentamento moderato della congiuntura interna, la crescita delle importazioni si indebolirà lievemente, pur mantenendo un livello elevato. Questa previsione si basa anche su un'attività di costituzione di riserve più ridotta, in cui la parte delle importazioni è tradizionalmente alta. La crescita reale delle importazioni di merci dovrebbe dunque restare leggermente inferiore a quella delle esportazioni. Il contributo statistico delle transazioni dell'economia esterna alla crescita dell'economia, nettamente positivo nel 2000, ridiventerà dunque piuttosto neutro.

3

Integrazione economica europea

3.1

Relazioni tra la Svizzera e l'UE

Il popolo svizzero ha approvato a stragrande maggioranza, il 21 maggio 2000, gli accordi bilaterali con l'UE, che segnano un passo importante nella politica europea della Svizzera. A causa della relativa complessità delle procedure nazionali di approvazione nei 15 Stati membri dell'UE, tali accordi dovrebbero entrare in vigore solo verso la metà del 2001. Nei prossimi tempi si tratterà di ampliare e di ammodernare la rete degli accordi Svizzera-UE nell'interesse reciproco delle parti.

In occasione della votazione popolare del 21 maggio, i cittadini svizzeri, con una maggioranza del 67,2 per cento, hanno chiaramente approvato gli accordi bilaterali (cfr. FF 2000 3345), il che può essere considerato un successo nella politica europea della Svizzera. Questi accordi, che rispondono alle nostre necessità in settori molto sensibili della nostra politica interna, come la libera circolazione delle persone e i trasporti terrestri, migliorano considerevolmente le condizioni quadro economiche in Svizzera. Dunque, la Svizzera ha fatto un passo importante nella sua politica di integrazione.

Secondo ogni probabilità, i negoziati in vista dell'adesione all'UE non potranno essere avviati nel corso della legislatura attuale. Ciò non significa tuttavia che le nostre relazioni con l'UE durante i prossimi anni siano in una situazione di stallo, poiché si tratterà di aggiornare e ampliare, nell'interesse reciproco, la rete degli accordi bilaterali. In questo contesto, due sono i settori particolarmente importanti: ­

Innanzitutto, la Svizzera e l'UE hanno convenuto, all'atto della conclusione dei sette accordi bilaterali, di impegnarsi al fine di concludere accordi supplementari in determinati settori (cosiddetti leftovers). Si tratta della collaborazione nei settori della statistica, dei media, della gioventù, della formazione e dell'ambiente, della liberalizzazione generale dei servizi, di un miglioramento dell'accesso al mercato per i prodotti agricoli trasformati e della regolamentazione dell'imposizione delle pensioni dei collaboratori in quiescenza delle istituzioni dell'UE residenti in Svizzera.

­

In secondo luogo, le due parti si sono dichiarate interessate a estendere la collaborazione a diversi altri settori. Un punto importante per la Svizzera concerne la sicurezza interna, in cui la lotta contro il crimine organizzato e

738

la cooperazione nei settori dell'asilo e della polizia richiedono, oltre agli accordi con gli Stati limitrofi, una collaborazione diretta, disciplinata mediante accordi, con l'attore principale, ossia l'UE. Quest'ultima, dal canto suo, il 14 dicembre 2000 ha adottato un mandato generale di negoziazione in vista di un «Accordo di cooperazione per lottare contro la frode e le altre attività illegali che danneggiano gli interessi finanziari delle Comunità e degli Stati membri e della Svizzera». Nell'ambito del Consiglio dei ministri delle finanze e dell'economia (ECOFIN) del 26 e 27 novembre 2000, l'UE ha raggiunto un'intesa sul contenuto essenziale della futura direttiva relativa sull'imposizione degli interessi del risparmio; su questa base, l'UE intende aprire negoziati con Paesi terzi (fra cui la Svizzera) a proposito di misure analoghe.

Da un confronto dei temi in discussione risulta che l'UE si aspetta dalla Svizzera più di quanto quest'ultima non si attenda dall'UE. Tuttavia, l'avvio di negoziati costruttivi è possibile solo se gli interessi reciproci sono equilibrati. Ciò presuppone innanzitutto che le parti siano d'accordo sugli oggetti del negoziato e sul modo di procedere. A tale proposito, avranno luogo fra poco i primi colloqui in materia e le due parti stanno elaborando i documenti interni sui quali si baseranno i negoziati.

3.1.1

Relazioni nell'ambito degli accordi in vigore

Il 25 ottobre ha avuto luogo a Bruxelles la 45a riunione del Comitato misto istituito dall'Accordo di libero scambio (ALS) Svizzera-CE/CECA del 1972 (RS 0.632.401/ 402). Essa ha permesso di risolvere due problemi che sussistevano da parecchi anni.

Da un lato, l'adattamento formale dell'ALS al cosiddetto sistema armonizzato ­ i protocolli sui prodotti d'origine erano già stati adattati in precedenza (cfr. n. 322 del rapporto 90/1+2) ­ ha potuto finalmente essere realizzato (cfr. n. 12 del rapporto 87 e n. 311.2 del rapporto 95). Dall'altro, è stato dato seguito alla richiesta dell'UE di sopprimere il divieto del PVC per le bottiglie di acqua minerale, poiché tale divieto, esistente in Svizzera dal 1990 per motivi di protezione ambientale, sarà sostituito all'inizio del 2001 con un sistema di deposito degli imballaggi. La CE considera che in tal modo sia stato soppresso un ostacolo al commercio. La dichiarazione comune sulla liberalizzazione dei mercati dell'elettricità e sull'accesso reciproco a questi ultimi non ha ancora potuto essere adottata.

Alcuni problemi non sono ancora stati risolti. Si tratta in particolare del Protocollo n. 2 sui prodotti agricoli trasformati (RS 0.632.401.2), il cui previsto aggiornamento è oggetto della «Dichiarazione comune in merito a futuri negoziati supplementari» in tutti gli atti finali degli accordi bilaterali tra la Svizzera e le Comunità europee (FF 1999 5438 seg.). Nel corso di tale aggiornamento, anche il problema delle «limonate» (cfr. n. 3.1.2 del rapporto 99/1+2) potrebbe essere disciplinato in maniera definitiva; i contingenti doganali previsti a tale proposito nell'accordo del 17 marzo 2000 in forma di scambio di lettere tra la Svizzera e la CE (FF 2000 4324) ­ applicato a titolo provvisorio ­ sono entrati in vigore il 1° aprile (RU 2000 839). Le procedure interne in vista dell'elaborazione dei mandati di negoziazione per un aggiornamento del protocollo n. 2 sono state avviate da entrambe le parti. L'UE ha tuttavia definito prioritario il miglioramento del protocollo aggiuntivo relativo all'assistenza amministrativa reciproca in materia doganale (RS 0.632.401.02).

739

Attualmente, l'UE non è disposta a introdurre il pieno cumulo delle regole in materia di origine nell'ambito del sistema di libero scambio fra i Paesi della CE, dell'AELS e dell'Europa centrale e orientale né a permettere il cumulo diagonale delle regole in materia di origine sulla base degli ALS paralleli conclusi dagli Stati dell'UE e dell'AELS con gli Stati del bacino mediterraneo. Essa esige quale condizione progressi effettivi nel libero scambio fra i Paesi mediterranei.

Alla luce delle nuove conoscenze scientifiche del Comitato ESB (encefalopatia spongiforme bovina) dell'UE e della relativa classificazione dei Paesi a seconda dei rischi in questo campo e tenuto conto del ruolo di primo piano che la Svizzera svolge in materia di test attivi ESB, il nostro Paese ha ribadito la propria richiesta di sopprimere le restrizioni ingiustificate all'importazione imposte da alcuni Stati membri dell'UE.

Diverse prescrizioni veterinarie dell'UE sul transito di prodotti di origine animale hanno reso più complicata la circolazione transfrontaliera delle merci. Per questo motivo, nell'ambito dell'accordo riguardante l'agevolazione dei controlli e delle formalità nei trasporti di merci (RS 0.631.242.05), è stata adottata una raccomandazione che accelera i controlli veterinari alla frontiera, nel transito attraverso l'UE in direzione della Svizzera. Misure analoghe sono in fase di elaborazione per agevolare l'esportazione dalla Svizzera, attraverso il territorio dell'UE, di prodotti di origine animale destinati a Paesi terzi.

L'informatizzazione del regime comune di transito nell'ambito della convezione relativa a un regime comune di transito (RS 0.631.242.04) ha compiuto un progresso importante con l'inizio della fase sperimentale (Paesi pilota: Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera). I transiti doganali sono dunque razionalizzati e gli strumenti di lotta contro il contrabbando e la frode possono essere applicati più efficacemente.

In occasione della riunione dell'11 luglio, il Comitato misto istituito dall'accordo in materia di assicurazione con la CE del 1989 (RS 0.961.1) ha deciso di adeguare gli allegati e i protocolli dell'accordo all'evoluzione del diritto delle due parti contraenti. La decisione entrerà probabilmente in vigore nel corso del 2001, nell'ambito di una procedura scritta di
approvazione. Il comitato ha incaricato un gruppo di lavoro di seguire l'evoluzione del diritto assicurativo delle parti contraenti per valutare la necessità di altre modifiche dell'accordo.

3.1.2

Approvazione e attuazione dei nuovi accordi settoriali

Per quanto concerne l'accordo sulla libera circolazione delle persone, da parte dell'UE sono competenti per concludere l'accordo sia la Comunità europea sia gli Stati membri («competenza mista»), motivo per cui tale accordo deve essere approvato anche da ogni singolo Stato membro dell'UE, altrimenti i sette accordi non potranno entrare in vigore. La Svizzera ha ratificato gli accordi il 16 ottobre 2000. La data del 1° gennaio 2001 prevista per la loro entrata in vigore è risultata irrealistica a causa della relativa complessità delle procedure di approvazione negli Stati dell'UE.

È possibile che questi procedano alle ultime ratifiche nel corso del primo semestre del 2001 e, dunque, che gli accordi entrino in vigore a partire dalla metà dell'anno.

740

I lavori interni in vista dell'attuazione degli accordi procedono secondo le previsioni. Mentre le modifiche di legge sono state presentate contemporaneamente al messaggio del 23 giugno 1999 concernente l'approvazione degli accordi settoriali tra la Svizzera e la CE (FF 1999 5092), il Consiglio federale ha emanato nel frattempo nei diversi settori 39 nuove ordinanze7 o modificato ordinanze esistenti dopo aver consultato le cerchie direttamente interessate e i Cantoni.

Per quanto concerne il funzionamento degli accordi, diverse questioni attinenti alla loro gestione, in particolare all'organizzazione dei comitati misti, all'elaborazione dei loro regolamenti interni e agli aspetti tecnici dell'applicazione e dell'evoluzione del diritto, sono state discusse con i servizi della Commissione delle CE. Poiché gli accordi non potevano entrare in vigore all'inizio del 2001, nel settore dei trasporti terrestri si sono tenute consultazioni con la Commissione dell'UE sull'introduzione della tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP) e sui contingenti per i viaggi di veicoli da 40 tonnellate vuoti o con carichi leggeri. In seguito, il Consiglio federale ha fissato autonomamente, con effetto al 1° gennaio 2001, la TTPCP, l'aumento del limite nazionale di carico a 34 tonnellate e i contingenti per i veicoli da 40 tonnellate vuoti o con carichi leggeri.

3.2

Associazione europea di libero scambio (AELS) e altre relazioni europee di libero scambio

Nell'ambito delle loro relazioni con i Paesi terzi europei, gli Stati dell'AELS hanno firmato un accordo di libero scambio con la Macedonia e dichiarazioni di cooperazione con la Croazia, l'Ucraina e la Repubblica federale di Jugoslavia.

3.2.1

In generale

Le due riunioni ministeriali del Consiglio dell'AELS si sono tenute il 19 e il 20 giugno a Zurigo e il 12 e il 13 dicembre a Ginevra (cfr. allegati, n. 9.1.4 e 9.1.5). La sessione di giugno era presieduta dalla Svizzera. I dibattiti sono stati dedicati alle relazioni degli Stati dell'AELS con i Paesi terzi europei ed extraeuropei, alla cooperazione dell'AELS e dell'UE e alla cooperazione in seno all'AELS (incluso l'aggiornamento della Convenzione dell'AELS).

3.2.2

Aggiornamento della Convenzione dell'AELS

In virtù della decisione adottata durante la Conferenza ministeriale dell'AELS del 1° giugno 1999, la Convenzione del 4 gennaio 1960 istitutiva dell'Associazione europea di libero scambio (AELS) (RS 0.632.3) deve essere aggiornata, vale a dire che le disposizioni classiche della Convenzione devono essere ammodernate e completate con l'introduzione di settori della nuova generazione (es. servizi, circolazione 7

Cfr. risposta del Consiglio federale del 30 agosto 2000 all'interpellanza 00.3264 Bignasca del 13 giugno 2000.

741

dei capitali, proprietà intellettuale). Nel contempo, il Consiglio, su iniziativa della Svizzera, doveva esaminare quali settori o parti dei sette accordi settoriali fra la Svizzera e la CE potessero essere estesi alla zona AELS sulla base della reciprocità e della parità di trattamento o essere disciplinati bilateralmente con i singoli Stati dell'AELS.

Da allora, i lavori hanno fatto grandi progressi; tuttavia, per quanto concerne la liberalizzazione del commercio di prodotti agricoli, ma anche nei settori della circolazione dei servizi e dei capitali, non sono ancora state trovate soluzioni concrete. In occasione della sessione del 12 e 13 dicembre a Ginevra, la Conferenza ministeriale dell'AELS, dopo aver approvato i lavori finora svolti, ha deciso di avviare immediatamente i negoziati e di concluderli se possibile entro breve tempo, in modo da consentire l'entrata in vigore simultanea della Convenzione AELS e degli accordi settoriali tra la Svizzera e la CE.

3.2.3

Relazioni dell'AELS con Stati terzi d'Europa e con i Paesi del bacino mediterraneo

Dal 1990, i Paesi dell'AELS hanno concluso accordi di libero scambio con 15 Stati dell'Europa centrale e orientale e del bacino mediterraneo. Lo scopo principale di tali accordi è di garantire agli operatori economici della zona AELS un accesso ai mercati dei Paesi terzi interessati che equivalga a quello di cui beneficiano gli attori economici dell'UE sulla base dei loro accordi preferenziali («accordi europei», «accordi mediterranei»).

Poiché nel mondo si è diffusa la tendenza a liberalizzare gli scambi a livello regionale, gli Stati dell'AELS si vedono costretti a negoziare accordi di libero scambio con importanti partner commerciali d'oltremare. Tali negoziati sono stati avviati nel 1998 con il Canada e nel 2000 con il Messico. Con quest'ultimo Paese si è già potuto firmare un accordo (cfr. n. 4.3).

Per quanto concerne i rapporti con gli Stati dell'Europa centrale e orientale, gli Stati dell'AELS hanno firmato tre nuove dichiarazioni di cooperazione - il 19 giugno con la Croazia e l'Ucraina e il 12 dicembre con la Repubblica federale di Iugoslavia - e l'accordo di libero scambio con la Macedonia (cfr. allegato, n. 9.2.2). Con la Croazia sono stati avviati negoziati al fine di concludere un accordo di libero scambio.

Gli accordi di libero scambio AELS con gli Stati dell'Europa centrale e orientale soddisfano generalmente i partner. Essi apportano all'economia svizzera vantaggi considerevoli anche grazie al sistema del «cumulo paneuropeo» nelle regole in materia di origine (cfr. n. 1.2.3 e 3.1.2 del rapporto 96/1+2). Dal 1° gennaio 2000, anche la Turchia partecipa a tale sistema. Con la Bulgaria, la Lituania, la Polonia, la Repubblica ceca, la Slovacchia e l'Ungheria hanno avuto luogo incontri di comitati misti dedicati alla gestione e, in parte, anche all'aggiornamento degli accordi esistenti.

Nel bacino mediterraneo, sono proseguiti i negoziati con Egitto, Cipro, Giordania e Tunisia. L'accordo con la Giordania sta per essere concluso. Il primo incontro del Comitato misto AELS-Marocco si è svolto a Rabat il 24 ottobre. In tale occasione, sono state decise alcune modifiche dell'accordo di libero scambio entrato in vigore nel 1999 al fine di garantire agli Stati dell'AELS la parità di trattamento con quelli 742

dell'UE. Anche il Comitato misto AELS-Turchia ha deciso di adeguare l'accordo di libero scambio soprattutto per quanto concerne il trattamento dei prodotti agricoli trasformati. Con l'Algeria e la Siria è prevista la firma di una dichiarazione di cooperazione.

Nell'ottica dell'istituzione, prevista dall'UE per il 2010 nell'ambito del cosiddetto «processo di Barcellona», di una zona di libero scambio Europa-Mediterraneo, gli Stati membri dell'AELS cercano di introdurre un cumulo UE-Mediterraneo-AELS, in una prima fase eventualmente a livello subregionale (Maghreb, Mashreq). I passi intrapresi a tale scopo presso l'UE sono tuttavia rimasti finora senza esito, poiché l'UE aspetta che prima che siano conclusi accordi di libero scambio fra gli Stati mediterranei stessi. Il 23 maggio, gli Stati dell'AELS hanno inoltre firmato una dichiarazione di cooperazione con gli Stati membri del Consiglio di cooperazione del Golfo, i quali, dal canto loro, stanno negoziando con l'UE un accordo di libero scambio.

3.3

Relazioni con il Liechtenstein

Le relazioni che la Svizzera intrattiene con il Liechtenstein necessitano di alcuni adeguamenti a causa della particolare situazione del Principato ­ che è membro dello SEE ­ e dell'entrata in vigore degli accordi settoriali tra la Svizzera e l'UE. Le questioni essenziali (es. appalti pubblici, circolazione delle persone, trasporti terrestri) dovrebbero essere risolte nell'ambito della Convenzione dell'AELS. Esse sono state oggetto di parecchi incontri bilaterali del Comitato d'orientamento e fra esperti.

Il 19 dicembre si è tenuta a Berna la prima seduta del Comitato misto Svizzera/ Liechtenstein relativa all'accordo del 19 dicembre 1996 sull'assicurazione diretta. Si sono discussi soprattutto i miglioramenti formali nel contenuto dell'allegato di tale accordo e il disciplinamento di alcuni obblighi delle imprese di assicurazione per quanto riguarda lo scambio di informazioni e l'elaborazione di rapporti. Grazie a questo accordo, 34 assicuratori svizzeri hanno una filiale nel Liechtenstein, 17 esercitano un'attività quali liberi fornitori di prestazioni nel Principato e quattro assicuratori del Principato esercitano un'attività analoga in Svizzera.

In uno scambio di note di febbraio, la Svizzera e il Liechtenstein hanno convenuto di accordare gli stessi diritti ai loro rispettivi cittadini per quanto riguarda l'accesso alla professione di fiduciario e la promozione della costruzione di abitazioni (cfr.

allegato, n. 9.2.3).

Dall'autunno 1999, il Principato è stato criticato, a volte con violenza, da organismi internazionali e da vari Paesi per questioni di riciclaggio di denaro e di concorrenza fiscale; è stato in particolare accusato di essere un centro di riciclaggio. Benché il Liechtenstein, quale Stato sovrano, sia naturalmente responsabile della regolamentazione dei mercati finanziari, la Svizzera è interessata al miglioramento delle normative e della prassi della piazza finanziaria del Principato e ha proceduto, secondo gli auspici espressi dal Liechtenstein, a uno scambio di idee informale a livello di esperti.

743

3.4

Cooperazione europea nel settore della ricerca e della tecnologia

3.4.1

EUREKA

La Conferenza ministeriale del 23 giugno a Hannover ha accolto Israele, la Croazia e la Lettonia quali nuovi Stati membri di EUREKA. In tale occasione, essa ha adottato le Linee direttive 2000plus, che fissano le priorità di tale programma per i prossimi anni: promuovere progetti innovativi soprattutto in settori strategici, potenziare la partecipazione delle PMI ai progetti EUREKA, integrare ulteriormente gli Stati dell'Europa centrale e orientale e dare a EUREKA la possibilità di partecipare a progetti di Stati extraeuropei.

Attualmente, 704 progetti in totale sono in fase di realizzazione (98 dei quali in Svizzera) per un volume di 2365 milioni di euro (91,3 milioni dei quali per la Svizzera). I partner di tali progetti sono 682 aziende industriali (di cui 46 svizzere), 1135 PMI (di cui 119 svizzere) e 846 centri di ricerca e di sviluppo (di cui 120 svizzeri). I nuovi progetti sono 160 (13 dei quali in Svizzera) per un volume di 406 milioni di euro (14 milioni dei quali per la Svizzera).

3.4.2

COST

Nel corso dell'anno in rassegna, Israele è entrato a far parte della COST in qualità di «Co-operating State»: Israele potrà partecipare a tutti i comitati senza tuttavia disporre del diritto di voto.

La Svizzera ha firmato 13 nuove azioni COST. Attualmente, 114 azioni su un totale di 121 implicano la partecipazione della Svizzera: il totale degli importi impegnati dalla Confederazione ammonta a circa 7,7 milioni di franchi. Per la partecipazione della Svizzera dal 2000 al 2003 è disponibile un credito d'impegno di 32 milioni di franchi (FF 1999 7644).

4

Cooperazione economica multilaterale

4.1

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE)

Dopo l'entrata in vigore delle nuove disposizioni del Codice penale relative alla corruzione, il 31 maggio la Svizzera ha ratificato la «Convenzione del 17 dicembre 1997 sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali».

Il 27 giugno i rappresentanti dei 29 Stati dell'OCSE e di Argentina, Brasile, Cile e Repubblica slovacca hanno approvato la versione riveduta delle «Linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali», le quali contengono raccomandazioni per un comportamento imprenditoriale consapevole delle proprie responsabilità.

Il 14 dicembre la Repubblica slovacca è divenuta membro a pieno titolo del Consiglio dell'OCSE, così che l'Organizzazione conta ora 30 Stati membri.

744

4.1.1

Riunione del Consiglio dell'OCSE a livello ministeriale

La riunione dell'OCSE a livello ministeriale si è svolta il 26 e il 27 giugno (cfr. allegato, n. 9.1.2). Intorno al tema «Plasmare la globalizzazione» i ministri hanno discusso dei difetti e delle opportunità della globalizzazione. Gli aspetti essenziali della discussione hanno riguardato le misure necessarie per garantire uno sviluppo sostenibile e la coesione sociale, la crescita economica e, con il titolo «Governanza», diverse attività dell'OCSE.

Per i Governi dei Paesi dell'OCSE il raggiungimento dello sviluppo sostenibile appartiene agli obiettivi primari. Analisi approfondite da parte del segretariato intendono contribuire a una migliore integrazione degli interessi economici, sociali e ambientali. Mediante lavori nei settori occupazione, istruzione e formazione, integrazione sociale, invecchiamento, salute e migrazione internazionale, l'OCSE sosterrà i Paesi membri nella promozione della coesione sociale. Occorre prestare maggiore attenzione al settore pensionistico e sanitario nell'ottica di un finanziamento duraturo.

Quanto alla crescita economica, gli ultimi anni hanno chiaramente mostrato che l'innovazione, la ricerca e la conoscenza, ma innanzitutto le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, svolgono un ruolo significativo. I Ministri hanno rilevato come mercati nazionali e internazionali aperti e flessibili e un ambito normativo che promuova l'iniziativa imprenditoriale siano essenziali per conseguire buoni risultati economici.

Nelle discussioni riguardo ai settori d'attività dell'OCSE, i ministri hanno accolto con soddisfazione la versione riveduta delle «Linee guida destinate alle imprese multinazionali» (cfr. allegato, n. 9.1.3) che, assieme alla Dichiarazione sugli investimenti internazionali e le imprese multinazionali, contribuiranno a migliorare il clima degli investimenti a livello internazionale. Il Consiglio si è poi occupato tra l'altro di questioni concernenti la concorrenza fiscale (cfr. n. 4.1.4.3), la lotta contro la corruzione (cfr. n. 4.1.3.3) e la biotecnologia, cui è attribuita crescente importanza (cfr. n. 4.1.4.5).

Il 14 dicembre, la Repubblica slovacca è divenuta membro a pieno titolo dell'OCSE. Si è così concluso il processo di allargamento avviato nel 1991 mediante il programma di sostegno «Partner della transizione». al quale hanno partecipato Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia e Ungheria. L'OCSE conta d'ora innanzi 30 Stati membri.

4.1.2

Aspetti essenziali delle attività analitiche

4.1.2.1

Politica economica svizzera

In dicembre, l'OCSE ha pubblicato il suo rapporto annuale sulla situazione dell'economia svizzera. Secondo il parere degli autori, la ripresa oltremodo vigorosa dell'economia nell'anno in rassegna seguirà nei prossimi anni un corso più moderato.

Con un tasso del 2-2,3 per cento, esso dovrebbe corrispondere all'incirca all'attuale potenziale di crescita a lungo termine della nostra economia.

Attualmente, la politica economica svizzera nell'insieme è approvata dagli esperti dell'OCSE. Questo vale sia per l'orientamento della politica monetaria e per il nuo745

vo concetto in materia della Banca nazionale, sia per gli sforzi volti al risanamento delle finanze pubbliche. Occorre impedire un nuovo aumento delle uscite dopo il rapido miglioramento della situazione. È quindi apprezzato positivamente lo strumento del freno alle spese. Secondo il parere dell'OCSE, le riforme strutturali degli ultimi anni hanno abbassato la disoccupazione residua e accresciuto nettamente il potenziale di crescita dell'economia. Nondimeno, una maggiore crescita dell'economia presuppone un ulteriore consolidamento della concorrenza sui mercati dei prodotti.

L'OCSE riserva un capitolo speciale alle sfide lanciate dall'invecchiamento della popolazione. Secondo il parere degli esperti, la Svizzera è in grado, meglio della maggior parte dei Paesi dell'OCSE, di far fronte alle conseguenze finanziarie a lungo termine dell'invecchiamento demografico. Effettivamente, il concetto di previdenza per la vecchiaia fondato su tre pilastri corrisponde in larghissima misura al modello ideale raccomandato dall'Organizzazione. Il sistema ha anche dato risultati oltremodo vantaggiosi quanto alla riduzione della povertà e alle ripercussioni sul mercato del lavoro. Per gli autori, sono indispensabili ulteriori misure al fine di garantire a lungo termine il funzionamento del sistema. Oltre al miglioramento della situazione dei lavoratori più anziani sul mercato del lavoro e a un eventuale innalzamento dell'età pensionabile ufficiale, essi menzionano, tra l'altro, anche riforme nel sistema sanitario.

4.1.2.2

Cooperazione allo sviluppo

Nell'anno in rassegna, il Comitato per l'aiuto allo sviluppo (CAS) dell'OCSE ha sottoposto a verifica la cooperazione svizzera allo sviluppo. All'incirca ogni quattro anni, la cooperazione allo sviluppo di ogni membro del CAS è oggetto di un cosiddetto esame per Paese. Esso offre di volta in volta l'occasione di evidenziare le peculiarità della cooperazione allo sviluppo del Paese esaminato, ma anche degli altri membri. Il rapporto del CAS indica quali punti di forza della cooperazione svizzera allo sviluppo la concentrazione dell'aiuto sui Paesi più poveri, la politica innovativa nell'ambito dello sdebitamento, l'aiuto umanitario, la flessibilità finanziaria grazie ai crediti quadro pluriennali, l'attuazione della cooperazione allo sviluppo sul posto e la politica d'informazione. Il Comitato per l'aiuto allo sviluppo ha identificato anche alcuni punti deboli della politica di sviluppo svizzera e ha formulato una serie di raccomandazioni: occorrerebbe sfruttare il miglioramento registrato nelle finanze federali per aumentare l'aiuto allo sviluppo dallo 0,35 per cento del PIL all'obiettivo dello 0,4 per cento cui mira il Consiglio federale; sarebbe opportuno concentrare l'aiuto allo sviluppo su un numero più esiguo di Paesi partner. La DSC e il Seco dovrebbero elaborare una strategia operativa comune che armonizzi ancora meglio fra loro i relativi strumenti. Andrebbero migliorati l'indipendenza del sistema di valutazione e il processo d'apprendimento interno. Bisognerebbe prestare la dovuta attenzione ai problemi nel settore del personale. Andrebbe potenziato il ruolo della Commissione consultiva per la cooperazione e lo sviluppo internazionale e dovrebbero essere portati ancora avanti gli sforzi a livello di coerenza.

Da sempre, il Comitato per l'aiuto allo sviluppo si occupa della problematica dell'aiuto vincolato. Fatta eccezione per l'estensione all'aiuto alimentare e alla cooperazione tecnica, sembrava essere davvero a portata di mano un'intesa degli Stati membri sulla rinuncia a vincolare all'acquisto dei propri beni e servizi i loro aiuti in

746

favore degli Stati più poveri. Sebbene quasi tutti i membri del CAS, fra i quali la Svizzera, abbiano appoggiato una soluzione di compromesso, non è stato possibile raggiungere un consenso.

4.1.3

Strumenti in materia d'investimenti

4.1.3.1

Norme multilaterali sugli investimenti

I negoziati relativi all'Accordo multilaterale sugli investimenti (AMI) avevano per obiettivo di aggiornare e potenziare gli strumenti d'investimento dell'OCSE, risalenti agli anni Sessanta e Settanta. Sebbene, considerata la crescita oltremodo rapida degli investimenti diretti internazionali dagli anni Ottanta, ciò rispondesse a una necessità, nel 1999 si è dovuta accettare l'interruzione dei negoziati. Permangono così determinanti gli strumenti dell'OCSE già esistenti e gli accordi bilaterali di protezione degli investimenti (la Svizzera ne ha conclusi circa 90). Manca quindi sempre un patrimonio normativo multilaterale moderno e completo per gli investimenti internazionali, così come esiste ad esempio in seno all'OMC per il commercio di beni e servizi.

Durante la sua seduta annuale il Consiglio, riunito a livello ministeriale, ha incaricato il Comitato permanente degli investimenti internazionali e delle imprese multinazionali di proseguire i lavori analitici in vista di un'ulteriore liberalizzazione delle condizioni quadro per gli investimenti internazionali tenendo adeguatamente conto, nel farlo, in particolare degli aspetti di politica ambientale e sociale. Una prima interpretazione mostra come la questione della discriminazione a priori fra investitori nazionali ed esteri non causi praticamente serie difficoltà in quest'ultimo ambito. I problemi sussistono piuttosto in relazione con la preferenza data agli investimenti esteri attraverso l'abbassamento mirato delle norme sociali o ambientali («not lowering standards»). Il Comitato ha infatti iniziato proprio l'esame approfondito delle conseguenze nocive della concorrenza fra le piazze economiche internazionali per accaparrarsi gli investimenti esteri. Il Comitato si è poi occupato dei molteplici incentivi agli investimenti, di natura fiscale o finanziaria, che sussistono a tutti i livelli degli enti pubblici e che spesso superano importi di 100 000 dollari per posto di lavoro previsto. È nell'interesse della Svizzera limitare questo tipo di concorrenza fra piazze economiche.

4.1.3.2

Codice destinato alle imprese multinazionali

Negli ultimi due anni l'OCSE ha effettuato una verifica completa delle linee guida destinate alle imprese multinazionali, per mantenerne intatte la rilevanza e l'efficacia in un'economia mondiale in rapido mutamento. Il 27 giugno il Consiglio dell'OCSE (composto allora di 29 Stati membri), riunito a livello ministeriale, e quattro Paesi con lo statuto di osservatori (Argentina, Brasile, Cile e Repubblica slovacca) hanno approvato i risultati dei lavori di revisione (cfr. n. 9.1.3).

Le linee guida rappresentano raccomandazioni dei Governi dei 33 Stati partecipanti alle loro imprese multinazionali che operano a partire dai propri Paesi affinché esse abbiano un comportamento responsabile. Pur se negli ultimi anni numerose imprese hanno elaborato propri codici di condotta, le linee guida dell'OCSE costituiscono tuttavia l'unico codice completo e accettato a livello multilaterale che i Governi si 747

sono impegnati a promuovere. Le linee guida riflettono gli ideali comuni dei Governi di quei Paesi dai quali proviene la parte preponderante dei flussi di investimenti diretti mondiali e nei quali hanno la propria sede la maggioranza delle imprese multinazionali. Esse si applicano alle transazioni commerciali effettuate da queste imprese in tutto il mondo. Le linee guida non prendono il posto del diritto vigente né prevalgono su di esso. Sono piuttosto standard di comportamento che lo completano.

Oggi quasi tutti sono d'accordo sul fatto che gli investimenti esteri sono determinanti per la crescita economica e che le multinazionali, le principali artefici, contribuiscono al progresso economico, sociale ed ecologico. Ma nel contempo regna una certa inquietudine sulle ripercussioni delle attività delle multinazionali sui Paesi d'origine e sui Paesi ospitanti. Le linee guida rivedute sono un passo importante per ovviare a questo malessere e contribuiscono così a migliorare il clima internazionale in materia di investimenti. La premessa fondamentale delle linee guida è che principi concordati a livello internazionale contribuiscono a prevenire conflitti e a consolidare la fiducia tra le multinazionali e la società dei Paesi nei quali sono attive.

Il nuovo testo delle linee guida contiene modifiche che rafforzano gli elementi economici, sociali ed ecologici fondamentali del programma d'azione per uno sviluppo sostenibile (Agenda 21). Sono state aggiunte raccomandazioni concernenti l'abolizione del lavoro minorile e del lavoro forzato, così che ora le linee guida coprono tutte le norme di lavoro centrali riconosciute internazionalmente. Un'ulteriore raccomandazione riguarda i diritti dell'uomo. Le linee guida sono state poi integrate da un capitolo sulla lotta contro la corruzione e sulla tutela dei consumatori. Nel capitolo riguardante la protezione dell'ambiente, le multinazionali vengono esortate a contribuire allo sviluppo sostenibile mediante un'efficiente gestione ambientale interna e una pianificazione in caso di crisi più efficace qualora vi siano conseguenze nocive per l'ambiente. Il capitolo sulla pubblicazione di informazioni è stato attualizzato per tenere conto dei Principi di governo societario dell'OCSE e per esortare le imprese a una maggiore trasparenza nelle questioni sociali e ambientali.
Le procedure d'applicazione delle linee guida sono state notevolmente migliorate.

Attraverso centri di contatto che saranno tenuti ad allestire, i Governi dei Paesi partecipanti devono promuovere l'applicazione delle linee guida, trattare le domande e aiutare nella soluzione di questioni risultanti dall'attuazione pratica delle linee guida in singoli casi. Ai centri di contatto nazionali vengono forniti promemoria per aiutarli ad adempiere i propri compiti. Spetta ancora al Comitato degli investimenti internazionali e delle imprese multinazionali (CIME) dell'OCSE la sorveglianza sull'efficacia delle linee guida.

4.1.3.3

Prassi nell'ambito della corruzione

All'inizio di marzo, la Svizzera ha dovuto sottoporsi all'esame per Paese previsto nella Convenzione del 17 dicembre 1997 sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali (FF 1999 4784), superandolo con successo. Dopo l'entrata in vigore, il 1° maggio 2000, delle nuove disposizioni in materia di corruzione del Codice penale svizzero (RU 2000 1121) e applicando una dichiarazione riguardante la responsabilità delle persone giuridiche, il 31 maggio è stato possibile ratificare la Convenzione. Fino a metà novembre, 26 dei 34

748

Stati firmatari l'hanno ratificata e 21 Stati si sono finora sottoposti all'esame per Paese previsto dal testo convenzionale.

L'esame per Paese degli Stati firmatari che hanno finora ratificato la Convenzione e sono in grado di attuarla nel diritto nazionale e le discussioni riguardo alla procedura da seguire quanto a una seconda valutazione, hanno dimostrato che, nonostante gli sforzi per adeguare le norme penali nazionali in materia di corruzione, permangono numerosi problemi che necessitano ulteriori sforzi. Nel quadro della revisione totale delle disposizioni generali del diritto penale svizzero, la Svizzera si sta premurando di procedere all'adeguamento giuridico della responsabilità penale dell'impresa che aveva garantito all'OCSE in marzo in occasione dell'esame per Paese.

Parimenti adottata nel 1997, la raccomandazione dell'OCSE sulla lotta contro la corruzione nelle operazioni commerciali internazionali (cfr. n. 813 del rapporto 97/1+2) prevede tra l'altro il divieto di deduzione fiscale delle tangenti negli Stati firmatari. Nel frattempo, la maggior parte di questi Stati ha effettuato gli adeguamenti legislativi necessari. Con la legge federale del 22 dicembre 1999 sulla deducibilità fiscale delle retribuzioni corruttive (RU 2000 2147), entrata in vigore il 1° gennaio 2001, anche la Svizzera ha adempiuto gli impegni assunti.

Il gruppo di lavoro sulla lotta contro la corruzione si è poi occupato di questioni quali la corruzione e il finanziamento dei partiti politici, il rapporto tra corruzione e riciclaggio di denaro, la corruzione nel settore privato nonché la corruzione i centri finanziari off-shore. Questi temi continueranno a costituire un aspetto essenziale delle discussioni nel gruppo di lavoro.

