Rapporto sull'estremismo (in adempimento del postulato 02.3059 del gruppo democratico-cristiano del 14 marzo 2002) del 25 agosto 2004

Onorevoli presidenti e consiglieri, in adempimento del postulato presentato il 14 marzo 2002 dal gruppo democraticocristiano «Rapporto sull'estremismo. Aggiornamento» ci pregiamo sottoporvi il presente rapporto affinché ne prendiate atto.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

25 agosto 2004

In nome del Consiglio federale svizzero: Il presidente della Confederazione, Joseph Deiss La cancelliera della Confederazione, Annemarie Huber-Hotz

2003-2496

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Compendio Nella primavera del 2002, il Partito popolare democratico PPD ha chiesto con un postulato al Consiglio federale un rapporto circostanziato sul fenomeno dell'estremismo e sulle sue ripercussioni sulla sicurezza in Svizzera. Il presente resoconto fornisce una valutazione della situazione, informazioni su tutte le attività e gli intenti dei movimenti estremisti, descrive il potenziale di pericolo dei gruppi estremisti violenti e delle loro attività. Esso espone inoltre il piano del Consiglio federale per riconoscere tempestivamente i pericoli e prevenirli.

Le attività degli estremisti sono potenzialmente violente e possono minacciare la sicurezza interna di un Paese. Si tratta dunque d'individuare tempestivamente e d'impedire le possibili azioni violente delle organizzazioni estremiste.

Il fronte degli estremisti di destra è costituito da molti piccoli gruppi. Spesso essi non sono strutturati e dispongono di scarsa organizzazione, cambiando spesso composizione e nome. Il fronte degli estremisti di destra in Svizzera non ha una visione del mondo unitaria, né usufruisce di una base comune. Si stima che attualmente vi siano in Svizzera circa 1000 estremisti di destra.

Anche il fronte degli estremisti di sinistra in Svizzera comprende numerosi gruppi, nella maggior parte dei casi collegati tra loro. Una parte degli esponenti delle organizzazioni di orientamento neomarxista o leninista è impegnato anche all'interno dei gruppi anarchici. Il fronte è costituito da circa 2000 militanti. Questa cifra non comprende i sostenitori occasionali e i simpatizzanti del Black Block, che intervengono solo a margine di eventi concreti.

Il conflitto tra i due fronti estremisti opposti tende ad aggravarsi ed è condotto in modo sempre più radicale, in primo luogo dagli estremisti di sinistra. Ne consegue che il movimento degli estremisti di sinistra, chiaramente più presente nell'ambiente urbano, si sta imponendo sugli estremisti di destra nelle maggiori città, quali Zurigo e Basilea.

I gruppi estremisti stranieri sfruttano il margine di manovra relativamente ampio di cui usufruiscono grazie ai diritti fondamentali. Le raccolte di denaro e le azioni di propaganda tuttavia si ripercuotono in maniera limitata sulla sicurezza interna.

Dopo le violente azioni di protesta dei gruppi estremisti turchi di origine
curda negli anni Novanta, la situazione si è in generale tranquillizzata. Diversi gruppi sono tuttavia in grado di commettere in qualsiasi momento atti di estremismo violento e vi è tuttora il rischio di manifestazioni di protesta e di solidarietà.

Come in altri Paesi europei, anche in Svizzera tra gli estremisti con motivazioni religiose spiccano i gruppi islamisti. Essi tentano di rafforzare il proprio influsso in particolare sulla comunità musulmana, soprattutto nei centri islamici e nelle moschee. In Svizzera vi sono numerose istituzioni umanitarie che raccolgono denaro presso i propri connazionali e presso la popolazione, ma non vi sono prove che finanzino direttamente il terrorismo. Alcuni membri di queste organizzazioni estremiste sfruttano il nostro Paese anche come via di transito o luogo di soggiorno, ma

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fino ad oggi i gruppi islamici in Svizzera non hanno sviluppato attività terroristiche in senso stretto.

Tendenze estremiste emergono anche in occasione di manifestazioni sportive e in seno all'esercito. In singoli casi gli attivisti di gruppi estremisti violenti tentano di ottenere un permesso di soggiorno richiedendo l'asilo. Coloro che si trovano legalmente nel nostro Paese come pure i gruppi che vi si trovano illegalmente di solito agiscono sotto copertura.

L'influenza esercitata dai mass media sia sulla nascita, sia sul modo in cui l'estremismo è percepito, è notevole. Per gli attivisti è di primaria importanza assicurarsi una forte presenza nei mass-media. I gruppi estremisti hanno inoltre scoperto rapidamente i vantaggi delle nuove tecnologie dell'informazione per la loro propaganda. Internet offre loro una piattaforma sfruttabile in vario modo e con un'estensione rapida a livello mondiale. Di conseguenza, quasi tutti i gruppi estremisti violenti noti dispongono di una propria pagina web.

Attualmente la sicurezza interna della Svizzera non è minacciata seriamente da alcun gruppo estremista.

In singoli casi o a livello locale, le attività dei gruppi di estrema destra mettono seriamente a rischio la quiete pubblica, l'ordine e la sicurezza. La Svizzera continua ad essere un ritrovo prediletto per concerti skinhead ed eventi simili.

Un pericolo considerevole è invece rappresentato attualmente dagli esponenti dell'estrema sinistra Per quanto riguarda i gruppi estremisti stranieri e gli estremisti religiosi, la situazione si può definire relativamente tranquilla, anche se tesa. Il potenziale di mobilitazione dei gruppi estremisti stranieri resta alto e un mutamento della situazione nei loro Paesi di origine potrebbe comportare un aumento del pericolo anche in Svizzera.

Il Consiglio federale ha già adottato una serie di misure preventive e repressive per impedire o avversare le attività illegali delle organizzazioni estremiste in Svizzera.

Tra queste vi sono l'inasprimento della legislazione sulle armi, un'applicazione rigorosa della norma penale sul razzismo, la sorveglianza di Internet e, come ultima ratio, il divieto di determinate organizzazioni.

Il margine di manovra offerto dalla legislazione svizzera per circoscrivere le attività di propaganda e di raccolta di fondi è limitato.
Mediante nuove basi legali s'intende perciò combattere i fenomeni del razzismo, della violenza e della propaganda per la violenza soprattutto in occasione di manifestazioni sportive. Le disposizioni proposte prevedono sia il rafforzamento degli strumenti di diritto amministrativo e penale, sia la prevenzione (progetto di revisione LMSI I).

Dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001, la prevenzione e la lotta contro il terrorismo hanno assunto maggiore importanza e vanno affrontate con altrettanta urgenza. Nell'estate del 2002 il Consiglio federale ha perciò ordinato di

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esaminare in generale le basi legali per la protezione preventiva dello Stato nonché di proporre le misure necessarie (progetto di revisione LMSI II).

Le basi legali per le misure nell'ambito della politica d'asilo e della legislazione sugli stranieri permettono di tenere lontane dalla Svizzera le persone che compromettono la sicurezza interna o esterna del nostro Paese. Le misure tuttavia non possono essere applicate alle persone che già si trovano in Svizzera e il cui allontanamento non è ammesso, non può essere ragionevolmente preteso o è impossibile.

Infine la ricerca scientifica come pure le autorità della Confederazione e dei Cantoni hanno constatato e preso seriamente in considerazione la tendenza, che va delineandosi da alcuni anni, all'aumento della violenza anche tra i giovani nella nostra società. Le conoscenze sulle cause e le forme del fenomeno della violenza giovanile sono ampie e fondate, anche se ancora oggetto di discussione in ambito scientifico.

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Indice Compendio

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1 Introduzione 1.1 Situazione iniziale e mandato 1.2 Periodo di riferimento e raccolta d' informazioni 1.3 Il concetto di estremismo 1.4 Cause dell'estremismo

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2 Valutazione della situazione e analisi delle minacce 2.1 Estremismo di destra 2.1.1 Cronologia 2.1.2 Protagonisti 2.1.3 Situazione e rischi attuali 2.2 Estremismo di sinistra 2.2.1 Cronologia 2.2.2 Protagonisti 2.2.3 Situazione e rischi attuali 2.3 Estremismo religioso 2.3.1 Cronologia 2.3.2 Protagonisti 2.3.3 Situazione e rischi attuali 2.3.4 Estremismo di altre religioni o correnti religiose 2.4 Estremismo straniero con motivazioni politiche 2.4.1 Estremisti di etnia albanese 2.4.2 Gruppi estremisti turchi e curdi 2.4.3 Estremismo politico del Vicino e Medio Oriente 2.4.4 Gruppi estremisti tamil 2.5 Conclusione

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3 Strategia del Consiglio federale per l'individuazione tempestiva e la prevenzione 3.1 Prevenzione e repressione da parte della Confederazione dal 1992 3.1.1 Strumenti di politica di sicurezza per l'individuazione precoce 3.1.2 Legislazione sulle armi 3.1.3 Lotta contro l'estremismo di destra e contro il razzismo 3.1.4 Divieti di organizzazione 3.1.5 Impedire le attività di propaganda e di raccolta di fondi 3.1.6 Misure contro la tifoseria violenta 3.1.7 Estremismo nell'esercito ­ misure 3.2 Progetti legislativi intesi a migliorare la prevenzione 3.2.1 Legge federale concernente le misure contro il razzismo, la tifoseria violenta e la propaganda violenta (LMSI I) 3.2.2 LMSI II 3.3 Politica d'asilo/provvedimenti in materia di stranieri

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3.4 Ricerca scientifica e formazione 3.4.1 Progetti nazionali di ricerca 3.4.2 Campagne di prevenzione dei Cantoni 3.4.3 Campagne di prevenzione della Confederazione Allegato

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Rapporto 1

Introduzione

1.1

Situazione iniziale e mandato

Poco prima della fine della guerra fredda, in diversi interventi, molti parlamentari hanno chiesto al Consiglio federale un rapporto sulle attività estremiste e i gruppi violenti in Svizzera.1 Nel 1990 il nostro Collegio ha deciso di presentare al Parlamento un rapporto globale sull'estremismo in Svizzera. Il 16 marzo 1992 tale rapporto è stato presentato al Parlamento e pubblicato.2 Fino al 2000 la Polizia federale forniva regolarmente informazioni relative ai movimenti estremisti. Dal 2001 queste informazioni figurano nel Rapporto sulla sicurezza interna in Svizzera, pubblicato annualmente dall'Ufficio federale di polizia (fedpol).

Sin dagli anni Novanta l'estremismo è un tema d'attualità in Svizzera. Le attività dell'estremismo di destra si sono continuamente intensificate in Europa e in Svizzera, raggiungendo il culmine nel 2000. Violenza e reati hanno fatto registrare un notevole aumento, inducendo il nostro Collegio ad adottare diverse misure preventive e a esaminare le basi legali in materia.

Gli anni Novanta sono stati tuttavia caratterizzati anche dalle attività degli estremisti di sinistra. Sin dai primi anni Novanta gruppi dell'estrema sinistra conducono una lotta antifascista (Antifa), rivolta non soltanto contro l'estremismo di destra e il razzismo, ma che comprende, nelle loro intenzioni, anche l'imperialismo, il patriarcato, il capitalismo e di conseguenza anche lo Stato. Questa lotta è stata, ed è condotta, in parte con mezzi e azioni violente. La critica alla globalizzazione, che affonda le sue radici nella ribellione del movimento zapatista messicano contro l'Accordo nordamericano di libero scambio (NAFTA), ha avuto per la prima volta ripercussioni sulla Svizzera nel 1998 in occasione della conferenza dell'OMC a Ginevra. Da allora, grandi eventi quali il World Economic Forum di Davos o il vertice del G8 a Ginevra sono stati l'occasione per svolgere azioni in parte accompagnate da massicci atti di violenza.

Alla fine degli anni Novanta abbiamo ordinato diverse misure3, reagendo con prontezza alle attività illegali di organizzazioni estremiste straniere e dei loro membri, dovute alle situazioni di crisi all'estero, in particolare nell'Europa sud-orientale e in

1

2 3

89.533 ­ Postulato Grendelmeier, CN, Attività estremiste di destra in Svizzera 89.643 ­ Postulato Reimann Maximilian, CN, Gruppi violenti in Svizzera 89.678 ­ Postulato Steffen, CN, Attività estremiste in Svizzera.

92.033 Estremismo in Svizzera. Rapporto del Consiglio federale del 16 marzo 1992 sull'estremismo in Svizzera (disponibile in tedesco o francese).

Cfr. il parere del Consiglio federale sulla mozione Freund, «Organizzazioni estremiste straniere in Svizzera» (NR 99.3519). Dichiarazione del Consiglio federale del 01.12.1999: il Consiglio federale propone di trasformare la mozione in postulato.

22.12.1999: la mozione viene ritrasmessa in forma di postulato. 2004: proposta di stralcio dal ruolo.

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Turchia. Dagli anni Novanta in tutta Europa l'estremismo è all'ordine del giorno in ambito politico a vari livelli.4 Gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 hanno nuovamente alimentato la discussione sull'estremismo straniero violento, suscitando soprattutto paura di fronte al movimento islamista. Gli attentati hanno fatto convergere l'attenzione sul terrorismo di matrice religiosa. Abbiamo espresso il nostro parere al proposito in un'ampia analisi della situazione e dei rischi destinata al Parlamento.5 In questo contesto, il 14 marzo 2002 il gruppo popolare-democratico ha presentato un postulato (02.3059) in cui chiede al nostro Collegio di presentare al Parlamento un ampio rapporto sul fenomeno dell'estremismo e sulle sue ripercussioni sulla sicurezza della Svizzera. Accanto a un'analisi della situazione e alle informazioni su tutte le attività e gli intenti dei movimenti estremisti, il rapporto deve indicare il potenziale di pericolo costituito dai gruppi estremisti violenti e dalle loro attività nonché illustrare il piano del Consiglio federale per il riconoscimento tempestivo e la prevenzione di questi pericoli. In tal modo si potrebbero contrastare anche i pregiudizi sommari e ingiusti sulle comunità straniere che vivono in Svizzera.

L'8 maggio 2002 abbiamo accettato il postulato, accolto poi dal Consiglio nazionale il 21 giugno 2002.

1.2

Periodo di riferimento e raccolta d' informazioni

Nel presente rapporto delineamo il punto della situazione all'attenzione del Parlamento. L'analisi descrive inoltre l'evoluzione dal 1992 al 2003. Si fa riferimento ad avvenimenti più remoti solo se necessario per la comprensione. Nell'analisi dei rischi si valutano anche i possibili sviluppi.

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5

Il 25 luglio 2003 un gruppo di lavoro parlamentare del Consiglio d'Europa ha presentato un rapporto sul pericolo che i partiti e i gruppi estremisti rappresentano per la democrazia in Europa. Il gruppo giunge alla conclusione che la questione riguarda tutti i 45 Stati membri e che negli ultimi anni soprattutto in Europa occidentale i partiti e i movimenti estremisti hanno ottenuto notevoli risultati elettorali. Constata inoltre che accanto ai movimenti di estrema destra, sono di nuovo in ascesa in particolare anche i partiti e i gruppi dell'estrema sinistra. Il 29 settembre 2003, a Strasburgo, l'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha approvato il rapporto con una risoluzione. L'assemblea raccomanda ai Governi di combattere l'estremismo con misure legislative, anche limitando determinati diritti fondamentali come la libertà d'opinione, di riunione e d'associazione (Conseil de l'Europe, Assemblée parlementaire: Menace des partis et mouvements extrémistes pour la démocratie en Europe. Doc. 9890, 25 juillet 2003).

Alla fine di gennaio 2004 il Consiglio d'Europa ha pubblicato il terzo rapporto sulla Svizzera della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI). Il rapporto è stato elaborato da una delegazione della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza, che ha visitato la Svizzera nel maggio 2003. Il rapporto apprezza i progressi compiuti negli ultimi anni in Svizzera. L'ECRI è una commissione istituita nel 1993 in base a una decisione presa ai massimi livelli politici, al vertice dei capi di stato e di governo degli Stati membri del Consiglio d'Europa. La commissione è composta da esperti indipendenti provenienti da tutti gli Stati membri.

Analisi della situazione attuale e dei rischi per la Svizzera dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001. Rapporto del Consiglio federale al Parlamento del 26 giugno 2002. FF 2003 1657.

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La descrizione dell'estremismo violento poggia soprattutto sulle informazioni degli organi della Confederazione e dei Cantoni preposti alla sicurezza, in base ai compiti loro affidati dalla Legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna (LMSI, RS 120). Dalla pubblicazione del primo rapporto sull'estremismo, anche diversi lavori e progetti di ricerca sociologici hanno affrontato questo tema. Il presente rapporto tuttavia non è uno studio sociologico.

1.3

Il concetto di estremismo

Con il termine di estremismo si indicano qui di seguito i movimenti politici che rifiutano i valori della democrazia liberale e dello Stato di diritto. Il presente rapporto riprende perciò la definizione adottata nel nostro rapporto del 1992. Questa breve definizione è qui di seguito esemplificata.

Estremismo, rifiuto dell'ordine democratico-liberale In generale si definiscono estremisti i movimenti, i partiti, le idee, le attitudini e i comportamenti che rifiutano lo Stato democratico costituzionale, la separazione dei poteri, il sistema di partiti pluralistico e il diritto all'opposizione. Alla discussione politica gli estremisti preferiscono la suddivisione tra amico e nemico e di conseguenza rifiutano categoricamente le opinioni e gli interessi altrui, credendo in determinati obiettivi o costanti socio-politiche apparentemente inconfutabili.

Gli estremisti non si definiscono come tali. Spesso sfruttano per i loro fini le conquiste dell'ordine democratico-liberale, contro cui si oppongono, quali la libertà d'opinione, di stampa, di religione e di riunione nonché la protezione giuridica.

Essenziale è l'opposizione ai valori fondamentali e all'ordine democratici e non la posizione politica periferica del fenomeno estremista. Le opinioni dissidenti sono inevitabili in ogni tipo di società. Esse tuttavia diventano estremiste nel momento in cui qualcuno, da una posizione marginale, da solo o insieme ad altri, pretende di parlare per un notevole numero di persone o per tutti e di conseguenza tenta di imporre alla maggioranza, anche con la violenza, le sue posizioni spesso unilaterali.

La tradizione politico-giuridica svizzera, a differenza di quella tedesca, non conosce il concetto di anticostituzionalità. Contrariamente a quanto avviene nei Paesi in cui sono state ampiamente sviluppate le istituzioni preposte alla protezione della costituzione, in Svizzera il solo tentativo da parte di un gruppo organizzato di abolire la democrazia, i diritti umani o lo Stato di diritto non è sufficiente per porlo sotto la sorveglianza degli organi preposti alla protezione dello Stato. Affinché ciò sia permesso è necessario che, per raggiungere il suo scopo, un gruppo faccia uso, sostenga o sia disposto a ricorrere alla violenza.

Nel diritto penale il termine stesso di violenza è impreciso e controverso. Il
denominatore comune della definizione è costituito dalla descrizione della violenza come azione fisica diretta contro un'altra persona mediante l'uso della forza. Non vi è invece accordo sulla questione se il termine di violenza debba essere esteso al di là dell'azione fisica e comprendere, ad esempio, anche le pressioni psicologiche. Qui di seguito la violenza è definita come l'uso attivo, individuale o collettivo, di coercizione fisica con il corpo o altri mezzi, per ottenere un determinato scopo. Tale

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definizione non include né il comportamento passivo, né le circostanze strutturali.

Sono disposti alla violenza gli estremisti che attraverso le loro opinioni politiche e le loro apparizioni pubbliche manifestano una predisposizione alla violenza, anche se per motivi strategici e tattici non sempre agiscono in modo militante. In questo i gruppi predisposti alla violenza si distinguono dagli estremisti violenti che fanno costantemente ricorso alla violenza. Contrariamente alle affermazioni degli estremisti, la loro violenza non è diretta esclusivamente contro oggetti.

Estremismo e radicalismo È importante distinguere il termine di estremismo da altri due concetti: radicalismo e terrorismo. Spesso il termine «radicalismo» è ancora oggi usato come sinonimo di estremismo. Esso tuttavia si riferisce piuttosto ai mezzi con cui s'intende imporre un obiettivo politico, mentre con il termine estremismo si indica l'obiettivo e il pensiero politico stesso. Il termine radicalismo indica quindi la risolutezza e la coerenza dell'atteggiamento politico, ma non gli obiettivi politici dei protagonisti. Il termine inoltre non implica necessariamente un atteggiamento antidemocratico o la predisposizione alla violenza, di conseguenza può essere impiegato per descrivere l'intensità di un'opinione politica, ma non per indicare il contenuto di quest'ultima6.

Estremismo e terrorismo Un altro termine in stretta relazione con l'estremismo è quello di «terrorismo».

Alcuni esperti di terrorismo lo definiscono addirittura come «forma di lotta dell'estremismo politico» o come forma di estremismo politico che mira all'abolizione dello Stato costituzionale democratico per mezzo dell'uso sistematico della violenza.7 Con il termine di terrorismo si indicano le attività i cui obiettivi o mezzi sono antidemocratici. La caratteristica principale è costituita dal tentativo d'imporre le proprie esigenze, non condivise dall'opinione pubblica, per mezzo dell'uso della violenza e con l'intenzione di diffondere paura e terrore. Da questo punto di vista il terrorismo può essere considerato quale ultima conseguenza dell'estremismo politico, ma non come sinonimo per tutte le forme di violenza con motivazioni politiche.

Presenza nei mass-media Il terrorismo e l'estremismo hanno un altro denominatore comune: entrambi puntano sull'effetto
mediatico e di conseguenza tentano coscientemente di suscitare l'interesse dei mezzi di comunicazione di massa. Un metodo per raggiungere l'obiettivo è l'uso della violenza. Tra gli estremisti che tentano di suscitare l'interesse dei mass media vi sono sia la tifoseria violenta, sia gli skinhead, sia gli attivisti mascherati del Black Block. I mass-media in questi casi si trovano di fronte a un dilemma: da una parte devono rendere conto delle attività estremiste ­ i disordini, gli attacchi, i misfatti ecc. ­ per informare l'opinione pubblica ed esprimere lo sgomento e la solidarietà con le eventuali vittime, dall'altra, attraverso la diffusione di queste

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Di conseguenza, se qui di seguito si usano i termini « radicale », « radicalismo » ecc., questi non devono essere considerati sinonimi di «estremista » ecc.

Gerd Langguth, citato da: Carmen Everts, Politischer Extremismus. Theorie und Analyse am Beispiel der Parteien REP und PDS, Berlin 2000 (ww.weissensee-verlag.de/php/cat-kapitel.php3?Buch=3-934479-24-3&Nummer=3).

