01.075 Rapporto del Consiglio federale all'Assemblea federale sulla concezione di Esercito XXI (Concetto direttivo Esercito XXI) del 24 ottobre 2001

Onorevoli presidenti e consiglieri, Vi sottoponiamo il Rapporto sulla concezione di Esercito XXI (Concetto direttivo Esercito XXI; CDEs XXI), chiedendovi di prenderne atto.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

24 ottobre 2001

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Moritz Leuenberger La cancelliera della Confederazione, Annemarie Huber-Hotz

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Rapporto 1

Introduzione

Sotto la denominazione Esercito svizzero XXI è stata intrapresa una profonda ristrutturazione della nostra difesa, intesa ad assicurare la capacità del nostro esercito di offrire un contributo essenziale alla sicurezza della Svizzera, alla protezione della sua popolazione e alla stabilità del suo contesto strategico. La riforma è necessaria in quanto l'esercito, nella sua forma attuale, non è in grado di adempiere questi compiti in maniera ottimale.

La missione principale resta la difesa del Paese da minacce militari. Determinante per la riforma dell'esercito è l'evoluzione della situazione in materia di politica di sicurezza: se le sfide militari cambiano, anche la nostra risposta ­ ossia l'esercito ­ deve esservi adeguata, affinché possa rimanere uno strumento efficace per garantire la sicurezza.

Benché sia fondata soprattutto su considerazioni di politica di sicurezza, la riforma dell'esercito considera nondimeno altri aspetti: l'adeguamento all'evoluzione della nostra società, le risorse finanziarie disponibili e le condizioni quadro demografiche.

La base per l'elaborazione del presente Concetto direttivo per l'esercito è rappresentata dalla Costituzione federale: Art. 58 Esercito 1 La Svizzera ha un esercito. L'esercito svizzero è organizzato fondamentalmente secondo il principio di milizia.

2 L'esercito serve a prevenire la guerra e contribuisce a preservare la pace; difende il Paese e protegge la popolazione. Sostiene le autorità civili nel far fronte a gravi minacce per la sicurezza interna e ad altre situazioni straordinarie. La legge può prevedere altri compiti.

Il presente Concetto direttivo illustra come l'esercito adempirà la propria missione, definita in maniera più precisa nel rapporto del Consiglio federale all'Assemblea federale del 7 giugno 1999 sulla politica di sicurezza della Svizzera («Sicurezza attraverso la cooperazione», RAPOLSIC 2000), e delinea la pertinente organizzazione.

Parallelamente alla riforma dell'esercito, la cooperazione civile in occasione di catastrofi e situazioni d'emergenza è trattata nell'ambito del progetto Protezione della popolazione. Il progetto Esame del sistema di sicurezza interna della Svizzera (USIS) procede pure parallelamente alla riforma dell'esercito e in sintonia con quest'ultima, ma si concluderà più tardi. Non è pertanto possibile presentare un «Concetto globale in materia di sicurezza», né il Concetto direttivo per l'esercito potrebbe costituirne un'anticipazione. Tuttavia, sulla base del mandato costituzionale, occorre ipotizzare che anche per il futuro dall'esercito si attenderanno prestazioni nel settore della sicurezza interna. L'esercito mette a disposizione i mezzi necessari fondandosi sulle esperienze degli ultimi anni e la sua organizzazione è sufficientemente flessibile per consentire una riduzione o un ampliamento di questi mezzi in funzione dei bisogni.

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Il Concetto direttivo per l'esercito è presentato all'Assemblea federale contemporaneamente al messaggio concernente la riforma Esercito XXI e la revisione della legislazione militare, che ne concretizzano i contenuti a livello legislativo.

Breve ritratto di Esercito XXI Il nuovo esercito consiste dello Stato maggiore generale, delle Forze terrestri e delle Forze aeree. Gli elementi fondamentali delle Forze terrestri sono i battaglioni e i gruppi, con i quali sarà possibile costituire sei brigate da combattimento (senza la riserva), oppure otto (con la riserva), e quattro regioni territoriali. Le Forze aeree dispongono di numerose squadriglie di velivoli da combattimento, elicotteri e velivoli da trasporto, di formazioni d'aerodromo e di gruppi di difesa contraerea. Esercito XXI avrà un effettivo considerevolmente inferiore rispetto a quello dell'esercito attuale: 120 000 militari nell'esercito attivo, a cui si aggiungono una classe di reclute (ca. 20 000) e una riserva di 80 000 militari. Questa riduzione è opportuna in considerazione del mutato contesto e dell'evoluzione tecnico-militare. Essa risponde anche alla necessità di ridurre la durata del servizio per i militari di milizia. L'esercito non ne risulterà indebolito se le risorse rese disponibili grazie all'effettivo inferiore saranno impiegate per la modernizzazione e il miglioramento dell'istruzione, dell'equipaggiamento e dell'armamento.

Esercito XXI resta un esercito di milizia. Per principio, i quadri di milizia comandano le formazioni fino al livello di battaglione/gruppo e, in caso di idoneità e di disponibilità adeguate, possono anche diventare comandanti di brigata. Come finora, la scuola reclute sarà assolta all'età di 20 anni e durerà 21 settimane, allo scopo di consentire un'istruzione migliore rispetto al sistema attuale. Dopo la scuola reclute, i soldati prestano per sei anni un corso di ripetizione annuale di 19 giorni e sono successivamente incorporati per quattro anni nella riserva. La concentrazione negli anni giovanili dei giorni di servizio da prestare facilita l'armonizzazione delle esigenze dell'attività professionale, della famiglia e dell'esercito. Una parte delle persone soggette all'obbligo di prestare servizio militare avrà la possibilità di prestare l'intero servizio militare in un unico periodo di 300 giorni,
dopo di che sarà incorporata per dieci anni nella riserva. Grazie alla disponibilità sull'intero arco dell'anno di tali militari, detti «militari in ferma continuata», l'esercito sarà in grado di effettuare impieghi sussidiari con rapidità e anche per lunghi periodi. Questo complemento al sistema di milizia non mette fondamentalmente in discussione il sistema tradizionale con scuola reclute e corsi di ripetizione, tanto più che soltanto un quinto al massimo di ogni classe di reclute potrà usufruire, su base volontaria, di questa possibilità.

Esercito XXI rinuncia per principio ai livelli del reggimento, della divisione e del corpo d'armata. I battaglioni e i gruppi sono gli elementi fondamentali. Nell'articolazione di base, vengono ripartiti in brigate, le quali, in vista di un impiego concreto, sono adeguate in maniera modulare. In tal modo sono tenute in considerazione le esigenze di radicamento regionale e di flessibilità.

Un'altra caratteristica di Esercito XXI è la prontezza differenziata: l'esercito non deve fornire tutte le prestazioni entro le medesime scadenze, e sarebbe poco efficiente mantenerne tutte le parti in un'elevata prontezza permanente. Sono impiegabili in permanenza i militari di professione e a contratto temporaneo, nonché militari in ferma continuata. In caso di necessità possono essere inoltre impiegate le scuole reclute nella fase dell'istruzione di reparto e le formazioni in corso di ripetizione 879

(già in servizio o chiamate in servizio per l'occasione), o può addirittura essere attivata la riserva. Nel caso in cui si delineasse un grave deterioramento della situazione in materia di politica di sicurezza, il Consiglio federale e il Parlamento possono prendere una serie di misure allo scopo di rafforzare l'effettivo, la prontezza, l'equipaggiamento e l'armamento al di là delle possibilità offerte dalla riserva. Tale processo è designato con il termine di «potenziamento».

La Svizzera rimane fedele alla neutralità permanente e armata; essa non aderisce ad alcuna alleanza militare. Esercito XXI è orientato a garantire la difesa della Svizzera ricorrendo, nel limite del possibile, alle proprie forze. Non occorre tuttavia dimenticare che un attacco militare (il quale, dal punto di vista attuale, a breve termine è poco probabile) potrebbe essere effettuato con forze tanto potenti o con un'estensione tale che il nostro esercito non potrebbe farvi fronte da solo oppure che una difesa limitata al territorio svizzero non avrebbe possibilità di successo. In vista di questo caso, è un dovere del Governo federale e un compito dell'esercito, di prendere, nel campo dell'istruzione e dell'equipaggiamento, i provvedimenti che nel caso di un attacco militare alla Svizzera consentirebbero, se necessario, la cooperazione difensiva con altri Stati ed eserciti. Lo sviluppo della capacità di cooperare con altri eserciti è utile a tutelare la libertà d'azione nel caso di difesa; la capacità di difesa autonoma nei confronti di attacchi ai quali possiamo far fronte con i nostri mezzi resta salvaguardata.

2

Condizioni quadro

2.1

Situazione in materia di politica di sicurezza e di politica militare

La Svizzera è circondata da Stati democratici. Tutti gli Stati vicini, ad eccezione del Liechtenstein, sono membri dell'Unione europea (UE) e appartengono, ad eccezione di Austria e Liechtenstein, alla NATO.

UE NATO UE e NATO

Figura 1: La situazione della Svizzera in Europa 880

Minacce e pericoli Nella figura seguente sono indicati le minacce e i pericoli per far fronte ai quali l'esercito fornisce contributi essenziali. La guerra dell'informazione costituisce un'eccezione nella misura in cui, in questo campo, l'esercito deve limitarsi sostanzialmente a proteggere i propri sistemi e a mantenerli operativi. La difesa da attacchi condotti, nell'ambito della guerra dell'informazione, contro altri settori dello Stato e della società non è una missione dell'esercito. Esso può però attenuarne le conseguenze fornendo prestazioni di carattere sussidiario a favore dei settori civili interessati. Le minacce e i pericoli sono classificati secondo due criteri: la probabilità e le conseguenze sulla Svizzera e sui suoi abitanti. Occorre constatare che, tendenzialmente, le minacce e i pericoli più probabili non mettono a repentaglio l'esistenza della Svizzera anche se possono colpire gravemente la popolazione. Il quadro definito è limitato al momento attuale: la probabilità delle singole minacce e dei singoli pericoli può mutare. Essi devono perciò essere seguiti in permanenza, allo scopo di adeguare l'esercito e gli altri strumenti della politica di sicurezza alla situazione reale.

Figura 2: Minacce e pericoli

Conflitti extraeuropei Catastrofi naturali e tecnologiche Conflitti armati in Europa Estremismo violento Terrorismo

Probabilità

Guerra dell'informazione Conseguenze della proliferazione Disordini interni Ricorso alla forza nello spazio aereo

Aggressione militare

Conseguenze per la Svizzera

I conflitti armati extraeuropei sono una realtà permanente, al momento attuale per esempio nel Magreb e nel Vicino Oriente, nell'Africa occidentale e centrale, in Afghanistan e nel Kashmir, in Sri Lanka e in Indonesia. A differenza dell'Europa, in numerose altre regioni i conflitti tra Stati continuano a essere assai probabili (per es.

India e Pakistan, Corea del Nord e Corea del Sud). La Svizzera è interessata dai conflitti extraeuropei in misura e maniera differenti. Profughi provenienti da regioni in conflitto, anche se geograficamente lontane, cercano asilo in Svizzera. L'approv881

vigionamento con beni importanti può essere perturbato. In caso di scontri armati tra Stati che dispongono di armi nucleari, vi è il rischio che un eventuale impiego di queste armi possa incrementare la radioattività anche in Svizzera.

Le catastrofi naturali e tecnologiche sono un rischio costante. L'elevata densità di costruzioni rende la Svizzera vulnerabile agli effetti di tali catastrofi. Il nostro Paese dipende fortemente da sistemi interconnessi (telecomunicazioni, energia, logistica), cosicché già soltanto il mancato funzionamento di singole componenti può avere gravi conseguenze. Le catastrofi naturali o tecnologiche hanno gravi conseguenze per gli interessati. Tuttavia, sono raramente di una portata tale da colpire contemporaneamente, in maniera vitale e duratura, ampie cerchie della popolazione. Sulla base delle esperienze degli ultimi anni occorre ipotizzare che per la gestione delle conseguenze di valanghe, inondazioni e uragani anche in futuro sarà spesso richiesto l'appoggio dell'esercito, poiché i mezzi civili non sono sufficienti.

Nell'ultimo decennio, in Europa hanno avuto luogo dei conflitti armati regionali: nei Balcani, nel Caucaso e in Turchia (guerre in relazione con la disgregazione della Jugoslavia, Kosovo, Macedonia; Nagorni-Karabach, Georgia, Cecenia; Kurdistan).

Le conseguenze militari dirette sono state, e sono, limitate a livello regionale, tuttavia le conseguenze indirette per la Svizzera sono considerevoli. Per quanto riguarda gli scontri armati sul territorio dell'ex Jugoslavia e nell'est della Turchia, la Svizzera è interessata dai flussi di profughi. Inoltre, nel nostro Paese abitano importanti gruppi etnici provenienti da queste regioni. Considerando la probabilità e le conseguenze, i conflitti armati regionali in Europa fanno parte dei rischi più importanti in materia di politica di sicurezza per il nostro Paese. Questo è anche il motivo dell'impegno civile e militare a favore della stabilità, della sicurezza e della pace al di là delle nostre frontiere.

La disponibilità all'estremismo violento emerge in relazione alle conseguenze delle migrazioni nonché presso gruppi che prendono lo spunto dalla globalizzazione e dai suoi effetti per intraprendere azioni di protesta violente. L'estremismo violento può rendere difficile l'organizzazione di manifestazioni
internazionali (Forum economico mondiale di Davos e altre conferenze internazionali) e ridurre l'attrattiva della Svizzera come Paese ospite di tali incontri, tanto a causa del rischio di possibili incidenti quanto a causa delle misure di sicurezza necessarie per impedirli. Inoltre, gli scontri violenti portano pregiudizio alla credibilità delle manifestazioni legittime in occasione di tali eventi.

Attualmente il nostro Paese non è un obiettivo primario del terrorismo internazionale. Vi può però essere un pericolo per installazioni e persone straniere in Svizzera, nonché per manifestazioni con partecipazione internazionale; inoltre, un pericolo generale può sorgere anche da un confronto internazionale con il terrorismo, in occasione del quale la Svizzera non sarebbe al centro, ma le cui conseguenze patirebbe come altri Stati. Il pericolo dovuto al terrorismo può improvvisamente diventare una realtà e differenti installazioni o luoghi possono essere attaccati contemporaneamente. Inoltre, si tratta di impedire che la Svizzera serva da Paese di transito o da base arretrata ai terroristi. Infine, vi è il rischio che cittadini svizzeri all'estero diventino, per così dire, casualmente vittime di attentati terroristici.

Per la Svizzera, la guerra dell'informazione rappresenta un rischio considerevole. A causa della densità, la più elevata d'Europa, di reti informatiche e di altri sistemi nonché dell'importante interconnessione internazionale dell'economia, la Svizzera è

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estremamente dipendente da collegamenti efficienti per la trasmissione di dati. Le interconnessioni, parzialmente molto complesse, dei differenti settori sociali, hanno come conseguenza un'elevata vulnerabilità. La minaccia si estende dai danni e dalle perturbazioni importanti per la nostra economia fino alla paralisi delle nostre capacità di condotta civili e militari. La guerra dell'informazione non è un rischio contro il quale l'esercito possa fornire un contributo fondamentale, tuttavia esso stesso è minacciato da questo rischio nel suo funzionamento e deve perciò essere in grado di respingere attacchi, condotti nell'ambito della guerra dell'informazione, ai suoi sistemi di condotta.

Per quanto riguarda le armi di distruzione di massa, i missili balistici e i missili da crociera, la proliferazione è una realtà, malgrado le differenti misure che la limitano o la ostacolano, ma non possono impedirla completamente (trattato di non proliferazione nucleare, convenzioni sulle armi biologiche e chimiche, accordi sul controllo delle esportazioni di tecnologia nucleare e missilistica). Rimangono tuttavia incertezze in merito a quali Stati (o eventualmente anche gruppi non statali) avranno accesso a tali mezzi, quando, in quale modo e contro chi essi li impiegheranno. Eccettuati gli arsenali delle cinque potenze nucleari (Francia, Gran Bretagna, Russia, USA e Repubblica Popolare Cinese), l'Europa può essere raggiunta puntualmente da missili balistici soltanto alla sua periferia meridionale. Vi è tuttavia la possibilità che tra qualche anno numerosi Paesi europei, tra i quali anche la Svizzera, vengano a trovarsi nel raggio d'azione di missili balistici provenienti dal settore sud del Mediterraneo oppure dal Vicino o dal Medio Oriente. La proliferazione dei missili da crociera dovrebbe essere più lenta, in quanto la padronanza della pertinente tecnologia è più difficile da conseguire.

Il rischio che in Svizzera possano scoppiare disordini interni tali da interessare cerchie importanti della popolazione è esiguo. Non si scorgono campi di tensione sociali, economici, politici o culturali che potrebbero dar luogo a veri e propri disordini interni. L'esercito sottostà alle autorità politiche elette, non persegue alcun obiettivo politico e non è strumentalizzabile nell'ambito di un confronto politico. Nel
caso di disordini interni in Svizzera, esso sarebbe tuttavia in grado, sotto la condotta politica democraticamente legittimata, di fornire un aiuto sussidiario alla polizia, sgravandola da certi compiti (per es. sorveglianza di determinate opere).

Il ricorso alla forza nello spazio aereo è meno probabile. Avrebbe tuttavia conseguenze sensibili, anche se non fosse seguito da un attacco terrestre: la credibilità della neutralità è connessa alla capacità della Svizzera di imporre, con le proprie forze, la sovranità sull'intero territorio e sulla totalità del suo spazio aereo. Il ricorso alla forza nello spazio aereo svizzero potrebbe diventare un rischio probabile soltanto qualora nel contesto della Svizzera vi fossero delle azioni belliche. Tuttavia, proprio in una simile situazione l'imposizione degli obblighi inerenti alla neutralità avrebbe un valore particolarmente elevato.

Un attacco militare contro la Svizzera è, dal punto di vista della politica di sicurezza, il rischio estremo che metterebbe in gioco l'esistenza stessa del Paese. Con la fine della guerra fredda, la probabilità di un simile attacco è diminuita e oggi è da considerarsi molto esigua. Da un lato, è più difficile di un tempo attribuire a un qualsiasi Stato europeo intenzioni aggressive la cui concretizzazione minaccerebbe militarmente anche la Svizzera; dall'altro, in Europa la quantità dei mezzi bellici convenzionali è stata fortemente ridotta grazie a trattati o a iniziative unilaterali, anche se è necessario osservare che le riduzioni quantitative sono accompagnate da 883

miglioramenti qualitativi. Infine, occorre considerare che la Svizzera è circondata da Stati democratici dai quali non proviene alcun rischio di attacco militare al nostro Paese e che un aggressore dovrebbe superare prima di poter condurre un attacco terrestre contro la Svizzera. La difesa del Paese rimane però la missione più importante dell'esercito ­ malgrado la scarsissima probabilità che tale caso si presenti ­, perché in caso effettivo il danno sarebbe immenso e non si deve escludere che l'attuale scarsissima probabilità potrebbe nuovamente aumentare a lungo termine.

Strutture internazionali di sicurezza L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è stata creata, tra l'altro, per garantire la pace mondiale e la sicurezza internazionale mediante misure collettive nonché per promuovere la composizione pacifica dei conflitti tra Stati. Per principio, soltanto le decisioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU oppure le decisioni, da esso approvate, di organizzazioni regionali per la sicurezza giustificano un ricorso alla forza militare che ecceda l'autodifesa.

L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) comprende gli Stati dell'Europa e del Nord America, nonché le repubbliche ex sovietiche dell'Asia Centrale. La cooperazione di questa comunità di Stati, che si fonda su valori comuni (democrazia, Stato di diritto, diritti umani, libertà fondamentali), è focalizzata sulla diplomazia preventiva, sulla prevenzione dei conflitti e sulla gestione delle crisi, nonché sul rafforzamento delle società democratiche, segnatamente dopo i conflitti. I pilastri dell'OSCE in campo militare sono le misure miranti a rafforzare la fiducia e la sicurezza, che contribuiscono ­ grazie a scambi di informazioni, a meccanismi di gestione delle crisi e a differenti forme di verifica ­ a incoraggiare l'apertura, la trasparenza e la prevedibilità nel campo delle Forze armate.

Con il Trattato di Maastricht del 1992, l'Unione europea (UE) si è data le basi necessarie per una Politica estera e di sicurezza comune (PESC) conforme alla propria importanza economica. Un ulteriore passo è la creazione di una Politica europea comune in materia di sicurezza e di difesa (PECSD). In tal modo l'UE intende raggiungere la capacità di eseguire le cosiddette Missioni di Petersberg: missioni umanitarie, compiti di
mantenimento della pace e impieghi di combattimento in occasione della gestione di crisi, comprese le misure per ristabilire la pace. A tale scopo, in occasione del vertice dell'UE di Helsinki del dicembre 1999 è stato deciso di creare, entro il 2003, delle forze UE di reazione alle crisi con un effettivo di circa 60 000 uomini, in grado di essere operative entro 60 giorni e per almeno un anno. Nel frattempo, gli Stati dell'UE (eccettuata la Danimarca) e alcuni altri Stati aderenti alla NATO (ma non all'UE) hanno annunciato la quantità di truppe nazionali necessarie, compresi i velivoli e le navi. Queste forze restano però subordinate a livello nazionale e sono soltanto riservate per impieghi nell'ambito della PECSD. In vista di un impiego concreto, incomberà al singolo Stato decidere se il contingente riservato per tale impiego debba essere messo a disposizione. Con l'istituzione di un comitato politico militare, di un comitato militare e di uno stato maggiore militare, l'UE ha ampliato anche la sua struttura interna in vista della PECSD. Malgrado queste misure, nel caso di grandi operazioni l'UE dipenderà però come finora dai mezzi della NATO, segnatamente degli USA, soprattutto per quanto riguarda l'esplorazione, la condotta e i trasporti a livello strategico.

Anche dopo l'ampio trasferimento di competenze dall'Unione dell'Europa Occidentale (UEO) all'UE, per gli Stati membri dell'Unione europea non vi è alcun ob884

bligo di assistenza militare: le Missioni di Petersberg, e quindi anche la PECSD, non riguardano la difesa comune e possono pertanto essere accettate anche dagli Stati dell'UE che non aderiscono ad alcuna alleanza. La Svizzera, in quanto Stato non aderente all'UE, non partecipa alla PECSD. Nel caso di operazioni concrete nell'ambito della PECSD che concordano con gli interessi della Svizzera, il nostro Paese potrebbe decidere, di volta in volta e autonomamente, se desidera offrire un contributo militare. Sarebbe ipotizzabile un sostegno per esempio nei settori della logistica e dei trasporti, ma resterebbe esclusa la partecipazione ad azioni di combattimento per l'imposizione della pace.

La difesa degli Stati membri continua ad essere il compito principale della NATO.

Essa ha inoltre assunto il compito di mantenere o imporre, con cosiddette forze di reazione alle crisi, la pace al di fuori del territorio dei suoi Stati membri, di regola su mandato dell'ONU, eventualmente anche dell'OSCE. A tale scopo ha adeguato la sua struttura di comando. Un elemento essenziale di questa nuova struttura di comando è rappresentato dagli stati maggiori d'impiego per la condotta di reparti multinazionali e interforze, costituiti in maniera modulare per determinati compiti, i cosiddetti Gruppi operativi interforze multinazionali (Combined Joint Task Forces).

Essi consentono, pure a Stati che non appartengono all'Alleanza Atlantica, di partecipare a operazioni di sostegno alla pace condotte dalla NATO, come ad esempio è attualmente il caso per la KFOR.

Anche con il lancio del Partenariato per la pace (PfP) e la fondazione del Consiglio di Partenariato Euro-Atlantico (EAPC), la NATO ha creato strutture e forum per intensificare la cooperazione in materia di politica di sicurezza nell'area euroatlantica. Attualmente al PfP partecipano 45 Stati. Esso serve soprattutto a incrementare la capacità di collaborazione nell'ambito di azioni umanitarie e di sostegno alla pace, nonché per interventi di aiuto in caso di catastrofe, e a promuovere il controllo democratico delle Forze armate. Ogni partner determina autonomamente il contenuto e l'entità del suo impegno nell'ambito del Partenariato. Il cosiddetto Processo di pianificazione e di revisione (Planning and Review Process, PARP), al quale partecipa anche la Svizzera,
concorre al promovimento della capacità di cooperazione. Nell'ambito di questo processo, gli Stati partner definiscono i loro obiettivi per lo sviluppo della capacità di cooperazione con le Forze armate della NATO e valutano autonomamente in quale misura tali obiettivi sono stati raggiunti.

2.2

Sviluppi militari

Le riforme delle Forze armate in Europa In molti Stati europei sono in corso riforme delle Forze armate, sostanzialmente riconducibili al mutamento della gamma dei compiti militari. I dispositivi di difesa per il territorio del proprio Stato hanno perso importanza, tanto per gli Stati membri della NATO quanto per gli Stati che non aderiscono ad alcuna alleanza. È per contro aumentata l'importanza della capacità di partecipare a operazioni di sostegno alla pace o, eventualmente, di imposizione della pace. La difesa come capacità militare fondamentale non è tuttavia messa in discussione.

Il ridimensionamento delle Forze armate, pur mantenendo una riserva, costituisce una tendenza generale. I risparmi che ne risultano saranno in gran parte impiegati per la modernizzazione. In tale modernizzazione, le Forze aeree svolgono un ruolo 885

fondamentale e, di regola, sono meno toccate dal ridimensionamento rispetto alle componenti terrestri e navali. In alcuni Paesi, il ridimensionamento delle Forze armate procede di pari passo con l'abolizione o la sospensione dell'obbligo generale di prestare servizio militare. La tendenza verso la realizzazione di eserciti di professionisti è determinata da differenti cause quali i fattori sociali, le elevate esigenze nel settore delle tecnologie dell'armamento e il mutamento della gamma dei compiti delle Forze armate. L'aliquota di professionisti aumenterà anche nelle Forze armate per le quali è mantenuto l'obbligo generale di prestare servizio militare.

La struttura modulare delle Forze armate offre la necessaria flessibilità nella costituzione di formazioni per un impiego imminente. Inoltre, la modularità è un elemento essenziale nella collaborazione internazionale: per le operazioni di sostegno alla pace, dei moduli nazionali vengono di regola raggruppati in un reparto internazionale. Anche eventuali operazioni difensive saranno condotte con formazioni costituite in maniera modulare. Un'altra tendenza è la creazione di strutture di comando più snelle. Anch'esse facilitano un impiego flessibile delle Forze armate.

Alla capacità di cooperazione con Forze armate straniere è attribuita un'importanza decisiva. Ciò non vale soltanto per gli Stati membri della NATO, ma anche per gli Stati neutrali e altri Stati che non aderiscono ad alcuna alleanza. Gli impieghi militari esclusivamente nazionali si limitano essenzialmente a missioni nel proprio Paese e a interventi per la salvaguardia di interessi nazionali specifici all'estero. Quest'ultimo caso riguarda soprattutto Stati di grandi dimensioni e quelli che mantengono relazioni particolari con le ex colonie.

