02.004 Rapporto annuo del Consiglio federale sulle attività della Svizzera nel Consiglio d'Europa nel 2001 del 9 gennaio 2002

Onorevoli presidenti e consiglieri, Vi sottoponiamo il rapporto annuo sulle attività della Svizzera nel Consiglio d'Europa durante il 2001, proponendovi di prenderne atto.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

9 gennaio 2002

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Kaspar Villiger La cancelliera della Confederazione, Annemarie Huber-Hotz

2001-2739

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Compendio La situazione politica nell'Europa sudorientale e nel Caucaso e gli attentati terroristici a New York e a Washington hanno condizionato le attività del Consiglio d'Europa nel 2001 e costituito i temi principali della 108a e 109a sessione del Comitato dei ministri.

I lavori degli esperti governativi si sono concentrati sui seguenti cinque obiettivi principali: protezione dei diritti dell'uomo; creazione e sviluppo di istituzioni democratiche; rispetto dello Stato di diritto; promozione dell'identità europea in considerazione della diversità culturale; promozione della tolleranza, della coesione sociale e dei diritti sociali.

Nel settore dei diritti dell'uomo, sono stati fatti grandi sforzi per migliorare l'efficienza della Corte europea dei diritti dell'uomo. Nel periodo in esame, la Corte ha pronunciato undici sentenze riguardanti la Svizzera. In nove casi, la Corte ha costatato una violazione della CEDU.

Hanno avuto nuovamente luogo importanti Conferenze dei ministri specializzati. La Conferenza europea dei ministri responsabili del patrimonio culturale si è occupata del tema «il patrimonio culturale e la sfida della mondializzazione»; la 27a Conferenza dei ministri europei incaricati delle questioni familiari è stata dedicata al tema «conciliazione della vita familiare e della vita professionale»; la 24a Conferenza dei ministri europei della giustizia ha trattato «la lotta contro il terrorismo internazionale» e «l'esecuzione delle decisioni giudiziarie in conformità delle norme europee».

Il Comitato dei ministri ha adottato diverse raccomandazioni riguardanti, tra l'altro, la politica sociale, la sanità, la giustizia, la lotta contro il crimine organizzato e la protezione dei diritti dell'uomo.

Inoltre, il Comitato dei ministri ha adottato numerosi strumenti giuridici nuovi: il Protocollo addizionale all'Accordo europeo sulla trasmissione di richieste di assistenza giudiziaria; il Protocollo aggiuntivo alla Convenzione per la protezione delle persone in relazione all'elaborazione automatica dei dati; il secondo Protocollo addizionale alla Convenzione europea di assistenza giudiziaria in materia penale; la Convenzione europea relativa alla protezione del patrimonio audiovisivo e il relativo Protocollo sulla protezione delle emissioni televisive; la Convenzione europea sulla
cibercriminalità; il Protocollo addizionale alla Convenzione sui diritti dell'uomo e la biomedicina sul trapianto di organi e tessuti umani.

In tutti i settori citati, la Svizzera ha partecipato attivamente ai lavori del Comitato dei ministri, dei comitati direttivi o dei gruppi di esperti, di cui ha assunto diverse volte la presidenza.

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Rapporto 1

Principali sviluppi nel 2001

1.1

Generalità

Gli avvenimenti nell'Europa sudorientale (RF di Iugoslavia, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia) e nel Caucaso (Armenia, Azerbaigian, Cecenia) e gli attentati terroristici dell'11 settembre a New York e a Washington hanno condizionato le attività del Consiglio d'Europa. In questo contesto, si è rivelata nuovamente molto importante la collaborazione con le altre organizzazioni internazionali, in particolare con l'Unione europea e con l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).

In seno a diversi organi sono stati fatti ulteriori sforzi per migliorare l'efficienza della Corte europea dei diritti dell'uomo. Il «comitato di valutazione» presieduto dal rappresentante permanente dell'Irlanda e composto anche dal segretario generale aggiunto e dal presidente svizzero della Corte europea dei diritti dell'uomo ha pubblicato, alla fine di settembre 2001, il suo rapporto finale comprendente numerose raccomandazioni rivolte al Comitato dei ministri (cfr. n. 2.1). È stata confermata l'opinione espressa nell'ultimo rapporto secondo cui sono assolutamente necessarie, accanto a risorse finanziarie e umane supplementari, riforme più profonde ­ anche di natura istituzionale ­ del meccanismo di controllo della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

La procedura di monitoraggio finalizzata al controllo del rispetto degli impegni degli Stati membri si è concentrata nell'anno in rassegna sul tema dell'efficienza delle vie di ricorso giurisdizionali e sul tema della non discriminazione in particolare nell'ambito della lotta contro l'intolleranza e il razzismo. I nuovi Stati membri, l'Armenia e l'Azerbaigian, sono stati sottoposti a un monitoraggio particolare e il segretario generale è stato autorizzato a inviare a Baku e a Eriwan esperti in materia di diritti dell'uomo.

Gli sforzi profusi dal Consiglio d'Europa per ristabilire lo stato di diritto e per proteggere i diritti dell'uomo e la democrazia in Cecenia sono continuati e il mandato degli esperti del Consiglio d'Europa nell'ufficio Kalamanov è stato prolungato.

Le relazioni tra il Comitato dei ministri e l'Assemblea parlamentare sono state intensificate. La politica d'informazione del Consiglio d'Europa è stata migliorata e l'accesso ai documenti ufficiali dell'organizzazione semplificato.

1.2

Sessioni del Comitato dei ministri

Il Comitato dei ministri ha tenuto la sua 108a sessione a Strasburgo il 10 e l'11 maggio 2001. Il 10 maggio, nella residenza del segretario generale del Consiglio d'Europa, i ministri hanno avuto uno scambio informale di vedute con Zlatko Lagumdzija, ministro degli affari esteri della Bosnia-Erzegovina, relativamente alle possibilità di un'imminente adesione di questo Stato al Consiglio d'Europa. In questa occasione, Anatoliy Zlenko, ministro degli affari esteri dell'Ucraina, ha informato i colleghi sugli ultimi sviluppi nel suo Paese.

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Durante la riunione formale dell'11 maggio, presieduta da Indulis Berzins, ministro degli affari esteri della Lettonia, i ministri hanno discusso il consolidamento della stabilità democratica nei Balcani e il contributo del Consiglio d'Europa alla situazione nel Caucaso. Essi si sono occupati della situazione vigente in Macedonia; delle prospettive di una prossima adesione della Bosnia-Erzegovina e della Repubblica federale di Iugoslavia; del rispetto degli impegni dell'Armenia e dell'Azerbaigian; della situazione in Georgia e della cooperazione con la Russia in vista del ristabilimento dello Stato di diritto nella Repubblica cecena. In seguito alla riunione informale del 10 maggio, il segretario generale del Consiglio d'Europa ha pure presentato delle proposte di cooperazione con la Bosnia-Erzegovina e l'Ucraina. Alla fine dei lavori, il Comitato ha adottato un messaggio politico da trasmettere alla Sessione straordinaria dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sui diritti del bambino. Inoltre ha approvato un documento di sintesi sulla propria riforma istituzionale. Ha guidato la delegazione svizzera l'Ambasciatore Jean-Claude Joseph, rappresentante permanente della Svizzera presso il Consiglio d'Europa.

La 109a sessione del Comitato dei ministri si è svolta a Strasburgo il 7 e l'8 novembre 2001, presieduta da Ernst Walch, ministro degli affari esteri del Liechtenstein.

Alla riunione informale i ministri hanno avuto uno scambio di vedute con il segretario generale della NATO, Lord Robertson, sul consolidamento delle azioni internazionali contro il terrorismo e sulla cooperazione tra le organizzazioni operanti in questo settore.

Due i temi principali che figuravano all'ordine del giorno della riunione formale: il contributo del Consiglio d'Europa alla lotta contro il terrorismo e la protezione dei diritti dell'uomo. Il secondo tema è stato scelto a causa del grande numero di ricorsi individuali inoltrati alla Corte europea dei diritti dell'uomo, che ne compromettono il funzionamento corretto (cfr. n. 2.1.). Gli Stati osservatori sono stati invitati a seguire i dibattiti sul terrorismo. I ministri hanno adottato tre testi: una dichiarazione sulla protezione dei diritti dell'uomo, che sottolinea il ruolo centrale della CEDU e della Corte nella protezione dei diritti dell'uomo in Europa e fissa
le direttive per la futura attività del Consiglio d'Europa; un comunicato sul contributo del Consiglio d'Europa alle azioni internazionali contro il terrorismo; il mandato di un gruppo di lavoro multidisciplinare sul terrorismo, incaricato di verificare in che misura i trattati elaborati in seno al Consiglio d'Europa sono adeguati alla situazione attuale. Inoltre, per quanto concerne la Cecenia, i ministri hanno rinnovato il loro appello in favore di una soluzione politica al conflitto sulla base del dialogo e del rispetto dei diritti dell'uomo. Sono stati pure adottati due trattati: la Convenzione sulla cibercriminalità e il Protocollo addizionale alla Convenzione sui diritti dell'uomo e la biomedicina sul trapianto di organi e di tessuti di origine umana.