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informazioni gli estremisti raggiungono il loro obiettivo e si sentono corroborati nella loro attività.

In occasione di eventi seguiti dai mass-media è quindi sempre più probabile che scoppi la violenza. La presenza dei mass-media internazionali offre infatti l'opportunità ideale per spettacolari azioni di disturbo.

1.4

Cause dell'estremismo

Alla questione sulle cause dell'estremismo si può rispondere solo a livello scientifico. Pur non costituendo un'analisi sociologica, il presente rapporto riferisce sui risultati di alcuni studi in materia. Nell'ambito della sociologia non è sufficiente definire l'estremismo come un fenomeno antidemocratico, poiché si analizzano in primo luogo le relazioni tra la società, lo Stato costituzionale e l'estremismo. Di conseguenza, se ci si occupa di estremismo straniero, le cause vanno ricercate nei Paesi di origine degli estremisti. I tentativi di spiegazione più invalsi, anche se non indiscussi, si basano sull'osservazione del fenomeno a lungo termine e si rifanno alle teorie della modernizzazione e della secolarizzazione, anche se queste ultime, oggi, non considerano più tali processi come unidirezionali, univoci e irreversibili.

La modernizzazione quale causa dell'estremismo L'individualizzazione è uno dei modi in cui si manifestano i processi di modernizzazione o di secolarizzazione. Alcuni fenomeni ambivalenti quali la disintegrazione sociale e l'abbandono di tradizioni nonché la perdita o lo relativizzazione di valori, norme e modi di agire, sono gli effetti dell'individualizzazione. Sviluppi paralleli a quelli constatati in ambito sociale si possono osservare anche in seno al sistema economico (sempreché non si ritenga lo sviluppo economico all'origine dello sviluppo sociale). Per gli individui tutti questi fenomeni comportano maggiori libertà, ma anche nuove costrizioni. Questi processi sono osservabili a livello individuale, ma per quanto concerne l'estremismo assumono particolare rilievo soprattutto gli esclusi dalla modernizzazione. A questo proposito si possono elencare sia le conseguenze dell'esclusione, quali la paura di non sopravvivere alla concorrenza economica, di perdere il proprio status sociale, la solitudine e il senso d'esclusione, di smarrimento, d'impotenza, la noia, la mancanza di prospettive, la frustrazione, sia le strategie più o meno efficaci per ricostruirsi un'identità in queste condizioni. Tra coloro che sono svantaggiati dalla modernizzazione sarebbero da annoverare anche gli estremisti, per quanto si tratti di un dato empiricamente non è sempre confermato.

In base al coinvolgimento individuale si possono tuttavia comprendere le reazioni estremiste. Gli estremisti
di destra tentano di compensare la perdita dell'identità individuale e collettiva con un'idea oltranzista di comunità razziale, popolare e nazionale, che esclude sistematicamente, con il ricorso alla violenza, tutti coloro che non vi appartengono. All'altro estremo politico, lo stesso fenomeno si esprime mediante il romanticismo sociale e le idee utopiche, con gli stessi effetti d'intolleranza e di violenza.

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La conclusione più importante da trarre sull'estremismo è che si tratta di un fenomeno intrinseco alla società. Celebri interpretazioni del terrorismo di destra ne parlano come di un «fenomeno del centro» vedendone le cause nella predisposizione e nell'inclinazione al «carattere autoritario».8 Le predisposizioni caratteriali o le disuguaglianze sociali possono essere il punto di partenza anche nelle teorie che non sono sociologiche o improntate su teorie sociali, ma che si concentrano sui processi politici. Con il termine di «populismo» ­ usato anche in politica ­ si possono ad esempio designare le strategie politiche che suscitano paure latenti o che, riconducendo le disuguaglianze sociali a questioni etniche, influenzano la percezione dei problemi in funzione dei propri interessi. Esempi di siffatte strategie si possono trovare in seno a tutte le forze politiche. Senza muovere rimproveri di strumentalizzazione e situandosi a un livello teorico più elevato, le teorie fondate sull'analisi del discorso giungono ad argomentazioni analoghe.

La secolarizzazione all'origine dell'estremismo Con il termine di secolarizzazione si designa il processo di erosione della religione in seno alla società oppure il trasferimento delle convinzioni religiose dalla sfera pubblica e politica all'ambito delle opinioni individuali e, di conseguenza, alla sfera privata. La libertà di religione e di culto, garantita dallo Stato, suggella questo processo e crea difficoltà quando si scontra con convinzioni religiose che non accettano questa situazione, come ad esempio l'estremismo religioso. Le conseguenze della secolarizzazione sono simili a quelle della modernizzazione, con un'eccezione: il fondamentalismo religioso si può definire sia come una reazione eccessiva delle religioni tradizionali al processo di secolarizzazione, sia come un tentativo di fondamentalizzazione e quindi di politicizzazione della religione in una società secolarizzata.

All'inizio del XXI secolo l'islamismo è il fondamentalismo religioso più in vista.

L'islamismo è una teologia politica che si basa sull'Islam. Le sue fonti spirituali sono Mohammad Ibn Abd al-Wahhab e altri riformatori musulmani del XVIII secolo, che nelle prediche si esprimevano a favore della reintroduzione dei dogmi e del culto islamici nella loro originaria purezza. Basandosi
sul modello offerto dagli insegnamenti e dalle vite dei seguaci del profeta, essi idealizzavano la comunità musulmana. Con il loro ideale di un ritorno alle origini queste personalità, denominate Salaf, sono divenuti i padri spirituali di molti movimenti fondamentalisti contemporanei.

L'islamismo ha conosciuto una fase di espansione all'inizio del XX secolo, con le idee fondamentaliste di Al-Mawdoudi in Pakistan e con la nascita, nel 1928, dei Fratelli Musulmani in Egitto. Agli inizi l'islamismo si presenta come utopia: i Fratelli Musulmani propagavano il ritorno a una società musulmana basata sulla Sharia, uguale a quella che, secondo loro, esisteva ai tempi del profeta Maometto a Medina. Le idee dei Fratelli Musulmani si sono diffuse soprattutto nel Maghreb, nel Maschrek e in Asia centrale, ma anche nel resto del mondo.

8

Uwe Backes, Eckhard Jesse, Extremismus der Mitte? ­ Kritik an einem modischen Schlagwort, in: id. (a c. di), Jahrbuch Extremismus und Demokratie 7, Baden-Baden 1995, pp. 13­26.

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Estremismo di Stato In teoria, pure determinati Stati possono essere considerati estremisti, anche se qui di seguito non si terrà conto di questo fenomeno. Gli Stati fondamentalisti islamici interpretano l'Islam come una teologia politica con valore assoluto e universale in cui ogni attività dello Stato sottostà a specifiche leggi islamiche. Questa ideologia che propende per l'estremismo è difesa da questi Stati con tutti i mezzi, compreso l'impiego dei servizi d'informazione. Con la pretesa assoluta dell'immutabilità dell'Islam, essi respingono l'ordinamento giuridico e sociale del mondo occidentale.

Per questo motivo i servizi d'informazione di questi Paesi, oltre a svolgere compiti tradizionali di spionaggio (raccolta di informazioni militari, politiche ed economiche), intervengono anche per sorvegliare gli emigrati e per pianificare ed eseguire atti terroristici su incarico dello Stato, allo scopo di eliminare gli infedeli e i miscredenti.

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Valutazione della situazione e analisi delle minacce

2.1

Estremismo di destra

Il termine estremismo di destra è un termine generico per designare vari fenomeni che ruotano attorno al polo di destra dello schieramento politico. Fra il neofascismo, il neonazismo ecc., sussistono relazioni permanenti, sia a livello ideologico che strutturale, cosicché le denominazioni sono considerate come sinonimi. Per le sue caratteristiche, l'estremismo di destra è relativamente facile da descrivere. In linea di massima l'atteggiamento di estrema destra è caratterizzato da un nazionalismo oltranzista associato a xenofobia e ostilità verso gli stranieri, nonché da razzismo e antisemitismo aggressivi. Il modello politico ideale è lo Stato totalitario autocratico, che riunisce un'unica etnia omogenea in una struttura gerarchica poggiante sul principio della forza. Gli estremisti di destra nutrono una forte diffidenza nei confronti dei principi democratici e accettano facilmente l'uso della violenza.

2.1.1

Cronologia

La configurazione attuale del fenomeno dell'estrema destra in Svizzera ha le sue radici negli anni Novanta. Oggi come allora, esso si presenta come un insieme di piccoli gruppi di diversa provenienza. È tuttavia possibile suddividere l'estremismo di destra in tre correnti.

Sviluppo delle tre correnti principali dell'estremismo di destra La corrente più antica è quella della «destra tradizionale», composta dai fascisti tradizionali, dai negazionisti (revisionisti), dai razzisti ecc., le cui origini risalgono alla prima metà del XX secolo. La seconda corrente, quella degli skinhead, è di costituzione un po' più recente, ma è ad essa che l'estrema destra attuale deve la propria rinascita. Il movimento degli skinhead è nato negli anni Sessanta in Gran Bretagna sotto forma di movimento culturale giovanile, apolitico, caratterizzato da una scena musicale molto sviluppata. Per mezzo della musica gli skinhead hanno diffuso in tutta Europa e negli Stati Uniti la loro ideologia xenofoba. Anche oggi la musica costituisce un importante canale di diffusione ideologica. Gli skinhead, in origine apolitici, a partire dagli anni Settanta sono stati assorbiti da gruppi politici di 4437

estrema destra. Benché sin dal principio gli skinhead svizzeri fossero più fortemente politicizzati rispetto ai loro omologhi degli altri Paesi europei, il summenzionato processo di assimilazione è tuttora in corso e consiste nella mobilitazione degli skinhead apolitici per la causa dell'estrema destra.

In seno ai frammentari ambienti dell'estrema destra, vi sono stati e vi sono tuttora movimenti di aggregazione. Ad esempio nel 1983 la Nationale Koordination, sotto la guida del noto negazionista Gaston-André Amaudruz, ha tentato di riunire varie generazioni di fascisti tradizionali, negazionisti, razzisti e skinhead. Tuttavia questo movimento, di forte impronta intellettuale, non è mai riuscito a mobilitare per i propri obiettivi la maggioranza dei giovani attivisti. All'inizio degli anni Novanta, i teorici della destra tradizionale venivano considerati una potenziale minaccia, soprattutto in virtù della loro influenza sugli estremisti di destra giovani e violenti.

A partire dal 1988, sotto il nome di Nuova Destra hanno fatto la propria comparsa soprattutto alcuni gruppi militanti, quali il Rechtsradikale Mutschellenfront (RMF), il Patriotische Front (PF) o il Nationalrevolutionäre Partei der Schweiz. Alcuni esponenti di primo piano della Nuova Destra hanno così tentato di riorganizzarsi e di mobilitare gli skinhead per le loro idee. Di conseguenza una parte degli skinhead è entrata tra le file dei gruppi della Nuova Destra. A partire dalla metà degli anni Novanta, questi gruppi hanno perso gran parte della loro importanza. Gli ambienti degli skinhead e i negazionisti della Nuova Destra sono tuttavia rimasti attivi e presenti sulla scena. Attualmente costituiscono le due correnti principali dell'estrema destra.

Evoluzione degli incidenti imputabili all'estrema destra All'inizio degli anni Novanta le attività e gli atti di violenza la cui matrice, presunta o accertata, è ascrivibile all'estrema destra hanno subito un forte aumento, anche se non si è sviluppato un estremismo di destra di natura politica.

Estrem ism o d i d estra in S v izzera: In cid en ti / N u m ero d i m em b ri 160

1200

140 1000 120

80

600

60 400 40 200 20

In cid en ti seg n alati all'U fficio fed erale d i p o liz ia, g raffiti esclu si

4438

2003

2002

2001

2000

1999

1998

1997

1996

1995

1994

1993

1992

1991

1990

0 1989

0

T o ta le in c id e n ti M e m b ri (s tim a )

Membri

Incidenti

800 100

Il maggior potenziale di violenza in seno agli ambienti di estrema destra lo si è registrato fra gli skinhead. Le vittime delle loro aggressioni verbali o fisiche sono stranieri, simpatizzanti di sinistra o membri di gruppi marginali degli ambienti di sinistra. Gli skinhead hanno ripetutamente attaccato infrastrutture per richiedenti l'asilo, in particolare, in una prima ondata, fra il 1990 e il 1992. Parallelamente alla diminuzione del numero dei richiedenti l'asilo in Svizzera, a partire dalla fine del 1991 anche la frequenza dei reati è andata diminuendo dal 1993 in modo consistente. Oltre agli attacchi a centri per richiedenti l'asilo, sono stati registrati anche casi di aggressione di richiedenti l'asilo. A partire dal 1993 le azioni degli estremisti di destra consistono soprattutto in ingiurie nei confronti delle persone. La cerchia delle persone prese di mira dagli skinhead (stranieri, esponenti di sinistra, gruppi marginali) è rimasta la stessa nel corso degli anni. A partire dal 2002 si sono intensificati gli scontri fra i gruppi di estrema destra e di estrema sinistra.

A partire dal 1995 le attività degli skinhead inclini alla violenza sono considerevolmente aumentate. Si sono tenute più riunioni e un numero crescente di nuovi membri è entrato a far parte di una schiera di nuovi gruppi. Da allora il proselitismo e l'intensificazione delle attività dei movimenti di skinhead sono proseguiti ininterrottamente. Nel 1999 si è registrata una nuova ondata di attacchi contro i centri per richiedenti l'asilo e contro persone straniere. Nel 2000 queste cifre sono nuovamente calate, nel 2001 e nel 2002 non vi sono più stati attacchi a centri per richiedenti l'asilo, mentre nel 2003 gli attacchi sono ripresi. Inoltre si sono costantemente registrati scontri fra esponenti di estrema destra e stranieri.

Attacchi contro installazioni per richiedenti l'asilo

80 70

77

60 50 40 30 20 10

27

42 9

10

6

6

11

10 4 1 0 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 3

3

Concerti skinhead come strumento di propaganda Verso la fine degli anni Novanta la scena musicale degli skinhead ha riscosso un grande successo di pubblico, contribuendo in tal modo alla diffusione dell'ideologia dell'estrema destra. A partire dal 1998, in Svizzera, si sono tenuti di frequente grandi concerti, anche se nel 1999, in seguito agli interventi della polizia, è stata registrata una temporanea diminuzione. Nel 2001 e negli anni successivi, gli skinhead hanno organizzato numerosi e importanti concerti in diverse regioni della Svizzera tedesca, che hanno riunito fra i 600 e gli 800 partecipanti. Una parte consistente dei partecipanti proveniva dall'estero, in particolare dalla Germania. I concerti 4439

organizzati dagli skinhead e l'importazione di materiale di propaganda proveniente dall'estero hanno favorito i contatti transfrontalieri.

Nel 2000 si è delineata la tendenza ad organizzare manifestazioni in locali privati. In diversi Cantoni, gruppi di estrema destra hanno affittato locali privati o sale in ristoranti o in altri edifici per tenervi i loro incontri, spiegando ai locatori e alle autorità che si trattava di incontri privati, ad esempio feste di compleanno o feste campestri.

In Svizzera il possesso di registrazioni di brani musicali di estrema destra non è punibile. Solamente la propagazione pubblica di musica a sfondo razzista sottostà alle disposizioni penali sulla discriminazione razziale. È necessario tener conto di questo aspetto nella valutazione non solo del commercio di brani musicali, ma anche dei concerti dei gruppi musicali di skinhead di estrema destra. Di conseguenza appare problematico un controllo da parte delle forze di polizia in occasione di concerti organizzati a titolo privato e senza alcuna pubblicità.

Nuove espressioni dell'estremismo di destra Durante l'estate del 2000 sono aumentati i reati e gli atti di violenza commessi da estremisti di destra. Si sono però anche verificati diversi incidenti di altra natura, ad esempio azioni di disturbo di skinhead durante il discorso tenuto dal Presidente della Confederazione sul Grütli. Simili eventi hanno indotto il nostro Collegio e le autorità a verificare la necessità d'agire sul piano politico. Nell'autunno del 2003 abbiamo dato mandato al Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di istituire a livello nazionale un gruppo di lavoro incaricato di valutare le possibilità per lottare in ambito legislativo contro la violenza dell'estrema destra, nonché di studiare il fenomeno e la sua prevenzione in seno alla società.9 Il 1° agosto del 2000 può essere considerato come il momento in cui gli skinhead hanno cominciato ad occupare in modo vistoso la scena pubblica. Per la prima volta hanno avuto un grande impatto mediatico con conseguenze politiche, il che si rispecchia chiaramente anche nelle statistiche relative agli incidenti.

Durante lo stesso anno, ad esempio, Avalon ha fatto più volte parlare di sé e diversi gruppi d'orientamento politico hanno collaborato con esponenti degli ambienti skinhead. Tuttavia
già nel 2001 si è registrato un regresso della propaganda provocatoria. Il motivo potrebbe essere il desiderio di diversi gruppi, come ad esempio il Partei National Orientierter Schweizer (PNOS), fondato nel settembre del 2000, di affermarsi quale forza politica. L'immagine di un gruppo di facinorosi violenti non è compatibile con questo intento. A partire dal 2003, il PNOS partecipa alle elezioni a livello cantonale e federale, mentre gruppi di estrema destra come la Nationale Ausserparlamentarische Opposition (NAPO) tentano di appropriarsi di temi legati all'attualità politica (la pornografia infantile, la guerra in Iraq). Finora il primo di questi due gruppi ha avuto ben poco successo, il secondo alcuno.

9

Cfr. a questo proposito il rapporto all'attenzione del Consiglio federale del gruppo di lavoro interdipartimentale «Coordinazione ed attuazione dei provvedimenti nell'ambito dell'estremismo di destra» (ottobre 2001; il rapporto è disponibile unicamente in tedesco e in francese sul sito Internet www.fedpol.ch/i/archiv/berichte/weitere/massnahmenbericht_200110.pdf).

4440

Legami dell'estrema destra svizzera con l'estero Nel corso dell'anno 2000 si è assistito per la prima volta a tentativi di mobilitare politicamente gli skinhead e gli estremisti di destra svizzeri da parte dei loro omologhi tedeschi. In previsione che il loro partito fosse vietato, gli esponenti del partito di estrema destra tedesco Nationaldemokratische Partei Deutschlands (NPD) hanno pianificato, fra l'altro, la fondazione di un partito in Svizzera. Nell'aprile del 2000 a Berna è stato costituito il Nationale Partei der Schweiz (NPS) quale punto di riferimento per la NPD. Anche altri movimenti svizzeri di estrema destra come il Nationale Aufbauorganisation (NAO) o il PNOS hanno tentato di offrire al NPD un appoggio per insediarsi in Svizzera. Nel 2001 si è potuto constatare che il tentativo del NAO di riunire diversi gruppi in seno ad un'organizzazione mantello era fallito, almeno momentaneamente. Il fatto che nel 2002 la corte costituzionale tedesca abbia respinto la richiesta di vietare il NPD, ha molto relativizzato i timori di una sua possibile diffusione in Svizzera, anche se il partito vi intrattiene ancora contatti.

In Svizzera si temeva anche che il divieto pronunciato in Germania nel 2000 nei confronti dell'organizzazione di skinhead Blood & Honor Division Deutschland e della sua associazione giovanile White Youth, avrebbe avuto conseguenze sulla situazione locale. Ci si attendeva la costituzione di strutture sostitutive, il che tuttavia non è avvenuto.

Propaganda di estrema destra e disposizioni penali sulla discriminazione razziale I gruppi di estrema destra hanno presto individuato i vantaggi delle nuove tecnologie d'informazione per la propaganda. Internet continua a rappresentare una piattaforma dalle molteplici potenzialità, diffondendosi con rapidità in tutto il mondo. Di conseguenza quasi tutti i gruppi estremisti violenti di una certa importanza, sia svizzeri che stranieri, dispongono di un proprio sito Internet.

Sono riconoscibili connessioni fra la crescente istigazione all'odio, la propaganda violenta e le riunioni nonché l'aumento del numero di reati. Dal 1997 è in rapido aumento la diffusione di materiale di propaganda e di registrazioni sonore di matrice xenofoba e neonazista. Questa tendenza potrebbe essere stata favorita anche dall'abrogazione nel luglio 1998 del
decreto del Consiglio federale del 1948 concernente il materiale di propaganda sovversiva, in seguito alla quale non è più consentito sequestrare o confiscare a titolo preventivo spedizioni di materiale propagandistico a favore del razzismo e dell'estremismo violento.

A partire dal 1998 contenuti di questo genere sono apparsi sempre più frequentemente su Internet e sempre meno in forma stampata, conseguenza anche delle prime condanne pronunciate in applicazione delle nuove disposizioni penali sulla discriminazione razziale (art. 261bis CP). Stando ad alcune ricerche, nel 1998 vi erano circa 700 siti Internet con contenuti legati al razzismo e all'estremismo violento.

Un esame a livello svizzero delle decisioni pronunciate nel 2003 in applicazione dell'articolo 261bis del Codice penale (condanne, assoluzioni e sospensioni di procedimenti) permette di farsi un'idea della dimensione del problema. Complessivamente nel 2003 sono state pronunciate 33 decisioni giudiziarie, un numero grosso modo equivalente a quello degli anni precedenti. Sei (18 %) si riferivano ad affermazioni di carattere antisemita, cinque (15 %) a contenuti che possono essere definiti di

4441

matrice negazionista e neonazista, mentre tre vertevano su una critica arbitraria dello Stato di Israele e sull'antisionismo, benché le critiche di natura politica nei confronti dello Stato di Israele e del sionismo non costituiscono un reato ai sensi dell'articolo 261bis del Codice penale. Le restanti 19 decisioni (58 %) erano motivate da discriminazioni o discriminazioni razziali di altra natura.

È importante tener presente che le affermazioni perseguibili nei confronti degli ebrei non sono da attribuire esclusivamente ad ambienti di estrema destra, ma anche a quelli di estrema sinistra. Recentemente, non solo in Svizzera ma anche in Europa, le divergenze al proposito fra gli estremisti che si situano ai due poli dello schieramento politico tendono ad affievolirsi. Da qualche tempo questo fenomeno noto come «nuovo antisemitismo» viene discusso, in seno all'opinione pubblica europea, considerando anche le analoghe tendenze del mondo islamico.