4.1.4

Negoziazione di altri strumenti

4.1.4.1

Cooperazione internazionale nel settore della concorrenza

Su proposta del Comitato di diritto e di politica della concorrenza dell'OCSE e sulla base della raccomandazione per lottare efficacemente contro i cartelli particolarmente dannosi adottata dal Consiglio dell'OCSE nell'aprile 1998 (cfr. n. 414.2 del rapporto 98/1+2), nel quadro della conferenza ministeriale dell'OCSE è stato deciso di consolidare ulteriormente gli sforzi dell'Organizzazione nella lotta contro i cartelli. In particolare lo scambio di informazioni e le azioni comuni delle autorità nazionali garanti della concorrenza hanno lo scopo di permettere di evitare gli effetti economicamente dannosi dei cartelli transfrontalieri e di sostenere le politiche nazionali in materia di concorrenza.

Quanto alla liberalizzazione del settore pubblico, il Comitato ha elaborato, nei campi economici più disparati, concetti di deregolamentazione economicamente proficui e nello stesso tempo rispettosi degli interessi pubblici in gioco. Considerato il grado di privatizzazione del settore pubblico, in proporzione ancora piuttosto modesto, questi lavori offrono importanti stimoli alla Svizzera. Inoltre, il dibattito politico è considerevolmente arricchito dagli «esami per Paese» in materia di politica della concorrenza, durante i quali è sistematicamente sottoposta a esame la politica di privatizzazione e di deregolamentazione degli Stati membri.

Un altro aspetto essenziale dei lavori del Comitato è stato dedicato alle connessioni fra politica commerciale e politica della concorrenza. Quale misura d'accompagnamento della politica commerciale multilaterale, il Comitato continua a cercare solu749

zioni generalmente accettabili riguardo alla forma che le regole della concorrenza potrebbero assumere, in un contesto commerciale, nei futuri negoziati nel quadro dell'OMC concernenti il diritto della concorrenza. In tal senso, riveste un'importanza particolare l'aspetto della politica dello sviluppo.

4.1.4.2

Commercio elettronico

Grazie alla diminuzione dei costi delle telecomunicazioni e all'ulteriore diffusione delle tecniche dell'informazione e della comunicazione, il commercio elettronico è destinato a svilupparsi considerevolmente. A tale scopo è necessario disporre di un disciplinamento coordinato sul piano internazionale, che non deve essere eccessivo né costituire un ostacolo agli scambi o discriminare il commercio elettronico rispetto alle forme «tradizionali» di commercio di merci e servizi.

L'OCSE accorda particolare importanza all'attuazione di condizioni quadro ottimali per il commercio elettronico. Conformemente al mandato commissionato dalla Conferenza ministeriale dell'OCSE, tenutasi a Ottawa nel 1998 (cfr. n. 414.3 del rapporto 98/1+2), alla fine del 1999 il Consiglio ha approvato direttive in materia di protezione dei consumatori nel commercio elettronico. Nell'anno in rassegna, l'OCSE si è dedicata all'attuazione di tali direttive. I lavori intrapresi in seguito alla Conferenza di Ottawa nel settore della protezione dei dati hanno portato a un risultato concreto: l'OCSE ha approntato uno strumento di certificazione dei siti Web, con il quale le imprese possono far verificare volontariamente i propri siti su questioni rilevanti per la protezione dei dati; una volta esaminate le risposte inoltrate per via elettronica, viene comunicato all'impresa se i suoi siti soddisfano le esigenze dell'OCSE in materia. In caso affermativo, sul proprio sito Web l'impresa può fregiarsi di questo certificato quale sigillo di qualità. Questo strumento deve servire affinché imprese e consumatori prendano coscienza della questione. In relazione con il commercio elettronico vengono nuovamente discussi temi quali l'autoregolamentazione e le forme miste di disciplinamento, condivise fra Stato e settore privato.

L'OCSE esamina i mercati delle telecomunicazioni negli Stati membri ed emette raccomandazioni intese a rafforzare la concorrenza nel settore. Essa si occupa anche dei nessi macroeconomici della «nuova economia». Nell'ambito di un apposito studio analizza fino a che punto le tecniche dell'informazione e della comunicazione influenzano la crescita e la produttività. L'OCSE sviluppa inoltre un concetto di indicatori statistici con i quali è possibile confrontare lo sviluppo delle «società dell'informazione» negli Stati
membri. Infine, l'OCSE esamina le conseguenze delle nuove tecniche dell'informazione e della comunicazione per le PMI e il rapporto che queste ultime hanno con esse. In giugno, si è tenuta a Bologna une conferenza a livello ministeriale dedicata alle PMI, nella quale il commercio elettronico ha costituito un aspetto essenziale.

4.1.4.3

Concorrenza fiscale nociva

La Svizzera si era distanziata dal rapporto 1998 concernente la cosiddetta concorrenza fiscale nociva (cfr. n. 414.4 del rapporto 98/1+2) astenendosi dal voto. Nel frattempo il Comitato degli affari fiscali ha redatto un rapporto intermedio («To-

750

wards Global Tax Co-Operation») che contiene un elenco di 47 «regimi fiscali potenzialmente nocivi» e un elenco di 35 «paradisi fiscali».

I 47 regimi fiscali identificati come «potenzialmente nocivi» dal Comitato sono stati recensiti negli Stati dell'OCSE. Quanto alla Svizzera, due regimi sono supposti essere potenzialmente nocivi: (1) Le «Administrative Companies» (società di capitali, cooperative, fondazioni) che in Svizzera esercitano un'attività amministrativa (e nessuna attività economica); (2) le «Service Companies», ovvero le imprese di un gruppo di ditte che forniscono prestazioni di servizio ad altre società dello stesso gruppo. Sebbene la Svizzera non sia vincolata dalle raccomandazioni del 1998, segue con molto interesse i lavori successivi del Comitato. Toccherà a quest'ultimo analizzare se i regimi fiscali definiti come potenzialmente nocivi siano effettivamente «nocivi».

Nel secondo elenco sono enumerate 35 collettività territoriali a livello mondiale che attualmente sono classificate dal Comitato degli affari fiscali come «paradisi fiscali» («tax havens»). La Svizzera non vi figura. Dapprima occorre determinare quali delle suddette collettività territoriali sono disposte a cooperare. Entro il 31 luglio 2001 dovrebbe essere allestito un elenco delle collettività territoriali che non sono disposte a cooperare. Questo elenco servirà da base per eventuali sanzioni. La Svizzera ha difeso la posizione di principio che l'OCSE deve rimanere un forum d'analisi e di cooperazione e non deve trasformarsi in un'organizzazione che decreta sanzioni e misure di ritorsione.

In aprile il Comitato degli affari fiscali ha poi pubblicato un rapporto sull'accesso delle autorità fiscali alle informazioni bancarie. Il rapporto si occupa delle condizioni da soddisfare per sbloccare le informazioni bancarie a scopi fiscali. Raccomanda agli Stati membri di adottare misure per evitare conti anonimi e di verificare la politica d'informazione nei confronti delle autorità fiscali e fra di esse. Tali esigenze mirano a migliorare la lotta contro la frode fiscale e tributaria penalmente rilevante.

Il rapporto esorta gli Stati membri a organizzare più efficacemente, per via bilaterale, la cooperazione nel perseguimento penale. Al riguardo va segnalato che taluni accordi bilaterali di doppia imposizione e di
assistenza giudiziaria conclusi dalla Svizzera contengono disposizioni che autorizzano il ricorso a informazioni bancarie in caso di determinati delitti fiscali penalmente rilevanti. La Svizzera esaminerà gli ostacolo esistenti nella cooperazione e ne farà rapporto all'OCSE entro il 2002. Come per tutti i lavori dell'OCSE, anche in questo settore la Svizzera non ha fatto alcuna concessione riguardo al segreto dei clienti delle banche. Ha rammentato la sua posizione di principio secondo la quale quest'ultimo non è negoziabile.

4.1.4.4

Biotecnologia

Da parecchi anni, l'OCSE si occupa di questioni riguardanti la biotecnologia, in particolare quelle in merito all'analisi e alla valutazione dei rischi. Al vertice economico di Colonia del giugno 1999, il G-8 ha chiesto all'OCSE di approntare un rapporto sulla biotecnologia e sulla sicurezza dei generi alimentari. Diversi gruppi di esperti dell'OCSE hanno elaborato delle basi, che a loro volta costituiscono un importante contributo al dibattito internazionale sulla biotecnologia. Per integrare in tale processo la perizia di organizzazioni non governative, in febbraio l'OCSE ha organizzato una conferenza sugli aspetti sanitari e scientifici degli alimenti geneticamente modificati. Per concludere, il Consiglio dei ministri dell'OCSE ha appro751

vato quattro rapporti in vista del vertice del G-8 a Okinawa. Considerati l'importanza dell'argomento e il fatto che la biotecnologia non va giudicata unicamente quanto alla sicurezza dei generi alimentari, il Consiglio ha deciso di proseguire i lavori e proposto di convocare una conferenza sulle ripercussioni per l'ambiente degli organismi geneticamente modificati.

4.2

Organizzazione mondiale del commercio (OMC)

Dopo che alla Conferenza ministeriale di Seattle non era stato possibile lanciare un nuovo ciclo mondiale di negoziati sul commercio, i membri dell'OMC si sono occupati innanzitutto delle relative ripercussioni sullo sviluppo del sistema commerciale mondiale e sull'OMC in quanto organizzazione.

In primo piano vi erano misure per una migliore integrazione dei Paesi in sviluppo nel sistema commerciale multilaterale e miglioramenti della trasparenza dei processi decisionali in seno all'OMC e della politica d'informazione. Come previsto dai rispettivi accordi, all'inizio dell'anno in rassegna sono stati avviati negoziati nei settori dell'agricoltura e dei servizi.

4.2.1

In generale

I membri dell'OMC si sono occupati soprattutto delle conseguenze del fallimento del lancio di un nuovo ciclo mondiale di negoziati sul commercio. Per rafforzare la fiducia nel sistema commerciale mondiale, in particolare dei Paesi in sviluppo, in maggio è stato adottato un pacchetto di misure. Esso prevede un accesso ai mercati più facile nei Paesi industrializzati per i prodotti provenienti dai Paesi in sviluppo più poveri e contiene proposte intese a migliorare la cooperazione tecnica. Quest'ultima è importante dato che numerose disposizioni degli accordi dell'OMC sono entrate in vigore soltanto all'inizio del 2000 per i Paesi in sviluppo e che questi ultimi mostrano in parte difficoltà nell'attuare tali impegni. La terza misura in favore dei Paesi in sviluppo ha infatti per oggetto proprio l'attuazione degli accordi dell'OMC: d'ora innanzi, il Consiglio generale si interesserà direttamente dei problemi di attuazione degli impegni con l'OMC (in settori quali il valore in dogana, le misure d'investimento, la proprietà intellettuale), emanando raccomandazioni in proposito. È molto importante risolverli per favorire l'adesione agli impegni con l'OMC e rafforzare la fiducia nel funzionamento dell'Organizzazione. Non ci si può però attendere dai Paesi industrializzati che accettino di rinegoziare gli accordi dell'OMC allo scopo di risolvere questi problemi. Poiché alcune richieste dei Paesi in sviluppo sono particolarmente esigenti, saranno necessari dei negoziati. Sarà comunque indispensabile ritagliare soluzioni su misura secondo le situazioni, sovente molto differenti, dei vari Paesi.

Riguardo al miglioramento della trasparenza dei processi decisionali in seno all'OMC, il principio del consenso rimane incontestato; occorre però perseguire un migliore coinvolgimento di tutti i membri nella procedura negoziale, pur se i negoziati continueranno a essere preparati in gruppi ristretti. Le discussioni puntano a garantire l'effettiva partecipazione di tutti i membri dell'OMC al processo decisionale, senza con ciò rendere impossibile le deliberazioni.

752

La Conferenza ministeriale di Seattle è stata alla ribalta dei media e accompagnata da manifestazioni. L'OMC è stata considerata responsabile di taluni effetti della globalizzazione che esulano dal suo campo d'azione (cfr. n. 1 del rapporto 99/1+2).

In particolare talune organizzazioni non governative esigono che le fondamentali norme del lavoro, ma anche numerosi problemi nei settori della protezione dell'ambiente, della tutela della salute e altro ancora siano disciplinati in seno all'OMC.

L'OMC può però adempiere i propri compiti soltanto se rimane un'organizzazione dedita alle questioni commerciali. Essa deve tuttavia contribuire alla coerenza dei settori politici, in particolare della protezione dell'ambiente, della tutela della salute e della salvaguardia delle fondamentali norme del lavoro. In questi settori occorre rafforzare il lavoro d'informazione sui compiti dell'OMC, affinché le sue attività siano meglio comprese dal pubblico. Le discussioni dedicate a questo aspetto hanno mostrato come il contatto con gli enti interessati della società civile e con le organizzazioni non governative, ma anche il coinvolgimento dei Parlamenti, vanno considerati principalmente una questione nazionale dei singoli membri dell'OMC, mentre il segretariato di quest'ultima può contribuire a migliorare l'informazione con misure complementari. In Svizzera, infatti, si svolgono sedute periodiche con sindacati, rappresentanti dell'economia e diverse organizzazioni non governative.

I membri dell'OMC che, come la Svizzera e l'UE, preparando la Conferenza ministeriale di Seattle si erano pronunciati per un ciclo di negoziati globale, a livello informale si sono occupati anche delle prospettive di lancio d'un simile ciclo. Al momento attuale non è ancora chiaro quando potranno essere avviati tali negoziati. Va assolutamente evitato un secondo fallimento, per cui non è da escludere che neppure in occasione della prossima Conferenza ministeriale, che secondo le regole dell'OMC deve avere luogo nel secondo semestre del 2001, sarà lanciato un nuovo ciclo di negoziati.

4.2.2

Agricoltura

Sulla base delle disposizioni dell'OMC già decise nell'Uruguay Round (in particolare l'articolo 20 dell'Accordo sull'agricoltura, RS 0.632.20, allegato 1 A.3), nel gennaio del 2000 sono iniziati i negoziati agricoli. Tuttavia, essendo fallito a Seattle un ciclo di negoziati di ampia portata, questi negoziati, assieme a quelli sui servizi, rimangono isolati. Venendo meno la possibilità di ottenere un risultato equilibrato che si estenda anche ad altri settori (con vantaggi e svantaggi per tutti i membri), si restringe il potenziale per rapidi progressi negoziali. Nella prima fase dei negoziati sono stati semplicemente scambiati dati e fatti riguardanti lo stato e l'evoluzione dei mercati agricoli mondiali nonché gli aspetti non attinenti al commercio. Le proposte concrete concernenti l'organizzazione e la struttura dei negoziati vanno presentate entro l'inizio del 2001. Fino ad allora, anche la Svizzera avrà sottoposto un programma negoziale ai membri dell'OMC.

In questi negoziati, la Svizzera si impegna a favore degli obiettivi stabiliti per l'agricoltura nella Costituzione federale (art. 104). Oltre che la produzione concorrenziale, essi contemplano una serie di aspetti non attinenti al commercio quali produzione sostenibile, garanzia dell'approvvigionamento della popolazione, salvaguardia delle basi esistenziali naturali, cura del paesaggio rurale e occupazione decentralizzata del territorio. Anche l'UE, la Corea, il Giappone, le Mauritius e la Norvegia si preoccupano di questi aspetti. Essi trovano viepiù sostegno da parte di

753

membri dell'OMC dell'Europa centrale e orientale nonché di numerosi Paesi in sviluppo, anzitutto quelli più piccoli, che da una liberalizzazione a senso unico non possono attendersi nessuna o poca utilità. Durante una seduta del Comitato per l'agricoltura, tenutasi in novembre, la maggior parte dei membri dell'OMC ha riconosciuto che occorre considerare anche gli aspetti non attinenti al commercio. Sulla scorta delle proposte pervenute, nel marzo del 2001 è previsto che il Comitato faccia un ampio riassunto della situazione.

4.2.3

Servizi

Il 25 febbraio sono stati avviati a Ginevra i negoziati nel settore dei servizi, da svolgere in virtù dell'ordine del giorno integrato («built-in agenda») adottato nel 1994 a Marrakech alla fine dell'Uruguay Round. In maggio, il Consiglio per gli scambi di servizi ha allestito un programma di lavoro che dovrebbe sostituire il quadro negoziale comune venuto a mancare dopo il fallimento della Conferenza di Seattle. In sostanza, esso prevede la prosecuzione dei lavori preparatori e, per il marzo 2001, il punto della situazione in vista della quarta riunione ministeriale, che si terrà alla fine del 2001.

I pareri sul ritmo negoziale da tenere sono discordi. Gli Stati Uniti sono favorevoli a un'accelerazione e caldeggiano la fissazione di un termine per la loro conclusione entro la fine del 2002. Come l'UE e il Giappone, la Svizzera non può sostenere un simile termine, poiché ciò significherebbe isolare i negoziati sui servizi e contraddirebbe l'idea di un nuovo ciclo multilaterale globale. Solo rispondendo alla domanda riguardo al destino del ciclo di negoziati multilaterale dovrebbero risultare più chiare le prospettive riguardo ai negoziati sui servizi e sull'agricoltura.

4.2.4

Proprietà intellettuale

Tema centrale dei lavori del Consiglio dell'OMC incaricato dell'applicazione dell'Accordo sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Accordo TRIPS; RS 0.632.20, allegato 1C) è stata la verifica delle disposizioni relative alle indicazioni geografiche. Secondo alcuni Paesi, tra cui la Svizzera, esse andrebbero estese nel senso che la protezione valida per i vini e gli alcolici sia applicabile anche ad altri prodotti. La Svizzera ha intrapreso dei passi per conseguire progressi in questi negoziati.

4.2.5

Appalti pubblici

Il Comitato costituito per esaminare l'Accordo multilaterale sugli appalti pubblici (RS 0.632.231.422) si è occupato delle prescrizioni concernenti i concorsi pubblici, dei meccanismi di esame e della procedura d'adesione. Ha esaminato l'attuazione dell'Accordo da parte dei Paesi membri HongKong e Norvegia. L'Islanda è stata ammessa quale 27° membro dell'Accordo. Sono stati avviati i negoziati d'adesione con la Bulgaria, l'Estonia e la Giordania e sono proseguiti quelli con il Kirghizistan, la Lettonia, Panama e Taiwan.

754

Il gruppo di lavoro istituito in occasione della Conferenza ministeriale di Singapore, incaricato di elaborare un progetto di accordo sugli appalti pubblici vincolante per tutti i membri dell'OMC, dopo il fallimento della Conferenza ministeriale di Seattle ha dovuto anzitutto fare il punto della situazione. Nonostante lo scetticismo dei Paesi in sviluppo quanto all'utilità di un simile accordo, si intende proseguire i negoziati. La Svizzera ha sostenuto questo processo con una proposta sul campo d'applicazione di un futuro accordo.

4.2.6

Composizione delle controversie

Dal 1995, anno in cui fu istituito il nuovo meccanismo di composizione delle controversie dell'OMC, sono state depositate 210 domande per avviare consultazioni.

Come negli anni precedenti, la maggior parte dei casi è stata risolta senza la convocazione di un gruppo speciale («panel»). Mediante decisione degli organi per la composizione delle controversie sono stati risolti finora 40 casi, mentre 19 casi sono pendenti davanti a un gruppo speciale.

Merita una citazione particolare un caso, chiuso nell'anno in rassegna, al quale la Svizzera ha partecipato quale terza parte assieme ad altri dieci Stati. In una procedura contro il Canada, l'UE ha affermato che la legislazione sui brevetti canadese sarebbe in contraddizione con gli obblighi dell'Accordo TRIPS. Al fine di preparare ed eseguire le procedure d'omologazione e d'autorizzazione, la legge sui brevetti canadese consente di fabbricare e testare i futuri prodotti generici già prima che scada la corrispondente durata di protezione dei brevetti. In tal modo, le procedure d'omologazione per i generici possono essere concluse già prima della scadenza di tale protezione. Ma il diritto canadese consente inoltre di iniziare già sei mesi prima di tale scadenza la fabbricazione e il deposito di suddetti prodotti, così da immetterli sul mercato non appena scaduta la protezione dei brevetti. Il gruppo speciale convocato è giunto alla conclusione che fabbricare e testare un prodotto in vista dello svolgimento della procedura d'omologazione è compatibile con gli obblighi dell'Accordo TRIPS, che tuttavia le disposizioni sulla fabbricazione e sul deposito dei generici prima che scada la protezione dei brevetti contraddicono gli impegni contrattuali e che il Canada deve dunque modificare di conseguenza la propria legislazione.

Gli organi per la composizione delle controversie dell'OMC si sono nuovamente dovuti occupare della disputa concernente le banane tra l'UE e gli Stati Uniti. Dopo che l'UE era stata sconfitta nella prima procedura e che anche le modifiche da essa successivamente proposte erano state respinte in quanto giudicate insufficienti, gli Stati Uniti e l'Ecuador sono stati autorizzati a sospendere concessioni commerciali fatte all'UE per un importo pari al danno subìto. Questa regolamentazione dei danni ha però dal canto suo sollevato questioni
sui presupposti e sulle modalità procedurali nell'applicazione di simili contromisure. Per risolverle occorre rivedere l'intesa sulle norme e sulle procedure che disciplinano la risoluzione delle controversie (RS 0.632.20, allegato 2). Insieme ad altri Stati, la Svizzera ha preparato una proposta di soluzione in tal senso, attualmente trattata in seno al Consiglio generale dell'OMC.

755

4.2.7

Procedura di adesione

Con la conclusione di quasi tutti i negoziati bilaterali, i negoziati d'adesione della Cina all'OMC sono entrati nella fase finale. Anche la Svizzera, nell'anno in rassegna, ha potuto concludere i propri negoziati bilaterali con la Cina. Dopo che hanno potuto essere appianate le ultime divergenze riguardo all'aliquota di dazio per gli orologi e l'accesso delle imprese d'assicurazione al mercato cinese, il 26 settembre il capo del DFAE ha firmato il documento che segna la conclusione dei negoziati. La probabile adesione di questo Paese nel 2001 c ostituirà una grande sfida per l'OMC.

Altri importanti candidati all'adesione sono l'Arabia Saudita, la Russia, l'Ucraina e il Vietnam. Con l'adesione, nell'anno in rassegna, di Stati quali l'Albania, la Croazia, la Georgia, la Giordania e l'Oman, alla fine del 2000 l'OMC contava 140 membri.

4.2.8

Rapporti con altre istituzioni

L'OMC collabora con una serie di altre organizzazioni e istituzioni internazionali tra cui segnatamente la Banca mondiale, il FMI, l'OCSE, l'ONU, l'UNCTAD e l'OMS.

Questa cooperazione si è intensificata in particolare nel settore dell'ambiente. Così, alla fine del 1999, l'OMC e il PNUA hanno potuto istituzionalizzare la loro cooperazione mediante uno scambio di lettere tra Mike Moore, direttore generale dell'OMC, e Klaus Töpfer, direttore esecutivo del PNUA. Questa cooperazione consente lo svolgimento di seminari comuni con l'obiettivo di mostrare le connessioni fra commercio e ambiente e, in particolare nei Paesi in sviluppo, di promuovere la comprensione dei nessi fra questi settori. La Svizzera ha cofinanziato un seminario di questo genere, organizzato nel maggio del 2000 a Malta.

Il Comitato del commercio e dell'ambiente ha nuovamente proceduto ad audizioni con i segretariati incaricati d'amministrare gli accordi sull'ambiente le cui misure hanno un impatto sul commercio. La Svizzera ha presentato al Comitato due proposte sul rapporto tra gli accordi sull'ambiente e gli accordi dell'OMC (cfr. n. 1.3.4 del rapporto 99/1+2).

4.3

Accordi preferenziali con Stati extraeuropei

L'interesse principale si è concentrato sui negoziati degli Stati dell'AELS con il Messico in vista di un accordo di libero scambio, che ha potuto essere firmato il 27 novembre. Dal profilo del contenuto, esso si spinge molto più in là di quelli con Paesi terzi conclusi finora dall'AELS e segna così un'importante svolta dal profilo della politica economica. In dicembre sono stati avviati negoziati con il Cile.

Fino a poco tempo fa la Svizzera, ovvero l'AELS, nel negoziare accordi di libero scambio si limitava all'Europa centrale e orientale e al bacino mediterraneo, vale a dire le due regioni sulle quali già si concentrava l'UE.

Nel maggio del 1998 l'AELS ha per la prima volta avviato negoziati volti alla conclusione di un accordo di libero scambio con un Paese d'oltremare ­ il Canada ­ 756

che oltretutto non aveva dapprima negoziato con l'UE; questi negoziati non hanno ancora potuto essere conclusi. Nel luglio del 2000 l'AELS, allo stesso scopo, ha avviato trattative con il Messico che hanno potuto essere concluse già dopo pochi mesi; il relativo accordo è stato firmato il 27 novembre in Messico. In dicembre sono stati avviati negoziati analoghi con il Cile. Conformemente a una decisione dei ministri dell'AELS, anche con il Sudafrica occorrerà negoziare un accordo di libero scambio, mentre si esamina la situazione in vista di eventuali negoziati con ulteriori Paesi o gruppi di Paesi (ad es. Singapore, la Corea, il MERCOSUR, gli Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo).

Il Messico è in assoluto il primo Paese d'oltremare con il quale la Svizzera praticherà il libero scambio. Qualche anno fa il Messico ha concluso un accordo di libero scambio, il NAFTA, con gli Stati Uniti e il Canada e di recente ne ha posto in vigore uno analogo con l'UE. Per la Svizzera, l'importanza dell'accordo di libero scambio negoziato fra gli Stati dell'AELS e il Messico risiede innanzitutto nel fatto che la nostra economia otterrà lo stesso accesso al mercato messicano per le merci e i servizi come i suoi concorrenti provenienti dall'UE, dagli Stati Uniti e dal Canada.

Il campo d'applicazione dell'accordo di libero scambio con il Messico è notevolmente più ampio di quello degli altri accordi che la Svizzera ha concluso nell'ambito dell'AELS. Mentre finora gli accordi firmati dall'AELS con Stati terzi si sono sostanzialmente limitati alla realizzazione del libero scambio nel traffico merci (prodotti industriali) e alla protezione della proprietà intellettuale, l'accordo con il Messico contempla, oltre ai capitoli tradizionali, disposizioni concernenti la liberalizzazione nel settore dei servizi (in particolare i servizi finanziari) la promozione degli investimenti diretti, l'accesso ai mercati in caso di appalti pubblici. Per tenere conto delle particolarità delle politiche agricole dei singoli Stati dell'AELS, come avviene solitamente il commercio di prodotti agricoli sarà disciplinato in accordi bilaterali fra ognuno di questi Stati e il Messico.

L'accordo di libero scambio dell'AELS e l'accordo agricolo bilaterale con il Messico saranno sottoposti all'approvazione delle Camere federali in un
messaggio separato.

La conclusione di questo accordo di libero scambio segna un'importante svolta nella politica economica esterna. Di recente, a livello mondiale si registra una crescente propensione a concludere accordi di libero scambio bilaterali e multilaterali. Adesso, in tutto il mondo, esistono oltre 200 accordi preferenziali fra due o più Paesi, di cui la maggior parte è stata conclusa negli ultimi dieci anni e circa un centinaio è stato concluso negli ultimi cinque anni; circa 70 ulteriori accordi sono attualmente nella fase negoziale.

Nel contempo vi è una chiara tendenza a negoziare accordi di libero scambio ampliati dal profilo del contenuto, che abbracciano non soltanto il settore tradizionale del commercio delle merci, bensì anche settori quali i servizi, gli investimenti, gli appalti pubblici, la proprietà intellettuale e la concorrenza.

Queste due tendenze possono essere in parte spiegate con la difficile situazione in cui si sono arenati gli sforzi di liberalizzazione su vasta scala in seno all'OMC (Seattle) e all'OCSE (AMI). Sembra però sempre più difficile portare avanti questa liberalizzazione a livello mondiale proprio nei settori diversi dal commercio delle merci. Poiché una liberalizzazione in questi settori spesso ha implicazioni per la legislazione interna, è più facilmente realizzabile tra un numero limitato di Paesi

757

aventi uno stadio di sviluppo paragonabile e un orientamento abbastanza simile in materia di politica economica.

La tendenza che va delineandosi a concludere accordi di libero scambio con partner d'oltremare e a intrecciare reti di simili accordi fuori dall'Europa costituisce per vari aspetti una sfida per la Svizzera, Paese molto dipendente dalle esportazioni e aperto a un mercato mondiale, ma nel contempo non appartenente ad alcun blocco economico: da un lato, gli interessi economici delle piccole e medie economie sono favoriti da una liberalizzazione in un quadro multilaterale. In particolare nel rapporto con importanti partner commerciali è più difficile, a livello bilaterale, trovare un equilibrio di interessi. D'altro lato, la discriminazione potenziale o effettiva sui mercati terzi che scaturisce da accordi preferenziali tra altri Paesi o gruppi di Paesi è particolarmente grave per un Paese con un piccolo mercato interno.

Se la Svizzera, di fronte a questa crescente tendenza a concludere accordi preferenziali globali, vuole evitare l'erosione della competitività della propria economia e non intende perdere la coincidenza con la progressiva liberalizzazione, deve sviluppare ulteriormente la propria politica di libero scambio, dal profilo geografico e contenutistico. Dato che non fa parte di un'entità più vasta come l'UE, non le rimane altro che portare avanti essa stessa una politica attiva di negoziazione di accordi di libero scambio, da sola o assieme ad altri Paesi con problemi analoghi.

4.4

Nazioni Unite (ONU)

In febbraio si è tenuta a Bangkok la decima conferenza dell'UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo) sul tema «Globalizzazione quale strumento dello sviluppo». Dal 26 al 30 giugno si è svolta a Ginevra, su invito della Svizzera, la conferenza concernente il seguito del vertice sociale mondiale tenuto a Copenaghen nel 1995. Nell'ambito di un forum preparato dalla Svizzera, la discussione ha riguardato l'importanza della dimensione sociale della globalizzazione per l'ulteriore apertura dell'economia mondiale.

4.4.1

UNCTAD - X

La decima conferenza dell'UNCTAD, che si tiene a un ritmo quadriennale, si è svolta in febbraio a Bangkok (Thailandia). Il suo tema era «Globalizzazione quale strumento dello sviluppo» e aveva scopo di definire provvedimenti per permettere all'UNCTAD di facilitare l'integrazione dei Paesi in sviluppo nel commercio mondiale.

La Svizzera si è adoperata affinché l'UNCTAD rimanga un forum aperto e critico per tutte le questioni che concernono il commercio, gli investimenti e lo sviluppo.

Ha chiesto un più forte legame dei lavori dell'UNCTAD con le discussioni e trattative dell'OMC, maggiore trasparenza ed efficienza, nonché una migliore politica d'informazione del segretariato dell'UNCTAD.

La Conferenza, coronata da successo dal punto di vista svizzero, ha adottato una dichiarazione e un piano d'azione. Questi documenti rilevano l'utilità che la globalizzazione può avere per lo sviluppo del Sud, in quanto propone provvedimenti spe758

cifici di sostegno per i Paesi più poveri. Così per esempio sono state chieste preferenze tariffarie di più ampia portata e maggior flessibilità nella concessione di periodi transitori negli accordi OMC. Si auspica anche una miglior coerenza tra la politica commerciale e la politica di sdebitamento dei Paesi industrializzati, nonché tra la politica interna e quella estera dei Paesi del Sud. Le organizzazioni internazionali sono state invitate a collaborare più strettamente tra di loro.

In base al piano d'azione è attualmente elaborato il programma di lavoro in corso.

Quest'ultimo comprenderà anche attività nell'ambito del buon Governo (Good Governance), nuovo per l'UNCTAD, e metterà l'accento sulla biotecnologia e sul turismo. Da ora in poi l'UNCTAD parteciperà maggiormente anche alla discussione sulla maniera di impedire crisi finanziarie, nonché, eventualmente, di porvi rimedio.

L'UNCTAD è stata inoltre incaricata di elaborare criteri che permettano di vincolare a parametri rilevanti per lo sviluppo l'ampiezza dei trattamenti speciali a favore dei Paesi in sviluppo.

Si deve fare il bilancio della UNCTAD - X tenendo presente il fallimento della Conferenza di Seattle dell'OMC. Bangkok ha contribuito alla ripresa del dialogo tra i Paesi industrializzati e i Paesi in sviluppo e a creare di nuovo un clima favorevole al riavvicinamento.

Nell'anno in rassegna vi sono state anche nuove trattative relative a tre accordi sulle materie prime, elaborati nell'ambito dell'UNCTAD. L'Accordo internazionale del 1989 sulla iuta (RU 1991 1930, 1998 1784) è scaduto l'11 aprile 2000. Gli Stati membri non hanno potuto giungere a un'intesa su un nuovo accordo. Il Consiglio internazionale della iuta ha avviato nell'aprile 2000 la liquidazione dell'organizzazione. L'accordo internazionale del 1994 sul caffè e l'accordo internazionale del 1993 sul cacao giungeranno entrambi alla scadenza il 30 settembre 2001. È previsto che siano sostituiti da due nuovi accordi. In settembre, nel corso della sessione del Consiglio internazionale del caffè, è stato adottato l'accordo internazionale del 2001 sul caffè. Invece, i negoziati del mese di novembre riguardanti un nuovo accordo sul cacao non hanno avuto esito e riprenderanno all'inizio del 2001.

4.4.2

UNIDO

L'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO) si occupa, dopo le profonde riforme degli ultimi anni, soprattutto dell'elaborazione, rispettivamente del concretamento, di «programmi integrati». La Svizzera sostiene le attività dell'organizzazione con programmi specifici nell'ambito dello sviluppo industriale sostenibile, che di massima sono parti di programmi integrati. Così, l'UNIDO è un partner importante per l'istituzione dei centri di promozione della tecnologia ambientale finanziati dalla Svizzera (cfr. n. 6.2.1).

4.4.3

UNCED

A livello internazionale La Commissione dello sviluppo sostenibile (Commission on Sustainable Development, CSD), una commissione specializzata dell'ECOSOC, è l'organo centrale nel sistema onusiano per promuovere e sorvegliare l'attuazione dell'Agenda 21. Essa si è occupata di questioni legate al finanziamento dello sviluppo sostenibile e al 759

contributo dell'agricoltura allo sviluppo sostenibile, ma non ha raggiunto risultati concreti.

Nell'ultima seduta, conformemente al mandato, del Forum delle foreste (Intergovernmental Forum on Forests, IFF), lanciato dalla sessione speciale dell'Assemblea generale dell'ONU nel 1997, è stato adottato il rapporto finale all'attenzione della CSD. Il rapporto contiene raccomandazioni relative ai più importanti temi della politica sostenibile delle foreste. Per quanto riguarda l'istituzione di una convenzione sulle foreste, il forum non ha raggiunto un consenso; ha pertanto suggerito di riesaminare la questione entro cinque anni. Inoltre è stato istituito un Forum on Forests (UNFF), come organo subordinato dell'ECOSOC.

Nell'ambito della Convenzione sulla diversità biologica (RS 0.451.43; Convenzione sulla diversità biologica) si trattava di disciplinare due settori: la sicurezza nell'ambito della biotecnologia e l'accesso alle risorse genetiche.

La conferenza straordinaria tra le parti contraenti del gennaio 2000 a Montreal (Canada) aveva lo scopo di concludere un Protocollo sulla sicurezza in materia di organismi viventi geneticamente modificati, prodotti dalla biotecnologia (Protocollo di Cartagena). A causa di divergenze su questioni centrali le trattative erano state interrotte l'anno precedente, per svolgere altre consultazioni. Queste ultime hanno infine permesso di adottare con successo il protocollo. La Svizzera aveva svolto un ruolo molto attivo in qualità di portavoce di un gruppo negoziale costituito dalla Corea del Sud, dal Giappone, dal Messico, dalla Norvegia, dalla Nuova Zelanda e da Singapore. Il nostro Paese ha firmato il Protocollo di Cartagena alla quinta Conferenza delle Parti contraenti della Convenzione sulla diversità biologica a Nairobi (Kenia) in maggio.

Nel corso di questa conferenza è stato fra l'altro adottato un mandato per l'elaborazione di direttive per disciplinare l'accesso alle risorse genetiche. Questo mandato scaturisce interamente da un'iniziativa svizzera. La delegazione svizzera aveva elaborato una proposta di direttive contenenti i principi per un accesso per quanto possibile libero alle risorse genetiche e un indennizzo equo per il trasferimento di risorse a favore dei Paesi di provenienza.

Per quanto riguarda la convenzione quadro delle Nazioni Unite sui
cambiamenti climatici (RS 0.814.01; Convenzione sul clima) si è trattato soprattutto del concretamento del Protocollo di Kyoto, approvato nel dicembre 1997. Diverse conferenze avevano in particolare lo scopo di definire le modalità di tre strumenti contenuti nel Protocollo, ossia Joint Implementation, Clean Development Mechanism e Emission Trading. Questi strumenti permettono agli Stati industrializzati tenuti a ridurre le emissioni che provocano l'effetto serra di prendere all'estero provvedimenti di protezione del clima e quindi di adempiere i loro obblighi in modo efficiente per quanto concerne i costi.

Nel corso della sesta conferenza delle parti alla Convenzione sul clima (COP6), svoltasi all'Aia in novembre, non è stato possibile chiarire le questioni in sospeso riguardanti il protocollo di Kyoto. Una conferenza d'aggiornamento dovrebbe aver luogo nel primo semestre del 2001.

Per poter raccogliere esperienze concrete con questi tre nuovi strumenti, la Svizzera ha continuato il suo programma pilota di attuazione in comune. Nell'anno in rassegna è stato lanciato un nuovo progetto con la Slovacchia; altri progetti nell'Europa dell'Est e nei Paesi in sviluppo vengono attualmente valutati.