Ha guidato la delegazione svizzera il Consigliere federale Joseph Deiss che ha svolto, in occasione della sessione, dei colloqui bilaterali con i suoi omologhi.

1.3

Adesioni e candidature

Gli strumenti di adesione dell'Armenia e dell'Azerbaigian sono stati depositati presso il Segretariato generale durante la prima parte della sessione 2001 dell'Assemblea parlamentare, per cui è ora salito a quarantatre il numero dei paesi membri del Consiglio d'Europa. Il Comitato dei ministri ha istituito una procedura di monitoraggio 1492

specifica per i due nuovi Stati membri e affidato il compito di controllo al gruppo ad hoc già incaricato di seguire l'evoluzione democratica dei due Paesi durante la procedura di adesione. Il gruppo ha chiesto diverse informazioni, ha avuto scambi di idee con i rappresentanti dei due Stati e ha inviato una delegazione di alcuni membri in Armenia e in Azerbaigian (dal 2 al 7 luglio 2001). La Svizzera fa parte di questo gruppo.

Per quanto concerne la candidatura della Bosnia-Erzegovina, le due Commissioni competenti dell'Assemblea parlamentare hanno presentato proposte di avviso favorevole al Comitato dei ministri. L'Assemblea plenaria sarà chiamata a pronunciarsi durante la prima parte della sua sessione 2002. Anche la procedura relativa all'adesione della Repubblica federale di Iugoslavia è progredita. Le autorità di Monaco hanno adottato le misure necessarie per eliminare gli ostacoli all'adesione di questo Stato al Consiglio d'Europa. L'adesione della Bielorussia rimane una prospettiva remota.

2

Coesione democratica

2.1

Diritti dell'uomo

Il Comitato direttivo dei diritti dell'uomo (CDDU) e i relativi sottocomitati si sono occupati essenzialmente dei temi scaturiti dalla Conferenza ministeriale europea sui diritti dell'uomo tenuta a Roma il 3 e il 4 novembre 2000.

Nel giugno 2001, il gruppo di riflessione del CDDU sul rafforzamento del meccanismo di protezione dei diritti dell'uomo ha consegnato il suo rapporto in cui ha presentato un certo numero di proposte per rafforzare l'efficienza del meccanismo della Convenzione, specificatamente per migliorare il funzionamento della Corte europea dei diritti dell'uomo. Nel mese di settembre dello stesso anno ha presentato il suo rapporto anche il gruppo di valutazione incaricato dal Comitato dei ministri. I due rapporti si basano sulle seguenti premesse: i diritti materiali garantiti dalla Convenzione non devono subire limitazioni; il principio del diritto di ricorso individuale deve essere mantenuto; la Corte deve poter trattare i ricorsi entro un termine ragionevole senza che ciò pregiudichi la qualità delle sentenze. Anche le proposte dei due gruppi sono in massima parte identiche: assicurare vie di ricorso interne efficienti; esaminare sistematicamente i progetti di legge per quanto riguarda la loro conformità alla Convenzione; rafforzare la formazione nel settore dei diritti dell'uomo; eseguire senza riserve le sentenze pronunciate dalla Corte. I due rapporti sottolineano anche la necessità di dotare la cancelleria della Corte di personale supplementare e di risorse finanziarie sufficienti. Gli esperti dei due gruppi sono dell'avviso che queste misure non bastano da sole per consentire alla Corte di rimediare in modo decisivo e a lungo termine all'attuale sovraccarico di lavoro.

Un Comitato di esperti ha esaminato il miglioramento dell'applicazione della Convenzione negli Stati parte (ricorsi effettivi, compatibilità della legislazione e della prassi nazionale con le esigenze della Convenzione) e il miglioramento dell'esecuzione delle sentenze della Corte.

Un progetto di Protocollo addizionale alla CEDU volto a escludere la possibilità di mantenere la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra sta per essere adottato e potrebbe essere aperto alla firma 1493

già nella primavera 2002. Impegnandosi accanto agli altri Stati membri del Consiglio d'Europa in favore dell'abolizione assoluta della pena di morte, la Svizzera ha potuto manifestare la propria volontà di contribuire in modo ancora più efficace alla protezione del diritto alla vita e alla promozione della dignità umana nel mondo.

Un progetto di raccomandazione sull'accesso alle informazioni ufficiali sarà trasmesso prossimamente al Comitato dei ministri per approvazione. Questo progetto di raccomandazione concerne solo l'accesso del pubblico alle informazioni ufficiali di cui dispongono le autorità pubbliche e prevede determinate eccezioni: per motivi di sicurezza nazionale, di sicurezza pubblica, di politica finanziaria, di segretezza delle deliberazioni in seno alle autorità pubbliche ecc.

Secondo la sua Dichiarazione del 12 settembre 2001 sulla lotta contro il terrorismo internazionale e gli obiettivi adottati lo stesso mese, il Comitato dei ministri ha incaricato il CDDU di elaborare delle linee direttrici fondate sui principi democratici per far fronte ai movimenti che minacciano i valori e i principi fondamentali del Consiglio d'Europa. La presidenza del gruppo di esperti responsabile è stata affidata alla Svizzera.

Il Comitato direttivo sulla bioetica (CDBI) ha adottato un progetto di Protocollo addizionale alla Convenzione europea sui diritti dell'uomo e sulla biomedicina sulla ricerca biomedica. La procedura di consultazione relativa a questo progetto di Protocollo dura fino a marzo 2002. Il Comitato ha avviato nel novembre 2001 le consultazioni riguardanti un progetto di raccomandazione sugli xenotrapianti. Inoltre un gruppo di lavoro ha sottomesso al Comitato un progetto di raccomandazione sulla protezione giuridica delle persone con disturbi psichici. Infine, il Comitato ha trasmesso al Comitato dei ministri la proposta di un gruppo di lavoro per creare un Forum paneuropeo per l'esame etico delle attività di ricerca biomedica. il progetto di Protocollo addizionale sul trapianto di organi e di tessuti umani, elaborato dal CDBI, è stato sottoposto all'Assemblea parlamentare per consultazione e quindi verificato e approvato dal Comitato dei ministri.

Il rapporto iniziale del Governo svizzero sull'applicazione della Convenzionequadro del Consiglio d'Europa per la protezione delle
minoranze nazionali è stato approvato dal Consiglio federale il 25 aprile 2001 e trasmesso al segretario generale del Consiglio d'Europa. Il rapporto fornisce informazioni sulla situazione delle minoranze nazionali nel nostro Paese e sui provvedimenti legislativi e su altri tipi di provvedimenti adottati per l'attuazione dei principi che figurano nella Convenzione quadro.

A proposito della Carta sociale europea (1961), la CSSS del Consiglio nazionale ha incaricato l'amministrazione federale di redigere un nuovo rapporto sulle conseguenze giuridiche di una ratifica. L'analisi s'impone perché il diritto svizzero e la giurisprudenza del Consiglio d'Europa sono evoluti negli anni passati e perché la Svizzera adotta nuovi strumenti solo se il diritto svizzero soddisfa le esigenze di tali strumenti. Il rapporto analizzerà anche la Carta sociale europea rivista (1996) e sarà sottomesso ai Cantoni, dato che molte disposizioni rientrano nel loro ambito di competenza.

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2.2

La Svizzera davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo

Nel periodo in rassegna, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha pronunciato undici sentenze riguardanti la Svizzera. Sei di esse concernevano questioni di procedura penale. L'aumento del numero di sentenze pronunciate nelle cause svizzere è dovuto al fatto che la Corte ha trattato, durante questo periodo, numerosi ricorsi che erano in sospeso da lungo tempo. In nove casi, la Corte ha costatato una violazione della CEDU. Una causa è stata cancellata dal ruolo in seguito a composizione amichevole (art. 39 CEDU). Oltre alle undici sentenze citate, occorre menzionare anche tre importanti decisioni di ricevibilità.

Nelle due sentenze G.B. e M.B. del 30 novembre 2000, la Corte ha giudicato eccessiva la durata totale (risp. 30 e 31 giorni) della procedura di controllo della legalità della detenzione davanti al Ministero pubblico della Confederazione e alla Camera d'accusa del Tribunale federale (violazione dell'art. 5 par. 4 CEDU). La Corte ha invece considerato che non c'era stata violazione del diritto a un ricorso effettivo (art. 13 CEDU).