2.1.2

Protagonisti

La configurazione degli ambienti di estrema destra ha subito poche modifiche dagli anni Novanta. Essi sono costituiti da numerosi gruppi di piccole dimensioni, la maggioranza dei quali non dispone di una struttura organizzativa e si presenta come una libera associazione la cui composizione e denominazione mutano frequentemente. Poiché taluni estremisti di destra appartengono a più formazioni contemporaneamente, risulta ancora più difficile fornire dati precisi circa la grandezza dei singoli gruppi e degli ambienti di estrema destra nel loro complesso. Si può tuttavia presupporre che in Svizzera vi siano attualmente circa 1 000 estremisti di destra, cui vanno ad aggiungersi fra i 700 e gli 800 sostenitori occasionali o simpatizzanti. Questi ultimi non appartengono allo zoccolo duro del movimento, anche se partecipano alle manifestazioni organizzate dagli estremisti di destra e tendono a condividerne le idee. Se paragonato agli anni precedenti, lo zoccolo duro tende a crescere. Infatti, nel 1999 esso raggruppava fra le 600 e le 700 persone, mentre l'anno successivo fra le 800 e le 900. Va ribadito che, oltre ai concerti e alle feste organizzati dagli skinhead, anche Internet e gli ambienti della tifoseria violenta costituiscono una base idonea per il reclutamento di estremisti di destra. L'età media si situa fra i sedici e i ventidue anni.

Differenze regionali Gli ambienti di estrema destra in Svizzera sono distribuiti in diversi punti nevralgici a livello regionale, localizzati soprattutto nella Svizzera tedesca e particolarmente nei Cantoni di Argovia, Zurigo, Berna, Basilea Campagna, Soletta, Lucerna e nella

4442

Svizzera orientale, ma anche nei Cantoni francofoni di Ginevra, Vaud e del Vallese10. Nella Svizzera francese, durante una prima fase esistevano soprattutto singole persone e piccoli gruppi di estrema destra molto attivi. A partire dal 1996 le attività degli skinhead nella regione si sono sempre più intensificate. Lo zoccolo duro degli attivisti comprendeva circa 20­30 persone, distribuite nei Cantoni di Neuchâtel, 10

Gli ambienti dell'estrema destra in Svizzera (informazioni fornite dai Cantoni) Cantone

Numero di gruppi / nome / numero di membri

10 / SHS, B&H, PNOS, Morgenstern, Avalon, NAO, Nazionale Offensive (NO), Nazionale Iniziative Schweiz (NIS), Patrioten CH, National Korps / 429 oltre a un numero elevato e non precisato di altri membri ZH 6 / NAO, Nationalkorps Limmattal, Nordisch Zürich, Patriotische Jugend Winterthur, Volkssturm Unterland, Wylandsturm / 300 BE 6 / NPS, Avalon, NO, Skinhead Aktion Bern, Orden der (città e arischen Ritter (sciolto) / 200 Cantone) GE 4 / Vérité et Justice, Jeunesse Nationaliste Suisse et Européenne, «Nouvelle Droite», Supporters 88 (tifosi violenti) / 132 SO ­ / assenza di organizzazioni, attivisti non organizzati / 120 LU 2 / SHS, Morgenstern / 85 VD 3 / B&H Romandie, non-Hammers, Skaters / 100 BL 6 / PNOS, B&H (inattivo), Ombre Nero (inattivo), Laufentaler Patrioten, Rechte Schweizer Jugend (RSJ) Oberbaselbiet (sciolto), Warriors (nuovo) / 80 VS 3 / Vérité et Justice, B&H Romandie, Allobroges Klan, inoltre attivisti non organizzati / 75 SZ 1 / Schweizerischer Art und Kulturverein der Patrioten (SAKVP), inoltre attivisti non organizzati / 64 BS 1 / PNOS, inoltre attivisti non organizzati / 60 TI 1 / Movimento Destra Svizzero Ticinese (MDST), tifosi violenti, inoltre attivisti non organizzati / 45

Attività

AG

TG

2 / SHS, Patriotischer Ostflügel (POF) / 40

SG

6 / Toggenburger Skinheads, St. Galler Skinheads, Skinheads Werdenberg, (Eschenbach-Front, Heimat-Front, Oi-Front smantellata) / 35 ­ / assenza di organizzazioni, attivisti non organizzati / 20 2 / Vérité et Justice, PNOS (nuovo), inoltre attivisti non organizzati / 20 (la maggior parte non è domiciliata nel Cantone) 2 / Rheinfront (praticamente sciolta), Bündner Werwölfe / 20 ­ / assenza di organizzazioni, attivisti non organizzati / 20 ­ / assenza di organizzazioni, attivisti non organizzati / 5 ­/­/­ ­ / assenza di organizzazioni, singoli esponenti / 2 ­/­/­ ­/­/­ ­/­/­ ­ / assenza di organizzazioni, attivisti non organizzati / 5 ­ / assenza di organizzazioni, attivisti non organizzati / 5­10

OW FR GR NE NW AI AR UR JU SH ZG GL

Concerti skinhead

Concerti skinhead

I tifosi violenti sono in contatto con ambienti di estrema destra della Svizzera tedesca Concerti skinhead, diffusione di pubblicazioni

4443

Ginevra, Vaud e del Vallese. Nella Svizzera francese, a causa delle differenti strutture socioculturali, l'ideologia di estrema destra si è manifestata e si manifesta tuttora in maniera parzialmente diversa rispetto alla Svizzera tedesca. Gli ambienti di estrema destra si compongono prevalentemente di gruppi di intellettuali (Nuova Destra e negazionisti) in contatto fra loro. Oltre all'esistenza di queste cerchie di intellettuali è stato possibile accertare anche legami con alcuni partiti dell'estrema destra francese. In Ticino esistono solo alcuni singoli estremisti di destra, tuttavia gli ambienti della tifoseria violenta hanno legami con i loro omologhi italiani e sono in stretto contatto con gli ambienti degli skinhead della Svizzera tedesca.

Qui di seguito si propone una breve analisi di alcuni gruppi degli ambienti di estrema destra. Non si tratta di analizzare tutte le organizzazioni, ma solo quelle al momento più importanti e attive nonché di offrire uno spaccato significativo del fenomeno. Il resoconto parte dagli esponenti politici dell'estremismo di destra, dando la precedenza alla Nuova Destra rappresentata da gruppi di negazionisti, seguita dai gruppi politicizzati di costituzione più recente, per proseguire con gli skinhead che costituiscono la corrente più forte per quanto riguarda il numero degli attivisti. L'analisi si conclude con i tifosi violenti, di per sé apolitici, ma inclusi nella panoramica, poiché divenuti recentemente una base di reclutamento per gli skinhead.

Gruppi negazionisti Il tentativo motivato politicamente di negare o minimizzare i crimini commessi dai nazisti durante la loro dittatura viene definito come negazionismo o revisionismo.

Da anni i negazionisti di tutto il mondo, nell'ambito di una mirata campagna revisionista, tentano di negare il genocidio di milioni di ebrei europei o perlomeno di diminuire il numero delle vittime. A questo scopo, nell'ambito delle loro pubblicazioni, si basano su «perizie» sovente da essi stessi commissionate (Leuchter-Report, Rudolf-Gutachten) per mezzo delle quali s'intende dimostrare con metodi apparentemente scientifici che gli stermini di massa nei campi di concentramento erano tecnicamente irrealizzabili. Nel corso degli ultimi anni all'estero hanno fatto parlare di sé soprattutto i negazionisti Ernst Zündel, Otto-Ernst
Remer, Thies Christophersen e David Irving11, mentre in Svizzera sono noti Jürgen Graf, Philippe Brennenstuhl, Gaston-Armand Amaudruz e Bernhard Schaub. Si tratta di singoli personaggi che attirano l'attenzione, anche se in Svizzera Vérité et Justice e Avalon sono due gruppi che possono a loro volta essere definiti negazionisti.

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Vérité et Justice Questa associazione è stata fondata nel 1999 dal negazionista basilese Jürgen Graf. Vérité et Justice conta membri nei Cantoni di Friburgo e Ginevra, che diffondono le loro idee negazioniste per mezzo di libri o conferenze.

11

Ernst Zündel è di nazionalità tedesca, vive in Canada ed è autore del GermaniaRundbrief. Otto-Ernst Remer è autore del Deutschland-Report (noto in passato come Remer-Depesche), mentre Thies Christophersen scomparso nel 1997, è autore de Die Bauernschaft: entrambi sono ex nazisti attivi in Europa; David Irving è uno storico inglese.

4444

Nel marzo del 2002 l'associazione è stata sciolta per ordine di un giudice in virtù dell'articolo 78 del Codice civile (fine dell'associazione illecito o immorale) e il capitale della stessa è stato confiscato. Nonostante l'ordine di scioglimento, l'associazione è tuttora attiva e i suoi membri continuano ad incontrarsi. Vérité et Justice continua a pubblicare un bollettino e organizza eventi a livello nazionale e internazionale, a cui partecipano negazionisti provenienti da tutto il mondo. Anche il sito Internet è tuttora in funzione (stato, marzo 2004). Diversi membri dell'associazione, come ad esempio il fondatore del movimento Jürgen Graf, sono continuamente accusati di violazione delle disposizioni penali sulla discriminazione razziale.

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Avalon Avalon è un gruppo «neopagano». Fondato nel 1990 nel Cantone di Berna, si è stabilito anche nel Cantone di Argovia, reclutando parte dei propri dirigenti fra i membri della disciolta Wiking Jugend. Si stima che il gruppo di Berna conti una dozzina di membri, mentre il numero dei membri argoviesi è sconosciuto. Avalon esplica le proprie presunte attività culturali mediante feste campestri di ispirazione mitologica e seminari a carattere storico, durante i quali il gruppo diffonde un'ideologia etnica arricchita da elementi mitologici indogermanici e celtici.

Avalon intrattiene strette relazioni con gruppi di skinhead, ad esempio il Nationale Offensive (NO), ma anche con il PNOS nonché con singoli personaggi e gruppi di omologhi all'estero. Il gruppo ha contatti anche con Vérité et Justice. Contrariamente agli skinhead, la cui età media è prevalentemente molto bassa, l'età media dei membri di questi gruppi negazionisti si aggira attorno ai 50 anni.

Alcuni membri di Avalon hanno avuto problemi con la giustizia, soprattutto a causa di violazioni delle disposizioni penali sulla discriminazione razziale.

Tuttavia al gruppo viene attribuito uno scarso potenziale di violenza.

Gruppi politicizzati di estrema destra Alcune formazioni che tre anni or sono erano ritenute di primo piano hanno nel frattempo perso importanza, come ad esempio la Nationale Initiative Schweiz (NIS) e la NPS. Le numerose defezioni registrate in seno alla NPS, dimostrano chiaramente come tali gruppi siano fortemente dipendenti da singoli membri. Da quando il leader della NPS non è più impegnato negli ambienti di destra, le attività del gruppo si sono ridotte al minimo. Questi gruppi sono così venuti a trovarsi nella stessa situazione della Nuova Destra negli anni Novanta. I gruppi attualmente più attivi sono il PNOS e il NAPO.

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Partei National Orientierter Schweizer (PNOS) Il 1°settembre del 2002 il PNOS ha festeggiato i suoi primi due anni. Il partito era stato fondato da attivisti del gruppo di skinhead Blood & Honor, in parte anche con l'obiettivo di riunire gli ambienti di estrema destra in un'unica associazione. Molti membri del PNOS sono stati o sono tuttora attivi anche in ambienti di skinhead. Il gruppo conta circa 100-130 membri, di cui circa 60 fanno parte della sezione che raggruppa i due Cantoni di Basilea Città e Basilea Campagna. Il partito è finanziato soprattutto dai

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membri (la tassa annuale ammonta a 180 franchi). Non è noto a quanto ammontino i contributi dei donatori anonimi.

Il PNOS tenta di trovare uno sbocco politico in Svizzera. Mediante la rinuncia alla violenza, probabilmente soltanto strategica, cerca di far dimenticare la sua provenienza dall'estremismo di destra violento. Il PNOS si è più volte espresso in merito a temi politici, ad esempio con volantini che propagandavano il rifiuto di un'adesione svizzera all'ONU, l'appoggio alle manifestazioni dei contadini o la critica ai contenuti della mostra sulla Wehrmacht.

Inoltre il partito ha partecipato e intende partecipare anche in futuro alle elezioni a livello cantonale e federale. Nel marzo del 2003 il partito ha richiesto che gli fosse attribuito un numero di lista elettorale per le elezioni cantonali nel Cantone di Basilea Campagna, anche se in definitiva non ha partecipato alle votazioni per il parlamento cantonale. Per contro, alle elezioni nel Cantone di Argovia per il Consiglio Nazionale nell'ottobre del 2003, il rappresentante del PNOS ha ottenuto un primo modesto successo con quasi 3000 voti di lista. Un membro del PNOS ha intenzione di partecipare alle elezioni comunali che si terranno nel 2004 nel Cantone di Argovia.

Il PNOS propaganda fra l'altro la rinuncia alla violenza, poiché l'immagine di un gruppo di facinorosi violenti e aggressivi non è compatibile con il proposito di affermarsi quale forza politica. Resta da vedere se questa rinuncia rientra in una strategia a breve termine oppure se si tratta di un intento programmatico a lungo termine. Il programma del partito, il suo giornale e altre pubblicazioni sono tuttora caratterizzate da una retorica di estrema destra, xenofoba e antidemocratica. Gli slogan del partito rappresentano atteggiamenti e idee che contrastano inequivocabilmente con i fondamenti di uno Stato di diritto liberale e democratico. Il PNOS è in contatto con gruppi di estrema destra svizzeri e stranieri in parte violenti. Esso mantiene legami con l'associazione Vérité et Justice e con noti negazionisti quali Philippe Brennenstuhl o Gaston-Armand Amaudruz. Il negazionista Bernhard Schaub ha invece lasciato ufficialmente il PNOS. Oltre agli scopi caratteristici del partito, il PNOS si prefigge anche una collaborazione con altri partiti di estrema destra svizzeri o
stranieri (soprattutto con il NPD).

In passato diversi membri del PNOS hanno anche avuto più volte problemi con la giustizia, sebbene i reati commessi non fossero direttamente riconducibili al partito.

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Nationale Ausserparlamentarische Opposition (NAPO) Il NAPO è nato dalla fusione di varie formazioni di estrema destra. È suddiviso in varie cellule autonome che possono restare anonime se lo desiderano.

Ogni cellula è autosufficiente per quanto concerne i membri e il finanziamento. Le singole cellule comprendono solitamente fra le tre e le 12 persone e se una cellula diventa troppo grande, essa viene suddivisa e ne viene costituita una nuova.

Il NAPO ha fatto la sua apparizione all'inizio del 2003, quando ha organizzato una campagna di volantinaggio nel Cantone di Soletta (contro la pedopornografia) e due marce a Egerkingen (SO) e Zofingen (AG) nonché in occasione di una manifestazione svoltasi a fine luglio a Mels (SG). Esso era inoltre al fianco del PNOS sul Rütli in occasione delle celebrazioni per il

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1° agosto. Una parte considerevole degli attivisti presenti a questi eventi sembra provenire da ambienti vicini al PNOS. Vi ha tenuto più volte discorsi Bernhard Schaub, che partecipa spesso a congressi di negazionisti e a manifestazioni simili a livello nazionale e internazionale. Non è da escludere che Schaub abbia voluto esercitare la propria influenza sul NAPO (in appoggio al NPD con cui ha stretti legami), onde farne uno strumento per la lotta urbana a margine di singoli eventi e per la mobilitazione di giovani attivisti di estrema destra.

Skinhead Gli skinhead costituiscono la parte più in vista degli ambienti dell'estrema destra in Svizzera. Fra il 1999 e il 2000 hanno raccolto molti proseliti, soprattutto nella Svizzera tedesca. Di conseguenza, si è registrato un forte abbassamento della loro età media, circa vent'anni, senza contare che una buona parte è ancora minorenne.

Gli skinhead definiscono la loro identità sociale mediante una serie di emblemi. La loro simbologia è impregnata di elementi mitologici noti solo agli iniziati. Gli abiti e il taglio di capelli sono particolarmente vistosi. Un particolare tipo di musica dal ritmo duro e aggressivo costituisce un elemento chiave della loro immagine. La musica è un importante fattore di coesione di questa subcultura e riveste un ruolo importante per il reclutamento di nuovi adepti nonché per la formazione e il consolidamento dei gruppi. Essa funge anche da catalizzatore dell'ideologia e della filosofia skinhead. Benché gli ambienti musicali abbiano anche caratteristiche apolitiche, i testi sono incentrati soprattutto su tematiche xenofobe e razziste che suscitano o risvegliano sentimenti di ostilità in questo senso. Gli esperti ritengono che essi fungano anche da catalizzatore per la predisposizione alla violenza. È sotto questo aspetto che va esaminato il considerevole aumento registrato in Svizzera nel corso degli ultimi anni dei concerti organizzati dagli skinhead seguiti, in alcune occasioni, da più di 1000 partecipanti.

Gli ambienti degli skinhead in Svizzera sono organizzati solo parzialmente in gruppi solidamente strutturati. Attualmente sono particolarmente attive le seguenti associazioni di skinhead.

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Schweizerische Hammerskins (SHS)[Hammerskin svizzeri] Si tratta del gruppo più importante di skinhead in Svizzera ed è una sorta di organizzazione mantello che mira a rivestire un ruolo direttivo elittario. Il movimento è stato fondato negli Stati Uniti e nel 1990 a Lucerna è stata creata la prima sezione europea. Oggigiorno sono attivi diverse decine di membri degli SHS soprattutto nei Cantoni di Lucerna, Argovia e Turgovia. Numerosi membri più anziani e sperimentati sono contemporaneamente membri di due o più gruppi di skinhead locali o regionali. Il Cantone di Argovia sta registrando un forte incremento, mentre nel Cantone di Turgovia il loro numero rimane costante. Nel Cantone di Lucerna il numero dei membri è in diminuzione, ma è in aumento quello dei simpatizzanti. Gli SHS contribuiscono a organizzare la maggior parte delle manifestazioni che si svolgono negli ambienti skinhead.

4447

Nel Cantone di Lucerna gli SHS si sono dati degli statuti. Le attività principali del movimento consistono nell'organizzazione e nella partecipazione a manifestazioni, quali concerti e feste, la gestione di siti Internet e la vendita di pubblicazioni su tematiche d'estrema destra. Esso intrattiene contatti con altri gruppi di estrema destra in Germania, Francia, Austria, Italia e nel Principato del Lichtenstein.

In diversi Cantoni singoli membri degli SHS hanno avuto problemi con la giustizia, tuttavia fino ad oggi non è stato commesso alcun reato a nome del gruppo.

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Blood & Honour Svizzera (B&H) Blood & Honour Svizzera è stato costituito alla fine del 1998 come sezione di un movimento internazionale che diffonde un'ideologia razzista e ultranazionalista. Per un certo periodo sono state attive diverse sezioni nei Cantoni di Basilea Campagna, Argovia e Vaud. Non è noto il numero complessivo di membri a livello svizzero. Nel Cantone di Vaud si presume che vi siano circa 20 membri, anche se il loro numero è in diminuzione, mentre nel Cantone di Argovia sta rapidamente crescendo, sebbene non siano note cifre precise.

B&H e SHS sono concorrenti. I membri di B&H partecipano soprattutto a concerti in Svizzera e all'estero e vendono pubblicazioni su tematiche di estrema destra nonché materiale audiovisivo. Nel Cantone di Basilea Campagna l'attività del gruppo è fortemente diminuita e il potenziale di violenza non è chiaramente definito, mentre nei Cantoni di Argovia e Vaud esso è giudicato ridotto. Attualmente alcune sezioni mostrano sintomi di indebolimento o addirittura di disgregazione oppure si fondono con il PNOS che, come già sottolineato, era stato fondato da membri di B&H Come nel caso del SHS, singoli membri di B&H hanno commesso reati, anche se il gruppo in quanto tale non è rimasto coinvolto.

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Morgenstern Si tratta di un gruppo di skinhead fondato nel 1993 a Sempach (LU). Conta una sezione in ognuno dei due Cantoni di Lucerna e Argovia. Il numero dei membri non è noto, tuttavia si presume che nel Cantone di Argovia il loro numero sia in aumento, mentre pare in diminuzione nel Cantone di Lucerna, malgrado l'aumento della schiera dei simpatizzanti. Le attività del gruppo consistono prevalentemente nella partecipazione a concerti e feste, nella gestione di siti Internet e nella vendita di pubblicazioni su tematiche di estrema destra. Il Morgenstern intrattiene intensi contatti con associazioni straniere affini. Il potenziale di violenza e la predisposizione a commettere atti in tal senso sono ritenuti ridotti. Il Morgenstern ha anche stretti legami con il SHS.

Tifoseria violenta In base alla definizione dell'Ufficio federale dello sport, i gruppi di tifosi violenti (detti anche «hooligan») sono organizzazioni composte da giovani che commettono atti di violenza premeditati in occasione di manifestazioni pubbliche, prevalentemente sportive. Gli incidenti avvengono nel quadro delle fasi agonistiche di incontri

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di calcio o di disco su ghiaccio e spaziano da provocazioni e ingiurie fino a zuffe, atti vandalici e risse di massa. Sono coinvolti gruppi animati da motivazioni affini che approfittano delle manifestazioni sportive per affrontarsi o tentare di coinvolgere nei disordini le forze dell'ordine, allargando il terreno di scontro.

Per quanto concerne la violenza in occasione di manifestazioni sportive, per molto tempo in Svizzera non si sono verificati gravi disordini. Anche dopo i gravi fatti dello stadio Heysel nel 1985, le associazioni sportive svizzere, Swiss Olympic e la Confederazione sono giunti alla conclusione che i problemi legati alla sicurezza negli stadi e nelle loro vicinanze non erano particolarmente urgenti. Le misure di sicurezza in quest'ambito sono rimaste in parte rudimentali.

Dopo il 2000 la situazione è cambiata: si è infatti assistito ad un notevole incremento degli atti di violenza. Attualmente sia in Svizzera sia all'estero le manifestazioni sportive sono spesso teatro di violenza. Sempre più frequenti sono gli atti di vandalismo e gli attacchi ad altri tifosi, al personale addetto alla sicurezza e agli agenti di polizia. In questo contesto i facinorosi non esitano ad infliggere ferite, anche gravi, alle loro vittime.

I gruppi di estrema destra sono gli unici che tentano di strumentalizzare per i propri obiettivi i disordini e i loro autori. Essi diffondono sempre più spesso l'ideologia di estrema destra negli ambienti della tifoseria violenta. Inoltre anche diversi tifosi di calcio hanno riconosciuto che gli slogan di estrema destra permettono di attirare maggior attenzione da parte dell'opinione pubblica in maniera provocatoria. Il fatto che l'età media in seno agli ambienti skinhead si stia abbassando dipende in parte anche dagli ambienti della tifoseria violenta, i quali non vengono solo strumentalizzati dagli skinhead, ma servono loro anche da base di reclutamento.