760

A livello nazionale Il Comitato interdipartimentale di Rio (IDARio) ha attuato, con un'eccezione, tutti i provvedimenti della nostra strategia «Sviluppo sostenibile in Svizzera» (cfr. n. 434 del rapporto 98/1+2). Lo studio sullo sviluppo sostenibile in Svizzera deve, tra l'altro, costituire la base per l'elaborazione della nostra nuova «Strategia 2002» sullo sviluppo sostenibile. In vista della preparazione della Conferenza globale di Rio nel 2002 è stato adottato il programma «Rio + 10». Esso contiene un'analisi delle esperienze degli ultimi dieci anni e trae conseguenze per i futuri lavori.

4.4.4

Commissione economica per l'Europa delle Nazioni Unite

La CEE/ONU ha proceduto a una valutazione del decennio di transizione negli ex Paesi comunisti. È stato appurato che l'attuazione delle politiche macroeconomiche ha condotto a risultati differenti secondo i Paesi. Gli Stati che avevano optato per una terapia choc non hanno sempre conseguito risultati migliori di quelli che avevano scelto una transizione graduale.

Nel suo metodo di lavoro, la CEE/ONU si avvale viepiù di un approccio globale e multisettoriale. Questo vale soprattutto nei settori dei trasporti e dell'ambiente.

L'intenzione è ad esempio di interrompere i lavori settoriali nei settori dell'acciaio e della chimica per dedicarsi a un programma per lo sviluppo di imprese. All'inizio del 2000, quale contributo per verificare il programma d'azione della Conferenza mondiale dell'ONU sulle donne, tenutasi a Pechino, si è svolta una conferenza consacrata alle donne e all'economia degli Stati membri della CEE.

4.4.5

Organizzazione internazionale del lavoro (OIL)

Fra il 1999 e il 2002 la Svizzera è membro con diritto di voto del consiglio d'amministrazione dell'OIL, che ha presieduto fino al giugno 2000. In questa posizione ha sostenuto le riforme avviate dal direttore generale Somavia.

Per la prima volta, l'applicazione da parte dei Paesi membri della dichiarazione sui principi fondamentali e i diritti del lavoro, adottata nel 1998 dall'OIL, è stata ampiamente discussa. La dichiarazione impegna tutti gli Stati membri dell'OIL a attuare i principi di quest'ultima, indipendentemente da una ratifica delle convenzioni fondamentali. Il rapporto di controllo si è occupato della libertà di associazione e del diritto a trattative collettive: ha sottolineato che la globalizzazione rende necessario un partenariato sociale pronto a trovare soluzioni flessibili e rapide, mentre, contemporaneamente, il partenariato sociale è messo sotto pressione dalla concorrenza crescente, ciò che rende indispensabili le riforme. Inoltre, è stata richiamata l'attenzione sull'importanza della collaborazione internazionale in questo ambito. Progetti svizzeri per l'istituzione di meccanismi per appianare le controversie nell'Africa australe (Sudafrica, Botswana, Namibia, Lesotho) sono stati utilizzati come esempio di promozione del partenariato sociale.

Nel caso del lavoro forzato nel Myanmar, la Conferenza internazionale del lavoro ha deciso di applicare per la prima volta l'articolo 33 della Costituzione dell'OIL, secondo il quale possono essere presi i necessari provvedimenti affinché un membro

761

rispetti le raccomandazioni di una commissione d'inchiesta. Da anni il Myanmar viola, con il lavoro forzato ampiamente diffuso e sistematico, la Convenzione fondamentale n. 29 concernente il lavoro forzato od obbligatorio (RS 0.822.713.9), che pure ha ratificato. Alla fine di novembre sono entrati in vigore i provvedimenti decisi nella conferenza sul lavoro, che hanno invitato i 174 Stati membri dell'OIL e le organizzazioni internazionali a riesaminare tutti i loro rapporti con il Myanmar ed eventualmente a sospenderli e a proporre la discussione del caso in seno all'ECOSOC e all'Assemblea generale dell'ONU.

Il 28 giugno la Svizzera ha ratificato la Convenzione dell'OIL concernente il divieto del lavoro pericoloso per i fanciulli (Convenzione n. 182 concernente il divieto delle forme più manifeste di sfruttamento del fanciullo sul lavoro e l'azione immediata volta alla loro abolizione, FF 2000 358); sono così state ratificate le otto Convenzioni fondamentali dell'OIL. Inoltre, sono stati ratificati un emendamento della Costituzione dell'OIL per abrogare convenzioni obsolete, nonché la Convenzione n.

144 concernente le consultazioni tripartite destinate a promuovere l'attuazione di norme internazionali del lavoro (FF 2000 368).

Il gruppo di lavoro sulla dimensione sociale della globalizzazione è il solo organismo internazionale nel quale rappresentanti (a livello di esperti) dell'OMC, delle istituzioni di Bretton Woods e dell'OCSE si dedicano al tema «sviluppo, commercio, norme del lavoro». Il gruppo ha esaminato alcuni studi che si occupavano dell'interazione fra libertà sindacale e sviluppo economico.

4.4.6

Conferenza d'aggiornamento del vertice sociale mondiale (Geneva 2000)

Cinque anni dopo il vertice sociale mondiale di Copenaghen, dal 26 al 30 giugno si è svolta la Conferenza8 d'aggiornamento nell'ambito di una completa sessione speciale dell'Assemblea generale dell'ONU, organizzata per la prima volta a Ginevra (UNGASS/Geneva 2000), alla quale hanno partecipato numerosi capi di Stato e di Governo. Compito dell'UNGASS era di analizzare l'evoluzione degli ultimi cinque anni e decidere nuove iniziative.

Scopo dell'invito della Svizzera era la preparazione di una piattaforma per la discussione del tema della dimensione sociale della globalizzazione, importante per l'ulteriore apertura economica. Il Forum Geneva 2000 ha fornito un contributo essenziale, accogliendo più di 200 incontri di ONG, parti sociali, parlamentari, organizzazioni internazionali e governi. Anche il simposio internazionale organizzato dalla Svizzera sul tema «New Partnerships for Social Development in a Globalizing World» ha suscitato un notevole interesse.

I risultati concreti possono essere considerati positivi se paragonati con altre conferenze d'aggiornamento. Purtroppo alcuni Paesi in sviluppo si sono fortemente opposti a una proposta svizzera sostenuta dall'UE, dagli Stati Uniti e da vari Paesi in sviluppo che invitava l'OIL, l'OMC, le istituzioni di Bretton Woods, l'UNCTAD nonché i governi a analizzare e a discutere, sotto l'egida dell'OIL, la dimensione sociale della globalizzazione, incluso il rapporto fra commercio e norme di lavoro.

8

762

La Commissione per lo sviluppo sociale dell'ONU ha preparato questa conferenza d'aggiornamento.

Geneva 2000 ha costituito un passo avanti per consolidare Ginevra come piattaforma di negoziati internazionali per le questioni sociali in materia di globalizzazione.

Con il sostegno offerto a un Forum internazionale per lo sviluppo sociale programmato ogni anno a Ginevra sarà possibile proseguire il dialogo in questo settore.

4.5

Cooperazione settoriale multilaterale

4.5.1

Cooperazione nel campo dell'energia

4.5.1.1

Agenzia internazionale dell'energia (AIE)

Durante l'anno in esame l'AIE ha seguito da vicino l'evoluzione del prezzo del petrolio e le sue conseguenze sull'approvvigionamento. Dato che quest'ultimo è rimasto normale malgrado l'aumento dei prezzi, l'AIE non ha avuto bisogno di intervenire sul mercato (liberazione delle riserve obbligatorie).

4.5.1.2

Trattato della Carta dell'energia

Le disposizioni commerciali del Trattato sulla Carta dell'energia (RS 0.730.0) corrispondono in gran parte a quelle dell'OMC. I Paesi che hanno aderito alla Carta ma non sono membri dell'OMC hanno estremamente bisogno di informazioni riguardanti l'applicazione di queste disposizioni. Ecco perché la Svizzera ha finanziato per la seconda volta un colloquio sull'OMC per i membri della CSI.

Nel campo degli investimenti, prosegue l'esame degli aggiornamenti legislativi che gli Stati membri della CSI devono effettuare in virtù del principio della nondiscriminazione statuito nel trattato. Tutti i Paesi salvo uno hanno portato a termine questi aggiornamenti nei tempi previsti.

Dopo gli inizi difficili, i negoziati riguardanti un protocollo aggiuntivo sul transito delle energie legate alla rete attraverso i territori delle Parti contraenti sono entrati in una fase decisiva a fine anno. Se si tiene conto dei prezzi attualmente elevati dell'energia, gli interessi dei Paesi produttori sono decisamente in conflitto con quelli dei Paesi importatori o di transito. In questi negoziati, la Svizzera si impegna prima di tutto a favore delle misure per una transito sicuro e rispettoso dell'ambiente.

5

Il sistema finanziario internazionale Gli strumenti di credito del Fondo monetario internazionale (FMI) sono stati adattati al nuovo contesto economico mondiale. Per la politica economica, il compito di vigilanza del FMI è stato esteso al fine di consentire un esame più approfondito dei settori finanziari dei Paesi membri e scoprire eventuali fonti di instabilità. La revisione degli Accordi di Basilea, la messa in opera dei principi di vigilanza in materia di commercio dei valori mobiliari così come diverse misure nel campo della lotta contro il riciclaggio di denaro sono state al centro dei lavori degli organi internazi onali di vigilanza.

763

5.1

Il FMI e l'architettura finanziaria internazionale

Il rafforzamento del sistema finanziario internazionale come pure la riforma del FMI sono stati al centro delle deliberazioni di quest'ultimo.

Concessione di crediti, vigilanza e trasparenza del FMI L'esame degli strumenti di credito del FMI è stato un punto importante dell'ordine del giorno del Comitato monetario e finanziario internazionale (IMFC), in occasione dell'assemblea annuale delle istituzioni di Bretton Woods nel 2000. Si doveva in particolare tenere conto del fatto che un numero sempre maggiore di Paesi membri ha accesso ai mercati dei capitali internazionali e che, al di fuori dei periodi di crisi, essi non dipendono per così dire più dal sostegno finanziario del Fondo monetario.

Ecco perché, per quanto attiene i due strumenti principali di credito del FMI (denominati comunemente «facilità»), ossia l'accordo di conferma e il meccanismo allargato del credito, occorre vigilare affinché questi fondi vengano meno utilizzati ricorrendo a diverse misure in tal senso. Il meccanismo allargato di credito deve essere riservato ai Paesi che abbiano problemi di bilancia dei pagamenti a lungo termine.

L'IMFC si è pronunciato a favore di un'estensione della vigilanza delle politiche economiche da parte del Fondo monetario nel campo dei sistemi finanziari nazionali. Nel quadro di ciò che viene definita vigilanza rafforzata, i settori finanziari nazionali saranno ormai esaminati per svelarne eventuali fonti d'instabilità. Uno degli strumenti importanti di questa vigilanza rafforzata è il Programma di valutazione del settore finanziario (FSAP) messo in opera congiuntamente dal FMI e dalla Banca mondiale. In occasione dell'assemblea annuale delle istituzioni di Bretton Woods, la Svizzera si è dichiarata pronta a sottoporsi a un esame nel quadro di questo programma.

Per quanto attiene alla trasparenza, l'assemblea dell'IMFC ha tratto un bilancio positivo del progetto pilota lanciato nella primavera del 1999 per la pubblicazione facoltativa dei rapporti sull'analisi dei Paesi (ai sensi dell'art. IV degli statuti del FMI). La Svizzera ha approvato il fatto di trasformare il progetto in un disciplinamento fisso. Essa ha pure approvato la decisione di pubblicare, a titolo facoltativo, i rapporti sui Paesi membri elaborati in relazione con il ricorso a fondi del FMI. La Svizzera ha pure sostenuto
l'istituzione di un sevizio di valutazione indipendente.

Quest'ultimo deve completare gli strumenti di controllo esistenti del FMI e aiutare il consiglio d'amministrazione nell'esecuzione del suo compito di vigilanza. Il nuovo servizio entrerà in attività probabilmente nella primavera del 2001.

L'IMFC ha preso atto del fatto che i lavori riguardanti la partecipazione del settore privato alle misure di prevenzione e alla risoluzione di crisi finanziarie hanno registrato uno sviluppo modesto. Partendo da un certo numero di principi generali, il Fondo monetario tenta di formulare direttive destinate a una differenziazione più netta tra i procacciatori di fondi privati e pubblici e di precisare i casi nei quali il ricorso al settore privato è ineluttabile. Oltre alle regole riguardanti il ricorso facoltativo al settore privato occorrerà pure esaminare il valore e l'utilità di altri strumenti, in particolare l'utilizzo di moratorie del debito. La Svizzera farà tutto ciò che è possibile affinché questi lavori vadano avanti.

L'IMFC ha confermato il ruolo importante giocato dal FMI nei Paesi più poveri.

Questi Paesi non potranno beneficiare di una crescita duratura e ridurre notevolmente la povertà se non assicurando una stabilità a livello macroeconomico e procedendo a riforme strutturali. Accanto all'aiuto della Banca mondiale, la facilità per la 764

riduzione della povertà e per la crescita (PRGF) costituisce lo strumento principale del FMI per raggiungere questo obiettivo. In occasione dei dibattiti circa la messa in opera dell'iniziativa a favore dei Paesi poveri fortemente indebitati (HIPC), la Svizzera ha rilevato soprattutto l'importanza di uno sdebitamento sostenibile di questo Paesi. In tal senso, essa ritiene ambizioso l'obiettivo di avviare lo sdebitamento di 20 Paesi prima della fine del 2000.

Controllo dei centri finanziari off-shore - ruolo del FMI Già nella primavera del 1999, il Forum sulla stabilità finanziaria (Financial Stability Forum, FSF), organismo istituito dai ministri delle finanze e dai governatori delle banche centrali dei Paesi del G-7, ha pubblicato un Rapporto sui centri finanziari off-shore. Questo organo, che si occupa del problema della stabilità dei mercati finanziari, ha dedicato un'attenzione particolare ai Paesi che potrebbero determinare un effetto destabilizzante sul sistema finanziario internazionale a causa di vigilanza e disciplinamento insufficienti.

La Svizzera, che non è membro del FSF, è stata classificata tra le piazze finanziarie off-shore in una lista pubblicata dal forum nella primavera del 2000, e ciò indipendentemente dal fatto che non adempie nessuno dei criteri definiti dal FSF per i centri off-shore. È dunque stata inserita dal FSF nella lista dei centri finanziari off-shore, tuttavia nella categoria di quelli ben sorvegliati e disposti a cooperare. La Svizzera rifiuta energicamente questa classificazione arbitraria come piazza finanziaria offshore.

Il FSF ha proposto di affidare al FMI la responsabilità per l'elaborazione e la realizzazione di un processo di controllo. Il Fondo monetario ha affrontato il problema e ha presentato un rapporto al consiglio d'amministrazione nell'estate del 2000. In esso si propone di lanciare un programma speciale destinato ad identificare i rischi rappresentati dai centri off-shore per il sistema finanziario. I Paesi del G-7, in particolare, appoggiano questo progetto sostenendo che il FMI, nella sua qualità di istituzione responsabile per la stabilità del sistema finanziario e monetario internazionale, deve svolgere un ruolo centrale in questo settore. La Svizzera è del parere che gli strumenti di vigilanza attuali siano sufficienti. Il problema non
sarebbe comunque risolvibile esaminando in maniera isolata i diversi tipi di piazza finanziaria. Più appropriato sarebbe invece il controllo dei centri off-shore nel quadro del FSAP.

Revisione delle quote e delle formule che permettono di calcolarle Le quote di capitale ­ e dunque i voti ­ dei Paesi membri del Fondo monetario devono essere verificate almeno ogni cinque anni conformemente agli statuti. L'ultimo aumento generale delle quote in occasione dell'ultima revisione è stato effettivo agli inizi del 1999. Tenendo conto della situazione finanziaria attualmente prospera del FMI, è poco probabile che si proceda a un nuovo aumento delle quote in occasione della prossima revisione. Tuttavia, sussiste il pericolo che la quota di voti della Svizzera possa diminuire a lungo termine. Tale diminuzione potrebbe essere il risultato di un aumento selettivo delle quote dei membri che negli anni scorsi abbiano registrato una crescita economica superiore alla media. Fra i beneficiati si troverebbero probabilmente le economie in piano sviluppo dell'Asia e dell'America latina; fra i perdenti i Paesi il cui tasso di crescita è stato inferiore alla media mondiale in questi ultimi anni. L'indicatore generalmente riconosciuto che permette di stabilire il bisogno di una correzione è lo scarto esistente fra le quote attribuite e le quote calcolate. Le formule per la determinazione di queste ultime sono diverse.

765

Il Consiglio esecutivo del FMI si concentrerà sul progetto in corso di revisione delle formule di calcolo delle quote verosimilmente nell'estate del 2001. Questa revisione ha lo scopo di semplificare le formule e di tener conto dei fattori che mettono a repentaglio la stabilità. Un gruppo di lavoro esterno ha elaborato a tal fine una proposta che prevede di abbandonare il sistema attuale di cinque formule e tornare a una.

Questa formula unica non comprenderebbe che due variabili, ossia il prodotto interno lordo (PIL) e la variabilità dei flussi che incidono sul conto economico, completata dalla variabilità dei flussi di capitale netti a lungo termine.

Un altro modo per adeguare la rappresentanza degli Stati membri in seno all'organo decisionale del FMI ai nuovi rapporti di forza dell'economia mondiale consiste nel modificare il numero di seggi del Consiglio esecutivo. Per ottimizzare il lavoro del Consiglio esecutivo, gli Stati Uniti e il Giappone hanno nuovamente espresso l'idea di portare il numero dei seggi da 24 a 20 che è quello previsto dagli statuti. Il disciplinamento speciale in vigore ora deve essere confermato ogni due anni dal Consiglio esecutivo.

Dopo l'adesione, nel dicembre 2000, della Repubblica federale di Jugoslavia al FMI e al gruppo di voto presieduto dalla Svizzera, i due seggi occupati dalla Svizzera nei consigli esecutivi del FMI e della Banca mondiale dovrebbero essere rafforzati.

5.2

Il gruppo dei Dieci

Nel 2000 il turno di presidenza del Gruppo dei Dieci spettava alla Svizzera. All'inizio dell'anno, un gruppo di lavoro del G-10 ha avviato uno studio sugli aspetti importanti, da un'angolazione politica, del consolidamento mondiale delle attività delle imprese nel settore finanziario («financial consolidation»). Sono sorte, a seguito del numero crescenti di consolidamenti mondiali, da un lato, conglomerati finanziari plurisettoriali di nuove dimensioni e complessità, dall'altro, imprese finanziarie internazionali. Questi intermediari finanziari pongono nuove sfide alla politica. Questo tema interessa il nostro Paese perché numerose imprese finanziarie svizzere hanno pure partecipato, nel corso degli anni Novanta, a concentrazioni di imprese (ad esempio fusioni di grandi banche o riprese di società transfrontaliere e plurisettoriali). Lo studio si è occupato di sei argomenti che svolgono un ruolo importante sul piano politico. Si tratta (1) delle forme di concentrazione di imprese nel settore finanziario, (2) dei motivi di concentrazione e delle difficoltà incontrate, (3) delle conseguenze delle concentrazioni sulla (4) politica monetaria, la concorrenza e la concessione di crediti, (5) delle crisi finanziarie e (6) dei sistemi di pagamento e di sconto. Il rapporto è stato al centro dei dibattiti della riunione dei ministri delle finanze e degli amministratori delle banche centrali che si è tenuta a Praga nel mese di settembre.

5.3

Organizzazioni internazionali

Il Comitato di Basilea sul controllo bancario La revisione dell'Accordo del 1998 sui fondi propri (Capital Accord) è stato nuovamente al centro delle attività del Comitato di Basilea sul controllo bancario. L'accordo futuro sui fondi propri dovrà comprendere, oltre all'esigenza in materia di capitale minimo, la procedura di controllo individualizzata e la disciplina del mercato 766

mediante una maggiore trasparenza. Un primo documento destinato alla consultazione è già stato pubblicato agli inizi di giugno del 1999. Durante la procedura di consultazione che si è protratta fino al 2000, in particolare il problema del rafforzamento delle esigenze in materia di capitale minimo ha suscitato opinioni controverse. Da un'ottica svizzera ci si rammarica che la richiesta di un aumento generale dello standard minimo in materia di fondi propri non sia stata sostenuta dalla maggioranza dei membri del Comitato. Nel corso dell'anno, 20 gruppi di lavoro tecnici, che annoveravano pure rappresentanti della Commissione federale delle banche e della Banca nazionale, si sono occupati dell'elaborazione dettagliata del dispositivo normativo. Il nuovo accordo si distingue per una precisione nettamente superiore.

Preoccupa tuttavia il fatto che le conseguenze pratiche della sua trasposizione siano in parte gravate da incertezze. I lavori vengono portati avanti con grande lena per cui il secondo documento contenente il progetto del nuovo Capital Accord sarà posto in consultazione già nel 2001. La versione definitiva dovrà essere approvata entro lo stesso anno. Non sarà nondimeno possibile procedere a una valutazione completa se non dopo l'elaborazione del progetto di riforma definitivo.

Organizzazione internazionale delle commissioni titoli (IOSCO) Il progetto preminente di questa organizzazione è la messa in opera degli obiettivi e dei principi della vigilanza sul commercio dei titoli approvati in occasione della sua assemblea annuale del 1998. Affinché i diversi Paesi rispettino questi principi nella maggior misura possibile e che essi li applichino con efficacia, la IOSCO intende seguire e garantirne l'esito. A tal fine è stato costituito un comitato il quale deve vigilare che un'analisi della situazione attuale venga effettuata rapidamente nei diversi Paesi sotto forma di autovalutazione all'insegna di quei principi.

Oltre ai lavori correnti dedicati a diversi progetti importanti (ad esempio disciplinamento e vigilanza in materia di commercio dei titoli su Internet, analisi dei rischi in relazione ai nuovi mercati, conseguenze della demutualizzazione o della privatizzazione delle borse), la IOSCO ha concluso l'analisi degli standard contabili internazionali dell'International Accounting
Standards Committee (IASC). Attraverso una risoluzione approvata in occasione dell'assemblea annuale tenuta nel mese di maggio a Sidney, la IOSCO raccomanda ai suoi membri di autorizzare per principio l'utilizzo di questi standard per le emissioni e le quotazioni internazionali.

Associazione internazionale dei controllori d'assicurazione (IAIS) L'associazione internazionale dei controllori d'assicurazione (International Association of Insurance Supervisors, IAIS), con sede a Basilea, è divenuta, dopo la sua fondazione recente, un'organizzazione che impone nuovi standard in materia di controllo delle assicurazioni e che si propone quale partner importante delle organizzazioni internazionali. L'Ufficio federale delle assicurazioni private sostiene la IAIS sin dalla sua fondazione e partecipa attivamente ai suoi gruppi di lavoro. A partire dal 1999, altre organizzazioni e persone interessate possono aderirvi in qualità di osservatori. Ciò permetterà a questa associazione di estendere le sue attività.

In occasione dell'assemblea generale dell'IAIS del 10 ottobre, sono stati approvati diversi principi relativi all'elaborazione di un sistema di vigilanza efficace. Questi principi, insieme alle indicazioni concrete riguardanti la loro interpretazione e applicazione uniformi, costituiscono il fondamento del previsto dell'autovalutazione delle autorità di controllo delle assicurazioni.

767

Joint Forum Il Joint Forum è composto da un numero equipollente di rappresentanti delle istituzioni di vigilanza in materia di banche, di commercio dei titoli e di assicurazioni. La Commissione federale delle banche occupa il seggio destinato alla Svizzera in seno a questo organismo. Il mandato del forum riguarda gli aspetti della vigilanza dei conglomerati finanziari; per altro verso, le questioni relative ai tre settori di vigilanza sono dibattute da esperti tecnici.

I gruppi di lavoro trattano i temi specifici, cosicché un gruppo di lavoro si occupa dei principi della vigilanza dei tre settori finanziari allo scopo di evincerne i punti comuni e le differenze per poi passare alla loro analisi; un altro gruppo si dedica ai problemi inerenti il governo societario («corporate governance») e la trasparenza.

Un terzo gruppo si concentra sull'analisi dei rischi e sulle esigenze in materia di capitali in un conglomerato finanziario. Le differenze di trattamento tra i diversi organi di vigilanza suscitano problemi scottanti in particolare dall'ottica della distorsione della concorrenza.

Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di capitali (FATF) Il FATF svolge l'attività di identificazione dei principali gangli deboli della lotta contro il riciclaggio nei Paesi e collettività territoriali, membri e non membri della sua organizzazione. Nel corso dell'anno il FATF ha dapprima adottato i criteri e le procedure miranti all'identificazione dei sistemi giuridici il cui dispositivo di lotta contro il riciclaggio presenta gravi lacune. Il 22 giugno 2000, il gruppo ha pubblicato una lista di 15 Paesi non cooperanti che ostacolano l'attività internazionale contro il riciclaggio. Questa lista sarà regolarmente aggiornata. La Svizzera partecipa a questi lavori nel corso dei quali si premura di far valere soprattutto la necessità di procedure trasparenti e la parità di trattamento.

6

Aiuto finanziario

6.1

Istituzioni finanziarie multilaterali

Se la Banca mondiale e le banche regionali di sviluppo intendono lottare più efficacemente contro la povertà, devono elaborare nuove strategie in collaborazione con le organizzazioni dell'ONU e con il FMI. La BERS conta su un bilancio positivo e d'ora in poi promuoverà maggiormente l'iniziativa privata.

6.1.1

Gruppo della Banca mondiale (BIRS, IDA, IFC e MIGA)

Riunione congiunte del Comitato di sviluppo e del Comitato monetario e finanziario internazionale Una riunione congiunta dei due comitati è stata dedicata alla lotta contro la povertà e all'iniziativa di sdebitamento in favore dei Paesi poveri fortemente indebitati (la cosiddetta iniziativa HIPC). Rappresentanti dei Paesi donatori e dei Paesi beneficiari hanno apprezzato i progressi realizzati nell'attuare l'iniziativa, premendo però per 768

un rapido consolidamento degli sforzi intesi ad approfondire e ad accelerare lo sdebitamento. Alcuni Paesi, tra cui la Svizzera, ritengono che la riduzione della povertà debba essere il fulcro attorno al quale ruota l'attività della Banca mondiale. Al fine di realizzare tale intento, quest'ultima deve riformulare la propria strategia, coinvolgendo come partner gli altri attori multilaterali, in particolare le organizzazioni facenti capo alle Nazioni Unite, e il settore privato. La Svizzera ha accolto favorevolmente l'obbligo, assunto dai suddetti Paesi e introdotto assieme alla strategia contro la povertà formulata dalle istituzioni di Bretton Woods (BWI), di consentire alle proprie società civili di partecipare attivamente alla formulazione di suddetta strategia. Essa ha rafforzato il proprio impegno per uno sdebitamento sostenibile, mostrandosi però preoccupata per il finanziamento dell'iniziativa HIPC, che continua a non essere assicurato. La Svizzera ha perciò esortato tutti i Paesi donatori ad assumersi la propria partecipazione agli oneri, includendo esplicitamente in questo appello i Paesi non facenti parte del Club di Par igi (cfr. n. 8.2.4).

Comitato di sviluppo Il Comitato di sviluppo ha discusso la proposta della Banca mondiale di affrontare da un punto di vista globale (Global Public Goods) i problemi dei Paesi in sviluppo con ricadute internazionali. La proposta è stata sostanzialmente accolta con favore.

Alcuni Paesi, tra cui la Svizzera, hanno riconosciuto l'importante ruolo che la Banca mondiale può svolgere in tal senso, affermando però che essa non può occuparsene da sola. Essa dovrebbe piuttosto cercare la stretta collaborazione con altre istituzioni, che dispongono di maggiori esperienze e conoscenze in taluni settori, e con il settore privato. Si dovrebbero portare avanti le discussioni in merito alla delimitazione, alla divisione del lavoro e al finanziamento.

Quanto al ruolo e agli strumenti della Banca mondiale a sostegno dello sviluppo nei Paesi a reddito basso o medio, è stata accolta favorevolmente l'iniziativa del Gruppo della Banca mondiale di verificare il proprio ruolo e i propri strumenti rispetto alle necessità dei Paesi beneficiari di crediti, tenendo conto anche del FMI e di altre istituzioni. La Svizzera ha appoggiato gli sforzi della Banca mondiale di svolgere
in maniera ancora più coerente la propria attività nei Paesi a basso reddito, stimando però che lo strumentario previsto dalla Banca mondiale per attuare la strategia di lotta contro la povertà dovesse essere definito meglio. Ha quindi esortato la Banca mondiale ad approfondire la sua collaborazione con il FMI. Per quanto riguarda la riduzione della povertà nei Paesi a medio reddito, il ruolo della Banca mondiale continua a essere importante; essa deve però concentrarsi su settori nei quali non opera ancora il settore privato.

Fondo mondiale per l'ambiente Fino alla metà del 2000, il portafoglio del Fondo mondiale per l'ambiente (Global Environment Fund, GEF) ha raggiunto un ammontare complessivo di 11 miliardi di dollari. Esso comprende progetti in circa 140 Paesi. Un numero crescente di Stati membri, tra cui la Svizzera, chiede una maggiore ponderazione della quota di successo dei singoli progetti. Nel frattempo il Consiglio del GEF ha intrapreso i passi necessari a tale scopo.

In seguito alle crescenti esigenze poste al GEF, alla fine dell'anno è stata avviata la terza fase della ricostituzione generale del suo fondo. Il motivo del maggiore onere è innanzitutto il crescente numero di negoziati multilaterali in materia ambientale, in particolare in materia di sicurezza biologica, di mutamenti climatici o di inquinanti 769

organici persistenti. In generale ci si attende che in un prossimo futuro il GEF funga da principale strumento di finanziamento per una nuova convenzione multilaterale sull'ambiente delle Nazioni Unite per misure contro gli inquinanti organici persistenti. I negoziati in corso sulla ricostituzione generale del Fondo GEF metteranno alla prova in primo luogo la disponibilità e la volontà politica degli Stati donatori di ottemperare con mezzi finanziari agli obblighi contratti.

6.1.2

Banche regionali di sviluppo

Banca asiatica di sviluppo I negoziati per l'ottava ricostituzione delle disponibilità del Fondo asiatico di sviluppo sono stati conclusi in settembre a Okinawa. L'involucro finanziario ammonta a 5,6 miliardi di dollari e coprirà le attività del Fondo fino al 2004. La ricostituzione è stata resa possibile per metà mediante risorse interne e per metà mediante ulteriori contributi di 25 Paesi donatori. La partecipazione della Svizzera alla ricostituzione generale è stata mantenuta all'1,23 per cento, il che corrisponde a un impegno finanziario di 55,7 milioni di franchi.

La ricostituzione ha consentito ai Paesi donatori e alla Banca di ridiscutere l'orientamento strategico e i metodi operativi del Fondo. È stato riconfermato l'obiettivo prioritario della lotta contro la povertà. Le strategie necessarie a tale scopo contemplano lo sviluppo del settore privato, un modo di procedere più determinato nell'ambito della buona gestione degli affari pubblici, la promozione dell'uguaglianza fra i sessi, la tutela dell'ambiente e l'integrazione regionale.

Dopo un difficile periodo in relazione con la crisi finanziaria asiatica, la Banca sta ritornando alla sua tradizionale solidità finanziaria e al suo portafoglio equilibrato.

In occasione dell'assemblea annuale la Banca ha ottenuto l'appoggio di tutti i Paesi membri.

Banca africana di sviluppo Dopo che la Banca, grazie a riforme istituzionali e finanziarie, era riuscita a ripristinare la fiducia nell'istituzione, la sua situazione sta di nuovo peggiorando. L'evoluzione è una conseguenza del peggioramento della situazione politica ed economica in numerosi Paesi africani. In pochi mesi si è considerevolmente allungata la lista dei Paesi che non sono in grado di ottemperare ai propri obblighi finanziari. Di recente, la Banca ha perso la sua tripla AAA. D'altro canto, la realizzazione del programma di mutui rimane ben al di sotto degli obiettivi fissati all'inizio dell'anno.

A causa del conflitto di frontiera fra Etiopia ed Eritrea, l'assemblea annuale, diversamente da quanto previsto, non ha potuto svolgersi ad Addis Abeba. Si è tenuto un incontro tecnico ad Abidjan e il presidente Kabbaj è stato eletto per un secondo mandato. La verifica di metà tempo delle operazioni finanziate dal Fondo di sviluppo africano consentirà ai Paesi donatori di avviare una
discussione di principio.

Le tensioni politiche in Costa d'Avorio, Paese che a lungo è stato considerato come un esempio di stabilità, hanno portato la Banca a definire misure che garantiscano la sicurezza del personale e a prendere in considerazione il trasferimento all'estero di talune attività.

770

Banca interamericana di sviluppo Dopo lunghi negoziati, i Paesi membri della Società interamericana di investimento (IIC), un'affiliata della Banca interamericana di sviluppo, si sono finalmente accordati sull'aumento delle risorse finanziarie della società. In occasione dell'assemblea annuale, tenutasi a New Orleans, è stato approvato un aumento di 500 milioni di dollari del capitale dell'IIC, passato a un totale di 703,3 milioni di dollari. Il contributo svizzero ammonta a 12,55 milioni di franchi, pari all'1,52 per cento. Cinque nuovi Paesi sono divenuti membri dell'IIC: Belgio, Finlandia, Norvegia, Portogallo e Spagna. La nuova strategia dell'IIC è incentrata in primo luogo sulle PMI. Il recente aumento di capitale consentirà all'IIC di conseguire una migliore valutazione sui mercati finanziari internazionali, accrescendo inoltre le sue possibilità di autofinanziamento a medio termine.

La Banca interamericana di sviluppo (IDB) partecipa direttamente all'iniziativa di sdebitamento in favore degli Stati poveri fortemente indebitati promossa da Banca mondiale e Fondo monetario internazionale. Tra la Banca e i Paesi donatori è stata conclusa una convenzione per trovare le necessarie risorse finanziarie per lo sdebitamento dei Paesi poveri dell'America centrale e meridionale.

6.1.3

Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo

Durante l'anno in rassegna, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) ha registrato un andamento degli affari soddisfacente. In base ai risultati dei primi nove mesi, essa può aspettarsi un utile dopo ammortamenti di oltre 100 milioni di euro che, aggiunto all'utile dell'anno precedente, dovrebbe consentirle di ricostituire l'effettivo di capitale di 20 miliardi di Euro, leggermente eroso dalla crisi finanziaria russa del 1998. Anche i nuovi impegni di partecipazioni in capitali e di crediti mostrano una tendenza crescente. I risultati positivi sono riconducibili, da un lato, ai grandi sforzi della Banca di ristrutturare e in parte di sviluppare ex novo il suo flusso di progetti sulla scorta delle esperienze acquisite in seguito alla crisi russa; dall'altro, essi rispecchiano anche il miglioramento, riscontrabile negli ultimi mesi, dell'ambito operativo in Russia, in altri Paesi della CSI e nei Balcani.

Il 9 e il 10 marzo, poco prima della sua nomina a direttore del FMI, l'allora presidente della BERS Horst Köhler è venuto in Svizzera. A Berna, con il capo del DFE, Governatore della Svizzera presso la BERS, ha tra l'altro discusso dello stato d'attuazione delle nuove priorità e dell'iniziativa della BERS per i Balcani. Il presidente Köhler ha avuto anche un colloquio con il capo del DFF e ha incontrato parlamentari di entrambe le Camere. A Zurigo ha discusso con rappresentanti dell'economia svizzera delle prospettive per una mobilitazione rafforzata di capitali e di know-how occidentali per i Paesi d'intervento della BERS.

Tenutasi a Riga il 21 e 22 maggio 2000, la nona assemblea annuale della BERS, dedicata alla cooperazione regionale, è stata inoltre caratterizzata dall'elezione a nuovo presidente del Francese Jean Lemierre. Il capo del DFE, nella sua dichiarazione, ha sottolineato che il sostegno e lo sviluppo efficaci delle PMI contribuiscono a promuovere l'iniziativa privata e lo spirito imprenditoriale e a creare posti di lavoro, di cui vi è urgente necessità, nei Paesi d'intervento della BERS. È altresì importante che la BERS si adoperi ancora più attivamente di quanto fatto finora per la mobilitazione di investimenti esteri diretti con i quali, oltre al capitale, affluiscono anche tecnologia e know-how necessari allo sviluppo di tali Paesi. La BERS dovrebbe cer771

care di sfruttare appieno il suo potenziale di 3-3,5 miliardi di euro di nuovi impegni all'anno, senza fare concessioni alla qualità dei progetti. Ciò comporta tuttavia anche che i Paesi d'intervento consolidino ulteriormente i propri sforzi riformistici. I confini nazionali non devono essere d'ostacolo allo sviluppo di mercati e infrastrutture, e la BERS deve contribuire alla cooperazione regionale rifacendosi a progetti e dialogando con i suoi Paesi d'intervento. In conclusione, è importante anche l'integrazione di questi Paesi nel contesto economico mondiale. A tale scopo i Paesi dell'OCSE sono sollecitati ad aprire i propri mercati e a rinunciare a interventi protezionistici, fornendo un importante contributo allo sviluppo dei loro Paesi partner in seno alla BERS.