La sentenza H.B. riguardava, da un lato, l'obbligo delle autorità inquirenti di informare una persona detenuta dei motivi dell'arresto e delle accuse elevate a suo carico (art. 5 par. 2 CEDU) e, dall'altro, la questione dell'indipendenza del giudice istruttore solettese che agisce quale giudice dell'arresto (art. 5 par. 3 CEDU). La Corte ha respinto la prima censura, ma ha constatato una violazione dell'articolo 5 paragrafo 3 CEDU: il rapporto finale del giudice istruttore avrebbe infatti sostituito l'atto d'accusa in caso di successivo processo davanti al tribunale distrettuale. Come nella sentenza Jutta Huber (cfr. rapporto annuo 1990, FF 1991 I 1013), il giudice istruttore che si è pronunciato sulla legalità della carcerazione preventiva avrebbe potuto intervenire nella successiva procedura penale in qualità di rappresentante della parte accusatrice e non avrebbe dunque potuto essere considerato un «altro magistrato autorizzato dalla legge ad esercitare funzioni giudiziarie» ai sensi dell'articolo 5 paragrafo 3 CEDU.

La causa I.O. (sentenza dell'8 marzo 2001) riguardava una procedura penale nel Cantone di Berna, svolta sotto il vecchio codice di procedura penale. Nella sua decisione sulla ricevibilità, la Corte ha dichiarato ricevibili due delle censure
sollevate dal ricorrente, quella relativa all'articolo 5 paragrafo 3 CEDU (indipendenza del giudice istruttore che agisce quale giudice dell'arresto) e quella relativa all'articolo 5 paragrafo 4 CEDU (accesso al dossier nel quadro di una domanda di messa in libertà provvisoria). La causa non si è conclusa con un sentenza perché le parti sono giunte a una composizione amichevole.

La sentenza Medenica del 14 giugno 2001 riguardava la condanna in contumacia del ricorrente e il rifiuto di concedergli il diritto a un nuovo processo in sua presenza. Il ricorrente asseriva di non aver potuto partecipare al processo non per colpa sua, ma perché un giudice americano gli aveva proibito di lasciare gli Stati Uniti. La Corte gli ha tuttavia ribattuto che lui stesso aveva indotto in errore il giudice americano facendo consapevolmente delle dichiarazioni inesatte per quanto concerne lo svolgimento della procedura penale in Svizzera. Non vi è stata dunque nessuna violazione del diritto a un processo equo (art. 6 par. 1 e 3 lett. c CEDU).

La sentenza J.B. del 3 maggio 2001 riguardava una procedura per sottrazione dell'imposta federale diretta. Al ricorrente erano state inflitte diverse multe d'ordine 1495

perché non aveva rispettato l'obbligo di collaborare rifiutando a più riprese di fornire alle autorità fiscali i documenti che esse richiedevano. La Corte ha prima di tutto confermato l'applicabilità dell'articolo 6 paragrafo 1 CEDU a una procedura di sottrazione fiscale (cfr. le cause A.P., M.P. e T.P. come pure E.L., R.L. e J.O.-L.; rapporto annuo 1997, FF. 1998 456) e concluso quindi che le multe d'ordine inflitte al ricorrente avevano violato il suo diritto di non contribuire alla propria incriminazione.

La causa D.N. (sentenza del 29 marzo 2001) riguardava una procedura davanti alla Commissione dei ricorsi amministrativi del Cantone di San Gallo concernente una privazione della libertà a scopo di assistenza. Aveva preso parte alla decisione uno psichiatra che, nella funzione di giudice relatore, era stato chiamato a esaminare la ricorrente in qualità di perito ai sensi dell'articolo 397 lettera e numero 5 CCS. La Grande Camera non ha contestato in modo generale la duplice funzione di giudice relatore e di perito, ma ha ravvisato una violazione dell'articolo 5 paragrafo 4 CEDU (diritto al controllo da parte di un tribunale della legalità di una misura privativa della libertà) per il fatto che il giudice relatore/perito aveva comunicato alla ricorrente la sua intenzione di proporre alla Commissione il rifiuto della domanda di liberazione dalla clinica già dopo l'esame da lui effettuato. Per questo motivo i dubbi della ricorrente per quanto riguarda l'imparzialità della Commissione di ricorso potevano essere considerati, secondo la Corte, oggettivamente fondati.

La causa Wettstein (sentenza del 21 dicembre 2000) riguardava la questione dell'imparzialità del Tribunale amministrativo del Cantone di Zurigo, uno dei cui giudici fungeva da avvocato della controparte in un altro procedimento nel quale il ricorrente era implicato. Secondo la Corte, il ricorrente aveva oggettive ragioni di temere che il Tribunale amministrativo non rispettasse i criteri di imparzialità richiesti (art. 6 par. 1 CEDU). La Corte ha precisato nella sentenza che la sua constatazione di violazione della Convenzione risultava unicamente dalle circostanze particolari della causa. La prassi, corrente in Svizzera, secondo cui gli avvocati svolgono la funzione di giudici quale attività accessoria non è stata dunque rimessa in
questione.

Nella causa F.R. del 28 giugno 2001, la Corte è giunta alla constatazione di violazione dell'articolo 6 paragrafo 1 CEDU. Il Tribunale federale delle assicurazioni aveva in effetti rifiutato di tenere conto della replica spontanea del ricorrente alla presa di posizione dell'istanza cantonale. La Corte vi ha ravvisato una violazione del diritto a un processo equo. Secondo la Corte, che si rifà alla causa Nideröst-Huber (cfr. rapporto annuo 1997, FF 1998 456.), questo diritto garantisce a tutte le parti di una procedura giudiziaria il diritto di essere a conoscenza di tutti i mezzi di prova e di tutti gli incarti e di poter prendere posizione in merito.

La sentenza VgT Verein gegen Tierfabriken del 28 giugno 2001 riguardava il rifiuto della società anonima per la pubblicità alla televisione di diffondere uno spot pubblicitario che denunciava l'allevamento in batteria di maiali in quanto propaganda politica vietata (art. 18 cpv. 5 LRTV), mentre, nello stesso tempo, l'industria della carne diffondeva uno spot pubblicitario di natura commerciale. Secondo la Corte il rifiuto della società anonima era imputabile allo Stato e l'ingerenza nella libertà d'espressione dell'associazione ricorrente (art. 10 CEDU) era sproporzionata; la ricorrente non è infatti un potente gruppo finanziario in grado di esercitare degli influssi, commerciali o di altro genere, e non vi erano per essa alternative reali alla diffusione delle sue idee attraverso i programmi della SSR. La Corte non ha invece ammesso l'esistenza di una discriminazione (art. 10 combinato con art. 14 CEDU), 1496

dato che l'associazione ricorrente e l'industria della carne non si trovavano in una situazione paragonabile.

La sentenza Boultif del 2 agosto 2001 riguardava il non rinnovo del permesso di soggiorno a un cittadino algerino condannato a due anni di prigione per rapina. Il ricorrente sosteneva che avrebbe potuto continuare la sua vita familiare solo se la moglie, una cittadina svizzera, lo avesse seguito in Algeria, cosa questa inaccettabile. Tenuto conto della buona condotta del ricorrente, delle conseguenze per la moglie e del fatto che il ricorrente rappresentava un pericolo relativamente limitato per l'ordine pubblico, la Corte ha, nel caso concreto, giudicato sproporzionata l'ingerenza nel diritto al rispetto della vita privata (art. 8 par. 2 CEDU).

La decisione d'irricevibilità del 18 giugno 2001, nella causa Zaoui, riguardava il ricorso di un richiedente asilo algerino autore di numerosi appelli a favore del Fronte islamico della salvezza (FIS) e di numerosi incitamenti alla resistenza violenta contro il governo algerino. Il Consiglio federale aveva ordinato il sequestro degli apparecchi fax del ricorrente, il blocco dei suoi collegamenti alla posta elettronica e a Internet e aveva minacciato di sequestrargli anche gli apparecchi telefonici.

Nella sua sentenza, la Corte ha negato l'esistenza di una ingerenza nella libertà religiosa (art. 9 CEDU) e riconosciuto il carattere appropriato dell'ingerenza nella libertà d'espressione del ricorrente (art. 10 CEDU). Riguardo a quest'ultimo punto, la Corte ha sottolineato la procedura d'asilo in corso, le circostanze dell'entrata del ricorrente in Svizzera, l'inefficacia delle severe misure di controllo ordinate contro il ricorrente durante il suo soggiorno in Belgio e le condanne pronunciate contro di lui, in Algeria e in Belgio, a causa delle sue attività in favore del FIS. La Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e dunque irricevibile.

Con decisione del 15 febbraio 2001, pronunciata nella causa Dahlab, la Corte ha dichiarato manifestamente infondato e irricevibile il ricorso di una docente primaria ginevrina che si opponeva al divieto impostole di portare il foulard islamico durante la sua attività di insegnante. Secondo la Corte questa ingerenza nella libertà di religione rispondeva alle esigenze della proporzionalità tenuto
conto in particolare del fatto che il divieto era limitato al solo ambito della sua attività professionale e che gli allievi della ricorrente erano, per la loro età, facilmente influenzabili. La Corte ha anche attribuito molta importanza alla sensibilità religiosa dei genitori e degli altri allievi della scuola, come pure al principio della neutralità confessionale della scuola. Dato che il divieto imposto all'insegnante non era fondato sul sesso, la Corte ha inoltre giudicato che questo divieto non costituiva una discriminazione inammissibile (art. 9 combinato con art. 14 CEDU).