2.1.3

Situazione e rischi attuali

La configurazione degli ambienti di estrema destra in Svizzera si è poco modificata dagli anni Novanta ad oggi, fatto salvo l'aumento del numero dei membri registrato dal 2000 e la maggiore attenzione ad essi dedicata dai mass-media e dall'opinione pubblica. Esistono numerose associazioni sciolte, poco strutturate e spesso prive di un retroscena politico serio, concentrate in prevalenza nelle regioni rurali della Svizzera. Alcuni dei gruppi esistono già da qualche tempo e presentano una certa continuità tra i loro membri. Di questa categoria fanno parte i gruppi SHS, Morgenstern e Patriotischer Ostflügel. Per il resto la scomparsa e la costituzione di gruppi è un fenomeno frequente.

Vecchie strutture e nuovi obiettivi dei gruppi di estrema destra Appare evidente che gli esponenti violenti degli ambienti di destra sono sempre più giovani e che il consumo di alcool allenta le inibizioni, favorendo atti di vandalismo, le lesioni corporali e la discriminazione razziale. L'incremento, registrato dall'inizio del XXI secolo, della violenza dell'estrema destra è controbilanciato da una tendenza opposta. I gruppi di estrema destra, come il recente PNOS, si distanziano dagli atti di violenza, almeno per strategia e cercano di trovare uno sbocco politico. Essi pianificano la partecipazione alle elezioni legislative a livello cantonale e federale.

Si può tuttavia prevedere che i loro successi saranno di dimensioni modeste.

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Pure relativamente recente è la tendenza degli estremisti di destra a organizzare manifestazioni e marce. All'inizio del 2003 gruppi di estrema destra hanno ad esempio manifestato contro la pedofilia, la globalizzazione e la guerra in Iraq. Questo genere di manifestazioni tuttavia richiamano un numero limitato di persone e non suscitano particolare interesse nell'opinione pubblica.

Minacce alla sicurezza interna derivanti dall'estremismo di destra e dalla tifoseria violenta Attualmente le attività degli estremisti di destra non minacciano seriamente la sicurezza interna della Svizzera. Tuttavia causano sporadicamente disturbi, talvolta gravi, alla quiete, all'ordine e alla sicurezza. Sono soprattutto gli scontri fra estremisti di destra e di sinistra a creare spesso difficoltà. Inoltre la Svizzera continua a essere considerata un Paese che ben si presta all'organizzazione di concerti skinhead ed eventi analoghi. A queste manifestazioni partecipano soprattutto cittadini stranieri provenienti dall'area di frontiera dei Paesi confinanti. Le misure preventive contro gli ambienti di estrema destra vanno dunque mantenute.

La tifoseria violenta svizzera non costituisce una minaccia di primo piano per la sicurezza interna ma, a seconda dei tipi di incontri, può comportare rischi più o meno gravi per i giocatori, il pubblico e le aree adiacenti alle installazioni sportive. I tifosi violenti esprimono la loro aggressività nell'anonimato della massa, al di fuori della quale non osano perpetrare atti di violenza. Per lottare e prevenire le violenza in occasione di manifestazioni sportive un passo decisivo consisterebbe nell'identificazione e nella registrazione dei tifosi violenti. La Svizzera non dispone tuttora di basi legali che le consentano di contrastare efficacemente questo fenomeno.

A differenza della Gran Bretagna, della Germania e dei Paesi Bassi, in Svizzera non si sono verificati scontri di vaste dimensioni in occasione di partite disputate dalla squadra nazionale in casa o all'estero. La tifoseria violenta svizzera focalizza la propria attenzione sulle partite delle squadre di singoli club. La presenza in Svizzera di una nutrita rappresentanza di varie comunità straniere accresce nondimeno la probabilità che le partite delle rispettive squadre nazionali possano richiamare un gran numero di tifosi.
I campionati del mondo di calcio del 2006 in Germania e i campionati europei del 2008 in Svizzera e Austria, comportano un elevato potenziale di pericolo, in particolare in virtù della partecipazione di tifosi violenti provenienti dall'estero.

2.2

Estremismo di sinistra

Il termine estremismo di sinistra include il comunismo, il marxismo, il leninismo, alcune correnti del socialismo e dell'anarchia. Dal punto di vista della storia delle idee queste ideologie hanno in parte le stesse radici, pur differenziandosi in modo assai netto e pur essendo sin dagli inizi in parte in lotta tra di loro. Il loro obiettivo comune era ed è tuttora di sconfiggere il sistema capitalista.

Il movimento anarchico delle origini, assolutamente antiautoritario e contrario a qualsiasi tipo di struttura organizzativa, si prefigge un ritorno a una presunta situazione di armonia originaria. Oggi sono soprattutto i cosiddetti autonomi a farsi portavoce di quest'ideologia. Essi non dispongono tuttavia di una visione del mondo 4450

completamente maturata e scevra di contraddizioni e perciò i denominatori comuni del movimento degli autonomi sono l'antifascismo e la critica alla globalizzazione, che allo stesso tempo rappresentano un forte punto di contatto con altri estremisti di sinistra (soprattutto neomarxisti e leninisti). Anche le altre ideologie di estrema sinistra summenzionate che si fondano sul marxismo presentano alcune caratteristiche settarie, se confrontate con i partiti al potere negli ex Stati comunisti.

2.2.1

Cronologia

Il crollo del blocco dei Paesi dell'Est e la disfatta delle dittature comuniste hanno avuto ripercussioni sia organizzative che programmatiche anche sull'estremismo di sinistra dei Paesi occidentali. In Svizzera tuttavia, negli ultimi anni gli estremisti di sinistra hanno trovato temi con cui sono riusciti a mobilitare sempre più persone, soprattutto giovani. Alcune tematiche centrali riescono invero già da tempo a fomentare il potenziale di contestazione. Tra queste vi sono da una parte le azioni di solidarietà o di commemorazione per i terroristi detenuti all'estero12 o per i movimenti di liberazione come gli Zapatisti in Messico o i gruppi estremisti in Medioriente, dall'altra la critica al sistema, la lotta di classe e la richiesta di spazi autonomi. Le tematiche con il più alto potenziale di mobilitazione tuttavia si sono rivelate l'antifascismo13, in reazione al diffondersi dell'estremismo di destra, e la critica alla globalizzazione. Negli scontri fra estremisti di sinistra e di destra sono spesso stati gli estremisti di sinistra a ricorrere per primi alla violenza. Un ampio ventaglio di avvenimenti nazionali e internazionali più o meno legati a queste tematiche è servito da pretesto per atti di violenza da parte dei gruppi di estrema sinistra.14 Adozione delle rivendicazioni degli antiglobalizzatori da parte degli estremisti di sinistra Soprattutto l'adozione delle rivendicazioni del movimento degli antiglobalizzatori ha allargato il campo d'azione dell'estrema sinistra, prima piuttosto isolata, assicurandole un'affluenza di nuovi simpatizzanti. In questo ambito contestatario, i primi disordini si sono verificati su più giorni, nel maggio 1998, in occasione dell'incontro celebrativo dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) a Ginevra. Gli incidenti durante la manifestazione organizzata dalla People's Global Action (PGA) hanno causato danni per circa 5 milioni di franchi. Nel 1999, con l'interruzione dell'alimentazione di energia, è stato per la prima volta oggetto di un attacco anche il Forum economico mondiale (WEF) a Davos, svoltosi per decenni senza alcun 12

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Cfr. ad esempio le manifestazioni di solidarietà per i detenuti della Rote Armee Fraktion (RAF) in Germania, dell'Action directe (AD) in Francia, dell'Euskadi ta Askatasuna (ETA) in Spagna, delle Cellules Communistes Combattantes (CCC) in Belgio ecc.

Per gli estremisti di sinistra antifascismo non significa solo lottare contro l'estremismo di destra, il razzismo ecc., poiché per loro «fascismo» è sinonimo di un tutto che comprende l'imperialismo, il patriarcato, il capitalismo, lo Stato ecc.

Atti di violenza sono stati ad esempio rivolti contro «il sessismo e il comportamento antidemocratico», una politica degli stranieri troppo rigida, i test nucleari della Francia nel Pacifico del sud, parate militari, la politica dell'UDC, mostre dell'esercito in occasione di fiere, fusioni di banche, licenziamenti, l'erezione di una statua dell'imperatrice austriaca Elisabetta uccisa da un anarchico a Ginevra nel 1989, azioni umanitarie, interventi militari degli USA (in particolare contro la guerra in Iraq, con manifestazioni antiamericane), profittatori della guerra, la violenza contro gli animali o in generale «contro i tempi bui».

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incidente. Dopo che i gravi incidenti verificatisi in occasione della conferenza ministeriale dell'OMC a Seattle (novembre/dicembre 1999) avevano di nuovo evidenziato il potenziale di mobilitazione della tematica, la critica alla globalizzazione è divenuta definitivamente una delle rivendicazioni più importanti dell'estrema sinistra e in particolare del Revolutionärer Aufbau Schweiz (RAS). Dal punto di vista degli estremisti di sinistra, la manifestazione contro il WEF 2000, organizzata dalla Coordinazione anti-OMC, dal Revolutionärer Aufbau Zürich (RAZ) e da altre organizzazioni, è stata un successo, avendo provocato danni per circa 100 000 franchi. Il successo è stato per questi gruppi la conferma di trovarsi sulla strada giusta e li ha portati a coinvolgere maggiormente le cerchie che gravitano intorno alla Reithalle di Berna.

Nel 2001 gli atti di violenza sono aumentati non solo a livello internazionale (vertice UE di Göteborg nel giugno 2001, vertice G8 a Genova nel luglio 2001), ma anche a livello nazionale. La manifestazione contro il WEF 2001, svoltasi a Zurigo, ha causato danni per circa 700 000 franchi. Persino il WEF 2002, nonostante si sia svolto a New York, ha provocato diverse azioni di protesta in alcuni luoghi della Svizzera. Il netto aumento della violenza soprattutto in occasione di grandi eventi è tuttavia da ricondurre anche ad altre cause. A partire dal nuovo millennio un notevole numero di nuovi membri, di sostenitori occasionali e di simpatizzanti tra i 16 e i 25 anni di età si è aggiunto alla cerchia degli estremisti di sinistra che nella maggior parte dei casi facevano parte del movimento sin dagli anni Settanta e Ottanta. Le nuove leve sono meno politicizzate e agiscono più in relazione a determinati eventi.

Da allora si delinea, in modo sempre più marcato, un conflitto generazionale con la fascia dirigente, di 40­45 anni in media, tanto più che nelle organizzazioni di estrema sinistra manca la generazione intermedia.

Allo stesso tempo continua a delinearsi la tendenza a intessere reti di contatto aprendo nuove possibilità di mobilitazione. Servono da modello in parte le alleanze formate ad hoc in occasione delle proteste contro la globalizzazione all'estero, per le quali Internet assume un'importanza sempre maggiore. È stato così riattivato il Soccorso Rosso,
un'organizzazione di autodifesa dell'estrema sinistra nata negli anni Settanta, che organizza il sostegno giuridico durante e dopo i disordini e si occupa degli estremisti di sinistra detenuti in Svizzera e all'estero. Oltre all'ideologia estremista, alla scarsa disponibilità al dialogo e soprattutto all'accresciuta aggressività, anche la flessibilità, la buona organizzazione e la rapida mobilitazione sono le caratteristiche di un movimento che, per provocare disordini, si basa sempre meno su eventi organizzati da terzi, allestendoli sempre più di propria iniziativa.

Nel corso dell'estate del 2003 gli attacchi contro la polizia perpetrati dagli ambienti della Reithalle hanno assunto dimensioni senza precedenti. Un ulteriore esempio di accresciuta propensione alla violenza si è verificato in concomitanza con il WEF 2003. Nonostante le concessioni delle autorità alla vigilia dell'evento, il comitato organizzativo dell'Alleanza di Olten, sostenuto dai membri del RAZ, non ha voluto distanziarsi dagli atti di violenza, impedendo in definitiva la manifestazione organizzata dall'alleanza stessa. Il WEF si è infine chiuso con i gravi disordini verificatisi a Berna e danni materiali per circa 600 000 franchi. Il medesimo scenario si è ripresentato a margine del vertice del G8 a Evian (maggio/giugno 2003), nel corso del quale i disordini a Losanna e Ginevra hanno causato danni per 7,5 milioni di franchi.

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Partecipazione ai tumulti da parte di teppisti apolitici Durante i disordini summenzionati si è assistito a un fenomeno già verificatosi nel corso della manifestazione violenta seguita alle celebrazioni per il 1° maggio 2002 a Zurigo. Un numero sempre maggiore di teppisti apolitici e di curiosi, che non appartengono al fronte di estrema sinistra, partecipano ai disordini o sfruttano queste occasioni per compiere reati di altro tipo. Così nel 2003 a Berna, ma soprattutto a Ginevra e Losanna, ingenti danni materiali sono stati causati dai saccheggi.

Considerando quest'evoluzione il modello proposto nel 2002, basato sulla triplice strategia di dialogo, distensione e intervento, ha avuto effetti contrastanti. La strategia è stata applicata con successo nei confronti dei manifestanti antiglobalizzatori che, anche se non rifiutano del tutto la violenza, hanno per lo meno un atteggiamento critico nei suoi confronti. È invece fallita nei confronti degli estremisti di sinistra non disposti al dialogo e nei confronti dei simpatizzanti apolitici tendenti alla piccola criminalità, tanto più che questi ultimi non sono identificabili alla vigilia delle manifestazioni. Un cambio di strategia è stato adottato soltanto in occasione del WEF 2004, quando alcuni antiglobalizzatori militanti hanno bloccato un treno (in seguito completamente devastato da vandali) a Landquart: la polizia ha controllato minuziosamente i passeggeri, applicando così una strategia basata soprattutto sull'intervento.

Il Forum economico mondiale WEF 2004 ha segnato una svolta anche da un altro punto di vista. Viste le esperienze dell'anno precedente con l'Alleanza di Olten, non si è potuta trovare un'organizzazione disposta ad organizzare, nonostante gli inviti dei militanti, una grande manifestazione, né si è svolta una dimostrazione centrale di una certa dimensione. È così venuto a mancare un elemento che avrebbe attirato l'attenzione dei mass-media.

Ciononostante, per il futuro non si può presumere un cambiamento di atteggiamento o un indebolimento da parte del fronte dei militanti. È invece più probabile che il movimento degli estremisti di sinistra, sempre più isolato all'interno degli antiglobalizzatori, si orienti fondamentalmente verso una strategia ancora più radicale. Una prima conferma di questa tendenza la si è avuta il 21
febbraio 2004 a Berna e dintorni, dove un gruppo denominato Kinder der Freiheit ­ Kommando Landquart ha provocato danni materiali per oltre 100 000 franchi a undici filiali di banche svizzere e imprese multinazionali. Danni di tale entità si erano in precedenza registrati solo nel corso di disordini verificatisi a margine di manifestazioni. Una novità è rappresentata anche dal fatto che l'azione di rivendicazione non è stata spontanea, bensì accuratamente organizzata ed eseguita con notevole ritardo.

Bersagli della violenza Per molto tempo gli atti di violenza sono stati rivolti esclusivamente contro obiettivi di alto valore simbolico dello Stato o dell'economia nonché contro rappresentanze diplomatiche di altri Stati, filiali di ditte straniere, istituti bancari o compagnie aeree e contro gli edifici di organizzazioni internazionali malviste, come ad esempio l'OMC.15 Gli attacchi si sono spesso verificati alla vigilia di grandi eventi legati alla

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I mezzi utilizzati sono vari: da sacchetti di vernice, a spray o pietre, fino a cariche incendiarie, bombe molotov e oggetti pirotecnici trasformati in cariche esplosive. Dal 1995 è stato soprattutto il RAS ad impiegare materiale pirotecnico.

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globalizzazione. In base a un volantino distribuito in occasione di una manifestazione non autorizzata «contro il capitale e il suo Stato» a Zurigo, doveva tuttavia valere il principio per cui gli atti di violenza dovevano sempre avere una relazione con lo scopo o con il contenuto di un'azione. In quest'ottica gli estremisti giustificavano entro un certo limite anche gli attacchi all'integrità fisica rivolti ad esempio contro gli esponenti sempre più numerosi dell'estremismo di destra e, soprattutto in occasione di manifestazioni, contro gli agenti della polizia quali rappresentanti visibili dello Stato capitalista.

A partire dal 2003 la militanza rivolta contro le persone ha tuttavia assunto un altro livello qualitativo. Durante la manifestazione di Berna, svoltasi dopo il WEF il 25 gennaio 2003, un agente di polizia è stato attaccato con razzo illuminante e in occasione di una manifestazione contro la repressione a Basilea (15 novembre 2003), tre agenti hanno riportato gravi ferite, dopo essere stati attaccati con acido solforico. La stessa sostanza era in possesso anche di alcuni partecipanti a una manifestazione contro il WEF svoltasi a Winterthur il 10 gennaio 2004.

2.2.2

Protagonisti

Quanto rilevato a proposito dell'estremismo di destra si può applicare anche al lato opposto dello schieramento politico. Pure in questo caso il movimento, ideologicamente non unitario e organizzato in modo frammentario, è composto da numerosi gruppi. Analogamente a quelli dell'estrema destra, anche questi gruppi sono interconnessi, poiché alcune persone fanno parte o sono membri di più gruppi. Nonostante l'antagonismo storico tra alcune correnti quali il movimento anarchico e il comunismo, all'interno dei movimenti di estrema sinistra vi è tuttavia un livello di cooperazione sorprendente. Gli estremisti di sinistra di orientamento neomarxista o leninista sono ad esempio spesso attivi anche negli ambienti anarchici.

Dimensioni dell'estrema sinistra Nel quadro delle disposizioni legali attuali applicabili ai servizi d'informazione e della polizia, è difficile indicare le dimensioni dei movimenti degli estremisti di sinistra in Svizzera. Se si tiene conto solo del RAS/RAZ, della Coordinazione antiOMC e del Black Block nonché del fatto che solo a Ginevra vi sono 300 squatter (persone di orientamento autonomo e anarchico che occupano abitazioni abusivamente) ascrivibili all'estrema sinistra, si giunge a un totale di circa 2450 estremisti di sinistra. Si può inoltre ritenere che in Svizzera vi siano altri 200 neomarxisti, squatter e autonomi anarchici. Supponendo che, di queste 2650 persone, un quarto sia membro di più gruppi contemporaneamente, ne risulta un totale di 2 000 estremisti di sinistra. Questa cifra non tiene conto delle centinaia di sostenitori occasionali e simpatizzanti del Black Block con un notevole potenziale di violenza che appoggiano gli estremisti anche senza essere coinvolti ideologicamente. Qui di seguito si esamineranno i gruppi più importanti, dal Revolutionärer Aufbau, al Komitee gegen Isolationshaft fino alla Coordinazione anti-OMC e al Black Block.

Revolutionärer Aufbau Schweiz (RAS) / Revolutionärer Aufbau Zürich (RAZ) Il Revolutionärer Aufbau, di orientamento marxista-leninista, è di gran lunga il gruppo di estrema sinistra più importante, più violento e anche più influente nell'ambito dell'estremismo di sinistra in Svizzera. Finora si è limitato ad effettuare 4454

attacchi contro edifici e installazioni di alto valore simbolico, servendosi di sacchetti di vernice o di fuochi d'artificio trasformati in cariche esplosive. Il gruppo è tuttavia favorevole al terrorismo e manifesta in generale sempre maggiore propensione alla violenza.

Il Revoluzionärer Aufbau è nato alla fine del 1992 in seguito alla fondazione, nello stesso anno, dell'Aufbau Vertrieb, un servizio per la vendita di pubblicazioni a carattere rivoluzionario. Si è fatto notare per la prima volta pubblicamente nel febbraio del 1993, in occasione di un processo nei confronti della sua fondatrice ed esponente di punta Andrea Stauffacher. Il gruppo è stato creato nell'intento di riempire il vuoto politico venutosi a creare in seno agli ambienti svizzeri dell'estrema sinistra in seguito al crollo del blocco comunista.

Non si sa molto sulla struttura organizzativa del Revolutionärer Aufbau. Il suo modello è stata la tedesca Rote Armee Fraktion (RAF), scioltasi nel 1998 dopo 28 anni di attività. I circa 50 esponenti di spicco del Revolutionärer Aufbau erano già attivi negli anni Settanta e Ottanta e intrattenevano intensi contatti con gli ambienti terroristici dell'epoca.

Il Revolutionärer Aufbau Schweiz (RAS) è indubbiamente dominato dal Revolutionärer Aufbau Zürich (RAZ), ma è presente anche a Berna (RABe) e a Basilea (RABa). Di conseguenza i suoi membri provengono prevalentemente dalle regioni di Zurigo, Berna e Basilea. Queste constatazioni potrebbero tuttavia in futuro non corrispondere più ai fatti: dopo la decennale dominanza del RAZ, le attività del gruppo sono in crescita non solo a Berna e Basilea, ma anche a Ginevra. Inoltre, nell'ambito di una nuova strategia decentralizzata anche città più piccole come Lucerna, San Gallo, Soletta, Friburgo o Zugo vengono coinvolte in cosiddette «azioni di resistenza». Il RAS conta circa 80 membri con un'età media di 40 anni.

L'età media dei membri del RAZ è tuttavia notevolmente più alta rispetto a quella dei membri delle sezioni di Berna e Basilea. I simpatizzanti del RAS hanno in media circa 20 anni.

Il RAS conta diversi sottogruppi16 che godono di ampia autonomia nella scelta delle tematiche su cui concentrare le loro attività. Il ventaglio dei temi trattati è in generale molto ampio e comprende la politica di pace, il conflitto in Medioriente, la
globalizzazione, l'imperialismo, la struttura patriarcale della società, le lotte dei lavoratori in Svizzera e all'estero, le questioni legate all'asilo e ai rifugiati, il sostegno di prigionieri politici, l'antifascismo o la questione curda. Con l'impiego di slogan,17 il RAS lotta per una società senza classi, rivolgendo le proprie azioni contro il capitalismo e le sue strutture portanti (banche, grandi aziende nonché autorità statali quali la polizia, la giustizia ecc.). Come mezzi di propaganda il RAS ha a disposizione il giornale Aufbau (dal 1996; pubblicato quattro volte all'anno), canali radiofonici (LoRa a Zurigo, Kanalratte a Basilea), un proprio sito Internet, un giornale murale e i volantini del Roter Motor.