Quale amministratrice dei Paesi donatori per l'impiego dei mezzi del Nuclear Safety Account (NSA) e del Chernobyl Shelter Fund (CSF), la BERS ha acquisito grande esperienza nella cooperazione in materia di sicurezza nucleare con i propri Paesi d'intervento. Quest'anno è stato costituito un nuovo fondo di sostegno alla Lituania, gestito dalla BERS, per la messa fuori servizio della centrale atomica di Ignalina.

Fondi analoghi dovrebbero essere approntati anche per la chiusura delle centrali nucleari di Kozladuy (Bulgaria) e di Bohunice (Repubblica slovacca).

Fondata nel 1991, la BERS intende sostenere i Paesi dell'ex blocco orientale nel passaggio dall'economia pianificata all'economia di mercato e alla democrazia. Dopo l'adesione quest'anno della Mongolia, la BERS annovera quali membri 59 Paesi, fra cui l'Unione europea e la Banca europea per gli investimenti. La Svizzera è membro fondatore della Banca e detiene il 2,28 per cento delle azioni, ossia circa 730 milioni di franchi.

6.2

Misure di sostegno a favore dei Paesi in sviluppo e dei Paesi in transizione

Nuove misure di sdebitamento sono state prese a favore dei Paesi in sviluppo fortemente indebitati. Gli strumenti della promozione degli investimenti svizzeri nell'Europa orientale sono stati ancora sviluppati. In Brasile e Marocco sono stati aperti centri di tecnologia ambientale («Cleaner Production Center»). La Svizzera ha rafforzato la cooperazione con l'Europa sudorientale, in particolare nell'ambito del Patto di stabilità e ha partecipato alla ricostruzione del Kosovo.

6.2.1

Paesi in sviluppo

Promozione degli investimenti Nel suo terzo anno d'esistenza, la fondazione a scopo non lucrativo SOFI («Swiss Organisation for Facilitating Investments») ha continuato ad assolvere con successo il suo mandato di promozione degli investimenti svizzeri in Paesi in sviluppo e in Paesi in transizione selezionati. La SOFI dispone nel frattempo di una rete di organizzazioni partner in 55 Paesi. La richiesta di servizi della SOFI è ulteriormente aumentata; grazie al suo sostegno è stato possibile concludere finora con successo 45 progetti. Attraverso il Fondo per il finanziamento di studi di fattibilità e di progetti pilota per programmi d'investimento (Fondo di finanziamento di studi - FFPIS), 772

amministrato dalla SOFI dal 1999, nel periodo considerato è stato possibile finanziare ulteriori progetti pilota. Finora, mediante il FFPIS, sono stati sostenuti in tutto 22 progetti di mutui, per un ammontare complessivo di 5,6 milioni di franchi.

Dall'avvio della sua attività commerciale nel marzo del 1999, alla Società finanziaria svizzera per lo sviluppo («Swiss Development Finance Corporation» - SDFC) sono giunte numerose richieste e proposte d'investimento. La Società partecipa mediante capitali propri o fondi analoghi a progetti d'investimento in Paesi in sviluppo e in Paesi in transizione selezionati. Oltre a ciò, la SDFC offre la sua consulenza per il finanziamento generale di progetti d'investimento e sostegno nella preparazione di progetti e di negoziati relativi a progetti. Per un finanziamento da parte della SDFC sono stati finora approvati tre progetti che si trovano nella fase realizzativa.

I due fondi di capitali di rischio istituiti nel 1997 dalla Confederazione in India (SwissTech Fund) e in Cina (Sino-Swiss Partnership Fund) hanno potuto operare ulteriori investimenti. Gli investimenti dello SwissTech Fund si stanno evolvendo in maniera soddisfacente. L'utilizzazione del capitale del Fondo è stata superiore al previsto, per cui la Confederazione ne ha deciso una ricapitalizzazione di 9 milioni.

In vista di un suo ulteriore aumento, si stanno ora cercando investitori privati. In Cina sono stati finora approvati cinque progetti con un volume d'investimento totale di circa 18 milioni di franchi. Sarà così stato investito all'incirca il 60 per cento del capitale del Fondo.

Oltre che in questi fondi bilaterali, finora il Seco si è impegnato, insieme a istituzioni per lo sviluppo multilaterali e bilaterali e a investitori privati, in fondi di capitali di rischio innanzitutto in Africa e America Latina. Quale nuovo impegno va menzionata la partecipazione a fondi di capitali di rischio per il finanziamento di PMI nel Maghreb e in Ghana.

La Svizzera sostiene poi i finanziamenti della Società finanziaria internazionale IFC, l'affiliata per il settore privato del Gruppo della Banca mondiale, per la realizzazione di progetti nel Mekong e in Africa. Questi strumenti, da un lato, sostengono le PMI nell'approntare e nell'attuare progetti d'investimento, dall'altro si adoperano per migliorare
il clima commerciale per le piccole e medie imprese in questi Paesi.

Un ulteriore strumento di questo genere, al quale la Svizzera parteciperà con 3,5 milioni di franchi, inizierà la propria attività il prossimo anno nella regione del Sichuan, in Cina.

Nel settore del sostegno a progetti d'infrastruttura privati, con l'avvio dell'attività commerciale dell'«African Infrastructure Fund» (AIF) quest'anno si registra un importante investimento del Seco. Tre progetti hanno già potuto essere approvati per un finanziamento da parte dell'AIF.

Finanziamenti misti e fondi di compensazione Sebbene dall'inizio degli anni Novanta i finanziamenti misti abbiano perso d'importanza, rimangono ancora importanti per la cooperazione economica con alcuni Paesi in sviluppo. Ogni anno vengono pagati attraverso questo strumento complessivamente circa 25 milioni di franchi. Le maggiori attività sono registrate dai finanziamenti misti con l'Egitto e la Cina. In Egitto sono in corso estesi progetti nei settori della sanità e della distribuzione dell'acqua, mentre i progetti in Cina si concentrano viepiù sul settore dell'ambiente. Il quarto credito misto concesso all'Egitto è stato aumentato di 20 milioni di franchi e portato ora a 100 milioni di franchi. Dopo il quasi completo esaurimento del quarto finanziamento misto con la Cina, saranno 773

messi a disposizione di questo Paese crediti di progetto individuali a favore dell'ambiente e non più linee di finanziamento misto.

Aiuti alla bilancia dei pagamenti Con gli aiuti alla bilancia dei pagamenti vengono sostenuti programmi di riforma che contribuiscono a migliorare le condizioni quadro economiche e strutturali nei Paesi in sviluppo. Il Mozambico e la Tanzania hanno potuto beneficiare di aiuti al bilancio nell'ambito degli accordi esistenti. Nel Burkina Faso sono proseguiti gli aiuti al bilancio a medio termine, integrati da un programma di consolidamento dei servizi di bilancio regionali. Oltre agli aiuti al bilancio menzionati attuati in piena sintonia con altri Paesi donatori, in seguito alla catastrofe naturale della primavera scorsa al Mozambico è stato concesso un aiuto urgente per un ammontare di cinque milioni di franchi. Il programma di sostegno è proseguito nel settore dell'imposta sul valore aggiunto. In Tanzania è stato possibile realizzare programmi in ambito finanziario e fiscale.

Misure di sdebitamento Nell'anno in rassegna, la Svizzera ha fornito un contributo sostanziale al finanziamento dell'iniziativa di sdebitamento della Banca mondiale e del FMI, che mira a un'ampia riduzione del debito degli Stati poveri fortemente indebitati. L'accento è posto sullo stretto legame tra le risorse liberate e le misure volte ad alleviare la povertà. Due fondi multilaterali di sdebitamento a favore dell'Honduras e della Giordania hanno beneficiato ognuno di un contributo di cinque milioni di franchi. La Svizzera ha continuato a rimanere molto attiva nel settore delle misure di miglioramento della gestione del debito, dove sono stati sostenuti diversi programmi con complessivi due milioni di franchi.

Cooperazione per il commercio e la tecnologia ambientale L'Agenzia di cooperazione e d'informazione per il commercio internazionale (ACICI), istituita nel 1998 dalla Svizzera, fornisce una consulenza negli affari riguardanti l'OMC alle missioni diplomatiche non rappresentate o poco rappresentate a Ginevra. Nel settore della formazione in politica commerciale occorre promuovere l'allestimento di centri di formazione nel settore del diritto commerciale mondiale nelle regioni in sviluppo. Nell'Africa meridionale, il Seco in collaborazione con le Università di Stellenbosch (Sudafrica)
e Windhoek (Namibia), si occuperà prossimamente di lanciare quale progetto pilota un «Trade Law Center (TRALAC)» regionale. Sono state definite prime forme di collaborazione anche con il neocostituito World Trade Institute a Berna.

Al fine di potenziare l'offerta di prodotti competitivi provenienti da Paesi in sviluppo, nell'ambito della promozione delle tecnologie rispettose dell'ambiente nei Paesi in sviluppo e in quelli in transizione, il Seco partecipa a vari centri di tecnologie ambientali (Cleaner Production Centers), che hanno il compito di promuovere nelle industrie l'applicazione di tecniche di produzione basate sull'efficienza ecologica.

Nell'anno in rassegna sono stati aperti i centri in Brasile e in Marocco, finanziati dal Seco. I centri della Colombia e del Vietnam sono stati sottoposti a una valutazione intermedia. Sono iniziati i preparativi per l'apertura di centri in Perù e in India.

Nell'intento di sostenere i Paesi in sviluppo nell'attuazione di norme di lavoro internazionali, presso il Seco è stato elaborato un progetto che nel frattempo viene realizzato dall'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) le imprese situate in 774

tre zone franche cinesi (cfr. n. 4.4.6). Esso costituisce un concreto contributo della Svizzera alla promozione dei diritti umani in Cina.

6.2.2

Europa centrale e orientale e CSI

Dopo la crisi verificatasi nei Balcani lo scorso anno, la situazione nell'Europa sudorientale è migliorata. Al fine di sostenere e di stabilizzare la regione, la comunità dei donatori internazionale e i Paesi dell'Europa sudorientale interessati hanno istituito il Patto di stabilità in cui a fine ottobre ha potuto essere accolta la Repubblica federale di Jugoslavia, ultimo Paese della regione ancora mancante. La maggior parte degli Stati della CSI continuano a registrare situazioni politiche e istituzionali difficili, e anche nella stessa Russia continuano a regnare condizioni quadro economiche poco stabili. I mezzi stanziati attraverso il terzo credito quadro per il proseguimento della cooperazione rafforzata con l'Europa dell'Est e gli Stati della CSI consentono alla Svizzera di fornire un contributo al processo di transizione e all'integrazione di questi Paesi nel commercio mondiale.

Lo spostamento degli aiuti finanziari dagli Stati dell'Europa centrale agli Stati dell'Europa sudorientale e agli Stati della CSI è stato ulteriormente accelerato. Con i mezzi residui ancora a disposizione nell'ambito degli accordi di aiuto finanziario esistenti con la Polonia, la Slovacchia, l'Ungheria e gli Stati baltici è stato possibile iniziare l'attuazione di diversi progetti nei settori ambiente, energia e depurazione dell'acqua. Per il programma in favore della Repubblica ceca, già concluso l'anno passato, è stato dato avvio a una valutazione globale. Il Seco ha poi partecipato in Lituania al fondo internazionale, gestito dalla BERS, per la chiusura e la messa fuori servizio della centrale nucleare di Ignalina. Nel settore della promozione del commercio e degli investimenti, atta a garantire il proseguimento della cooperazione economica della Svizzera con l'Europa centrale una volta concluso l'aiuto finanziario, è stato portato avanti il sostegno a vari progetti d'investimento dell'Agenzia multilaterale di garanzia degli investimenti (MIGA) e sono stati accordati contributi a un nuovo fondo di capitali di rischio (SEAF - Central and Eastern Europe Growth Fund).

Nell'anno in rassegna sono stati ulteriormente sviluppati gli strumenti della promozione degli investimenti. Oltre al sostegno a una facilitazione di progetti nei Balcani, il Seco partecipa a due fondi di capitale di rischio che investono in PMI
nell'Europa centrale e sudorientale. Inoltre, i Paesi dell'Europa sudorientale appartengono anch'essi ai Paesi prioritari della SOFI.

La cooperazione con gli Stati dell'Europa sudorientale è stata in particolare intensificata nel quadro del Patto di stabilità per l'Europa sudorientale. In occasione della conferenza di finanziamento regionale tenutasi nel marzo di quest'anno, la Svizzera ha promesso 16 milioni di franchi di sostegno economico supplementare. Esso è focalizzato soprattutto sullo sviluppo del settore privato, sulla promozione degli investimenti e del commercio e sullo sviluppo delle infrastrutture regionali. La Svizzera ha inoltre partecipato alla ricostruzione in Kosovo.

Nel quadro degli aiuti finanziari per l'Europa sudorientale è stato deciso di svolgere in Bosnia-Erzegovina la terza fase dell'ammodernamento della centrale idrica di Jablanica, di partecipare in Macedonia a un progetto di irrigazione comunale avviato e coordinato dalla BERS e, in Albania, assieme all'Istituto di credito per la ricostruzione tedesco, di finanziare un progetto di irrigazione facente capo al lago di frontie775

ra di Pogradec. Nel quadro della ricostruzione del Kosovo sono stati avviati tre progetti nei settori dell'energia, della depurazione dell'acqua e del catasto, quest'ultimo un progetto congiunto con la Direzione dello sviluppo e della cooperazione. Nel settore della promozione degli investimenti, il Seco ha fornito un sostegno all'Investment Compact, lanciato dall'UE nel quadro del Patto di stabilità e che ha per compito soprattutto di valutare le condizioni quadro per gli investimenti nell'Europa sudorientale e di formulare raccomandazioni in merito. Per promuovere il settore privato in Albania, Bosnia-Erzegovina e Macedonia, in collaborazione con la International Finance Corporation è stata creata la Balkan Enterprise Facility. Il Seco partecipa a questo strumento che sostiene lo sviluppo di piccole e medie imprese.

Inoltre, il Seco partecipa a un nuovo fondo di capitali di rischio (SEAF - TransBalkan Small and Medium Equity Fund), che investe nell'Europa sudorientale. Per concludere, il Seco sostiene il Trade Facilitation Programme della BERS, il cui obiettivo è promuovere il commercio tra e con i Paesi dell'Europa sudorientale. In collaborazione con il programma SIPPO (Swiss Import Promotion Program), di cui si occupa l'USEC, in Macedonia è stato lanciato un programma di promozione delle esportazioni.

Dopo che in ottobre nella Repubblica federale di Jugoslavia il potere è stato assunto da cerchie riformiste, la strada era spianata per un coinvolgimento del Paese nel processo di stabilizzazione regionale. La concessione di un sostegno immediato aveva in primo luogo lo scopo di consolidare le forze democratiche e condurre il Paese fuori dal suo isolazionismo. Dapprima erano necessari aiuti immediati atti a migliorare le condizioni degli strati più poveri della popolazione e la precaria situazione degli approvvigionamenti. Il Seco ha fornito aiuti finanziari e un sostegno alla bilancia dei pagamenti per finanziare i versamenti delle pensioni e la fornitura di pezzi di ricambio per riparazioni urgenti sulla rete elettrica. La Svizzera parteciperà inoltre anche a medio e a lungo termine alla ricostruzione di una Jugoslavia democratica.

Attualmente sono in fase di preparazione progetti più estesi nel settore dell'energia.

Anche gli strumenti della promozione del settore privato, degli investimenti
e del commercio dovranno essere impiegati rapidamente.

La Russia e l'Asia centrale hanno costituito le priorità nella cooperazione con gli Stati della CSI. In Russia è stato dato avvio alla terza fase di un progetto di catasto.

In relazione con un progetto di approvvigionamento idrico nella città di Perm e, in collaborazione con la BERS, è stato definito un programma di sostegno mirante a migliorare le capacità istituzionali della società incaricata di amministrare le risorse idriche nella suddetta città. Gli investimenti di questa società verranno effettuati solamente dopo che saranno stati conseguiti i miglioramenti auspicati. I mezzi necessari a tale scopo andranno messi a disposizione attraverso l'aiuto finanziario della Svizzera e crediti della BERS. In Asia centrale la cooperazione con il Kirghizistan, che finora era stata focalizzata sul settore dell'energia, è stata ampliata mediante un sostegno nel settore dell'amministrazione dei debiti e il cofinanziamento di un credito di adeguamento strutturale concesso dalla Banca mondiale, che intende migliorare innanzitutto le condizioni per le nuove fondazioni di imprese e la situazione delle aziende di approvvigionamento energetico. Al Tagikistan è stato accordato un contributo a misure di sostegno multilaterali, che contemplano la preservazione del bacino d'accumulazione naturale di Sarez. È stato inoltre finanziato un programma di sostegno tecnico nel settore fiscale. Con l'Azerbaigian, che accanto agli Stati dell'Asia centrale appartiene al gruppo di voto della Svizzera presso la Banca mondiale e la BERS, è stato possibile concludere un accordo per il finanziamento di un progetto di distribuzione dell'acqua e portare avanti progetti nel settore bancario e 776

del bilancio. Nell'ambito dell'aiuto internazionale e fornito all'Ucraina, il Seco ha dato un nuovo contributo al finanziamento dell'involucro di sicurezza nella centrale atomica di Chernobyl e ha portato avanti le sue misure di formazione nel settore bancario.

Riguardo alla Bulgaria, è stato possibile chiudere le garanzie di credito dell'aiuto ai Paesi dell'Est, dato che questo Paese ha di nuovo accesso alla GRE. Per l'Ucraina le garanzie sono state sospese a causa delle condizioni quadro macroeconomiche e della situazione nel Club di Parigi. Per l'Azerbaigian, la Macedonia e la Russia permangono a disposizione, tuttavia nel caso di quest'ultima solamente con una fideiussione del Ministero delle finanze.

7

Relazioni bilaterali La nostra rete di accordi economici bilaterali è stata completata da un accordo di cooperazione economica con l'Azerbaigian e da accordi di promozione e di protezione degli investimenti con il Bangladesh, il Costa Rica, il Libano e la Nigeria. Quale espressione della vitalità dei contatti bilaterali, delegazioni economiche svizzere si sono recate in Algeria, in Argentina, in Cile, in Cina, negli Emirati arabi uniti, in India, in Polonia, in Slovacchia, nella Repubblica ceca, in Turchia e in Ungheria. La Commissione economica bilaterale Svizzera-Stati Uniti si è riunita per la prima volta.

7.1

Europa occidentale

Se è vero che le relazioni economiche esterne dei Paesi dell'Europa occidentale sono viepiù di competenza dell'UE, i contatti bilaterali mantengono tuttavia tutta la loro importanza. Questi contatti permettono segnatamente di esaminare la situazione economica e determinati problemi economici specifici, di discutere le posizioni rispettive su diversi temi multilaterali o di ottenere informazioni dettagliate sugli interessi particolari e le richieste dei partner europei. Siffatti incontri costituiscono in particolare una piattaforma ideale per trattare questioni bilaterali. A questo proposito, occorre menzionare la visita del capo del DFE a Roma nel mese di febbraio. Il dialogo iniziato in questa occasione con il Governo italiano è continuato a Berna durante la visita del primo ministro italiano nel mese di ottobre. Pure in ottobre, il capo del DFE ha effettuato una missione in Spagna, Paese con il quale le nostre relazioni economiche si sono sviluppate in modo molto dinamico in questi ultimi anni.

L'incontro annuale dei ministri tedesco, austriaco e svizzero dell'economia, che era previsto a Vienna, non si è svolto a causa delle sanzioni prese dagli Stati membri nei confronti dell'Austria. Diretta dal segretario di Stato dell'economia, un'importante delegazione economica, comprendente in particolare rappresentanti di piccole e di medie imprese, si è recata in Turchia nel mese di settembre.

Nel campo degli scambi di merci e di servizi con gli Stati dell'Europa occidentale, pochi problemi hanno necessitato l'intervento della Svizzera nei Paesi interessati.

Questi passi hanno avuto segnatamente per oggetto la questione sempre aperta dell'ESB, nonché i rischi di discriminazione dei prodotti biologici svizzeri dopo l'introduzione del marchio di qualità in Francia. La Norvegia ha accettato di rinun777

ciare a nuove analisi dei prodotti farmaceutici importati dalla Svizzera, fino all'entrata in vigore dell'Accordo bilaterale sul mutuo riconoscimento di valutazioni della conformità. Con la Germania sono state iniziate consultazioni per studiare la fattibilità di un parco industriale che garantisca condizioni speciali agli investitori nella zona transfrontaliera tra Neuhausen a Rh. e Jestetten (Germania).

7.2

Europa centrale e orientale e CSI

Nei Paesi dell'Europa centrale e orientale e della CSI, le riforme economiche non progrediscono tutte allo stesso ritmo. Il consolidamento della congiuntura nei Paesi dell'UE ha avuto ripercussioni favorevoli sulle industrie d'esportazione e la crescita nei Paesi in transizione. I Paesi dell'Europa centrale aspirano a un'adesione rapida all'UE. Secondo le constatazioni recenti della Commissione europea, tutti i Paesi candidati rispondono ai criteri politici, mentre un'evoluzione globalmente positiva è osservabile nel campo economico.

L'economia ceca ha ritrovato il cammino della crescita dopo due anni di recessione e prosegue, con una politica di piccoli passi, il suo programma di ristrutturazione nei settori industriale e bancario. La Polonia non sembra aver sofferto sul piano economico per la crisi governativa del giugno 2000 e afferma il suo ruolo di potenza regionale. La sua economia, come quella dell'Ungheria, gode di una crescita duratura e dinamica. Il Governo della Slovacchia si impegna coerentemente e intensamente nell'attuazione delle riforme per recuperare il ritardo in rapporto agli altri Paesi della regione.

L'intensificazione delle relazioni economiche bilaterali con i Paesi dell'Europa centrale è stata una priorità nell'anno in rassegna. In questo contesto, devono essere menzionate le missioni economiche in Polonia, in Ungheria, nella Repubblica ceca e in Slovacchia del segretario di stato dell'economia, accompagnato principalmente da rappresentanti di piccole e medie imprese e di associazioni e camere di commercio svizzere.

In Russia, le conseguenze economiche della crisi finanziaria dell'agosto 1998 sono state, in ampia misura, superate. Partita da un livello basso, la crescita vigorosa intervenuta nel periodo in rassegna è stata sostenuta da condizioni esterne favorevoli (ripresa economica in parecchi Paesi, forte aumento del prezzo del petrolio sui mercati mondiali) e dall'aumento della domanda interna. Il nuovo presidente eletto in marzo e i responsabili della politica economica del Paese cercano di approfittare di queste condizioni propizie e di accelerare le riforme. Un'elevata priorità è data a un'adesione all'OMC. Dopo parecchi anni di recessione, l'Ucraina ha pure ritrovato il cammino della crescita. Le riforme economiche continuano tuttavia a incontrare grandi difficoltà. In
Bielorussia, lo Stato continua a intervenire in modo dirigistico negli affari economici, sicché i tassi di crescita dichiarati paiono poco duraturi.

L'imprenditoria privata è ancora poco sviluppata e soffre per le distorsioni della concorrenza. L'insufficiente certezza del diritto che regna ancora nei Paesi della CSI ritarda l'afflusso di investimenti. La situazione è tuttavia leggermente migliorata e, nonostante un ammontare globale sempre insufficiente, sia gli investimenti locali, sia l'afflusso di investimenti diretti esteri mostrano una tendenza al rialzo. La situazione congiunturale favorevole si riflette negli scambi commerciali tra la Svizzera e gli Stati della CSI. L'evoluzione delle importazioni e delle esportazioni con questi

778

Paesi ha conosciuto uno sviluppo molto positivo; questo ha permesso di riguadagnare il terreno perduto in seguito alla crisi finanziaria del 1998.

Un Accordo bilaterale di cooperazione economica è stato firmato il 30 ottobre con l'Azerbaigian (cfr. allegato, n. 9.2.5.). Commissioni economiche miste si sono recate in Bielorussia e in Ucraina.

7.3

Europa sudorientale

In confronto con l'anno precedente, la situazione politica nell'Europa sudorientale è più tranquilla. Le tensioni tra i diversi gruppi etnici tuttavia perdurano e vi sono sempre focolai di conflitti potenziali. Il cambiamento recentemente intervenuto nella Repubblica federale di Jugoslavia lascia sperare che la situazione politica nei Balcani continui a stabilizzarsi e che il cammino sia finalmente libero per la ripresa economica di tutta la regione. La riabilitazione e lo sviluppo dell'infrastruttura economica e la ripresa delle relazioni commerciali sarebbero difficilmente concepibili senza la partecipazione della Repubblica federale di Jugoslavia.

I Paesi direttamente toccati dalla guerra in questi ultimi anni non sono i soli a conoscere gravi problemi economici; gli Stati limitrofi, come la Bulgaria e la Romania, ne hanno pure sofferto, perdendo parti importanti di mercato. La maggior parte dei Paesi la cui situazione si è aggravata a causa della crisi del Kosovo sono tuttavia riusciti, in parte grazie all'aiuto del FMI, a stabilizzare il loro budget e la loro bilancia dei pagamenti e a ritrovare la via di una crescita caratterizzata da un'inflazione relativamente debole.

Dopo la morte del presidente Tudjman, la Croazia ha pure scelto la via delle riforme politiche ed economiche. L'Albania, la Bosnia-Erzegovina, la Macedonia e la Repubblica federale di Jugoslavia restano i più dipendenti dall'aiuto internazionale e potranno trarre vantaggio nel modo più diretto dall'aiuto dei donatori internazionali.

I Paesi dell'OCSE, che coordinano il loro aiuto nel quadro del Patto di stabilità per la ricostruzione dei Paesi dell'Europa sudorientale toccati dalla guerra, svolgono il ruolo più importante. Dal mese di giugno 2000, la Svizzera è membro del Patto di stabilità. Gli elementi centrali del Patto sono, da un lato, l'impostazione regionale per la ricostruzione dell'intera area e, dall'altro, la strategia che persegue la stabilità in Europa mediante l'integrazione dei Paesi dell'Europa sudorientale nelle strutture europee e euroatlantiche. L'UE ha istituzionalizzato il processo di trasformazione, di riavvicinamento e d'integrazione tramite accordi di associazione e di stabilizzazione.

La Svizzera ha pure apportato il suo contributo agli sforzi internazionali nell'ambito del Patto di stabilità,
intensificando le sue relazioni con i Paesi dell'Europa sudorientale. Così, con la Macedonia è stato firmato un accordo in materia di doppia imposizione e con i Paesi dell'AELS ha potuto essere concluso un accordo di libero scambio (cfr. allegato, n. 9.2.2). Negoziati sono pure in corso con la Croazia in vista della conclusione di un accordo di libero scambio. A livello bilaterale, la Svizzera persegue la conclusione di un accordo di cooperazione economica, un accordo di protezione degli investimenti nonché un accordo di doppia imposizione con la Bosnia-Erzegovina. Inoltre, sarà esaminata l'attuazione di una simile rete di accordi economici con la Repubblica federale di Jugoslavia.

Il commercio tra la Svizzera e i Paesi dell'Europa sudorientale, nonché gli investimenti di imprese svizzere in questa regione restano modesti. Tenuto conto dei cam779

biamenti verificatisi in loco, del potenziale economico della regione e della rete di accordi economici in via di conclusione, sul piano bilaterale e multilaterale, ci si può aspettare un'intensificazione degli scambi economici nei prossimi anni.

7.4

America del Nord

Malgrado segni puntuali di rallentamento della crescita verso la fine dell'anno in rassegna, l'economia degli Stati Uniti continua a essere in espansione. La congiuntura è stata di nuovo sostenuta. Il tasso di disoccupazione si è mantenuto a un basso livello. La leggera diminuzione del consumo delle economie domestiche è stata compensata da un forte aumento degli investimenti in beni di equipaggiamento e da un aumento superiore alla media delle spese pubbliche, in particolare nel settore dell'armamento. La pressione inflazionistica ha potuto in gran parte essere contenuta.

In queste circostanze economiche favorevoli è stata tenuta in novembre l'elezione presidenziale che ha visto la vittoria del candidato repubblicano George W. Bush.

La robustezza della congiuntura americana ha avuto ripercussioni positive anche per l'industria d'esportazione svizzera. Durante i primi nove mesi dell'anno in rassegna, le nostre esportazioni (12 755 mio di fr.) sono aumentate del 20,6 per cento, ciò che ha portato la quota degli Stati Uniti nel totale delle esportazioni svizzere al 12,8 per cento. Le vendite di beni americani in Svizzera sono aumentate del 31,1 per cento, ciò che rappresentava il 7,3 per cento delle importazioni totali svizzere.

Il 29 gennaio 2000, nell'ambito del Forum economico di Davos, il capo del DFE e il suo omologo americano, il ministro dell'economia William Daley, hanno aperto la prima seduta della Commissione economica bilaterale. Concepita come una piattaforma per la collaborazione bilaterale e multilaterale, questa nuova Commissione si propone di rafforzare il dialogo tra i due Stati. In questo ambito, alti funzionari e rappresentanti dell'economia hanno discusso, nel corso di un seminario svoltosi in giugno, del commercio elettronico e hanno trattato, in dicembre, questioni relative alla criminalità economica. Il Forum economico di Davos è stato anche l'occasione per la nostra delegazione, sotto la direzione del presidente della Confederazione, di avere uno scambio di vedute con il presidente Clinton.

Come l'UE, anche la Svizzera è intervenuta a parecchie riprese presso la Banca centrale americana (FED) a favore di un'applicazione non discriminatoria da parte delle autorità americane competenti della nuova legislazione sui servizi finanziari, entrata in vigore nel novembre 1999
(Gramm-Leach-Bliley Act). Le autorità americane competenti hanno sostenuto la Svizzera nei suoi sforzi per ottenere una partecipazione accresciuta delle imprese elvetiche al «Dialogo transatlantico» tra l'UE e gli Stati Uniti. I contatti nell'ambito della cooperazione nel campo dei prodotti farmaceutici, convenuta nel 1998 tra le autorità sanitarie dei due Paesi, sono stati dedicati all'attuazione di un programma di lavoro in vista dell'esecuzione di ispezioni in comune.

L'ordinanza concernente la Convenzione di doppia imposizione americano-svizzera del 1996 è stata emendata (RU 2000 ...) in seguito a una modifica della procedura interna di sgravio dell'imposta alla fonte negli Stati Uniti.

780

L'espansione dell'economia del Canada è continuata. Essa è stata favorita da una domanda interna forte e da notevoli esportazioni verso gli Stati Uniti, che risultano segnatamente dalla liberalizzazione degli scambi nell'ambito del NAFTA.

Nel corso dei primi nove mesi dell'anno trascorso, le esportazioni svizzere verso il Canada hanno raggiunto 918 milioni di franchi (+41,8%) e le nostre importazioni, 417 milioni di franchi (­12,1%). Le trattative in vista di un accordo di libero scambio tra i Paesi membri dell'AELS e il Canada, avviate nell'ottobre del 1998, non hanno ancora potuto essere condotte a termine a causa di problemi irrisolti nel settore della costruzione navale.

Il Messico ha tratto vantaggio dal dinamismo dei mercati nordamericani, nonché dall'aumento dei prezzi dell'energia. La domanda privata interna si è rafforzata e la fiducia degli investitori esteri è stata incoraggiata da riforme strutturali importanti del settore pubblico e del settore finanziario.

Nel mese di luglio si è tenuta l'elezione presidenziale che ha posto fine a 71 anni di supremazia del partito rivoluzionario istituzionale (PRI). Il nuovo presidente, Vincente Fox, è entrato in carica in dicembre dichiarando l'intenzione di assicurare la continuità delle riforme economiche in corso.

Nonostante un aumento degli scambi, il commercio bilaterale tra la Svizzera e il Messico (durante i primi nove mesi dell'anno), con esportazioni di 710 milioni di franchi (+25,8%) e importazioni di 148 milioni di franchi (+12,6%), resta ancora relativamente modesto.

In vista di garantire condizioni di accesso ai mercati equivalenti a quelle riservate ai loro principali concorrenti, i Paesi dell'AELS all'inizio del mese di luglio hanno aperto negoziati di libero scambio con il Messico, che sono sfociati nella firma di un accordo di libero scambio il 27 novembre (cfr. n. 4.3).

7.5

America centrale e meridionale

In generale, la regione ha tratto vantaggio dall'evoluzione positiva dei prezzi delle materie prime; il volume reale di scambio (Terms of Trade) è aumentato del 5 per cento. Il prezzo del rame è aumentato, mentre quello del caffé è diminuito. Il rischio di un nuovo aumento dei prezzi del petrolio potrebbe tuttavia avere ripercussioni negative sulla ripresa economica dell'America latina.

Nell'America centrale si registrano altri progressi per quanto concerne l'integrazione economica regionale. Il 29 giugno è stato concluso un accordo di libero scambio tra il Triángulo Norte (Guatemala, El Salvador e Honduras) e il Messico, entrato in vigore il 1° gennaio 2001. Questi quattro Paesi contano assieme circa 124 milioni di abitanti.

Il commercio bilaterale tra la Svizzera e l'America latina (America del Sud senza il Messico, America centrale e Caraibi) è aumentato nei primi nove mesi. Le esportazioni dalla Svizzera (2,1 mia di fr.) sono aumentate del 9 per cento, le importazioni (1,1 mia di fr.), addirittura della metà.

Dal 19 al 24 novembre, il capo del DFE, accompagnato da una delegazione economica, ha visitato il Cile e l'Argentina. Oggetto dei colloqui erano tra l'altro le relazioni in materia di traffico aereo, nonché le condizioni quadro degli investimenti, il settore finanziario, la politica fiscale e la proprietà intellettuale.

781

In Cile, la Svizzera ha espresso il desiderio di una rapida ratifica dell'accordo sulla protezione degli investimenti. Si è deciso di avviare negoziati per un accordo di doppia imposizione all'inizio del 2001. L'organizzazione cilena per la promozione economica CORFO e la SOFI (Swiss Organisation for Facilitating Investments) hanno firmato un protocollo d'intesa che deve contribuire a promuovere gli investimenti delle piccole e medie imprese.

A Buenos Aires, il capo del DFE e il ministro argentino dell'economia hanno firmato due protocolli che prevedono rispettivamente la modifica dell'accordo sulla doppia imposizione del 1997 e la sua applicazione provvisoria a decorrere dal 1° gennaio 2001. Le autorità argentine hanno promesso una rapida ratifica di questi testi.

La visita ha sottolineato anche l'interesse della Svizzera per la conclusione di accordi di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e il Cile, da una parte, e il MERCOSUR, dall'altra. All'inizio di dicembre a Ginevra sono iniziate le prime trattative su un accordo di libero scambio tra gli Stati dell'AELS e il Cile. In rapporto al MERCOSUR, l'AELS istituzionalizzerà il dialogo mediante la dichiarazione di collaborazione firmata il 12 dicembre 2000.

Il 10 aprile è stato parafato un accordo sulla protezione degli investimenti con il Guatemala e il 1° agosto un siffatto accordo con il Costa Rica. Un accordo sulla protezione degli investimenti con il Nicaragua è entrato in vigore il 2 maggio. Con l'Honduras, la Svizzera ha potuto firmare l'8 febbraio un accordo di riconversione del debito.

7.6

Asia e Oceania

I Paesi asiatici, ad eccezione del Giappone, si sono ulteriormente ripresi dalla crisi economica e finanziaria degli anni precedenti (cfr. n. 2). Una conferma di questa tendenza globalmente positiva dipende tuttavia da diversi fattori critici interni ed esterni. Secondo le cifre dei nostri scambi con questi Paesi, sia le esportazioni sia le importazioni sono aumentate di un quarto rispetto all'anno precedente.

Turbolenze politiche ed economiche in Indonesia e nel Pakistan hanno ostacolato il comportamento in materia di consumi e di investimenti. Per entrambi gli Stati sono stati negoziati accordi di riconversione del debito nell'ambito del Club di Parigi; quello con il Pakistan non è ancora in vigore. Il processo di trasformazione che le Repubbliche dell'Asia centrale perseguono da quasi un decennio è più lento di quanto previsto originariamente. Problemi strutturali e di politica di sicurezza rendono necessarie ulteriori riforme che sono anche una condizione preliminare per un maggior impegno estero.

A causa della lenta evoluzione del sistema commerciale multilaterale nell'ambito dell'OMC, i Paesi asiatici tendono sempre più a sviluppare le loro relazioni economiche bilaterali mediante accordi di libero scambio. Singapore ha per altro già concluso accordi di libero scambio e ne sta negoziando altri con partner asiatici e non asiatici.

I rapporti bilaterali con la Cina sono stati caratterizzati da una serie di contatti di alto livello. Le visite di due vice-primiministri a Berna hanno dato al capo del DFE l'occasione di informarsi da fonte diretta sull'evoluzione e sugli obiettivi della Cina.

La conclusione delle trattative bilaterali sull'adesione della Cina all'OMC (cfr. n.

782

4.2.7), i cui risultati sono stati firmati dal capo del DFE e dal ministro del commercio cinese, costituiscono una pietra miliare nelle relazioni sinosvizzere. In occasione delle solennità per il 50° anniversario dell'inizio di relazioni diplomatiche, il presidente della Confederazione, accompagnato da una delegazione, ha visitato la Cina.

Contemporaneamente, una delegazione economica sotto la direzione del segretario di Stato dell'economia ha svolto colloqui in Cina con parecchi servizi governativi di questo Paese.