Evoluzione delle tecnologie dell'armamento Analogamente a quanto avviene in ambito civile, il progresso delle tecnologie dell'informazione è all'origine di un'accelerazione dei processi nell'impiego delle Forze armate. Un'esplorazione in tempo reale e procedure di condotta automatizzate consentono di disporre di un elevato livello di conoscenze sulla situazione, contribuendo così a un più rapido svolgimento del combattimento. In questo contesto, armi più precise possono essere impiegate a distanze maggiori. Un incremento della mobilità dal
livello strategico fino a quello della tecnica di combattimento rafforza ulteriormente la dinamica generale. Una delle conseguenze che ne risultano è il fatto che la profondità del settore offre minore protezione al difensore. Considerazioni analoghe valgono per il momento della giornata e le condizioni meteorologiche. I progressi nelle tecnologie dei sensori fanno sì che l'oscurità non ostacoli praticamente più le operazioni militari. L'influsso delle cattive condizioni meteorologiche sulle operazioni militari continua certo a rimanere considerevole, ma anche questo dovrebbe cambiare a lunga scadenza. Globalmente, in futuro lo spazio e il tempo potranno essere vinti più facilmente e il pacchetto di forze necessario per raggiungere l'obiettivo diventerà più esiguo. La disponibilità di informazioni diventerà il fattore decisivo per il successo.

Le tecnologie dell'informazione generano anche nuovi rischi. I sistemi di condotta e d'informazione sono obiettivi privilegiati e devono essere protetti con elevata priorità. L'entità delle misure di protezione tecniche e organizzative da adottare varia in funzione del grado di dipendenza e di vulnerabilità che risulta dal ricorso a sistemi in rete e automatizzati. Inoltre, la fornitura di prestazioni da parte dell'esercito dipende anche dal funzionamento sicuro dell'infrastruttura d'informazione civile, la quale è a sua volta esposta a rischi.

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La minore disponibilità ad accettare la perdita di vite umane, risultante dall'evoluzione dei valori sociali e dalla minor entità delle Forze armate, esige una protezione più ampia dei militari. Essa può essere ottenuta mediante nuovi dispositivi tecnici, quali ad esempio i sistemi integrati di autoprotezione per velivoli da combattimento ed elicotteri. Il ricorso alle armi stand-off, tanto quelle lanciate da terra quanto quelle lanciate dall'aria, riduce il pericolo in occasione dell'impiego di armi. Un ulteriore minimizzazione dei pericoli viene ottenuta modernizzando il supporto all'impiego (sminamento, guerra elettronica ecc.).

La maggior parte delle Forze armate europee si sta adeguando a questa evoluzione e investe nello sviluppo delle proprie capacità nei settori dell'esplorazione, della condotta, del fuoco di precisione e della mobilità.

2.3

Costituzione federale e Rapporto sulla politica di sicurezza 2000

Esercito XXI si fonda sulla Costituzione federale del 18 aprile 1999 e sul RAPOLSIC 2000. La questione delle basi costituzionali dell'esercito è stata sottoposta a una perizia giuridica esterna all'amministrazione federale. Il presente Concetto direttivo tiene conto dei risultati di tale perizia.

Neutralità La Svizzera si attiene alla neutralità permanente e armata come strumento della politica estera e di sicurezza. Il Consiglio federale ha stabilito le basi della sua politica di neutralità nel Rapporto sulla neutralità del 1993 e le ha confermate tanto nel RAPOLSIC 2000 quanto nel Rapporto sulla politica estera 2000 (Presenza e cooperazione: tutela degli interessi in un contesto di crescente integrazione internazionale) del 15 novembre 2000. Il margine di manovra in materia di diritto della neutralità e di politica di neutralità è stato illustrato in questi rapporti e non richiede qui alcuna considerazione complementare.

La neutralità impone alla Svizzera di non partecipare a guerre tra altri Stati e, in tali conflitti, di astenersi dal sostenere militarmente e unilateralmente una delle parti. Lo statuto di neutralità permanente vieta anche, in tempo di pace, l'adesione a un'alleanza di difesa collettiva. Per contro, la collaborazione della Svizzera nell'ambito dell'OSCE, del Partenariato per la pace, del Consiglio di Partenariato EuroAtlantico e con l'ONU non pone problemi, poiché non comprende alcun obbligo d'assistenza in caso di guerra né costituisce alcuna premessa in tal senso. Dal punto di vista del diritto della neutralità, non pone problemi neppure la partecipazione a operazioni internazionali per il sostegno alla pace e la gestione delle crisi, sempreché avvengano sulla base di un mandato dell'ONU oppure dell'OSCE. Inoltre, è totalmente compatibile con la neutralità anche una cooperazione con altri Stati in materia d'istruzione orientata alla difesa, sempreché i partner non siano coinvolti in conflitti armati e la cooperazione in materia d'istruzione non comprenda obblighi d'assistenza oppure crei dipendenze che renderebbero impossibile il rispetto degli obblighi della neutralità in caso di guerra.

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Obbligo di prestare servizio militare L'articolo 59 della Costituzione federale stabilisce: «Gli uomini svizzeri sono obbligati al servizio militare. La legge prevede un servizio civile sostitutivo. Per le donne il servizio militare è volontario.» L'obbligo di prestare servizio militare sancito dalla Costituzione non ammette una libera scelta tra servizio militare e altre forme di servizio a favore della collettività. La Costituzione federale, per contro, non si esprime né sulla durata né sulla natura del servizio militare.

Principio di milizia Storicamente, nel nostro Paese il sistema di milizia si è sviluppato tanto sul piano politico quanto su quello militare. Dal punto di vista militare, il sistema di milizia è caratterizzato da un'organizzazione che comprende tutti gli uomini in età soggetta all'obbligo militare, li sottopone a un'istruzione di base di regola relativamente breve, li incorpora stabilmente in una formazione e rinfresca e amplia le conoscenze e le capacità in corsi e in riunioni di truppa periodici. Il sistema di milizia consente l'utilizzazione delle conoscenze civili e sviluppa un ampio radicamento nella popolazione. I suoi punti deboli risiedono nella capacità di reazione e di resistenza in situazione normale.

L'articolo 58 della Costituzione federale introduce per la prima volta a livello costituzionale il concetto di «principio di milizia», senza però definirlo: «La Svizzera ha un esercito. L'esercito svizzero è organizzato fondamentalmente secondo il principio di milizia.» Esercito XXI rispetta questa opzione. In accordo con quanto precede, le eccezioni al principio dell'esercito di milizia sono tuttavia conformi alla Costituzione, nella misura in cui sono imperativamente necessarie per l'adempimento della missione dell'esercito e si limitano a campi d'attività e a funzioni che non possono essere esercitate, oppure possono esserlo soltanto in maniera insufficiente, da militari di milizia (compiti che presuppongono un'elevata prontezza oppure che pongono esigenze straordinariamente elevate all'istruzione specifica). Nel messaggio del 20 novembre 1996 concernente la revisione della Costituzione federale sono menzionati come esempi gli alti ufficiali superiori, gli istruttori e i membri del Corpo della guardia delle fortificazioni e della Squadra di vigilanza. Pure l'esistenza
di un'amministrazione militare composta di personale civile non viene messa in discussione dal principio dell'esercito di milizia.

Nell'Esercito XXI, il numero dei militari di professione sarà aumentato allo scopo di migliorare la qualità dell'istruzione. Inoltre, saranno attivi a tempo pieno anche militari di milizia che si mettono a disposizione dell'esercito per un periodo di tempo limitato. Questi militari a contratto temporaneo saranno impiegati segnatamente nell'ambito dell'istruzione, per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi nonché in settori che esigono un allenamento straordinariamente intenso oppure un'elevata prontezza. L'incremento della componente di professionisti, in particolare l'impiego di militari a contratto temporaneo, non è in contraddizione con il fatto che l'esercito è organizzato secondo il principio di milizia, tanto più che anche in futuro si tratterà soltanto di una piccola aliquota.

Nell'Esercito XXI, le funzioni di condotta saranno esercitate, nella misura del possibile, da quadri di milizia. Per gli ufficiali di milizia vi sarà la possibilità di assumere funzioni di comando fino al livello di comandante di brigata, sempreché sia data la pertinente idoneità e disponibilità (per i comandanti di brigata, almeno funzione a tempo parziale). Le funzioni di stato maggiore potranno essere assunte da quadri di 888

milizia fino al livello di stato maggiore di condotta dell'esercito. In tal modo s'intende incentivare la motivazione dei militari a mettersi a disposizione per una carriera di quadro.

I militari in ferma continuata sono militari di milizia. Essi assolvono il loro obbligo di prestare servizio militare in un unico periodo e appartengono in seguito per dieci anni alla riserva. Pure questo è conforme alla Costituzione federale. Un problema di diritto costituzionale si porrebbe soltanto qualora tutte, o una gran parte, delle persone soggette all'obbligo di prestare servizio militare prestassero il proprio servizio in questa forma, segnatamente perché l'esercito dovrebbe poi essere comandato in larga misura da quadri di professione. Il servizio militare in un unico periodo potrà essere prestato soltanto dal numero di militari imperativamente necessari per assicurare la prontezza richiesta (soprattutto per i contributi alla prevenzione e alla gestione di pericoli esistenziali) e per un elevato livello d'istruzione in determinati settori.

I militari in ferma continuata rappresenteranno circa il 20 per cento di una classe di reclute e la scelta di questo modello di servizio avverrà su base volontaria.

Le formazioni d'intervento rapido sono costituite di militari di professione e di militari a contratto temporaneo nonché, quali componenti di milizia, di militari in ferma continuata, scuole reclute in istruzione di reparto e formazioni in corso di ripetizione. I compiti e l'impiego delle formazioni d'intervento rapido saranno disciplinati nella legge militare. Tuttavia, non è necessario stabilire gli effettivi per legge.

La creazione di formazioni d'addestramento, con stati maggiori costituiti di personale militare e quadri di milizia, e la relativa ampia professionalizzazione dell'istruzione di base non rappresentano un problema dal punto di vista del diritto costituzionale. Per contro, la condotta nell'impiego da parte di personale professionista è ammessa soltanto quando il pertinente impegno non può più essere assunto a tempo parziale oppure qualora si tratti di una formazione composta di militari di professione, di militari a contratto temporaneo oppure di militari in ferma continuata. Dal punto di vista del diritto costituzionale, il sistema di milizia svizzero si distingue anche per il fatto che
i quadri di milizia possono comandare delle formazioni. Ciò ha come conseguenza che, dopo l'istruzione di base, il servizio militare dev'essere prestato di regola periodicamente sotto forma di corsi di ripetizione.

Competenze cantonali Conformemente alla Costituzione federale, i Cantoni hanno la possibilità di costituire formazioni cantonali e di impiegarle per mantenere l'ordine pubblico sul territorio cantonale quando i mezzi delle autorità civili non sono più sufficienti per far fronte a gravi minacce alla sicurezza interna. Nell'ambito di Esercito 95, le formazioni cantonali sono costituite di battaglioni di fucilieri e di formazioni delle truppe di salvataggio. Dalla Seconda Guerra Mondiale, i Cantoni non hanno più applicato la loro competenza in materia d'impiego di formazioni cantonali. In situazioni d'emergenza, i Cantoni presentano alla Confederazione una domanda per l'impiego di truppe.

Sotto il profilo giuridico, la rinuncia alla costituzione e all'impiego di formazioni cantonali è ammessa. Conformemente al messaggio del 20 novembre 1996 concernente la revisione della Costituzione federale e ai pertinenti documenti, l'effettivo delle formazioni cantonali non è garantito dalla Costituzione in vigore; vale piuttosto il principio secondo il quale la Confederazione può sopprimere le unità di truppa cantonali quando ciò è opportuno per motivi militari. Vi sono ora dei motivi civili e 889

militari che rendono consigliabile una rinuncia alle formazioni cantonali. Una situazione nella quale un solo Cantone è coinvolto e la Confederazione non agisce, è difficilmente immaginabile. La probabilità che un Cantone chiami in servizio proprie formazioni per assicurare la tranquillità e l'ordine è debole. Tuttavia, con la rinuncia al diritto di chiamata in servizio di truppe, la costituzione di formazioni cantonali è poco sensata. La struttura dell'esercito non consente una subordinazione adeguata a ogni Cantone di formazioni idonee. Gli elementi di primo impiego (militari di professione e militari a contratto temporaneo, militari in ferma continuata) sono chiamati in servizio dalla Confederazione. Con la rinuncia alla costituzione di formazioni cantonali viene meno anche la possibilità di nominare e promuovere ufficiali di formazioni cantonali. I Cantoni ricevono per contro maggiori responsabilità nella protezione della popolazione. Essi approvano la rinuncia alle formazioni cantonali.

Impieghi sussidiari a favore delle autorità civili L'esercito effettua impieghi sussidiari quando il compito da svolgere appartiene alla sfera di responsabilità delle autorità civili, ma, dal punto di vista del personale, del materiale o del tempo, i loro mezzi non sono sufficienti. Gli impieghi sussidiari sono caratterizzati dal fatto che la responsabilità dell'impiego incombe alle autorità civili; gli impieghi sotto responsabilità militare non sono sussidiari. Se, a causa dell'evoluzione della situazione, la responsabilità dell'impiego in un impiego sussidiario di sicurezza passa all'esercito, tale impiego in seguito non è più svolto nell'ambito della missione «impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali» ma diventa una missione di sicurezza del territorio.

Gli impieghi sussidiari di sicurezza servono in primo luogo a sgravare e ad appoggiare i corpi di polizia cantonali. Per quanto riguarda l'aiuto militare in caso di catastrofe, la durata dell'impiego dev'essere limitata. L'esercito deve aiutare a superare momenti in cui il carico di lavoro è estremo. Esso partecipa di regola alla ricostruzione soltanto nella misura in cui non fa concorrenza all'economia civile.

L'aiuto spontaneo è offerto in primo luogo dalle truppe che si trovano nelle vicinanze del sinistro. L'aiuto
spontaneo è caratterizzato dalla rapidità e dalla spontaneità e non è burocratico. Per la salvaguardia della sovranità sullo spazio aereo, l'esercito svolge il servizio di polizia aerea a favore dell'Ufficio federale dell'aviazione civile.

Le autorità civili non dispongono di mezzi adeguati per questo compito. Gli impieghi sussidiari avvengono a favore dei Cantoni o della Confederazione. Per principio, i costi fatturati alle autorità civili non devono rappresentare né un incentivo né un motivo per impedire gli impieghi sussidiari dell'esercito.

Pure l'assistenza umanitaria all'estero è effettuata dall'esercito in maniera sussidiaria, sotto la responsabilità operativa del DFAE. Si tratta di prestazioni che non possono essere fornite da alcuna altra istituzione svizzera.

Cooperazione Il RAPOLSIC 2000, del quale il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati hanno preso conoscenza in senso favorevole, porta il titolo «Sicurezza attraverso la cooperazione». Il presente Concetto direttivo si fonda su tale documento e delinea, dove necessario, un esercito maggiormente orientato alla cooperazione rispetto a quanto avviene attualmente e con migliori capacità in questo ambito. Il termine «cooperazione» si riferisce soprattutto alla collaborazione dell'esercito con gli altri strumenti di politica di sicurezza della Svizzera, ma anche alla collaborazione dell'esercito 890

svizzero con Forze armate di altri Stati e con organizzazioni internazionali (come è accaduto già in passato p. es. con l'OSCE). L'esigenza di rafforzare la cooperazione internazionale risulta dall'evoluzione delle minacce, dei pericoli e della tecnica militare: per il singolo Stato, è sempre più difficile affrontare da solo, con buone possibilità di successo, le minacce e i pericoli a cui è esposto. La necessità di cooperazione internazionale è cresciuta anche in questo settore. Contemporaneamente, si sono moltiplicate le possibilità di una simile cooperazione senza che il nostro Paese debba abbandonare la neutralità. Con la cooperazione internazionale saranno sfruttate le opportunità per una stabilizzazione a lunga scadenza del nostro contesto ­ quindi anche per incrementare la sicurezza della Svizzera ­ e saranno compensate le nostre limitazioni tecniche o finanziarie.

La cooperazione internazionale riguarda soprattutto l'istruzione, l'acquisto di armamenti e i contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi. A lunga scadenza e in vista di un drastico peggioramento dei rapporti politicomilitari in Europa, scarsamente probabile ma non totalmente escludibile, l'esercito deve prepararsi, come indicato nel RAPOLSIC 2000, a una più estesa collaborazione con Forze armate estere. Questi preparativi riguardano la capacità del nostro esercito di cooperare con altre Forze armate; non vengono avviate trattative concrete o elaborate pianificazioni in vista di una difesa comune. Si tratta di incrementare la libertà d'azione della Svizzera per l'ipotetico caso in cui gli obblighi inerenti alla neutralità diventassero caduchi in seguito a un attacco militare. Sotto il profilo della neutralità ciò non costituisce alcun problema, poiché non ne risulta alcuna decisione preliminare per quanto concerne un'eventuale collaborazione in materia di difesa.

3

Missione

Conformemente al RAPOLSIC 2000, la missione dell'esercito comprende i contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi, la sicurezza del territorio e la difesa nonché gli impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali. Al riguardo si tratta di compiti fondamentali, descritti sommariamente, per i quali l'esercito deve prepararsi e mantenersi pronto conformemente alla situazione. Questi compiti fondamentali di carattere generale sono indipendenti dalla situazione concreta. Il loro ordine di elencazione corrisponde al concetto in materia di politica di sicurezza elaborato sulla base della Costituzione federale, ma non a una determinata ponderazione della loro importanza, la quale potrebbe risultare soltanto da una determinata evoluzione della situazione. I compiti fondamentali di carattere generale devono essere distinti dalle missioni concrete assegnate dalla condotta politica all'esercito; tali missioni sono assegnate in funzione dell'impiego e possono essere oggetto di una ponderazione. Non è possibile intraprendere una ponderazione di validità generale, indipendente da determinate situazioni. È però possibile indicare quanto segue: qualora si volesse procedere a una ponderazione sulla base del criterio della probabilità, nella situazione attuale le funzioni nell'ambito degli impieghi sussidiari sarebbero al primo posto e la difesa classica all'ultimo. Se si prendessero come criteri gli investimenti finanziari nella tecnologia, la priorità sarebbe accordata piuttosto alla capacità di difesa, mentre gli impieghi sussidiari seguirebbero. Nel caso in cui si prendessero come criteri le dimensioni dell'esercito, il suo livello d'istruzione e il

891

grado di prontezza, il compito di sicurezza del territorio assumerebbe un'importanza particolare.

In tutti i casi, la capacità di combattimento è una premessa importante per l'adempimento della missione. È questa capacità di combattimento che distingue i mezzi militari da quelli civili. Ciò comprende tanto il combattimento nell'ambito di piccoli moduli quanto quello nell'impiego combinato di Grandi Unità. Un esercito in grado di condurre il combattimento difensivo può anche effettuare impieghi sussidiari e offrire contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi. Per contro, un esercito che fosse istruito ed equipaggiato soltanto per quest'ultime missioni, non potrebbe ritenere di poter assolvere anche quella della sicurezza del territorio e, se necessario, la missione di difesa.

Oltre a ciò, vi è il fatto che quando sono necessari gli impieghi di sicurezza del territorio o la difesa, sono in gioco il normale funzionamento o addirittura la sopravvivenza della società e dello Stato. Devono quindi essere presi provvedimenti allo scopo di garantire, dopo una breve preparazione, la sicurezza del territorio e, dopo una preparazione più lunga, la difesa, anche se ciò assorbe considerevoli risorse e nonostante l'esigua probabilità di evenienza.

Per differenti motivi elencati nel presente Concetto direttivo, una copertura integrale nei confronti di tutte le minacce, di tutti i pericoli e i rischi non è possibile. Vi sono fondamentalmente due opzioni: o i rischi residui che non possono essere coperti con le proprie forze vengono accettati, oppure si cerca di ridurli ulteriormente in collaborazione con le Forze armate di altri Stati. Il Consiglio federale è convinto che ­ nel pieno rispetto degli obblighi inerenti alla neutralità ­ debba essere scelta la seconda via, quella della Sicurezza attraverso la cooperazione. Anche in questo caso non è possibile raggiungere una protezione assoluta, tuttavia i rischi residui possono essere diminuiti e l'efficacia dei propri sforzi può essere incrementata.

3.1

Contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi

I contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi servono a promuovere la composizione pacifica dei conflitti e quindi a mantenere ai più bassi livelli possibili le conseguenze non direttamente militari dei conflitti per la Svizzera, nonché, in generale, a contribuire alla gestione di situazioni d'emergenza. Inoltre, con simili impegni si tratta di fare in modo che anche in futuro la Svizzera resti risparmiata dalle minacce militari dirette. L'esercito adempie questa missione partecipando, con unità appropriate e singoli specialisti, a impieghi per la salvaguardia o il rafforzamento della sicurezza, della stabilità e della pace. La partecipazione a tali impieghi è volontaria.

I contributi dell'esercito per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi comprendono le operazioni di sostegno alla pace e l'appoggio all'assistenza umanitaria, compreso l'aiuto in caso di catastrofe nel settore vicino al confine. In generale, anche la verifica nell'ambito del controllo degli armamenti e del disarmo, la promozione del rispetto del diritto internazionale bellico, l'incoraggiamento del controllo democratico delle Forze armate e i contributi destinati allo sminamento a scopo umanitario sono utili al promovimento della pace.

892

Le operazioni di sostegno alla pace devono avvenire sulla base di un mandato dell'ONU oppure dell'OSCE. Devono essere conformi ai principi della politica estera e di sicurezza della Svizzera. La partecipazione ad azioni di combattimento per l'imposizione della pace è esclusa. Un'istruzione e un equipaggiamento conformi all'impiego costituiscono la premessa per adempiere queste missioni. Se la situazione in materia di sicurezza lo esige, i militari partecipanti a simili impieghi saranno armati, affinché possano difendersi e adempiere il loro compito. Per i contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi è di regola disponibile un periodo di preparazione da qualche settimana fino ad alcuni mesi.

L'appoggio all'assistenza umanitaria da parte dell'esercito a favore di uno Stato o di un'organizzazione internazionale avviene in maniera sussidiaria all'impiego di mezzi civili. Deve poter essere fornito immediatamente (da qualche ora fino ad alcuni giorni), come ad esempio nel caso del sostegno offerto dalle Forze aeree all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) in Albania.

3.2

Sicurezza del territorio e difesa

Per l'esercito, la missione «sicurezza del territorio e difesa» ha la massima importanza. Anche se per la Svizzera la minaccia militare è diminuita, l'esercito dev'essere in grado di affrontare ogni minaccia militare indirizzata contro il nostro Paese.

Gli impieghi di sicurezza del territorio servono a proteggere settori e impianti strategicamente importanti nonché lo spazio aereo e quindi a contribuire alla sicurezza e alla stabilità della Svizzera e del suo contesto. A seconda dell'entità, devono essere eseguiti dopo un periodo di preparazione medio (da qualche settimana ad alcuni mesi). La loro durata non può essere determinata in anticipo. La Svizzera è in grado di eseguire autonomamente impieghi di sicurezza del territorio, ma in caso di bisogno può anche coordinarli con gli Stati vicini.

Per quanto riguarda la difesa, si tratta di respingere un attacco contro la Svizzera.

Questa missione è assolta preferibilmente in maniera autonoma (ossia con i propri mezzi). Quando il pacchetto di forze avversarie supera le nostre forze, deve però, se necessario, essere possibile anche cooperare con eserciti di altri Stati nell'ambito della difesa.

In considerazione dell'evoluzione militare e tecnologica nonché delle scarse risorse, la realizzazione di un esercito in grado di difendersi autonomamente anche dagli attacchi militari più massicci sarebbe poco sensata dal punto di vista della politica di sicurezza, senza considerare che richiederebbe un multiplo dell'attuale budget per la difesa. Occorre pertanto creare le premesse affinché, se necessario, sia possibile cooperare con le Forze armate di altri Stati anche nell'ambito della difesa. Ciò non costituisce una novità: già in passato è stata considerata la possibilità di cooperare militarmente con altri Stati nel caso di un attacco massiccio contro la Svizzera. Questo tema è particolarmente rilevante dal punto di vista politico, poiché una difesa comune è compatibile con lo statuto di neutralità permanente soltanto in un quadro estremamente limitato. Occorre pertanto qualche chiarimento, fornito qui di seguito.

Per il nostro Paese, la minaccia militare convenzionale è fortemente diminuita. Tuttavia, essa non è però esclusa per l'eternità: non vi è alcuna certezza in merito all'evoluzione politica e militare a lunga scadenza. La minaccia militare potrebbe 893

nuovamente aggravarsi e diventare acuta, sebbene la Svizzera ­ proprio grazie anche ai contributi dell'esercito per il sostegno internazionale alla pace ­ sfrutti tutte le possibilità per promuovere la sicurezza, la stabilità e la pace allo scopo di impedire una simile evoluzione. L'esistenza stessa dell'esercito si deduce da questa incertezza residua; per quanto riguarda la sua missione di difesa, ossia la sua competenza fondamentale, esso è orientato a questo caso. È un obbligo delle autorità competenti di riflettere sul caso di un attacco militare alla Svizzera, nonostante il carattere attualmente ipotetico di questa evenienza. Al riguardo, occorre considerare che la Svizzera potrebbe essere confrontata con un aggressore contro il quale le nostre capacità di difesa militari non sono sufficienti.

Dopo un attacco militare, la Svizzera non sarebbe obbligata a mantenere la sua neutralità. Una difesa comune nell'ambito di un'alleanza con altri Stati sarebbe quindi ammessa. In un tale caso estremo ­ e di questo si tratta a causa dell'esigua probabilità e dell'elevato impegno che richiederebbe ­, il Consiglio federale e il Parlamento devono avere la massima libertà d'azione per tutelare il Paese e la popolazione dai danni. Tale libertà d'azione comprende la possibilità di disporre dell'opzione della difesa comune nella medesima misura di quella della difesa autonoma. Affinché l'opzione della difesa comune possa esistere, l'esercito dev'essere in grado di collaborare con altre Forze armate anche nell'ambito della difesa. Tale capacità non può essere acquisita a breve termine, durante una crisi, ma dev'essere sviluppata nell'arco di anni come elemento di una politica previdente e a lunga scadenza. Ciò costituisce una previdenza necessaria, nell'interesse della nostra indipendenza, per il caso in cui la neutralità sia sottratta alla Svizzera da forze esterne. Attualmente, l'obiettivo non può essere quello di sviluppare scenari e piani concreti o addirittura di avviare trattative in vista di una difesa comune, ma piuttosto di sviluppare la capacità per un'eventuale collaborazione anche nell'ambito della difesa e di creare quindi un adeguato margine di manovra. Pure in passato, l'esercito ha curato scambi permanenti di esperienze con altri eserciti e ha cooperato con loro nell'ambito dell'istruzione.
Nella situazione attuale e del prossimo futuro, non è possibile stabilire quantitativamente quale pacchetto di forze avversarie l'esercito debba poter affrontare autonomamente. È per contro certo che, nei limiti delle risorse disponibili, la soglia a partire dalla quale è necessaria una cooperazione nell'ambito della difesa debba essere situata il più in alto possibile.

Per quanto riguarda l'impiego difensivo, è possibile considerare un periodo di preparazione assai lungo. Tale periodo può essere utilizzato per incrementare la prontezza alla difesa dell'esercito (potenziamento). Tuttavia, questo è possibile soltanto se l'esercito acquisisce in permanenza e conserva conoscenze specifiche nei settori decisivi della condotta della guerra moderna. Ciò presuppone effettivi sufficienti, un equipaggiamento e un armamento moderni nonché un elevato livello d'istruzione.