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Komitee gegen Isolationshaft (KGI), MarLen (un gruppo di donne), AG Antifa (agaf), Migrationskomitee (mk), AG Klassenkampf (agkkb), Arbeitsgruppe Klassenkampf Zürich (agkkz), Rote Hilfe-AG Anti-Rep (rh-ar), Jugend-Arbeitsgruppe (jag), Arbeitsgruppe Bern (agbe), Kulturredaktion (kur).

Esempi: «portare la lotta nelle strade»; «per una prospettiva rivoluzionaria»; «il capitalismo non ha difetti, è il difetto».

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Il RAS ha contatti con la Reitschule di Berna, con la REBELL, con la Phase 1 (entrambe di Lucerna), con il Subversiver Freundeskreis (ex Revolutionäre Jugend) di Zugo nonché con gruppi di estrema sinistra in Ticino. Segnatamente nell'ambito del Soccorso Rosso, singoli esponenti mantengono intensi contatti con gruppi esteri dalle idee analoghe, soprattutto in Italia e in Germania.18 Le attività a livello internazionale si concentrano soprattutto sullo scambio di informazioni e sul summenzionato Soccorso Rosso. Allo stesso tempo, in Svizzera il RAS partecipa anche alle manifestazioni di gruppi turchi e curdi con idee analoghe. La presenza del gruppo è particolarmente marcata in occasione delle famigerate manifestazioni a margine delle celebrazioni del 1° maggio a Zurigo, ma anche durante altri eventi offuscati da atti di violenza, alle quali, su istruzioni del RAS, partecipa anche il Black Block.

Komitee gegen Isolationshaft (KGI)[Comitato contro la detenzione in celle d'isolamento] Anche il Komitee gegen Isolationshaft (KGI; ex Komitee gegen Vernichtungshaft) mira a una società senza classi. Nel 1974 il gruppo si è formalmente unito con il Soccorso Rosso.

Il KGI, i cui membri sono presenti quasi al completo anche in seno al RAS, è un'organizzazione molto esclusiva che dal 1990 conta fra i suoi membri un numero sempre crescente di persone appartenenti alla classe medio-alta, che in ambito professionale occupano posti di responsabilità, sviluppando una struttura sempre più elitaria. Come altri gruppi di orientamento rivoluzionario, anche il KGI è soggetto ad un certo invecchiamento: attualmente l'età media si aggira attorno ai 40 anni. Il nucleo centrale del gruppo conta meno di 20 attivisti, ma è tuttavia in grado di mobilitare fino a 200 persone. Il KGI è parte di una rete formata da molte organizzazioni con idee analoghe in Svizzera e all'estero e intrattiene contatti a livello internazionale con gli esponenti di diversi gruppi estremisti e terroristici, in parte oggi sciolti.19 Coordinazione anti-OMC La Coordinazione Anti-OMC, che ha la sua sede principale a Berna e contatti in particolare a Basilea, Ginevra, Losanna, Lugano e Zurigo, è stata costituita da ambienti autonomi, femministi e zapatisti. L'organizzazione si autodefinisce difenditrice della dignità umana e della giustizia sociale e
rifiuta il capitalismo, l'imperialismo, la globalizzazione nonché le discriminazioni di ogni tipo. Ha una partecipazione fissa di una ventina persone, appartenenti alla classe media e medioalta, la cui età media si aggira attorno ai 30 anni, di cui circa la metà donne. Grazie agli ottimi contatti con i gruppi locali di estrema sinistra la Coordinazione anti-OMC può mobilitare fino a 200 persone e nonostante il numero costante dei membri, il potenziale di mobilitazione è in crescita.

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Italia ­ Nuove Brigate rosse (come risulta dai casi Ghiringhelli 1999/2000, Baragiola-Lojacono 2000/01, Bortone 2002 e dagli omicidi Biagi e D'Antona 2003/ancora in corso); Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo (CARC).

Spagna ­ ETA. Belgio ­ CCC. Gran Bretagna ­ organizzazione degli operai in sciopero dei cantieri navali di Liverpool.

Italia ­ Brigate Rosse. Germania ­ «Bewegung 2. Juni»; RAF. Spagna ­ ETA. Belgio ­ CCC. Francia ­ Action Directe (AD). Gran Bretagna e Irlanda ­ Irish Republican Army (IRA ­ sostegno logistico, campagne).

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La Coordinazione anti-OMC è priva di una gerarchia ben definita. Intrattiene strette relazioni con gli autonomi della Reithalle di Berna e con gruppi di estrema sinistra a livello locale. Vi sono inoltre collegamenti con il RAS/RAZ. Negli ultimi tempi le sue attività si concentrano sempre maggiormente sulla politica d'immigrazione, dopo che lo spostamento del WEF a New York (2002) aveva causato una crisi d'identità. L'atteggiamento di fondo della Coordinazione Anti-OMC è caratterizzato da una spiccata predisposizione alla violenza, che nel corso degli ultimi tre anni si è concretizzata in un forte aumento di reati commessi alla vigilia di grandi manifestazioni sul tema della globalizzazione. Non si può escludere un'ulteriore radicalizzazione.

Black Block Il Black Block non è un'organizzazione, bensì piuttosto una base operativa eterogenea che si forma in occasione di singoli eventi o manifestazioni. Si tratta di un assembramento di gruppi di orientamento anarchico e autonomo, privo di strutture e imprevedibile, che si forma di volta in volta ad hoc. Il Black Block agisce in maniera molto mobile e flessibile, i suoi componenti sono vestiti di nero, si coprono il volto e si distinguono per la sempre crescente propensione alla violenza. Un comportamento marziale e una precisione quasi militare garantiscono al gruppo l'effetto psicologico voluto e la presenza nei mass-media: dal 2001 il Black Block è noto a una larga fascia dell'opinione pubblica. È diretto da un piccolo gruppo di esponenti del RAS/RAZ o della Coordinazione anti-OMC. In generale sono attivisti politici a dirigere il gruppo e a scegliere gli obiettivi a cui mirare. Anche i facinorosi apolitici finiscono, volenti o nolenti, per seguire le decisioni del gruppo dirigente.

Il Black Block conta circa 850 attivisti. Due terzi sono di sesso maschile e l'età media si aggira attorno ai vent'anni. Provengono da tutte le fasce sociali e da tutta la Svizzera, anche se in prevalenza da Zurigo (domicilio del 49 % degli attivisti) e da Berna (20 %).20 Se al Black Block si applica un modello suddiviso in quattro cerchie, il nucleo interno si compone di circa 50 esponenti dell'estrema sinistra, mentre della seconda cerchia (C) fanno parte almeno 100 attivisti, membri di diversi gruppi di orientamento prevalentemente anarchico e autonomo. Una terza
cerchia (B) conta più di 700 attivisti militanti, probabilmente solo in parte spinti da motivazioni politiche, mentre alla quarta cerchia (A) appartengono alcune centinaia di persone, sostenitori occasionali, violenti, in prevalenza apolitici e che agiscono soltanto a margine di eventi. Se gli ambienti di estrema sinistra, e non altri gruppi, organizzano una manifestazione nel corso della quale potrebbero verificarsi atti di violenza, a causa del più elevato contenuto politico della manifestazione, le cerchie A e B non vi partecipano affatto o solo raramente.

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La distribuzione dei membri del Black Block sugli altri Cantoni di residenza è la seguente: AG: 7 %; BS: 4 %; GE, SG: ciascuno 3 %; TG, BL, SO, ZG: ciascuno 2 %; FR, AR, LU, SZ: 1 % ciascuno; altri: complessivamente 2 %.

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Non avendo una struttura organizzativa, il Black Block stesso non intrattiene relazioni con l'estero, ma persone di contatto possono mobilitare i suoi attivisti anche per manifestazioni al di là del confine svizzero.

Il Black Block si rivolta contro lo Stato e la società e lotta in particolare contro la «repressione» da parte dell'apparato statale. Di conseguenza, il gruppo dirige le sue azioni soprattutto contro la polizia e le altre autorità, prendendo consciamente in considerazione l'eventualità di commettere reati. La risposta alla questione, ripetutamente dibattuta, se il fenomeno ancora poco studiato dei Black Block sia di carattere politico o meno, dipende dalla definizione di «politica». Se con il termine s'intende la politica istituzionale, allora il Black Block è apolitico, poiché non partecipa al processo democratico, a meno che l'attacco alle istituzioni politiche stesse non sia considerato un modo di partecipazione. Se invece si considera la diffusione nei mass-media come elemento del processo democratico, allora si deve parlare di un fenomeno politico. I temi di rilevanza politica infatti vengono sollevati e discussi, anche se in una forma che esclude il dialogo con larghe fasce della società. I reati commessi durante le azioni non sono invece di carattere politico in senso stretto. La risposta è controversa anche se si considerano le motivazioni dei protagonisti. Queste vanno dalla questione del potere o del bene comune, al perseguimento di interessi specifici fino a motivi prettamente privati. Solo in quest'ultimo caso si tratta di una motivazione apolitica e a volte anche puramente criminale, come nel caso dei saccheggi.

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2.2.3

Situazione e rischi attuali

Contrariamente al nazionalsocialismo, il marxismo non è mai stato sconfitto militarmente, né i suoi protagonisti giudicati in base al diritto internazionale pubblico.

Non vi è stata perciò una condanna analoga dell'ideologia marxista e manca tuttora un'elaborazione complessiva del fenomeno dal punto di vista storico. Per questi motivi e a causa dei cambiamenti verificatisi a livello mondiale negli ultimi 15 anni, ben assai il marxismo, dopo aver per decenni suscitato paura, non è più stato considerato un pericolo o è stato perlomeno sottovalutato. Di conseguenza, in molti casi si è trascurato di osservare, come invece sarebbe stato necessario, gli ambienti marxisti e ci si è concentrati sull'estremismo di destra. Dal 1992, nell'ambito dell'estremismo di sinistra sono tuttavia aumentati sia gli incidenti, sia il potenziale di violenza, sia il numero dei seguaci dei gruppi marxisti e anarchici.

Rischi per la sicurezza interna A causa dei suoi obiettivi e dei suoi metodi, l'estremismo di sinistra costituisce un rischio da non sottovalutare per la sicurezza interna della Svizzera, tanto più che riesce continuamente a fare proprie, radicalizzandole, determinate rivendicazioni, abusando peraltro delle istituzioni dello Stato e dei diritti democratici. Per raggiungere i propri obiettivi, una parte rilevante degli estremisti mostra un elevato potenziale di criminalità e non esita a collaborare con elementi violenti o, perlomeno, a offrire loro una base d'azione.

Altri due fattori non vanno sottovalutati. Da una parte, contrariamente a quello di destra, radicato soprattutto nelle regioni di campagna, l'estremismo di sinistra, essendo in primo luogo un fenomeno urbano, si concentra, nonostante la sua strategia decentralizzata, in grandi città come Zurigo, Basilea, Berna e Ginevra e di conseguenza sui centri nevralgici dell'economia e della politica svizzera. Degna di nota è, d'altra parte, anche l'estrazione sociale degli esponenti del movimento marxista: molti di loro appartengono alla classe media e, grazie alla loro posizione sociale, possono far valere la propria influenza, il che è tanto più preoccupante in quanto alcuni di loro continuano a intrattenere contatti con gli ambienti terroristici.

Pur rappresentando un fattore perturbatore di determinanti eventi e manifestazioni, il Black Block non
costituisce di per sé un pericolo per la sicurezza interna della Svizzera. I suoi collegamenti con il nucleo centrale dei gruppi di estrema sinistra, costituiscono tuttavia un certo potenziale di pericolo, poiché il gruppo potrebbe servire da base di reclutamento nel caso di una ripresa delle attività terroristiche di estrema sinistra all'estero. Nonostante la tendenza a formare reti di contatto internazionali, non vi sono tuttavia al momento segni di rinascita di un movimento di simpatizzanti del terrorismo di estrema sinistra analogo a quello degli anni Settanta e Ottanta.

La difficile situazione finanziaria e lo stato per molti versi precario in cui si trova la nostra società assicureranno anche in futuro all'estrema destra affluenza di nuovi membri e un aumento del potenziale di mobilitazione. In base alle conoscenze attuali è prevedibile che a margine di eventi di grande impatto mediatico, continueranno a verificarsi, intensificandosi, atti violenti ed è probabile che negli sforzi per mantenere l'ordine e la sicurezza in occasione di grandi eventi internazionali, le forze dell'ordine giungeranno sempre più ai limiti delle proprie capacità.

4459

La mancanza di disponibilità al dialogo e la crescente radicalizzazione da parte degli estremisti di sinistra lasciano poco spazio ad un approccio creativo del problema.

Gli estremisti di sinistra rappresentano attualmente un pericolo considerevole.

2.3

Estremismo religioso

Se all'inizio del XXI secolo si parla di estremismo religioso, non si può fare a meno di menzionare l'estremismo islamico. Di conseguenza la retrospettiva ricorda gli avvenimenti degli scorsi anni. Nella parte destinata ai protagonisti verranno analizzati i gruppi estremisti presenti in Svizzera e non gli autori di grandi attacchi terroristici. Non si può infine prescindere dall'affrontare la questione circa i legami fra l'ideologia islamista e il terrorismo.

Tuttavia non vanno dimenticati gli estremismi legati ad altre religioni. Perciò verranno analizzati anche l'estremismo politico di matrice ebraica nonché quello dei sikh e i movimenti settari.

2.3.1

Cronologia

Da sempre determinati gruppi terroristici giustificano i loro obiettivi ricorrendo ad argomentazioni di tipo religioso. Tuttavia anche in questi gruppi oggi prevale spesso la motivazione politica rispetto a quella religiosa. I motivi sono molteplici e comprendono il successo della rivoluzione islamica in Iran nel 1979, la perdita di attrattiva delle ideologie comuniste dopo il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991 nonché fattori sociali quali l'aumento demografico, la povertà e la mancanza di prospettive.

Islamismo Da circa vent'anni nel mondo islamico il fondamentalismo islamico serve ai gruppi violenti da matrice comune per il reclutamento di attivisti e simpatizzanti. Verso la fine degli anni Ottanta in Afghanistan sono stati creati centri d'addestramento paramilitare alla Djihad21 destinati a musulmani provenienti da tutto il mondo islamico.

Il numero degli scontri di gruppi islamisti con il potere statale della loro patria è aumentato e i Paesi interessati hanno rafforzato la repressione. Anche il conflitto israelo-palestinese ha contribuito a irrigidire le posizioni. La violenza terroristica si è finora manifestata in maniera molto diversa nelle varie regioni.

La rivoluzione iraniana del 1979 e la lotta del popolo afghano contro le truppe sovietiche hanno influenzato soprattutto i gruppi islamisti algerini ed egiziani. La Djihad, la guerra santa, è divenuta il leitmotiv di questo gruppi, la presa del potere l'obiettivo finale e l'islamismo la via da seguire. In linea di massima i seguaci dell'islamismo sono distinti in due gruppi. I primi sono disposti alla guerra senza

21

Nell'ambito del presente rapporto il termine «Djihad» va inteso come «guerra santa».

«Djihad» tuttavia significa anche « sforzo interiore per raggiungere Dio». Il primo significato di «Djihad» è la lotta spirituale di ogni essere umano per realizzare la volontà divina, mentre il secondo significato di Djihad» si riferisce a una lotta di carattere bellico.

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quartiere contro gli infedeli, gli altri intendono lottare con mezzi leciti. Il terrorismo è uno strumento di lotta dell'Islam radicale che, come l'integrazione politica pacifica, può essere una strada per l'ascesa al potere islamica in gran parte degli Stati con una popolazione a maggioranza musulmana.

Attacchi terroristici di matrice islamista A partire dagli anni Novanta sono aumentati gli attacchi terroristici di matrice araboislamista. Gli attacchi perpetrati nel 2001 negli Stati Uniti hanno rappresentato l'apice della predisposizione alla violenza da parte di gruppi islamisti contro obiettivi di alto valore simbolico. Fra gli attentatori non vi erano solo veterani della guerra in Afghanistan, bensì anche giovani islamisti istruiti nei campi d'addestramento in Afghanistan diretti da membri del movimento Al Qaïda di Osama Bin Laden. La maggior parte dei gruppi islamisti è caratterizzata dall'ideologia diffusa da Al Qaïda.

È all'interno di queste organizzazioni che occorre cercare gli ideatori e gli esecutori dei numerosi attacchi terroristici degli ultimi dieci anni. In effetti, fra il 1992 e il 2003 le attività di terroristi islamici e fondamentalisti si sono moltiplicate in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi con una popolazione a maggioranza musulmana come l'Algeria o l'Egitto (il massacro di Luxor del 1997) e in Medio Oriente. Anche dopo l'11 settembre 2001 gruppi di islamisti hanno continuato ad effettuare attacchi mirati e di ampia portata contro civili, come ad esempio in Tunisia, (alla sinagoga di Djerba nel 2002), in Indonesia (a Bali nel 2002), in Arabia Saudita (a Riad nel 2003), in Marocco (a Casablanca nel 2003), in Turchia (a Istanbul nel 2003) e a Madrid (nel 2004). Anche cittadini svizzeri sono rimasti vittime di questi attentati.

Nel 2003 nel deserto del Sahara algerino di membri del Gruppo salafista «Per la predicazione e il combattimento (GSPC)» hanno rapito alcuni turisti fra cui anche svizzeri. In seguito all'intervento militare degli Stati Uniti e dei loro alleati in Iraq, gruppi di terroristi islamici hanno perpetrato attentati non solo contro le truppe di occupazione, ma anche contro l'ONU e il CICR. Anche gli attentati dinamitardi di Madrid dell'11 marzo 2004 hanno messo in evidenza i legami fra il terrorismo islamico e gli avvenimenti in Iraq.

Nel caso degli
attentati di Bali e Riyad vi sono indizi di legami con la Svizzera che sono al momento oggetto di indagini della polizia giudiziaria. Già nel corso degli anni Novanta la Svizzera è stata sfruttata per l'acquisto illegale di armi ed esplosivi e per fini propagandistici da esponenti esiliati di gruppi terroristi algerini (Front Islamique du Salut, FIS e Groupe Islamique Armé, GIA).

2.3.2

Protagonisti

I gruppi islamisti sono in generale molto ben organizzati. Le organizzazioni più importanti come gli Hezbollah libanesi, il FIS o i Fratelli Musulmani dispongono di strutture gerarchiche ben sviluppate alla cui testa solitamente è situato un consiglio consultivo cui spettano le decisioni di natura politica.

Finanziamento di organizzazioni islamiste In genere i gruppi islamisti sono finanziati mediante donazioni spesso fornite da simpatizzanti che vivono all'estero. È il caso di En Nahdha, del FIS, dei Fratelli Musulmani, del GIA, del GSPC e del movimento palestinese Hamas. Il GSPC e il GIA si finanziano in parte anche con i riscatti per il rilascio degli ostaggi in Algeria.

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Altre organizzazioni come il movimento libanese degli Hezbollah, Al-Takfir walHijra oppure anche Hamas e i Fratelli Musulmani sono sostenuti da alcuni Stati, in particolare dall'Iran, dall'Arabia Saudita e dagli Stati del Golfo Persico. Gli Hezbollah riscuotono introiti anche mediante la coltivazione di sostanze stupefacenti (canapa e oppio) nella valle della Bekaa in Libano, benché quest'attività non costituisca la loro principale fonte di guadagno.

Gruppi islamisti e atti di violenza I Fratelli Musulmani e il movimento En Nahdha sono accesi catechizzatori e diffondono gli insegnamenti dell'Islam fra la popolazione. Per raggiungere i loro obiettivi s'infiltrano nelle istituzioni statali dei Paesi musulmani. Benché i Fratelli Musulmani condannino pubblicamente qualsiasi forma di violenza, si ritiene che il movimento possa essere implicato in diversi casi di omicidio commessi in Egitto, visto che sono capaci d'influenzare la Jamaa e la Djihad egiziana. Il movimento controlla anche numerosi centri culturali islamici in Europa e negli Stati Uniti.

Diverse organizzazioni come il movimento palestinese «Hamas», «Al-Takfir walHijra», «Hizb-ut-Tahrir», il Fronte nazionale sudanese o il FIS si rifanno all'ideologia violenta dei Fratelli Musulmani. In realtà anche se questa organizzazione mantello si dichiarasse contraria alla violenza, i simpatizzanti dei diversi gruppi tenderebbero a mantenere i loro slogan e a proseguire le loro attività contro i governi in carica nei Paesi musulmani.

Anche altre organizzazioni («Front Islamique Tunisien» FIT, «Hezbollah», GIA, GSPC e «Groupe Islamique Combattant Lybien» GICL) hanno partecipato ad attentati o hanno organizzato atti di violenza all'estero.

Soprattutto in Paesi dell'Asia centrale diversi attivisti dell'organizzazione «Hizb-utTahrir» sono stati arrestati per attività terroristiche. Attraverso il proprio sito Internet quest'organizzazione diffonde regolarmente appelli alla violenza. Ad esempio, prima dell'attentato alla sinagoga di Djerba dell'11 aprile 2002, ha esortato via Internet tutti i musulmani a uccidere gli ebrei ovunque si trovino, appellandosi in particolare ad un passaggio del Corano. Nella stessa occasione, l'organizzazione ha criticato ancora una volta l'atteggiamento dei Governi dei Paesi arabi in relazione al conflitto israelo-palestinese.
Al pari della maggior parte delle organizzazioni islamiste anche il FIS fa spesso uso di mezzi di comunicazione elettronici. Nel 2002 ha organizzato un congresso che si è distinto per la partecipazione dei rappresentanti di tutte le correnti politiche. A chi non ha potuto intervenire di persona, è stata offerta la possibilità di eleggere via Internet i nuovi membri del consiglio consultivo nonché il responsabile ad interim dell'ufficio esecutivo del FIS, Mourad Dhina domiciliato in Svizzera.

I simpatizzanti di gruppi islamisti partecipano sovente a manifestazioni a sostegno di prigionieri o di condanna dei conflitti in corso in Paesi musulmani. Non di rado in queste occasioni vengono distribuiti volantini.