In febbraio, il capo del DFE ha firmato a Delhi l'accordo riveduto sulla doppia imposizione con l'India. Inoltre, sono stati scambiati gli strumenti di ratifica di un accordo sulla protezione degli investimenti. Visite a Mumbay e Hyderabad hanno permesso alla delegazione di familiarizzarsi con i settori in rapido sviluppo dell'economia indiana e contemporaneamente di manifestare gli interessi delle imprese svizzere. Dopo le visite dei ministri indiani dell'industria chimica e degli esteri in Svizzera, la Commissione mista indosvizzera si è riunita in autunno a Berna per l'ottava volta. Un accordo di protezione degli investimenti è stato firmato in autunno con il Bangladesh.

Il ministro coreano del commercio ha partecipato al primo incontro del gruppo consultivo nell'ambito dell'accordo bilaterale sul commercio e l'economia. In seguito, già in novembre, una delegazione coreana si è informata presso il Governo svizzero, nonché le imprese svizzere, sulle esperienze nell'ambito della rivitalizzazione dell'economia. Anche il ministro vietnamita del commercio si è trattenuto in Svizzera; egli ha colloquiato con il capo del DFE sul programma svizzero di cooperazione allo sviluppo, nonché su questioni multilaterali.

Con il Giappone si è svolto a Tokio un altro round di consultazioni economiche, durante il quale il delegato competente per gli accordi commerciali ha discusso con i colleghi giapponesi questioni bilaterali e multilaterali.

7.7

Medio Oriente

Grazie a prezzi del petrolio continuamente elevati, la situazione finanziaria della maggior parte dei Paesi di questa regione è ulteriormente migliorata; questo ha avuto ripercussioni positive sullo scambio di prodotti tra la Svizzera e la regione del Medio Oriente (senza Israele): nei primi nove mesi le importazioni svizzere sono aumentate del 47 per cento e le esportazioni del 19 per cento. Lo scambio di prodotti con i più importanti partner commerciali della regione ­ l'Arabia Saudita, l'Iran e gli Emirati arabi uniti ­ è aumentato in modo considerevole per quanto riguarda sia le importazioni sia le esportazioni. Anche le esportazioni verso l'Irak sono sensibilmente aumentate in seguito all'allentamento dell'embargo dell'ONU (cfr. n.

8.1.2.1). Anche con Israele gli scambi commerciali sono ulteriormente aumentati (importazioni: +15%, esportazioni: +11%).

In novembre, il capo del DFE ha visitato gli Emirati arabi uniti; egli ha tra l'altro inaugurato la maggior presentazione eseguita finora di beni, servizi e tecnologie svizzeri nella regione. In luglio, in veste di presidente del Consiglio dell'AELS, ha firmato una dichiarazione sulla collaborazione tra l'AELS e il Consiglio del Golfo (Gulf Cooperation Council) con sede a Riad. In rapporto con le trattative di adesione dell'Arabia Saudita all'OMC, il ministro dell'economia saudita ha incontrato in ottobre il capo del DFE. Con il Sultanato di Oman sono state concluse con successo

783

trattative relative all'adesione di detto Paese all'OMC; inoltre è stato parafato un accordo sulla protezione degli investimenti.

Con la Giordania, le trattative per un accordo di libero scambio AELS stanno per essere concluse (cfr. n. 3.2.3). A livello bilaterale, sono stati iniziati colloqui su una partecipazione della Svizzera allo sdebitamento parziale di questo Paese nei confronti delle banche internazionali di sviluppo. Nell'ambito del World Economic Forum di Davos, il capo del DFE ha incontrato il ministro israeliano del commercio e dell'industria. Inoltre si è svolto un incontro tra il presidente della Confederazione, accompagnato dal segretario di Stato dell'economia, e il re di Giordania.

In marzo, è stato firmato un accordo sulla protezione degli investimenti con il Libano e in aprile il ministro dell'economia e del commercio di questo Paese ha visitato la Svizzera.

7.8

Africa

Nonostante disordini continui in molti Stati africani e profonde crisi economiche primariamente condizionate dalla politica in molte economie importanti come la Costa d'Avorio e lo Zimbabwe, secondo il Fondo monetario internazionale la crescita economica in Africa nell'anno in rassegna dovrebbe essere del 3,4 per cento e aumentare ulteriormente. Tuttavia rimarrà sotto la soglia del 5,5 per cento, necessaria per una diminuzione significativa della povertà.

Gli sforzi di integrazione nell'ambito delle organizzazioni economiche regionali del Sud (SADC) e dell'Est (COMESA) dell'Africa, dopo molti tentativi, hanno portato infine alla conclusione di accordi di libero scambio. Questi accordi sono una condizione necessaria ma di gran lunga non sufficiente per un riavvicinamento più forte di queste economie, relativamente piccole, all'economia mondiale e anche per un aumento della loro attrattiva per quanto concerne gli investimenti.

In agosto, il ministro della pianificazione e delle finanze del Mozambico ha visitato la Svizzera, dove è stato firmato un accordo su un aiuto urgente di 5 milioni di franchi alla bilancia dei pagamenti. Durante una visita di una delegazione economica in novembre è stato assegnato a questo Paese un altro aiuto alla bilancia dei pagamenti di 28 milioni di franchi.

In occasione di una visita in Svizzera, il ministro degli esteri algerino è stato ricevuto dal segretario di Stato dell'economia per un colloquio. In questa occasione sono state discusse questioni relative al proseguimento della cooperazione avviata in maggio durante la visita in Algeria di una delegazione economica di una certa importanza sotto la direzione del Seco. La visita del ministro nigeriano dell'industria alla fine di novembre a Berna ha offerto l'occasione di firmare con la Nigeria un accordo sulla protezione degli investimenti.

Grazie alla politica svizzera di sdebitamento, il numero di accordi di riconversione del debito da concludere con l'Africa è fortemente aumentato. La Svizzera continuerà però a condurre trattative bilaterali di riconversione del debito con singoli Paesi, nell'ambito del Club di Parigi. In primo piano sono il Kenia, il Madagascar e la Nigeria.

In ottobre si è svolta a Rabat la prima riunione del Comitato misto AELS-Marocco.

Nell'anno in rassegna sono entrati in vigore accordi di protezione degli investimenti

784

con il Botswana, Mauritius e la Namibia. Con l'Egitto, è stato convenuto un aumento di 20 milioni di franchi del quarto credito misto, che ha raggiunto così 100 milioni.

Nell'ambito degli sforzi degli Stati dell'AELS di raggiungere, per gli attori economici dell'AELS, un accesso equivalente a quello dei concorrenti dell'UE (cfr. n.

3.2.3), si sono avuti colloqui e sono state intavolate trattative con l'Egitto, il Sudafrica e la Tunisia.

8

Politica economica esterna autonoma

8.1

Controllo delle esportazioni

Un codice di comportamento instaurato dal regime di controllo della tecnologia dei missili balistici (MTCR) sarà aperto alla firma di tutti i Paesi, onde lottare efficacemente contro la proliferazione dei sistemi vettori. Se, nel campo degli embargo, la maggior parte delle sanzioni contro la Repubblica federale di Jugoslavia è stata tolta, nuove sanzioni sono state introdotte contro il Myanmar e i Taliban (Afghanistan). Colpendo con un divieto le importazioni di diamanti grezzi dalla Sierra Leone, le Nazioni Unite hanno fatto un passo concreto nel senso di una limitazione di un commercio utilizzato per il finanziamento di conflitti armati.

8.1.1

Provvedimenti intesi a lottare contro la proliferazione di beni che possono servire alla produzione di armi di distruzione di massa

I test di missili effettuati dall'India e dal Pakistan nel 1999 sono stati seguiti, all'inizio dell'anno in rassegna, da un volo di prova, non annunciato, di un missile del tipo Jericho 1 da parte di Israele, nel cielo del Mediterraneo. Questo ordigno, di una portata di 750 km, può essere munito sia di armi convenzionali, sia di armi nucleari.

La moltiplicazione di siffatti test ha mostrato i limiti delle misure prese nell'ambito del regime di controllo della tecnologia dei missili (MTCR), per lottare contro la proliferazione dei sistemi vettori. I Paesi membri del MTCR hanno dunque approvato, in occasione della loro seduta plenaria di autunno, un codice di comportamento inteso a impedire la proliferazione dei missili balistici, aperto alla firma di tutti gli Stati. Oltre a una serie di impegni e di misure destinati a instaurare un clima di fiducia, questo codice prevede incentivi per la rinuncia ai programmi di missili.

8.1.1.1

Ordinanza sul controllo dei beni a duplice impiego

Dal 1° ottobre 1999 al 30 settembre 2000, sono state autorizzate le domande seguenti di esportazioni di beni a duplice impiego e di beni militari specifici, presentate in virtù dell'ordinanza del 25 giugno 1997 sul controllo dei beni a duplice impiego (OBDI, RS 946.202.1) 9: 9

Determinate autorizzazioni figurano due volte poiché rientrano in due regimi diversi.

785

Numero di domande

Settore nucleare Settore chimico e biologico Settore balistico

Valore (mio di fr.)

77 72 46

42,3 19,3 23,3

Settore delle armi convenzionali: ­ Beni a duplice impiego ­ Beni militari specifici

265 308

98,9 66,1

Totale

768

249,9

Durante lo stesso periodo, sono state concesse 99 licenze generali ordinarie di esportazione (LGO), che permettono di esportare liberamente durante due anni verso i 25 Paesi menzionati nell'allegato 4 dell'OBDI. Il 30 settembre 2000, 160 imprese detenevano una LGO.

Dal 1° ottobre 1999 al 30 settembre 2000, 12 licenze generali straordinarie d'esportazione (LGS) sono state concesse a richiedenti intenzionati a esportare beni verso Paesi che non figurano nell'allegato 4. Per ottenere una LGS, l'impresa richiedente deve segnatamente sottoporre l'esportazione di questi prodotti a un controllo interno efficace.

Le domande registrate nella tavola di cui sopra vertevano più particolarmente sui seguenti beni fabbricati in Svizzera: Beni a duplice impiego (allegato 2 OBDI)

Beni militari specifici (allegato 3 OBDI)

­ ­ ­ ­ ­ ­ ­

­ Armi da caccia e da sport ­ Strumenti di criptaggio militari ­ Simulatori per armi ­ Esplosivi ­ Tecnologia relativa a tali beni ­ Pezzi per velivoli di addestramento

Orologi atomici Computer Dispositivi per visione notturna Pompe e valvole (resistenti alla corrosione) Simulatori per strumenti di navigazione Strumenti di criptaggio civili Macchine utensili

Sono state rifiutate cinque autorizzazioni per un valore totale di 2,7 milioni di franchi: due relative al settore balistico, due al settore delle armi convenzionali e una relativa al settore nucleare. Durante l'anno in rassegna (stato 10 novembre 2000) il Seco ha denunciato al Ministero pubblico della Confederazione 22 infrazioni (1999:10) alla legge del 13 dicembre 1996 (RS 946.202) sul controllo dei beni a duplice impiego. Si trattava in quasi tutti i casi di esportazioni effettuate senza l'autorizzazione necessaria.

In 17 casi, gli esportatori hanno dichiarato al Seco esportazioni di beni non sottoposti al regime del permesso, ma che erano destinati o avrebbero potuto esserlo alla fabbricazione di armi di distruzione di massa o dei loro vettori (art. 4 OBDI). In 14 di questi casi, l'esportazione è stata autorizzata, in tre altri è stata rifiutata perché avrebbe violato l'articolo 7 della legge del 13 dicembre 1996 sul materiale bellico (RS 514.51).

786

8.1.1.2

Ordinanza sul controllo dei composti chimici

La Convenzione sulle armi chimiche (CAC), la cui esecuzione è retta dall'ordinanza del 3 settembre 1997 sul controllo dei composti chimici (OCCC, RS 946.202.21), è stata ratificata (stato 1° novembre 2000) da 140 Stati. Finora non l'hanno ratificata tra l'altro la Corea del Nord, l'Egitto, gli Emirati arabi uniti, Israele, il Libano, la Siria e la Thailandia. Come prevede la CAC, il divieto di trasferire prodotti chimici che figurano nella lista 2 verso Stati non membri o a partire da Stati non membri è entrato in vigore il 29 aprile 2000. È stato possibile, in particolare grazie alla cooperazione della Svizzera, trovare soluzioni alle questioni finora in sospeso concernenti i valori limite di miscele a base di prodotti chimici. Il 20 dicembre, abbiamo approvato una modifica dell'OCCC che permetterà di tener conto dei nuovi sviluppi.

Dal 1° ottobre 1999 al 30 settembre 2000, sono state autorizzate, in base all'OCCC, 49 domande di esportazione di prodotti chimici per un valore totale di 1,5 milioni di franchi. Inoltre, sono state accordate 6 licenze generali di esportazione verso utilizzatori finali che sono domiciliati o hanno la sede in uno Stato parte alla CAC.

In Svizzera, nove imprese e il laboratorio AC di Spiez sono regolarmente sottoposti a ispezioni dell'Organizzazione per il divieto delle armi chimiche (OIAC), con sede all'Aia. Due ispezioni sull'attuazione della Convenzione sono state eseguite in Svizzera, alla fine di ottobre, una in un'impresa di prodotti chimici, l'altra nel laboratorio AC di Spiez.

La dichiarazione obbligatoria secondo la CAC concernente la fabbricazione, l'immagazzinamento, il trattamento, l'importazione e l'esportazione di prodotti chimici riguarda circa 50 imprese svizzere.

8.1.1.3

Ordinanza sull'energia nucleare

Secondo l'ordinanza del 18 gennaio 1984 sull'energia nucleare (OENu, RS 732.11), il Seco è designato come organo abilitato a rilasciare autorizzazioni in materia di beni e di tecnologie nucleari (ad eccezione dei combustibili nucleari, dei residui e delle scorie). Dal 1° ottobre 1999 al 30 settembre 2000, il Seco ha rilasciato, nel campo dell'energia nucleare, 15 autorizzazioni, di un valore di 12 milioni di franchi e ne ha rifiutata una.

8.1.1.4

Ordinanza sugli esplosivi

Incaricato di rilasciare i permessi di esportazione e di transito di esplosivi a fini civili secondo l'ordinanza del 26 marzo 1980 sugli esplosivi (OEspl, RS 941.411), il Seco ha concesso, dal 1° ottobre 1999 al 30 settembre 2000, 224 autorizzazioni per un valore globale di 12,4 milioni di franchi.

8.1.2

Misure d'embargo

Le misure prese dalla Svizzera nei confronti dell'UNITA (Angola) (RS 946.204) sono rimaste immutate nell'anno in rassegna. L'ordinanza sui provvedimenti nei confronti della Libia (RS 946.208) è stata sospesa l'8 aprile 1999.

787

8.1.2.1

Iraq

Il Consiglio di sicurezza ha prorogato una nuova volta di sei mesi il programma «Oilfor-Food» nella sua risoluzione 1302 (2000) dell'8 giugno 2000. Finora, la Svizzera ha notificato all'ONU 48 società, con sede in Svizzera, attive sul piano internazionale, che hanno manifestato il loro interesse per l'acquisto del petrolio iracheno.

Dal 1° novembre 1999 al 31 ottobre 2000, il Comitato delle sanzioni dell'ONU ha approvato 92 contratti conclusi da 35 imprese svizzere con l'Iraq, nell'ambito del programma «Oil-for-Food», vertenti su beni umanitari per un valore totale di 172 milioni di franchi. Questa domanda è fortemente aumentata in rapporto all'anno precedente (in cui era soltanto di 45 mio).

Fino al 30 ottobre 2000, il Fondo di compensazione dell'ONU (UNCC), incaricato di indennizzare le imprese che erano state danneggiate dall'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq, ha effettuato i primi versamenti a favore di imprese svizzere per un ammontare di 12 milioni di franchi. Le imprese svizzere hanno fatto valere danni per un importo di circa 335 milioni di franchi, ma l'UNCC ha riconosciuto finora soltanto circa 17 milioni di franchi. I pagamennti sono scaglionati nel tempo.

Il 22 novembre abbiamo deciso di assicurare nuovamente la rappresentanza degli interessi sul posto, in Iraq. Questo implica l'apertura di un ufficio di collegamento incaricato, oltre che dei compiti umanitari, del sostegno degli interessi economici svizzeri e del rilascio di visti. Questa misura consentirà di assistere attivamente in loco le imprese svizzere impegnate nell'ambito del programma «Oil-for-Food».

8.1.2.2

Repubblica federale di Jugoslavia

Dopo la vittoria dell'opposizione nelle elezioni del 24 settembre e la conferma nelle sue nuove funzioni di presidente di Vojislav Kostunica, l'UE ha tolto tutte le sanzioni nei confronti della Repubblica federale di Jugoslavia, ad eccezione di quelle che colpiscono l'ex presidente Milosevic e le persone della sua cerchia.

Adottando due modifiche di ordinanza il 10 ottobre 2000 (RU 2000 2589) e il 27 novembre 2000 ( RU 2001 110), abbiamo pure revocato la maggior parte dei provvedimenti restrittivi nei confronti della Jugoslavia (cfr. n. 8.1.2.3 del rapporto 99/1+2). Rimane in vigore soltanto il divieto di fornire materiale bellico e beni che possono servire alla repressione interna nonché il congelamento degli averi di circa 600 persone fisiche della cerchia dell'ex presidente Milosevic.

8.1.2.3

Myanmar

La mancanza di progressi del processo democratico e le continue violazioni dei diritti dell'uomo nel Myanmar hanno indotto l'UE, nel maggio scorso, a estendere e a inasprire le restrizioni in vigore dal 1996. La Svizzera vi si è associata, adottando l'ordinanza del 2 ottobre 2000 che istituisce provvedimenti nei confronti del Myanmar (RU 2000 2648). Queste sanzioni prevedono tra l'altro il blocco degli averi dei membri superiori del Governo, dell'esercito e delle forze di sicurezza. La stessa cerchia di persone è pure stata colpita da un divieto di entrata e di transito in Svizzera.

La fornitura, la vendita e l'intermediazione di beni d'armamento nonché di beni che possono servire alla repressione interna sono pure vietate.

788

8.1.2.4

Taliban (Afghanistan)

Ci siamo basati sulla risoluzione 1267 (1999) del Consiglio di sicurezza dell'ONU per adottare, il 2 ottobre 2000, l'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti dei Taliban (RU 2000 2642). Quest'ultima prevede un embargo sulle armi, un embargo aereo (divieto di utilizzare lo spazio aereo svizzero per aerei appartenenti ai Taliban o che sono noleggiati o gestiti da essi) e il blocco dei fondi di parecchie persone. Sono parimenti vietate la fornitura, la vendita e l'intermediazione di beni di armamento.

8.1.2.5

Sierra Leone

L'ordinanza dell'8 dicembre 1997 (RS 946.209) che istituisce misure nei confronti della Sierra Leone ha subito due modifiche durante l'anno in rassegna. La prima, entrata in vigore il 1° aprile 2000, si basa su una corrispondente decisione del Consiglio di sicurezza dell'ONU e consiste nell'autorizzare, a determinate condizioni, la vendita e l'esportazione di beni d'armamento destinati al governo della Sierra Leone, all'ECOMOG o alle Nazioni Unite (RU 2000 1118). La seconda risale al 1° settembre e vieta l'importazione, il transito, l'immissione in deposito doganale e l'asportazione dal deposito doganale di diamanti grezzi originari dalla Sierra Leone (RU 2000 2120), ad eccezione dei diamanti la cui origine è attestata da un certificato rilasciato dal Governo e approvato dall'ONU. Il Consiglio di sicurezza dell'ONU ha vietato, nella sua risoluzione 1306 del 5 luglio 2000, le importazioni di diamanti grezzi in provenienza dalla Sierra Leone, onde impedire che i ribelli del fronte di unità rivoluzionaria (RUF) se ne servano per finanziare la loro lotta armata. Contrariamente a ciò che è stato detto nella stampa, la Svizzera non ha importato diamanti grezzi in provenienza da questo Paese nel corso degli ultimi anni. Data la sua grande importanza come piazza commerciale internazionale di diamanti, la Svizzera partecipa attivamente agli sforzi per elaborare un esteso sistema mondiale di certificazione dei diamanti grezzi che costituisca un efficace strumento per combattere questo traffico.

8.2

GRE, GRI, finanziamento delle esportazioni, riconversione del debito

La GRE ha rimborsato 100 milioni di franchi sugli anticipi della Confederazione, ricorrendo al suo eccedente d'introiti. Il saldo da pagare ammontava ancora a 550 milioni di franchi alla fine dell'anno. L'impegno della GRE è aumentato di circa il 25 per cento. I partecipanti all'Accordo sui crediti all'esportazione dell'OCSE hanno continuato la loro discussione sul rapporto tra i crediti all'esportazione, da una parte, e l'ambiente e la corruzione dall'altra. Oltre a parecchi accordi di riconversione del debito non concessionali, il Club di Parigi ha accordato importanti riduzioni di debiti a determinati Paesi in sviluppo molto indebitati.

789

8.2.1

Garanzia dei rischi delle esportazioni

La richiesta di nuove garanzie è aumentata di circa il 20 per cento e l'impegno di circa il 25 per cento durante l'anno in rassegna. Vi è stata una forte domanda di forniture a destinazione dell'Iran, del Messico e della Polonia. Alla fine dell'anno, l'impegno della GRE si è concentrato sui Paesi seguenti: la Turchia seguita dal Messico, dalla Cina, dall'Iran e dall'Indonesia. La metà dell'impegno della GRE riguarda esportazioni verso questi cinque Paesi. Garanzie sono state concesse per un grande progetto in Iran, uno in Messico e uno in Thailandia.

La GRE ha versato indennità agli esportatori per un ammontare di 147 milioni di franchi, di cui 140 milioni corrispondono a versamenti effettuati in virtù di accordi bilaterali di riconversione del debito con l'Indonesia e il Pakistan. Grazie a questi accordi, i fondi ritorneranno più tardi alla GRE e frutteranno fino a tale momento interessi.

La chiusura dei conti ha rivelato un saldo positivo, permettendo alla GRE di rimborsare, ancora quest'anno, 100 milioni di franchi alla Confederazione e di portare a 1108 milioni l'ammontare totale rimborsato nel corso degli ultimi sei anni. Il resto degli anticipi da pagare ammonta a 550 milioni di franchi.

La valutazione delle transazioni concluse con i Paesi più sfavoriti è effettuata mediante un questionario. Quest'ultimo è stato adeguato ai bisogni attuali, tenuto conto delle esperienze acquisite. Tutte le domande di garanzia di un ammontare superiore a 10 milioni di franchi in un settore o un sito sensibile dal punto di vista dell'ambiente sono esaminate sotto l'angolatura della protezione dell'ambiente, in base ai lavori dell'OCSE sui crediti all'esportazione e l'ambiente.

Il 1° maggio 2000 sono entrate in vigore le nuove disposizioni penali in materia di corruzione (RU 2000 1121), che prevedono di sanzionare la corruzione di agenti pubblici esteri. Da allora, una disposizione intesa a rendere gli esportatori attenti ai loro obblighi figura nei formulari di domanda della GRE.

Con la società tedesca HERMES è stato concluso un accordo di riassicurazione, che porrà le basi per una concessione della copertura GRE alle esportazioni svizzere includenti forniture di origine tedesca. In effetti, una copertura siffatta non era finora possibile per la quota estera dei grandi progetti di esportazione delle imprese svizzere. Questo accordo di riassicurazione, permetterà di colmare questa lacuna nelle nostre relazioni con la Germania (cfr. allegato, n. 9.2.4).

8.2.2

Garanzia dei rischi degli investimenti

Una garanzia di 4,4 milioni di franchi è stata accordata durante l'anno in rassegna per coprire un investimento nel Ghana. Alla fine dell'anno, erano aperte quattro garanzie. L'impegno totale era di circa 14 milioni di franchi. Gli averi del fondo ammontano attualmente a 31 milioni di franchi.

8.2.3

Finanziamento delle esportazioni

Il dibattito sull'eventuale integrazione di aspetti ambientali nei crediti all'esportazione sostenuti dallo Stato è continuato in seno agli organi competenti dell'OCSE.

790

Queste discussioni hanno per obiettivo di armonizzare le diverse esigenze nazionali e di evitare così distorsioni della concorrenza. Un piano di lavoro è stato adottato all'inizio dell'anno. La continuazione dei negoziati è intesa a convenire una procedura comune. I negoziati sui crediti all'esportazione e sulla corruzione, imperniati sulla Convenzione del 17 dicembre 1997 sulla lotta alla corruzione di agenti pubblici stranieri nelle operazioni economiche internazionali (FF 1999 4721), hanno condotto all'elaborazione di una dichiarazione di intenzione sul comportamento da adottare nel caso di affari conclusi grazie al versamento di bustarelle.

8.2.4

Riconversione del debito

Quattordici Paesi debitori hanno concluso un accordo di riconversione del debito nell'ambito del Club di Parigi durante l'anno in rassegna. Nove di questi accordi contengono condizioni concessionali. In adempimento delle condizioni dette di Houston, un Paese ha beneficiato di una riduzione del debito del 67 per cento. Otto Paesi tra i più poveri e fortemente indebitati hanno beneficiato di una riduzione di debiti ancora più importante. Solo l'alleviamento del servizio del debito accordato all'Honduras concerne la Svizzera. Essa partecipa inoltre alla riconversione non concessionale del debito a favore di Gabon, Indonesia, Kenia e Nigeria. I consolidamenti di debiti convenuti nell'ambito del Club di Parigi ammontano in totale a 25 miliardi di dollari, di cui la maggior parte riguardano l'Indonesia e la Nigeria. La Svizzera vi partecipa a concorrenza di 390 milioni di franchi.

Il Club di Parigi accorda ai Paesi più poveri fortemente indebitati considerevoli alleviamenti di debiti quale contributo all'iniziativa HIPC. I fondi così liberati sono utilizzati per la lotta contro la povertà nel Paese debitore. La Svizzera ha già condotto proprie azioni di sdebitamento in questo campo. Per questa ragione è soltanto ancora poco implicata nell'iniziativa HIPC nell'ambito del Club di Parigi.

L'Honduras, l'Indonesia, il Pakistan e la Russia hanno concluso un accordo bilaterale di riconversione del debito con la Svizzera durante l'anno in rassegna. Soltanto l'Honduras l'ha fatto a condizioni concessionali. Questi quattro accordi rappresentano un consolidamento globale del debito che ammonta a 276 milioni di franchi.

8.3

Promozione delle esportazioni

Il 6 ottobre è stata adottata la legge sulla promozione delle esportazioni. Per il periodo di finanziamento 2001-2003 è stato autorizzato un budget globale di 45,3 milioni di franchi e per il riorientamento della promozione delle esportazioni un unico importo di 3,6 milioni.

Dal 1926. la promozione delle esportazioni è essenzialmente immutata. Viene adeguata alle mutate condizioni dell'economia mondiale con la nuova legge sulla promozione delle esportazioni (FF 2000 4489). In particolare le piccole e medie imprese intenzionate a esportare, senza o con poca esperienza in materia di mercati d'esportazione, devono essere sostenute in modo adeguato.

L'attuale «principio del contributo di copertura» viene sostituito da un mandato di prestazioni con budget globale. Per il mandato di promotore delle esportazioni il 791

Seco, già nel maggio 2000, ha designato l'attuale USEC, il quale ha avviato la necessaria riorganizzazione per assolvere questo mandato. Entro la fine del marzo 2001 intende professionalizzare la consulenza in materia di esportazioni in Romandia associandosi alla Camera di commercio e d'industria del Cantone di Vaud; per contro, i servizi centrali saranno raggruppati a Zurigo. In vista della nuova legge, un'assemblea generale straordinaria dell'USEC alla fine di novembre ha adottato nuovi statuti e una riorganizzazione del Consiglio di vigilanza.

Si annoverano tra i compiti essenziali della promozione delle esportazioni la trasmissione delle informazioni, la consulenza e il marketing internazionale. Già in base al mandato attuale di promozione delle esportazioni, la trasmissione delle informazioni per Internet è stata in particolare ulteriormente rafforzata, non da ultimo nell'ottica dello sviluppo, a livello nazionale e internazionale, di una rete di partner attuali e futuri. Questi centri di sostegno per le esportazioni saranno allestiti sui mercati prioritari, di regola presso una rappresentanza diplomatica o consolare, ma anche presso una camera di commercio svizzera o un altro terzo. L'USEC concluderà contratti di prestazioni con il DFAE, rappresentato dai centri di sostegno.

8.4

Turismo

L'anno 2000 può essere considerato una svolta per il turismo svizzero. Dopo una recessione pluriennale e una ripresa esitante, nell'anno in rassegna si è registrata una crescita sensibile. I pernottamenti sono aumentati del 6 per cento. Gli introiti derivanti dalle esportazioni sono aumentati di circa l'8 per cento e si sono stabiliti a 13 miliardi di franchi. La domanda estera ha costituito il sostegno essenziale della ripresa congiunturale del turismo svizzero, alla quale hanno contribuito il rapporto di scambio favorevole tra dollaro e franco svizzero e il corso del cambio stabile ­ almeno all'inizio dell'anno ­ tra il franco e l'euro.

Il 3 luglio, nell'ambito di un esame per Paese, il Comitato del turismo dell'OCSE ha valutato la politica svizzera del turismo e ha emesso raccomandazioni. Esso vede nel decreto federale concernente la promozione dell'innovazione e della collaborazione nel turismo (RS 935.22) un mezzo appropriato per adeguare le strutture dell'offerta alle esigenze del mercato mondiale. Questo programma deve dunque continuare nell'interesse di un cambiamento strutturale duraturo. Il Comitato incoraggia anche la Svizzera a intervenire nel finanziamento dell'industria alberghiera, sul mercato del lavoro turistico, nonché nella formazione e nel perfezionamento. Nel rapporto del 2001 sul turismo, sottoporremo proposte di miglioramento della politica del turismo in questi settori.

Svizzera Turismo è stato incaricato dalla Confederazione di assicurare all'estero il marketing del turismo. A tale scopo il Parlamento ha già messo a disposizione 190 milioni di franchi per il periodo 2000-2004. In taluni Paesi in cui Svizzera Turismo non ha rappresentanze, sono stati conclusi accordi di cooperazione fra Svizzera Turismo e le ambasciate per quanto attiene al sostegno del marketing. La cooperazione rafforzata fra Svizzera Turismo e le nostre rappresentanze all'estero è attualmente in una fase sperimentale.

2518

792

9

Allegati

9.1

Allegati 9.1.1-9.1.7

Parte I:

9.1.1

Allegati secondo l'articolo 10 capoverso 1 della legge sulle misure economiche esterne (per conoscenza)

Tavole e grafici sull'evoluzione economica

Tavole: Tavola 1:

Evoluzione economica internazionale e degli scambi commerciali

Tavola 2:

Evoluzione del commercio esterno della Svizzera nel 2000 secondo i principali settori

Tavola 3:

Sviluppo regionale del commercio esterno della Svizzera nel 2000

Grafici: Grafico 1:

Economia mondiale e commercio internazionale

Grafico 2:

Indice dei tassi di cambio reali del franco svizzero

Grafico 3:

Esportazioni secondo i principali settori nel 1998, 1999 e 2000

Grafico 4:

Evoluzione regionale del commercio estero nel 2000

Grafico 5:

Turismo svizzero 1985-2000

Grafico 6:

Bilancia corrente della Svizzera nel 1995, 1997 e 1999

Grafico 7:

Evoluzione degli investimenti diretti: Esportazioni e importazioni di capitali 1985-1999

793

Tavola 1

Evoluzione economica internazionale e degli scambi commerciali Evoluzione del prodotto nazionale lordo in termini reali, dei prezzi al consumo, del volume delle importazioni e delle esportazioni nonché della bilancia delle partite correnti nell'area OCSE nel 1999, 2000 e 2001 (variazioni in % rispetto all'anno precedente) Stati Uniti

Germania

Totale dei Paesi dell'UE

Svizzera

Totale dei Paesi dell'OCSE

%

%

%

%

%

Prodotto nazionale lordo in termini reali 4,2 5,2 3,5

1,6 3,0 2,7

2,4 3,4 3,0

1,5 3,3 2,3

3,0 4,3 3,3

1,5 2,1 2,2

0,9 0,0 1,0

1,5 1,4 2,0

0,6 1,1 2,2

1,0 1,3 1,8

12,5 14,0 8,8

3,8 11,8 7,2

5,4 11,0 8,0

8,2 6,5 4,5

8,4 12,8 8,7

4,0 11,6 9,3

3,9 18,9 9,7

4,5 13,8 8,9

3,4 8,0 5,0

5,0 13,6 9,0

­0,9 ­0,9 ­0,6

0,2 ­0,2 ­0,2

11,5 12,6 12,3

­0,8 ­1,2 ­1,3

­ 1999 ­ 2000 ­ 2001 Rincaro 1 ­ 1999 ­ 2000 ­ 2001 Volume degli scambi commerciali Volume delle importazioni ­ 1999 ­ 2000 ­ 2001 Volume delle esportazioni ­ 1999 ­ 2000 ­ 2001

Bilancia delle partite correnti Saldo in percentuale del PIL ­ 1999 ­ 2000 ­ 2001

­3,6 ­4,3 ­4,5

Fonte: Perspectives économiques de l'OCDE.

Svizzera: Commissione federale per la congiuntura.

1

Evoluzione dei prezzi del PIL; i Paesi a forte inflazione sono esclusi dal totale OCSE.

794

Tavola 2

Evoluzione del commercio esterno della Svizzera nel 2000 secondo i principali settori economici 1 2 Valore in milioni di franchi

Esportazioni complessive Derrate alimentari Tessili Abbigliamento Carta Materie plastiche Prodotti chimici Metalli e manufatti metallici Macchine, apparecchi e elettronica Strumenti di precisione Orologeria Importazioni complessive

104 494,0 100,0

Medie/ prezzi

Valore nominale

11,9

1,4 2,1 0,9 2,8 2,4 29,3 8,7 28,9 6,3 7,7

8,1 3,7 ­2,1 3,0 6,8 5,7 10,9 12,1 11,7 ­

­4,0 0,6 5,7 7,6 2,7 2,4 4,4 2,4 5,7 ­

3,8 4,4 3,5 10,8 9,6 8,2 15,7 14,8 18,1 16,1

105 844,8 100,0

7,6

5,9

14,0

5,3 0,0 3,7 12,2 13,4 12,0 ­3,6

­0,4 87,1 1,4 1,6 5,3 5,7 4,2

4,9 87,1 5,2 14,0 19,4 18,4 0,5

1 428,1 2 219,3 925,4 2 913,1 2 548,5 30 274,4 9 081,4 30 246,8 6 552,1 8 207,7

Bilancia commerciale

­1 350,8

2

in termini reali/ volume

3,4

8 189,1 5 044,1 7 660,4 17 828,1 9 023,0 25 940,8 12 028,3

1

Variazione in % rispetto all'anno precedente

8,3

Agricoltura e selvicoltura Vettori energetici Tessili, abbigliamento, calzature Prodotti chimici Metalli e manufatti metallici Macchine, apparecchi e elettronica Veicoli

[Anno precedente:

Quote in % delle esportazioni e importazioni complessive

7,7 4,8 7,2 16,8 8,5 24,5 11,4

482,5]

Escluse le transazioni con metalli preziosi, pietre preziose e semipreziose, nonché oggetti d'arte e antichità.

Gennaio/ottobre 2000.

795

2 388,4 921,1 616,0 551,7

796

5 013,8

Europa centrale e orientale Polonia Repubblica Ceca Ungheria

18 107,5 12 192,6 1 028,0 3 899,9 862,7

­Paesi in transizione

­Paesi industrializzati non europei USA Canada Giappone Australia

449,9

­UE Germania Francia Italia Gran Bretagna Austria Paesi Bassi Belgio-Lussemburgo Danimarca Spagna Svezia Finlandia

­AELS

81 983,7 63 426,3 23 317,1 9 390,7 7 992,6 5 767,4 3 447,4 3 386,0 2 340,9 3 092,9 863,1 1 333,8 671,8

Paesi industrializzati, totale

in mio fr.

Valore delle esportazioni

Esportazioni

12,3 17,6 12,4 4,2

24,9

16,6 15,8 38,7 16,6 7,7

6,4

7,7 6,3 5,6 7,1 13,1 11,3 12,0 13,0 9,2 7,4 2,2 15,9

9,5

Modifiche rispetto all'anno precedente in %

2,6 1,0 0,7 0,6

5,4

19,5 13,1 1,1 4,2 0,9

0,5

68,2 25,1 10,1 8,6 6,2 3,7 3,6 2,5 3,3 0,9 1,4 0,7

88,2

Quota delle esportazioni globali svizzere in %

1 617,0 298,3 483,9 516,3

4 013,0

11 114,6 7 316,0 444,6 3 135,1 133,9

305,1

81 958,3 33 217,4 11 227,4 10 736,2 4 599,5 3 818,6 6 406,5 3 281,8 1 903,5 939,0 1 549,3 1 052,4

93 378,1

in mio fr.

Valore delle importazioni

Importazioni

Sviluppo regionale del commercio esterno della Svizzera nel 2000 1 2

37,2 32,2 26,9 37,5

33,3

21,5 29,6 ­13,4 12,5 ­2,2

16,0

10,9 9,5 ­2,8 13,3 11,9 2,5 33,9 20,8 16,3 3,0 0,2 33,9

12,0

Modifiche rispetto all'anno precedente in %

1,5 0,3 0,5 0,5

3,8

10,5 6,9 0,4 3,0 0,1

0,3

77,4 31,4 10,6 10,1 4,3 4,1 6,1 3,1 1,8 0,9 1,5 1,0

88,2

Quota delle importazioni globali svizzere in %

771,4 622,8 132,1 35,4

1 000,8

6 992,9 4 876,6 583,4 764,8 728,8

144,8

­18 532,0 ­9 900,3 ­1 836,7 ­2 743,6 1 167,9 ­720,6 ­3 020,5 ­940,9 1 189,4 ­75,9 ­215,5 ­380,6

­11 394,4

in mio fr.