La causa G.M.B. e K.M. (decisione del 27 settembre 2001) riguardava la regolamentazione svizzera in materia di cognome dei figli, secondo la quale il figlio di genitori sposati assume il loro cognome. Secondo i ricorrenti questa regolamentazione violava il loro diritto al rispetto della vita privata e familiare (art. 8 combinato con art. 14 CEDU). Tenendo conto del fatto che le regolamentazioni in materia variano da uno Stato parte all'altro, la Corte ha negato ai genitori il diritto di attribuire al loro figlio un altro cognome. Secondo la Corte il regime svizzero è concepito in maniera flessibile e non discriminatoria perché permette ai futuri sposi, su loro richiesta, di portare come cognome quello della sposa. Di conseguenza il ricorso è stato dichiarato infondato.

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2.3

Parità donna-uomo

Oltre cento rappresentanti di governi e di ONG hanno risposto all'invito del Comitato direttivo per l'uguaglianza donna-uomo (CDEG) e partecipato a un seminario sul tema «Partecipazione delle donne alla prevenzione e alla risoluzione di conflitti», che si è svolto a Strasburgo il 20 e il 21 settembre 2001. Al centro delle discussioni sono state le numerose attività delle donne nell'ambito della pace e i mezzi per rendere queste attività più trasparenti e permettere a un maggior numero di donne di accedere alle posizioni decisionali. Il seminario è anche servito a preparare la 5a Conferenza ministeriale europea sull'uguaglianza donna-uomo, che nel 2002 si svolgerà a Skopje (Macedonia) e sarà dedicata al tema «Democratizzazione, prevenzione dei conflitti e costruzione della pace: prospettive e ruolo delle donne».

La lotta contro la tratta delle donne resta una delle attività principali del CDEG. Un gruppo di esperti è stato incaricato di studiare l'influsso delle nuove tecnologie dell'informazione sulla tratta delle donne.

2.4

Lotta contro il razzismo e la xenofobia

I risultati della Conferenza europea contro il razzismo «Tutti diversi, tutti uguali: dalla teoria alla pratica» sono confluiti nella Conferenza mondiale contro il razzismo, che ha avuto luogo a Durban (Sudafrica) nel settembre 2001. Nonostante le grandi tensioni politiche, la Conferenza mondiale ha adottato una dichiarazione comune e un programma di azione che fissano a livello mondiale nuovi criteri per riconoscere e combattere il razzismo. La Svizzera ha partecipato ai lavori di preparazione di questa Conferenza e ha inviato una delegazione nel Sudafrica guidata da Claudia Kaufmann, segretaria generale del DFI. Facevano parte di questa delegazione anche rappresentanti delle ONG e della Commissione federale contro il razzismo (CFR). Il DFI si incaricherà dell'attuazione dei risultati della Conferenza.

Creando il Servizio di lotta contro il razzismo presso la segreteria generale del DFI, il Consiglio federale ha compiuto un ulteriore passo per l'adozione di misure di prevenzione contro il razzismo. Il Servizio si occuperà delle misure a livello federale.

Non dovendo più svolgere questo compito, il Segretariato della Commissione federale potrà concentrarsi sul ruolo di pioniere e di controllo. Il Servizio di lotta contro il razzismo assicurerà la funzione di ufficio di contatto con la Commissione Europea contro il razzismo ECRI e intensificherà i contatti con «l'Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia» dell'Unione Europea. Nel 2001, il Consiglio federale ha stanziato un fondo di 15 milioni di franchi, ripartiti su un periodo di cinque anni, per il finanziamento di progetti in favore dei diritti dell'uomo. Di questi 15 milioni, 2,5 saranno investiti in progetti di formazione e istruzione. La direzione del fondo è assicurata dal DFI e la sua amministrazione dal Servizio di lotta contro il razzismo.

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2.5

Cooperazione giuridica

La Consigliera federale Ruth Metzler-Arnold ha partecipato alla 24a Conferenza dei ministri europei della giustizia, che si è svolta a Mosca il 4 e il 5 ottobre 2001. Il tema della lotta contro il terrorismo internazionale, che inizialmente non figurava all'ordine del giorno, è stato il tema principale della Conferenza su proposta del ministro della giustizia tedesco. I ministri hanno condannato unanimamente gli orribili attacchi dell'11 settembre 2001 agli Stati Uniti e hanno sottolineato l'urgenza di una cooperazione internazionale, soprattutto a livello giuridico, per lottare efficacemente contro il terrorismo. Nella risoluzione adottata, i ministri della giustizia invitano con urgenza gli Stati membri e gli Stati con lo statuto di osservatori del Consiglio d'Europa a ratificare tutti gli strumenti internazionali, regionali e universali, relativi alla lotta contro il terrorismo. Il Comitato dei ministri è stato incaricato di adottare tutte le misure necessarie per aiutare gli Stati a prevenire, individuare, perseguire e punire gli atti di terrorismo. I ministri di giustizia hanno insistito particolarmente sulla necessità di bloccare ai terroristi ogni possibilità di accesso a risorse finanziarie e di rafforzare gli strumenti di azione del Consiglio d'Europa nella lotta contro il riciclaggio di denaro sporco.

I ministri della giustizia, preoccupati per l'aumento del numero e della durata delle pene in molti Stati, che hanno portato al sovraffollamento delle carceri, hanno adottato una risoluzione «sull'esecuzione delle pene privative della libertà di lunga durata» nella quale chiedono che si sostengano e perfezionino i programmi di cooperazione avviati dal Consiglio d'Europa per promuovere le riforme dei sistemi penitenziari. In questo contesto è assolutamente necessario assicurare condizioni di detenzione decenti alle persone che scontano delle pene privative della libertà di lunga durata o l'ergastolo.

Tenendo conto delle considerevoli difficoltà che incontrano certi Stati dell'Europa centrale e orientale nell'esecuzione efficace delle decisioni di giustizia non solo per quanto riguarda il settore penale, ma anche quello civile, commerciale, amministrativo e sociale, i ministri di giustizia hanno adottato una risoluzione «sull'esecuzione efficace delle decisioni di giustizia». In particolare
hanno incaricato il Consiglio d'Europa di definire standard e principi europei comuni per l'esecuzione delle decisioni giudiziarie.

Il Consiglio consultivo dei giudici europei (CCJE) ha continuato i suoi lavori per realizzare le priorità fissate nel programma di azione globale e per consolidare la posizione dei giudici, verificando in particolare l'opportunità di attualizzare gli strumenti giuridici del Consiglio d'Europa in questo settore.

Il Comitato di esperti sull'efficacia della giustizia (CJ-EJ) ha cercato di identificare le misure atte a migliorare il funzionamento dei sistemi giudiziari e a aumentare l'efficacia della giustizia in tutta l'Europa. Ha anche esaminato la possibilità di creare un sistema che permetta di esercitare una certa sorveglianza sull'applicazione di questi principi. Si è occupato infine della possibilità delle persone detenute in un istituto psichiatrico di ricorrere a un giudice.

Il Gruppo di lavoro sullo statuto giuridico dei bambini ha approvato, per il Comitato di esperti sul diritto della famiglia (CJ-FA), il progetto di rapporto sui principi relativi all'istituzione e alle conseguenze giuridiche del legame di filiazione. Questi principi dovrebbero essere ripresi in una raccomandazione per aiutare gli Stati a mi-

1499

gliorare lo statuto giuridico dei bambini nella loro legislazione interna mediante l'adattamento delle norme relative alla filiazione.

Il Comitato dei ministri ha adottato il Protocollo addizionale alla Convenzione per la protezione delle persone nei confronti del trattamento automatizzato dei dati a carattere personale (STE 108). Questo protocollo disciplina i poteri delle autorità di controllo indipendenti e la comunicazione transfrontaliera dei dati a destinatari non soggetti ai principi della Convenzione. Il Comitato consultivo della Convenzione (T-PD), presieduto dalla Svizzera, ha valutato la Convenzione e la conformità delle reative disposizioni in rapporto alle attuali sfide del trattamento dei dati. Prosegue inoltre i suoi lavori sulle clausole contrattuali sui flussi transfrontalieri dei dati. Il Gruppo di progetto sulla protezione dei dati (CJ-PD) ha adottato un progetto di raccomandazione sulla protezione dei dati a carattere personale raccolti ed elaborati per fini di sicurezza e prepara delle linee direttrici sulla videosorveglianza e sulle carte chip.