894

3.3

Impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali

Gli impieghi sussidiari e per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali in Svizzera comprendono l'aiuto militare in caso di catastrofe, gli impieghi sussidiari di sicurezza, il servizio di polizia aerea a favore dell'Ufficio federale dell'aviazione civile e gli impieghi di appoggio generale. L'esercito fornisce questi contributi su richiesta dell'autorità competente, la quale assume la responsabilità per la gestione dell'evento, e dev'essere in grado di eseguire contemporaneamente numerosi impieghi di questo tipo.

Vi è pure la possibilità che sia necessario eseguire impieghi all'estero, sotto forma di impieghi di sicurezza a favore di cittadini svizzeri e installazioni svizzere. Ciò comprende la sorveglianza di rappresentanze diplomatiche, ma anche, in collaborazione con altri Stati, il rimpatrio di cittadini svizzeri da aree di crisi.

Gli impieghi sussidiari devono avvenire immediatamente. La durata d'impiego per l'aiuto militare in caso di catastrofe è generalmente breve. Gli impieghi sussidiari possono per contro durare più a lungo e il servizio di polizia aerea dev'essere assicurato in permanenza.

4

Conseguenze risultanti dalle condizioni quadro e dalla missione

Probabilità

Dall'analisi delle minacce, dei pericoli e della missione risultano le prestazioni richieste.

Conflitti extraeuropei

Sostegno alla pace e gestione delle crisi

Catastrofi naturali e tecnologiche

Aiuto in caso di catastrofe in Svizzera Appoggio all'assistenza umanitaria all'estero

Conflitti armati in Europa

Sostegno alla pace, appoggio all'assistenza umanitaria, appoggio generale alle autorità civili, sicurezza del territorio

Estremismo violento

Protezione dal ricorso alla violenza Appoggio generale alle autorità civili

Terrorismo

Protezione dal ricorso alla violenza Protezione di installazioni svizzere all'estero

Guerra dell'informazione

Protezione dell'informatica dell'esercito

Conseguenze della proliferazione

Controllo degli armamenti, difesa antimissile, impieghi sussidiari di sicurezza

Disordini interni

Impieghi sussidiari di sicurezza Sicurezza del territorio

Ricorso alla forza nello spazio aereo

Controllo e protezione dello spazio aereo

Aggressione militare

Difesa

Figura 3: Minacce e pericoli - Prestazioni dell'esercito

895

4.1

Polivalenza

L'esercito dev'essere polivalente perché gli sono assegnate numerose missioni e deve fornire differenti prestazioni. La competenza in materia di difesa dev'essere salvaguardata, anche se la prontezza alla difesa può essere mantenuta a bassi livelli, sin tanto che non si delinea alcun mutamento sostanziale della situazione in materia di politica di sicurezza. Per mantenere la competenza in materia di difesa, l'esercito dev'essere ben istruito nonché modernamente equipaggiato e armato; tuttavia, contemporaneamente, i suoi effettivi possono essere ridotti.

La capacità di offrire contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi dovrà essere incrementata. Si tratta soprattutto di assicurare il personale per gli impieghi di lunga durata e contemporaneamente di disporre di un numero sufficiente di volontari per impieghi a breve termine nell'ambito dell'appoggio all'assistenza umanitaria. Questa missione non collide con le altre due missioni dell'esercito; le risorse finanziarie e di personale impiegate sono modeste, sia nel contesto internazionale, sia in rapporto alle risorse impiegate per l'adempimento delle altre due missioni.

Il profilo delle prestazioni relativo agli impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali rimane invariato. Tuttavia, la qualità delle prestazioni sarà migliorata, segnatamente mediante formazioni rapidamente impiegabili e, in parte, specializzate.

4.2

Modularità

Una struttura modulare risponde alla necessità dell'esercito di adempiere differenti missioni e di essere impiegabile in maniera flessibile, nonché all'esigenza di utilizzare formazioni su misura per ogni impiego concreto. Una simile struttura è adattabile anche per quanto riguarda i mutamenti a livello di dottrina e di tecnologia.

Inoltre, consente tanto un incremento quanto una riduzione degli effettivi, senza che sia necessaria una drastica ristrutturazione.

I moduli di base dell'esercito sono i battaglioni, i gruppi e le squadriglie (eventualmente anche unità indipendenti o distaccamenti). Si tratta di corpi di truppa specializzati i cui comandanti assumono la responsabilità globale per l'istruzione e l'impiego. Per motivi di radicamento regionale, i battaglioni e i gruppi sono incorporati, nel quadro di un'organizzazione di base, in brigate, le quali, se necessario, saranno adeguate in funzione del compito. I battaglioni e i gruppi sono in grado di fornire una prestazione tattica dopo l'allestimento della prontezza di base e la conclusione del passaggio alla prontezza d'impiego. Essi sono disponibili per gli impieghi in tempi diversi: alcuni immediatamente (formazioni di professionisti), la maggior parte entro qualche settimana e la riserva entro un anno.

La riduzione dell'effettivo dell'esercito e l'ottimizzazione dei processi di condotta consentono di ridurre il numero dei livelli di condotta e delle funzioni di condotta.

Per principio si rinuncerà quindi ai livelli del corpo d'armata, della divisione e del reggimento.

896

4.3

Prontezza

L'analisi delle minacce e dei pericoli evidenzia che l'esercito non deve poter fornire tutte le prestazioni entro le medesime scadenze. Il grado di prontezza relativo ad ognuna delle prestazioni richieste è riassunto graficamente nella figura 4.

A causa dei differenti tempi di reazione, l'attuale sistema di mobilitazione può essere sostituito, nell'interesse di una maggiore efficienza, con un sistema più flessibile di prontezza differenziata. In questo contesto, la capacità di fornire prestazioni va distinta dalla prontezza a fornire prestazioni. Mentre per gli impieghi con un lungo periodo di preparazione dev'essere addestrata la capacità a fornire prestazioni, per gli impieghi immediati è inoltre necessaria un'elevata prontezza con un adeguato pacchetto di forze.

Gli impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali devono per principio essere prestati immediatamente; impieghi sussidiari di vasta portata oppure numerosi impieghi sussidiari contemporanei richiedono un periodo di preparazione più lungo. Ciò vale anche per l'appoggio all'assistenza umanitaria. Devono pertanto essere create le premesse per mantenere in un elevato stato di prontezza le parti dell'esercito necessarie (militari di professione, militari a contratto temporaneo, militari in ferma continuata).

Mesi

Settimane

Anni

Aiuto in caso di catastrofe in Svizzera Appoggio generale alle autorità civili Protezione di installazioni svizzere all'estero Controllo e protezione dello spazio aereo Protezione dell'informatica dell'esercito Controllo degli armamenti Difesa antimissile* Appoggio all'assistenza umanitaria Protezione dal ricorso alla forza Impieghi sussidiari di sicurezza Sostegno alla pace Sicurezza del territorio Difesa

Tempi di reazione Figura 4: Profilo delle prestazioni * L'esercito non dispone attualmente di alcuna capacità in materia di difesa dai missili balistici. Tuttavia, qualora tale capacità fosse acquisita, dovrebbe poter essere impiegata immediatamente.

897

I contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi devono essere forniti entro pochi mesi. Singole persone (p. es. osservatori militari) possono essere impiegate anche entro qualche settimana. Per impieghi di lunga durata sono necessari militari di milizia (su base volontaria), militari di professione e militari a contratto temporaneo. Il fabbisogno può mutare a breve o media scadenza. Occorre creare le premesse per il reclutamento dei volontari necessari entro i termini disponibili.

Gli impieghi di sicurezza del territorio devono essere possibili dopo un tempo di preparazione medio. In caso di necessità sono chiamate in servizio formazioni di CR. Per impieghi di lunga durata possono essere impiegate anche formazioni che abbisognano di un tempo di preparazione più lungo (riserva).

Per la difesa si può contare su un lungo periodo di preparazione. Devono essere assicurate una competenza e una prontezza di base, a partire dalle quali possa essere allestita in tempo utile la prontezza d'impiego. Qualora dovesse delinearsi un'evoluzione che richieda forze considerevolmente superiori per la difesa, dev'essere possibile rafforzare l'esercito anche al di là della riserva. La premessa per un simile potenziamento, che richiede parecchi anni, è costituita da una decisione del Consiglio federale e del Parlamento.

Sono disponibili immediatamente le persone soggette all'obbligo di prestare servizio che assolvono il loro servizio in un unico periodo e saranno incorporate in speciali formazioni d'intervento rapido dopo la loro istruzione di base (militari in ferma continuata). A loro si aggiungono i militari di professione e i militari a contratto temporaneo nonché il personale civile. Le formazioni impiegabili immediatamente effettuano impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali. La rapida disponibilità di militari in ferma continuata, di militari di professione e di militari a contratto temporaneo, i cui effettivi sono tuttavia limitati ma impiegabili in tutta la Svizzera, consente di rinunciare a formazioni d'allarme il cui impiego era geograficamente vincolato (Berna, Ginevra, Kloten). Con un sistema di prontezza si assicura però che possano essere impiegate anche truppe in servizio d'istruzione. Si tratta di truppe nell'ultima fase dell'istruzione
di base (istruzione di reparto, IDR) oppure di truppe che stanno prestando il CR. Tali formazioni possono assumere impieghi sussidiari di maggiore entità rispetto a quelli assunti dalle truppe disponibili immediatamente e sono pure in grado di incrementarne la durabilità.

898

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

CR

Set

Ott

Nov

Dic

Logistica Genio/salvataggio/ABC

immediatamente

Fanteria Feb

Ago

I militari in ferma continuata sono sempre

Forze aeree

Gen

Lug

Mar

Apr

SR in IDR

disponibili Mag

Giu

CR

Lug

Ago

SR in IDR

Set

CR

Ott

Nov

Dic

SR in IDR

Figura 5: Truppe disponibili in permanenza

Dopo un periodo di preparazione medio possono essere chiamate in servizio formazioni supplementari. Oltre ai compiti già menzionati, queste formazioni possono assumere pure impieghi di sicurezza del territorio. Un periodo di preparazione medio vale anche per le formazioni destinate al sostegno internazionale alla pace e alla gestione delle crisi, le quali consistono di militari di professione, militari di milizia che si mettono a disposizione per un certo tempo (diventando militari a contratto temporaneo) e, su base volontaria, militari in ferma continuata.

La riserva è disponibile dopo un periodo di preparazione di lunga durata. Le formazioni della riserva devono essere attivate tempestivamente, poiché per raggiungere la prontezza d'impiego occorre loro un periodo di preparazione di parecchi mesi.

Grazie a loro la durabilità nell'ambito degli impieghi di sicurezza del territorio può essere assicurata per un lungo periodo.

La riserva può incrementare la libertà d'azione delle autorità politiche in due modi.

Da un lato, serve ad aumentare la durabilità, in quanto assicura gli avvicendamenti in occasione di operazioni militari di lunga durata. Per questo solo scopo dovrebbe essere previsto unicamente un equipaggiamento personale. Dall'altro, la riserva serve però anche a incrementare nettamente il numero delle formazioni dell'esercito e quindi la forza bellica.

899

Truppe messe a disposizione

Decisioni politiche per l'impiego della riserva e per il potenziamento

Incremento della prontezza d'impiego

Riserva attivata

Formazioni che stanno prestando il CR

Formazioni chiamate in servizio

Formazioni chiamate in servizio

Militari in ferma continuata

Militari in ferma continuata

Militari in ferma continuata

Militari in ferma continuata

Militari a contratto temporaneo Militari di professione

Militari a contratto temporaneo Militari di professione

Militari a contratto temporaneo Militari di professione

Militari a contratto temporaneo Militari di professione

(sdt, suff, uff)*

(sdt, suff, uff)*

(sdt, suff, uff)*

(sdt, suff, uff)*

Potenziamento

Tempi di reazione Immediatamente

Settimane

Mesi

Anni

Figura 6: Il sistema della prontezza differenziata * P. es. sicurezza militare, compagnie di pronto intervento per l'aiuto in caso di catastrofe, mezzi delle Forze aeree.

Negli ultimi decenni, l'esercito svizzero disponeva di riserve, senza che sia stato utilizzato esplicitamente tale termine. In tutte le formazioni dell'esercito restavano incorporati militari che avevano adempiuto il totale obbligatorio di giorni di servizio e che sarebbero stati attivati soltanto nel caso di una mobilitazione. Quantitativamente, negli ultimi anni questa «riserva» comprendeva circa il 20 per cento dell'effettivo dell'esercito.

I militari che hanno adempiuto il totale obbligatorio di giorni di servizio saranno incorporati in formazioni della riserva. In situazione normale, la truppa, i sottufficiali e gli ufficiali subalterni di tali formazioni non presteranno alcun servizio. I comandanti e gli ufficiali superiori delle formazioni della riserva presteranno annualmente cinque giorni di servizio al massimo (rapporti di servizio, introduzione di novità importanti ecc.). Le formazioni della riserva disporranno ­ oltre che dell'equipaggiamento personale ­ di proprio materiale di corpo, ossia di sistemi d'arma e di veicoli moderni ancora disponibili dalle scorte di Esercito 95. Questo materiale sarà immagazzinato per lungo tempo secondo criteri economico-aziendali. Si deciderà in merito a un rinnovamento di questo materiale soltanto al termine della durata di utilizzazione militare. I componenti determinanti per la collaborazione con formazioni attive dell'esercito (p. es. sistemi di trasmissione e di condotta) devono per contro essere rinnovati allo stesso ritmo di quelli delle formazioni attive.

Per le formazioni speciali (p. es. nel settore dell'aiuto alla condotta), le cui capacità non devono essere totalmente esaurite in caso normale, nonché per differenti formazioni delle Forze aeree, possono essere previsti reparti misti di militari obbligati a prestare servizio e di riservisti.

900

4.4

Potenziamento

Qualora la situazione in materia di politica di sicurezza si deteriorasse in maniera tale che la Svizzera si trovi ad essere confrontata concretamente con un'acuta minaccia militare, vi sarebbe la possibilità di adeguare l'esercito. Questo processo, definito «potenziamento» comprende: ­

la concretizzazione della dottrina (procedure operative e tattiche);

­

i preparativi in materia d'istruzione specifici all'impiego;

­

l'adeguamento dell'equipaggiamento e dell'armamento, per esempio mediante aumento delle scorte ­ l'acquisto e l'introduzione di sistemi complessi provenienti dall'estero potrebbero però essere difficili in una situazione caratterizzata da forti tensioni;

­

l'incremento dell'effettivo dell'esercito mediante sfruttamento dei giorni di servizio stabiliti per legge e (dopo le necessarie modifiche legislative) aumento della durata del servizio, attivazione delle formazioni della riserva e chiamata di ulteriori classi d'età.

Il potenziamento non può essere pianificato anticipatamente nei dettagli. Decisivo è il fatto che siano prese le pertinenti decisioni parlamentari (adeguamento delle basi legali, modifica delle condizioni quadro finanziarie ecc.). La premessa imperativa per un potenziamento è il mantenimento e lo sviluppo di tutte le competenze fondamentali dell'esercito in materia di difesa, poiché non sarà praticamente più disponibile il tempo sufficiente per acquisire nuovamente le competenze perdute.

4.5

Cooperazione e capacità di cooperazione

Per adempiere a tutte le missioni, l'esercito deve collaborare con altre istituzioni in Svizzera o all'estero. Esso è sempre stato orientato alla cooperazione con gli altri strumenti svizzeri in materia di politica di sicurezza, per esempio nell'ambito di impieghi sussidiari. A ciò si aggiunge ora un rafforzamento della sua capacità di cooperare con le Forze armate di altri Stati e con organizzazioni internazionali. Ciò non indebolisce in alcun modo la competenza del Consiglio federale e del Parlamento di decidere in merito a ogni singolo impiego dell'esercito, ma al contrario ne accresce la libertà d'azione mediante la creazione di opzioni supplementari.

Nel caso della cooperazione in Svizzera, l'esercito è parte della cooperazione nazionale per la sicurezza, la quale ingloba tutti gli strumenti in materia di politica di sicurezza. Gli impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali sono effettuati su richiesta e sotto la responsabilità operativa delle autorità civili, mentre per la sicurezza del territorio e la difesa l'esercito agisce sotto la propria responsabilità, ma in cooperazione con le istanze civili. Anche nel caso di impieghi sussidiari, la condotta dell'esercito decide con quali mezzi può adempiere il compito che l'aspetta, sempreché il Consiglio federale non decida altrimenti per motivi di ordine superiore. La creazione di uno stato maggiore di condotta dell'esercito comprendente un nucleo di professionisti consentirà di valutare dal punto di vista militare la fattibilità degli impieghi sussidiari e di garantire la consulenza ai responsabili.

901

Le strutture di comando permanenti nelle regioni territoriali terranno conto delle particolarità regionali degli impieghi sussidiari.

La cooperazione internazionale, segnatamente nel campo dell'istruzione ma anche negli impieghi per il sostegno alla pace, ha una certa tradizione nell'esercito. Con la strategia della sicurezza attraverso la cooperazione, tale collaborazione, nel pieno rispetto degli obblighi inerenti alla neutralità, assume tuttavia una maggiore importanza.

Per quanto riguarda la cooperazione bilaterale o multilaterale in materia d'istruzione, si tratta soprattutto di addestrare all'estero ciò che in Svizzera non può essere addestrato in maniera ottimale (p. es. allenamento al combattimento aereo, istruzione di reparto a partire dal livello di battaglione/gruppo, collaborazione in stati maggiori internazionali) e di comparare periodicamente il livello d'istruzione con quello dei partner stranieri e quindi, come nell'economia, di misurare la propria capacità di prestazione in un regime per così dire di concorrenza. Quale contropartita, alle Forze armate straniere sono offerte possibilità d'istruzione in Svizzera, segnatamente l'utilizzazione di simulatori e la partecipazione a corsi di formazione per i quadri.

I contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi, fondati su mandati dell'ONU oppure dell'OSCE, nonché l'appoggio all'assistenza umanitaria all'estero, sono orientati alla salvaguardia o al ripristino della stabilità e della pace, in primo luogo nel contesto europeo. Essi consentono tuttavia anche di raccogliere esperienze utili all'esercito.

Una difesa comune con Stati vicini o altri Stati amici è compatibile con la neutralità nel caso in cui la Svizzera fosse attaccata militarmente, con il conseguente venir meno dei suoi obblighi inerenti alla neutralità. L'esercito deve sviluppare, se necessario, la capacità di cooperare con altri Stati pure nell'ambito della difesa, affinché, in una simile situazione, il Consiglio federale e il Parlamento dispongano, oltre che dell'opzione privilegiata della difesa autonoma, anche della possibilità di cooperare con altri Stati nell'ambito della difesa. Tuttavia, senza l'esplicita autorizzazione del Governo federale, l'esercito non avvierà trattative né elaborerà concezioni per una difesa comune con altri
Stati o alleanze militari.

La cooperazione con Forze armate straniere richiede una certa capacità di cooperazione internazionale (interoperabilità), ma serve anche a svilupparla. L'interoperabilità riguarda soprattutto ambiti quali le lingue, l'attività di stato maggiore, le procedure d'impiego e l'equipaggiamento (in primo luogo i sistemi di condotta e d'informazione). L'interoperabilità è prioritariamente necessaria in occasione della partecipazione a operazioni internazionali di sostegno alla pace e per l'appoggio all'assistenza umanitaria. La capacità di cooperazione nell'ambito della sicurezza del territorio e della difesa va sviluppata soltanto quale seconda priorità. L'interoperabilità consente e facilita la cooperazione internazionale; tuttavia essa non la presuppone: resta ancora possibile agire autonomamente.

Sono utili allo sviluppo dell'interoperabilità soprattutto le esercitazioni e i programmi d'istruzione del Partenariato per la pace. In questo ambito la Svizzera partecipa al Processo di pianificazione e di revisione. In tale processo, gli obiettivi in materia di interoperabilità sono stabiliti dalla Svizzera e discussi bilateralmente con la NATO e gli altri partner PfP. Questi obiettivi spaziano dalle conoscenze linguistiche al lavoro di stato maggiore, fino agli aspetti logistici in occasione di impieghi all'estero.

902

Nell'ambito di ogni cooperazione, l'esercito deve fornire prestazioni elevate, indipendentemente dal fatto che esso sia un partner determinante, come ad esempio nell'ambito dell'aiuto militare in caso di catastrofe in Svizzera, oppure svolga, come nelle operazioni di sostegno alla pace, soltanto un ruolo limitato. In caso contrario, la cooperazione diventa dipendenza. Affinché l'esercito sia un partner a pieno titolo nell'ambito della cooperazione, esso dev'essere ben istruito nonché modernamente armato e equipaggiato.

4.6

Personale militare

Affinché sia possibile garantire la necessaria prontezza e conseguire un miglioramento dell'istruzione nell'esercito, una maggiore compatibilità tra carriera militare, famiglia e professione, nonché un impiego ottimale degli equipaggiamenti e degli armamenti di tecnologia avanzata, è necessario aumentare l'aliquota di militari di professione e di militari a contratto temporaneo. Tuttavia l'incremento non riguarderà il personale civile, poiché con la riduzione dell'effettivo dell'esercito verrà meno una parte dei compiti amministrativi. Complessivamente, Esercito XXI richiederà meno personale professionista di oggi e in molti casi personale con altre qualifiche professionali. Il compito di assicurare l'istruzione e la prontezza di base dell'esercito nonché di condurre nell'impiego formazioni che devono essere impiegate immediatamente oppure dopo un breve periodo di preparazione spetta soprattutto al personale militare (militari di professione e militari a contratto temporaneo). Di conseguenza, l'immagine professionale degli attuali istruttori muterà: essi passeranno da «insegnanti in uniforme» ad autentici militari di professione. Le elevate esigenze di disponibilità che devono essere soddisfatte dai militari di professione si riflettono nelle pertinenti disposizioni esecutive della legge sul personale federale. I militari a contratto temporaneo appoggiano i militari di professione nella loro attività. Nel contempo occorre assumere più personale civile per l'istruzione.

5

Dottrina

La dottrina militare è conseguente agli obiettivi della politica di sicurezza nonché al contesto politico-strategico e tecnologico. Essa definisce una visione comune dei principi secondo i quali l'esercito viene impiegato, consentendo una condotta uniforme e ciononostante flessibile a tutti i livelli. Essa dev'essere sufficientemente flessibile e adeguata agli standard internazionali, affinché offra spazio ai futuri sviluppi e permetta la collaborazione con i partner laddove gli sforzi autonomi non sono sufficienti.

903

5.1

Modelli di esercito

Per la concezione dell'esercito sono fondamentalmente ipotizzabili quattro modelli: L'esercito per la sicurezza del territorio Poiché un attacco militare contro la Svizzera con Forze armate regolari è poco probabile, l'esercito potrebbe limitarsi alla difesa da forme di minaccia asimmetriche (emananti da gruppi che utilizzano mezzi e procedure irregolari). In tal caso, la gamma dei compiti spazierebbe dal sostegno alla pace agli impieghi sussidiari per la gestione dei pericoli esistenziali, fino alla sicurezza del territorio. Secondo questo modello, la capacità di difesa contro un attacco militare convenzionale sarebbe nuovamente sviluppata soltanto quando apparirebbero indizi di una pertinente minaccia.

Per quanto concerne i tempi di realizzazione, un fattore critico per tale potenziamento sarebbe la formazione di una generazione di quadri che disponga di know how in materia di condotta del combattimento moderno (combattimento interarmi, cooperazione interforze). Raggiungere tale obiettivo con un tempo di preallarme limitato a pochi anni non è realistico. Per questo motivo un esercito orientato unicamente alla sicurezza del territorio non rappresenta un'alternativa valida sin tanto che un attacco militare contro la Svizzera non può essere escluso per sempre.

L'esercito di difesa autonomo In considerazione della neutralità della Svizzera e dell'intento dichiarato di non voler aderire ad alcuna alleanza militare, potrebbe essere richiesto un esercito in grado di difendersi autonomamente (ossia senza aiuto esterno) contro ogni avversario, indipendentemente dalla sua forza. La Svizzera non ha mai posseduto un simile esercito. Esso sarebbe realizzabile soltanto con colossali sforzi in materia d'armamento e disponendo di un multiplo dell'attuale bilancio per la difesa. Israele è l'esempio di un piccolo Stato che sviluppa e mantiene sistemi d'arma contro avversari molto potenti. Israele dispone però di armi di distruzione di massa, anche se ciò non viene ufficialmente confermato. La Svizzera non disporrebbe di alcun potenziale dissuasivo contro l'impiego di armi di distruzione di massa, a meno di voler acquisire armi nucleari ­ un'impresa finanziariamente onerosa e tecnicamente difficile che porterebbe il Paese all'isolamento politico.

Anche un esercito di massa dotato di un armamento relativamente
semplice non può offrire alla Svizzera alcuna capacità autonoma di difesa. Un avversario moderno può danneggiare dal cielo e con armi stand-off la capacità di condotta dello Stato e dell'esercito nonché ulteriori punti nevralgici, in modo tale che, anche in caso di un elevato sacrificio umano, non sarebbe più possibile alcuna difesa nazionale coerente.

Già oggi l'importanza dell'entità numerica di un esercito per la sua forza difensiva è nettamente diminuita rispetto al passato e questa tendenza probabilmente perdurerà, conducendo a un'ulteriore crescita del fabbisogno in campo tecnologico, a scapito degli effettivi delle truppe.

Il piccolo esercito fortemente professionalizzato Partendo dall'ipotesi che un piccolo esercito sia sufficiente per l'adempimento dei compiti prospettabili in base all'esperienza degli ultimi decenni e che la difesa autonoma contro un attacco militare sarebbe comunque vana, potrebbe essere richiesto un piccolo esercito fortemente professionalizzato. Un simile esercito sarebbe costi904

tuito di persone soggette all'obbligo di prestare servizio militare (militari in ferma continuata) e di militari a contratto temporaneo, con quadri ampiamente professionalizzati. Per quanto riguarda il know how, esso coprirebbe senz'altro l'intera gamma dei compiti, tuttavia i suoi effettivi sarebbero troppo esigui già a livello di impieghi di sicurezza del territorio di vasta portata (da adempiere autonomamente). In vista della possibilità di un attacco militare contro la Svizzera, dovrebbe essere imperativamente considerata l'adesione a un'alleanza militare. Un simile esercito non sarebbe più un esercito di milizia e richiederebbe una modifica della Costituzione federale. Inoltre, se dovesse avere un effettivo sufficiente per il caso di difesa ed essere equipaggiato in maniera molto moderna, i suoi costi supererebbero l'attuale bilancio per la difesa.

Esercito XXI Esercito XXI è il risultato degli sforzi intesi a soddisfare il mandato costituzionale in considerazione dell'imponderabilità dell'evoluzione della politica di sicurezza a lunga scadenza, nell'ambito delle condizioni quadro socio-finanziarie ed evitando i punti deboli dei tre modelli alternativi menzionati in precedenza. Esercito XXI è un esercito di milizia caratterizzato da un'elevata e moderna competenza difensiva, la cui prontezza alla difesa può tuttavia essere ridotta rispetto al passato senza che la sicurezza del Paese ne risulti minacciata. Si tratta di un esercito il cui effettivo attivo è definito in primo luogo a partire dai requisiti inerenti agli impieghi più probabili (impieghi sussidiari, sostegno alla pace, sicurezza del territorio), ma che può essere modificato nelle sue dimensioni senza incisive ristrutturazioni. Con la riserva e dopo il potenziamento, esso può gestire l'intera gamma delle prestazioni richieste, ma non è mantenuto in permanenza in uno stato di prontezza oneroso e orientato al peggiore dei casi.