Saldo della bilancia commerciale

Tavola 3

1

11,9

14,1 15,9 23,6

67,0 16,2 46,8 47,1 24,2 26,5 27,1 27,3 25,8 18,1 55,9 10,5 11,0 24,6 ­7,5 36,5 40,3 30,2 16,2 16,5

Modifiche rispetto all'anno precedente in %

100,0

0,0 0,5 0,5

0,6 0,8 1,1 1,1 10,5 6,7 0,5 1,3 2,3 1,2 0,8 2,2 1,0 0,8 0,3 1,6 1,1 0,5 2,5 2,3

Quota delle esportazioni globali svizzere in %

105 844,8

2 218,3 289,1 458,1

162,9 294,6 1 938,5 1 935,4 4 385,4 2 971,7 475,5 213,1 599,2 897,7 454,1 965,2 671,7 160,5 65,2 448,4 325,8 121,7 1 850,0 1 801,3

in mio fr.

Valore delle importazioni

Importazioni

Escluse le transazioni con metalli, pietre preziose e semipreziose, nonché oggetti d'arte e antichità.

104 494,0

3 854,2 543,3 499,8

Paesi in sviluppo non produttori di petrolio Israele India

Esp./Imp./Saldo

650,9 839,5 1 135,0 1 123,4 11 000,5 7 034,5 574,6 1 310,4 2 357,7 1 264,5 831,9 2 276,9 993,4 817,9 340,0 1 689,0 1 157,5 524,1 2 641,8 2 390,7

CSI Europa sudorientale Asia Cina Paesi emergenti Asia Tailandia Singapore Hong Kong Taiwan Corea del Sud America Brasile Messico Argentina Altri Paesi emergenti Turchia Sudafrica Paesi in sviluppo prod. di petrolio OPEP

in mio fr.

Valore delle esportazioni

Esportazioni

14,0

­2,6 ­8,6 26,3

29,3 34,4 30,4 30,5 38,6 36,7 13,0 34,1 47,6 46,6 36,6 69,7 107,4 10,3 35,3 6,5 7,6 3,1 70,9 73,2

Modifiche rispetto all'anno precedente in %

2

­1 350,8

1 635,9 254,2 41,7

488,0 544,9 ­803,5 ­812,0 6 615,1 4 062,8 99,1 1 097,3 1 758,5 366,8 377,8 1 311,7 321,7 657,4 274,8 1 240,6 831,7 402,4 791,8 589,4

in mio fr.

gennaio/ottobre 2000

100,0

2,1 0,3 0,4

0,2 0,3 1,8 1,8 4,1 2,8 0,4 0,2 0,6 0,8 0,4 0,9 0,6 0,2 0,1 0,4 0,3 0,1 1,7 1,7

Quota delle importazioni globali svizzere in %

Saldo della bilancia commerciale

797

798

1986

1987

1988

15 Paesi

Fonte: Banca Nazionale Svizzera

1985

Novembre 1977 = 100

1989

DM

1990

Dollaro

1991

Yen

1992

1993

1994

1995

1996

1997

1998

1999

2000

ottobre

Evoluzione dei tassi di cambio reali del franco svizzero rispetto alle monete più importanti, 1985-2000

799

800

Macchine

3.4

6.5

5.4

1.3 1.0

Strumenti

1998

5.6

Fonte: Direzione generale delle dogane

-6.0

-3.0

0.0

3.0

6.0

9.0

12.0

15.0

18.0

6.5

Metalli

2.3

-0.9

1999

8.6 6.9

-5.7

Prodotti chimici

9.9

6.5

Orologeria Orlogeria

14.8

(Modifiche nominali rispetto all'anno precedente, in percentuale) 18.1

8.2

16.1

1)

Carta

4.4

10.8

1)

1) 2000: gennaio - ottobre

Tessili

2000

15.7

Esportazioni secondo i principali settori nel 1998, 1999 e 2000

1) gennaio - ottobre

1)

801

802

Turisti svizzeri (scala sinistra)

Turisti esteri (scala sinistra)

Traffico merci

Fonte: Banca Nazionale Svizzera

-20.0

0.0

20.0

40.0

60.0

Servizi

Reddito del lavoro

Reddito del capitale

1997

-0.5 -6.5 -4.9

1.0 -6.8 -5.0

1995

18.9

30.0

15.2

20.8

25.2

37.0

(Saldo in miliardi di franchi)

1999

-6.2

-0.4 -6.5

19.8

38.4

45.0

Transazioni senza contropartita

Bilancia corrente della Svizzera nel 1995, 1997 e 1999

803

804

9.1.2

Comunicato stampa della riunione del Consiglio dell'OCSE a livello ministeriale il 26-27 giugno 2000 a Parigi 10

Plasmare la globalizzazione 1. Il Consiglio dell'OCSE si è riunito a livello dei Ministri il 26 e 27 giugno 2000 sotto la presidenza del Ministro delle Finanze dell'Australia, Peter Costello, la vice presidenza essendo assicurata per il Canada dal Ministro del Commercio internazionale, Pierre Pettigrew, e dal Segretario di Stato (International Financial Institutions), Jim Peterson, e per la Finlandia dal Ministro del Commercio Estero, Kimmo Sasi. Si sono svolte consultazioni con il Comitato consultivo economico e industriale (BIAC) e la Commissione sindacale consultiva (TUAC) presso l'OCSE.

2. I Ministri si sono rallegrati della partecipazione della Repubblica slovacca alla loro riunione in qualità di osservatore. Essi riconoscono la volontà e la capacità della Repubblica slovacca di aderire all'OCSE. Essi convengono che la procedura di adesione della Repubblica slovacca dovrebbe essere completata non appena possibile.

3. I Paesi dell'OCSE sono impegnati in un processo di transizione senza precedenti da decenni, verso un mondo sempre più basato sulle conoscenze e più interdipendente. La globalizzazione e l'impatto dei rapidi progressi tecnologici offrono nuove opportunità e pongono nuove sfide a tutti i Paesi, a tutte le regioni, a tutti i popoli e a tutti i cittadini. La rapida evoluzione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) trasforma i mercati, in particolare i mercati dei capitali ed esige nuovi metodi di organizzazione del lavoro, delle imprese e degli scambi al fine di sfruttare i benefici della globalizzazione. I Ministri sono tuttavia consapevoli delle profonde preoccupazioni che molti avvertono riguardo ai cambiamenti economici e tecnologici in corso e dell'importanza di rispondere a tali preoccupazioni a livello locale, nazionale e internazionale.

4. La globalizzazione fa nascere nuovi interrogativi in materia di governanza. La governanza, a tutti i livelli, stabilisce le condizioni attraverso le quali, le persone si sforzano, individualmente o in modo collettivo, di realizzare le loro aspirazioni in seno alla società. Una pubblica governanza accorta ed efficace aiuta a rafforzare la democrazia e i diritti umani, a favorire la prosperità economica e la coesione sociale, a ridurre la povertà, a migliorare la tutela dell'ambiente e l'uso sostenibile delle risorse
naturali e a consolidare la fiducia nell'azione governativa e nella gestione pubblica. Costruire un clima di fiducia nei confronti delle pubbliche istituzioni è essenziale per la buona governanza. Il Rapporto dell'OCSE intitolato «Public Trust: Ethics Measures in OECD Countries» offre una descrizione esauriente delle misure di gestione dell'etica in tutti i Paesi Membri. Il miglioramento dell'apertura, della trasparenza e della responsabilizzazione, grazie a un rafforzamento dei meccanismi di consultazione e a una migliore conoscenza dell'evoluzione delle relazioni tra poteri pubblici e società civile, è un elemento fondamentale della governanza. Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) offrono ai governi importanti e nuovi mezzi d'interazione con i cittadini.

10

Traduzione ufficiale OCSE dall'originale inglese e francese.

805

Sviluppo sostenibile e coesione sociale 5. Assicurare lo sviluppo sostenibile rimane uno dei maggiori obiettivi globali dei governi dei Paesi dell'OCSE. Nel 2001, il Policy Report on Sustainable Development dell'OCSE sarà completato da un'analisi presentata nel «Growth Study» e nell' «Environment Outlook and Strategy to 2020» al fine di definire un insieme di orientamenti che si rafforzino a vicenda e che siano coerenti per meglio integrare le considerazioni economiche, sociali e ambientali. I cambiamenti climatici, la tutela della biodiversità e la gestione sostenibile delle risorse naturali rimangono una delle sfide globali più impegnative e l'OCSE continuerà a consigliare i governi sul migliore modo di adempiere gli impegni presi nel quadro del Protocollo di Kyoto.

L'OCSE contribuirà in modo significativo al progresso dei lavori internazionali sullo sviluppo sostenibile per la riunione di «Rio+10» nel 2002 e svolgerà un ruolo chiave per consigliare i governi con analisi delle politiche e con raccomandazioni.

6. Le economie dell'OCSE si stanno adeguando a tutta una serie di cambiamenti che hanno profonde ripercussioni sul lavoro e sulla vita sociale. Un miglioramento della coesione sociale, favorita dalla piena occupazione, faciliterà tale aggiustamento. Misure tese ad arricchire il capitale umano e sociale sono necessarie per rafforzare la capacità delle economie e degli individui di adeguarsi a questi mutamenti e affinché tutti i gruppi della società, in particolare, i gruppi meno favoriti possano beneficiarne. I lavori dell'OCSE, nei seguenti settori, aiuteranno i Governi a promuovere l'inclusione sociale: ­

Occupazione: Gli andamenti osservati di recente in vari Paesi mostrano che la piena occupazione è realizzabile, se gli ostacoli al lavoro sono soppressi e se le possibilità di occupazione sono allargate da misure micro e macroeconomiche che si rafforzano a vicenda. Un'attuazione completa, adeguata ai vari Paesi, delle raccomandazioni formulate nello studio OECD Jobs Strategy rimane essenziale.

­

Educazione e formazione: Le nuove tecnologie, in particolare le tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni, che occupano un posto crescente nell'ambiente professionale, richiedono un continuo aggiornamento delle competenze. Strategie d'investimenti nell'educazione ed effettive possibilità di rinnovo delle conoscenze e delle competenze lungo tutto l'arco della vita sono necessarie allo sviluppo individuale e al successo economico. I Ministri dell'educazione dei Paesi dell'OCSE formuleranno raccomandazioni su questi punti nella loro riunione dell'aprile prossimo.

­

Inclusione sociale: Il mantenimento della coesione sociale con politiche che favoriscano un livello elevato di inclusione è un elemento essenziale in una società basata sulle conoscenze. Strategie adeguate di assistenza alle famiglie e alle collettività possono contribuire a rafforzare ancora la coesione sociale; esse possono essere anche fonte di vantaggi a lungo termine per l'economia e il mercato del lavoro.

­

Invecchiamento: I Ministri hanno accolto favorevolmente i seguiti dati al rapporto dell'OCSE Maintaining Prosperity in an Ageing Society. Essi hanno rinnovato il loro impegno a creare un ambiente nel quale le persone anziane possono svolgere un ruolo attivo nella società e disporre di margini più ampi nelle loro decisioni di cessazione della loro attività. Le riforme dovrebbero progressivamente puntare a rimuovere gli incentivi alle pensioni anticipate.

806

­

Sanità: Tutti dovrebbero avere la possibilità di accedere a cure sanitarie che comportino costi contenuti. Tutti i Paesi devono migliorare le prestazioni dei loro sistemi sanitari per raggiungere gli obiettivi di equità e di efficienza. Il costo e l'impatto dell'invecchiamento e del finanziamento della sanità esigono una maggiore attenzione in tutti i Paesi dell'OCSE. I Ministri approvano l'importanza strategica crescente che l'OCSE attribuisce alle questioni sanitarie e attendono con interesse i risultati dei suoi lavori.

­

Le migrazioni internazionali assumono una crescente importanza: sono necessarie misure per facilitare una migliore integrazione dei migranti nei Paesi di accoglienza. Le migrazioni possono anche contribuire a rispondere a nuove esigenze del mercato del lavoro.

Prospettive economiche 7. L'economia mondiale si sta sviluppando in modo più favorevole rispetto ai precedenti periodi. Quasi tutti i Paesi dell'OCSE registrano più elevati tassi di crescita ­ globalmente i più rapidi dal 1988 ­ con un debole tasso d'inflazione e una diminuzione della disoccupazione. All'esterno dell'area dell'OCSE, molte economie di mercato emergenti e economie in transizione registrano una vigorosa ripresa dopo le crisi del 1997-98 e la loro crescita dovrebbe rimanere sostenuta; i fattori chiave sono stati le riforme macro e microeconomiche, realizzate in questi Paesi, una vigorosa crescita registrata dai loro partner commerciali, in particolare negli Stati Uniti, e il mantenimento dell'apertura dei mercati mondiali. Ciò nonostante, permangono numerose incertezze circa le prospettive dei mercati dei prodotti di base e dei capitali e circa le loro implicazioni per l'economia mondiale; in alcuni Paesi la sostenibilità della crescita è ancora incerta. Un certo numero di Paesi meno avanzati non beneficia ancora della globalizzazione.

8. Gli Stati Uniti registrano il più lungo periodo di espansione della loro storia. La crescita della produttività si è accelerata, la disoccupazione è fortemente calata e si è verificata una progressione generale dei redditi reali. Le nuove tecnologie e i cambiamenti strutturali hanno migliorato il potenziale di crescita non inflazionistica dell'economia. Tuttavia, sebbene ci siano alcuni recenti segni di rallentamento, la domanda potrebbe forse continuare a crescere più rapidamente dell'offerta, con il rischio di una maggiore inflazione. Il disavanzo della bilancia corrente si è fortemente accentuato, essendo soprattutto riconducibile al particolare vigore dell'economia statunitense. Per le autorità monetarie, la sfida è di mantenere un ritmo sostenibile della crescita della domanda compatibile con una debole inflazione. La politica di bilancio non dovrebbe essere allentata e il risparmio nazionale dovrebbe essere accresciuto.

9. Nell'area Euro e in altri Paesi dell'Europa, le prospettive a breve termine per la crescita e per l'occupazione sono migliori di quanto non lo siano mai state dalla fine degli anni Ottanta. Nell'insieme dell'area, la disoccupazione è diminuita con regolarità senza creare inflazione. Tuttavia, sebbene la recente evoluzione
dell'offerta sui mercati del lavoro, dei prodotti e dei capitali sia positiva, esiste un rischio limitato che emergano tensioni inflazionistiche. La politica monetaria dovrebbe continuare a puntare sulla stabilità dei prezzi al fine di contribuire a mantenere condizioni propizie a una lunga e non inflazionistica espansione economica. Considerate le prospettive attuali, è opportuno evitare ogni allentamento della politica di bilancio nei Paesi dell'area Euro e le eccedenze impreviste delle entrate dovrebbero essere utilizzate per ridurre il debito pubblico. Nei Paesi che applicano una pesante fiscalità, gli 807

sgravi fiscali dovrebbero mirare a rafforzare la capacità di offerta ed essere accompagnati da una riduzione delle spese, prevenendo in questo modo deterioramenti delle soggiacenti situazioni di bilancio. Oggi, l'obiettivo è di trasformare l'attuale espansione in una più duratura. Il proseguimento delle riforme strutturali aiuterebbe le economie europee a incamminarsi verso una crescita più sostenuta, accrescendo la produttività e l'occupazione e traendo maggiori vantaggi dalle innovazioni e dalle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie.

10. In Giappone, l'economia mostra segni positivi di ripresa ma la sua sostenibilità è incerta. Le autorità dovrebbero mirare a sostenere la ripresa a breve termine senza compromettere la salute dell'economia a lungo termine. Sarebbe opportuno mantenere condizioni monetarie accomodanti. Il consolidamento delle finanze pubbliche non è consigliabile a breve, ma occorre elaborare e applicare una strategia credibile a medio termine per rispondere agli elevati livelli del debito pubblico lordo in rapida crescita quando l'economia sarà avviata sui binari di un effettivo recupero condotto dalla domanda del settore privato. Per contribuire al dinamismo dell'economia, occorre attuare rapidamente ampie riforme strutturali, in particolare la riforma in corso del settore bancario e la ristrutturazione delle imprese. La riforma della regolamentazione continua ad essere importante per l'economia.

La «nuova economia» e le fonti della crescita 11. L'OCSE ha intrapreso un importante studio sulle fonti della crescita che dovrebbe essere completato nel 2001, in particolare per identificare se una «nuova economia» sta prendendo forma e quali adeguamenti delle politiche saranno necessari. Nel corso degli ultimi anni si sono osservate grandi disparità nei risultati di crescita dei Paesi Membri. Il miglioramento delle performance è stato particolarmente evidente negli Stati Uniti dove la crescita del PIL per abitante supera la media dell'OCSE. Altre economie dell'OCSE, (in particolare Australia, Danimarca, Irlanda, Norvegia e Paesi Bassi) sono citate nel Primo Rapporto sul progetto dell'OCSE dedicato alla crescita per aver registrato un'accelerazione della crescita tendenziale del loro PIL per abitante nel corso degli anni Novanta rispetto agli anni Ottanta. Tali Paesi sono riusciti
a mobilitare con un relativo successo le potenziali risorse di manodopera negli anni Novanta. Alcuni membri recenti dell'OCSE, inclusa la Polonia, hanno ugualmente registrato una vigorosa crescita economica nello stesso periodo. I recenti risultati ottenuti da alcune altre economie dell'OCSE sono stati anch'essi ottimi. Il miglioramento dei loro risultati ha varie cause, ma una delle loro comuni caratteristiche è di avere conseguito buoni risultati in materia di riforme economiche.

12. Emerge sempre più chiaramente il ruolo dell'innovazione, delle conoscenze e delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) quali motori della produttività e della crescita. La «nuova economia» si manifesta più chiaramente negli Stati Uniti, con una forte crescita non inflazionistica, legata alla crescente incidenza delle TIC e a una forte crescita della produttività del lavoro alla fine degli anni Novanta. I segni degli effetti positivi dell'espansione degli investimenti nei TIC sono sempre più visibili nel corso degli anni Novanta in molti altri Paesi dell'OCSE.

13. I lavori dell'OCSE aiuteranno i Paesi Membri ad approfondire la loro comprensione delle forti performance economiche di questi Paesi, il ruolo emergente delle TIC e il potenziale per una «nuova economia» e quindi a definire meglio le loro politiche. I Ministri hanno sottolineato che politiche macroeconomiche sane, volte alla crescita e alla stabilità, mercati nazionali e internazionali aperti e flessibili e assetti 808

regolamentari e amministrativi che incoraggino l'imprenditorialità sono essenziali per ottenere buoni risultati economici. Tutti i Paesi Membri e non membri hanno il potenziale, nei loro propri contesti sociali, di partecipare alle opportunità offerte dalla dinamica della «nuova economia». Il rischio di una «frattura digitale», sia su scala nazionale sia su scala internazionale, in particolare relativamente all'accesso dei Paesi in sviluppo alle tecnologie, deve essere seriamente preso in considerazione.

14. Il commercio elettronico accresce rapidamente il suo impatto sulla produttività e la crescita. Una cooperazione internazionale è indispensabile per formulare approcci coerenti rispetto a questo fenomeno mondiale. La fiducia dei consumatori nel commercio elettronico è fondamentale per realizzare il potenziale da esso offerto. Le Linee Guida dell'OCSE sulla tutela dei consumatori, adottate nel dicembre del 1999, offrono un significativo contributo a questo processo; un monitoraggio della loro attuazione è quindi necessario. L'OCSE co-patrocinerà nel dicembre del 2000 una conferenza sulle modalità alternative di risoluzione delle controversie applicabili in materia di commercio in linea. Occorre anche instaurare una maggiore fiducia in materia di autenticazione e di tutela della privacy. L'OCSE proseguirà i suoi lavori in questi settori e collaborerà con il settore privato e con gli altri attori per mettere a punto efficaci misure volte a rispondere ad altre questioni urgenti di sicurezza di Internet, quali la pirateria e i virus. Nel gennaio 2001, l'OCSE organizzerà una conferenza sui temi chiave delle politiche concernenti il commercio elettronico, compresi i rischi di una «frattura digitale», che accoglierà una larga partecipazione di economie non membri nonché rappresentanti delle imprese, dei lavoratori e della società civile.

15. Le piccole e medie imprese sono fondamentali per la vitalità delle nostre economie. I Ministri hanno accolto favorevolmente la Carta di Bologna adottata alla loro Conferenza del 14-15 giugno 2000 che pone in risalto la necessità di un assetto di politiche che consentirà alle PMI di svilupparsi e di contribuire quindi all'occupazione, alla coesione sociale e allo sviluppo locale. L'OCSE dovrà approfondire la comprensione dei Paesi membri circa le questioni trattate
nella Carta e le loro implicazioni di politica e dovrà condividere i risultati di questi lavori con i Paesi che non appartengono all'Organizzazione.

Mantenere l'impulso positivo della liberalizzazione degli scambi 16. Il sistema commerciale multilaterale basato su delle regole offre il quadro migliore per assicurare la crescita e la prosperità mondiale. L'intensificazione della liberalizzazione multilaterale sostenuta da regole multilaterali rafforzate e associata a istituzioni e politiche nazionali congegnate in modo adeguato, aiuterà a realizzare le promesse della «nuova economia» e favorirà la riduzione della povertà e lo sviluppo sostenibile. I Ministri sono decisi a intervenire per avviare presso l'OMC, non appena possibile, un ambizioso ed equilibrato ciclo di negoziati commerciali multilaterali di larga portata che rifletta le esigenze e le attese di tutti i Membri dell'OMC.

Le lezioni della riunione ministeriale di Seattle sono chiare. I Ministri sono stati concordi nel riconoscere che una decisa volontà politica e una maggiore flessibilità sono necessarie da parte di tutti per raggiungere un consenso a favore di un nuovo ciclo dei negoziati; azioni più numerose sono necessarie per rispondere alle peculiari e varie preoccupazioni dei Paesi in sviluppo e occorre un impegno più ampio con le nostre società per instaurare un dialogo costruttivo sui vantaggi e le sfide della libe-

809

ralizzazione degli scambi. In tale contesto, i Ministri hanno ribadito la necessità di accelerare il processo in corso all'OMC per migliorare il suo funzionamento.

17. I Ministri hanno riaffermato il loro impegno a svolgere costruttivi negoziati nel quadro dell'ordine del giorno incorporato e lavoreranno congiuntamente per assicurare il progresso dei negoziati. Al di là di tale programma incorporato sull'agricoltura e i servizi il nuovo round negoziale deve anche mirare a rafforzare ulteriormente il sistema dell'OMC e a meglio prendere in conto gli interessi di tutti i Membri dell'OMC per rispondere alle sfide del XXI secolo. I Ministri hanno confermato la loro volontà di continuare i loro lavori preparatori in tale ottica.

18. Gli interessi e le preoccupazioni dei Paesi in sviluppo saranno particolarmente prioritari nella predisposizione e nello svolgimento del nuovo ciclo di negoziati.

Devono essere attuate senza indugio le misure a breve termine recentemente decise per instaurare un clima di fiducia nella prospettiva dell'applicazione degli impegni dell'Uruguay Round, l'accresciuto accesso ai mercati per i Paesi meno avanzati e l'assistenza tecnica alla creazione di capacità. I Ministri riconoscono la necessità di continuare a progredire in questo settore. Essi hanno accolto favorevolmente i lavori realizzati dall'OCSE sulle questioni concernenti gli scambi e lo sviluppo.

19. I Ministri hanno accolto favorevolmente l'espansione delle adesioni all'OMC e i progressi delle accessioni, inclusa quella della Cina, e pertanto, della più completa integrazione di nuovi membri nel sistema commerciale multilaterale.

20. L'interesse del pubblico per la globalizzazione si è focalizzato sul sistema multilaterale. Per dimostrare i vantaggi che derivano dai mercati aperti, è dunque cruciale accrescere l'apertura e la trasparenza di tale sistema. La comprensione dell'opinione pubblica sui nessi e sulle complementarità tra la liberalizzazione degli scambi e l'insieme delle questioni che emergono in altri settori d'intervento dei poteri pubblici deve essere approfondita affinché il sistema multilaterale si rafforzi e ottenga un più ampio sostegno del pubblico. Una cooperazione rafforzata tra le organizzazioni internazionali competenti ­ OMC, FMI, Banca mondiale, UNCTAD, OIL, OMS, UNEP e OCSE ­ è essenziale. I
lavori analitici dell'OCSE a sostegno del sistema multilaterale degli scambi, inclusi i suoi lavori sugli investimenti, il commercio e l'ambiente, il commercio e gli standard fondamentali del lavoro, nonché il commercio e la concorrenza, assieme ai suoi contributi per l'analisi internazionale delle questioni di governanza rimangono rilevanti.

21. I Ministri deplorano vivamente che i Partecipanti all'Accordo relativo ai crediti all'esportazione non siano riusciti a concludere un accordo che disciplini l'agricoltura secondo i termini delle decisioni prese nell'Uruguay Round. Essi hanno chiesto che i negoziati siano ripresi e portati a termine entro la fine di luglio, qualora fosse possibile, e al più tardi entro la fine del 2000. I lavori sugli aspetti finanziari dell'Accordo relativo ai crediti all'esportazione dovrebbero esaminare le sue regole riferite alle pratiche commerciali e alle loro fattive attuazioni tenendo conto, in particolare, dei recenti sviluppi nell'OMC. Sostanziali progressi sono stati compiuti nell'ambito del Gruppo dell'OCSE sui crediti all'esportazione verso un rafforzamento degli approcci comuni relativi ai crediti all'esportazione e all'ambiente. I Ministri hanno chiesto con insistenza il completamento del Piano di lavoro entro la fine del 2001, e hanno richiesto un rapporto sui progressi compiuti per la prossima riunione. Il Gruppo sui crediti all'esportazione dovrebbe anche rafforzare le misure volte a evitare che l'aiuto fornito ai Paesi poveri fortemente indebitati (HIPC) non sia utilizzato a fini non produttivi.

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22. I Ministri hanno notato con preoccupazione che l'Accordo sulla costruzione navale non è ancora entrato in vigore e che questo settore continua ad affrontare serie difficoltà in alcune regioni. L'OCSE proseguirà i suoi lavori sulla costruzione navale, anche per migliorare la trasparenza, considerando in particolare la necessità di instaurare normali condizioni di concorrenza in questo settore. L'OCSE svilupperà i suoi contatti con i Paesi non membri che hanno importanti attività di costruzione navale.

23. Il sostegno agli agricoltori nell'insieme dell'area dell'OCSE, misurato secondo la stima del sostegno ai produttori (Producer Support Estimate), è ritornato agli elevati livelli di un decennio fa. Il debole livello dei prezzi mondiali dei prodotti di base e le conseguenti tensioni sui redditi agricoli hanno indotto numerosi Paesi a varare nuove misure o a fornire aiuti supplementari agli agricoltori. In molti casi, tali misure sono state applicate secondo modalità incompatibili con i principi della riforma delle politiche agricole mentre in taluni altri casi i Paesi hanno introdotto misure di assistenza scorporate in linea con tali principi. I Ministri hanno riaffermato, conformemente all'articolo 20 dell'Uruguay Round sull'agricoltura, l'importanza che annettono all'obiettivo di lungo termine volto a una sostanziale e progressiva riduzione del sostegno e della protezione, che implica una fondamentale riforma. I Ministri hanno concordato di proseguire i loro sforzi per attuare una larga gamma di obiettivi condivisi e di principi per la riforma della politica agricola, e hanno riconosciuto le caratteristiche multifunzionali dell'agricoltura e la necessità di assicurare che le politiche siano mirate, trasparenti e redditizie, e di massimizzare i vantaggi e evitare distorsioni nella produzione e negli scambi. L'innocuità degli alimenti, la sicurezza alimentare, la sostenibilità delle aree rurali e la protezione dell'ambiente, nonché l'efficienza economica del settore agroalimentare, sono delle preoccupazioni condivise. Le politiche volte ad affrontare tali preoccupazioni richiedono l'osservanza dei principi e dei criteri, sopra ricordati, e concordati nell'ambito dell'OCSE.

I lavori dell'OCSE presentano un grande interesse, sia per la riforma delle politiche agricole sia per i negoziati commerciali
in corso presso l'OMC.

24. Una gestione efficace e sostenibile delle risorse ittiche e le interazioni fra la gestione delle risorse e degli scambi sono importanti settori dell'azione internazionale.

Le scorte di pesce eccessivamente sfruttate devono essere ricostituite a livelli sostenibili. Le misure prese a tale scopo dovrebbero lottare contro le cause dell'eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche tenendo conto dei costi sociali ed economici di aggiustamento a breve senza distorcere gli scambi o compromettere l'obiettivo di utilizzazione sostenibile delle risorse su scala globale. Lo studio recente dell'OCSE sulla Transition to Responsible Fisheries e i suoi nuovi lavori sulla liberalizzazione del mercato della pesca, i costi di gestione dell'industria della pesca e gli indicatori di sostenibilità della pesca, incluse le questioni connesse ai costi di gestione dei trasferimenti finanziari, forniranno un prezioso contributo allo sviluppo delle politiche.

Le questioni concernenti l'acquacoltura dovrebbero essere parte integrante di questo lavoro.

Governanza 25. Esiste un crescente numero di impegni comuni concernenti la governanza fra i Paesi dell'OCSE e i Paesi non membri. Gli approcci della governanza devono essere adeguati per realizzare e condividere pienamente i benefici della globalizzazione, e tenere conto delle circostanze dei singoli Paesi. I Ministri chiedono all'OCSE che l'Organizzazione continui a fornire il suo essenziale contributo all'elaborazione e

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all'attuazione di politiche in materia di governanza, grazie al dialogo avviato con le economie non membri nel quadro dell'Iniziativa sulla governanza che sta mettendo a punto, con la cooperazione di altre organizzazioni internazionali e regionali e tramite ampie e aperte consultazioni con la società civile. L'OCSE renderà conto dell'avanzamento della sua iniziativa sulla governanza nel 2001.

26. I Ministri hanno accolto favorevolmente l'adozione della versione rivista delle Linee guida destinate alle imprese multinazionali dai governi dei Paesi Membri dell'OCSE nonché dell'Argentina, del Brasile e del Cile e della Repubblica slovacca. Le Linee guida forniscono un solido insieme di raccomandazioni in vista di un comportamento responsabile delle imprese nel mondo intero, in conformità con le normative vigenti. Esse fanno parte integrante della Dichiarazione dell'OCSE sugli investimenti internazionali e le imprese multinazionali, che offre un quadro equilibrato per migliorare il clima degli investimenti internazionali e incoraggiare il positivo contributo che le imprese multinazionali possono dare agli obiettivi economici, sociali e ambientali. Le Linee guida, elaborate attraverso un costruttivo dialogo con gli ambienti economici, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali e altri organismi non governativi, rappresentano una tappa importante per rispondere alle preoccupazioni del pubblico circa la globalizzazione. Per un'attuazione efficace, tutte le parti interessate dovranno agire in modo responsabile e in buona fede; i governi, le organizzazioni dei datori di lavoro e sindacali e gli altri attori hanno tutti un ruolo da svolgere.

27. L'OCSE dovrà proseguire i suoi lavori analitici nel settore delle politiche degli investimenti, inclusi i lavori volti a ottimizzare i vantaggi della liberalizzazione degli investimenti, le sue dimensioni sociali e ambientali e sulle forme dannose di concorrenza a livello delle misure destinate ad attirare gli investimenti. Essa incoraggerà i Paesi non membri ad aderire alla dichiarazione sugli investimenti internazionali e le imprese multinazionali.

28. L'OCSE ha compiuto grandi progressi verso la rimozione delle pratiche fiscali dannose. Nei seguiti dati alla raccomandazione del Consiglio del 1998 sulla Concorrenza fiscale dannosa, 47 regimi fiscali
preferenziali potenzialmente dannosi sono stati individuati nei Paesi Membri dell'OCSE. I Ministri avendo approvato il rapporto del 1998, hanno riconfermato gli impegni dei loro Paesi Membri di rimuovere entro il mese di aprile 2003 dai loro regimi fiscali preferenziali tutti gli elementi considerati effettivamente dannosi, quando saranno stati messi a punto nuovi orientamenti per l'attuazione dei criteri del 1998. Relativamente ai paradisi fiscali, l'OCSE ha intrapreso l'esame di un certo numero di giurisdizioni. I Ministri hanno notato con soddisfazione l'impegno di 6 giurisdizioni11 di eliminare le pratiche fiscali dannose e non sono quindi riportate nel Rapporto12 pubblicato oggi anche se esse corrispondono attualmente ai criteri che caratterizzano i paradisi fiscali. Sulle rimanenti giurisdizioni, 35 sono state individuate come rispondenti ai criteri tecnici che caratterizzano i paradisi fiscali. L'OCSE, dovrà predisporre entro il 31 luglio 2001 una lista dei paradisi fiscali non cooperativi. Questa lista dovrebbe essere utilizzata come base per lo sviluppo di misure difensive coordinate, come già previsto nel rapporto del 1998. L'OCSE aiuterà le giurisdizioni cooperative a conformarsi alle norme internazionali mano a mano che rinunceranno a ricorrere a pratiche fi-

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Isole Bermuda, le Isole Cayman, Cipro, Malta, Maurizio e San Marino.

Stato di avanzamento dei lavori vertenti sull'identificazione e la rimozione delle pratiche fiscali dannose.

scali dannose, e dovrà avviare un dialogo con i Paesi non membri per rimuovere tali pratiche.

29. Il commercio elettronico desta nuovi problemi per la politica fiscale e la gestione delle imposte. Lo sfruttamento effettivo di tutti i vantaggi del commercio elettronico richiede un ambiente prevedibile per le imprese, i consumatori e i poteri pubblici. I Ministri hanno confermato che l'OCSE ha un ruolo essenziale da svolgere per risolvere in modo soddisfacente tali problemi: progressi sono stati compiuti nella definizione delle Condizioni quadro per la tassazione del commercio elettronico definite a Ottawa. I Ministri si sono rallegrati del contributo costruttivo dato a questi lavori dagli ambienti economici e da vari Paesi non membri dell'OCSE e aspettano per la prossima riunione un rapporto interinale sui problemi di fiscalità diretta e indiretta sollevati dal commercio elettronico. L'OCSE dovrebbe co-patrocinare nel 2001 una Conferenza mondiale sulle «Amministrazioni fiscali nell'era elettronica».

30. La lotta alla corruzione riveste un'elevata priorità. Notevoli progressi sono stati compiuti nella ratificazione, l'attuazione e il monitoraggio della Convenzione sulla corruzione, entrata in vigore nel febbraio 1999. Ventitré Paesi hanno completato le procedure interne e i testi di attuazione di ventuno di essi sono stati esaminati dal Gruppo di lavoro sulla corruzione. I Ministri hanno congratulato tali Paesi invitandoli a rimediare senza indugi alle carenze rilevate negli attuali testi di attuazione. I Ministri hanno notato con soddisfazione che un certo numero di Paesi stanno per completare le loro procedure interne; è urgente che tutti i firmatari ratifichino e attuino la Convenzione. I Ministri hanno chiesto al Gruppo di lavoro di avviare non appena possibile il monitoraggio dell'entrata in vigore delle normative di applicazione. Occorre che la legislazione contro la corruzione sia efficacemente applicata nella pratica e che progressi siano compiuti nell'esame delle altre questioni legate alla corruzione13. Per rafforzare tale azione, occorre che la corruzione diventi un reato grave che faccia scattare l'applicazione della normativa antiriciclaggio.

L'OCSE continuerà a ricercare la partecipazione di Paesi non membri ai suoi lavori.

Occorre intraprendere nuovi lavori sui potenziali effetti
anticorruttivi delle norme del commercio internazionale conformemente al mandato ministeriale del 1999.

31. Anche il Gruppo di azione finanziaria ha notevolmente progredito nel diffondere il messaggio antiriciclaggio nel mondo, in particolare con il suo Rapporto sul miglioramento delle politiche dei Paesi e territori non cooperativi.

32. Le intese abusive distolgono miliardi di dollari all'economia mondiale. È necessario che i governi dimostrino ai consumatori in tutto il mondo che essi saranno efficacemente protetti da tali abusi. La Raccomandazione dell'OCSE del 1998 ha svolto un ruolo di catalizzatore nell'irrigidimento delle leggi contro le intese e l'elaborazione di nuovi programmi attuativi; è ora necessario che un maggior numero di Paesi sia associato a tale sforzo. Occorre migliorare la cooperazione, bilaterale e multilaterale, per l'attuazione delle leggi e porre un termine agli ostacoli non giustificati in materia di scambio di informazioni adeguatamente protetto.

33. Ulteriori progressi nella riforma della regolamentazione sono necessari nei Paesi Membri. Una regolamentazione di qualità su mercati aperti e concorrenziali soppri13

Gli atti di corruzione in collegamento con partiti politici stranieri, vantaggi promessi o concessi a un soggetto anticipatamente alla sua nomina come pubblico ufficiale straniero; la corruzione di pubblici ufficiali stranieri come infrazione principale per la normativa relativa al riciclaggio dei capitali; e il ruolo delle consociate straniere e gli insediamenti offshore nei meccanismi di corruzione.