2.6

Problemi criminali

Il Comitato dei ministri ha adottato la Convenzione sulla cibercriminalità, elaborata dal Comitato europeo per i problemi criminali (CDPC), che è stata firmata dalla Svizzera il 23 novembre 2001 a Budapest. La Convenzione è il primo trattato internazionale concernente la criminalità sulla rete e introduce gli sviluppi tecnologici nei settori del diritto penale, della procedura penale e della cooperazione internazionale in materia penale. Il 26 febbraio 2001 la Svizzera ha firmato la Convenzione in materia di diritto penale contro la corruzione (STE 173), che rappresenta una nuova tappa importante nella lotta contro la corruzione a livello internazionale. Inoltre, il Comitato direttivo ha adottato il secondo Protocollo addizionale alla Convenzione europea sull'assistenza giudiziaria in materia penale (STE 182) e ha trattato tra l'altro le raccomandazioni per la protezione dei bambini contro lo sfruttamento sessuale, per i principi della lotta contro il crimine organizzato e per una regolamentazione europea in materia di etica della polizia.

2.7

Rifugiati

Il Comitato ad hoc di esperti sugli aspetti giuridici dell'asilo territoriale, dei rifugiati e degli apolidi (CAHAR) ha trasmesso al Comitato dei ministri una raccomandazione relativa alla protezione sussidiaria, ricordando agli Stati membri del Consiglio d'Europa che i richiedenti asilo che non soddisfano le condizioni di riconoscimento della qualifica di rifugiato devono lo stesso poter beneficiare di una protezione internazionale e di un trattamento adeguato. Oltre che della situazione individuale delle persone interessate, si deve tenere conto degli obblighi internazionali quali ad esempio la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Una delle norme minime di trattamento della raccomandazione prevede che gli Stati membri debbano concedere un permesso di soggiorno di lunga durata alle persone che beneficiano della protezione sussidiaria se le condizioni per la concessione della protezione sono soddisfatte per più di cinque anni.

1500

Inoltre, un gruppo di lavoro istituito dal CAHAR sta studiando un progetto di raccomandazione sulle misure di detenzione dei richiedenti asilo prese dagli Stati membri in vista di limitare la loro libertà di circolazione in ragione della loro entrata o presenza irregolari o per altri motivi in rapporto con la loro domanda d'asilo.

2.8

Media

Il Comitato dei ministri ha adottato una raccomandazione sull'autoregolamentazione dei «cibercontenuti» e una raccomandazione su misure finalizzate a proteggere il diritto d'autore e i diritti connessi e a combattere la pirateria.

La Convenzione europea sulla protezione giuridica dei servizi ad accesso condizionato e dei servizi di accesso condizionato (STE 178) è stata aperta alla firma il 24 gennaio 2001 e firmata dalla Svizzera il 15 giugno 2001. La procedura di ratifica di questa Convenzione è in corso.

La Convenzione europea relativa alla protezione del patrimonio audiovisivo e il relativo Protocollo sono stati aperti alla firma l'8 novembre 2001 a Strasburgo in occasione della 109a sessione del Comitato dei ministri.

Il Comitato direttivo dei mezzi di comunicazione di massa (CDMM) si è ristrutturato per diventare più efficace. La Svizzera è stata eletta nel 2000 nell'Ufficio del CDMM per un mandato di 2 anni e può così svolgere un ruolo attivo per quanto riguarda l'orientamento dei lavori del Comitato.

2.9

Comuni e regioni, cooperazione transfrontaliera

Il Congresso dei poteri locali e regionali dell'Europa (CPLRE) ha eletto in occasione della sua 8a seduta plenaria (dal 29 al 31 maggio 2001) il ticinese Rinaldo Locatelli al posto di direttore esecutivo del Congresso e ha approvato, tra l'altro, rapporti sullo sviluppo della democrazia locale e regionale in Lituania, nella Repubblica Slovacca, in Slovenia, a Cipro e in Irlanda. Importanti raccomandazioni riguardano la prevenzione della criminalità locale e gli effetti della mondializzazione sulle regioni.

In seguito alla procedura di consultazione presso i Cantoni, l'Unione delle città e l'Associazione dei Comuni svizzeri sull'adesione al Protocollo n. 2 alla Convenzione quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali relativa alla cooperazione interterritoriale (STE 169), la Svizzera ha firmato il 29 novembre 2001 il Protocollo, aperto alla firma il 5 maggio 1998 e entrato in vigore il 1° febbraio 2001. Il Protocollo n. 2 definisce il quadro giuridico della cooperazione interterritoriale tra le Parti. Completa il primo Protocollo (STE 159) e la Convenzione di Madrid (STE 106) riconoscendo alle autorità il diritto di concludere accordi anche tra collettività non contigue.

Il Comitato direttivo sulla democrazia locale e regionale (CDLR) ha trasmesso al Comitato dei ministri, per approvazione, una raccomandazione sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica a livello locale.

1501

3

Coesione sociale e qualità di vita

3.1

Popolazione

Il Comitato direttivo per le questioni sulle migrazioni (CDMG) ha approvato e trasmesso al Comitato dei ministri un progetto di raccomandazione sullo statuto giuridico delle persone ammesse al ricongiungimento familiare. La Svizzera ha participato attivamente all'elaborazione di questo progetto, apportandovi, come diversi altri Stati membri, alcune riserve.

3.2

Pianificazione del territorio

Nell'elaborare il suo programma di lavoro intergovernamentale, il Comitato dei ministri ha tenuto conto dell'invito fatto nel quadro della 12a Conferenza europea dei ministri responsabili della pianificazione del territorio (CEMAT) di mantenere le attività di questa Conferenza nell'organizzazione. Lo sviluppo sostenibile del territorio del Continente europeo favorisce sia la coesione sociale che la coesione territoriale e conduce a una migliore considerazione dell'ambiente e della qualità di vita dei cittadini europei in una prospettiva a lungo termine.

Nell'ambito della preparazione della 13a riunione della CEMAT è stato organizzato, il 15 e il 16 giugno 2001, a Tessalonicco, un primo seminario del Consiglio d'Europa sull'integrazione delle regioni europee. Questo obiettivo, difficile da raggiungere, richiede prima la diffusione delle «direttive per uno sviluppo territoriale sostenibile sul continente europeo» adottate nel 2000 dalla CEMAT. Inoltre è stato auspicato un maggior coinvolgimento delle autorità regionali e locali nell'applicazione di questi principi.

Il 26 e il 27 novembre 2001 ha avuto luogo a Lisbona un secondo seminario internazionale del Consiglio d'Europa organizzato nel quadro dei lavori della CEMAT e dedicato al tema «patrimonio paesaggistico, pianificazione del territorio e sviluppo sostenibile». Al seminario sono stati evidenziati il contributo delle politiche di pianificazione del territorio alla protezione del paesaggio e la necessità di integrare la dimensione paesaggistica nelle politiche di pianificazione del territorio. Nell'occasione è stata anche messa in risalto l'importanza della Convenzione europea del paesaggio del 20 ottobre 2000 (vedere punto 3.6).

3.3

Affari sociali

La 27a Conferenza dei ministri europei incaricati delle questioni familiari (Portoroz, Slovenia, dal 20 al 22 giugno) è stata dedicata al tema «conciliare vita familiare e vita professionale». Si sono svolte discussioni sui tre argomenti seguenti: obiettivi e sfide, il ruolo dello Stato e della mano pubblica e l'equa suddivisione dei compiti tra il padre e la madre. Questa problematica concerne la società nel suo insieme e non solo i genitori; spetta a tutti gli attori - mano pubblica, datori di lavoro, lavoratori, genitori - trovare soluzioni che permettano di ripartire i compiti familiari e professionali in modo favorevole alle famiglie. La pianificazione del tempo di lavoro, le discriminazioni delle donne sul mercato del lavoro, i congedi concessi ai padri e alle madri, gli orari scolastici, il ruolo delle ditte, l'offerta di servizi di custodia dei 1502

bambini, il ruolo dei genitori e in particolare del padre, l'educazione e il benessere dei bambini hanno provocato numerose discussioni. La delegazione svizzera era guidata dal Consigliere di Stato vallesano Jean-René Fournier.

Il Comitato europeo per la coesione sociale (CDCS) ha continuato le attività definite nella sua strategia di coesione sociale. Nel quadro delle sue attività di ricerca e di analisi, il CDCS ha incaricato la Divisione per lo sviluppo della coesione sociale di realizzare un elenco degli indicatori sociali utilizzati nelle diverse organizzazioni internazionali. La Svizzera ha versato un contributo volontario per questa attività. Il CDCS ha anche adottato il mandato (2001-2003) del nuovo «Forum per l'infanzia e la famiglia» che si occuperà di temi come la custodia dei bambini, l'infanzia, la democrazia e la partecipazione alla società, la possibilità di accogliere bambini in affidamento e con ogni probabilità la conciliazione della vita familiare e della vita professionale. Sicuramente anche il tema della prevenzione delle violenze e dello sfruttamento sessuale di cui sono vittime i bambini sarà trattato alla luce dei risultati del Congresso mondiale di Yokohama svolto alla fine del 2001. La Svizzera, come altri Stati membri, ha versato un contributo volontario per le attività del Forum. Il Forum ha inoltre nominato un esperto esterno svizzero per i lavori relativi all'accoglienza di bambini in affidamento.