Prevalenza di gruppi sunniti in Svizzera Fatta eccezione per i membri del movimento libanese degli Hezbollah, impegnati soprattutto per porre fine all'occupazione israeliana del Libano meridionale, i gruppi e le organizzazioni islamisti esistenti in Svizzera sono sunniti. Denominatore comune a tutti i gruppi è la pratica di un Islam radicale. Questo implica un'applicazione rigida della Sharia e la reintroduzione del califfato. Il modo di procedere dipende 4462

dalle singole organizzazioni, le quali tuttavia si distinguono soprattutto per il livello al quale conducono la loro lotta. Una prima categoria persegue unicamente interessi regionali e in parte nazionali, mirando a instaurare uno Stato islamista nella propria patria. La seconda categoria comprende organizzazioni vicine ad Al Qaïda, le quali incitano alla lotta armata a livello internazionale prendendo di mira soprattutto gli interessi statunitensi e israeliani. Molti gruppi che inizialmente si erano concentrati su attività a livello regionale, hanno nel frattempo esteso le loro azioni alla Djihad globale. Fra questi si contano la Djihad egiziana e il movimento Al-Jamaa alIslamiyya dello stesso Paese. I gruppi che hanno sezioni in Svizzera fanno quasi tutti parte della prima categoria.

Gruppi islamisti che si battono a livello regionale o nazionale Di questa categoria fanno parte dieci organizzazioni presenti in Svizzera: En Nahdha (Tunisia), il Fronte islamico tunisino (Front Islamique Tunisien, FIT), i Fratelli Musulmani (Egitto), il Fronte islamico di salvezza algerino (Front Islamique du Salut, FIS), il Gruppo islamico armato (Groupe Islamique Armé, GIA), il Gruppo salafista per la predicazione e il combattimento (Groupe Islamique pour la Prédication et le Combat, GSPC), il Gruppo islamico combattente libico (Groupe Islamique Combattant Libyen, GICL), i movimenti palestinesi Hamas e Djihad, gli Hezbollah libanesi e l'Al-Takfir wal-Hijra (Egitto). Il presente rapporto analizza qui di seguito alcuni di questi gruppi. L'analisi contempla anche l'organizzazione PRO-PLO svizzera, poiché i cittadini europei convertiti all'Islam svolgono un ruolo non marginale nell'integralismo islamico ed è probabile che alcuni di essi abbiano partecipato agli attentati di Djerba o Casablanca. Anche in Svizzera alcune persone convertite all'Islam si sono rivelate essere fautrici di una visione integralista della religione islamica e la PRO-PLO rappresenta un esempio di questo fenomeno.

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Islamisti marocchini e tunisini In Svizzera la comunità marocchina è la più numerosa fra quelle provenienti dall'Africa settentrionale. Non vi sono indizi che essa sia stata messa sotto pressione da gruppi islamisti. I pochi simpatizzanti del principale movimento d'opposizione marocchino Al-Adl wal Ihsane (che significa giustizia e amore verso il prossimo) non hanno attirato l'attenzione. Inoltre il movimento rifiuta apertamente ogni forma di violenza.

In Svizzera vivono numerosi seguaci dell'organizzazione sunnita islamica En Nahdha. L'obiettivo principale di quest'organizzazione, vietata in Tunisia, è l'introduzione di una costituzione di ispirazione islamica. Alcuni membri sono sospettati di sostenere organizzazioni radicali come ad esempio il Front Islamique Tunesien (FIT).

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Fronte islamico di salvezza algerino (Front Islamique du Salut, FIS) Sino al suo scioglimento, decretato all'inizio di agosto del 2002, il consiglio di coordinamento del Fronte islamico di salvezza (CCFIS), istituito nell'ottobre del 1997, ha seguito una linea radicale che rifiutava il dialogo con le autorità algerine. Ahmed Zaoui, uno dei membri fondatori del CCFIS, è entrato clandestinamente in Svizzera e vi ha chiesto asilo. Nel 1998 è stato espulso verso il Burkina Faso perché rappresentava un pericolo per la sicurezza interna ed esterna della Svizzera. Dopo aver lasciato il Burkina Faso

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nel novembre del 2000, Ahmed Zaoui, in possesso di documenti falsi, è stato arrestato il 4 dicembre del 2002 in Nuova Zelanda, dove ha presentato domanda d'asilo. Vistosi respingere la richiesta, Zaoui l'ha impugnata dinanzi alla corte d'appello neozelandese. Nei suoi confronti vige tuttora un divieto d'entrata in Svizzera.

Nel marzo del 1994 il Ministero pubblico della Confederazione ha condotto un'inchiesta di polizia giudiziaria nei confronti di Mourad Dhina, capo ad interim dell'ufficio esecutivo del FIS. Le indagini effettuate hanno rivelato che a metà degli anni Novanta, Mourad Dhina era a capo di un gruppo di simpatizzanti del FIS in Svizzera, che aveva l'obiettivo di fornire supporto logistico ad un'organizzazione islamista, coinvolta nella lotta contro il Governo algerino. Tuttavia il 18 dicembre del 2000 il Ministero pubblico della Confederazione ha sospeso l'inchiesta. Nell'ottobre del 2002, il Consiglio federale ha deciso di vietare a Mourad Dhina di praticare dalla Svizzera propaganda che inciti, sostenga o legittimi il ricorso alla violenza. Inoltre Dhina non è autorizzato ad incaricare terzi di svolgere queste attività. In caso di contravvenzione rischia l'espulsione dalla Svizzera.

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Hezbollah libanesi Il Libano meridionale continua ad essere teatro di scontri fra il movimento degli Hezbollah (il partito [«Hizb»] di Dio [«Allah »], fondato nel 1982), l'esercito israeliano e la milizia filoisraeliana ALS. Già in passato gli Hezbollah hanno partecipato ad omicidi o rapimenti di cittadini dell'Europa occidentale. Nell'ottobre del 2000 il movimento ha rapito quattro cittadini israeliani. Il capo del movimento, Hassan Nasrallah, ha smentito voci secondo cui uno degli ostaggi sarebbe stato rapito in Svizzera. All'inizio degli anni Novanta, sotto patrocinio iraniano, a Berna e Neuchâtel sono stati aperti due centri islamici con l'obiettivo di sostenere gli Hezbollah. Un'operazione effettuata in Svizzera dal Mossad e conclusasi con un fallimento, aveva per obiettivo il responsabile di uno dei centri. Questa circostanza conferma che anche la Svizzera può essere direttamente colpita dalle attività degli Hezbollah.

Nel 1997 il dirottatore Hussein Hariri, membro del movimento degli Hezbollah libanesi, aveva dirottato un aereo di Air Afrique verso Ginevra, uccidendo uno dei passeggeri. Il Tribunale federale l'aveva condannato all'ergastolo, respingendo inoltre la domanda di grazia da questi presentata nel 1999.

Approfittando di un congedo concessogli nell'aprile del 2002, Hariri aveva fatto perdere le proprie tracce. Arrestato in Marocco nel dicembre dello stesso anno, Hariri è stato poi estradato in Svizzera il 15 agosto 2003.

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Hamas e la Djihad palestinese In seguito al ritiro di Israele dal Libano meridionale e al fallimento dei negoziati di pace fra israeliani e palestinesi, i gruppi islamisti hanno rafforzato la loro posizione e acquisito sempre maggior sostegno fra la popolazione. Questo è il caso anche per Hamas e la Djihad palestinese, le quali finora hanno concentrato le proprie attività terroristiche soprattutto nel territorio israeliano e nei territori palestinesi occupati. Due organizzazioni caritative e di sostegno attive in Svizzera, il Comité de Bienfaisance et de Solidarité avec la

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Palestine e l'Association de secours palestinien, sono state sospettate di avere legami con Hamas. Queste due organizzazioni raccolgono fondi per il sostegno di progetti in ambito sociale nei territori occupati. Finora non è stato raccolto alcun indizio che questo denaro sia stato impiegato per finanziare le attività terroristiche di Hamas. Hamas non è esclusivamente un movimento terroristico, bensì organizza anche molti progetti in ambito sociale a favore della popolazione musulmana che vive in Palestina. Questa circostanza rende quasi impossibili le ricerche volte ad accertare nei singoli casi in che modo vengono impiegate le donazioni raccolte in Svizzera.

Il sostegno finanziario di cui godono questi gruppi fondamentalisti e nazionalisti è indubbiamente rilevante. Tuttavia per commettere atti di violenza essi necessitano delle conoscenze tecniche e del supporto logistico di organizzazioni attive nella Djihad a livello internazionale, come ad esempio gli Hezbollah turchi e altri gruppi non direttamente coinvolti nel conflitto israelo-palestinese.

Questo conflitto ha avuto conseguenze fatali anche per una cittadina svizzera. Il 26 marzo del 2002, mentre si trovava a Hebron in compagnia di un collega turco per conto della Temporary International Presence (TIPH), i due sono caduti in un'imboscata e sono stati uccisi da palestinesi vicini alla Djihad islamica.

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La PRO-PLO svizzera Da alcuni anni è apparso sulla scena un altro movimento di piccole dimensioni, la PRO-PLO. Il dirigente della PRO-PLO ha avuto contatti con la guida spirituale di Hamas, lo sceicco Yassin ucciso il 22 marzo del 2004.

Nonostante fosse stato loro vietato di manifestare e di allestire uno stand nella città di Zurigo, nel luglio 2002 alcuni membri dell'organizzazione hanno distribuito volantini in cui si invitava a boicottare lo «Stato segregazionista sionista israeliano». In seguito il presidente della sezione zurighese dell'Associazione Svizzera-Israele ha sporto denuncia per infrazione all'articolo 261bis del Codice penale. La procura distrettuale ha tuttavia stabilito che non vi erano gli estremi per un'accusa.

Gruppi islamisti che lottano a livello internazionale ­

Hizb-ut-Tahrir L'organizzazione Hizb-ut-Tahrir non può essere attribuita chiaramente né alla prima categoria di gruppi attivi a livello regionale e nazionale, né alla seconda dei gruppi vicini ad Al Qaïda. In Svizzera questa organizzazione conta solo pochi adepti. È tuttavia attiva a livello internazionale in numerosi Paesi del mondo arabo e musulmano e lotta per la reintroduzione del califfato. Il suo modo di procedere è comparabile a quello delle organizzazioni della prima categoria menzionate in precedenza, poiché Hizb-ut-Tahrir si oppone ai Governi nazionali senza associarsi alla Djihad proclamata da Osama Bin Laden.

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Hezbollah turchi Gli Hezbollah turchi sono attivi in Europa e in Svizzera almeno dal 1996. Lo dimostrano le numerose attività di propaganda effettuate soprattutto all'estero da due organizzazioni affiliate, la Djihad islamica B (IC-B) e la Gioventù Musulmana. Nella regione di Basilea è attivo un gruppo di circa una trentina di persone di origine turca.

Il movimento degli Hezbollah è un'organizzazione che si rifà all'Islam radicale e all'estremismo violento, è contraria alla laicità, al Cristianesimo ed è antisemita. È stata fondata nel 1983 nell'Anatolia orientale. Sotto l'aspetto organizzativo essa non ha nulla a che vedere con l'omonima organizzazione libanese.

Come molti gruppi estremisti violenti, anche gli Hezbollah turchi dispongono di organizzazioni affiliate. In linea di massima queste vengono costituite, onde evitare che gli atti di violenza possano essere messi in relazione con l'organizzazione principale.

Il finanziamento è garantito soprattutto da donatori provenienti dal mondo politico islamista e dagli Stati islamisti sospettati di fornire appoggi al terrorismo internazionale. Inoltre l'organizzazione si procura il denaro necessario sia attraverso sezioni concepite come istituzioni di utilità pubblica (fondazioni), sia mediante attività criminali come furti, rapine e ricatti. In Europa l'organizzazione si finanzia mediante estorsioni sistematiche di denaro, effettuate con minacce e uso di violenza.

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Fronte islamico dei combattenti del grande oriente (IBDA-C) Il 15 e il 20 novembre 2003 Istanbul è stata presa di mira da vari attentati suicidi, la cui responsabilità è stata attribuita ad Al Qaïda, appoggiata dal Fronte islamico dei combattenti per il grande oriente (IBDA-C). Il 17 novembre 2003 due cittadini turchi, che secondo il sito Internet dell'IBDA-C appartengono ai vertici di questo movimento, sono giunti in Svizzera dove hanno chiesto asilo. All'inizio di dicembre il Ministero pubblico della Confederazione ha aperto un'inchiesta per sospetta partecipazione o sostegno a un'organizzazione criminale (art. 260ter CP) in relazione con gli attentati summenzionati. Per il momento non risulta che in Svizzera esista alcuna struttura organizzata dell'IBDA-C.

2.3.3

Situazione e rischi attuali

L'espansione dell'Islam in Svizzera non costituisce un fatto eccezionale. Anche altri Paesi europei sono confrontati con lo stesso fenomeno, soprattutto la Germania e la Francia. Per quanto riguarda il nostro Paese si pone la questione se il sorgere dell'Islam radicale in seno alla minoranza musulmana in Svizzera possa rappresentare una base per movimenti islamisti violenti. A questa domanda non si può rispondere in modo univoco.

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Internazionalizzazione e radicalizzazione Diversi studi effettuati dimostrano che la radicalizzazione di alcune frange della popolazione musulmana avviene soprattutto grazie alle prediche tenute nei luoghi di culto islamico. Il concetto di Umma, cioè di una comunità musulmana che esula dalle barriere nazionali ed etniche, è tuttavia estraneo alla popolazione musulmana tradizionalista, che invece è particolarmente legata al proprio Paese d'origine oppure coltiva ancora stretti contatti personali, per esempio con il villaggio d'origine o la propria parentela. Questo vale per le comunità di origine turca e per quelle della exJugoslavia. Per ora in Svizzera non è stata rilevata la presenza di un Islam radicale originario dell'Africa sub-sahariana, i cui fedeli sono solitamente legati alle strutture tradizionali della loro etnia o tribù.

In Europa, a partire dal 2001 sono state scoperte diverse reti di organizzazioni criminali ritenute inattive, indice di un'intensificazione degli sforzi degli islamisti in ambito internazionale. Mentre una parte dei combattenti arrestati si trovava in una situazione economica e sociale difficile (soggiorni in carcere, difficoltà finanziarie), altri provenivano da ambienti benestanti e frequentavano cerchie di alto livello. Non è quindi possibile spiegare la partecipazione alla lotta per la causa islamista unicamente con l'indigenza o con una situazione sociale difficile. Soprattutto gli islamisti che vivono in Europa sono spesso guidati da motivazioni prettamente ideologiche.

Benché la Svizzera sia tuttora uno dei Paesi più sicuri d'Europa, essa non è del tutto estranea al pericolo rappresentato da questi terroristi «dormienti».

Potenziale dei gruppi islamisti I gruppi islamisti operano meno scopertamente di altre organizzazioni estremiste e le loro strutture sono più flessibili. Le connessioni a livello mondiale con strutture sociali e religiose musulmane garantiscono loro un elevato potenziale di crescita.

Considerando i notevoli problemi sociali, politici ed economici in Marocco, in Tunisia e in Egitto, tali movimenti potrebbero acquisirvi ulteriore forza. Questo non significa tuttavia che si giungerà necessariamente ad atti di violenza simili a quelli verificatisi in Algeria. A seconda dell'evoluzione della situazione politica, i movimenti di opposizione locali
potrebbero però radicalizzarsi. I contatti di questi movimenti eversivi giungono anche in Svizzera. Inoltre la guerra in Iraq dimostra che le organizzazioni terroristiche sfruttano anche i canali d'emigrazione e gli spostamenti dei rifugiati a livello mondiale per creare reti.

Benché la maggioranza dei movimenti e dei partiti islamisti attivi nei Paesi islamici condannino apertamente gli atti di terrorismo, l'islamismo estremista è diffuso fra la popolazione musulmana. Il successo di cui godono tali associazioni, sia quelle legali che quelle vietate, potrebbe ancora crescere non solo nelle singole nazioni, ma anche nelle aree che sfuggono al controllo statale (p. es. la zona di confine fra l'Afghanistan e il Pakistan, le periferie delle grandi metropoli). L'assenza o l'insufficiente presenza del controllo statale può fornire ai gruppi islamisti nuovi territori di reclutamento o addirittura la possibilità di creare campi d'addestramento. La diffusione dell'estremismo dipende inoltre anche dal grado d'integrazione della popolazione musulmana che vive in Europa o negli Stati Uniti Reazioni alla diffusione dell'islamismo in Europa e in Svizzera Alcuni Paesi europei hanno inasprito la loro politica nei confronti dell'Islam e a medio termine potrebbero divenire il bersaglio di estremisti musulmani. D'altra parte è probabile che in futuro gli estremisti cerchino di assumere un atteggiamento 4467

più conciliante. Quando un Paese vieta le attività di un'organizzazione, sussiste il pericolo che tali attività proseguano clandestinamente. È inoltre molto probabile che i simpatizzanti delle organizzazioni vietate tentino di trasferirsi in altri Stati. Considerata la sua posizione geografica al centro dell'Europa e non avendo vietato alcuna organizzazione terroristica ad eccezione di Al Qaïda, la Svizzera potrebbe essere uno dei primi Paesi ad essere interessato da questi mutamenti.

I centri d'incontro islamici in Svizzera possono indubbiamente servire quali luoghi di contatto e di reclutamento per reti di organizzazioni terroristiche. Il diritto costituzionale svizzero non consente la sorveglianza a titolo preventivo dei luoghi di culto e di ritrovo (libertà di credo e di coscienza, art. 15 Cost. nonché libertà d'associazione, art. 23 Cost.). Di conseguenza, è possibile approfittare di moschee, centri islamici o associazioni sportive. Le esperienze in Francia e in Italia dimostrano che i terroristi islamici spesso hanno frequentato una moschea o un centro islamico oppure hanno fatto parte di una squadra sportiva. Ne consegue che i luoghi d'incontro diretti o frequentati da islamisti radicali sono particolarmente pericolosi. È stato ad esempio possibile constatare che in luoghi di questo genere personalità carismatiche riescono a indurre altre persone a praticare forme dogmatiche di religiosità e poi, incoraggiandole a interpretare l'Islam come un'ideologia politica, ad istigarle a commettere atti di violenza.

L'islamismo non sfocia necessariamente nel terrorismo La diffusione dell'islamismo radicale non va forzatamente di pari passo con gli atti terroristici. Proprio in Svizzera esso potrebbe portare ad attività politiche legali oppure a garantire un sostegno, in ambito logistico e finanziario, del terrorismo. I primi indizi di una tendenza in questo senso si sono manifestati già in occasione delle discussioni in merito al velo islamico e ai cimiteri per musulmani. Anche se attualmente la tendenza a costituire reti di organizzazioni terroristiche nei centri d'incontro islamici rappresenta l'eccezione, a lungo termine la politicizzazione di determinate esigenze (ad esempio portare il velo a scuola durante le lezioni o rifiutare classi miste di ragazze e ragazzi) rischia di entrare in conflitto
con alcune regole fondamentali della nostra società e con il nostro stile di vita occidentale. Nel nostro Paese si sta assistendo ad una reislamizzazione di alcune frange della popolazione (soprattutto dei giovani) che, alla ricerca di un'identità culturale e religiosa, tendono allo stesso tempo anche ad isolarsi politicamente. Queste persone si ritrovano in moschee e centri islamici, fanno parte di associazioni e frequentano scuole coraniche. Alcune associazioni hanno il chiaro intento di ricongiungere la popolazione musulmana sovente dispersa, al fine di affermarsi di fronte alle autorità politiche come rappresentanti di questa comunità.

In generale le attività dei gruppi islamisti in Svizzera rispettano il quadro legale. È vero che alcuni movimenti islamisti attivi in Svizzera rifiutano chiaramente l'integrazione nella società europea. In Svizzera tuttavia i gruppi islamisti non hanno finora sviluppato alcuna attività terroristica in senso stretto. Ciononostante, taluni membri di organizzazioni terroristiche si servono del nostro Paese come luogo di transito o di soggiorno. In Svizzera operano diverse organizzazioni umanitarie legate a movimenti come Hamas che raccolgono denaro presso i loro compatrioti e fra la popolazione. Inoltre sono tuttora in corso indagini su eventuali contatti diretti o indiretti con Al Qaïda. Infine le attività di organizzazioni come En Nahdha, il FIS, il GIA e Hamas indicano che la Svizzera riveste un ruolo sempre più importante quale crocevia delle relazioni a livello internazionale.

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2.3.4

Estremismo di altre religioni o correnti religiose

Estremismo politico di matrice ebraica L'estremismo politico di matrice ebraica poggia essenzialmente su gruppi religiosi ortodossi, su movimenti di coloni come Gush Emunim e si ispira alle correnti religiose sioniste e ai partiti nazionalisti di estrema destra come il movimento KachKahane-Hai, dotato peraltro di una frangia armata. L'obiettivo comune degli estremisti israeliani è di espellere i palestinesi dalla Terra Santa, considerata territorio ebraico, e di vanificare qualsiasi sforzo di pacificazione.

Nel 1994 nella grande moschea di Hebron un simpatizzante del movimento KahaneHaï ha ucciso 29 palestinesi mentre stavano pregando. Da allora, nonostante il nome di questo movimento figuri nell'elenco dei gruppi terroristici, vengono reclutati sempre nuovi membri. Il leader del movimento Benjamin Zeev è stato ucciso nel dicembre del 2000. Negli ultimi anni gli ambienti religiosi di estrema destra sono risultati coinvolti in diversi attentati compiuti in Palestina.

In Francia è stato il Betar ad essere al centro dell'attenzione nel 2002 quando sono stati commessi diversi atti di violenza. Il Betar è un movimento giovanile votato alla lotta per la difesa d'Israele e vicino agli ambienti della destra nazionalista israeliana.

Alcune organizzazioni estremiste ebraiche si servono regolarmente di Internet per diffondere messaggi razzisti contro i musulmani e in particolare contro i palestinesi.

Fra i siti Internet di lingua francese più radicali si annovera quello del Comité pour une information authentiquement juive (Cpiaj), nel frattempo cancellato, in cui si definivano espressamente i palestinesi come «spazzatura».

In Svizzera non si sono registrati contatti con il gruppo terroristico Kahane-Ha né atti violenti. Visto il nuovo antisemitismo, gli atti di violenza di matrice antisemita potrebbero indurre le vittime a farsi giustizia da sé e condurre a un estremismo di matrice ebraica disposto alla violenza.

International Sikh Youth Federation Nel corso degli anni Novanta l'International Sikh Youth Federation (ISYF) è stata attiva in Svizzera, come nel resto d'Europa e in Canada. Il suo obiettivo è la creazione di uno Stato sikh indipendente, il «Khalistan». Alla ISYF vengono attribuiti diversi omicidi in India e in altri Paesi. All'inizio degli anni Novanta, ad esempio, in Europa vi sono stati
attentati fra gruppi rivali e due di questi sono avvenuti in Svizzera. Le attività sono culminate nel tentato omicidio dell'ambasciatore Ribeiro, ferito da un colpo di arma da fuoco nel 1991 a Bucarest. Quattro dei cinque attentatori provenivano dalla Svizzera dove avevano richiesto l'asilo. Poiché è stata fatta piena luce sul caso, la comunità sikh in Svizzera ha optato per una via più moderata che mantiene tuttora.