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merà le inefficienze senza incidere in modo negativo su elevati standard in settori quali la sanità, la sicurezza e l'ambiente. I lavori multidisciplinari dell'OCSE sulla riforma della regolamentazione e gli esami in corso sui progressi compiuti nei Paesi Membri forniscono un utile contributo alla promozione di buone pratiche regolamentari e dovrebbero essere proseguiti con altri Paesi Membri.

34. L'OCSE e la Banca mondiale hanno congiuntamente avviato fruttuose attività per promuovere nel mondo la riforma nel settore del governo societario, usando come quadro di riferimento per il dialogo i Principi di governo societario dell'OCSE.

Nel corso dei prossimi anni, le due istituzioni proseguiranno i loro sforzi con una serie di Libri bianchi dedicati ad argomenti specifici quali il governo societario in Russia, in America latina e in Asia. Per promuovere ulteriormente la stabilità e la trasparenza delle imprese, l'OCSE compirà studi analitici sull'uso abusivo di alcune forme societarie.

35. Le imprese rispondono alle preoccupazioni del pubblico con l'adozione di codici di comportamento. Altri studi analitici sono necessari per comprendere le implicazioni di tale evoluzione.

36. Le biotecnologie rivestono una crescente importanza nelle nostre società a causa delle loro profonde conseguenze, in particolare per la salute umana e le cure sanitarie, la produzione agroalimentare e lo sviluppo sostenibile. Sono necessari a livello internazionale un approfondimento delle conoscenze e un'intensificazione della cooperazione per la gestione dei vantaggi e dei rischi che ne derivano a livello internazionale per realizzare tutti i benefici economici, ambientali e sociali e per risolvere i nuovi problemi regolamentari. In particolare, occorre mantenere e rafforzare la fiducia del pubblico grazie a politiche trasparenti. L'OCSE contribuirà ulteriormente a tale processo di comprensione di una vasta gamma di tematiche legate alle biotecnologie e si adopererà ad associare i Paesi non membri ai lavori. I Ministri hanno invitato l'OCSE a considerare la possibilità di organizzare, nel 2001, una conferenza sugli effetti ambientali degli alimenti geneticamente modificati.

37. La sicurezza degli alimenti è un obiettivo fondamentale per tutti i governi. I Ministri hanno ribadito il loro impegno nei confronti di un approccio
scientifico e basato su regole. Discussioni sono in corso circa il modo di applicare considerazioni di precauzione in circostanze di incertezza scientifica per promuovere una comprensione dei vari punti di vista sull'argomento e per raggiungere un più largo accordo globale su questo tema, in particolare nel Codex Alimentarius della Commissione.

L'OCSE ha avviato sostanziali lavori sulla sicurezza degli alimenti, in particolare su richiesta del G-8, contribuendo così a una conoscenza internazionale dei vari approcci. Le consultazioni con le parti interessate, in particolare con le ONG, e la Conferenza d'Edimburgo sulla sicurezza degli alimenti geneticamente modificati, nel febbraio del 2000, sono state molto fruttuose. L'OCSE continuerà a compiere le sue analisi economiche e a svolgere un ruolo sostanziale nel dialogo a livello mondiale sulla sicurezza degli alimenti, proseguendo la sua azione nei confronti della società civile e impegnandosi a condividere i risultati dei propri lavori in questo settore con i Paesi non membri. Sulla base dei suoi vantaggi comparativi, il lavoro dell'OCSE potrà effettivamente integrare, senza duplicazioni, le attività di altre Organizzazioni internazionali, in particolare FAO e OMS.

Cooperazione allo sviluppo 38. La cooperazione allo sviluppo ha un ruolo cruciale da svolgere per promuovere l'integrazione dei Paesi in sviluppo nel processo di globalizzazione, per sostenere la 814

crescita e ridurre la povertà. La dichiarazione del Comitato di assistenza allo sviluppo relativa ai Partnership for Poverty Reduction sottolinea la fondamentale importanza di quadri di sviluppo integrato di statura nazionale che incorporino strategie di lotta alla povertà. Gli obiettivi internazionali di sviluppo fissati per il 2015 in materia di lotta alla povertà, di progresso sociale e di protezione ambientale forniscono un punto di riferimento e uno strumento di monitoraggio sia per l'azione svolta a livello nazionale sia per le strategie nazionali di sviluppo. Nel corso degli anni Novanta, sono stati conseguiti reali progressi nella maggior parte delle regioni ma in numerosi Paesi, in particolare nei più poveri, gli obiettivi non potranno essere realizzati senza un ampio sforzo nazionale e senza il sostegno della comunità internazionale. L'impegno nei confronti dei diritti umani, delle pari opportunità tra uomo e donna e dell'accesso delle donne alle responsabilità, fa parte integrante della cooperazione allo sviluppo, ed è vitale ai fini di una riduzione sostenibile della povertà.

39. Le strategie di lotta alla povertà e i partenariati svolgono un ruolo essenziale nel significativo rafforzamento degli sforzi di riduzione del debito dei Paesi più poveri fortemente indebitati (HIPC) deciso lo scorso anno. I contributi dei Paesi membri per finanziare una riduzione del debito multilaterale basati sul principio di un'equa ripartizione del peso dovrebbero essere versati il più rapidamente possibile per evitare di ritardare l'attuazione delle strategie. Le risorse liberate dalla riduzione del debito e dall'assistenza estera devono essere utilizzate efficacemente al servizio dello sviluppo e della lotta alla povertà e occorre evitare le spese non produttive.

L'OCSE formulerà delle linee direttrici per la lotta contro la povertà nonché un'ulteriore assistenza per l'applicazione dei principi di partenariati con strumenti che migliorino la gestione pubblica nei Paesi partner. È inoltre necessaria una maggiore coerenza delle politiche nei Paesi dell'OCSE per consentire ai Paesi in sviluppo di usufruire pienamente delle opportunità della globalizzazione: l'OCSE elaborerà una lista dei requisiti essenziali alla coerenza delle politiche per aiutare i Paesi membri in questo settore. Essa approfondirà i
lavori analitici sui legami tra liberalizzazione degli scambi, crescita economica e lotta alla povertà.

40. I flussi di aiuto ai Paesi in sviluppo sono significativamente aumentati per il secondo anno consecutivo. I Governi dei Paesi dell'OCSE si sono rallegrati di tale andamento. Essi si impegneranno ad assicurare che la ripresa possa continuare e aumenteranno i loro sforzi per fornire fondi supplementari. A tale riguardo, la maggior parte dei Membri si ispirano all'obiettivo di una quota APS/PIL dello 0,7 per cento. I Governi dei Paesi dell'OCSE si adopereranno a mobilitare risorse private interne ed esterne come già raccomandato dal nuovo Programma di azione in materia di finanziamento dello sviluppo. I Ministri hanno deplorato che i Membri del DAC non siano ancora stati in grado di raggiungere un accordo su una raccomandazione per lo svincolo degli aiuti ai Paesi meno sviluppati, secondo il mandato ricevuto dalla riunione ad alto livello del DAC nel 1998. I Ministri per accrescere l'efficacia dell'aiuto hanno chiesto con insistenza che siano proseguite le discussioni al fine di raggiungere un accordo non appena possibile.

Cooperazione con i non membri 41. I Ministri hanno approvato il Programma permanente di cooperazione dell'OCSE con le economie non membri. Essi si sono rallegrati del dialogo speciale condotto ad alto livello e hanno riconosciuto l'importanza del contributo che tali riunioni forniscono all'arricchimento del dialogo sulle politiche da seguire, e alla mutua comprensione delle questioni di interesse mondiale, tra i Paesi dell'OCSE e i

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non membri. La portata globale del programma di cooperazione dell'OCSE con i non membri riflette la crescente interdipendenza nell'ambito dell'economia globale.

L'Organizzazione deve approfondire e ampliare i suoi rapporti con le economie non membri, nei settori dove si avvale di un vantaggio comparativo, per promuovere lo sviluppo dell'economia mondiale basata su un insieme di regole e di valori. I Ministri hanno inoltre ricordato che l'OCSE deve restare aperta, sulla base del mutuo interesse, all'adesione di Paesi che condividono gli stessi valori rimanendo nel contempo selettiva e mantenendo la sua tradizione di rigorosi criteri di adesione nonché di efficienza e di pertinenza per i suoi Membri.

42. La costruzione della democrazia, della pace e della prosperità nell'Europa sudorientale richiede, da parte dei Paesi di quell'area, una salda determinazione a riformare la loro economia e la loro società e, da parte dei Paesi dell'OCSE, un impegno sostenuto a cooperare con loro. I Ministri si impegnano affinché i loro Governi continuino a dare il sostegno attivo dei loro Paesi ai lavori efficaci dell'OCSE concernenti l'Europa sudorientale, in particolare al suo contributo all'elaborazione e all'attuazione, nell'ambito del Patto di stabilità, della Carta per la riforma, gli investimenti, l'integrità e la crescita e dell'iniziativa di lotta alla corruzione.

43. Progressi sono stati compiuti verso la stabilità finanziaria dell'OCSE, grazie in particolare alla decisione di istituire un fondo di pensione per il suo personale. I Ministri hanno incoraggiato l'Organizzazione a rafforzare gli attuali lavori sulle priorità e sulla riforma finanziaria e gestionale. L'attuazione di una strategia a lungo termine relativa all'ubicazione della sede dell'OCSE è indispensabile per un funzionamento efficace ed efficiente dell'Organizzazione.

44. I Ministri si sono rallegrati del Foro 2000 dell'OCSE, che segna un notevole passo avanti nell'apertura dell'Organizzazione nei confronti delle economie non membri e della società civile. In tale contesto, essi chiedono al Segretario generale di elaborare varie opzioni per rafforzare il processo e la struttura delle sue consultazioni e del suo dialogo con la società civile.

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9.1.3

OCDE: Linee guida rivedute destinate alle imprese multinazionali (Adottate il 27 giugno 2000 dal Consiglio dell'OCDE riunito a livello di ministri)

Introduzione 1. Le Linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali (le Linee guida) sono raccomandazioni indirizzate dai Governi alle imprese multinazionali. Esse enunciano principi e norme volontari per il comportamento responsabile delle imprese nell'adempimento delle leggi applicabili. Le Linee guida mirano ad assicurare che le operazioni di queste imprese siano in armonia con le politiche dei Governi, per rafforzare la fiducia reciproca fra le imprese e le società in cui esercitano le loro attività, per contribuire a migliorare il clima degli investimenti estero e ad aumentare il contributo delle imprese multinazionali allo sviluppo sostenibile. Le Linee guida fanno parte della Dichiarazione dell'OCSE; sugli investimenti internazionali e le imprese multinazionali di cui gli altri elementi si riferiscono al trattamento nazionale, ai requisiti contraddittori imposti alle imprese e agli incentivi e disincentivi internazionali agli investimenti.

2. Le attività internazionali delle imprese hanno subìto profondi cambiamenti strutturali. Le Linee guida si sono evolute per tenere conto di questi cambiamenti. Con l'emergere di attività basate sui servizi e le conoscenze, le imprese di servizi e le imprese tecnologiche sono entrate nel mercato internazionale. Le grandi imprese rappresentano ancora una forte proporzione degli investimenti internazionali e le grandi fusioni internazionali si moltiplicano. Nello stesso tempo, le piccole e medie imprese investono di più all'estero e svolgono ora un ruolo non trascurabile sulla scena internazionale. Le imprese multinazionali, come i loro omologhi nazionali, si sono evolute e utilizzano oggi una più vasta gamma di modalità industriali e commerciali e di forme organizzative. Le alleanze strategiche e i rapporti più stretti con i fornitori e gli appaltatori tendono ad affievolire i confini dell'impresa.

3. La rapida evoluzione nella struttura delle imprese multinazionali si è inoltre riflessa nelle loro attività nel mondo in via di sviluppo, dove gli investimenti diretti esteri crescono rapidamente. Nei Paesi in via di sviluppo, le imprese multinazionali hanno diversificato le loro attività, una volta limitate alla produzione primaria e alle industrie estrattive, e avviano attività di fabbricazione e montaggio, la valorizzazione del mercato interno
e le attività nel settore dei servizi.

4. Mediante gli scambi e gli investimenti internazionali, le attività delle imprese multinazionali hanno rafforzato e sviluppato i legami tra le economie dei Paesi dell'OCSE e tra tali economie e il resto del mondo. Tali attività offrono sostanziali benefici sia ai Paesi d'origine sia ai Paesi di accoglienza. Questi benefici si accrescono quando le imprese multinazionali forniscono i prodotti e i servizi che i consumatori desiderano comprare a prezzi competitivi e quando assicurano una debita redditività ai fornitori di capitali. Le loro attività di investimento e di commercio contribuiscono all'uso efficiente dei capitali, della tecnologia e delle risorse umane e naturali. Esse facilitano il trasferimento di tecnologia fra le regioni, il mondo e lo sviluppo delle tecnologie adeguate alle circostanze locali. Grazie alla formazione istituzionalizzata e alla formazione continua, le imprese contribuiscono inoltre a promuovere lo sviluppo del capitale umano nel Paese ospite.

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5. La natura, l'entità e la rapidità dei cambiamenti economici rappresentano nuove sfide strategiche per le imprese e i loro operatori. Le imprese multinazionali hanno l'occasione di applicare pratiche esemplari nel campo dello sviluppo sostenibile mirate ad assicurare la coerenza fra obiettivi sociali, economici ed ambientali. La capacità delle imprese multinazionali di promuovere lo sviluppo sostenibile è notevolmente aumentata quando il commercio e gli investimenti sono effettuati in mercati aperti, competitivi e adeguatamente regolamentati.

6. Numerose imprese multinazionali hanno dimostrato che il rispetto di elevati standard regolamentari di comportamento può migliorare la crescita. Nel mondo odierno, la concorrenza è intensa e le imprese multinazionali affrontano varie norme legali, sociali e regolamentari. In questo contesto, alcune imprese possono essere tentate di trascurare alcune norme e adeguati principi di comportamento, tentando così di ottenere un eccessivo vantaggio competitivo. Tali pratiche seguite da poche imprese, potrebbero incidere negativamente sulla reputazione di molte e destare preoccupazioni nel pubblico.

7. Molte imprese hanno risposto a tali preoccupazioni del pubblico sviluppando meccanismi e procedure interne di orientamento e di gestione che sostengono i loro impegni civici, di buone pratiche e di buona gestione dell'azienda e dei dipendenti.

Alcune di loro si sono rivolte a servizi di consulenza, di verifica e di certificazione, contribuendo all'accumulazione della perizia in questo settore. Questi sforzi hanno inoltre promosso il dialogo sociale sulle regole di buon comportamento negli affari.

Le Linee guida chiariscono le aspettative comuni dei Governi che le sottoscrivono circa il comportamento delle imprese e forniscono un punto di riferimento per le imprese. Di conseguenza, le Linee guida integrano e rafforzano le iniziative private volte a definire ed attuare regole di comportamento responsabile.

8. I Governi cooperano tra loro e con altri attori per rafforzare la struttura internazionale giuridica e regolamentare nella quale le imprese operano. Il periodo del Dopoguerra ha visto lo sviluppo di questa struttura, cominciando dall'approvazione nel 1948 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Recenti strumenti includono la Dichiarazione dell'OIL,
i Principi e diritti fondamentali al lavoro, la Dichiarazione di Rio sull'ambiente e lo sviluppo e Action 21 e la Dichiarazione di Copenaghen sullo sviluppo sociale.

9. L'OCSE ha inoltre contribuito a tale quadro d'intervento a livello internazionale.

I recenti sviluppi includono: l'approvazione della Convenzione contro la corruzione di funzionari stranieri nelle transazioni commerciali internazionali, i Principi sul governo societario dell'OCSE, le Linee guida dell'OCSE per la tutela dei consumatori nel contesto del commercio elettronico nonché i lavori in corso sui Principi applicabili in materia di prezzi di trasferimento destinati alle imprese multinazionali e alle amministrazioni fiscali.

10. Lo scopo comune dei Governi Firmatari le Linee guida è d'incoraggiare il positivo contributo che le imprese multinazionali possono apportare al progresso economico, ambientale e sociale e di minimizzare le difficoltà che le loro diverse operazioni possono generare. Per raggiungere tale obiettivo, i Governi lavorano in associazione con numerose imprese, sindacati ed altre organizzazioni non governative che operano con i propri mezzi al raggiungimento degli stessi obiettivi. I Governi possono contribuirvi impostando strutture interne efficaci che includano una politica macroeconomica stabile, un trattamento non discriminatorio delle imprese, una regolamentazione adeguata ed un controllo prudenziale mirato, una giustizia e un'ap-

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plicazione delle leggi imparziale nonché un'efficace e integra pubblica amministrazione. I Governi possono anche contribuirvi applicando e promuovendo l'adozione di norme e politiche propizie a uno sviluppo sostenibile ed attuando riforme per assicurare l'efficienza e l'efficacia delle attività del settore pubblico. I Governi che hanno sottoscritto le Linee guida si sono impegnati a un continuo miglioramento delle loro politiche interne e internazionali per accrescere il benessere e il tenore di vita della popolazione.

I. Concetti e principi 1. Le Linee guida sono raccomandazioni che i Governi rivolgono congiuntamente alle imprese multinazionali. Esse enunciano i principi e le norme di buona pratica conformi alle leggi applicabili. Il rispetto delle Linee guida da parte delle imprese è volontario e non obbligatorio.

2. Vista la globalizzazione dell'attività delle imprese multinazionali, la cooperazione internazionale in questo campo dovrebbe estendersi a tutti i Paesi. I Governi che hanno sottoscritto le Linee guida consigliano alle imprese che operano nei loro territori di osservare le Linee guida ovunque esse svolgano le loro attività, tenendo conto delle particolari circostanze di ogni Paese ospite.

3. Una definizione precisa delle imprese multinazionali non è richiesta per gli scopi delle Linee guida. Trattasi solitamente di imprese o altre entità insediate in più Paesi e collegate in modo tale da coordinare il loro funzionamento in vari modi. Mentre una o più di queste entità può essere in grado di esercitare una significativa influenza sulle attività delle altre, il loro grado di autonomia nell'ambito dell'impresa può variare notevolmente da un'impresa multinazionale all'altra. Il loro capitale può essere privato, pubblico o misto. Le Linee guida sono rivolte a tutte le entità che compongono l'impresa multinazionale (società madre e/o entità locali). Secondo la distribuzione reale delle responsabilità fra loro, si presume che le varie entità cooperino e si prestino assistenza per facilitare il rispetto delle Linee guida.

4. Le Linee guida non sono mirate a introdurre differenze di trattamento fra le imprese multinazionali ed interne; esse riflettono le buone pratiche raccomandabili per tutti. Di conseguenza, le imprese multinazionali e nazionali devono avere lo stesso comportamento in
tutti i casi dove le Linee guida siano applicabili ad entrambi.

5. I Governi intendono incoraggiare la più ampia osservanza possibile delle Linee guida. Nel riconoscere che le piccole e medie imprese non possono avere mezzi equiparabili a quelli delle grandi imprese, i Governi che hanno sottoscritto le Linee guida consigliano tuttavia di osservare il più possibile le Linee guida.

6. I Governi che hanno sottoscritto le Linee guida non dovrebbero utilizzarle a scopo protezionistico né in un modo pregiudizievole al vantaggio comparativo di un Paese in cui le imprese multinazionali investono.

7. I Governi hanno il diritto di regolamentare le condizioni di funzionamento delle imprese multinazionali all'interno delle loro giurisdizioni, conformemente al diritto internazionale. Le entità di un'impresa multinazionale insediate in diversi Paesi sono sottoposte alle leggi applicabili in questi Paesi. In caso di obblighi contraddittori imposti da un Paese che ha sottoscritto le Linee guida, i Governi interessati dovranno cooperare in buona fede per risolvere i problemi che ne possono derivare.

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8. I Governi che hanno sottoscritto le Linee guida le hanno stabilite con l'impegno di assumere la loro responsabilità di trattare equamente le imprese e conformemente al diritto internazionale e ai loro obblighi contrattuali.

9. Il ricorso a adeguati meccanismi internazionali di composizione delle vertenze, compreso l'arbitrato, è consigliato per facilitare la risoluzione dei problemi giuridici che possono intervenire fra le imprese e i Governi dei Paesi ospiti.

10. I Governi che hanno sottoscritto le Linee guida, hanno convenuto di promuoverle e di incoraggiarne l'uso. Essi istituiranno Punti di contatto nazionali che avranno il compito di promuovere le Linee guida e di instaurare un foro di discussione su tutti gli argomenti concernenti le Linee guida. Inoltre, essi parteciperanno a adeguate procedure di consultazione e di revisione per trattare le questioni relative all'interpretazione delle Linee guida in un mondo mutevole.

II. Principi generali Le imprese dovrebbero pienamente tenere conto delle politiche vigenti nei Paesi in cui esse esercitano le loro attività e prendere in considerazione i punti di vista di altri attori. A tale riguardo, le imprese dovrebbero: 1. Contribuire al progresso economico, sociale e ambientale per realizzare uno sviluppo sostenibile.

2. Rispettare i diritti dell'uomo delle persone colpite dalle loro attività, conformemente agli obblighi e agli impegni internazionali del Governo del Paese ospite.

3. Incoraggiare l'istituzione di capacità locali tramite una stretta cooperazione con la comunità locale, compresa l'imprenditoria locale, sviluppando nello stesso tempo le attività dell'impresa nei mercati interni e esteri, compatibilmente con l'esigenza di una sana pratica commerciale.

4. Incoraggiare la formazione di capitale umano, in particolare creando opportunità di occupazione e facilitando la formazione dei dipendenti.

5. Astenersi dal ricercare o dall'accettare esenzioni non contemplate nelle norme legali o regolamentari relative all'ambiente, alla salute, alla sicurezza, al lavoro, alla fiscalità, agli incentivi finanziari, o ad altre questioni.

6. Sostenere e fare osservare i principi di buon governo societario e sviluppare ed applicare buone pratiche di controllo societario.

7. Elaborare e applicare pratiche di autodisciplina e sistemi di amministrazione
efficaci che promuovano un rapporto di riservatezza e di fiducia reciproca fra le imprese e le società in cui operano.

8. Fare in modo che i loro dipendenti siano consapevoli delle politiche aziendali e vi si conformino, con una diffusione adeguata che includa programmi di formazione.

9. Rinunciare ad azioni discriminatorie o disciplinari contro dipendenti che avrebbero trasmesso in buona fede rapporti autentici all'amministrazione o, se del caso, a servizi pubblici competenti, su pratiche contrarie alla legge, alle Linee guida o alle politiche dell'impresa.

820

10. Incoraggiare, per quanto possibile, i loro partner commerciali, compresi i loro fornitori e subappaltatori, ad applicare i principi di comportamento societario compatibili con le Linee guida.

11. Rinunciare a qualsiasi indebita ingerenza nelle attività politiche locali.

III. Pubblicazione di informazioni 1. Le imprese dovrebbero accertarsi che informazioni affidabili e pertinenti circa le loro attività, la loro struttura e la loro situazione finanziaria siano regolarmente e debitamente comunicate. Queste informazioni dovrebbero essere fornite per l'impresa nell'insieme e, se del caso, per ogni settore di attività o area geografica. Le politiche di diffusione dell'informazione da parte delle imprese dovrebbero essere adeguate alla natura, all'entità e all'ubicazione dell'impresa, tenendo conto del costo, della riservatezza delle attività e di altre considerazioni legate alla concorrenza.

2. Le imprese dovrebbero applicare elevati standard di qualità per la pubblicazione d'informazioni, per la contabilità e per la verifica contabile. Le imprese sono inoltre invitate ad applicare norme di alta qualità per le informazioni non finanziarie comprese, se del caso, quelle ambientali e sociali. Le norme o le politiche sulle quali sono basate la raccolta e la pubblicazione delle informazioni finanziarie e non finanziarie dovrebbero essere segnalate.

3. Le imprese dovrebbero diffondere le informazioni di base relative al loro nome, alla loro ubicazione e alla loro struttura, al nome, all'indirizzo e al recapito telefonico della società madre e delle principali filiali, alla loro quota di partecipazione, diretta e indiretta in queste filiali, comprese le partecipazioni incrociate.

4. Le imprese dovrebbero anche diffondere le informazioni rilevanti concernenti: a)

i risultati finanziari e il conto d'esercizio dell'impresa;

b)

gli obiettivi dell'impresa;

c)

i principali azionisti e i diritti di voto;

d)

i membri del consiglio di amministrazione e i principali dirigenti, nonché le loro retribuzioni;

e)

i fattori di rischio importanti prevedibili;

f)

le questioni importanti relative ai dipendenti e altre parti interessate alla vita dell'impresa;

g)

le strutture e politiche di governo societario.

5. Le imprese sono incoraggiate a comunicare informazioni supplementari che potrebbero includere: a)

dichiarazioni destinate al pubblico che espongano principi o regole di comportamento, comprese le informazioni sulle politiche sociali, etiche ed ambientali dell'impresa e altri codici di comportamento sottoscritti dall'impresa. Inoltre, possono essere comunicati, la data di adozione, i Paesi e le entità cui tali dichiarazioni si applicano e le performance rispetto a queste dichiarazioni;

b)

informazioni sui sistemi di gestione dei rischi e di attuazione delle leggi e sull'osservanza delle dichiarazione o codici di comportamento;

821

c)

informazioni sui rapporti con i dipendenti ed altre parti interessate alla vita aziendale.

IV. Occupazione e relazioni industriali Le imprese dovrebbero, nel quadro delle normative e dei regolamenti applicabili, e delle pratiche vigenti in materia di occupazione e di rapporti di lavoro: 1.

a)

b) c) d)

2.

a) b) c)

Rispettare il diritto dei loro dipendenti di essere rappresentati dai sindacati e da altre legittime organizzazioni di dipendenti e impegnarsi, sia individualmente, sia tramite associazioni di datori di lavoro, nell'attuazione di negoziati costruttivi con tali rappresentanti per raggiungere accordi sulle condizioni d'impiego; contribuire all'effettiva abolizione del lavoro minorile; contribuire all'eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato o obbligatorio; non compiere azioni discriminatorie contro i loro dipendenti in materia di occupazione o di professione per motivi di razza, colore, sesso, religione, opinione politica, cittadinanza o estrazione sociale, a meno che le prassi di selezione concernenti le caratteristiche dei dipendenti siano esclusivamente adoperate nel quadro di una politica definita dai poteri pubblici per promuovere in modo specifico una maggiore uguaglianza delle opportunità in materia di occupazione o per rispondere a specifici requisiti di un posto di lavoro.

Fornire ai rappresentanti dei dipendenti i mezzi necessari per facilitare lo sviluppo di efficaci contrattazioni collettive; fornire ai rappresentanti dei dipendenti le informazioni che sono necessarie per trattative costruttive sulle condizioni dell'occupazione; promuovere la consultazione e la cooperazione fra datori di lavoro e dipendenti e i loro rappresentanti su argomenti di reciproco interesse.

3.

Fornire ai dipendenti e ai loro rappresentanti informazioni che consentono loro di farsi un'opinione esatta e corretta delle attività e dei risultati dell'entità o, se del caso, dell'impresa nella sua globalità.

4.

a)

b)

Osservare in materia di occupazione e di relazioni di lavoro norme che siano favorevoli quanto quelle osservate dai datori di lavoro paragonabili nel Paese ospite; prendere le necessarie misure per assicurare la salute e la sicurezza nell'ambiente lavorativo.

5.

Nelle loro attività, e nei limiti del possibile, assumere personale locale e assicurare una formazione per migliorare i livelli di qualificazione, in collaborazione con i rappresentanti dei dipendenti e, se del caso, con le competenti autorità governative.

6.

Nel considerare possibili cambiamenti al loro funzionamento, che potrebbero avere rilevanti effetti sui mezzi di sussistenza dei loro dipendenti, in particolare nel caso di chiusura di un'entità che comporterebbe licenziamenti collettivi, le imprese dovrebbero avvertire, in tempi ragionevoli, i rappresentanti dei loro dipendenti e, se del caso, le autorità nazionali competenti e cooperare con tali rappresentanti e autorità per attenuare il più possibile gli effetti sfavorevoli. Alla luce delle specifiche circostanze dei singoli casi, sa-

822

rebbe auspicabile che la direzione informasse gli interessati prima della presa di decisione finale. Altri mezzi possono anche essere impiegati per instaurare una cooperazione costruttiva per attenuare gli effetti di tali decisioni.

7.

Nel contesto delle trattative svolte in buona fede con i rappresentanti dei dipendenti sulle condizioni dell'occupazione, o se i dipendenti esercitano il loro diritto di organizzarsi, non minacciare di trasferire tutta un'unità di funzionamento o parte di un'unità, né di trasferire dipendenti provenienti da entità costitutive dell'impresa ubicate in altri Paesi per influenzare slealmente quelle trattative o ostacolare l'esercizio del diritto di organizzazione.

8.

Permettere ai rappresentanti autorizzati dei loro dipendenti di negoziare sulle questioni relative alle contrattazioni collettive o ai rapporti tra lavoratori e datori di lavoro e autorizzare che le parti interessate si consultino su preoccupazioni di comune interesse con rappresentanti dell'amministrazione autorizzati a prendere decisioni su questi argomenti.

V. Ambiente Le imprese dovrebbero, nel quadro delle leggi, dei regolamenti e delle pratiche amministrative vigenti nei Paesi in cui operano e, nel considerare gli accordi, principi, obiettivi e le relative norme internazionali, tenere debito conto della necessità di tutelare l'ambiente, la salute pubblica e la sicurezza e, in linea generale, di condurre le loro attività in un modo che contribuisca al più ampio obiettivo di sviluppo sostenibile. In particolare, le imprese dovrebbero: 1.

Istituire e applicare un sistema di gestione ambientale adeguato all'impresa, che includa: a) la raccolta e la valutazione aggiornata delle informazioni relative ai potenziali effetti delle loro attività sull'ambiente, la salute e la sicurezza; b) la definizione di obiettivi quantificabili e, se del caso, specifici per il miglioramento delle prestazioni ambientali, e un riesame periodico della pertinenza di tali obiettivi; c) il monitoraggio e il controllo regolare dei progressi compiuti nell'adempimento degli obiettivi generali e specifici in materia ambientale, di salute e di sicurezza.

2.

Riguardo alle preoccupazioni legate al costo, alla riservatezza delle attività e alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale: a) fornire al pubblico e ai dipendenti le informazioni sufficienti e aggiornate sugli effetti potenziali delle loro attività sull'ambiente, la salute e la sicurezza, che possono includere un rendiconto dei progressi compiuti per migliorare le performance ambientali; b) comunicare e consultarsi nei tempi richiesti con gli enti direttamente interessati dalle politiche ambientali, di salute e di sicurezza dell'impresa e dalla loro attuazione.

3.

Valutare e considerare, all'atto della presa decisionale, gli effetti prevedibili sull'ambiente, la salute e la sicurezza dei processi, beni e servizi dell'impresa sull'insieme del loro ciclo di vita. Quando le attività proposte rischiano di avere effetti significativi, sull'ambiente, la salute o la sicurezza e quando dipendono dalla decisione di un'autorità competente, le imprese dovrebbero preparare un'adeguata valutazione d'impatto ambientale.

823

4.

Tenuto conto delle conoscenze scientifiche e tecniche dei rischi, dove esistono gravi minacce di seri danni per l'ambiente, tenuto anche conto della salute e della sicurezza umana, non invocare la mancanza di certezza scientifica assoluta come motivo per rinviare l'adozione di misure, efficaci rispetto ai costi, destinate a impedire o minimizzare tali danni.

5.

Predisporre piani di emergenza per evitare, attenuare e controllare danni gravi per l'ambiente, la salute che risultino da tali attività, compresi gli incidenti e le situazioni di emergenza, e impostare meccanismi per la segnalazione immediata alle autorità competenti.

6.

Cercare costantemente di migliorare le prestazioni ambientali delle imprese, consigliando, se del caso, attività quali: a) adozione di tecnologie e di procedure di utilizzazione in tutti reparti dell'impresa che riflettano le norme di prestazioni ambientali raggiunte dalla componente più efficiente dell'impresa; b) sviluppo e fornitura di prodotti o di servizi che non abbiano eccessivi impatti ambientali; siano sicuri nel loro uso previsto, siano efficienti nel loro consumo di energia e di risorse naturali, siano di facile riutilizzazione, valorizzazione o smaltimento sicuro; c) sensibilizzazione degli utenti alle conseguenze ambientali dell'uso di prodotti e dei servizi dell'impresa; e d) ricerca sui mezzi per migliorare le prestazioni ambientali dell'impresa a media o a lunga scadenza.

7.

Fornire ai dipendenti istruzione e formazione adeguate per gli argomenti inerenti alla salute e alla sicurezza ambientale, compresa la manipolazione di materie pericolose e la prevenzione degli incidenti ambientali, così come gli aspetti più generici della gestione ambientale, quali le procedure di valutazione di impatto ambientale, le relazioni pubbliche e le tecnologie ambientali.

8.

Contribuire allo sviluppo di una politica ambientale pubblica ben concepita ed economicamente efficiente, per esempio, tramite partenariati o iniziative in grado di aumentare la consapevolezza e la protezione ambientale.

VI. Lotta alla corruzione Le imprese non dovrebbero, direttamente o indirettamente, offrire, promettere, concedere, o sollecitare doni o altri indebiti vantaggi per ottenere o conservare un mercato o un altro indebito vantaggio. Né si dovrebbe sollecitarle o aspettare da parte loro un pagamento illecito o altri indebiti vantaggi. In particolare, le imprese: 1.

Non dovrebbero né offrire, né accettare, richieste di versare a pubblici ufficiali o dipendenti dei loro partner commerciali una quota di un pagamento contrattuale. Non dovrebbero usare subappalti, ordini d'acquisto o accordi di consulenza come canali di pagamento a pubblici ufficiali, dipendenti dei loro partner commerciali, o ai loro parenti o associati commerciali.

2.

Dovrebbero accertarsi che la retribuzione dei mandatari sia adeguata ed esclusivamente connessa a leciti servizi. Se del caso, esse dovrebbero stabilire una lista dei mandatari impiegati nelle transazioni con gli organismi pubblici e le imprese statali e metterla a disposizione delle autorità competenti.

824

3.

Dovrebbero accrescere la trasparenza delle loro attività nella lotta alla corruzione e all'estorsione. Le misure potrebbero includere impegni pubblici contro la corruzione e l'estorsione e la divulgazione dei sistemi di gestione adottati dall'impresa per adempiere i suoi impegni. L'impresa dovrebbe anche promuovere l'apertura e il dialogo con il pubblico in modo da incoraggiare un presa di coscienza e una cooperazione per la lotta alla corruzione e all'estorsione.

4.

Dovrebbero sensibilizzare i dipendenti circa le misure adottate dall'impresa per lottare contro la corruzione e l'estorsione e promuovere l'osservanza di tali misure da parte dei dipendenti assicurando un'adeguata diffusione delle misure e instaurando programmi di formazione e procedure disciplinari.

5.

Dovrebbero adottare sistemi di controllo della gestione che scoraggino la corruzione e l'estorsione e adottare pratiche di contabilità finanziaria e fiscale e di accertamento che evitino l'istituzione di una contabilità «extra bilancio» o di contabilità occulta o la creazione di documenti che non registrino correttamente e onestamente le transazioni cui si riferiscono.

6.

Non dovrebbero versare alcun contributo illecito ai candidati agli incarichi pubblici o ai partiti politici o ad altre organizzazioni politiche. I contributi dovrebbero integralmente conformarsi ai requisiti pubblici di pubblicazione d'informazioni e dovrebbero essere segnalati ai responsabili dell'impresa.

VII. Interessi del consumatore Nelle loro relazioni con i consumatori, le imprese dovrebbero conformarsi a eque pratiche nello svolgimento delle attività commerciali, di vendita e di pubblicità e dovrebbero prendere tutte le misure ragionevoli per garantire la sicurezza e la qualità dei beni o dei servizi che forniscono. In particolare, dovrebbero: 1.

Accertarsi che i beni o i servizi forniti rispettino tutte le norme accettate o legalmente richieste in materia di salute e sicurezza del consumatore, compreso le etichette di avvertenza relative alla salute e alla sicurezza e alle informazioni sul prodotto.

2.

Secondo i beni o i servizi, fornire informazioni esatte e chiare concernenti la loro composizione, sicurezza di utilizzo, manutenzione, stoccaggio e smaltimento, in modo sufficiente da consentire ai consumatori di prendere decisioni in piena cognizione di causa.

3.

Preparare procedure trasparenti ed efficaci che tengano conto dei reclami dei consumatori e contribuiscano a una risoluzione giusta e rapida dei litigi con i consumatori senza eccessive spese o formalità.

4.

Astenersi da qualsiasi affermazione, omissione o pratica ingannevole fuorviante, fraudolenta o sleale.

5.

Rispettare il diritto del consumatore alla privacy e assicurare la protezione dei dati personali.

6.

Cooperare completamente e in modo trasparente con le autorità pubbliche alla prevenzione o alla rimozione di seri rischi per la salute e per la sicurezza pubblica che derivano dal consumo o dall'uso dei loro prodotti.

825

VIII. Scienza e tecnologia Le imprese dovrebbero: 1.

Fare in modo che le loro attività siano compatibili con le politiche e i programmi scientifici e tecnologici e i programmi dei Paesi in cui operano e, se del caso, contribuiscano allo sviluppo della capacità innovatrice su scala locale e nazionale.