3.4

Sanità

Il Comitato dei ministri ha adottato le raccomandazioni elaborate dal Comitato europeo della sanità (CDSP) per prevenire il rischio che la nuova forma della malattia di Creutzfeldt-Jakob si trasmetta per trasfusione del sangue, per gestire le liste d'attesa e i termini d'attesa per i trapianti di organi, per adeguare i servizi sanitari alle esigenze di cure e servizi delle persone in situazioni marginali e per sviluppare una metodologia nell'elaborazione di direttive per una migliore prassi medica. Inoltre, ha adottato una risoluzione sul ruolo del farmacista nell'ambito della sicurezza sanitaria, elaborata dal Comitato di sanità pubblica (accordo parziale).

Le CDSP ha autorizzato la pubblicazione del rapporto sull'inattivazione virale dei prodotti sanguigni labili.

Due nuovi gruppi di esperti, di cui fa parte anche la Svizzera, hanno cominciato i loro lavori relativi all'organizzazione delle cure palliative e all'influsso dell'informatica sulla sanità (pazienti e Internet).

Il supplemento 2001 alla 3a edizione della Farmacopea europea è entrato in vigore il 1° gennaio 2001. Il supplemento contiene più di 300 monografie e metodi di analisi nuovi o rivisti di medicine. La 4a edizione della Farmacopea europea è stata ultimata nel mese di settembre 2001 e pubblicata e fornita in inglese e in francese in versione libro e CD-ROM; è entrata in vigore il 1° gennaio 2002.

In occasione della 111a sessione della Commissione della Farmacopea europea svolta nel mese di novembre 2001, tutti i presidenti, gli esperti e gli specialisti sono stati rieletti per un periodo di 3 anni. La Svizzera, che continua a distinguersi per il suo grande impegno, è rappresentata in oltre 30 gruppi di lavoro e comitati di esperti da rappresentanti dell'industria farmaceutica, delle università e dell'amministrazione.

1503

Durante diverse sessioni della Farmacopea europea è stata discussa la globalizzazione della produzione dei medicamenti che ha effetti negativi sulla qualità delle sostanze medicamentose che si trovano sul mercato. Su iniziativa della Commissione dell'Unione europea, la Direzione europea della qualità dei medicamenti (DEQM) ha organizzato nel mese di dicembre 2001 un incontro su questo tema con rappresentanti della farmacopea, dei governi, delle autorità di controllo e dell'industria.

Le attività del Gruppo di cooperazione contro l'abuso e il traffico illecito di stupefacenti (Gruppo Pompidou) si sono concentrate sulla attuazione del nuovo programma di lavoro 2000-2003 mediante il quale il Gruppo Pompidou vuole sostenere l'elaborazione e l'adozione di programmi nazionali in materia di droghe e promuovere la cooperazione tra gli Stati. I seminari previsti sulla riduzione dei rischi e sulle questioni etiche sono di grande interesse per la Svizzera.

3.5

Protezione degli animali

I lavori del gruppo di esperti per la revisione della Convenzione europea sulla protezione degli animali nel trasporto internazionale (STE 65), presieduto dalla Svizzera, sono proseguiti.

Nell'ambito della revisione dell'Allegato A della Convenzione europea sulla protezione degli animali vertebrati usati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici (STE 123) sono stati compiuti progressi, in particolare per quanto riguarda i documenti per i roditori, i conigli, i cani e i gatti. Il gruppo di esperti incaricato della protezione delle scimmie non antropoidi attende i risultati di uno studio sollecitato dal rappresentante francese. Gli altri documenti da trattare riguardano i furetti, gli anfibi, i rettili, i pesci e gli uccelli.

La nuova direttiva dell'Ufficio veterinario federale (UVF) sui cavalli è stata accolta favorevolmente da parte del Gruppo di esperti incaricato degli animali da allevamento; sarà integrata nel progetto di raccomandazione.

Il Comitato permanente della Convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti (STE 87) ha adottato le raccomandazioni sull'allevamento dei tacchini. (Queste raccomandazioni possono essere consultate su InfoVet). I lavori di revisione delle raccomandazioni sull'allevamento dei maiali e le deliberazioni sulle nuove raccomandazioni in materia di allevamento dei conigli sono proseguiti.

3.6

Protezione della natura e dell'ambiente

Il Consiglio per la strategia paneuropea sulla biodiversità e paesaggistica (STRACO) ha confermato il ruolo della Strategia quale strumento paneuropeo di applicazione della Convenzione sulla biodiversità (CBD). Esso ha adottato un piano quinquennale (2001-2005) con i seguenti elementi importanti per la Svizzera: continuazione dell'applicazione della CBD attraverso la Strategia paneuropea (Conferenze di Budapest, dal 25 al 29 febbraio 2002 e den Haag, dall'8 al 9 aprile 2002); priorità per quanto riguarda l'integrazione della conservazione e dell'uso sostenibile della biodiversità nei diversi settori, in particolare nell'agricoltura (la Svizzera partecipa alla preparazione di una Conferenza sull'agricoltura e la biodiversità che avrà luogo

1504

all'inizio di luglio 2002 a Parigi, le cui conclusioni saranno presentate alla Conferenza ministeriale «un ambiente per l'Europa» di Kiev nel 2003); potenziamento dei mezzi di sviluppo nei nuovi Stati indipendenti (NIS); maggior mobilitazione degli istituti finanziari per promuovere il finanziamento della conservazione e dell'uso sostenibile della biodiversità (su iniziativa della Svizzera); partecipazione attiva allo sviluppo della Rete ecologica paneuropea (REP).

Il Comitato per le attività del Consiglio d'Europa in materia di biodiversità e paesaggistica (CO-DBP) si è riunito il 9 maggio 2001 a Strasburgo per coordinare i contributi del Consiglio d'Europa in favore della Strategia paneuropea e della Convenzione sulla biodiversità, in particolare per quanto concerne le Rete ecologica paneuropea, la preparazione della Conferenza sull'agricoltura e la biodiversità citata sopra e la Carta europea dell'acqua. Il comitato ha rinnovato il Diploma europeo per otto siti protetti e ha eletto come presidente il capo della sezione Compensazione ecologica dell'Ufficio federale dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP); ha discusso la questione concernente la continuazione delle attività relative al patrimonio naturale, culturale e paesaggistico in seno al Consiglio d'Europa, in particolare su richiesta della delegazione svizzera, interessata alla continuazione delle attività anche con gli altri Stati europei non membri dell'Unione Europea.

L'Ufficio del CO-DBP, di cui fa parte la Svizzera, si è mostrato preoccupato per le ripercussioni delle drastiche riduzioni finanziarie e di personale. Il Consiglio d'Europa ha anche firmato dei Protocolli di collaborazione e di cooperazione con il Segretariato della Convenzione sulla biodiversità (SCBD) e con l'Agenzia europea dell'ambiente dell'Unione Europea.

La prima Conferenza degli Stati firmatari della Convenzione europea del paesaggio (STE 176) ha avuto luogo il 22 e il 23 novembre 2001 per preparare l'applicazione della Convenzione dopo la sua entrata in vigore. La Svizzera, che ha firmato la Convenzione il 20 ottobre 2000, sta preparando la procedura di ratifica da parte del Parlamento.

Il Comitato permanente della Convenzione di Berna relativa alla conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa ha tenuto la sua 20a riunione a
Strasburgo nel mese di dicembre 2000. Il Comitato ha adottato una risoluzione preparata dal gruppo di riflessione strategica, destinata ad allargare il campo d'applicazione della Convenzione di Berna in una prospettiva di sviluppo sostenibile e di una migliore trasparenza politica delle sue azioni a livello internazionale e paneuropeo. In relazione con la «rete ecologica paneuropea», la Svizzera ha partecipato attivamente all'identificazione di «zone di interesse speciale per la conservazione» nell'ambito della rete SMERALDO della Convenzione di Berna. Un incontro comune dei due Comitati di esperti per le reti ecologiche REP e SMERALDO si è svolta a Istanbul nell'ottobre 2001 nel corso della quale la Svizzera ha presentato il suo progetto di rete ecologica nazionale.

3.7

Banca di Sviluppo del Consiglio d'Europa

Il 2 marzo 2001 il Consiglio di direzione della Banca ha rieletto il signor Raphaël Alomar (Francia) al posto di governatore per un mandato di altri cinque anni.