5.2

Campi d'azione dell'esercito

Sul territorio svizzero l'esercito effettua impieghi di sicurezza del territorio, intercetta gli attacchi secondo le sue possibilità e ristabilisce lo stato precedente. L'esercito acquisisce anche la capacità di cooperare con altri Stati nell'ambito della difesa, allo scopo di creare una supplementare libertà d'azione per le autorità politiche nel caso di un attacco militare contro la Svizzera (in seguito al quale la neutralità decadrebbe). Inoltre, l'esercito effettua impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali.

Nel nostro contesto strategico, l'esercito offre contributi per il mantenimento e il ristabilimento della sicurezza, della stabilità e della pace. Esso contribuisce in tal modo a ridurre, a breve e medio termine, le conseguenze non militari dei conflitti regionali per la Svizzera e, a lunga scadenza, a diminuire il rischio che si sviluppi una minaccia militare concreta contro il nostro Paese. Al di fuori dei confini svizzeri, l'esercito può inoltre appoggiare l'assistenza umanitaria; ciò comprende anche l'aiuto in caso di catastrofe nel settore vicino al confine.

A livello globale, l'esercito offre contributi per l'attuazione dei trattati internazionali (p. es. verifica, invio di osservatori militari, missioni), per la protezione dei nostri interessi all'estero (p. es. guardia alle ambasciate, evacuazione di cittadini svizzeri) e per il sostegno in settori quali lo sminamento a scopo umanitario, il controllo democratico delle Forze armate, il rafforzamento della fiducia, il disarmo e l'istruzione. Il 905

contesto globale in materia d'informazione è sfruttato dall'esercito per la condotta delle proprie operazioni; in tale ambito assume un'elevata importanza la protezione dalla guerra dell'informazione.

5.3

Principi per il ricorso alle Forze armate

Se in passato la guerra aveva lo scopo di obbligare uno Stato alla capitolazione senza condizioni mediante l'annientamento delle sue Forze armate, oggi si mira a successi militari rapidi e limitati, tali da creare premesse favorevoli per le successive trattative politiche. In combinazione con gli sviluppi nel campo delle Forze armate e delle tecnologie dell'armamento, questa concezione fa sì che all'inizio del ventunesimo secolo la condotta della guerra sia determinata da cinque fattori: ­

In primo piano vi è l'essere umano: le tecnologie dell'armamento e i nuovi sistemi di comunicazione incrementano il valore del singolo militare e consentono l'appiattimento delle gerarchie. La minimizzazione delle perdite umane determina lo svolgimento e spesso anche gli obiettivi di un'operazione.

­

Anticipazione: i rischi devono essere identificati e valutati prima che diventino una minaccia. Ciò presuppone un servizio informazioni efficiente, adattabile ed efficace nell'intera gamma dei pericoli moderni.

­

Adeguatezza dell'impiego delle forze: gli strumenti devono essere adeguati al potenziale di forza e devono poter essere adattati in permanenza all'evoluzione della situazione. Si mira anche a mantenere al livello più basso possibile i danni causati a terzi dalle operazioni militari.

­

Focalizzazione: in uno spazio e in un tempo limitati dev'essere raggiunta quella superiorità che consente di sfruttare a livello strategico i successi operativi e tattici. Ciò presuppone l'integrazione dei mezzi d'informazione e la disponibilità di tecnologie moderne.

­

Integrazione orientata all'impiego: le componenti di un pacchetto di forze (sistemi e Armi, nonché singole Forze armate e contingenti nazionali) devono essere adeguate alla pertinente operazione e riunite in maniera flessibile (modularità). Di regola, a ogni operazione partecipano congiuntamente componenti delle Forze terrestri e delle Forze aeree (operazioni interforze).

5.4

Guerra simmetrica e asimmetrica

Per principio, i conflitti militari possono svolgersi in maniera simmetrica o asimmetrica, anche se nella pratica sono spesso caratterizzati da una combinazione di entrambe le forme.

Nel caso della guerra simmetrica, le parti in conflitto dispongono di Forze armate che in settori essenziali quali la dottrina, la struttura e l'equipaggiamento sono simili e perseguono obiettivi tattici e operativi comparabili. In un simile caso, la condotta del combattimento da parte di tutti i partecipanti avviene secondo la medesima logica militare.

906

Nel caso della guerra asimmetrica, una delle parti in conflitto non è in grado o non vuole condurre il combattimento in maniera simmetrica. Essa sfugge allo scontro simmetrico e cerca il confronto laddove l'avversario non può far valere la propria forza, è debole e impreparato. In tal caso, gli obiettivi tattici o operativi cambiano; l'obiettivo strategico, ossia l'obiettivo vero e proprio della guerra, rimane però di regola il medesimo.

La guerra asimmetrica è spesso caratterizzata in elevata misura dalla violenza, per esempio sotto forma di attentati terroristici. Tale violenza non è indirizzata soltanto contro obiettivi militari, ma anche, con una brutalità efficace sui media, contro obiettivi civili. Chi conduce una guerra asimmetrica non rispetta il diritto internazionale bellico. Un simile genere di guerra non è perciò adatto a Stati democraticamente legittimati, può però essere impiegato, per esempio da terroristi, contro tali Stati e società democratiche.

Nei conflitti asimmetrici, le forze di sicurezza civili e l'esercito sono estremamente sollecitati. Le attività nemiche non possono il più delle volte essere circoscritte, ma soltanto limitate. In futuro, oltre che del terrorismo e della guerriglia occorrerà tener conto, come forme di minaccia asimmetriche, anche della guerra dell'informazione e dell'impiego di armi di distruzione di massa.

5.5

Elementi per una concezione della difesa

Vere e proprie concezioni della difesa ­ come quelle che l'esercito svizzero ha conosciuto da ultimo durante la guerra fredda (dispositivo di combattimento di base) ­ sono sensate soltanto in vista di una minaccia militare concreta. Secondo il punto di vista attuale, contro un avversario dotato di un equipaggiamento moderno comparabile che persegue un obiettivo operativo in Svizzera, gli elementi per una concezione della difesa nell'ambito di Esercito XXI sarebbero: ­

la difesa è condotta in maniera attiva e mobile dalle Forze terrestri e dalle Forze aeree e si fonda su una combinazione di operazioni d'attacco, di difesa e di ritardamento da parte di formazioni da combattimento costituite su misura. Esse dispongono di mezzi di fuoco a lunga gittata e di mezzi di combattimento mobili impiegabili per il combattimento interarmi.

­

Le operazioni in profondità hanno lo scopo di combattere i mezzi di condotta, di combattimento, di supporto al combattimento e della logistica, nell'intento di sottrarre all'avversario l'iniziativa e ostacolare la libertà d'azione, per ritardare oppure, nel migliore dei casi, rendere impossibili le sue operazioni. Con gli elementi operativi (fuoco, esplorazione), le Forze terrestri e le Forze aeree creano premesse favorevoli per le operazioni nella zona di contatto. Attualmente, l'esercito dispone soltanto di mezzi molto limitati per le operazioni in profondità.

907

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Figura 7: Quadro delle operazioni di difesa

­

Le operazioni nella zona di contatto hanno lo scopo di intercettare l'avversario logorato e di annientarlo con azioni d'attacco. Disposte in area avanzata, le formazioni di sicurezza identificano tempestivamente le intenzioni dell'avversario, lo ingannano e, con il fuoco e una condotta aggressiva del combattimento, creano premesse favorevoli per le forze di difesa principali.

Quest'ultime comprendono le brigate di fanteria, che conducono operazioni d'intercettazione destinate a ritardare e canalizzare l'avversario. Le brigate blindate, in quanto elemento principale del combattimento terrestre, portano, mediante attacchi, alla decisione a livello operativo. L'artiglieria distrugge le fonti di fuoco avversarie nella profondità del settore e appoggia le proprie formazioni da combattimento. Le Forze aeree appoggiano le operazioni terrestri.

­

Le operazioni nelle retrovie sono rivolte contro le operazioni avversarie nella profondità nel nostro Paese. Al riguardo, si tratta di proteggere la popolazione civile e gli obiettivi importanti. Le operazioni nelle retrovie assicurano il supporto, l'approvvigionamento e la protezione delle forze non immediatamente coinvolte nelle operazioni nella zona di contatto. Ciò implica una sorveglianza sistematica del settore, l'approntamento di riserve e l'impiego di mezzi della difesa aerea.

Dal punto di vista operativo-tattico, il territorio svizzero è tradizionalmente considerato come un terreno militarmente forte, tuttavia presenta una profondità operativa relativamente esigua. Le operazioni militari moderne si svolgono in misura crescente in grandi spazi e segnatamente anche nella terza dimensione. Viene di conseguenza relativizzato il valore dissuasivo del terreno e le operazioni di protezione, per esem-

908

pio di trasversali, non possono più limitarsi ai settori forti del terreno, ma devono comprendere l'intera trasversale e l'infrastruttura, nella maggior parte dei casi situata nell'Altipiano e lungo gli assi delle valli. La polivalenza di Esercito XXI è stata definita in considerazione di questa necessità e in previsione di un ricorso limitato a truppe specifiche per determinate parti del terreno. Le installazioni di condotta, delle trasmissioni e della logistica di importanza strategica e operativa saranno perciò adeguate alle esigenze dell'esercito ridimensionato e, laddove necessario, modernizzate. La rimanente infrastruttura di difesa sarà ancora utilizzata per scopi d'istruzione in vista del mantenimento di una competenza fondamentale; tuttavia una gran parte sarà disattivata sulla base di criteri economico-aziendali e sottoposta periodicamente a una verifica della necessità.

6

Prestazioni

L'esercito fornisce prestazioni a livello operativo e tattico consistenti in una combinazione interforze di operazioni condotte dalle Forze terrestri e dalle Forze aeree.

Per il successo di un'operazione globale è decisiva la capacità di coordinare tutte le operazioni parziali nel settore d'impiego. A livello operativo, le operazioni parziali delle Forze terrestri e delle Forze aeree sono coordinate dallo stato maggiore di condotta dell'esercito e integrate in un'operazione globale. Di regola, gli stati maggiori d'impiego delle Forze terrestri e delle Forze aeree sono subordinati allo stato maggiore di condotta dell'esercito e comandano gli impieghi della rispettiva Forza armata.

6.1

Contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi

L'esercito fornisce contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi impiegando, per lunghi periodi e dopo un'adeguata preparazione, singole persone e formazioni nelle pertinenti operazioni e, se necessario, appoggiando a breve termine l'assistenza umanitaria.

Gli impieghi per il sostegno alla pace e la gestione delle crisi richiedono militari di professione nonché militari di milizia che si mettano a disposizione per un determinato periodo di tempo (diventando quindi interinalmente militari a contratto temporaneo). I militari di milizia sono reclutati per tali impieghi su base volontaria, mentre i militari di professione, nell'ambito del contratto d'assunzione, si impegnano a effettuare, se necessario, tali impieghi all'estero. L'esperienza indica che non è facile reclutare una quantità sufficiente di personale idoneo. Di conseguenza, nel prossimo futuro l'esercito potrà incrementare soltanto in lieve misura il suo impegno nel sostegno alla pace e nella gestione delle crisi. Occorre inoltre considerare che, per salvaguardare la libertà d'azione, l'esercito deve tener pronti in permanenza un numero sufficiente di volontari allo scopo di poter fornire a breve termine appoggio all'assistenza umanitaria.

Le truppe impiegate all'estero dipendono dal supporto logistico proveniente dalla Svizzera. Di regola, occorre una capacità propria sufficiente in materia di trasporto aereo. Devono essere approntati anche i necessari mezzi d'aiuto alla condotta.

909

Operazioni di sostegno alla pace I contributi alle operazioni di sostegno alla pace sono forniti esclusivamente nell'ambito di operazioni internazionali fondate su un mandato dell'ONU o dell'OSCE.

Gli impieghi devono essere conformi ai principi della politica estera e di sicurezza della Svizzera e la partecipazione ad azioni di combattimento per l'imposizione della pace è esclusa.

Ogni impiego è ordinato dal Consiglio federale. Esso stabilisce se è necessario un armamento per la protezione delle singole persone e delle truppe impiegate dalla Svizzera nonché per l'adempimento del loro compito e determina eventualmente il genere e l'entità di tale armamento. Le truppe devono essere in grado di adempiere il loro compito anche quando le parti in conflitto non rispettano temporaneamente il comportamento concordato (trattato d'armistizio oppure trattato di pace), ma non possono tuttavia partecipare ad azioni di combattimento per l'imposizione della pace.

Se l'impiego è armato, il Consiglio federale consulta preliminarmente le commissioni della politica estera e della politica di sicurezza di entrambe le Camere. Un impiego armato dev'essere approvato dall'Assemblea federale qualora siano impiegati oltre cento militari oppure la sua durata sia superiore a tre settimane. In casi urgenti, il Consiglio federale può chiedere successivamente l'approvazione dell'Assemblea federale; tuttavia, di regola essa dovrebbe essere ottenuta prima dell'inizio dell'impiego.

Attualmente l'esercito è in grado, nel giro di qualche mese, di partecipare per alcuni anni a operazioni di sostegno alla pace, soprattutto nel contesto strategico della Svizzera, con al massimo un'unità rinforzata nell'ambito di una Grande Unità internazionale, di regola per il supporto logistico (compresa la protezione specifica all'impiego di persone e truppe). Esso può inoltre, entro qualche settimana, fornire contributi per l'applicazione di trattati internazionali (p. es. verifica, invio di osservatori militari, missioni) mettendo a disposizione personale e know how.

A medio termine, l'esercito sarà in grado di partecipare a un'operazione di sostegno alla pace con al massimo una formazione della forza di un battaglione oppure, in alternativa, di partecipare contemporaneamente con due unità rinforzate. A seconda del compito e dell'entità,
le unità impiegate potranno essere costituite di elementi provenienti dalla fanteria, dalla logistica, dalla condotta, dal genio, dall'esplorazione, dalla polizia militare e dal trasporto aereo. La partecipazione mediante una formazione della forza di un battaglione consente di disporre di un tempestivo diritto alla consultazione e alla codecisione nell'ambito dei lavori pianificatori e di preparazione.

Appoggio all'assistenza umanitaria L'esercito è in grado di appoggiare immediatamente, per alcuni mesi, l'assistenza umanitaria, una forma ampliata dell'attuale aiuto in caso di catastrofe. L'appoggio all'assistenza umanitaria è fornito su richiesta di uno Stato o di un'organizzazione internazionale ed è realizzato sussidiariamente all'impiego dei mezzi civili. La responsabilità operativa incombe al DFAE, la responsabilità della condotta dei mezzi militari assegnati per collaborazione all'organizzazione civile (per es. DSC, organizzazioni internazionali come l'UNHCR) incombe al DDPS. L'impiego dei mezzi militari si limita fondamentalmente ai settori della protezione, della logistica (compresi 910

i trasporti), delle comunicazioni e del salvataggio. In questo senso, anche l'aiuto in caso di catastrofe all'estero fa parte dell'appoggio all'assistenza umanitaria. Come finora, il Corpo svizzero per l'aiuto in caso di catastrofe potrà, segnatamente nell'ambito di impieghi della catena di salvataggio, far ricorso a militari volontari e a materiale dell'esercito.

L'impiego dei mezzi nell'ambito dell'assistenza umanitaria è orientato ai principi umanitari generalmente validi (imparzialità, nessuna condizione politica) e al principio della proporzionalità. Di regola, tali impieghi avvengono senz'armi. D'intesa con lo Stato che ha richiesto l'aiuto e sul cui territorio avviene l'impiego, è però anche ipotizzabile un armamento per l'autodifesa oppure per scopi di guardia.

Attuazione Rispetto alle unità in impiego nazionale, alle formazioni in impiego internazionale occorrono elementi supplementari di stato maggiore e di supporto. All'estero, anche i piccoli contingenti devono essere autonomi negli ambiti seguenti: comunicazioni, servizio informazioni, esplorazione, consulenza giuridica, assistenza, sicurezza, rifornimento e sgombero, approvvigionamento idrico, manutenzione, servizio sanitario, trasporti e infrastruttura. L'entità di tali elementi di supporto, che forniscono prestazioni esclusivamente a favore del proprio contingente, è modificabile soltanto in misura limitata. È applicabile la regola seguente: tanto più piccolo è il contingente, tanto maggiore è l'aliquota di elementi logistici necessari. Risulta pertanto più efficace concentrare le risorse disponibili in un'unica operazione.

L'esercito incrementerà gradualmente la sua capacità di fornire contributi al sostegno internazionale alla pace e alla gestione delle crisi.

Nei prossimi anni occorre che l'attuale partecipazione a operazioni di sostegno alla pace in corso e a eventuali impieghi di appoggio all'assistenza umanitaria sia assicurata senza diminuzione delle prestazioni. Il reclutamento del personale necessario per questi impieghi continua perciò a essere prioritario; contemporaneamente, le missioni di osservazione, ispezione e verifica devono poter essere svolte con personale qualificato. I militari di professione e i militari a contratto temporaneo non specificamente assunti in vista di un impiego all'estero sono a disposizione
per il sostegno alla pace e la gestione delle crisi soltanto in misura limitata. Essi vengono prioritariamente impiegati nell'istruzione, ad eccezione dei membri delle formazioni di professionisti (parti della polizia militare, del distaccamento d'esplorazione dell'esercito, delle compagnie di pronto intervento per l'aiuto in caso di catastrofe e parti delle Forze aeree). I contingenti destinati agli impieghi per il sostegno alla pace e la gestione delle crisi sono in primo luogo costituiti di militari a contratto temporaneo reclutati tra i militari di milizia e assunti specificamente in vista di un impiego all'estero. Anche i militari in ferma continuata possono essere impiegati, su base volontaria, per impieghi di sostegno alla pace e di gestione delle crisi, tuttavia nel loro caso hanno la priorità gli impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali.

911

6.2

Sicurezza del territorio e difesa

Sicurezza del territorio Per quanto riguarda la sicurezza del territorio, si tratta di gestire autonomamente una situazione di crisi acuta per il Paese e la popolazione e di arginare il pericolo di un'escalation. Con le forze approntate deve essere impedita, arginata o neutralizzata la violenza di portata strategica. Gli impieghi di sicurezza del territorio possono essere coordinati, per ordine del Consiglio federale, con le Forze armate di Stati vicini, se essi prendono provvedimenti analoghi. Gli impieghi dell'esercito per la sicurezza del territorio devono produrre un effetto stabilizzante. All'interno, si tratta di garantire la sicurezza della popolazione, di salvaguardare la capacità di funzionamento dello Stato, della società e dell'economia nonché di assicurare la capacità d'azione a livello politico. Verso l'esterno, è opportuno segnalare che in Svizzera non vi è alcun vuoto di potere e che il nostro Paese ha la volontà e la capacità di salvaguardare la stabilità sul suo territorio. In questo contesto occorre accennare all'importanza europea delle trasversali. Nell'impiego di sicurezza del territorio si tratta segnatamente di proteggere e mantenere aperte le trasversali per le nostre necessità e quelle dei nostri partner.

La sicurezza del territorio comprende le operazioni seguenti: ­

salvaguardare la sovranità sullo spazio aereo;

­

garantire la sicurezza di vasti settori di confine grazie a una massiccia presenza intesa a impedire violazioni dei confini;

­

proteggere settori chiave per impedire atti di violenza contro opere importanti dal punto di vista bellico e occupare settori importanti in vista di future operazioni;

­

mantenere aperte le trasversali (strada, ferrovia, vettori energetici, comunicazioni);

­

proteggere installazioni importanti dell'infrastruttura.

Nell'ambito della sicurezza del territorio, l'esercito è in grado di eseguire, entro qualche mese, numerosi impieghi contemporanei di lunga durata sull'intero territorio svizzero con due a tre brigate e i mezzi delle Forze aeree. L'allungamento dell'istruzione di base consente di impiegare la maggior parte delle Armi per compiti di protezione e di sicurezza. Inoltre, nel corso degli anni, con militari in ferma continuata specificamente addestrati sarà formata una considerevole riserva di fanteria adeguatamente istruita (ca. 10 000 militari), che potrà essere impiegata anche per la protezione di installazioni speciali (p. es. aeroporti).

Gli impieghi di sicurezza del territorio sono una risposta flessibile a un'ampia gamma di minacce spesso asimmetriche. Il passaggio dagli impieghi sussidiari di sicurezza alla sicurezza del territorio e da quest'ultima alla difesa avviene senza soluzione di continuità. La differenza tra gli impieghi di sicurezza del territorio e gli impieghi sussidiari di sicurezza risiede, da un lato, nel disciplinamento delle responsabilità, dall'altro, nell'entità dei mezzi impiegati. Gli impieghi di sicurezza del territorio sono svolti con mezzi importanti e la condotta dell'impiego è assunta da militari, mentre gli impieghi sussidiari di sicurezza avvengono sotto la responsabilità delle autorità civili e di regola con mezzi più esigui.

912

Difesa Per quanto riguarda la difesa, si tratta di respingere un attacco militare contro la Svizzera. In tal caso l'esercito fornisce le prestazioni seguenti: ­

salvaguardia della sovranità sullo spazio aereo, perlomeno impedimento della supremazia avversaria nello spazio aereo sopra la Svizzera, eventualmente ­ nel venir meno della neutralità e dopo una decisione delle autorità politiche ­ partecipazione a impieghi di difesa aerea in cooperazione con le Forze aeree di altri Stati;

­

difesa autonoma del territorio quando l'attacco non supera manifestamente la forza di resistenza dell'esercito svizzero e ­ nel venir meno della neutralità e dopo una decisione delle autorità politiche in seguito a un attacco militare contro la Svizzera ­ difesa comune in cooperazione con Forze armate straniere;

­

protezione di settori e opere all'interno della Svizzera.

La salvaguardia della sovranità sullo spazio aereo o l'impedimento di una superiorità aerea avversaria è di primaria importanza per la condotta del combattimento. Se in questo ambito il difensore ha successo, il pericolo di un attacco terrestre diminuisce. Con una difesa aerea vittoriosa è possibile arrestare tempestivamente un attacco militare. La capacità di sopravvivenza delle formazioni terrestri, segnatamente la loro mobilità, dipende direttamente dall'impedimento della libertà d'azione avversaria nell'aria.

Già oggi, l'evoluzione della tecnologia militare consente, e al tempo stesso impone, di eseguire operazioni militari con un numero sempre minore di piattaforme d'arma in settori sempre più ampi. In avvenire questa tendenza si rafforzerà. Di conseguenza, anche le operazioni di difesa dovranno essere condotte con elevata mobilità e in ampi settori. I settori delle operazioni non possono essere limitati al territorio nazionale ed eccedono, nella loro estensione, le dimensioni della Svizzera.

L'esercito deve poter condurre il combattimento contemporaneamente in profondità, nella zona di contatto e in quella delle operazioni nelle retrovie. Esso dispone al riguardo, a seconda dell'articolazione orientata all'impiego, di 6 a 8 brigate da combattimento, delle pertinenti formazioni delle Forze terrestri per il supporto al combattimento e la logistica nonché delle prestazioni delle Forze aeree. Le Forze aeree conducono la difesa aerea e appoggiano le Forze terrestri. Attualmente le Forze aeree non hanno la capacità di combattere obiettivi al suolo, ma tale capacità deve essere ripristinata. Per quanto riguarda gli elementi per una concezione della difesa, si rimanda al numero 5.5. del capitolo «Dottrina».

Un aspetto particolare: la difesa dai missili a media e lunga gittata Di fronte a una minaccia missilistica, per l'esercito e la protezione della popolazione vi sono fondamentalmente quattro possibili risposte: ­

dissuasione: il potenziale aggressore è distolto da un attacco perché lo si minaccia credibilmente di una rappresaglia;

­

attacchi preventivi: i mezzi a lunga gittata del potenziale aggressore sono messi fuori combattimento o distrutti prima che possa impiegarli;

913

­

difesa attiva: i mezzi a lunga gittata dell'aggressore sono intercettati dopo il loro lancio, prima che raggiungano gli obiettivi (p. es. difesa antimissile);

­

difesa passiva: i mezzi a lunga gittata dell'aggressore non possono essere contrastati, ma i loro effetti possono essere ridotti, per esempio grazie a rifugi per la popolazione.

La Svizzera è in grado di attuare autonomamente soltanto una difesa passiva (protezione civile). La dissuasione e gli attacchi preventivi sono al di fuori delle nostre possibilità.

Per quanto riguarda le misure difensive attive, per motivi tecnici occorre distinguere tra la difesa dai missili balistici e la difesa dai missili da crociera. In entrambi i casi, la difesa richiederebbe una collaborazione internazionale.

La difesa dai missili da crociera si fonda sostanzialmente sugli stessi mezzi della difesa aerea impiegati anche per combattere velivoli con equipaggio. Per affrontare la minaccia dei missili da crociera moderni è tuttavia necessario migliorare l'efficacia dei sistemi di difesa aerea, segnatamente per quanto riguarda la sorveglianza dello spazio aereo ad ampio raggio e senza lacune. Già un'integrazione nel sistema di sorveglianza dello spazio aereo svizzero dei dati dei pertinenti sistemi degli Stati che ci circondano incrementerebbe in maniera sostanziale le possibilità di successo nella difesa contro i missili da crociera. La proliferazione dei missili da crociera moderni a lunga gittata finora non ha tuttavia praticamente avuto luogo; di conseguenza, gli sforzi per difendersi da tali missili non sono ancora molto avanzati.

Attualmente sono in primo piano i pericoli inerenti ai missili balistici. Alla difesa contro queste armi si lavora attualmente soprattutto negli Stati Uniti e in Israele.

Israele è stato il primo Paese ad aver messo in servizio un sistema di difesa per la protezione di tutto il suo territorio. Gli sforzi degli USA si concentrano sulla ricerca e lo sviluppo di sistemi di difesa antimissile tanto per la protezione del territorio nazionale quanto per la protezione delle truppe americane e alleate in aree di crisi o di guerra. Le attività europee si limitano sostanzialmente alla difesa contro i missili balistici a breve gittata. I sistemi di difesa contro i missili balistici a breve gittata non sono tuttavia rilevanti in relazione con la proliferazione delle armi di distruzione di massa e dei relativi vettori. L'utilizzazione più evidente di tali sistemi è l'impiego per la protezione di contingenti di truppe in regioni di crisi. Per contro, non vi sono tuttora dati sicuri in merito allo sviluppo di un sistema di difesa comune contro gli attacchi da lunghe distanze
che copra il territorio europeo. Nel caso in cui un tale sistema venisse realizzato, occorrerà esaminare una partecipazione della Svizzera. Sarà segnatamente necessario determinare per tempo il margine di manovra in materia di diritto della neutralità, poiché nella difesa antimissile una stretta collaborazione con gli Stati partner s'impone già in situazione normale. Attualmente non è ancora possibile precisare in quale forma potrebbe essere realizzata una simile partecipazione, che andrebbe oltre lo scambio di opinioni e la collaborazione in materia di ricerca. Il Consiglio federale segue con attenzione l'evoluzione in questo settore e provvederà a tempo debito all'avviamento di ulteriori accertamenti e all'adozione di ulteriori misure.