2.

Adottare, dove possibile, nelle loro attività economiche, pratiche che consentano il trasferimento e la rapida diffusione delle tecnologie e del knowhow, tenendo debitamente conto della protezione dei diritti di proprietà intellettuale.

3.

Svolgere, se del caso, attività di sviluppo scientifico e tecnologico nei Paesi ospiti per rispondere ai bisogni del mercato locale, nonché assumere personale locale nelle attività scientifiche e tecnologiche e incoraggiarne la formazione tenuto conto delle esigenze commerciali locali.

4.

Nell'assegnare le licenze per l'uso dei diritti di proprietà intellettuale o nel trasferire le tecnologie, farlo sulla base di condizioni e modalità ragionevoli e in modo da contribuire alle prospettive di sviluppo di lunga durata del Paese ospite.

5.

Qualora gli obiettivi commerciali lo consentano, sviluppare localmente legami con le università, centri di ricerca pubblici e partecipare a progetti di ricerca in cooperazione con le imprese o le associazioni professionali locali.

IX. Concorrenza Le imprese dovrebbero, nel quadro delle leggi e dei regolamenti applicabili, svolgere le loro attività in un modo competitivo. In particolare, le imprese: 1.

Non dovrebbero concludere o eseguire accordi anticoncorrenziali fra competitori, volti a: a) imporre prezzi; b) fare offerte collusive; c) fissare restrizioni o limiti di produzione; o d) ripartire o suddividere i mercati assegnando clienti, fornitori, aree geografiche o branche di attività.

2.

Dovrebbero svolgere tutte le loro operazioni conformemente a tutte le regolamentazioni applicabili della concorrenza, considerando l'applicabilità delle regolamentazioni della concorrenza dei Paesi la cui economia potrebbe essere danneggiata dalle loro pratiche anticoncorrenziali. Cooperare con le autorità della concorrenza di tali Paesi, e tra le altre cose, conformemente alla legge applicabile e alle misure di sicurezza adeguate, fornire risposte il più rapidamente ed esaurientemente possibile alle richieste di informazioni.

3.

Promuovere presso i loro dipendenti la consapevolezza dell'importanza dell'osservanza di tutte le normative e politiche applicabili della concorrenza.

X. Fiscalità È importante che le imprese contribuiscano alle finanze pubbliche dei Paesi ospiti corrispondendo puntualmente le imposte da loro dovute. In particolare, le imprese dovrebbero conformarsi alle leggi e alle regolamentazioni fiscali di tutti i Paesi in 826

cui operano e dovrebbero compiere ogni possibile sforzo per agire in conformità con il tenore e con lo spirito di tali leggi e regolamentazioni. Ciò comporterebbe, in particolare, la comunicazione alle competenti autorità delle informazioni necessarie per il corretto accertamento delle imposte applicabili alle loro attività e l'osservanza nella loro pratica dei prezzi di trasferimento, del principio di piena concorrenza.

827

9.1.4

Comunicato stampa della riunione ministeriale dell'AELS del 19 giugno 2000 a Zurigo

Il 19 giugno 2000, l'AELS ha tenuto a Zurigo la propria riunione ministeriale di primavera sotto la presidenza del consigliere federale Pascal Couchepin. I ministri hanno preso atto con soddisfazione dell'avvenuta espansione della rete delle relazioni contrattuali da parte degli Stati dell'AELS. Hanno firmato un accordo di libero scambio con la Macedonia, una dichiarazione di cooperazione con la Croazia e l'Ucraina. Hanno constatato che i negoziati con il Canada si avviano alla conclusione e che alcune divergenze pendenti devono essere appianate a livello politico.

Hanno dichiarato di essere pronti a concludere rapidamente questi negoziati e hanno invitato il Governo canadese a profondere gli sforzi necessari in tal senso. I ministri hanno preso atto con soddisfazione della dichiarazione di cooperazione con il Consiglio di cooperazione del Golfo firmata di recente. In seguito hanno esaminato lo stato delle relazioni con il Messico e il Cile decidendo di avviare negoziati formali con questi Paesi. Hanno quindi discusso gli sviluppi in Asia dove sono state lanciate iniziative al fine di giungere ad accordi regionali di libero scambio. I ministri degli Stati dell'AELS/SEE hanno ribadito con insistenza le necessità di proseguire gli sforzi intrapresi per rafforzare la partecipazione dei propri Stati al processo decisionale per l'elaborazione della legislazione UE rilevante per lo SEE e dei programmi dell'UE. Si sono trovati concordi sul fatto che la determinazione, espressa al vertice dell'UE a Lisbona, di realizzare il mercato interno e di sviluppare un'economia fondata sulla moderna tecnologia dell'informazione sarà proficua anche per la cooperazione all'interno dello SEE. I ministri hanno riaffermato il loro sostegno all'allargamento dell'UE e, di conseguenza, a quello dello SEE. Hanno sottolineato l'importanza di una valutazione e di un dialogo permanenti sulla questione delle conseguenze dell'allargamento sull'AELS e sull'Accordo che istituisce lo Spazio economico europeo. I ministri dell'AELS hanno espresso la loro gratitudine nei confronti del Segretario generale, Kjartan Jóhannsson, nonché dei Segretari generali aggiunti, Aldo Matteucci e Guttorm Vik, che lasceranno la carica nel corso dei prossimi mesi, per il notevole contributo dato all 'Associazione.

Relazioni dell'AELS con i Paesi terzi
I ministri hanno espresso soddisfazione per la continua espansione della rete delle relazioni contrattuali dell'AELS. La firma di un accordo di libero scambio con la Macedonia, nonché di una dichiarazione di cooperazione con la Croazia e l'Ucraina, segna un passo importante nello sviluppo di una rete di Paesi partner dell'AELS nella regione sudorientale e orientale dell'Europa. Essi hanno ricordato che il loro partenariato con questi Paesi fa parte degli sforzi comuni europei per assicurare la pace e la stabilità in quella regione, ribadendo anche il proprio impegno a contribuire in maniera sostanziale allo sviluppo in quella parte dell'Europa.

Essi hanno preso atto che i negoziati con il Canada si avviano alla conclusione e che alcune divergenze pendenti devono essere appianate a livello politico. Hanno dichiarato di essere pronti a concludere rapidamente questi negoziati e hanno invitato il Governo canadese a profondere gli sforzi necessari in tal senso. Hanno sottolineato l'importanza che attribuiscono a questo accordo che estenderà, per la prima volta, le relazioni di libero scambio dell'AELS oltre Atlantico.

828

I ministri hanno constatato con soddisfazione che il mese scorso è stata firmata una dichiarazione di cooperazione con il Consiglio di cooperazione del Golfo. Questo potrebbe essere il preludio di negoziati in vista di un accordo di libero scambio.

Inoltre i ministri hanno apprezzato i progressi registrati nella regione del Mediterraneo: i negoziati con la Giordania per un accordo di libero scambio stanno giungendo a conclusione; una prima serie di negoziati ha avuto luogo con l'Egitto, mentre sono stati ristabiliti contatti con la Tunisia al fine di concludere al più presto un accordo di libero scambio. I ministri hanno rilevato che il Libano aveva manifestato interesse a intavolare colloqui esplorativi con gli Stati dell'AELS. Hanno ribadito l'importanza che assumerebbe l'estensione del sistema del cumulo delle regole in materia d'origine fra gli Stati dell'AELS, dell'Unione Europea e dei Paesi partner del Mediterraneo al fine di poter beneficiare pienamente degli accordi di libero scambio.

I ministri hanno esaminato lo stato attuale delle relazioni degli Stati membri dell'AELS con il Messico e il Cile decidendo di avviare negoziati formali. Hanno preso atto della disponibilità degli Stati membri dell'AELS ad estendere la loro rete di libero scambio sul continente americano. I ministri hanno anche passato in rassegna la situazione delle relazioni fra i Paesi membri dell'AELS e il Sudafrica sottolineando l'importanza di continuare i lavori preliminari in vista di negoziare un accordo di libero scambio.

Hanno quindi discusso degli sviluppi in Asia, dove Paesi come Singapore, Corea del sud e Giappone avrebbero lanciato iniziative in vista di concludere accordi regionali di libero scambio. Hanno riconosciuto la necessità di seguire attentamente questi sviluppi e deciso di riesaminare la situazione nel corso della prossima riunione in dicembre.

A tale proposito i ministri hanno ricordato che questi sviluppi sono conformi alla politica tradizionale dell'AELS che intende offrire un contributo dinamico e indipendente al miglioramento delle condizioni economiche in Europa e altrove nel mondo, nonché all'instaurazione di forti legami con questi partner economici al di fuori del continente, così come formulato nelle dichiarazioni adottate in occasione delle conferenze di Bergen nel 1995 e, più recentemente,
di Ginevra nel dicembre 1999.

Cooperazione AELS-UE I ministri degli Stati membri dell'AELS/SEE hanno espresso soddisfazione per il buon funzionamento dell'Accordo che istituisce lo SEE e per il crescente numero di decisioni adottate. Hanno ribadito con insistenza la necessità di proseguire gli sforzi intrapresi per rafforzare la partecipazione degli Stati dell'AELS/SEE al processo decisionale per l'elaborazione della legislazione UE rilevante per lo SEE e dei programmi dell'UE. La determinazione espressa al vertice dell'UE a Lisbona di realizzare il mercato interno e di sviluppare un'economia fondata sulla moderna tecnologia dell'informazione sarà proficua anche per la cooperazione all'interno dello SEE.

I ministri hanno espresso la speranza che la procedura comunitaria d'approvazione del Protocollo 3 all'Accordo SEE concernente i prodotti agricoli trasformati giunga a buon fine. Hanno inoltre accolto favorevolmente la recente decisione che pone una base comune con il Liechtenstein per elaborare soluzioni transitorie in materia di libera circolazione delle persone. Essi hanno anche preso atto dell'accoglienza favorevole data dal Consiglio dello SEE alla decisione concernente un nuovo strumento finanziario quale contributo supplementare dei Paesi dell'AELS/SEE con il quale 829

s'intende ridurre ulteriormente le disparità economiche e sociali in seno allo Spazio economico europeo.

I ministri hanno riaffermato il loro sostegno all'allargamento dell'UE e, di conseguenza, a quello dello SEE e hanno sottolineato l'importanza di una valutazione e di un dialogo permanenti sulla questione delle conseguenze dell'allargamento sull'AELS e sull'Accordo che istituisce lo SEE. Si sono detti favorevoli all'accordo che affida al Comitato misto dello SEE il compito di valutare la situazione.

I ministri hanno espresso soddisfazione per l'entrata in vigore degli accordi sul reciproco riconoscimento di valutazione della conformità conclusi fra gli Stati dell'AELS/SEE, l'Australia e la Nuova Zelanda, e per un analogo accordo con il Canada che sarà firmato in estate. Tali accordi, fondati sul Protocollo 12 all'Accordo che istituisce lo SEE e su analoghi accordi dell'UE, semplificheranno gli scambi commerciali con questi Paesi.

Attività dell'AELS I ministri hanno preso atto dello svolgimento dei lavori di aggiornamento della Convenzione dell'AELS che tiene conto degli accordi bilaterali fra la Svizzera e l'UE, nonché degli sviluppi nelle politiche commerciali multilaterali e nelle relazioni con i partner commerciali. Si vuole così ottenere la contemporanea entrata in vigore degli emendamenti e degli accordi bilaterali fra la Svizzera e l'UE.

Organi consultivi I ministri hanno rilevato l'importanza del lavoro degli organi consultivi dell'AELS, del Comitato parlamentare e del Comitato consultivo che rappresentano i partner sociali dell'AELS, raccogliendo favorevolmente i loro costruttivi contributi al lavoro dell'Associazione. I parlamentari dell'AELS hanno affrontato la questione dell'omogeneità e dello SEE alla luce degli sviluppi in seno all'UE, e hanno invitato le due parti a impegnarsi in una più stretta cooperazione e ad adottare nuovi accordi in settori quali la giustizia e gli affari interni. Nel quadro di una proficua cooperazione con i loro omologhi dell'UE e dei Paesi candidati all'adesione all'UE, i partner sociali dell'AELS hanno trattato questioni quali la moneta unica europea, la nuova strategia per il mercato interno e il concetto di dimensione nordica.

OMC I ministri si sono impegnati a proseguire nella liberalizzazione degli scambi commerciali nel quadro del sistema
commerciale multilaterale ribadendo il loro appoggio al rapido avvio di una nuova serie di negoziati dell'OMC. Si sono detti convinti che l'avvio di una nuova serie di negoziati darà nuovo slancio alla crescita economica mondiale e hanno sottolineato l'importanza degli attuali negoziati di adesione di nuovi membri all'OMC.

Ringraziamenti ai Segretari generali dimissionari I ministri dell'AELS hanno espresso la loro gratitudine nei confronti del Segretario generale, Kjartan Jóhannsson, nonché dei Segretari generali aggiunti, Aldo Matteucci e Guttorm Vik, che lasceranno la carica nel corso dei prossimi mesi, per il notevole contributo dato all'Associazione.

830

Prossima riunione La prossima riunione del Consiglio a livello ministeriale si svolgerà a Ginevra il 12 e il 13 dicembre 2000.

831

9.1.5

Comunicato stampa della riunione ministeriale dell'AELS del 12 e 13 dicembre 2000 a Ginevra

Il 12 dicembre 2000, l'AELS ha tenuto a Ginevra la propria riunione ministeriale d'autunno sotto la presidenza di Halldór Ásgrímsson, ministro degli affari esteri d'Islanda.

I ministri hanno preso atto con soddisfazione della firma di una dichiarazione di cooperazione con la Jugoslavia e hanno ribadito il loro impegno a favore della pace e della stabilità nella regione dei Balcani. D'altro canto, hanno accolto favorevolmente la firma di una dichiarazione di cooperazione in materia di commercio e di investimenti con il Mercosur, che entrerebbe in vigore dopo la firma da parte degli Stati del Mercosur: un passo importante, secondo i ministri, in vista del consolidamento delle relazioni con i Paesi di quella regione.

I ministri hanno accolto con soddisfazione la firma di un accordo di libero scambio con il Messico sottolineando che tale avvenimento rappresenta una pietra miliare nella storia della politica dell'AELS nei confronti di Paesi terzi, considerato che tale accordo è il primo accordo transatlantico dell'AELS e quello di gran lunga più dettagliato finora firmato. I ministri si sono detti soddisfatti della prima serie di negoziati, tenutasi all'inizio di questo mese, per l'elaborazione di un accordo di libero scambio con il Cile. Hanno espresso l'esigenza di seguire da vicino gli sviluppi in Asia e hanno rilevato con soddisfazione l'esistenza di una base di discussione con Singapore per valutare se vi sia una piattaforma comune per l'avvio di negoziati relativi a un accordo di libero scambio.

I ministri hanno preso atto della determinazione dell'UE di portare a termine il processo di allargamento, nonché dei risultati del vertice di Nizza a tale proposito.

Hanno ribadito l'importanza di sensibilizzare l'UE sulla necessità di adeguare l'Accordo SEE parallelamente all'adesione di nuovi partner. I ministri hanno manifestato il loro interesse per la partecipazione dell'AELS al processo avviato dall'UE in occasione del vertice di Lisbona, in particolare per quanto riguarda la sfida della società dell'informazione. Per quanto riguarda l'importante tematica della sicurezza alimentare e il progetto di istituire un'autorità alimentare europea, i ministri hanno preso atto della reazione positiva della CE alla domanda di partecipazione degli Stati dell'AELS/SEE.

Relazioni dell'AELS con i Paesi terzi
I ministri hanno accolto con soddisfazione la firma di un accordo di libero scambio con il Messico. Hanno rilevato che l'accordo assicurerà agli operatori economici degli Stati dell'AELS in Messico condizioni concorrenziali analoghe a quelle dei loro concorrenti dell'Unione europea, degli Stati Uniti e del Canada: tale avvenimento rappresenta, secondo i ministri, una pietra miliare nella storia della politica dell'AELS nei confronti di Paesi terzi, considerato che tale accordo è il primo accordo transatlantico dell'AELS e quello di gran lunga più dettagliato finora firmato, poiché comprende nuovi settori quali i servizi, gli investimenti e gli appalti pubblici.

I ministri hanno evidenziato nuovi sviluppi nell'estensione delle relazioni degli Stati dell'AELS nelle Americhe. Essi hanno firmato una dichiarazione di cooperazione nel settore del commercio e degli investimenti con il Mercosur, che entrerebbe in

832

vigore dopo la firma dei ministri del Mercosur in occasione della loro riunione di Florianópolis, in Brasile, il 15 dicembre. Un passo importante, secondo i ministri dell'AELS, in vista del consolidamento delle relazioni con i Paesi di quella regione.

Alla luce, inoltre, della prima serie di negoziati per un accordo di libero scambio con il Cile, tenutasi all'inizio di questo mese, i ministri hanno auspicato una loro rapida conclusione. Essi non hanno mancato di sottolineare anche l'importanza di una rapida conclusione dei negoziati con il Canada.

I ministri hanno preso atto che, in seguito a una recente missione dell'AELS a Pretoria, l'accordo fra l'AELS e il Sudafrica per l'avvio di colloqui esplorativi in vista di un accordo di libero scambio potrebbe preludere all'apertura di negoziati all'inizio dell'anno prossimo.

I ministri hanno rilevato che a causa del ritardo accumulato nell'avvio di nuovi negoziati commerciali multilaterali, si manifestava una crescente tendenza a voler concludere accordi commerciali regionali. Essi hanno d'altro canto constatato gli sviluppi della politica commerciale nell'area del Pacifico, dove alcuni Paesi come Singapore, Giappone, Corea del sud e Nuova Zelanda conducono attualmente una politica attiva di negoziati per accordi di libero scambio. I ministri hanno quindi espresso l'esigenza di seguire da vicino questi sviluppi rilevando con soddisfazione l'esistenza di una base di discussione con Singapore per valutare se vi sia una piattaforma comune per l'avvio di negoziati relativi a un accordo di libero scambio.

Per quanto riguarda la rete europea di accordi dell'AELS, i ministri hanno preso atto con soddisfazione della firma di una dichiarazione di cooperazione con la Jugoslavia e hanno ribadito il loro impegno a favore della pace e della stabilità nella regione dei Balcani. Essi hanno rilevato che negoziati per la conclusione di un accordo di libero scambio con la Croazia erano stati avviati in seguito a una dichiarazione di cooperazione firmata nel corso della loro ultima riunione in giugno, e si aspettavano la firma dell'accordo per la prossima riunione in primavera 2001. I ministri hanno anche preso atto del buon funzionamento degli attuali accordi di libero scambio con alcuni Paesi europei. Hanno espresso la loro soddisfazione per le riunioni dei Comitati
misti con la Bulgaria, la Repubblica ceca, la Turchia, l'Ungheria, la Polonia, la Lituania e la Repubblica slovacca, tenutesi nel corso del secondo semestre dell'anno.

Cooperazione AELS-UE I ministri degli Stati membri dell'AELS/SEE si sono detti soddisfatti del buon funzionamento dell'Accordo che istituisce lo SEE e hanno preso atto degli sforzi congiunti della CE e dell'AELS per mantenere l'omogeneità dello SEE. Hanno anche accolto favorevolmente i lavori per rafforzare la partecipazione degli Stati dell'AELS/SEE al processo decisionale in seno allo SEE e hanno chiesto l'accesso integrale ai comitati della CE, importanti per il buon funzionamento dell'Accordo SEE. I ministri hanno manifestato il loro interesse per la partecipazione dell'AELS al processo avviato dall'UE in occasione del vertice di Lisbona, segnatamente per quanto concerne la sfida dell'economia basata sulla conoscenza. Hanno anche ritenuto che la cooperazione fra gli Stati dell'AELS poteva essere rafforzata in vista di contribuire a questi lavori.

Per quanto concerne l'importante questione della sicurezza alimentare e del progetto di istituire un'autorità alimentare europea, i ministri hanno preso atto della reazione positiva dell'UE nei confronti della domanda di partecipazione degli Stati dell'AELS/SEE. Per quanto riguarda l'iniziativa per l'istituzione di un'autorità europea della sicurezza aerea, i ministri hanno espresso l'interesse degli Stati dell'AELS/ 833

SEE a esservi coinvolti. I ministri hanno evidenziato la necessità di concludere il Protocollo 3 all'Accordo SEE sui prodotti agricoli trasformati.

I ministri hanno preso atto della determinazione dell'UE a voler concludere il processo di allargamento, nonché dei risultati del vertice di Nizza a tale proposito.

Hanno ricordato che l'allargamento dell'UE avrebbe implicazioni sulle relazioni dell'AELS con i Paesi candidati. Per quanto riguarda lo SEE, i ministri hanno rilevato che l'allargamento dello SEE era retto dall'articolo 128 dell'Accordo e hanno ribadito l'importanza di sensibilizzare l'UE sulla necessità di adeguare l'Accordo SEE parallelamente all'adesione di nuovi partner. Questo implicherà consultazioni nei settori interessati e i ministri hanno messo in evidenza la necessità di un dialogo allargato con l'UE. Essi hanno evidenziato che gli accordi di libero scambio dell'AELS rappresentavano un foro di discussione con i Paesi candidati su questioni relative all'allargamento e hanno sottolineato l'importanza di questo strumento per tutelare gli interessi degli Stati dell'AELS.

Attività dell'AELS I ministri hanno preso atto dei soddisfacenti progressi nei lavori preparatori per l'aggiornamento della Convenzione dell'AELS. Questo sforzo, che rispecchia il miglioramento della cooperazione interna alla AELS, è stato reso possibile dall'offerta della Svizzera di estendere i benefici degli Accordi bilaterali conclusi con l'UE ai propri partner dell'AELS. I ministri hanno deciso che i negoziati formali fra gli Stati dell'AELS dovrebbero prendere avvio all'inizio dell'anno prossimo, così da garantire la contemporanea entrata in vigore della Convenzione AELS modificata e dei sette accordi bilaterali Svizzera-UE.

Organi consultivi I ministri hanno rilevato l'importanza del lavoro degli organi consultivi dell'AELS, del Comitato parlamentare e del Comitato consultivo in rappresentanza dei partner sociali dell'AELS, accogliendo favorevolmente i loro costruttivi contributi al lavoro dell'Associazione. I parlamentari dell'AELS, in collaborazione con i loro colleghi del Parlamento europeo, si sono recentemente concentrati sulla questione della partecipazione dell'AELS ai programmi della CE nonché sul commercio elettronico. I ministri hanno elogiato i lavori realizzati nel quadro del seminario sulla
nuova economia organizzato dal Comitato consultivo apprezzando l'impegno di quest'ultimo al fine di coinvolgere l'AELS nel processo di Lisbona.

OMC I ministri hanno ribadito il loro impegno a proseguire nella liberalizzazione degli scambi commerciali nel quadro del sistema commerciale multilaterale rilevando che un avvio di negoziati su larga scala, programma incluso, costituirebbe il sistema migliore per giungere a tale scopo. Simili negoziati permetterebbero a tutti i membri dell'OMC di giungere a risultati equilibrati. I ministri hanno pure messo l'accento sull'importanza delle attività tecniche attualmente in corso che dovrebbero facilitare lo svolgimento di futuri negoziati. Hanno inoltre confermato l'importanza che attribuiscono agli attuali negoziati di adesione di nuovi membri all'OMC e hanno espresso il desiderio che la Cina diventi membro dell'organizzazione all'inizio dell'anno prossimo: una tale adesione segnerebbe una tappa importante verso una credibilità universale dell'OMC.

834

Benvenuto ai Segretari generali I ministri hanno rivolto il benvenuto al Segretario generale, William Rossier, nonché ai Segretari generali aggiunti, Grétar Már Sigurdsson e Per Kjell Mannes, che hanno assunto la carica all'inizio dell'autunno.

Prossima riunione La prossima riunione del Consiglio a livello ministeriale si svolgerà nel Liechtenstein il 21 e 22 giugno 2001.

835

9.1.6

Ispezioni pre-imbarco effettuate in Svizzera per conto di Stati esteri e sottoposte ad autorizzazione

L'ordinanza del 17 maggio 1995 sull'esecuzione di ispezioni pre-imbarco (RS 946.202.8), emanata in relazione con l'Accordo OMC sulle ispezioni pre-imbarco (RS 0.632.20, allegato 1A.10), disciplina l'autorizzazione, l'esecuzione e la sorveglianza di tali ispezioni (che riguardano essenzialmente la qualità, la quantità e il prezzo) eseguite in Svizzera da società specializzate per conto di Stati esteri. Queste società necessitano di un'autorizzazione del DFE per ogni Stato mandatario.

In base all'articolo 15 dell'ordinanza, ogni anno è pubblicata una lista su cui figurano gli enti che dispongono di un'autorizzazione a eseguire in Svizzera ispezioni preimbarco e i Paesi ai quali essa si riferisce.

Attualmente sono cinque le società d'ispezione che dispongono di simili autorizzazioni: la Société Générale de Surveillance SA (SGS) a Ginevra, la Cotecna Inspection SA (Cotecna) a Ginevra, il Bureau Véritas/BIVAC (Switzerland) AG (Véritas) a Weiningen, la Inspectorate (Suisse) SA (Inspectorate) a Prilly e la Intertek Testing Services Switzerland Ltd (ITS) a Attiswil. Le rispettive autorizzazioni si riferiscono a 42 Paesi, otto dei quali non sono membri dell'OMC. Elenchiamo di seguito in ordine alfabetico14 i Paesi e gli enti per l'ispezione pre-imbarco interessati (stato al 30 novembre 1999)15.

Paese (*) = Stato non membro dell'OMC

Ente per l'ispezione pre-imbarco

Data dell'autorizzazione

Angola Argentina

SGS SGS Véritas Inspectorate ITS Véritas Véritas SGS Inspectorate SGS SGS SGS SGS Cotecna Véritas SGS Cotecna Véritas

08.12.97 18.11.97 18.11.97 18.11.97 07.06.00 21.06.00 06.05.98 01.09.96 01.09.96 01.09.96 01.09.96 28.09.00 01.09.96 15.08.96 21.06.00 08.12.97 15.09.00 15.09.00

Bangladesh Benin Bielorussia (*) Bolivia Burkina Faso Burundi Cambogia (*) Camerun Comore (*) Congo (Brazzaville) Congo (Kinshasa) Costa d'Avorio

14 15

836

Questo elenco può contenere anche autorizzazioni i cui mandati d'ispezione sono semplicemente sospesi ma non rescissi.

Questo elenco si trova anche su Internet (http://www.seco-admin.ch/; cliccare su «Politica economica estera», poi su «Exportations/Importations», poi su «Exportation dans les pays en développement ou en transition» e quindi su «Inspections avant expédition»).

Paese (*) = Stato non membro dell'OMC

Ente per l'ispezione pre-imbarco

Data dell'autorizzazione

Ecuador

SGS Cotecna Véritas Inspectorate SGS Véritas ITS Cotecna SGS SGS Véritas Véritas Véritas SGS SGS SGS SGS Inspectorate Cotecna SGS Véritas SGS Cotecna Véritas SGS SGS SGS Véritas Véritas Cotecna SGS Cotecna Inspectorate ITS

01.09.96 01.09.96 01.09.96 01.09.96 01.10.99 21.06.00 07.06.00 15.08.96 01.09.96 01.03.00 01.09.96 08.12.97 01.09.96 01.09.96 01.09.96 01.09.96 02.11.00 15.08.96 08.12.97 01.09.99 18.10.96 01.09.96 01.09.96 01.09.96 01.09.96 01.09.96 01.09.96 21.06.00 01.09.96 18.02.99 01.04.99 01.09.96 28.05.98 07.06.00

Etiopia (*) Gambia Georgia Gibuti Guinea Iran (*) Kenya Liberia (*) Madagascar Malawi Mali Mauritania Moldavia (*) Mozambico Niger Nigeria Paraguay Perù Repubblica Centrafricana Ruanda Senegal Sierra Leone Tanzania (senza Zanzibar) Tanzania (solo Zanzibar) Togo Uganda Uzbekistan (*)

837

9.1.7

Conseguenze economiche dell'aiuto pubblico allo sviluppo in Svizzera

Benché sia in primo luogo intesa a sostenere i Paesi beneficiari, la cooperazione allo sviluppo esercita anche effetti positivi sull'economia svizzera. Questi effetti compensano parzialmente i mezzi impiegati per la cooperazione allo sviluppo. Nel 1999, la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha conferito all'«Institut Universitaire d'Études du Développement» (IUED) a Ginevra e all'Università di Neuchâtel il mandato di redigere uno studio approfondito sugli effetti economici in Svizzera dell'aiuto allo sviluppo, basandosi sul materiale statistico del 1998 16.

Per il 1998, l'ammontare federale per la cooperazione allo sviluppo è ammontato a 1,287 miliardi di franchi. L'aiuto bilaterale genera direttamente redditi in Svizzera, sotto forma di forniture di beni, di servizi e di onorari. L'aiuto multilaterale ha effetti indiretti, vale a dire dà a imprese svizzere la possibilità di partecipare a pubbliche gare, per esempio di banche di sviluppo. Lo studio precitato non ha preso in considerazione i diversi effetti non quantificabili, come per esempio l'effetto stabilizzatore e stimolatore di crescita dell'aiuto allo sviluppo nei Paesi beneficiari o l'immagine positiva che si ha della Svizzera all'estero.

I dati confermano l'importanza dell'aiuto pubblico allo sviluppo per l'economia svizzera. Nel rapporto, gli effetti sono stati suddivisi in tre gruppi: a) l'effetto primario delle spese; vale a dire l'influenza sulla cifra d'affari delle imprese svizzere in base alle spese dell'aiuto pubblico allo sviluppo; b) l'effetto sul prodotto interno lordo (PIL), vale a dire l'effetto primario e gli effetti di moltiplicazione; c) l'effetto sull'occupazione.

L'effetto primario dell'aiuto bilaterale ha rappresentato 0,67 franchi di spese in Svizzera per franco investito. Per l'aiuto bilaterale, questo ammontare si situa tra 0,78 e 0,93 franchi. L'effetto primario in rapporto alle spese globali dell'aiuto pubblico allo sviluppo si situa tra 0,69 e 0,81 franchi. Se lo si ripartisce tra i Cantoni, si constata una correlazione positiva tra i riflussi della cooperazione allo sviluppo e la forza economica dei Cantoni: i Cantoni economicamente forti partecipano maggiormente, rispetto ai Cantoni economicamente deboli, ai mandati corrispondenti.

Per quanto concerne il PIL, si constata che le ricadute medie
dell'aiuto bilaterale allo sviluppo verso l'economia svizzera hanno rappresentato nel 1998 tra 0,75 e 0,85 franchi per franco investito, mentre un franco a favore dell'aiuto multilaterale ha generato tra 1,70 e 1,95 franchi di ricadute. L'effetto globale sul PIL si è situato tra 1,43 e 1,60 franchi. In rapporto ai dati del 199417 questa quota è leggermente diminuita; questo è segnatamente dovuto alla diminuzione dei finanziamenti misti.

L'effetto sull'occupazione ha rappresentato 13 000 a 18 000 posti di lavoro, che dipendono direttamente o indirettamente dall'aiuto pubblico allo sviluppo.

16 17

838

IUED Ginevra-Université de Neuchâtel/UER d'économie politique: Effets économiques de l'aide publique au développement en Suisse; aprile 2000.

97.002 Rapporto sulla politica economica esterna 96/1+2 1997.

Elenco delle abbreviazioni ACICI

Agenzia di cooperazione e d'informazione per il commercio internazionale

AfDB

Banque Africaine de Développement Banca africana di sviluppo

AsDB

Asian Development Bank Banca asiatica di sviluppo

AELS

Associazione europea di libero scambio

AFIC

Asian Finance and Investment Corporation Società asiatica di finanza e sviluppo

AFTA

Asian Free Trade Association Associazione asiatica di libero scambio

AIE

Agenzia internazionale dell'energia

ALS

Accordo di libero scambio Svizzera-CE

APEC

Asian Pacific Economic Cooperation Cooperazione economica dei Paesi del bacino del Pacifico

ASEAN

Association of South-East Asian Nations Associazione dei Paesi del Sud-E st asiatico

BERS

Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo

BIS

Bank for International Settlements Banca dei regolamenti internazionali (BRI)

CAC

Convenzione sulle armi chimiche

CAS

Comitato per l'aiuto allo sviluppo (dell'OCSE)

CE / CEE / UE

Comunità europea/e / Comunità economica europea / Unione europea

CECA

Comunità europea del carbone e dell'acciaio

CEE/ONU

Commissione economica per l'Europa dell'Organizzazione delle Nazioni Unite

CEFTA

Central European Free Trade Association Associazione di libero scambio dell'Europa centrale

CEN

Comitato europeo di normalizzazione

CIME

Committee on International Investment and Multinational Enterprises Comitato per gli investimenti internazionali e le imprese multinazionali

Club di Parigi

Riunione degli Stati creditori più importanti

COST

Coopération européenne dans le domaine de la recherche scientifique et technique Cooperazione europea nel settore della ricerca scientifica e tecnica

CSD

Commission for Sustainable Development Commissione per lo sviluppo sostenibile

CSI

Comunità degli Stati Indipendenti

CSTP

Committee for Scientific and Technological Policy Comitato della politica scientifica e tecnologica dell'OCSE «Cumulo paneuropeo» Unificazione delle norme d'origine nel sistema europeo di libero scambio

839

ECOSOC

Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite

EUREKA

European Research Coordination Agency Cooperazione europea di ricerca nell'ambito dell'alta tecnologia per l'aumento della produttività e della competitività delle industrie ed economie europee sul mercato mo ndiale Financial Action Task Force on Money Laundering Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di capitali

FATF FMI

Fondo monetario internazionale

FSAP

Financial Sector Assessment Programs Programma comune del FMI e della Banca mondiale per il ricon oscimento di possibili fragilità dei sistemi finanziari nei Paesi membri importanti dal profilo sistemico

G-7

USA, Giappone, Germania, Francia, Italia, Gran Bretagna, Canada

G-10

Gruppo dei 10 (comitato informale che riunisce gli 11 principali Stati donatori)

GATT

General Agreement on Tariffs and Trade Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio

GCC

Gulf Cooperation Council Consiglio di cooperazione del Golfo

GEF

Global Environment Facility Fondo mondiale per l'ambiente

GRE

Garanzia dei rischi delle esportazioni

GRI

Garanzia dei rischi degli investimenti

HIPC

Heavily Indebted Poor Countries Paesi poveri fortemente indebitati

IAIS

International Association of Insurance Supervisors Associazione internazionale delle autorità di vigilanza in materia di assicurazioni International Bank for Reconstruction and Development Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS)

IBRD IDA

International Development Association Associazione internazionale dello sviluppo

IDB

Interamerican Development Bank Banca interamericana di sviluppo

IFC

International Finance Corporation Società finanziaria internazionale

IFF

Intergovernmental Forum on Forests Forum intergovernativo sulle foreste (O NU, Vertice di Rio)

IIC

Interamerican Investment Corporation Società interamericana d'investimento

IMFC

International Monetary and Financial Committee Comitato internazionale monetario e finanziario del FMI International Organisation of Securities Commissions Organizzazione internazionale delle commissioni titoli

IOSCO Joint implementation

Attuazione comune da parte dei Paesi in sviluppo e dei Paesi industrializzati di provvedimenti di protezione del clima

MERCOSUR

Mercado Comun del Sur Mercato comune del Sud

840

MIF

Mulitilateral Investment Fund Fondo multilaterale d'investimento

MIGA

Multilateral Investment Guarantee Agency Agenzia multilaterale di garanzia degli investimenti

MTCR

Missile Technology Control Regime Regime di controllo della tecnologia missilistica

NAFTA

North American Free Trade Agreement Accordo di libero scambio nordamericano (USA-Canada-Messico)

OCSE

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici

OICV

Organizzazione internazionale delle commissioni di valori

OIL

Organizzazione internazionale del lavoro

OMC

Organizzazione mondiale del commercio

OMPI

Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale

OMS

Organizzazione mondiale della sanità

ONU

Organizzazione delle Nazioni Unite

OPCW

Organization for the Prohibition of Chemical Weapons Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche

OPEP

Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio

PECO

Pays d'Europe centrale et orientale18 Paesi dell'Europa centrale e orientale

PMI

Piccole e medie imprese

PRGF

Poverty Reducation and Growth Facility Sportello per la riduzione della povertà e a favore della crescita

SDFC

Swiss Development Finance Corporation Società svizzera per il finanziamento dello sviluppo

SEE

Spazio economico europeo

SIPPO

Swiss Import Promotion Programm Programma svizzero per il promovimento delle i mportazioni

SOFI

Swiss Organisation for Facilitating Investments

TRIPS

Trade Related Intellectual Property Rights Diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio

UNCED

United Nations Conference on Environment and Development Conferenza delle Nazioni Unite per l'ambiente e lo sviluppo

UNCTAD

United Nations Conference on Trade and Development Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sv iluppo United Nations Environment Program Programma delle Nazioni Unite dell'Ambiente

UNEP UNIDO

United Nations Industrial Development Organization Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale

USEC

Ufficio svizzero per l'espansione commerciale

18

Polonia, Repubblica ceca, Repubblica slovacca, Ungheria, Slovenia, Bulgaria, Romania, Estonia, Lettonia e Lituania.

841

9.2 Parte II:

842

Allegati 9.2.1-9.2.5 Allegati secondo l'articolo 10 capoversi 2 e 3 della legge sulle misure economiche esterne (per approvazione)