L'aumento di capitale è stato effettuato il 14 marzo 2001. La riunione del Consiglio di direzione e del Consiglio d'amministrazione si è svolta dal 17 al 19 giugno 2001 1505

a Dubrovnik. Il Consiglio di direzione ha nominato due nuovi vicegovernatori: Krzystof Ners (Polonia) e Apolonio Ruiz Ligero (Spagna). La Banca ha riesaminato la sua strategia e ha ribadito la propria volontà di ampliare notevolmente le proprie attività nei Paesi di transizione. La Banca conta attualmente 35 Stati membri, di cui 14 dell'Europa centrale e orientale. Essa ha concesso, nell'aprile 2001, un aiuto straordinario di un milione di euro alla Macedonia, per l'acquisto dei generi alimentari di base per i rifugiati che vivono sul suo territorio.

3.8

Dialogo Nord-Sud

Conformemente alla sua nuova strategia, il Centro Nord-Sud del Consiglio d'Europa (Centro europeo per l'interdipendenza e la solidarietà mondiali) ha posto l'accento sui diritti dell'uomo e sulla democrazia nel loro contesto globale. Al centro delle attenzioni l'Africa e il Bacino mediterraneo. I giovani sono stati gli interlocutori principali. Particolarmente importanti sono state la creazione di reti e la promozione delle buone pratiche. E stata fatta più pubblicità per le attività del Centro (media, sito Internet). Il Centro ha definito gli obiettivi del suo programma per gli anni 2002 ­ 2004, che sarà ancora focalizzato sull'Africa e sul Bacino mediterraneo come pure sulla gioventù.

Il Centro ha continuato i contatti con diversi Stati, in particolare con i nuovi membri del Consiglio d'Europa, in vista di una loro adesione. Parallelamente, si è studiato come potrebbero partecipare al Centro gli Stati non membri del Consiglio.

L'adesione della Germania, unanimamente salutata, ha sollevato la questione della rappresentanza degli Stati nel Consiglio esecutivo, che deve essere riesaminata.

4

Coesione culturale e pluralismo delle culture

4.1

Cultura e patrimonio culturale a

La 5 Conferenza europea dei ministri responsabili del patrimonio culturale ha avuto luogo a Portoroz, in Slovenia, dal 5 al 7 aprile 2001. I ministri hanno adottato una risoluzione sul ruolo del patrimonio culturale di fronte alla sfida della globalizzazione, nella quale si sottolinea la funzione centrale della salvaguardia e della promozione del patrimonio culturale per il consolidamento della democrazia, il mantenimento della pace, il progresso sociale e il sostegno della diversità culturale. La risoluzione, i cui obiettivi coincidono con quelli del Consiglio d'Europa, attira l'attenzione delle istituzioni pubbliche e dei decisori economici sull'importanza della promozione del patrimonio culturale.

Un'altra risoluzione è stata adottata sulle attività future del Consiglio d'Europa in materia di patrimonio culturale dal 2002 al 2005». Il programma prevede le attività seguenti: l'adattamento dei metodi di «governance» mediante testi di riferimento nel settore del patrimonio culturale, la creazione di una Rete europea permanente del patrimonio, la continuazione del programma di cooperazione e di assistenza tecnica, la promozione dell'insegnamento, della formazione e della sensibilizzazione.

I ministri hanno quindi adottato una dichiarazione sul ruolo delle organizzazioni di pubblica utilità nel settore del patrimonio culturale, sostenuta anche dalla Svizzera.

1506

Essi hanno invitato a sostenere l'impegno di queste organizzazioni, ad assicurare loro contatti regolari per il tramite di forum, a mettere a loro disposizione la rete europea del patrimonio, per poter comunicare attraverso Internet.

La cerimonia ufficiale di apertura delle giornate europee del patrimonio 2001 ha avuto luogo all'inizio del mese di settembre 2001. In questo contesto la Svizzera si è occupata del tema «abitare in edifici di importanza storica». Il capo della sezione Patrimonio culturale e monumenti storici dell'Ufficio federale della cultura ha rappresentato il nostro Paese a Riga, città europea della cultura nel 2001.

4.2

Educazione e insegnamento superiore

La Svizzera, che era già rappresentata nel progetto «Educazione alla cittadinanza democratica» (ECD) in occasione del lancio della fase pilota di questo progetto nel 1997, continua il suo impegno anche nella nuova fase avviata nel 2001. Un credito speciale dell'Ufficio federale dell'educazione e della scienza (UFES) ha permesso di realizzare un nuovo sito Internet per la diffusione dei risultati, la trasmissione di informazioni per via elettronica e la gestione di una rete di coordinatori nazionali. Il Comitato dell'educazione ha incaricato un esperto svizzero di seguire, a suo nome, i progetti pilota ECD avviati nel quadro del Patto di Stabilità e finanziati in gran parte dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) e dall'UFES.

La Svizzera ha collaborato anche al progetto «Imparare e insegnare la storia d'Europa del 20o secolo», concluso con una Conferenza finale a Bonn nel marzo 2001. Il progetto ha evidenziato i seguenti elementi nell'insegnamento della storia agli scolari: accettare i punti di vista degli altri, riconoscere le differenze tra le culture e le civiltà, rendersi conto di errori e pregiudizi, diffidare delle informazioni di parte, sviluppare un'attitudine critica, giungere a un'interpretazione europea della storia. I lavori sono stati nel frattempo pubblicati e la Svizzera contribuisce finanziariamente alla loro traduzione in tedesco.

Per quanto riguarda l'insegnamento delle lingue, la Svizzera ha lanciato il suo modello nazionale di portfolio europeo delle lingue, in occasione dell'Anno europeo delle lingue nel 2001. Il modello ha avuto un'accoglienza favorevole, non solo in Svizzera, ma anche all'estero e diversi Paesi hanno chiesto di poterlo imitare.

La Svizzera ha partecipato anche a un gruppo internazionale di esperti incaricato di elaborare un progetto di legge scolastica per il Kosovo. Il gruppo ha svolto i lavori tra maggio e ottobre 2001 in condizioni d'urgenza. L'incarico di redigere questo progetto di legge è stato assegnato dall'amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite (MINUK). Il Consiglio d'Europa come Parte e garante del rispetto dei principi democratici ha assunto la responsabilità dell'esecuzione del mandato finanziato dalla Banca Mondiale.

La Svizzera ha partecipato alla maggior parte dei programmi del Comitato dell'insegnamento superiore
e della ricerca (CC-HER). Durante l'ultima riunione del Comitato a Strasburgo l'11 e il 12 ottobre scorsi, il professore Luc Weber, capo della delegazione svizzera, è stato rieletto membro dell'Ufficio per ulteriori due anni. Il CC-HER si è occupato, tra l'altro, della partecipazione del Consiglio d'Europa ai lavori conseguiti dalla Dichiarazione di Bologna e delle attività del Comitato della Convenzione di Lisbona sul riconoscimento delle qualificazioni nell'insegnamento 1507

superiore, che aveva adottato una raccomandazione sui criteri di valutazione delle qualificazioni conseguite all'estero e di studi svolti all'estero come pure di un Codice di buone pratiche per l'insegnamento transnazionale.

Il progetto «La formazione lungo l'arco della vita al servizio della giustizia e della coesione sociale: una nuova sfida per l'insegnamento superiore» è stato portato a termine e il Comitato ha adottato un corrispondente progetto di raccomandazione.

L'ultima Conferenza ha avuto luogo nel novembre 2001.

Le attività relative ai progetti pilota «Le università come siti di cittadinanza» e «Partenariati per il rinnovo dell'educazione» continuano. Un nuovo progetto denominato «Apprendere e insegnare nella società della comunicazione» è stato lanciato nel giugno 2001 in cooperazione con il Comitato dell'educazione. Dal progetto sugli studi europei per una cittadinanza democratica sono scaturite due iniziative: la creazione di un'Associazione internazionale per gli studi europei e una rete regionale per gli studi europei nell'Europa sudorientale. Il rapporto sulle attività di sostegno dell'insegnamento superiore nell'Europa sudorientale ha mostrato la situazione molto difficile dell'insegnamento superiore in queste regioni e la necessità di continuare gli sforzi.

4.3

Giovani

Il settore Giovani del Consiglio d'Europa, che è stato recentemente ristrutturato, ha modificato, tra l'altro, il sistema di lavoro dei suoi organi statutari. In seguito alla ristrutturazione dell'amministrazione attualmente svolta dal segretario generale in particolare a causa dei tagli finanziari sanciti dal Comitato dei ministri, vi saranno ulteriori cambiamenti.

Nei limiti consentiti dalla riduzione delle sue risorse, il Comitato direttivo per la gioventù (CDG) intende potenziare le sue attività nei seguenti quattro settori: educazione informale, partecipazione, educazione ai diritti dell'uomo, stabilità nell'Europa sudorientale. In questo ambito, ha in particolare assicurato la preparazione della 6a Conferenza dei ministri della Gioventù (Tessalonicco, dal 14 al 16 settembre 2002), il cui tema centrale sarà l'integrazione politica dei giovani nell'Europa del Sud-Est.