914

6.3

Impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali

Quando i mezzi delle autorità civili della Confederazione e dei Cantoni non sono più sufficienti dal punto di vista del personale, del materiale o del tempo, l'esercito fornisce, a loro richiesta, il suo appoggio. Gli impieghi avvengono in maniera sussidiaria, vale a dire che la responsabilità dell'impiego incombe alle autorità civili.

L'esercito decide in merito al pacchetto di forze da impiegare e assume la responsabilità per la condotta delle proprie truppe. I principi d'impiego sono stabiliti in comune dai responsabili civili e militari. Per gli impieghi sussidiari, la questione dei costi deve essere per principio disciplinata in modo da non creare incentivi finanziari tali da far preferire l'esercito ai fornitori civili di prestazioni.

Per gli impieghi sussidiari destinati alla prevenzione e alla gestione di pericoli esistenziali saranno impiegati in via prioritaria i militari di professione e i militari in ferma continuata (nel caso di impieghi sussidiari di sicurezza, in primo luogo le formazioni della polizia militare). Per impieghi immediati e prolungati è possibile ricorrere a circa 950 militari in ferma continuata. La loro attribuzione alle singole Armi (fanteria, truppe di salvataggio/del genio, logistica, Forze aeree) è stabilita sulla base delle esperienze degli ultimi anni. I distaccamenti della polizia militare costituiscono capacità supplementari per impieghi sussidiari di sicurezza.

Aiuto militare in caso di catastrofe L'esercito appoggia le autorità civili nella gestione di catastrofi naturali e tecnologiche in Svizzera (l'aiuto in caso di catastrofe all'estero è parte dell'appoggio all'assistenza umanitaria e quindi della missione «sostegno alla pace e gestione delle crisi»). Questi impieghi sussidiari sono destinati ad aiutare a far fronte a carichi di lavoro estremi: l'esercito non fa concorrenza all'economia civile e non fornisce di regola alcun aiuto alla ricostruzione. L'aiuto in caso di catastrofe ha luogo immediatamente. Parti delle Forze aeree sono disponibili entro qualche ora. L'esercito è in grado, in occasione della gestione contemporanea di numerosi eventi calamitosi di vaste proporzioni, di fornire appoggio, come pure di salvare e proteggere persone e beni. In questo ambito, esso fornisce le prestazioni seguenti: ­

affida in permanenza ai partner civili, in vista di un'utilizzazione al di fuori dei servizi della truppa, materiale militare per l'aiuto in caso di catastrofe;

­

mette a disposizione, in depositi di materiale decentralizzati, ulteriore materiale speciale per l'aiuto in caso di catastrofe;

­

dopo un evento calamitoso, offre un aiuto spontaneo con tutte le truppe che si trovano nelle vicinanze;

­

su richiesta delle autorità civili, offre aiuto, contemporaneamente in più aree sinistrate, con al massimo una compagnia di pronto intervento per l'aiuto in caso di catastrofe (militari di professione e militari in ferma continuata), con elementi mobili della logistica e con al massimo due compagnie di fanteria (militari in ferma continuata) nonché con i mezzi delle Forze aeree, assicurando pure la necessaria protezione. Quando queste forze non sono sufficienti è possibile ricorrere anche a truppe in servizio d'istruzione. L'aiuto militare vero e proprio in caso di catastrofe è di regola prestato da truppe del genio e di salvataggio; in caso di necessità, esse vengono rafforzate con altre formazioni.

915

Grazie a un sistema di prontezza particolare dei corpi di truppa del genio, di salvataggio (compreso un elemento del servizio sanitario) e della fanteria impegnati in corsi di ripetizione, l'esercito assicura la durabilità per alcune settimane.

Impieghi sussidiari di sicurezza L'esercito può effettuare entro lo spazio di qualche giorno gli impieghi sussidiari di sicurezza seguenti: ­

appoggio alle autorità civili per la protezione di persone: questo compito può essere assunto, contemporaneamente e durante numerose settimane, da più distaccamenti della polizia militare (militari di professione);

­

rimpatrio di cittadini svizzeri da aree di crisi: l'esercito è in grado di eseguire tali operazioni con il distaccamento d'esplorazione dell'esercito (militari di professione) e con l'appoggio delle Forze aeree (trasporto aereo). Le operazioni di rimpatrio avvengono sotto la responsabilità operativa del DFAE, in collaborazione con altri servizi della Confederazione (segnatamente il DFGP) e di regola in cooperazione con Forze armate estere.

Tra gli impieghi sussidiari di sicurezza che l'esercito è in grado di effettuare entro lo spazio di qualche settimana figurano i seguenti: ­

assicurare la protezione di opere importanti oppure appoggiare il Corpo delle guardie di confine nella protezione dei confini di Stato. Al riguardo sono complessivamente a disposizione tre battaglioni della polizia militare (militari di professione/militari di milizia in CR) e due compagnie di fanteria (militari in ferma continuata). Con il medesimo pacchetto di forze possono essere effettuati, per alcuni giorni, numerosi impieghi per la protezione di persone e opere, di conferenze e manifestazioni internazionali;

­

effettuare contemporaneamente, con al massimo due battaglioni della polizia militare (militari di professione), in appoggio alle autorità civili, numerosi impieghi per far fronte a gravi minacce alla sicurezza interna;

­

effettuare contemporaneamente, con più distaccamenti della polizia militare (militari di professione), numerosi impieghi per la protezione di persone e opere (protezione di personalità importanti e di rappresentanze diplomatiche della Svizzera all'estero).

Se la situazione lo richiede, le Forze aeree appoggiano gli impieghi. In caso di necessità, la durabilità può essere assicurata con formazioni di CR e/o con formazioni della riserva, segnatamente della fanteria.

La disponibilità dell'esercito prevista per impieghi sussidiari di sicurezza sarà verificata alla luce dei risultati del progetto «Esame del sistema di sicurezza interna della Svizzera» (USIS) e, se del caso, adeguata.

Servizio di polizia aerea Allo scopo di salvaguardare la sovranità sullo spazio aereo e di controllare il rispetto del diritto aeronautico definito a livello internazionale, le Forze aeree effettuano impieghi sussidiari a favore dell'Ufficio federale dell'aviazione civile. Esse possono soddisfare in permanenza, immediatamente con singoli velivoli da combattimento oppure, nel caso di impieghi di lunga durata, per mesi con tutti i mezzi, le esigenze definite dal Consiglio federale e dal Parlamento. L'identificazione degli aeromobili 916

avviene di regola con mezzi elettronici; è parimenti assicurata la capacità d'identificazione a vista e per eventuali interventi (compresi la minaccia del ricorso alla forza e l'impiego delle armi).

6.4

Funzioni trasversali

Servizio informazioni Buone conoscenze della situazione e dell'ambiente costituiscono la premessa per l'attività militare a tutti i livelli. Il servizio informazioni raccoglie informazioni e le analizza all'attenzione dei decisori. Strettamente connesso con questo compito è il servizio di controinformazione.

La disponibilità per tutti i decisori, tempestiva e conforme al livello di condotta, dei dati del servizio informazioni costituisce un fattore determinante per il successo. A causa della crescente dinamica dell'attività militare, le strutture organizzate gerarchicamente sono completate da un'ampia interconnessione orizzontale e verticale: in caso di necessità, i livelli di condotta devono poter essere «saltati». Il servizio informazioni del livello operativo può per esempio mettere a disposizione dati decisivi per l'adempimento del compito di un battaglione specifico contemporaneamente a quest'ultimo e alla brigata alla quale è subordinato.

Il Servizio informazioni strategico, aggregato al settore civile del DDPS, assicura in permanenza il servizio informazioni concernente l'estero. A causa della prontezza differenziata, esso assume un'importanza particolare: l'attivazione delle riserve e soprattutto il potenziamento richiedono un considerevole periodo di preparazione. Il Servizio informazioni strategico deve rendere attento con tempestività il Consiglio federale su un mutamento della situazione nel nostro contesto.

Il Servizio informazioni militare segue la situazione rilevante per l'esercito in stretta collaborazione con il Servizio informazioni strategico. In caso d'impiego dell'esercito, appoggia la condotta militare in Svizzera e all'estero.

Il Servizio informazioni delle Forze aeree assicura il servizio informazioni operativo-tattico per l'impiego delle Forze aeree.

La truppa dispone a ogni livello, fino e compreso quello dei corpi di truppa, di propri elementi per la raccolta e l'analisi delle informazioni.

Logistica Con il termine logistica si intende il sistema di processi e di servizi destinati a fornire un supporto globale alle Forze armate e comprendente l'Arma delle truppe sanitarie nonché il rifornimento/sgombero, la manutenzione, la circolazione e i trasporti, l'infrastruttura. La logistica ha il compito di fornire all'esercito le prestazioni necessarie per l'impiego e
l'istruzione. Si applica il principio della fornitura orientata al fabbisogno. Esso consente di ridurre le quantità di merci approntate, di incrementare contemporaneamente la sicurezza dell'approvvigionamento e di sgravare da compiti logistici le formazioni da combattimento e di supporto al combattimento.

La logistica comprende sei sottoprocessi che rimangono fondamentalmente immutati in tutte le situazioni: il processo «pianificazione e condotta», i processi fondamentali «rifornimento e sgombero», «manutenzione» e «servizio sanitario», nonché i proces917

si di supporto «circolazione e trasporti» e «infrastruttura». La responsabilità e la competenza per l'intero processo «logistica» sono concentrate in tutte le situazioni nelle medesime mani, senza cambiamento di responsabilità.

Le singole Forze armate e le formazioni d'impiego di tutti i livelli dispongono di elementi logistici su una comune base logistica dell'esercito. Nell'impiego, le brigate e le regioni territoriali ricevono elementi logistici mobili, raggruppati in maniera orientata al compito, nella forma di uno o più battaglioni logistici. I battaglioni d'impiego e le loro unità dispongono ciascuno di elementi logistici organici, che si appoggiano reciprocamente e si completano.

L'intera logistica comprende quattro livelli: ­

la logistica d'impiego nelle unità;

­

la logistica d'impiego nei battaglioni;

­

il supporto logistico diretto nelle brigate e nelle regioni territoriali (logistica mobile);

­

il supporto logistico nell'esercito (logistica stazionaria).

Esercito

Partner civili

XXXX

Logistica stazionaria

X

Logistica mobile

II

I

Logistica d'impiego

ca. 10-15 % Figura 8: Modello dei livelli

La condotta della logistica si svolge in maniera centralizzata in tutte le situazioni.

Essa dispone della competenza in materia di pianificazione finanziaria e di bilancio di previsione per tutti i settori logistici dell'esercito. Il sottocapo di stato maggiore della logistica pianifica e dirige la condotta della logistica ­ secondo i principi dell'economia aziendale ­ in funzione della prontezza logistica nonché della durabilità e impiega i mezzi logistici militari e civili dell'esercito. I partner civili della logistica e dell'industria, il commercio, la sanità pubblica e la logistica dell'esercito collaborano in tutte le situazioni. Questa cooperazione deve già essere allenata in 918

situazione normale. Il sottocapo di stato maggiore della logistica coordina l'aggiudicazione delle prestazioni logistiche a fornitori civili di prestazioni al di fuori della logistica dell'esercito e, per tutte le situazioni, ottimizza dal punto di vista militare ed economico-aziendale la fornitura di prestazioni da parte dei partner militari e civili.

La base logistica dell'esercito dovrà essere realizzata, a partire dall'avvio di Esercito XXI, in un lasso di tempo di 5 a 10 anni, tenendo conto del potenziale di risparmio, della ridistribuzione e della riduzione del personale. Fino alla definizione del sistema logistico di Esercito XXI, l'Ufficio federale delle intendenze delle Forze terrestri e l'Ufficio federale degli esercizi delle Forze aeree continueranno ad adempiere i compiti logistici delle Forze terrestri e delle Forze aeree secondo le opzioni superiori.

Guerra dell'informazione La salvaguardia della capacità di condotta e quindi la protezione dalla guerra dell'informazione sono di importanza decisiva per il funzionamento dell'esercito e costituiscono la premessa per l'adempimento di qualsiasi missione. Un eventuale avversario cercherà di sfruttare questa vulnerabilità e di agire sui nostri sistemi di condotta e d'informazione (intrusione nelle reti, esplorazione, distruzione o manipolazione dei dati). La guerra dell'informazione sfrutta inoltre mezzi militari usuali: il disturbo elettronico o anche la distruzione fisica di linee di comunicazione, di sistemi di condotta e d'informazione nonché di sistemi che ne assicurano il funzionamento (p. es. l'approvvigionamento con corrente elettrica). Nella guerra dell'informazione si tratta in primo luogo di ostacolare a tutti i livelli la condotta dell'avversario, in modo tale che non possa più adempiere il proprio compito e, nel migliore dei casi, agisca involontariamente nel senso dell'aggressore.

La protezione dalla distruzione fisica di componenti importanti in materia di tecnologie dell'informazione è rilevante soprattutto nell'ambito della missione «sicurezza del territorio e difesa» e avviene nel quadro dei compiti militari usuali (dalla protezione delle opere fino alla difesa aerea). Contro gli attacchi alle reti, che possono per principio avvenire in ogni situazione e in relazione con tutte le missioni dell'esercito, sono tuttavia
necessari nuovi provvedimenti di protezione. Al riguardo, è di importanza decisiva la conoscenza dei punti deboli delle proprie reti. Occorrono specialisti che possano attaccare i nostri sistemi per individuarne le parti vulnerabili.

L'acquisizione di tale capacità costituisce una premessa imperativa per proteggere efficacemente le proprie reti. L'esercito deve pure prepararsi al caso in cui la protezione fallisca. L'attività di condotta deve perciò essere allenata a tutti i livelli in un contesto disturbato dalla guerra dell'informazione.

Nella condotta della guerra, un comportamento puramente difensivo è raramente vittorioso. L'esercito deve pertanto essere in grado, nell'ambito della guerra dell'informazione, di procedere offensivamente. Esso disporrà inizialmente soltanto di capacità puntuali, per esempio grazie a mezzi atti a disturbare le comunicazioni avversarie. A lunga scadenza, le possibilità offensive devono comunque essere migliorate.

Fondamentale rimarrà in ogni caso la salvaguardia della capacità di condotta.

919

7

Processi e strutture

7.1

Processi principali dell'esercito

RAPOLSIC

Compito

Sviluppo della dottrina

Pianificazione dell'azione militare

Dottrina

Piano delle operazioni

Opzioni per la prontezza di base

Opzioni per la prontezza d'impiego

Prontezza di base

Allestimento della prontezza d'impiego

Mezzi

Compiti specifici

Prontezza d'impiego

Impieghi

Compiti permanenti

Allestimento della prontezza di base

Esercito

Consiglio federale

Affinché l'esercito possa fornire le prestazioni richieste, sono necessari i processi principali seguenti: i due processi di condotta per i compiti permanenti e per i compiti specifici, il processo fondamentale «concretizzazione degli impieghi» e i processi di supporto.

Figura 9: Processi principali per la fornitura delle prestazioni da parte dell'esercito Compiti permanenti La catena di processi «compiti permanenti» serve ad assicurare la prontezza di base, a partire dalla quale può essere allestita la prontezza d'impiego. La prontezza di base risulta dalle opzioni stabilite nella Costituzione federale e nel RAPOLSIC 2000. È indipendente da un compito specifico e deve essere mantenuta in permanenza.

Compiti specifici La catena di processi «compiti specifici» serve a raggiungere, a partire dalla prontezza di base, la prontezza d'impiego per un imminente compito concreto. Il processo di pianificazione dell'azione militare conduce al piano delle operazioni, che descrive come l'esercito intende assolvere con successo il compito concreto in questione. Dal piano delle operazioni sono dedotte le opzioni per la prontezza d'impiego dei mezzi necessari.

920

La prontezza d'impiego si distingue fondamentalmente dalla prontezza di base.

Quando vi è un compito concreto, essa è definita sulla base delle opzioni risultanti dal piano delle operazioni. La prontezza d'impiego si fonda sui mezzi disponibili nella prontezza di base ed è raggiunta mediante un'istruzione supplementare, l'approntamento di materiale adeguato ecc. La differenza tra prontezza di base e prontezza d'impiego è di importanza fondamentale per la comprensione dell'esercito.

La struttura dell'esercito corrisponde a un'articolazione di base. Non appena vi è un compito specifico che richiede la prontezza d'impiego dell'esercito o di sue parti, le brigate e le regioni territoriali vengono articolate in maniera specifica al compito.

Dall'articolazione di base nasce poi l'articolazione per l'impiego.

Prontezza d'impiego

Impieghi

Prontezza di base

Allestimento della prontezza d`impiego

Mezzi

Allestimento della prontezza di base

Processi di condotta

Impieghi

Processi di supporto

Figura 10: Modello dei processi dell'esercito

Processo fondamentale «concretizzazione degli impieghi» La concretizzazione degli impieghi parte dai mezzi dell'esercito per giungere agli impieghi concreti richiesti. Essa comprende: ­

l'allestimento della prontezza di base: ogni singola Forza armata allestisce la prontezza di base conformemente alle opzioni dello Stato maggiore generale. Al riguardo, le Forze terrestri dispongono delle formazioni d'addestramento nonché degli stati maggiori delle brigate e delle regioni territoriali, le Forze aeree delle formazioni d'addestramento e dei comandi d'aerodromo;

­

l'allestimento della prontezza d'impiego: non appena è assegnato un compito specifico, lo stato maggiore di condotta dell'esercito elabora un piano

921

delle operazioni che consente ai comandanti delle singole Forze armate di allestire la prontezza d'impiego; ­

l'impiego: lo stato maggiore di condotta dell'esercito dirige l'attuazione del piano delle operazioni da parte delle singole Forze armate.

Processi di supporto Con i processi di supporto è garantita la disponibilità delle risorse (personale, materiale, infrastruttura, finanze) necessarie per i processi fondamentali.

7.2

Condotta dell'esercito

Capo delle Forze armate Il capo delle Forze armate è responsabile dello sviluppo e della condotta dell'esercito. È subordinato al capo del DDPS, che assume la responsabilità politica. Il capo delle Forze armate dirige le Forze terrestri e le Forze aeree, l'istruzione superiore dei quadri e lo Stato maggiore generale e dispone a tale scopo di uno stato maggiore personale. Riveste il grado di comandante di corpo e non deve essere confuso con il comandante in capo delle Forze armate, che è eletto dal Parlamento soltanto in tempo di guerra. Ciò crea chiarezza nei rapporti in materia di condotta e nelle responsabilità, rafforzando il primato della politica.

Capo del DDPS

Capo delle Forze armate

Istruzione superiore dei quadri

Stato maggiore generale

Forze terrestri

Forze aeree

Figura 11: La condotta dell'esercito

922

Stato maggiore di condotta dell'esercito

Capo delle Forze armate in capo

Comandante





Nominato dal Consiglio federale

Eletto dal Parlamento

Subordinato al capo del DDPS

Subordinato al Consiglio federale

Figura 12: Confronto tra il profilo del capo delle Forze armate e quello del comandante in capo Stato maggiore generale Lo Stato maggiore generale è competente per i seguenti compiti permanenti: sviluppo della dottrina, elaborazione delle opzioni per la prontezza di base, sviluppo dell'esercito a medio e lungo termine nonché gestione amministrativa. Deduce dalle opzioni in materia di politica di sicurezza le conseguenze di carattere strategicomilitare.

Lo stato maggiore di condotta dell'esercito è parte dello Stato maggiore generale. È lo strumento di condotta permanente dell'esercito a livello operativo e concretizza le opzioni strategico-militari in operazioni. Assume i compiti seguenti: concretizzazione del mandato politico in azioni militari, formulazione di opzioni per la prontezza d'impiego dell'esercito e la sua gestione, pianificazione e condotta degli impieghi dell'esercito.

Istruzione superiore dei quadri L'istruzione superiore dei quadri comprende il Centro d'istruzione dell'esercito, la Scuola militare superiore del Politecnico di Zurigo, la Scuola di stato maggiore generale e la Scuola per sottufficiali di professione dell'esercito. Assicura l'istruzione superiore dei quadri per le Forze terrestri e le Forze aeree, l'istruzione e il perfezionamento del personale militare nonché la collaborazione con università militari e civili in Svizzera e all'estero.

7.3

Forze armate

L'esercito consiste delle Forze terrestri e delle Forze aeree. Si rinuncia alla costituzione di una terza Forza armata, le «truppe territoriali»: le truppe territoriali strutturate e organizzate come Forza armata vincolano troppe risorse supplementari, rendono impossibile una condotta realmente interforze e generano oneri supplementari di coordinamento nell'impiego di sicurezza del territorio e di difesa. I corpi di truppa delle Forze terrestri restano tuttavia radicati a livello regionale per quanto riguarda il reclutamento, la ripartizione geografica decentralizzata degli organi di comando e la subordinazione o l'attribuzione dei battaglioni e dei gruppi. Oltre alle brigate e alle regioni territoriali, in entrambe le Forze armate sono costituite delle formazioni d'addestramento. Esse sono per principio responsabili dell'istruzione delle Forze terrestri e delle Forze aeree.

Le Forze terrestri e le Forze aeree costituiscono sistemi d'istruzione che istruiscono i loro stati maggiori e le loro truppe secondo le opzioni di prontezza del capo delle 923

Forze armate. I comandanti delle singole Forze armate disciplinano il ritmo dei corsi di ripetizione nelle brigate e nelle formazioni d'addestramento e assicurano un rapporto equilibrato tra istruzione di stato maggiore, esercitazioni di truppa e preparazione/esecuzione di CR.

7.4

Forze terrestri

Comandante delle Forze terrestri Il comandante delle Forze terrestri assume la responsabilità globale per le Forze terrestri. Gli sono subordinati il capo dell'impiego delle Forze terrestri, i comandanti delle quattro regioni territoriali e il capo dell'istruzione delle Forze terrestri.

xxx Comandante delle Forze terrestri Capo dell'impiego delle Forze terrestri

x

Capo dell'istruzione delle Forze terrestri

xx

x



Brigate

Regioni territoriali

Formazioni d'addestramento

Figura 13: Le Forze terrestri Capo dell'impiego delle Forze terrestri - brigate Il capo dell'impiego delle Forze terrestri è subordinato al comandante delle Forze terrestri ed è responsabile per la condotta e l'istruzione di tutte le brigate subordinate.

Con i battaglioni e i gruppi delle Forze terrestri (compresa la riserva) possono essere costituite, se necessario, quattro brigate di fanteria, due brigate di fanteria di montagna, due brigate blindate, una brigata logistica e quattro regioni territoriali. Nella struttura di base, alle brigate delle Forze terrestri sono subordinati, secondo criteri regionali, dei battaglioni/gruppi, allo scopo di addestrare il combattimento interarmi.

924

In vista di un impiego, queste brigate possono essere adattate, aggiungendo o togliendo elementi.

Il capo dell'impiego delle Forze terrestri può comandare, nell'impiego, numerose brigate da combattimento. I comandi di brigata comandano le brigate da combattimento nell'ambito della sicurezza del territorio e della difesa. Gli stati maggiori di brigata sono costituiti per principio di militari di milizia.

x

x

x

x

x

x

x

x

x

H

H

H

H

Figura 14: Articolazione di base delle brigate delle Forze terrestri 925

Le brigate sono responsabili per l'istruzione dei battaglioni/gruppi subordinati nella condotta dell'impiego (addestramento in esercitazioni di stato maggiore, in esercitazioni quadro di stato maggiore e in esercitazioni di truppa) nonché, in stretta collaborazione con i comandanti delle formazioni d'addestramento, per la selezione dei quadri nei battaglioni/gruppi loro subordinati e allestiscono la prontezza d'impiego secondo le opzioni della loro Forza armata. Esse sono allenate dal capo dell'impiego delle Forze terrestri o dallo stato maggiore di condotta dell'esercito per assicurare la prontezza di base e partecipano con parti o con tutti i battaglioni/gruppi subordinati a esercitazioni di truppa sotto la direzione del capo dell'impiego delle Forze terrestri oppure dello stato maggiore di condotta dell'esercito.

La brigata logistica dirige l'istruzione di reparto e l'impiego dei battaglioni della logistica mobile e stazionaria, i battaglioni d'ospedale mobili, i battaglioni d'ospedale, i battaglioni della logistica sanitaria, i battaglioni della circolazione e dei trasporti nonché i battaglioni dell'infrastruttura.

Regioni territoriali

2 1

4 3

Figura 15: Le quattro regioni territoriali

Le regioni territoriali sono l'elemento di collegamento regionale con i Cantoni e dispongono di conoscenze specifiche per gli impieghi nel loro settore (p. es. per la sorveglianza di opere). Esse sono costituite di uno stato maggiore di milizia, ma non hanno tuttavia truppe subordinate in permanenza. Nell'ambito della prontezza di base, possono essere loro assegnati dei battaglioni/gruppi per l'istruzione. Le regioni territoriali dirigono gli impieghi sussidiari dell'esercito in Svizzera. Inoltre, possono essere impiegate nella sicurezza del territorio e nella difesa con le formazioni subor-

926

dinate a tale scopo per operazioni di protezione della popolazione, dell'infrastruttura e del settore arretrato delle operazioni.

Capo dell'istruzione delle Forze terrestri - formazioni d'addestramento Il capo dell'istruzione delle Forze terrestri assume la responsabilità delle otto formazioni d'addestramento a lui subordinate. Sulla base delle opzioni in materia di prontezza di base, egli definisce unitamente alle formazioni d'addestramento gli standard per ciascuna Arma e assicura una verifica uniforme delle prestazioni nell'istruzione di reparto fino a livello di unità tattica o di battaglione/gruppo nell'artiglieria e nell'aiuto alla condotta.

Le formazioni d'addestramento dispongono della maggior parte dei militari di professione e dei militari a contratto temporaneo nonché di militari di milizia. I comandanti delle formazioni d'addestramento sono responsabili per un'istruzione uniforme delle truppe e dei quadri della loro Arma. Grazie all'allungamento della scuola reclute a 21 settimane, l'istruzione di reparto può essere eseguita fino a livello di unità tattica (in casi eccezionali fino a livello di battaglione/gruppo, p. es. nell'artiglieria e nell'aiuto alla condotta).

Le formazioni d'addestramento, con i loro stati maggiori incaricati delle prove, assicurano che gli standard d'impiego fino a livello di corpo di truppa, nonché l'istruzione dei quadri e l'istruzione dei battaglioni (CR presso la formazione d'addestramento) restino tecnologicamente aggiornati. Sono responsabili per l'introduzione di nuovi sistemi e procedure. Inoltre, assicurano un numero sufficiente di quadri alla loro Arma e sono consultate per le proposte d'avanzamento dei quadri superiori (a partire da comandante d'unità) dei battaglioni/gruppi della loro Arma che non sono loro subordinati.

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Figura 16: Articolazione delle formazioni d'addestramento delle Forze terrestri 927

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La formazione d'addestramento dell'aiuto alla condotta istruisce i battaglioni del quartier generale, i battaglioni dell'aiuto alla condotta delle brigate e delle regioni territoriali (istruzione di base), i battaglioni delle trasmissioni, delle onde direttive e della guerra elettronica.

­

Le due formazioni d'addestramento della fanteria provvedono all'istruzione di base generale, all'istruzione di base alla funzione e all'istruzione di reparto della fanteria. A loro sono subordinati: il Centro d'istruzione per il combattimento in montagna (CICM, con il gruppo specialisti di montagna subordinato), tutti i militari in ferma continuata della fanteria nonché la musica militare della fanteria. Si rinuncia alla specialità della fanteria territoriale; la competenza tecnica della fanteria di protezione sarà integrata nell'istruzione di base della fanteria. Nell'istruzione di base, prolungata rispetto a Esercito 95, la fanteria viene istruita per compiti di protezione e di combattimento; una parte riceve un'istruzione alpina.