La International Sikh Youth Federation Switzerland (ISYF) è stata fondata nel 1984 quale sezione oltreoceano dell'associazione indù All India Sikh Student Federation (AISSF) con sede nello Stato indù del Punjab.

Attualmente in Svizzera risiedono circa 6000 cittadini indù, di cui solo una minima parte sono sikh. Fra questi ultimi vi sono quattro dei dodici dirottatori d'aereo liberati dalle carceri pakistane, che si trovano in Svizzera dal 1995. Altri estremisti sikh, che hanno avuto contatti con varie sezioni della summenzionata organizzazione situate all'estero e con altre associazioni estremiste sikh, hanno soggiornato più 4469

volte in Svizzera. Finora non si sono constatate nuove attività di cittadini indiani domiciliati in Svizzera a favore dei gruppi terroristici sikh attivi in Pakistan.

Attualmente in Svizzera non sono note strutture organizzative o associazioni in seno alla comunità di immigrati indiani che potrebbero fornire indizi di una collaborazione attiva con le organizzazioni estremiste in India. Da anni le organizzazioni sikh in Svizzera mantengono un atteggiamento discreto.

Movimenti settari Anche alcuni movimenti settari sono in relazione con fatti di sangue. In ordine cronologico si ricorderà: il suicidio di massa dei templari del popolo (People's Temple) in Guyana nel 1978, la fine tragica di David Koresh e di alcune decine di suoi seguaci della «Branch Davidian» in un incendio a Waco (Texas) nell'aprile del 1993, l'attentato con gas sarin commesso nel marzo del 1995 nella metropolitana di Tokyo dai seguaci della setta giapponese «Aum»22 (attentato inusuale per una setta, perché diretto contro terzi) e infine il dramma dell'Ordine del Tempio solare in Svizzera, Francia e Canada, con i suicidi individuali e di gruppo dei cosiddetti Templari del sole, avvenuti nell'ottobre del 1994, nel dicembre del 1995 e nel marzo del 1997.

Nel caso dei suicidi di massa, si pone in particolare la questione dell'eventuale partecipazione di terze persone. In ogni caso non è chiaro in che misura i movimenti settari possano essere ascritti alla categoria dell'estremismo violento. Un criterio per giustificare l'intervento statale contro i movimenti settari potrebbe essere perlomeno l'obiettivo nazionale di far rispettare i diritti umani sia all'interno del Paese sia all'estero.23 I reati legati a pratiche occulte meritano, in quanto forma di religiosità violenta, un'attenzione particolare. Essi vanno dalle lesioni corporali e dalla violenza carnale fino all'omicidio e agli atti di cannibalismo.

In Svizzera i movimenti satanici hanno a che fare con profanazioni di cimiteri, graffiti con simboli satanici, effrazioni e atti vandalici nelle chiese. Spesso gli adepti del satanismo si servono anche di simboli quali le croci uncinate o sataniche. Anche la musica rock satanica ha punti in comune con quella degli ambienti di estrema destra. Tuttavia i reati commessi dagli adepti dei movimenti satanici in Svizzera sono soprattutto
azioni isolate e spontanee.

L'odierna complessa situazione della minaccia non deve far abbassare la guardia sui movimenti settari, per quanto attualmente classificati come non pericolosi per la sicurezza dello Stato. Le attività dei movimenti settari non costituiscono tuttavia una minaccia per la sicurezza interna della Svizzera.

22

23

Fino al 1995 si riteneva poco realistica la possibilità che gruppi terroristici o estremisti potessero servirsi anche di mezzi non convenzionali per raggiungere i propri obiettivi.

L'attentato con il gas nervino sarin commesso quell'anno dalla setta «Aum» nella metropolitana di Tokyo ha rappresentato un precedente decisivo. Da allora la questione si è maggiormente complicata, poiché diversi gruppi potrebbero servirsi non solo di armi chimiche, ma anche di armi biologiche o addirittura nucleari per i loro attentati. Tuttavia l'impiego di armi non convenzionali non è di facile realizzazione; infatti, occorre innanzi tutto procurarsi le materie prime (prodotti chimici tossici, agenti biologici e materiale radioattivo). In questo contesto risulta difficile sorvegliare le strutture di distribuzione e la diffusione di conoscenze tecniche attraverso Internet.

Risposta del Consiglio federale al rapporto della Commissione della gestione del Consiglio Nazionale del 28 giugno 2000.

4470

2.4

Estremismo straniero con motivazioni politiche

L'estremismo straniero ha le sue radici nei conflitti ideologici, nazionali, etnici e religiosi dei Paesi d'origine della popolazione straniera che vive in Svizzera. Le organizzazioni di estremisti stranieri importano questi conflitti anche in Svizzera; sul nostro territorio agiscono vari gruppi le cui attività si potrebbero ripercuotere sulla sicurezza interna del nostro Paese. In singoli casi essi commettono violenze e raccolgono denaro tra i propri compatrioti, anche con estorsione. Il denaro è in parte adoperato per sostenere finanziariamente o con le armi la lotta nei Paesi d'origine.

Negli anni Novanta, dopo la fine della guerra fredda, sono aumentati in varie regioni del mondo i problemi delle minoranze e le guerre civili.

All'inizio degli anni Novanta soprattutto i conflitti in Turchia, Jugoslavia, Iran, Libano e Sri Lanka erano rilevanti per la Svizzera e per la popolazione proveniente dai Paesi coinvolti qui residente. In alcuni di questi Paesi la situazione è tuttora precaria. In altri, i conflitti sono stati appianati a tal punto che per la Svizzera e per gli emigrati qui residenti non hanno più ripercussioni.

In Svizzera i gruppi politici stranieri godono tradizionalmente di un margine di manovra relativamente ampio, grazie alla garanzia dei diritti fondamentali. Anche se le attività di raccolta di fondi o di propaganda hanno, di norma, ripercussioni limitate sulla sicurezza interna, la Svizzera, per ragioni di sicurezza interna ed esterna, non ha nessun interesse a fungere da base e fonte di finanziamento delle attività delle organizzazioni che nei loro Paesi di origine ricorrono alla violenza.

Le cause dell'estremismo straniero con motivazioni politiche di regola non vanno ricercate in Svizzera, bensì nei Paesi di provenienza degli estremisti. In seguito si possono raggruppare singole regioni, anche se le organizzazioni estremiste straniere devono essere analizzate singolarmente. In merito alla cronologia, dal punto di vista della Svizzera si può osservare che negli anni Novanta sono stati in primo piano gli atti violenti commessi da gruppi turchi di origine curda (attentati del Partito dei lavoratori curdi PKK contro impianti turchi nel 1993, occupazioni dell'ambasciata nel 1999, occupazione di Palazzo federale nel 2000), mentre alla fine degli anni Novanta sono state scoperte
in Svizzera le reti logistiche dell'organizzazione indipendentista Tamil Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE) e, nell'ambito del conflitto in Kosovo, sono state osservate attività di raccolta di fondi e il traffico illegale di armi. Per la comprensione del fenomeno è tuttavia più utile trattare separatamente le singole regioni geografiche. Le seguenti analisi partono dalle regioni più vicine per arrivare a quelle più lontane, dall'ovest (Balcani) verso l'est (Sri Lanka).

2.4.1

Estremisti di etnia albanese

Cronologia Da quando agli inizi degli anni Novanta si è venuta a creare la situazione di crisi nell'Europa sud-orientale, la Svizzera è colpita in maniera particolare dalle attività di gruppi estremisti di quella regione. Ancora oggi sono attivi politicamente e dispongono di buoni contatti soprattutto gli esponenti di associazioni radicali kosovare, anche se la loro base è notevolmente meno estesa rispetto all'epoca della guerra 4471

nel Kosovo. Durante le manifestazioni in occasione dei disordini etnici verificatisi nel marzo 2004 nel Kosovo, è stata chiesta la ricostituzione dell'Esercito di liberazione del Kosovo (UÇK) scioltosi nel 1999.

Finora, tra i grandi gruppi di popolazione serbi e di etnia albanese del Kosovo residenti in Svizzera non si sono registrati atti di violenza. Le attività dei gruppi di estremisti kosovari albanesi implicano però il pericolo costante che, qualora i conflitti regionali (Serbia meridionale, Macedonia) dovessero aggravarsi, una minoranza degli emigranti potrebbe essere disposta a sostenere i gruppi estremisti armati con propaganda, reclutamento, finanziamento e acquisizione illegale di armi. Alcuni esponenti di spicco dei partiti di etnia albanese del Kosovo e della Macedonia vivono o sono vissuti in Svizzera come rifugiati.

All'inizio del 2003 sono aumentate le avvisaglie di un'intensificazione delle azioni di sostegno di una parte degli emigranti albanesi a favore di gruppi estremisti che, nonostante l'accordo di pace di Ohrid, continuano a rivendicare la creazione di un unico grande Stato albanese.

Protagonisti Tra questi gruppi estremisti vi è il cosiddetto Esercito nazionale albanese (AKSh).

Le sue attività si concentrano sulla regione nord-occidentale della Macedonia, sulla regione di confine con il Kosovo, nella valle del Presevo nella Serbia meridionale, e su alcune parti dell'Albania. L'AKSh ha rivendicato una serie di attentati che dal 2001 hanno provocato la morte di più di venti membri delle forze di sicurezza macedone e serbe. All'inizio del 2003 il gruppo ha inoltre pubblicamente incitato alla lotta armata, senza tuttavia riscontrare grande eco nella popolazione. In quanto appartenenti a strutture di clan criminali, i combattenti dei gruppi locali dell'AKSh partecipano ad attività criminali quali l'estorsione, il contrabbando, il traffico di armi e di stupefacenti e la tratta di esseri umani.

L'esercito nazionale albanese (AKSh) ha cominciato a rafforzare la sua rete di contatti in Svizzera negli ultimi due anni. Accanto all'AKSh, che agisce in modo cospirativo e clandestino, si è insediata anche l'organizzazione politica mantello, il Fronte per l'unificazione nazionale degli albanesi (FBKSh). Il FBKSh conta alcune centinaia di membri in Svizzera e 4000­5000 in tutta Europa.
Nel 2003 si sono svolti regolarmente incontri informativi, cammuffati da manifestazioni culturali o concerti musicali. Per l'organizzazione e come luoghi d'incontro sono state sfruttate alcune istituzioni e organizzazioni dell'etnia albanese, soprattutto nella Svizzera orientale. La somma annuale di denaro raccolta a favore dell'AKSh si può stimare attorno ad alcune centinaia di migliaia di franchi. Dalla fine del gennaio 2003, l'AKSh e il FBKSh pubblicano il giornale Ribashkimi Shqiperise (Riunificazione albanese) che serve a scopi propagandistici e come mezzo d'informazione. In generale, le azioni di sostegno non raggiungono più il livello delle campagne di solidarietà organizzate durante la guerra nel Kosovo del 1998­1999.

Situazione e rischi attuali I gruppi estremisti di etnia albanese attivi in Svizzera sostengono finanziariamente la lotta armata nei loro Paesi di origine e incitano direttamente alla violenza o alla lotta armata contro i governi nei Balcani. In particolare l'AKSh, che nella sua lotta nei Balcani fa uso della violenza, gode del sostegno finanziario e propagandistico di una

4472

parte degli emigrati di etnia albanese in Svizzera. I gruppi estremisti e quelli criminali dispongono di strutture parallele, essendo spesso strettamente collegati.

2.4.2

Gruppi estremisti turchi e curdi

Cronologia PKK/Kongra-Gel Negli anni Novanta l'arruolamento e l'addestramento di attivisti del PKK, il reclutamento di militi da impiegare al fronte in Turchia, l'acquisizione di materiale di guerra, l'istruzione e l'infiltrazione di attivisti e la raccolta di denaro erano considerate le attività più importanti dei sostenitori del PKK in Svizzera. Tra queste hanno creato problemi soprattutto le raccolte di denaro.

Nel 1993 vari Stati europei hanno dovuto far fronte a una serie di atti violenti di proporzioni fino allora inusitate. Anche la Svizzera ne è rimasta colpita, quando nel giugno del 1993 centinaia di curdi hanno attaccato contemporaneamente le rappresentanze ufficiali turche a Berna, Zurigo e Ginevra. Nel corso degli attacchi si sono verificati atti di vandalismo, attentati incendiari e disordini violenti. Gli atti di violenza si sono concentrati su Berna, dove in occasione di una manifestazione davanti all'ambasciata turca un cittadino curdo è stato ucciso da colpi d'arma da fuoco sparati dagli agenti di sicurezza turchi. Nel novembre del 1993 si sono verificati nuovamente gravi atti di violenza in diverse città svizzere.

Anche nel 1995/6 le attività violente del PKK si sono rivolte principalmente contro interessi turchi. Il PKK / Kongra-Gel era ed è il gruppo turco che ha commesso maggiori violenze in Europa e in Svizzera e che tuttora dispone del più elevato potenziale di violenza.

In seguito all'arresto del capo del PKK Öcalan nel febbraio 1999 e alla sua condanna in novembre, si sono di nuovo verificati gravi disordini in tutta Europa. In Svizzera sono state occupate le ambasciate e le sedi consolari a Berna e Zurigo, alcune persone sono penetrate nell'area dell'ONU a Ginevra e sono state effettuate altre azioni.

Da allora tutte le manifestazioni del PKK in Svizzera si sono svolte in modo pacifico.

Cronologia gruppi estremisti turchi A partire dagli anni Ottanta, gruppi turchi di estrema sinistra hanno commesso in Svizzera atti di violenza soprattutto contro interessi turchi. Sono stati inoltre ripetutamente perpetrati estorsioni e ricatti.

Nati dalla scissione dovuta a lotte intestine della Devrimci-Sol (Sinistra rivoluzionaria), il Fronte per la liberazione del popolo rivoluzionario (DHKP-C) e il Partito rivoluzionario per la liberazione della Turchia (THKP-C), sono passati
alla ribalta con le manifestazioni di solidarietà per i detenuti in rivolta in Turchia e hanno intensificato i loro atti di violenza in Svizzera a partire dal 1995/6. Nel giugno del 1998 hanno occupato il Segretariato centrale del Partito socialista svizzero, mentre nel 1999 le manifestazioni internazionali organizzate in Svizzera dal THKP-C si sono svolte pacificamente.

Nel 2000 i membri dei due gruppi nonché quelli del Partito comunista turco marxista-leninista (TKP-ML) hanno solidarizzato con i detenuti in rivolta nelle carceri 4473

turche. Come tutti i gruppi turco-curdi anche il TKP-ML è ricorso ripetutamente alla violenza. Anch'esso durante gli anni Novanta ha commesso atti violenti soprattutto contro interessi turchi. Inoltre il partito ha partecipato a manifestazioni di solidarietà.

Il numero delle manifestazioni, delle dimostrazioni e degli scioperi della fame è aumentato a partire dal dicembre 2000 in occasione delle proteste contro la riforma giudiziaria in Turchia. Per coordinare e svolgere le manifestazioni di solidarietà gli esponenti dei gruppi turco-curdi di estrema sinistra più importanti hanno creato due comitati d'azione comuni, il Comitato di solidarietà con i detenuti politici rivoluzionari (DETUDAK-DESTUDAK) e il Comitato di solidarietà con i detenuti politici in sciopero della fame (ÖODK), occupando il 19 dicembre 2000, per poco tempo, Palazzo federale.

Protagonisti I gruppi estremisti turchi e curdi contano su una presenza più o meno forte a seconda delle regioni. L'organizzazione curda Kongra-Gel continua ad essere radicata soprattutto nei Cantoni di Basilea Città e Basilea Campagna. Nel primo Cantone si trova anche la maggior parte dei gruppi estremisti turchi. A Basilea infatti hanno rappresentanze le sezioni del DHKP-C, del THKP-C, del TKP-ML e dei Lupi grigi.

Il TKP-ML, il DHKP-C e il THKP-C agiscono anche nel Cantone di Basilea Campagna, ma su scala inferiore.

Il PKK ha iniziato una lotta armata contro l'esercito turco nel 1984 e dal 1991 agisce in unità più grandi. L'obiettivo della lotta armata e politica era originariamente la creazione di uno Stato curdo indipendente, mentre in seguito il gruppo si è limitato a chiedere una soluzione federalista, con uno statuto autonomo per i curdi all'interno di un futuro Stato federale turco. L'obiettivo dei gruppi di estrema sinistra turchi è di sovvertire con una rivoluzione l'ordine statale esistente, istituendo una «democrazia popolare». Dopo il crollo del sistema comunista e in seguito alla politica riformista della Turchia, questi gruppi limitano le proprie azioni pubbliche a determinati eventi. Dalla parte opposta dello schieramento politico, l'obiettivo del gruppo di estrema destra dei «Lupi grigi» è la creazione di un grande impero turco.

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Kongra-Gel (ex Kadek; ex PKK) A metà degli anni Novanta, in Svizzera il PKK contava circa 2000 attivisti, di cui 50­60 quadri dirigenti. I dirigenti agiscono in maniera cospirativa e sotto copertura. Attualmente Kongra-Gel ­ non è necessario soffermarsi sul mutamento del nome, poiché esso non ha comportato una modifica delle strutture o degli obiettivi ­ conta quasi 4000 membri, di cui circa 100 quadri dirigenti. Nel Cantone di Basilea Città vi sono da 300 a 500 sostenitori, in quello di Zurigo quasi 400. Nella maggior parte dei Cantoni il numero degli attivisti è stabile oppure in diminuzione. Il grado di politicizzazione e la predisposizione alla violenza tendono a diminuire, anche se dipendono entrambi dagli ulteriori sviluppi a livello internazionale.

Mentre alla fine degli anni Novanta il gruppo era in grado mobilitare fino a 20 000 persone, nel 2003 esso ha avuto notevoli difficoltà a convocare un numero sufficiente di attivisti per le manifestazioni di protesta contro la guerra in Iraq promossa dagli USA.

Accanto alla formazione dei quadri dirigenti e alla raccolta o l'estorsione di denaro, le relazioni pubbliche in ambito politico continuano a svolgere uno

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dei ruoli più importanti nel lavoro del Kongra-Gel. Il gruppo è tuttavia sempre in grado di commettere in qualsiasi momento atti estremisti violenti.

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Devrimci-Sol (DHKP-C e THKP-C) Le tensioni che dal 1992 sussistevano all'interno dell'alleanza Devrimci-Sol (Dev-Sol) hanno portato alla scissione in due gruppi rivali: il Fronte per la liberazione del popolo rivoluzionario (DHKP-C) e il Partito rivoluzionario per la liberazione della Turchia (THKP-C). Entrambi i movimenti sono stati indeboliti su scala europea dalle lotte tra le varie fazioni. Il DHKP-C e il THKP-C contano ciascuno circa 50 membri nel Cantone di Basilea Città. La sede centrale si trova a Zurigo con circa 40 attivisti. In tutta la Svizzera vi sono probabilmente circa 400 membri.

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Partito comunista turco marxista-leninista (TKP-ML) Il TKP-ML è finanziato soprattutto mediante le raccolte di denaro, i contributi dei membri e la vendita di materiale di propaganda. La sede centrale del partito a Basilea conta dai 100 ai 150 attivisti. Il TKP-ML dispone di locali in tutti i più grandi Cantoni svizzeri, ad esempio a Berna, dove però non è molto attivo. A Zurigo vi sono circa 40 membri, nel Vallese circa 100, mentre il numero dei membri in tutta la Svizzera si aggira probabilmente attorno alle 500 persone.

Da un po' di tempo il TKP-ML è attivo solo sporadicamente e in parte si può registrare una tendenza dissolutiva per cui il potenziale di pericolo è da ritenersi minimo.

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Lupi grigi Il gruppo turco di estrema destra dei Lupi grigi rappresenta l'unità paramilitare del MHP (Milli Hareket Partisi/Partito d'azione nazionalista). Fautore di un estremo nazionalismo nonché di un'ideologia razzista rivolta contro le minoranze etniche in Turchia, attacca pure i membri dei gruppi di sinistra turchi.

In Turchia i Lupi grigi sono ritenuti responsabili dell'uccisione di più di 5000 persone e di coinvolgimento a casi di torture. Alla fine degli anni Novanta si sono verificati scontri violenti soprattutto a Basilea. I membri dei Lupi grigi in Svizzera sono sospettati di sorvegliare le attività dei gruppi di sinistra turchi nel nostro Paese.

Situazione e rischi attuali Da tempo in Svizzera, i gruppi estremisti curdi si mantengono tranquilli. Dalla fine del 2000 si sono verificati solo pochissimi incidenti violenti, poiché anche se continuano a essere organizzate manifestazioni, dimostrazioni e marce di protesta, queste si svolgono di regola pacificamente.

A differenza di quanto capita in altri Paesi europei, in Svizzera ultimamente non vi sono stati scontri violenti tra le fazioni rivali del DHKP-C e del THKP-C.

In Svizzera, i gruppi estremisti curdi e turchi dispongono tuttora di un certo potenziale di mobilitazione.

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2.4.3

Estremismo politico del Vicino e Medio Oriente

Cronologia Vicino Oriente In concomitanza con l'aggravarsi del conflitto nel Vicino Oriente, in Europa sono stati commessi vari attentati contro sinagoghe o negozi ebrei. La Svizzera non è stata colpita da questi attentati e nel nostro Paese le manifestazioni contro le operazioni militari israeliane nelle regioni autonome palestinesi nonché gli inviti al boicottaggio non sono stati segnati da disordini violenti. Alcuni piccoli gruppi di estrema sinistra e di antiglobalizzatori pongono sempre più il conflitto tra Israele e i Palestinesi al centro delle loro azioni di protesta.

Cronologia Mujaheddin del popolo iraniani In più occasioni, i Mujaheddin del popolo iraniani (MEK) hanno organizzato varie manifestazioni, talvolta violente, in numerosi Paesi europei e sono sospettati di aver assassinato diversi dirigenti iraniani. Nell'aprile del 1992 alcuni membri dei MEK hanno occupato le rappresentanze diplomatiche dell'Iran in 13 Paesi, tra cui anche la Svizzera. Con questa azione i MEK hanno dimostrato di essere in grado di svolgere contemporaneamente più operazioni di ampia portata. I rappresentanti del governo iraniano sono stati ripetutamente attaccati, come in ultimo in occasione del WEF 2001 a Davos. Da anni gli attivisti dei MEK organizzano raccolte di denaro.

L'ostinazione e l'aggressività con cui queste raccolte sono effettuate ha dato adito a numerose proteste.