4.4

Sport

I lavori del Comitato per lo sviluppo dello sport (CDDS) si sono svolti all'insegna del consolidamento dei lavori. Le restrizioni finanziarie hanno provocato dei tagli che hanno spesso avuto delle ripercussioni molto importanti per le istanze e le persone interessate. Il servizio di documentazione per lo sport del Consiglio d'Europa, il «Clearing House», è stato costretto a chiudere entro poco tempo. Il fatto che il Comitato per lo sviluppo dello sport conservi il suo statuto può essere considerato una vittoria per lo sport e, in particolare, un riconoscimento dell'importanza dello sport nel contesto sociale attuale.

1508

In virtù degli sforzi profusi dal Consiglio d'Europa nella lotta contro il doping nello sport, l'Europa si esprime con una sola voce in questo settore. È pure pensabile che il Consiglio d'Europa partecipi al finanziamento dell'Agenzia mondiale antidoping.

Certi elementi formulati nel programma del Consiglio federale per una politica dello sport in Svizzera hanno potuto servire per le risposte ai numerosi sondaggi svolti dal Consiglio d'Europa in differenti settori dello sport. Le idee di base del programma sono riprese e servono spesso da base per l'elaborazione di documenti fondamentali dello stesso genere.

5

Programmi per lo sviluppo e il consolidamento della stabilità democratica

Il Consiglio d'Europa ha aperto uffici a Pristina, Podgorica e Belgrado. Un programma di cooperazione con la Repubblica federale di Iugoslavia, finanziato con contributi volontari degli Stati membri, è stato avviato all'inizio dell'anno 2001 dallo Svizzero Hans-Peter Furrer, inviato speciale del segretario generale. La Svizzera ha versato un contributo volontario di 50'000 euro, che è servito a finanziare alla fine di marzo 2001 un seminario di lavoro a Strasburgo e in Svizzera (a Berna con sedute di lavoro all'Istituto per il federalismo) del Comitato di esperti iugoslavi incaricati di elaborare una nuova legge sulle minoranze, presieduto dal ministro iugoslavo per le Comunità nazionali e etniche, Rasim Ljajic. Il ministro Ljajic ha incontrato il 30 marzo 2001 a Berna la Consigliera federale Ruth Metzler-Arnold e il capo della Direzione politica del DFAE.

Nel quadro del Patto di stabilità per l'Europa del Sud-Est, la Direzione generale dei diritti dell'uomo svolge tre importanti progetti ai quali partecipa finanziariamente il Governo svizzero. Il primo consiste in un «riesame della non discriminazione» nell'ambito del quale i Paesi della regione sono invitati a procedere, con un aiuto esterno, a un riesame globale e approfondito delle loro leggi e dei loro provvedimenti politici per rilevare e sopprimere tutti gli aspetti discriminatori. Il secondo concerne «l'adozione e l'applicazione delle norme in vigore» e comprende una serie di riunioni mirate e un'assistenza bilaterale puntuale di esperti per migliorare sensibilmente l'adozione e l'applicazione delle norme internazionali in vigore. Il terzo progetto concerne gli «accordi bilaterali di cooperazione» come strumenti di promozione delle buone relazioni etniche. Questi progetti, avviati nel febbraio 2001, si svolgono inizialmente per un periodo di dodici - ventiquattro mesi.

1509

Raccomandazioni del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ai governi ­

Raccomandazione sui lavoratori sociali R (2001) 1

­

Raccomandazione concernente la progettazione e riprogettazione redditizie dei sistemi giudiziari e dei sistemi d'informazione giuridica R (2001) 2

­

Raccomandazione sui servizi dei tribunali e di altre istituzioni giuridiche forniti ai cittadini attraverso le nuove tecnologie R (2001) 3

­

Raccomandazione sulla prevenzione del rischio di trasmissione della nuova forma della malattia di Creutzfeldt-Jakob (MCJ) par trasfusione del sangue R (2001) 4

­

Raccomandazione sulla gestione delle liste d'attesa e dei periodi d'attesa in materia di trapianti di organi R (2001) 5

­

Raccomandazione sulla prevenzione del razzismo, della xenofobia e dell'intolleranza razziale nello sport R (2001) 6

­

Raccomandazione sulle misure finalizzate a proteggere i diritti d'autore e i diritti connessi e a combattere la pirateria, in particolare nell'ambiente digitale (2001) 7

­

Raccomandazione sull'autoregolamentazione dei cibercontenuti R (2001) 8

­

Raccomandazione sui metodi alternativi di regolare le controversie tra le autorità amministrative e le persone private R (2001) 9

­

Raccomandazione sul Codice europeo di etica della polizia R (2001) 10

­

Raccomandazione concernente le linee guida per la lotta contro il crimine organizzato R (2001) 11

­

Raccomandazione sull'adeguamento dei servizi sanitari alle esigenze di cure e servizi delle persone in situazioni marginali R (2001) 12

­

Raccomandazione sullo sviluppo di una metodologia nell'elaborazione di direttive per una migliore prassi medica R (2001) 13

­

Raccomandazione sulla Carta Europea delle risorse idriche R (2001) 14

­

Raccomandazione relativa all'insegnamento della storia in Europa nel XXI secolo R (2001) 15

­

Raccomandazione sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento sessuale R (2001) 16

­

Raccomandazione sul miglioramento della situazione economica e dell'impiego dei Rom/zingari e dei nomadi in Europa R (2001) 17

­

Raccomandazione relativa alla protezione sussidiaria R (2001) 18

­

Raccomandazione sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica a livello locale R (2001) 19

1510

Servizi di informazione dei settori di attività specifici Sviluppi principali, attività di sviluppo e consolidamento della stabilità democratica

DFAE, Divisione politica I, Sezione del Consiglio d'Europa; DFAE, Divisione politica IV, Sezione politica di pace e sicurezza umana

Diritti dell'uomo, Convenzione europea dei diritti dell'uomo

DFGP, Ufficio federale di giustizia, Sezione diritti dell'uomo e Consiglio d'Europa; DFAE, Direzione del diritto internazionale pubblico, Divisione del diritto internazionale pubblico, dei diritti dell'uomo e del diritto umanitario; DFAE, Divisione politica IV, Sezione politica dei diritti dell'uomo

Lotta contro il razzismo

DFI, Segreteria generale, Commissione federale contro il razzismo; DFI, Servizio per la lotta contro il razzismo

Cooperazione giuridica

DFGP, Ufficio federale di giustizia, Divisione degli affari internazionali; DFGP, Ufficio federale di giustizia, Divisione dell'assistenza giudiziaria internazionale; CaF, Incaricato federale della protezione dei dati

Problemi criminali

DFGP, Ufficio federale di giustizia, Sezione diritto penale

Parità donna-uomo

DFI, Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo

Rifugiati

DFAE, Divisione politica IV, Sezione politica umanitaria e migrazione DFGP, Ufficio federale dei rifugiati, Divisione affari giuridici e internazionali

Media

DFAE, Divisione politica III, Servizio internazionale dei massmedia; DFGP, Istituto federale della proprietà intellettuale, diritto d'autore; DATEC, Ufficio federale della comunicazione, Affari internazionali; DFE, Commissione della concorrenza

Comuni e regioni

DFAE, Divisione politica I, Sezione Consiglio d'Europa e Direzione del diritto internazionale pubblico, Sezione frontiere e diritto di vicinato

Popolazione

DFI, Ufficio federale della statistica, Divisione della popolazione e dell'impiego; DFGP, Ufficio federale degli stranieri, Sezione affari internazionali e analisi

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Pianificazione del territorio

DATEC, Ufficio federale dello sviluppo del territorio, Affari internazionali

Affari sociali

DFI, Ufficio federale delle assicurazioni sociali, Divisione affari internazionali e Centrale per le questioni familiari; DFE, seco, Servizio degli Affari internazionali

Sanità pubblica

DFI, Ufficio federale della sanità pubblica, Affari internazionali

Protezione degli animali

DFE, Ufficio veterinario federale, Servizio protezione degli animali/Questioni generali

Protezione dell'ambiente e della natura

DATEC, Ufficio federale dell'ambiente, delle foreste e del paesaggio

Banca di Sviluppo del Consiglio d'Europa

DFAE, Divisione politica I, Sezione del Consiglio d'Europa; DFF, Amministrazione federale delle finanze, Politica delle spese

Dialogo Nord-Sud

DFAE, Direzione dello sviluppo e della cooperazione, Divisione politica, pianificazione e cooperazione multilaterale

Cultura

DFAE, Divisione politica III, Sezione Cultura e UNESCO; DFI, Ufficio federale della cultura, Stato maggiore di direzione

Protezione del patrimonio culturale

DFI, Ufficio federale della cultura, Sezione patrimonio culturale e monumenti storici

Educazione e affari universitari

DFI, Ufficio federale dell'educazione e della scienza; Conferenza svizzera dei direttori cantonali dell'istruzione pubblica (CDIP)

Giovani

DFI, Ufficio federale della cultura, Promozione della cultura

Sport

DDPS, Ufficio federale dello sport

Indirizzo Internet del Consiglio d'Europa: http://www.coe.int 3212

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