Le formazioni di granatieri eseguono azioni militari complesse. La riorganizzazione prevede un adeguamento delle capacità e delle strutture delle attuali formazioni di granatieri della fanteria. Si tratta di ridurre l'effettivo da circa 6700 a 2500, di consentire una condotta e un'istruzione centralizzate nonché di sviluppare una capacità professionale minima. La maggior parte delle truppe sono truppe di milizia impiegate in primo luogo nell'ambito della missione «sicurezza del territorio e difesa».

Il comando dei granatieri è costituito di una compagnia d'addestramento e del reggimento dei granatieri, articolato come segue: lo stato maggiore del reggimento e la compagnia di stato maggiore del reggimento assicurano la condotta delle formazioni subordinate. Con un elemento di condotta in stato di prontezza permanente, appoggiano lo stato maggiore di condotta dell'esercito già in situazione normale. Il distaccamento d'esplorazione dell'esercito, costituito di personale professionista impiegabile in maniera polivalente, può essere utilizzato, a breve scadenza, tra l'altro per la raccolta di informazioni chiave, il salvataggio e il rimpatrio di cittadini svizzeri in caso di gravi minacce all'estero nonché per la protezione delle proprie truppe e di singole persone. I tre battaglioni di granatieri sono formazioni di fanteria leggera (milizia) impiegate per operazioni offensive nonché per impieghi di combattimento quali ad esempio attacchi destinati a paralizzare o distruggere obiettivi di importanza strategica o operativa, a interrompere le comunicazioni e a raccogliere informazioni chiave.

­

La formazione d'addestramento dei blindati provvede all'istruzione di base, all'istruzione di base alla funzione e all'istruzione di reparto delle truppe blindate e dell'esplorazione. I reggimenti di ciclisti e i battaglioni blindati delle divisioni da campagna saranno sciolti.

­

La formazione d'addestramento dell'artiglieria provvede all'istruzione di base generale, all'istruzione di base alla funzione e all'istruzione di reparto dell'artiglieria mobile e dell'artiglieria da fortezza. I gruppi di obici blindati non migliorati e parti dell'artiglieria da fortezza saranno sciolti.

­

La formazione d'addestramento del genio/di salvataggio/ABC istruisce i battaglioni di zappatori carristi, i battaglioni del genio, dei pontonieri e dell'aiuto in caso di catastrofe, gli specialisti AC, le compagnie del genio

928

d'aviazione e gli stati maggiori d'ingegneri. Dispone di tre compagnie di pronto intervento per l'aiuto in caso di catastrofe (militari di professione e militari in ferma continuata) in servizio scaglionato.

­

La formazione d'addestramento della logistica provvede all'istruzione di base generale, all'istruzione di base alla funzione e all'istruzione di reparto nei settori seguenti: rifornimento/sgombero, manutenzione, servizio sanitario, circolazione e trasporti, infrastruttura per l'intero esercito. Nel centro di competenza «animali dell'esercito» sono addestrati e tenuti a disposizione i cavalli (3-4 colonne del treno) e i cani per impieghi sussidiari di prevenzione e di gestione di pericoli esistenziali.

­

La formazione d'addestramento della sicurezza militare è un'organizzazione militare di professionisti che adempie compiti di polizia criminale nonché compiti di sicurezza e di protezione a favore dell'esercito. Essa risulta dal raggruppamento dell'attuale sicurezza militare con le sezioni di sicurezza del Corpo della guardia delle fortificazioni (CGF). Gli elementi d'impiego della sicurezza militare sono come finora «elementi della prima ora» che possono essere impiegati in Svizzera e all'estero dopo breve preparazione. Essi possono essere impiegati autonomamente a favore dell'esercito o sussidiariamente, a richiesta delle autorità civili, e non devono in alcun caso far concorrenza ai mezzi della polizia. Non possono essere definiti come una vera e propria riserva della polizia federale.

Per assicurare la condotta e l'istruzione dell'intera sicurezza militare, questa formazione dispone di un proprio centro di competenza. Per adempiere i compiti di polizia criminale e di polizia di sicurezza (compresi quelli di polizia della circolazione) ­ come era già il caso nell'Esercito 95 ­, una parte dei membri del Corpo della guardia delle fortificazioni saranno riaddestrati e incorporati in un battaglione (ca. 250 militari) con quattro compagnie territoriali della polizia militare vincolate al rispettivo settore.

Per impieghi di polizia di sicurezza, sussidiari o autonomi, in Svizzera e all'estero saranno formati due battaglioni della polizia militare (ognuno con ca. 250 militari di professione). In tal modo sarà possibile assicurare la prontezza permanente di almeno un battaglione, oppure eseguire due impieghi geograficamente separati. Se necessario, questi battaglioni potranno essere rafforzati con il battaglione della polizia militare di milizia.

Per coprire i bisogni della Confederazione in materia di protezione delle persone in Svizzera e all'estero, sarà costituito un distaccamento di protezione con personale professionista (ca. 40 militari). L'attuale distaccamento di protezione del Consiglio federale, costituito di membri dei corpi di polizia civili, sarà mantenuto come organizzazione, allo scopo di salvaguardare la competenza specifica e la durabilità.

Allo scopo di tener conto delle attuali scarse risorse di personale dei corpi di polizia civili, l'effettivo dei membri della polizia militare
sarà massicciamente ridotto a loro favore. L'aumento dell'effettivo di personale addetto alla sicurezza sarà ottenuto mediante lo spostamento, a favore della sicurezza militare, di posti già esistenti nel CGF (manutenzione). Nell'ambito del progetto USIS sarà possibile procedere ad adeguamenti.

929

7.5

Forze aeree

Comandante delle Forze aeree Il comandante delle Forze aeree assume la responsabilità globale per le Forze aeree.

Gli sono subordinati il capo dell'impiego delle Forze aeree e il capo dell'istruzione delle Forze aeree.

xxx Comandante delle Forze aeree Capo Capo dell'istruzione dell'impiego delle delle Forze aeree Forze aeree

x Formazioni d'impiego

Formazioni d'addestramento Figura 17: Le Forze aeree

Capo dell'impiego delle Forze aeree Le Forze aeree sono in grado di impiegare numerose squadriglie di velivoli da combattimento, elicotteri e velivoli da trasporto, nonché i gruppi di difesa contraerea.

Quest'ultimi possono essere riuniti in raggruppamenti di combattimento. Il capo dell'impiego delle Forze aeree assume la responsabilità della condotta delle formazioni delle Forze aeree a lui subordinate per un impiego concreto. Dispone dell'organizzazione di condotta centrale, dei mezzi d'impiego necessari e della relativa infrastruttura nonché degli impianti di condotta operativi in permanenza.

930

Capo dell'istruzione delle Forze aeree Il capo dell'istruzione delle Forze aeree assume la responsabilità per le formazioni d'addestramento a lui subordinate.

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Figura 18: Articolazione di base delle brigate delle Forze aeree La formazione d'addestramento dell'aiuto alla condotta delle Forze aeree istruisce le truppe dei gruppi di radar mobili e stazionari, del gruppo delle onde direttive e delle trasmissioni, del gruppo dell'esplorazione elettronica, del gruppo informatori delle Forze aeree nonché del gruppo meteorologico dell'esercito.

La formazione d'addestramento dell'aviazione istruisce le truppe destinate a formare squadre di velivoli da combattimento, di elicotteri e di velivoli da trasporto nonché le pertinenti unità incaricate della manutenzione. Assume inoltre la responsabilità per l'istruzione del gruppo di ricognitori telecomandati e della compagnia esploratori paracadutisti.

La formazione d'addestramento della difesa contraerea (DCA) istruisce i gruppi della DCA mobile e leggera, i gruppi della DCA media e gli stati maggiori dei raggruppamenti di combattimento.

8

Istruzione

8.1

Obiettivi e principi dell'istruzione

L'obiettivo dell'istruzione militare è la prontezza d'impiego. La qualità di tale istruzione è misurata segnatamente mediante confronti con standard internazionali e mediante la sua credibilità per la truppa e la popolazione. I contenuti dell'istruzione si orientano per principio alla capacità fondamentale dell'esercito. Chi è atto al com-

931

battimento è anche in grado, con un'istruzione orientata all'impiego, di fornire contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi nonché di effettuare impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali. I contenuti dell'istruzione dei militari in ferma continuata sono orientati alle esigenze degli impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali.

La condotta dell'istruzione comprende le opzioni relative ai principi dell'istruzione e alle risorse, gli obiettivi e i contenuti dell'istruzione specifici alla singola Forza armata e alle singole Armi, le questioni didattico-metodiche, organizzative e relative all'andamento del servizio nonché il controlling.

L'istruzione è condotta a tre livelli: esercito, singole Forze armate e formazioni d'addestramento o comandi di brigata e di regione territoriale. Il capo delle Forze armate stabilisce il catalogo dei compiti e degli obiettivi interforze nonché le opzioni per la prontezza di base e dirige l'istruzione degli stati maggiori che devono assolvere compiti interforze. Le singole Forze armate sono competenti per l'istruzione interarmi. Le formazioni d'addestramento sono responsabili per l'istruzione individuale e di reparto specifica all'Arma. I comandi delle brigate e delle regioni territoriali si concentrano sull'addestramento di reparto.

Le esigenze più elevate per quanto riguarda la padronanza delle tecnologie delle armi moderne, l'autoprotezione del singolo e della formazione nonché la condotta a livello di unità tattica impongono di allungare la durata dell'istruzione di base. Con una scuola reclute di 21 settimane sarà possibile conseguire l'obiettivo di addestrare l'unità tattica, ma non quello di raggiungere l'impiegabilità integrale per differenti compiti. Nei corsi di ripetizione l'istruzione al combattimento interarmi sarà sviluppata in modo tale che, alternativamente all'istruzione dei battaglioni/gruppi e all'introduzione di nuovo materiale, saranno periodicamente possibili esercitazioni di brigata.

Da ciò risultano le conseguenze seguenti: ­

la scuola reclute dura 21 settimane ed è diretta da militari di professione e da militari a contratto temporaneo;

­

l'istruzione dei quadri è orientata alla pianificazione e alla condotta degli impieghi delle formazioni;

­

i corsi di ripetizione annuali sono incentrati sull'istruzione di reparto e sul combattimento interarmi;

­

le nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (digital training) e i simulatori vanno sfruttati in maniera più intensa.

8.2

Organizzazione dell'istruzione

Lo Stato maggiore generale definisce la dottrina interforze delle Forze terrestri e delle Forze aeree. I comandanti delle Forze terrestri e delle Forze aeree attuano queste opzioni in materia di dottrina per l'istruzione nelle regioni territoriali, nelle brigate e nelle formazioni d'addestramento.

Il comandante delle Forze terrestri assicura, per il tramite del capo dell'impiego delle Forze terrestri, l'istruzione degli stati maggiori delle brigate e delle regioni territoriali. Il comandante delle Forze aeree assicura, per il tramite del capo dell'im-

932

piego delle Forze aeree, l'istruzione orientata all'impiego delle formazioni a lui subordinate.

I comandanti di brigata assicurano l'istruzione al combattimento interarmi dei battaglioni/gruppi loro subordinati. I comandanti delle regioni territoriali addestrano gli stati maggiori e le formazioni negli impieghi di sicurezza del territorio e negli impieghi sussidiari.

I capi dell'istruzione delle Forze terrestri e delle Forze aeree assicurano l'unità di dottrina nell'istruzione delle formazioni d'addestramento e definiscono opzioni per l'elaborazione degli standard e per l'istruzione interarmi.

I comandanti delle formazioni d'addestramento assicurano l'istruzione dell'unità tattica nell'istruzione di base. Per incarico dei comandanti delle Forze terrestri e delle Forze aeree allestiscono e verificano la prontezza di base dei battaglioni/gruppi della loro Arma. Le formazioni d'addestramento si fondano per principio sull'infrastruttura assegnata e dispongono di una certa autonomia nei settori dell'istruzione specifica all'Arma, della gestione del personale, della logistica e delle finanze. Sono dirette secondo i principi dell'economia aziendale. I comandanti delle formazioni d'addestramento assumono per principio la responsabilità della loro Arma e dispongono della libertà d'azione necessaria per fornire le prestazioni richieste.

I comandanti di battaglione/gruppo assicurano la prontezza di base delle unità subordinate.

Centri di competenza Sono centri di competenza per esempio il Centro nazionale per la difesa ABC, il Centro d'istruzione per il combattimento in montagna, il Centro di competenza per gli animali dell'esercito (cavalli e cani), la musica militare e un centro destinato alla preparazione degli impieghi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi. Sono responsabili, in senso interforze, per l'istruzione e lo sviluppo dei principi d'impiego di un settore specifico, di un servizio specializzato o di formazioni particolari e servono da interlocutori permanenti per le organizzazioni partner in Svizzera e all'estero.

8.3

Istruzione di base militare

L'utilizzazione di apparecchi e sistemi tecnicamente complessi consente e, al tempo stesso richiede, una riduzione della densità di truppe sul moderno campo di battaglia. Tale evoluzione aumenta le esigenze poste ai soldati in materia di tecnica d'armamento, così come la loro responsabilità. L'errore di un individuo può compromettere, in misura molto maggiore rispetto al passato, la sicurezza delle persone ­ tanto le truppe quanto la popolazione civile ­ e del materiale.

I militari devono essere in grado di impiegare le armi e gli apparecchi loro affidati prima dell'inizio dell'istruzione di reparto. Su questa base è possibile concentrare l'istruzione di reparto sull'addestramento all'impiego e sulla cooperazione dei singoli sistemi.

933

L'esperienza mostra che i sistemi d'arma e gli apparecchi moderni richiedono molto più tempo non soltanto per l'istruzione interarmi, ma anche per la manutenzione e il mantenimento della prontezza di base.

Scuole reclute Nella scuola reclute, che può essere assolta al più presto dopo aver compiuto i 18 anni, si tratta di assicurare la prontezza di base dell'unità tattica, poiché il combattimento, il supporto al combattimento e la logistica, necessari per l'adempimento di tutti i compiti, vengono addestrati insieme soltanto a partire da quest'ultimo livello.

Al riguardo occorrono tre periodi d'istruzione successivi fondati uno sull'altro: ­

nell'istruzione di base generale (IBG), della durata di circa cinque settimane, la recluta acquisisce le conoscenze militari fondamentali. Essa è in grado di impiegare la sua arma personale nonché di proteggere se stessa e i camerati. Il contenuto dell'IBG è il medesimo per tutto l'esercito, tuttavia possono essere costituite classi di prestazione;

­

nell'istruzione di base alla funzione (IBF), della durata di circa otto settimane, la recluta viene istruita come specialista dei sistemi della sua Arma impiegati nell'ambito del nucleo oppure del gruppo. Tali gruppi di combattimento o d'impiego sono gli elementi necessari per l'istruzione di reparto.

Per le Armi tecniche, la durata dell'IBF può essere prolungata a carico dell'istruzione di reparto;

­

nell'istruzione di reparto (IDR), della durata di otto settimane, si tratta di amalgamare i gruppi di combattimento e d'impiego in sezioni e unità tattiche. Dopo aver appreso il comportamento standard in materia di tecnica di combattimento, le sezioni vengono amalgamate in un'unità. Mediante esercitazioni d'impiego, le sezioni e le unità tattiche raggiungono la prontezza di base. Nell'IDR il singolo soldato deve considerarsi come parte di un insieme e adempiere il suo compito nel quadro globale.

La dinamizzazione del campo di battaglia esige, rispetto al passato, migliori capacità di proteggere la formazione con i propri mezzi nonché la padronanza del livello dell'unità tattica alla fine dell'istruzione di base. Contemporaneamente, il ridimensionamento dell'esercito richiede che differenti funzioni siano raggruppate e che i militari siano istruiti in maniera più polivalente.

Con un'istruzione di base della durata 21 settimane è possibile tener conto soltanto in misura limitata di queste esigenze. Per assicurare la prontezza di base delle formazioni di CR con quadri di milizia, l'unità tattica diventa pertanto il livello d'istruzione minimo da raggiungere alla fine dell'istruzione di base. Da un punto di vista puramente militare, per la scuola reclute sarebbe appropriata una durata di 24 settimane. Affinché sia possibile raggiungere entro 21 settimane gli obiettivi dell'istruzione stabiliti, nell'istruzione di base generale devono essere cancellati alcuni contenuti. Ciò riduce, rispetto a una scuola reclute della durata di 24 settimane, la prontezza di base, fatto che ha come conseguenza un allungamento del tempo necessario per raggiungere, partendo dalla prontezza di base, la prontezza d'impiego.

Annualmente, per la maggior parte delle Armi iniziano tre scuole reclute con effettivi il più possibile equilibrati. Ciò è necessario affinché sia possibile armonizzare tra loro scuole e corsi di ripetizione, istruzione dei quadri e impiego dei militari in ferma continuata. In questo modo è pure possibile un'istruzione di base dei quadri in gran parte 934

priva di interruzioni. Inoltre, proprio in vista di impieghi sussidiari, la durabilità è assicurata con militari in ferma continuata. Infine, le risorse per l'istruzione (personale, infrastruttura) possono essere impiegate in maniera regolare sull'arco dell'anno.

Singoli specialisti (per es. piloti, specialisti della manutenzione di sistemi tecnicamente complessi, granatieri) abbisognano di un'istruzione di base più lunga. Essi assolvono corsi speciali supplementari computati sul totale obbligatorio di giorni di servizio.

In casi motivati è possibile un'interruzione, al più presto prima del periodo dell'istruzione di reparto.

L'unità tattica, istruita nella scuola reclute, è la base per l'istruzione di reparto a ulteriori livelli nei corsi di ripetizione. La cooperazione tra singole unità è in primo luogo un compito di condotta dei quadri, i quali vengono preparati al riguardo nei pertinenti corsi di formazione e in esercitazioni di stato maggiore.

Il modello che prevede, per i militari in ferma continuata, l'inizio delle scuole reclute tre volte l'anno, consente ogni volta impieghi negli ultimi quattro mesi di tali scuole reclute. Unitamente alle truppe d'intervento rapido costituite di corpi di truppa che prestano CR, sarà in tal modo possibile assicurare la durabilità per impieghi di salvaguardia delle condizioni d'esistenza.

Gen

Feb

Mar

Apr

Mag

Giu

Lug

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Set

Ott

Nov

Dic

Gen

Feb

Mar

Apr

Impiego Impiego Scuola reclute

Impiego Scuola reclute

Impiego Scuola reclute

Durabilità assicurata mediante militari in ferma continuata (le loro scuole reclute iniziano tre volte l'anno)

Figura 19: Modello delle scuole reclute (inizio tre volte l'anno) e degli impieghi dei militari in ferma continuata

Funzioni della truppa Dopo l'istruzione di base generale e l'istruzione di base alla funzione, tutte le reclute sono promosse soldati. Nel corso dell'istruzione di base militare, i militari idonei, non destinati ad assolvere un'istruzione di sottufficiale o di ufficiale, saranno 935

istruiti per funzioni speciali con maggiori responsabilità (per es. sostituto capogruppo, capo del materiale e delle munizioni). Dopo l'assolvimento dell'istruzione sarà loro conferito un nuovo grado.

8.4

Istruzione dei quadri

Nell'istruzione dei quadri, lo sforzo principale verte sulla condotta delle formazioni.

Tutte le reclute iniziano con l'istruzione di base generale. La selezione per una funzione di quadro avviene dopo 7 settimane. Tutti i quadri vengono istruiti in scuole ufficiali o sottufficiali in vista della loro funzione. Oltre a impartire le basi della condotta e della tattica vengono trasmesse conoscenze generali e conoscenze specifiche all'Arma. Vi sarà permeabilità tra l'istruzione dei sottufficiali e quella degli ufficiali.

Il servizio pratico dei quadri si concentra sulla fase dell'istruzione di base alla funzione o dell'istruzione di reparto che è rilevante per la condotta. In tale occasione i quadri, in quanto capi della loro formazione, consolidano e approfondiscono le conoscenze apprese in materia di condotta del personale, di pianificazione e di condotta dell'impiego nonché di metodica dell'istruzione di reparto.

7

13

21

29

37

45

53 Settimane

IBF IDR

Truppa

IBG SSU IDR e parte della

IBF per tutti i militari

SSU

Sottufficiale (istruzione breve) Pratica in IBF

Istruzione tecnica con pratica integrata

IDR IDR

Sottufficiale Sottufficiale superiore

Scuola ufficiali con pratica integrata IBG IBF IDR SSU

Istruzione di base generale Istruzione di base alla funzione Istruzione di reparto Scuola sottufficiali

IDR Ufficiale

Figura 20: Modello dell'istruzione dei quadri

Allo scopo di incrementare l'attrattiva delle funzioni di quadro e per compensare il maggior sacrificio di tempo, con la certificazione dei corsi di formazione per i quadri si mira al riconoscimento civile dell'istruzione militare alla condotta. Inoltre, mediante una nuova struttura dei gradi e le relative indennità finanziarie, si intende 936

incoraggiare l'assunzione di funzioni di quadro. In casi motivati, sarà possibile interrompere una volta l'istruzione.

I militari possono essere obbligati a rivestire un determinato grado e ad assumere un comando o una funzione.

Sottufficiali I capigruppo sono responsabili della condotta, dell'educazione militare e della prontezza di base o della prontezza d'impiego del gruppo. In quanto superiori diretti della truppa, la loro competenza tecnica e la loro autorità personale assumono una grande importanza. L'istruzione a capogruppo, segnatamente presso le truppe con elevate esigenze in materia di condotta e d'istruzione, dura, compresa la scuola reclute, 9 mesi.

0 mesi

Soldato 5 mesi

IBG

2 mesi

IBF

4 mesi

6 mesi

8 mesi

IBG

IBG IBF IDR SSU Capogr

IBG

12 mesi

14 mesi

16 mesi

IDR IBF

IDR IBG

Capogr 9 mesi

10 mesi

IBF/SSU IBG

Istruzione di base generale Istruzione di base alla funzione Istruzione di reparto Scuola sottufficiali Capogruppo

Pratica

IBF

IBF

IDR

Pratica

IDR

IDR

IBF/SSU

IBF

IBG

IBF/SSU

Pratica

IBF

IDR

Figura 21: Confronto tra l'istruzione di base dei soldati e dei sottufficiali

Il futuro capogruppo è dapprima istruito come capo tecnico di un sistema d'arma o di un sistema di apparecchi. Nell'ambito dell'istruzione di base alla funzione esso assolve una fase d'applicazione pratica; durante l'istruzione di reparto porta il suo gruppo alla prontezza di base. Per i capigruppo la cui istruzione dura 9 mesi deve essere ottenuta una certificazione.

Secondo il modello d'eccezione, che prevede una durata di cinque mesi, vengono istruiti quei capigruppo che, a causa della loro attività civile, possiedono già le conoscenze per l'intero ambito dell'istruzione di base alla funzione e di conseguenza devono essere istruiti soprattutto in vista della loro responsabilità in materia di condotta oppure quelli che nella loro futura funzione non devono assumere alcuna responsabilità in materia di condotta. Nel tempo a disposizione possono essere addestrati nel quadro dell'istruzione di base alla funzione.

937

0 mesi

Soldato 5 mesi

IBG

2 mesi

IBF

4 mesi

6 tmesi

8 mesi

IBG

IBG IBF IDR SSU Capogr

IBG

SSU

12 mesi

14 mesi

16 mesi

IDR IBF

IDR IBG

Capogr 5 mesi

10 mesi

IBF

IDR

SSU

IDR

IDR IBG

Istruzione di base generale Istruzione di base alla funzione Istruzione di reparto Scuola sottufficiali Capogruppo

SS U

IDR IBG

Figura 22: Confronto tra l'istruzione di base dei soldati e dei sottufficiali (istruzione breve)

Dopo l'istruzione a capogruppo della durata di nove mesi ha luogo la promozione a sergente, mentre l'istruzione a capogruppo della durata di cinque mesi si conclude con la promozione a caporale.

Sottufficiali superiori Gli aspiranti alle funzioni di sottufficiale superiore sono selezionati dopo le prime sette settimane dell'istruzione di base generale. L'istruzione in vista della futura funzione è impartita loro in scuole centrali. I candidati idonei ricevono la proposta di assumere funzioni di stato maggiore al più presto a partire dal terzo corso di ripetizione. In caso di idoneità e dopo aver concluso l'istruzione, vi è la possibilità di passare alla carriera di ufficiale. Questo modello migliora l'attrattiva delle carriere per l'intero corpo dei sottufficiali.

938

Età

21

22

23

24

25

Capogruppo

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

42

41

42

Suff collaboratore SM, livello corpo di truppa

Sergente maggiore d'unità

Caposezione della logistica

Sgt magg d'unità Suff tecn Capogruppo Furiere d'unità

Uff collaboratore SM livello corpo di truppa

Caposezione della logistica Caposezione della logistica

Uff collaboratore SM livello corpo di truppa Comandante d'unità cp SM o cp log

Suff collaboratore SM livello corpo di truppa

Suff collaboratore SM livello di br / reg ter

Età

41

Sostituto caposezione

21

22

23

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26

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28

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30

31

32

33

34

35

36

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38

39

40

Servizio in CR (può essere più / meno lungo) Perfezionamento ca. 25 giorni l'anno Servizio nella funzione raggiunta fino al proscioglimento dagli obblighi militari (36 risp. 42 anni) oppure fino al perfezionamento per una nuova funzione Quando il totale obbligatorio di giorni di servizio d'istruzione non è ancora stato adempiuto completamente

Figura 23: Carriera dei sottufficiali ed età approssimativa

A causa delle nuove funzioni nell'ambito della truppa e dei sottufficiali, nonché delle nuove e differenti funzioni di capogruppo, la struttura dei gradi della truppa e del corpo dei sottufficiali deve essere adeguata.

I gradi che comprendono più funzioni saranno suddivisi. Ciò avrà come conseguenza che il sottufficiale tecnico porterà il grado di sergente maggiore, mentre il sergente maggiore d'unità riceverà un nuovo grado. Per quanto riguarda gli aiutanti, le denominazioni attuali (aiutante di stato maggiore 1-4) saranno rese più chiare introducendo un grado per funzione, analogamente a quanto avviene per gli ufficiali. Di conseguenza i collaboratori di stato maggiore del livello del corpo di truppa, della brigata e della regione territoriale riceveranno ognuno un nuovo grado.

Ufficiali subalterni Gli aspiranti alle funzioni di ufficiale subalterno sono selezionati dopo le prime sette settimane dell'istruzione di base generale. L'istruzione alla futura funzione viene loro impartita nelle formazioni d'addestramento e nel corso centrale di formazione per ufficiali. Gli ufficiali subalterni sono responsabili per la condotta e l'educazione militare dei capigruppo nonché per la prontezza di base e la prontezza d'impiego della sezione. Prima dell'impiego nell'istruzione di reparto, il futuro ufficiale subalterno assolve una fase d'applicazione pratica (per es. come sostituto caposezione nell'ambito dell'istruzione di reparto), allo scopo di ampliare la propria competenza in materia di condotta.

939

8.5

Modelli di transizione

L'effettivo di militari di professione e di militari a contratto temporaneo rappresenta un fattore particolarmente critico per il successo. Occorre fare tutto il possibile per migliorare l'attrattiva della categoria professionale, allo scopo di arrestare l'erosione e di assicurare il necessario ampliamento. Il modello dell'istruzione deve essere realizzato nelle formazioni d'addestramento in funzione del personale militare a disposizione, eventualmente in maniera scaglionata. Nella fase di transizione sono possibili modelli adattati (per es. quadri provenienti da Esercito 95, pool di istruttori, appoggio ai quadri di professione da parte di quadri di milizia).

8.6

Istruzione di base dei comandanti e degli stati maggiori

I corsi di formazione per comandanti, membri di stati maggiori e ufficiali di stato maggiore generale tengono conto di due esigenze opposte: una formazione credibile che richiede periodi d'istruzione sufficientemente lunghi e il reclutamento dei migliori quadri di milizia che impone di limitarsi all'essenziale e di provvedere a un'armonizzazione con le carriere professionali. La separazione tra l'istruzione alla funzione e l'impiego come comandante oppure in uno stato maggiore, consente di limitare l'onere a circa 25 giorni di servizio l'anno.

Comandanti d'unità I comandanti d'unità vengono dapprima istruiti alla condotta e alla dottrina nel corso centrale di condotta I. In seguito, l'istruzione tecnica e l'istruzione specifica all'Arma sono impartite nelle formazioni d'addestramento. Successivamente i futuri comandanti d'unità comandano, durante l'istruzione di reparto nella scuola reclute, un'unità in servizio pratico e si allenano alla condotta dell'impiego. Dopo l'istruzione di reparto ha luogo, in occasione dell'assunzione della funzione, la promozione a capitano.

Anni d'istruzione

Anni di funzione

Figura 24: Separazione degli anni d'istruzione dagli anni di funzione 940

Ufficiali degli stati maggiori dei battaglioni/gruppi Gli aiuti di comando degli stati maggiori sono istruiti nei loro settori specializzati in un corso tecnico presso le formazioni d'addestramento oppure presso il Centro d'istruzione dell'esercito. In un corso centrale di stato maggiore sono impartite le basi per il lavoro di stato maggiore e, in parte con il corso di condotta II, allenate le procedure del lavoro di stato maggiore. Successivamente i futuri collaboratori di stato maggiore si allenano al lavoro di stato maggiore nell'ambito di un servizio pratico durante l'istruzione di reparto della formazione d'addestramento.

Comandanti di battaglione/gruppo I comandanti di battaglione/gruppo sono istruiti nel corso di condotta II. La prima parte comprende un'istruzione alla condotta e alla dottrina. Nella seconda parte, che ha luogo presso le formazioni d'addestramento, vengono impartite l'istruzione tecnica e l'istruzione specifica all'Arma. Successivamente i futuri comandanti di battaglione/gruppo prestano il servizio pratico durante l'istruzione di reparto e si allenano a condurre nell'impiego l'unità tattica. In tale occasione hanno a loro disposizione uno stato maggiore. L'istruzione di comandante di battaglione/gruppo è impartita nell'arco di tre anni consecutivi. Prima dell'assunzione del comando devono essere assolti due anni come sostituto del comandante oppure come capo dell'impiego. In occasione dell'assunzione della funzione avviene la promozione a tenente colonnello.

Ufficiali in stati maggiori di brigate e regioni territoriali Gli aiuti di comando di questi stati maggiori sono istruiti nei loro settori specializzati in un corso tecnico presso le formazioni d'addestramento oppure presso il Centro d'istruzione dell'esercito. Le conoscenze di base vengono impartite in un corso centrale di stato maggiore. Successivamente si allenano, unitamente ai capi di stato maggiore e ai sottocapi di stato maggiore, alla pianificazione e alla condotta degli impieghi in esercitazioni del livello tattico superiore.

941

Cdt bat

Cdt cp

Età

Cdt br / reg ter

20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50

Caposez/ten Caposez/I ten Cdt cp/cap

P

Cdt cp/magg

P

Cdt bat/ten col

P

Cdt br / reg ter Br / div Proposta

P

Caso d'eccezione senza istruzione di SMG P

Servizio per la promozione (C tecn / C cond / IDR, impiego adattato)

Impiego come sost cdt/capo impg Servizio di truppa / CR Riserva* In caso di necessità

* La permanenza effettiva nella riserva è stabilita in funzione delle necessità d'alimentazione.

Figura 25: Carriere normali dei comandanti (senza istruzione di stato maggiore generale)

Cdt cp

Età

Sost cdt br / reg ter

Cdt bat

Cdt br / reg ter

20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 P

Cdt cp / cap

Uff SMG / magg SMG / ten col SMG / C SMG I-III

P

Dal C SMG II con C SM

Cdt bat Ten col SMG Uff SMG / ten col SMG / col SMG / C SMG IV - V

P

Sost cdt br / reg ter Col SMG Cdt br / reg ter Br / div

Proposta

P

P

Servizio per la promozione (C cond, C SMG, C SM, impiego adattato)

Servizio di truppa / CR Riserva*

* La permanenza effettiva nella riserva è stabilita in funzione delle necessità d'alimentazione.

Figura 26: Carriere normali dei comandanti (con istruzione di stato maggiore generale) 942

Uff SMG

Cdt cp Età

SCSM

20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50

Cdt cp / cap / magg

P

Dal C SMG II con C SM

Uff SMG/magg SMG/ten col SMG

P

XX

Uff SMG/SCSM/ten col SMG

P

Uff SMG/CSM/col SMG

P

Proposta

CSM

P

Servizio per la promozione (C cond/C SMG/C SM impiego adattato)

Servizio di truppa / C SM Riserva* C SM dopo C SMG

X

* La permanenza effettiva nella riserva è stabilita in funzione delle necessità d'alimentazione.

Figura 27: Carriere normali degli ufficiali di stato maggiore generale (senza funzione di comandante)

Ten col Cap Età

Col

Magg

20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50

Caposez / I ten Cap Bat / cap / magg

P

Br /reg ter Ten col /col

Proposta

P

P

Servizio per la promozione (C tecn/C cond/IDR, impiego adattato)

Magg

P P

Servizio di truppa / CR Riserva*

* La permanenza effettiva nella riserva è stabilita in funzione delle necessità d'alimentazione.

Figura 28: Carriere normali degli aiuti di comando

943

Ufficiali di stato maggiore generale Dopo il corso di condotta II, agli ufficiali di stato maggiore generale sono impartite, nei corsi di stato maggiore generale I a III, le conoscenze di base in materia di stato maggiore generale. Dopo l'assolvimento dei corsi di stato maggiore generale I e II avviene la nomina a maggiore di stato maggiore generale, dopo l'assolvimento del corso di stato maggiore generale III la promozione a tenente colonnello di stato maggiore generale. Tra i corsi II e III gli ufficiali di stato maggiore generale prestano servizio in stati maggiori di Grandi Unità.

Le conoscenze tecniche degli ufficiali di stato maggiore generale per i quali non è più previsto in seguito un perfezionamento vengono aggiornate in un corso di formazione speciale. Nel corso di stato maggiore generale IV vengono istruiti i futuri sottocapi di stato maggiore, nel corso di stato maggiore generale V i futuri capi di stato maggiore.

Per gli ufficiali di stato maggiore generale è possibile derogare al limite massimo di circa 25 giorni di servizio l'anno.

8.7

Cooperazione con l'estero in materia d'istruzione

La cooperazione con l'estero in materia d'istruzione avviene a livello bilaterale e multilaterale. I militari di professione svizzeri partecipano a corsi di formazione all'estero; inversamente, ufficiali e sottufficiali stranieri frequentano corsi di formazione dell'esercito svizzero. Nell'ambito del Partenariato per la pace, quadri dell'esercito svizzero partecipano a esercitazioni internazionali di stato maggiore. Le esperienze acquisite in tali occasioni sono integrate nei nostri corsi di formazione e servono all'ulteriore sviluppo dell'esercito.

L'istruzione di reparto delle Forze terrestri a livello di battaglione/gruppo, o addirittura di brigata, non può essere effettuata su piazze d'esercitazione svizzere. Occorre mirare ad accordi con altri Stati per ottenere l'accesso a piazze d'esercitazione estere. Quale controprestazione può essere offerta l'utilizzazione di impianti dell'esercito svizzero, in particolare dei simulatori.

Segnatamente le Forze aeree necessitano della cooperazione con partner stranieri.

Soltanto in questo modo possono essere istruite ai loro sistemi d'arma in maniera efficiente e orientata all'impiego. L'allenamento congiunto è decisivo per rendere possibile l'interoperabilità e quindi anche la cooperazione stessa.

8.8

Infrastruttura per l'istruzione

I fabbisogni in materia d'istruzione dipendono dai contenuti dell'istruzione, dagli effettivi e dalla percentuale delle differenti Armi rispetto all'effettivo totale dell'esercito. L'infrastruttura esistente è utilizzata in maniera ottimale, i contratti in vigore e le opzioni politiche sono rispettati, gli aspetti relativi alla politica regionale sono considerati. La Confederazione regola, in stretta collaborazione con i Cantoni, l'utilizzazione dell'infrastruttura di quest'ultimi per l'istruzione.

È tuttavia prevedibile che, soprattutto per quanto riguarda l'istruzione di reparto delle truppe da combattimento, dovranno essere effettuati maggiori investimenti.

944

Inoltre, malgrado la riduzione degli effettivi, l'esercito continuerà a dipendere dalla possibilità di potersi esercitare anche al di fuori delle piazze d'armi esistenti e su piazze d'armi all'estero.

8.9

Corsi di ripetizione

Sulla base dell'effettivo stabilito per il nuovo esercito, sei corsi di ripetizione a ritmo annuale sono la soluzione ottimale se si considerano sia le necessità dettate dall'istruzione sia la realizzabilità socio-politica.

Il livello dell'unità rinforzata sarà allenato mediante l'addestramento di reparto e le esercitazioni di reparto a partiti contrapposti. La prontezza di base sarà verificata con l'addestramento di reparto e le esercitazioni di reparto fino a livello brigata.

Tale allenamento assicura la necessaria esperienza in materia di condotta, segnatamente per i quadri di milizia. L'utilizzazione sicura di armi e apparecchi, la padronanza delle procedure d'impiego e lo sviluppo del senso di responsabilità necessario al riguardo esigono ripetizioni regolari.

L'introduzione di nuovi sistemi e l'attuazione di innovazioni richiedono, per motivi d'istruzione, adeguate ripetizioni. Se per l'introduzione di novità di vasta portata (per es. meccanizzazione della fanteria, introduzione del nuovo carro armato granatieri ecc.) si ipotizzano due corsi d'addestramento, il livello dell'unità rinforzata/del battaglione sarà raggiunto di regola nel terzo corso di ripetizione.

8.10

Istruzione e attività fuori del servizio

L'istruzione premilitare è volontaria e comprende soprattutto l'istruzione al tiro, l'istruzione dei pontonieri, l'istruzione aeronautica preparatoria e i corsi di primi soccorsi.

L'istruzione fuori del servizio è pure volontaria ed è offerta da associazioni e società militari, appoggiate da formazioni d'addestramento e centri di competenza. Essa comprende scambi di informazioni in materia di politica militare, l'istruzione e il perfezionamento in associazioni tecniche, di funzione e dei quadri, lo sport militare e la cura della camerateria.

Le attività fuori del servizio devono essere conformi alle necessità dell'esercito. A causa dell'elevata complessità e della crescente tecnicizzazione dell'istruzione, per i corsi d'istruzione e di perfezionamento fuori del servizio occorre ricorrere maggiormente a personale professionista. I dettagli relativi alla collaborazione, il supporto con personale e materiale nonché il versamento di indennità a favore delle associazioni e delle società militari saranno stabiliti in convenzioni tra l'esercito (segnatamente le formazioni d'addestramento) e le singole associazioni e società militari.

945

8.11

Tiro fuori del servizio

I militari conservano la loro arma personale a casa. Il tiro fuori del servizio serve a mantenere il livello d'istruzione nel maneggio dell'arma personale. Nell'ambito del programma di tiro obbligatorio continua a essere allenato il tiro di precisione, che costituisce anche la base del tiro di combattimento. L'esecuzione del tiro fuori del servizio resta affidata alla Federazione sportiva svizzera di tiro.

9

Risorse

9.1

Personale

L'effettivo dell'esercito attivo ammonta a 120 000 militari, ai quali si aggiunge una classe di reclute (20 000), in modo tale che l'effettivo dell'esercito senza riserva raggiunge i 140 000 militari, dei quali circa 4000 sono militari di professione (oggi circa 3300) e circa 1000 militari a contratto temporaneo (oggi 150). La riduzione degli effettivi dei militari di milizia di Esercito 95 agli effettivi di Esercito XXI non avviene tuttavia in maniera lineare nelle singole Armi e nei singoli servizi ausiliari.

Nelle Forze aeree, nelle formazioni dell'aiuto alla condotta e della logistica le riduzioni saranno inferiori rispetto agli altri settori. Con l'effettivo previsto è possibile raggiungere la prontezza necessaria e assicurare l'occupazione di tutte le funzioni anche nei corsi di ripetizione, ciò che è importante per l'istruzione di reparto.

La riserva comprende 80 000 militari (4 classi di militari che hanno assolto tutti i loro CR e 10 classi di ex militari in ferma continuata). Ogni differimento del servizio da parte di militari obbligati a prestare CR, possibile fino al 34° anno d'età, ha come conseguenza immediata una riduzione dell'effettivo della riserva a favore dell'esercito attivo.

Donne e uomini Le donne e gli uomini possono essere assegnati a tutte le categorie di personale, così come tutte le funzioni possono essere occupate tanto da donne quanto da uomini. In tal modo si tiene conto dei mutamenti sociali e si offrono alle donne le medesime possibilità degli uomini anche nel settore militare della politica di sicurezza. Inoltre, la triplice missione dell'esercito e l'esigenza generale di polivalenza dell'esercito offrono, pure per le donne, un'ampia gamma di opportunità d'impiego. Infine, si può constatare che proprio nei settori del sostegno alla pace, della gestione delle crisi e degli impieghi sussidiari, sono molti i compiti per i quali le donne sono particolarmente idonee. Il sistema di reclutamento differenziato di Esercito XXI consente di tener conto in maniera più appropriata di questo potenziale.

Reclutamento Conformemente alla Costituzione federale, ogni cittadino svizzero è obbligato a prestare servizio militare. Prima del reclutamento viene organizzata una giornata informativa sotto la responsabilità dei Cantoni. Per gli uomini soggetti all'obbligo di leva la
partecipazione è obbligatoria; le donne sono invitate, ma la loro partecipazione è volontaria.

D'intesa con i Cantoni, la Svizzera è ripartita in più zone di reclutamento. Il reclutamento per l'esercito e la protezione civile ha luogo presso quattro a sei sedi permanenti e dura fino a tre giorni. Per le persone soggette all'obbligo di leva, l'obiet946

tivo del reclutamento è l'informazione e l'incorporazione personale. (In tale occasione la persona soggetta all'obbligo di prestare servizio decide anche se intende prestare il servizio in qualità di militare in ferma continuata.) Per l'esercito e la protezione civile, si tratta di rilevare il potenziale fisico, psichico, intellettuale e professionale ai fini dell'attribuzione. Inoltre, saranno rilevati il potenziale e l'interesse per una carriera di quadro nonché per impieghi come militare a contratto temporaneo.

Militari di milizia Militari tenuti a prestare CR L'effettivo dell'esercito attivo comprende i militari che, dopo aver assolto la scuola reclute, vengono incorporati e prestano corsi di ripetizione annuali fino all'adempimento del totale obbligatorio di giorni servizio. In caso di situazioni particolari o straordinarie, essi possono essere pronti per l'impiego entro pochi mesi.

Il totale complessivo di giorni di servizio è determinato dalla durata dell'istruzione di base e dalla durata e dal numero dei corsi di ripetizione. Un'istruzione di base di 21 settimane corrisponde a 145 giorni, 6 corsi di ripetizione da 19 giorni corrispondono a 114 giorni. Con i tre giorni del reclutamento risultano complessivamente 262 giorni di servizio da prestare. Durante i 6 anni d'incorporazione nell'esercito attivo, per differenti attività militari (p. es. ripetizioni per gli autisti, corsi di allenamento dei carristi, personale di servizio per corsi preparatori dei quadri o determinati corsi specifici alle Armi) sono necessari 18 giorni di servizio.

Per motivi inerenti all'istruzione, è possibile derogare a questa regola, soprattutto per gli specialisti. Non è tuttavia consentito superare il limite massimo di 330 giorni stabilito nella legge militare.

La truppa e i sottufficiali sono di regola prosciolti dagli obblighi militari alla fine dell'anno nel quale compiono il 30° anno d'età. La concentrazione negli anni giovanili dei giorni di servizio da prestare (21 settimane di SR, 6 corsi di ripetizione fino all'età di 26 anni) permette di conciliare meglio il servizio militare e gli impegni professionali. Nel caso di un inizio ritardato della scuola reclute e del differimento di corsi di ripetizione occorre prevedere un proscioglimento al più tardi entro la fine dell'anno nel quale è compiuto il 34° anno d'età. Ciò ha il vantaggio supplementare di portare a un miglior mescolamento della struttura d'età senza oneri amministrativi supplementari.

Scuola reclute

Corsi di ripetizione

Riserva

Durata

145 giorni

6 da 19 giorni, per un totale di 114 giorni

4 anni

all'età di

20 anni

21­26 anni

27­30 anni

Proscioglimento

30 anni (caso normale)

I sottufficiali superiori e gli ufficiali subalterni sono prosciolti dagli obblighi militari a 36 anni, i capitani e i sottufficiali superiori degli stati maggiori alla fine dell'anno in cui compiono 42 anni, gli alti ufficiali e gli alti ufficiali superiori alla fine dell'anno in cui compiono 50 anni.

947

Militari in ferma continuata (adempimento senza interruzioni del totale obbligatorio di giorni di servizio d'istruzione) I militari in ferma continuata sono militari di milizia che assolvono in un unico periodo il loro totale obbligatorio di giorni di servizio d'istruzione (300 giorni). Dopo aver assolto l'istruzione di base, sono previsti in primo luogo per impieghi sussidiari destinati alla prevenzione e alla gestione di pericoli esistenziali. In secondo luogo, appoggiano l'istruzione nelle formazioni d'addestramento. Il concetto relativo ai militari in ferma continuata è il frutto delle esperienze maturate negli ultimi anni in occasione di impieghi sussidiari di sicurezza e di impieghi d'aiuto in caso di catastrofe. L'analisi ha evidenziato insufficienze per quanto riguarda la reattività e la durabilità. Su base volontaria, negli ultimi quattro mesi del loro servizio i militari in ferma continuata possono essere impiegati nell'ambito del sostegno alla pace e della gestione delle crisi.

L'assegnazione alle singole Armi è stabilita sulla base del fabbisogno degli ultimi anni (per ognuna delle tre SR per militari in ferma continuata che iniziano ogni anno, i seguenti contingenti: ca. 400 militari alla fanteria, 150 alle truppe di salvataggio/del genio, 200 alla logistica, 200 alle Forze aeree). Di conseguenza sono in ogni momento possibili impieghi immediati e per lunghi periodi di circa 950 militari in ferma continuata. Inoltre, nel corso degli anni, con militari in ferma continuata specificamente addestrati sarà formata una considerevole riserva (ca. 10 000 militari) di fanteria adeguatamente istruita, che potrà essere impiegata anche per la protezione di installazioni speciali (per es. aeroporti).

Nella fase iniziale, i circa 2800 militari in ferma continuata previsti per ogni classe d'età non esauriranno il contingente massimo pari al 20 per cento di una classe di reclute.

Per motivi inerenti alla parità di trattamento, l'obbligo di prestare servizio ha per principio la medesima durata tanto per i militari tenuti a prestare CR, quanto per i militari in ferma continuata. Gli almeno 20 giorni di servizio che i militari in ferma continuata devono prestare in più compensano i vantaggi di cui godono per quanto riguarda i congedi supplementari. Il proscioglimento avviene alla fine dell'anno in cui sono compiuti i 30 anni.

Istruzione di base e impiego

Riserva

Durata

300 giorni

10 anni

all'età di

20 anni

21­30 anni

Proscioglimento

30 anni

Riserva Alla riserva appartengono i militari che hanno adempiuto i loro servizi d'istruzione: i militari tenuti a prestare CR dopo aver assolto tutti i corsi di ripetizione, i militari in ferma continuata dopo avere assolto l'istruzione di base e l'impiego. Questi militari sono incorporati in formazioni della riserva, continuano a disporre del loro equipaggiamento personale e sono tenuti al tiro obbligatorio. Poiché non prestano più servizio, il loro livello d'istruzione certamente diminuisce. Tuttavia, si mantiene ancora per alcuni anni a un livello tanto elevato da consentire, in caso di attivazione della riserva, di non dover più ricominciare dall'istruzione di base. La riserva è pronta per l'impiego entro un anno. Attualmente, per equipaggiarla sono a disposi948

zione un numero sufficiente di sistemi d'arma moderni. I comandanti e i membri di stati maggiori della riserva prestano al massimo cinque giorni di servizio l'anno.

Eccezioni Un vantaggio del sistema di milizia è rappresentato dallo sfruttamento delle conoscenze e delle capacità civili per scopi militari. Per determinate funzioni, l'esercito può approfittare in misura particolare della formazione civile di alcuni militari. Una simile formazione dura però di regola a lungo e non sempre si conclude prima del 30o anno d'età.

Affinché l'esercito, malgrado la diminuzione del limite d'età dell'obbligo di prestare servizio, possa approfittare delle competenze civili speciali (p. es. nel caso di medici, giuristi, specialisti EED, specialisti AC, piloti, specialisti della comunicazione, ingegneri civili, ecclesiastici ecc.), per questi militari sarà possibile un genere particolare di servizio. Essi saranno registrati, possibilmente all'inizio della loro formazione civile, e assolveranno un'istruzione militare specifica oppure, dopo la conclusione della formazione civile, cambieranno incorporazione. In tale occasione avranno la possibilità di mantenere il grado militare oppure, per via straordinaria, di essere promossi a una funzione d'ufficiale.

Personale professionista

Personale professionista Personale militare

Personale civile

Militari di professione

Militari a contratto temporaneo

Ufficiali di professione Sottufficiali di professione Soldati di professione

Ufficiali a contratto temporaneo Sottufficiali a contratto temporaneo Soldati a contratto temporaneo

Figura 29: Compendio delle categorie di personale professionista

Il termine «personale militare» è il termine generico per indicare i militari di professione e i militari a contratto temporaneo. Questo personale assume compiti in stati maggiori centrali (Stato maggiore generale, Forze terrestri, Forze aeree, ev. anche Segreteria generale del DDPS), nelle formazioni d'addestramento, nella condotta delle formazioni e negli impieghi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi. L'età del pensionamento per il personale militare è stabilita dal Consiglio federale.

949

I militari di professione comprendono gli ufficiali, i sottufficiali e i soldati di professione che di regola assumono un obbligo di prestare servizio a tempo pieno, sulla base di un contratto di lavoro di durata indeterminata. Gli ufficiali e i sottufficiali di professione sono responsabili per la condotta dell'istruzione nei corsi di formazione.

In quanto esperti militari, possono inoltre essere impiegati nella condotta dell'esercito nonché nei comandi delle brigate e delle regioni territoriali. Per principio, la carriera di un sottufficiale o di un ufficiale di professione inizia, dopo l'assolvimento dell'istruzione di base di milizia, con un impiego come militare a contratto temporaneo. Sulla base di una procedura di valutazione si deciderà se l'interessato potrà assolvere l'istruzione di base per ufficiali o sottufficiali di professione.

Gli ufficiali di professione sono di regola formati presso la Scuola militare superiore del Politecnico federale di Zurigo, i sottufficiali di professione presso la Scuola per sottufficiali di professione dell'esercito e i militari a contratto temporaneo in un corso centrale per quadri a contratto temporaneo. L'impiego e l'istruzione degli ufficiali e dei sottufficiali di professione sono gestiti in maniera centralizzata e coordinati con le carriere di milizia. A causa dei nuovi compiti dei militari di professione, deve essere possibile anche una carriera indipendente dalle carriere di milizia.

I militari a contratto temporaneo comprendono gli ufficiali, i sottufficiali e i soldati a contratto temporaneo che assumono un obbligo di prestare servizio a tempo pieno, sulla base di un contratto d'assunzione di durata determinata. Sotto la direzione di militari di professione, gli ufficiali e i sottufficiali a contratto temporaneo istruiscono segnatamente le reclute nelle scuole reclute. Possono pure essere impiegati per l'istruzione della truppa nei corsi di ripetizione. Inoltre, possono assumere funzioni di condotta o funzioni della truppa in formazioni d'impiego di professionisti oppure funzioni chiave in formazioni di militari in ferma continuata.

Per assicurare l'esercizio, l'amministrazione, l'istruzione e l'assistenza al personale militare, l'esercito dipende da personale civile. Per garantire l'occupazione di funzioni chiave in situazioni particolari o
straordinarie, detto personale civile (collaboratori e quadri specializzati) può essere militarizzato. Nell'ambito dell'istruzione di base militare e nelle scuole dei quadri, degli insegnanti specialisti, anch'essi personale civile, provvedono all'istruzione dei militari, segnatamente ai sistemi, agli apparecchi e ai veicoli.

9.2

Finanze

L'esercito deve fornire al minor costo possibile le prestazioni che gli sono richieste.

Tuttavia, la modernizzazione, l'equipaggiamento e il funzionamento di un esercito che sia conforme alla missione, alla situazione nonché alla dottrina e che mantenga il passo con il progresso tecnologico sono connessi a costi rilevanti.

Il Consiglio federale, sulla base dei compiti assegnati all'esercito dalla Costituzione federale e dal RAPOLSIC 2000, ha definito le prestazioni dell'esercito e ha fissato un pertinente quadro finanziario. Le spese finanziarie evolvono per principio entro i limiti del piano finanziario. È necessario che al DDPS siano messe a disposizione le risorse necessarie per un esercito moderno e credibile. In caso di modifiche sostanziali della minaccia o della situazione politico-finanziaria della Confederazione, è

950

possibile in ogni momento una nuova valutazione. È possibile l'assegnazione di risorse che superano quelle previste dal piano finanziario.

Nella sua attuale pianificazione finanziaria, il Consiglio federale prevede spese annuali per la difesa per un ammontare di circa 4,3 miliardi di franchi (articolazione organica delle spese). Ciò corrisponde all'importo di circa 4,8 miliardi di franchi iscritto nel piano finanziario 2002-2004 per la difesa nazionale militare (articolazione funzionale delle spese). Per il calcolo delle risorse finanziarie, il Consiglio federale ha tenuto conto principalmente dei fattori seguenti: ­

il prevedibile fabbisogno finanziario per le prestazioni da fornire e per il miglioramento dell'istruzione necessario al riguardo;

­

il potenziale di risparmio realizzabile a lunga scadenza;

­

le riduzioni già attuate e ancora operanti;

­

la necessità di colmare il ritardo nel campo dell'armamento e di procedere a ulteriori sviluppi.

Il profilo delle prestazioni dell'esercito corrispondente a queste opzioni consente di assicurare, mediante 6-8 brigate da combattimento e il relativo supporto aereo e logistico, impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali, contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi nonché per la sicurezza del territorio sull'intero territorio nazionale. Il mantenimento e lo sviluppo della competenza difensiva sono garantiti nell'ambito delle spese previste; per la realizzazione della prontezza alla difesa (potenziamento) sarebbero però necessarie risorse supplementari.

Con le condizioni quadro descritte, la missione affidata dalla Costituzione federale all'esercito non può essere interpretata a piacere. Una pianificazione finanziaria sicura costituisce la premessa per il mantenimento delle capacità dell'esercito. La dotazione di mezzi e la capacità di prestazione richiesta devono corrispondersi. In questo contesto, devono essere considerate non soltanto le spese della Confederazione, ma anche le spese dei Cantoni e dei Comuni, nonché quelle delle imprese private e delle economie domestiche. Un'ulteriore riduzione delle spese per la difesa metterebbe in discussione il profilo delle prestazioni da fornire. In tal modo aumenterebbe anche la pressione a compensare le lacune che ne risulterebbero per le capacità autonome mediante accordi tempestivi in vista di una collaborazione internazionale nell'ambito della difesa.

951

Necessità di colmare il ritardo nel campo dell'armamento Per quanto riguarda gli investimenti, l'esercito ha segnatamente la necessità di colmare il ritardo nel campo dell'armamento. Questo ritardo è dovuto al fatto che nell'ultimo decennio le riduzioni al bilancio di previsione hanno avuto luogo più rapidamente di quanto non sia stato possibile realizzarle a livello di esercizio. Ciò ha avuto come conseguenza che la quota delle spese d'esercizio nel budget della difesa è aumentata, mentre la quota delle spese d'armamento è diminuita.

70%

60% 54% 53%

52%

51%

50%

50% 48%

49% 46%

45% 42%

40%

40% 38%

37% 36%

Quota delle spese d'esercizio 30%

90

91

92

93

94

95

96

38%

Quota delle spese d'armamento 97

98

99

P00

P01

PF02 PF03 PF04

Figura 30: Quota delle spese d'esercizio e d'armamento nel budget della difesa

Una prima netta diminuzione è risultata dai tagli resi possibili dalla scomparsa della minaccia militare concreta, una seconda è risultata dalla realizzazione di Esercito 95, una terza dal Programma di stabilizzazione 1998. Poiché non è stato possibile ridurre a breve scadenza le spese d'esercizio, è stato necessario diminuire le spese d'armamento.

Nei prossimi anni si tratterà di eliminare questo squilibrio strutturale tra spese d'armamento e d'esercizio nonché di incrementare nettamente la quota degli investimenti militari nelle spese complessive. Contemporaneamente, con le risorse rese disponibili in seguito alla riduzione del numero di sistemi convenzionali, dovranno essere colmate le lacune nei settori della condotta e dell'esplorazione, come pure liberate le risorse per un aumento dell'aliquota di personale militare e il passaggio al ritmo annuale dei corsi di ripetizione. La tendenza all'acquisizione di tecnologie avanzate adeguate al sistema di milizia e all'elevato livello d'istruzione è determinante anche per l'esercito, poiché in tal modo le carenze quantitative sono compensate dalla qualità nel senso di un «moltiplicatore di forza» («force multiplier»).

Esempi al riguardo sono: l'idoneità al combattimento notturno, i sistemi di condotta e d'informazione, i sensori connessi a sistemi di condotta e d'informazione, le misure di miglioramento dell'efficienza bellica, i sistemi di sorveglianza per compiti di protezione delle opere e i simulatori.

952

Una limitazione reale delle risorse disponibili presuppone una netta riduzione delle spese d'esercizio e una ristrutturazione a favore degli investimenti. Al riguardo, i fattori chiave sono la riduzione delle spese per il personale e la minimizzazione delle altre spese d'esercizio. Sarà prevedibilmente necessaria un'ulteriore diminuzione di oltre 2000 posti di lavoro. Questa misura non consentirà di ridurre a breve termine i costi d'esercizio, poiché la fase di transizione causerà costi supplementari nell'ambito dei piani sociali (costi di ristrutturazione). Le pertinenti misure saranno pianificate in maniera socialmente compatibile e saranno realizzate su un lungo periodo di tempo.

Un'attribuzione più efficace delle risorse presuppone l'impiego di strumenti di pianificazione e di gestione migliorati, come ad esempio i mandati di prestazione e i programmi pluriennali. È indispensabile l'introduzione della contabilità aziendale, che deve essere strutturata come uno strumento di condotta e offre la necessaria trasparenza per una gestione parsimoniosa nonché per considerazioni economicoaziendali e politiche. Nel limite del possibile occorre creare le premesse per la delega della responsabilità e per il riporto dei crediti ad altri settori o anni. Grazie allo smembramento dei ruoli, la ripartizione in cinque settori prevista nell'ambito della riforma dipartimentale DDPS XXI favorirà la trasparenza e un'attribuzione efficace delle risorse.

Potenziali di risparmio Vi sono potenziali di risparmio a lunga scadenza soprattutto nella logistica a livello di esercito, nell'amministrazione e nell'acquisto d'armamenti.

Nella logistica e nell'amministrazione si giungerà a media scadenza a una ristrutturazione e a un ridimensionamento considerevoli. I compiti dipendenti dall'effettivo e dal volume si ridurranno in conseguenza del ridimensionamento dell'esercito. I doppioni saranno eliminati e le sinergie saranno sfruttate grazie a processi che interesseranno congiuntamente più organizzazioni e livelli. I processi saranno orientati sistematicamente ai destinatari delle prestazioni e contemporaneamente saranno minimizzati i costi. Le prestazioni che non appartengono imperativamente al settore della difesa saranno terziarizzate.

Per quanto riguarda l'acquisto di armamenti, si mira soprattutto ad accelerare le
modalità d'armamento e a ottimizzare ulteriormente i costi nel settore degli acquisti.

L'ottimizzazione dei costi presuppone un allentamento dei vincoli nei settori della politica regionale e delle partecipazioni industriali svizzere.

A questi potenziali di risparmio si contrappongono però considerevoli costi di ristrutturazione e liquidazione, che in parte hanno effetti sulle spese già prima dell'attuazione dei programmi di riduzione dei costi e che devono pure essere compensati nell'ambito delle risorse disponibili.

9.3

Equipaggiamento e armamento

L'equipaggiamento e l'armamento costituiscono l'oggetto della pianificazione dell'armamento e comprendono la preparazione dell'acquisto, l'acquisto, l'utilizzazione, la manutenzione, l'istruzione e lo smaltimento. Una garanzia materiale ottimale per l'esercito risulta da un rapporto equilibrato tra sistemi tecnici, conoscenze tecnologiche (comprese la ricerca e lo sviluppo) e capacità tecniche (istruzione, im953

piego, esercizio ecc.). Occorre mirare a un livello paragonabile a quello di altri Stati europei. Il progresso tecnologico e le scarse risorse finanziarie impongono di rinunciare ad acquisti generalizzati, ciò che può portare a un differente livello tecnologico tra le varie formazioni, senza tuttavia compromettere la prontezza di base.

Fino a oggi, la pianificazione dell'armamento è avvenuta in gran parte in funzione delle necessità dei differenti fornitori di prestazioni (per es. Armi). In primo piano vi era il singolo sistema tecnico. In futuro si tratterà di procedere alla pianificazione globale dell'armamento partendo dalle prestazioni che deve fornire l'esercito. In questo contesto, le necessità dei differenti fornitori di prestazioni saranno armonizzate meglio tra di loro e inserite in un sistema globale. La pianificazione globale dell'armamento incombe allo Stato maggiore generale, il quale coinvolge i fornitori di prestazioni nel processo di pianificazione.

L'attuazione della pianificazione dell'armamento e la padronanza di sistemi complessi e integrati in reti esige in misura crescente basi e competenze scientifiche e tecnologiche. La ricerca e lo sviluppo in seno al DDPS assicurano tale base nell'ambito delle opzioni politiche e delle condizioni quadro superiori.

Linee direttrici per l'acquisto d'armamenti Il contesto dell'acquisto d'armamenti è fortemente mutato negli ultimi anni. Da un lato, l'acquisto d'armamenti deve confrontarsi con le sfide che risultano dalle necessità di un esercito ridimensionato e dalla pressione sui costi; dall'altro, esso è sotto l'influsso dell'evoluzione tecnologica e della concentrazione in atto nel mercato internazionale degli armamenti. Infine, occorre tener conto della capacità di cooperazione. Tutti questi fattori concorrono a un orientamento a standard internazionali.

La Svizzera intende ampliare la propria base d'informazioni nel settore delle tecnologie dell'armamento e delle procedure d'acquisto sfruttando nel campo dell'armamento le possibilità dello scambio bilaterale di esperienze con Stati partner. Questo intento comprende anche, nella piena salvaguardia della neutralità, l'accesso agli organismi internazionali che si occupano di questioni riguardanti l'armamento. Al riguardo, la Svizzera può rendere accessibile agli Stati partner la propria
esperienza in materia di valutazione e di gestione di progetti d'acquisto.

Politica d'armamento, acquisti e ruolo della base industriale svizzera La politica d'armamento è definita dal Consiglio federale. Essa disciplina questioni fondamentali della cooperazione industriale e della cooperazione internazionale in materia, precisando il ruolo e il coinvolgimento della base industriale svizzera.

In seno al DDPS le questioni inerenti alla politica d'armamento, agli acquisti e alla base industriale svizzera sono trattate dall'Aggruppamento dell'armamento. Esso elabora le basi per le decisioni concernenti le modalità d'acquisto dei beni d'armamento necessari all'esercito, la scelta dei mercati di provenienza e dei partner.

10

Cantoni

La corresponsabilità e la collaborazione cantonali sono elementi essenziali del sistema di milizia e, per motivi di ordine politico e psicologico-militare, sono di importanza fondamentale. I Cantoni rafforzano il radicamento dell'esercito nella popolazione servendo da anello di congiunzione tra la popolazione e l'esercito, tra i 954

militari e la Confederazione e tra i militari e l'esercito stesso. L'introduzione di Esercito XXI comporta conseguenze per la corresponsabilità cantonale, che sarà mantenuta in una forma adeguata.

La corresponsabilità cantonale si esplica in primo luogo nel settore dell'amministrazione militare. Nel quadro di convenzioni sulle prestazioni, le autorità militari cantonali assumono o mantengono, secondo il principio del luogo di domicilio, le funzioni e i compiti seguenti: ­

sono l'organo militare d'informazione e di contatto per tutti i militari del proprio Cantone;

­

registrano le persone soggette all'obbligo di leva e tengono i controlli matricola;

­

organizzano la giornata informativa sul reclutamento, chiamano al reclutamento le persone soggette all'obbligo di leva e partecipano al reclutamento, segnatamente in vista dell'incorporazione nella protezione civile;

­

trattano le domande di differimento del servizio riguardanti i corsi di ripetizione dei sottufficiali e dei soldati;

­

sono competenti per la tassazione e la riscossione della tassa d'esenzione dall'obbligo militare;

­

adempiono compiti nel settore del tiro fuori del servizio e dell'esecuzione fuori del servizio dell'ordinamento disciplinare;

­

procedono al proscioglimento dei militari dagli obblighi militari.

Le formazioni e gli stati maggiori delle brigate e delle regioni territoriali saranno, nella misura in cui lo consente l'organizzazione militare, costituite secondo criteri cantonali e regionali. La tenuta dei dati di base del controllo di corpo è assunta dalla Confederazione. I Cantoni assumono compiti e competenze particolari a favore degli stati maggiori e delle formazioni con i quali hanno strette relazioni. Saranno consultati in occasione dell'occupazione di funzioni di comando; il diritto di visita nei servizi d'istruzione sarà mantenuto.

Con i quattro comandi delle regioni territoriali, ogni Cantone ha un interlocutore per le questioni militari. Ogni stato maggiore di regione territoriale comprende inoltre uno stato maggiore partner per ciascun Cantone. Nel settore degli impieghi sussidiari, lo stato maggiore partner collabora strettamente con l'organizzazione di condotta civile cantonale per le situazioni d'emergenza.

Nel settore dell'equipaggiamento personale, i Cantoni provvedono come finora, conformemente alla Costituzione in vigore, all'acquisto degli oggetti d'equipaggiamento assegnati. Sono fatte salve eventuali modifiche nell'ambito della nuova perequazione finanziaria della Confederazione. In tutti i Cantoni saranno mantenuti dei posti di ristabilimento (annessi ad arsenali cantonali o federali) per la manutenzione dell'equipaggiamento personale dei militari.

Come finora, i Cantoni mettono a disposizione dell'esercito le loro infrastrutture cantonali (piazze d'armi e di tiro, arsenali ecc.). Con i Cantoni interessati vengono concluse a tale scopo delle convenzioni sulle prestazioni.

955

11

Trasformazione

Esercito XXI si distingue profondamente da Esercito 95. Parti importanti della dottrina, dell'organizzazione e dei processi non sono stati sviluppati a partire da quest'ultimo, ma sono stati concepiti sulla base della missione e delle mutate condizioni quadro. Ciò nonostante, nella misura del possibile, Esercito XXI si fonda su Esercito 95, riprendendone gli elementi che hanno dato buone prove e che soddisfano le esigenze del presente e del futuro.

Il passaggio da Esercito 95 a Esercito XXI è un processo di breve durata, con un inizio e una fine ben definiti. Dopo la trasformazione, Esercito XXI sarà costantemente sviluppato nell'ambito delle normali procedure della pianificazione militare generale. Di tale processo fa parte anche la correzione di eventuali difetti riscontrabili soltanto durante o dopo la trasformazione.

Il concetto per la trasformazione prevede che l'incarico di concretizzare Esercito XXI sia affidato a un gruppo di progetto e che siano gradualmente messe a disposizione di tale gruppo risorse sempre maggiori da togliere a Esercito 95. Quest'ultimo sarà perciò progressivamente smantellato già prima dell'inizio della trasformazione.

Con queste misure preliminari s'intende sostenere l'attuazione tempestiva e senza attriti degli obiettivi del passaggio a Esercito XXI. Per l'intera durata della trasformazione dev'essere assicurata un'adeguata prontezza di base dell'esercito in funzione degli impieghi più probabili, mentre per gli impieghi meno probabili occorre mantenere una prontezza ridotta.

Realizzazione progressiva di Esercito XXI

Esercito 95

Misure preliminari

Esercito XXI

Inizio della trasformazione

Figura 31: La trasformazione di Esercito 95 in Esercito XXI Già all'inizio della trasformazione occorre realizzare tutto quanto è possibile, allo scopo di massimizzare l'effetto motivante.

11.1

Principi

L'attuale capacità di prestazione per impieghi sussidiari di prevenzione e gestione di pericoli esistenziali nonché per impieghi di sostegno alla pace e di gestione delle crisi è mantenuta nella sua integralità per l'intera durata della trasformazione. La capacità in materia di sicurezza del territorio e di difesa viene provvisoriamente ridot956

ta, senza però scendere al di sotto del livello minimo richiesto. Le risorse necessarie per la trasformazione e per la sua preparazione (segnatamente il personale militare e le finanze) devono essere approntate preventivamente.

Il trasferimento del personale costituisce una misura preliminare rispetto alla concretizzazione di Esercito XXI (costituzione degli stati maggiori e delle formazioni).

Le formazioni e gli stati maggiori in soprannumero saranno sciolti in maniera dignitosa. I militari non più tenuti a prestare servizio saranno prosciolti dagli obblighi militari oppure incorporati nella riserva e prosciolti progressivamente più tardi.

Le misure volte ad assicurare i quadri di milizia necessari nonché il personale militare e civile sono adottate prioritariamente e prima dell'inizio dell'attuazione. I posti occupati da personale militare (compresi i membri del Corpo della guardia delle fortificazioni) sono sottoposti a verifica. In seguito i titolari dei posti saranno trasferiti nella categoria professionale più adeguata (militare di professione, militare a contratto temporaneo oppure personale civile); per i casi particolarmente delicati occorre prevedere soluzioni transitorie socialmente compatibili.

11.2

Programma delle scadenze

Il passaggio a Esercito XXI comprende tre fasi: la preparazione (2000-2003), la trasformazione (2004), il consolidamento (dal 2005). Le tre fasi includono a loro volta differenti tappe. L'effettivo di personale militare rappresenta un fattore critico per il successo; esso deve essere reclutato prioritariamente e in numero sufficiente.

Le misure preparatorie in vista di Esercito XXI saranno attuate a partire dal 2002.

Queste misure serviranno alla realizzazione tempestiva e impeccabile degli obiettivi della trasformazione. Si tratta di rendere disponibili le risorse necessarie per il passaggio a Esercito XXI e di evitare errori. Il reclutamento e l'alimentazione degli stati maggiori e delle formazioni saranno orientati a Esercito XXI. Le funzioni non più necessarie nel nuovo esercito non saranno più addestrate. Le scuole e i corsi saranno, nel limite del possibile, raggruppati o sospesi. Presso il Centro d'istruzione dell'esercito sarà ridotto il numero dei corsi di formazione. Il personale reso disponibile in seguito a questa misura sarà impiegato per i lavori preparatori in vista di Esercito XXI. Le classi più vecchie di militari incorporati in Esercito 95 saranno prosciolte anticipatamente. Le misure d'istruzione e amministrative in relazione con il sistema di mobilitazione di Esercito 95 saranno limitate a quanto assolutamente necessario. I corsi d'addestramento saranno orientati alle necessità di Esercito XXI.

Mediante il raggruppamento di formazioni saranno migliorate le premesse per l'istruzione nei corsi di ripetizione di Esercito 95. Per quanto riguarda gli stati maggiori del nuovo esercito, saranno costituite le parti necessarie per assumere compiti di pianificazione e di preparazione per Esercito XXI. Fino alla fine del 2003, la responsabilità per la condotta degli impieghi e per l'istruzione corrente rimarranno alle Grandi Unità di Esercito 95.

Nel 2003, a titolo di misura preparatoria, l'istruzione dei quadri presso il Centro d'istruzione dell'esercito sarà adeguata. Sempre nell'ambito delle misure preparatorie, nella seconda metà del 2003 sarà possibile l'avvio di singoli corsi di formazione per i quadri (eccettuato il Centro d'istruzione dell'esercito). I servizi di perfezionamento della truppa ancora necessari avranno luogo sotto la direzione delle Grandi Unità di Esercito 95. Questi servizi saranno sfruttati segnatamente per la preparazio957

ne a Esercito XXI (corsi d'addestramento). Tutti gli ufficiali e i sottufficiali superiori assolveranno un corso d'introduzione, in occasione del quale saranno informati sul loro nuovo compito e sulla loro nuova funzione nell'Esercito XXI nonché sui futuri servizi, ciò che consentirà in particolare la preparazione dei corsi di ripetizione dell'anno 2004. In tale anno l'accento sarà posto sui lavori per il trasferimento dei militari a Esercito XXI. Entro la metà dell'anno, tutti i militari riceveranno un'informazione personale sulla loro nuova incorporazione e sul totale obbligatorio di giorni di servizio che resterà loro ancora da compiere. Gli stati maggiori e le formazioni di Esercito 95 saranno congedati.

Nel 2004, tutti i servizi d'istruzione di base (scuole reclute e corsi di formazione per i quadri) saranno svolti, secondo il nuovo modello dell'istruzione, nell'ambito delle formazioni d'addestramento. Nel 2004 i corsi di ripetizione si svolgeranno secondo il nuovo modello a ritmo annuale e sotto la direzione degli stati maggiori di brigata.

Il sistema di mobilitazione di Esercito 95 sarà sostituito dal nuovo sistema della prontezza differenziata. Saranno costituiti gli stati maggiori e le formazioni di Esercito XXI. La prontezza di base degli stati maggiori a livello di esercito e delle singole Forze armate (comprese le brigate e le regioni territoriali) sarà raggiunta.

A partire dal 2005 avrà luogo il consolidamento delle singole tappe della trasformazione.

Parallelamente alle tappe indicate saranno adottate misure per la trasformazione nell'ambito del materiale e del personale, nonché per l'adeguamento dell'infrastruttura (infrastruttura per l'istruzione, altre infrastrutture) e dell'amministrazione.

Trasformazione

Preparazione

2000

2001

2002

2003

2004

Consolidamento

2005

2006

Scuole reclute Istruzione dei quadri (escl. CIEL) Corsi di formazione dei quadri CIEL Servizi di perfezionamento della truppa Stati maggiori Misure preparatorie Prontezza differenziata / costituzione di Esercito XXI

Esercito 95

Esercito XXI

Entrata in vigore della legge militare (ultimo termine)

Figura 32: Programma delle scadenze per la trasformazione

958

11.3

Obiettivi per gli anni 2004 e 2005

Anno della trasformazione (2004) La prontezza per impieghi sussidiari destinati alla prevenzione e alla gestione di pericoli esistenziali nonché per contributi volti al sostegno internazionale alla pace e alla gestione delle crisi soddisfa le esigenze. Per la sicurezza del territorio e la difesa è assicurata una prontezza di base adeguata alla situazione.

L'istruzione di base e di reparto avviene con successo, tutte le possibilità dell'istruzione di reparto sono sfruttate e l'assunzione di funzioni di quadro è attrattiva dal punto di vista dei militari di milizia e del personale militare nonché dei rispettivi ambienti (servizio d'istruzione di base e corsi di formazione per i quadri).

Nell'istruzione, i servizi di perfezionamento della truppa avvengono con successo e gli standard di qualità nel servizio d'istruzione di base sono come minimo mantenuti.

Primo anno del consolidamento (2005) La prontezza per impieghi sussidiari destinati alla prevenzione e alla gestione di pericoli esistenziali nonché per contributi volti al sostegno internazionale alla pace e alla gestione delle crisi soddisfa le esigenze. Per la sicurezza del territorio e la difesa è assicurata una prontezza di base adeguata alla situazione.

L'effettivo di personale militare copre i bisogni in materia d'impiego e d'istruzione.

È assicurato un numero sufficiente di futuri quadri di milizia.

959

12

Spiegazione dei segni convenzionali Appartenenza

Truppe blindate

Formazione attiva Battaglione blindato

Formazione della riserva Formazione mista

Battaglione di granatieri carristi

Stati maggiori di brigata

x

Battaglione d'esplorazione

Stato maggiore di brigata di fanteria

Artiglieria

x Gruppo d'artiglieria tipo A

Stato maggiore di brigata di fanteria di montagna

x

Batteria della centrale di condotta del fuoco

Stato maggiore di brigata blindata

x

Gruppo d'artiglieria tipo B Stato maggiore di brigata logistica

Genio / salvataggio Aiuto alla condotta QG

&2675

Stato maggiore d'ingegneri

Battaglione del quartier generale Battaglione di zappatori carristi Battaglione dell'aiuto alla condotta Battaglione delle onde direttive

Battaglione del genio

Battaglione di pontonieri

Battaglione della guerra elettronica Compagnia di pronto intervento per l'aiuto in caso di catastrofe (militari in ferma continuata e personale di professione)

Fanteria Battaglione d'intervento rapido della fanteria (militari in ferma continuata)

Battaglione d'aiuto in caso di catastrofe

Battaglione di fanteria

Compagnia di difesa ABC

Battaglione di fanteria di montagna

Laboratorio dell'esercito

Stato maggiore del reggimento di granatieri Compagnia di stato maggiore del reggimento di granatieri Distaccamento d'esplorazione dell'esercito

Battaglione di granatieri

&,&0

Centro d'istruzione per il combattimento in montagna

0XVLFD PLOLWDUH

Centro d'istruzione della musica militare

$QLPDOL

Centro di competenza per gli animali dell'esercito

*

960

Gruppo specialisti di montagna

Logistica

H

Compagnia di esploratori paracadutisti

Battaglione d'ospedale

Squadra di trasporto aereo

Battaglione d'ospedale mobile

Gruppo radar delle Forze aeree

Battaglione della logistica sanitaria Gruppo mobile radar delle Forze aeree Compagnia mobile d'intervento rapido della logistica (militari in ferma continuata)

Gruppo della guerra elettronica delle Forze aeree

Battaglione mobile della logistica

Gruppo delle onde dierttive delle Forze aeree

Battaglione della logistica

Gruppo delle trasmissioni delle Forze aeree

Battaglione dell'infrastruttura

Gruppo informatori delle Forze aeree Battaglione della circolazione e dei trasporti Gruppo della manutenzione d'aerodromo

Sicurezza militare 30

Battaglione territoriale della polizia militare

PM

Battaglione della polizia militare

30 6,&

Battaglione di sicurezza della polizia militare



DPCF

DPPM

SSPM

.$0,%(6

Distaccamento di protezione del Consiglio federale Distaccamento di protezione della polizia militare Servizio di sicurezza della polizia militare Distaccamento di eliminazione dei mezzi di combattimento

Gruppo della logistica d'aerodromo

Gruppo manutenzione e logistica d'aerodromo 6,& &

Compagnia di sicurezza d'aerodromo

Forze aeree (difesa contraerea, DCA) Stato maggiore del raggruppamento di combattimento della DCA

Forze aeree Gruppo mobile DCA Comando d'aerodromo Gruppo DCA media

Squadra d'aviazione

Gruppo missili leggeri DCA

Squadriglia d'aviazione Squadriglia di volo strumentale Squadriglia di volo di puntamento

Squadra di ricognitori telecomandati

3019

961

Indice 1 Introduzione

878

2 Condizioni quadro 2.1 Situazione in materia di politica di sicurezza e di politica militare 2.2 Sviluppi militari 2.3 Costituzione federale e Rapporto sulla politica di sicurezza 2000

880 880 885 887

3 Missione 3.1 Contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi 3.2 Sicurezza del territorio e difesa 3.3 Impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali

891 892 893 895

4 Conseguenze risultanti dalle condizioni quadro e dalla missione 4.1 Polivalenza 4.2 Modularità 4.3 Prontezza 4.4 Potenziamento 4.5 Cooperazione e capacità di cooperazione 4.6 Personale militare

895 896 896 897 901 901 903

5 Dottrina 5.1 Modelli di esercito 5.2 Campi d'azione dell'esercito 5.3 Principi per il ricorso alle Forze armate 5.4 Guerra simmetrica e asimmetrica 5.5 Elementi per una concezione della difesa

903 904 905 906 906 907

6 Prestazioni 6.1 Contributi per il sostegno internazionale alla pace e la gestione delle crisi 6.2 Sicurezza del territorio e difesa 6.3 Impieghi sussidiari per la prevenzione e la gestione di pericoli esistenziali 6.4 Funzioni trasversali

909 909 912 915 917

7 Processi e strutture 7.1 Processi principali dell'esercito 7.2 Condotta dell'esercito 7.3 Forze armate 7.4 Forze terrestri 7.5 Forze aeree

920 920 922 923 924 930

8 Istruzione 8.1 Obiettivi e principi dell'istruzione

931 931

962

8.2 Organizzazione dell'istruzione 8.3 Istruzione di base militare 8.4 Istruzione dei quadri 8.5 Modelli di transizione 8.6 Istruzione di base dei comandanti e degli stati maggiori 8.7 Cooperazione con l'estero in materia d'istruzione 8.8 Infrastruttura per l'istruzione 8.9 Corsi di ripetizione 8.10 Istruzione e attività fuori del servizio 8.11 Tiro fuori del servizio

932 933 936 940 940 944 944 945 945 946

9 Risorse 9.1 Personale 9.2 Finanze 9.3 Equipaggiamento e armamento

946 946 950 953

10 Cantoni

954

11 Trasformazione 11.1 Principi 11.2 Programma delle scadenze 11.3 Obiettivi per gli anni 2004 e 2005

956 956 957 959

12 Spiegazione dei segni convenzionali

960

963