Nel corso di una procedura d'indagine contro i MEK, aperta il 12 aprile 2001 a Parigi, il 17 giugno 2003 si è svolta una grande operazione di polizia in tutta la Francia. I MEK sono sospettati di aver pianificato atti terroristici in tutta Europa.

L'operazione della polizia francese ha provocato reazioni estreme: in Francia, a Londra e a Berna, dinanzi all'ambasciata iraniana, diverse persone hanno tentato di darsi fuoco. A Berna la polizia ha in un primo tempo potuto impedire che un uomo facesse altrettanto, ma dopo un secondo tentativo effettuato il giorno successivo, l'interessato ha riportato gravi ferite. Queste reazioni all'arresto di Maryam Radjavi, capo dei Mujaheddin, hanno rivelato il comportamento estremista, quasi fanatico dei combattenti dei MEK.

Protagonisti L'obiettivo principale delle organizzazione non islamiste arabe è la liberazione della Palestina mediante l'uso della violenza. In Iran, dalla metà degli anni
Sessanta, i Mujaheddin del popolo lottano contro il potere, ovvero in un primo tempo contro lo Scià e in seguito, dopo un breve periodo di sostegno alla rivoluzione, anche contro i rappresentanti dello Stato islamico.

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Gruppi marxisti leninisti del Vicino Oriente Tra i gruppi che si rifanno all'ideologia comunista vi sono il Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP), il Fronte popolare per la liberazione della Palestina ­ Comando generale (FPLP-CG), il Fronte per la liberazione della Palestina (FLP) e il Fronte democratico per la liberazione della Palestina (FDLP).

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Al-Fatah-Consiglio rivoluzionario (FRC)

Il FRC comprende varie correnti ideologiche ed è responsabile di numerosi attentati (l'ultimo risale al 1994) sia in Europa sia nel Vicino Oriente. In Svizzera soggiornano alcuni membri dell'organizzazione.

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Mujaheddin del popolo iraniani (MEK) I Mujaheddin del popolo agiscono anche con il nome di Mujaheddin-e Khalq (MEK) o People's Mujahedin of Iran (PMOI). L'organizzazione, di orientamento marxista-leninista, è stata fondata nel 1964 da Massoud Radjavi.

All'epoca il movimento perseguiva l'obiettivo di rovesciare il regime dello Scià Reza Pahlavi. Nel 1979 il movimento appoggiò Khomeni quando prese il potere. Nel corso della rivoluzione islamica il regime al potere istituì un corpo di Guardiani della rivoluzione (Islamic Revolutionary Guard Corps, IRGC) che in occasione di una manifestazione dei MEK nel giugno 1981 sparò sui dimostranti. Da allora i MEK agiscono clandestinamente, combattendo il regime iraniano con l'uso delle armi. L'ondata di attentati terroristici ha raggiunto il suo culmine nel 1988, quando alcune migliaia di combattenti, sostenuti da Saddam Hussein, disponevano di basi militari in Iraq.

I MEK raccolgono denaro in Svizzera in modo insistente e aggressivo. Il denaro, apparentemente destinato agli orfani e i parenti delle vittime del regime iraniano nonché alle vittime della tortura, è raccolto per conto di società e associazioni che cambiano spesso nome (OEuvre de bienfaisance Iran, Associazione dei rifugiati iraniani, Associazione degli studenti mussulmani di origine iraniana). In realtà è probabile che una parte del denaro raccolto serva per finanziare il braccio armato dell'organizzazione. Nessuna delle associazioni che raccolgono denaro è riconosciuta dall'Ufficio centrale delle opere di beneficenza (ZEWO).

Situazione e rischi attuali In seguito alle sue difficoltà finanziarie e alla morte di Abu Nidal, l'influenza del Fatah ­ Consiglio rivoluzionario è diminuita e di conseguenza anche il suo potenziale di pericolo in confronto agli anni Ottanta.

Il rischio di atti di terrorismo nel Vicino Oriente continua a essere elevato. Il conflitto tra Israele e i palestinesi comporta una radicalizzazione delle opinioni non solo nei Paesi vicini, ma anche in Europa. Di conseguenza, attraverso le loro reti di contatto, i movimenti più radicali possono sfruttare il conflitto per reclutare attivisti disposti a commettere atti terroristici. È possibile che in Svizzera vi siano altre attività di sostegno per il popolo palestinese, ma si tratta per lo più di azioni pacifiche.

Alcuni membri del Fronte per la liberazione della Palestina (FLP) e di altre organizzazioni radicali del Vicino Oriente hanno chiesto asilo politico in Svizzera, ma finora non risulta che abbiano tentato di preparare atti terroristici nel nostro Paese.

La temuta fuga verso l'esilio europeo o nordamericano di molti Mujaheddin del popolo, in seguito all'operazione militare anglo-americana contro l'Iraq, non si è verificata. Le autorità d'occupazione hanno collocato i membri dei MEK in campi d'internamento a nord di Bagdad e nel dicembre 2003 le autorità provvisorie irachene hanno deciso di confiscare le armi e il denaro dei MEK nonché di espellere i membri del gruppo dal Paese. Lo statuto dei membri del MEK non è ancora chiaro, alcuni di essi sono fuggiti verso l'Europa o verso altre regioni disposte ad accoglierli.

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2.4.4

Gruppi estremisti tamil

Cronologia I circa 35 000 richiedenti l'asilo e immigrati provenienti dallo Sri Lanka, residenti in Svizzera (accanto a quelli residenti in altri Paesi europei, negli USA, in Canada e in Australia) svolgono un ruolo importante per il finanziamento delle Liberation Tigers of Tamil Eelam (LTTE), soprattutto mediante raccolte di denaro, manifestazioni e gli utili provenienti da attività commerciali. Fino alla fine degli anni Novanta le raccolte di denaro delle LTTE erano spesso collegate ad atti di violenza. A causa del ripetuto uso di armi da fuoco in occasione di litigi tra persone di origine tamil, il 3 giugno 1996 il nostro Collegio ha decretato un divieto d'acquisto e di porto di armi per le persone provenienti dallo Sri Lanka.

Il divieto e le indagini contro gli esponenti delle LTTE nel 1996 a Zurigo hanno contribuito a calmare la situazione all'interno della comunità tamil in Svizzera.

Protagonisti L'organizzazione independista tamil dello Sri Lanka LTTE continua a essere fortemente radicata tra gli emigranti tamil residenti in Svizzera. L'organizzazione separatista di guerriglieri combatte per uno Stato tamil indipendente ed è stata fondata nel 1972 da Velupillai Prabhakaran con il nome di Tamil New Tigers, assumendo nel 1976 quello di LTTE. Il conflitto, scoppiato apertamente nel 1983 nello Sri Lanka, ha causato più di 60 000 morti e circa 350 000 sfollati.

Alla fine del 1997 il capo delle LTTE Muralitharan ha lasciato inaspettatamente la Svizzera, provocando insicurezza e rivalità all'interno del movimento; nonostante tale mutamento al vertice, le raccolte di denaro sono proseguite.

Situazione e rischi attuali L'organizzazione indipendentista tamil dello Sri Lanka LTTE rimane fortemente radicata tra gli emigranti tamil residenti in Svizzera, in quanto essi sembrano svolgere tuttora un ruolo importante nell'ambito del suo finanziamento internazionale. Uno sviluppo negativo del processo di pace e un conflitto violento tra le varie fazioni delle LTTE nello Sri Lanka potrebbe condurre a scontri anche tra gli emigranti tamil in Svizzera.

2.5

Conclusione

Attualmente la sicurezza interna della Svizzera non è minacciata da nessun gruppo di estremisti. La situazione relativa ai gruppi estremisti stranieri con motivazioni politiche o religiose è relativamente tranquilla. Il potere di mobilitazione dei gruppi estremisti curdi o delle LTTE rimane tuttavia notevole e un cambiamento della situazione politica nei loro Paesi d'origine potrebbe incrementare i rischi anche per la Svizzera. In tal caso i gruppi curdi potrebbero attaccare interessi turchi in Svizzera.

Gli attivisti di gruppi estremisti violenti tentano in alcuni casi di ottenere il domicilio in Svizzera mediante una richiesta d'asilo. Le loro eventuali attività estremiste in Svizzera (ad esempio il sostegno logistico) non solo costituiscono una minaccia per 4478

la sicurezza interna, ma possono anche indurre gli Stati in diretto conflitto con le organizzazioni coinvolte a esercitare una pressione politica sulla Svizzera. I membri di questi gruppi, sia quelli che si trovano legalmente nel nostro Paese sia quelli che vi si trovano illegalmente, di solito agiscono sotto copertura. Ma anche quando sono stati individuati, gli esponenti delle organizzazioni estremiste violente attivi in Svizzera, di regola non possono essere allontanati, poiché non è possibile rimpatriarli e nessuno Stato terzo è disposto ad accoglierli. Questo costituisce un punto debole del dispositivo di sicurezza e limita le possibilità d'intervento delle forze di polizia.

Attualmente l'estremismo di destra non minaccia la sicurezza interna.

Un pericolo notevole è invece rappresentato dagli esponenti dell'estrema sinistra.

3

Strategia del Consiglio federale per l'individuazione tempestiva e la prevenzione

Fondandoci sulle vigenti basi legali, abbiamo già adottato una serie di misure preventive e repressive per impedire o combattere le attività illecite delle organizzazioni estremiste in Svizzera. Fra queste possiamo citare l'inasprimento della legislazione sulle armi, l'attuazione coerente della norma penale sul razzismo, la sorveglianza di Internet e anche, come estrema conseguenza, il divieto di organizzazione.

Per quanto concerne la limitazione della propaganda e delle raccolte di fondi, il margine di manovra offerto dall'attuale legislazione svizzera non è molto ampio.

Sono pertanto necessarie nuove basi legali per contrastare con misure penali e amministrative più severe i fenomeni del razzismo, della tifoseria violenta, del ricorso alla violenza e della propaganda violenta. Le disposizioni proposte potenziano gli strumenti di diritto penale e amministrativo e la prevenzione (progetto di revisione LMSI I).

Dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 la questione della prevenzione e della difesa dal terrorismo è divenuta particolarmente importante e urgente.

Nell'estate 2002 abbiamo pertanto ordinato la verifica approfondita delle basi legali per la protezione preventiva dello Stato, chiedendo che venissero proposte misure adeguate (progetto di revisione LMSI II).

Le basi legali per le misure concernenti la politica d'asilo e il diritto degli stranieri consentono di tenere lontane dalla Svizzera le persone che potrebbero comprometterne la sicurezza interna o esterna. Le misure tuttavia non sono applicabili se una persona risiede già in Svizzera e non può essere allontanata perché l'allontanamento non è ammesso, non è ragionevolmente esigibile o è impossibile.

Infine, la ricerca scientifica e le autorità della Confederazione e dei Cantoni hanno constatato e prendono sul serio la tendenza che va delineandosi recentemente nella nostra società verso un maggior ricorso alla violenza anche da parte dei giovani. Le conoscenze sulle cause e le forme del fenomeno della violenza giovanile sono ampie e fondate, anche se ancora oggetto di discussione in ambito scientifico.

4479

3.1

Prevenzione e repressione da parte della Confederazione dal 1992

3.1.1

Strumenti di politica di sicurezza per l'individuazione precoce

Con le «Istruzioni sull'organizzazione della condotta in materia di politica di sicurezza» del 3 novembre 1999 abbiamo creato gli strumenti di condotta in materia di politica di sicurezza.

La Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza prepara tempestivamente le deliberazioni e le decisioni dell'esecutivo concernenti le questioni di politica di sicurezza. Si compone dei capi del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS). La presidenza cambia di regola ogni anno.

L'Organo direttivo in materia di sicurezza è un organo di Stato maggiore sottoposto alla Giunta. Esso segue costantemente la situazione e i possibili sviluppi in tutti gli ambiti rilevanti in materia di sicurezza a livello nazionale e internazionale, in base alle informazioni e alle valutazioni dei singoli Dipartimenti e dell'Ufficio per l'analisi della situazione e l'individuazione tempestiva. Elabora inoltre scenari, strategie e opzioni all'attenzione della Giunta e gestisce la lista del fabbisogno di informazioni del Consiglio federale.

Questi due organi dibattono regolarmente le nuove possibili forme di minaccia da parte di gruppi di estremisti violenti, in particolare di gruppi islamisti, ed elaborano opzioni operative concrete.

3.1.2

Legislazione sulle armi

La legislazione svizzera relativa alle armi è sottoposta a continue revisioni. Fino al 1999, anno di entrata in vigore della prima legge federale sulle armi, il settore era disciplinato da numerose leggi cantonali. Le disposizioni relative all'accesso a un'arma erano di conseguenza diverse. Da quando la legge federale è entrata in vigore non è passato anno senza che essa non venisse modificata.

La vigente legislazione sulle armi ha lo scopo di impedire l'uso abusivo delle armi.

Le disposizioni sull'acquisto intendono ostacolare il possesso di armi a persone potenzialmente violente o che non ne garantiscono un uso responsabile. Fanno parte di quest'ultima categoria anche i sobillatori o i membri di organizzazioni che propendono per la violenza.

Il sospetto fondato che una persona appartenga a una cerchia disposta a ricorrere alla violenza è uno dei cosiddetti motivi che impediscono l'acquisto di un'arma. Per acquistare la maggior parte delle armi in vendita nei negozi specializzati è necessario dapprima richiedere un permesso d'acquisto d'armi alle autorità di polizia locali.

Queste verificano se la persona interessata presenta un motivo di impedimento.

4480

3.1.3

Lotta contro l'estremismo di destra e contro il razzismo

Dal 1999 si è assistito a un inquietante rafforzamento dei gruppi di estrema destra, soprattutto degli skinhead. Diversi casi gravi avvenuti nel 2000 (attacco con fucile d'assalto a un immobile abitato da autonomi di sinistra a Berna il 10 luglio 2000; numerosi procedimenti penali concernenti il sequestro di armi da fuoco, esplosivi e congegni esplosivi fabbricati artigianalmente; minacce di morte via Internet contro avversari politici) documentano l'aumento della propensione alla violenza di un'estrema destra rinvigorita.

L'episodio verificatosi il 1° agosto 2000 sul Grütli, in cui un centinaio di estremisti di destra hanno perturbato l'allocuzione del consigliere federale Villiger, ha rappresentato uno dei primi episodi di azioni di questo tipo e ha avuto particolare impatto sull'opinione pubblica.

La posizione del Consiglio federale Nel rispondere ai diversi interventi parlamentari, abbiamo ripetutamente rilevato che in generale l'attuale situazione nell'ambito dell'estremismo di destra non costituisce un grave pericolo per la sicurezza nazionale della Svizzera; si avverte invece un potenziale di violenza locale, che spesso si manifesta a breve termine e va preso sul serio. Tuttavia, a breve, medio e lungo termine alcuni sviluppi destano preoccupazione e impongono maggiore vigilanza. La nostra strategia nell'ambito dell'estremismo di destra poggia su tre principi: ­

come qualsiasi altra forma di estremismo, il razzismo e l'estremismo di destra vanno combattuti con tutti gli strumenti e i mezzi giuridici a disposizione;

­

in Svizzera, non si può tollerare la violenza, l'odio razziale e la xenofobia;

­

l'estremismo di destra deve essere combattuto in modo preventivo e nel contempo repressivo, mediante il coordinamento e l'informazione, a livello nazionale, ossia a livello di Confederazione, Cantoni e Comuni, nonché sul piano internazionale.

Le misure esistenti sono costituite dalle misure preventive e repressive contro l'estremismo di destra adottate dalle autorità federali e cantonali preposte alla protezione dello Stato. Diversi gruppi di estrema destra sono tenuti sotto sorveglianza e grazie a un lavoro di prevenzione, negli ultimi tempi è stato possibile chiarire numerosi reati.

Gruppi di lavoro interdipartimentali Il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) ha incaricato un gruppo di lavoro di analizzare la situazione, rilevare le carenze e proporre misure per colmare eventuali lacune.

Nel settembre 2000 il gruppo di lavoro interdipartimentale «Estremismo di destra» ha redatto un rapporto all'attenzione del nostro Collegio. Il 2 ottobre 2000 ne abbiamo preso atto, incaricando il DFGP di coordinare l'attuazione delle misure proposte e di riferire sulla loro efficacia entro il termine di un anno. L'opinione pubblica è stata informata di questa decisione e il DFGP ha pubblicato il suo rapporto.

4481

Entro ottobre 2001 il gruppo di lavoro «Coordinamento e attuazione dei provvedimenti nell'ambito dell'estremismo di destra» (GL REX) ha elaborato un rapporto sull'attuazione dei nostri mandati con proposte concrete per applicare le raccomandazioni.

Il gruppo di lavoro ha raccomandato di condannare ogni forma di estremismo predisposto alla violenza, non soltanto quello violento. Il rapporto contiene una serie di raccomandazioni volte a rafforzare i mezzi di prevenzione contro le attività razziste e di estrema destra in numerosi ambiti legislativi della sicurezza interna. Tali proposte erano in sintonia con gli sforzi di cooperazione allora attuati dai Ministri degli interni del Partenariato per la sicurezza dei Paesi dell'Arco alpino (ASP, ne fanno parte la Francia, la Germania, l'Austria, l'Italia, il Principato del Liechtenstein, la Slovenia e la Svizzera, che ha la presidenza) negli ambiti dell'estremismo di destra, del razzismo e della tifoseria violenta.

Alcune delle misure proposte dai gruppi di lavoro in ambito sociale sono già state applicate. Così ad esempio il Servizio per la lotta contro il razzismo, che si propone di sgravare la Segreteria della Commissione federale contro il razzismo (CFR), ha iniziato la sua attività nel gennaio 2002 (nostra decisione del 21 febbraio 2001). Si è tenuto anche conto delle necessità di ricerche scientifiche in materia di estremismo di destra: i lavori di ricerca sono stati collegati al progetto del Fondo nazionale PNR 40 «Violenza nella vita quotidiana e criminalità organizzata» (nostra decisione del 15 giugno 2001). Questo progetto, denominato PNR 40+ «Cause dell'estremismo di destra», è stato avviato nell'estate del 200224. Inoltre, è stato creato un «Fondo progetti per i diritti umani e l'antirazzismo», che fino ad oggi ha sostenuto più di quaranta progetti nell'ambito della sensibilizzazione, dell'educazione e della scuola nonché della consulenza alle vittime e della gestione di conflitti (nostra decisione del 21 febbraio 2001).

In base al documento interlocutorio del DFGP del 18 marzo 2002 e alla discussione del 27 marzo 2002, abbiamo preso atto del rapporto del GL REX, incaricando il DFGP di sottoporci prima della pausa estiva una proposta su come procedere per valutare e attuare le proposte concrete, tenendo conto degli altri progetti legislativi
nell'ambito della sicurezza interna. Anche il rapporto dell'ottobre 2001 è stato reso pubblico dal DFGP.

Disposizione penale sul razzismo Il 1° gennaio 1995 è entrata in vigore la nuova disposizione del Codice penale contro il razzismo (art. 261bis CP), che ha reso punibile la discriminazione razziale di ogni tipo. Nei Cantoni si è potuto registrare lo sviluppo di una giurisprudenza costante.

A partire dal 1998 vi è stato un aumento chiaro delle condanne per razzismo, rispetto agli anni precedenti. Sono inoltre state pronunciate alcune sentenze paradigmatiche di allontanamento contro esponenti del negazionismo, ossia del movimento che nega l'olocausto, e inflitte pesanti pene. Nel 2003 sono stati pronunciate, a livello federale e cantonale, 33 decisioni, il che corrisponde circa al volume degli anni precedenti.

Commissione federale contro il razzismo (CFR) e Servizio per la lotta al razzismo

24

V. al proposito www.snf.ch

4482

Con decisione del 21 febbraio 2001 abbiamo preso atto della decisione del DFI di istituire in seno alla propria Segreteria generale un Servizio per la lotta al razzismo e di potenziare la Segreteria della CFR. Ciò ha consentito di attuare la decisione del 2 ottobre 2000, con cui il DFI era stato incaricato di esaminare l'eventualità di creare all'interno dell'amministrazione un servizio specializzato per la lotta al razzismo. La proposta si basa sulle esperienze della CFR e del DFI durante i primi cinque anni di attività della commissione.

Il nuovo servizio è composto complessivamente di 2,5 posti. I suoi compiti sono la coordinazione e l'armonizzazione delle misure contro il razzismo all'interno dell'amministrazione. Il Servizio è inoltre l'interlocutore a livello federale dei Cantoni e delle istituzioni. Si occupa anche della consulenza e del sostegno dei progetti per i diritti umani e l'antirazzismo, per i quali abbiamo stanziato un credito di 15 milioni di franchi, sull'arco di cinque anni, in seguito al rapporto della Commissione indipendente di esperti «Svizzera ­ Seconda Guerra mondiale».25 Monitoraggio di Internet Alla fine degli anni Novanta, l'allora Polizia federale aveva creato, con altri uffici federali e diversi fornitori di servizi (Internet provider), un gruppo di contatto, allo scopo di esaminare questioni di natura giuridica e tecnica concernenti la criminalità in Internet. Lo scopo del gruppo era di impedire la diffusione tramite Internet di contenuti di estrema destra o negazionisti. All'inizio dell'estate 1999, il gruppo ha posto in consultazione un primo progetto di un documento di lavoro. Rimaneva controversa soprattutto la questione della punibilità dei provider (complicità o punibilità ai sensi del diritto penale sui mass-media) e quella della proporzionalità delle misure di blocco. Una perizia complementare dell'Ufficio federale di giustizia si esprimeva a favore di una responsabilità sussidiaria o di una possibile complicità, a determinate condizioni. Le autorità giudiziarie cantonali sono inoltre sostenute dal Servizio di coordinazione nazionale per la lotta contro la criminalità su Internet (SCOCI), istituito nel gennaio 200326. Mediante un modulo di comunicazione è possibile segnalare in forma anonima contenuti sospetti a SCOCI27. Se il caso è penalmente rilevante e
presenta relazioni con la Svizzera, è trasmesso alla competente autorità di polizia cantonale, per l'apertura di un procedimento penale. Nel suo primo anno d'attività, SCOCI ha ricevuto 143 comunicazioni concernenti il razzismo o l'estremismo (= 2,2 % di tutti i casi segnalati).

Alla fine di novembre 2001 il DFGP ha istituito il gruppo di esperti «Criminalità in rete», incaricato di esaminare con quali misure legali, organizzative e tecniche è possibile impedire o sanzionare infrazioni alla legge commesse in rete. Alla fine di 25 26

27

Ulteriori informazioni su attività, pubblicazioni, manifestazioni, progetti e altro della Commissione e del Servizio sono reperibili in: www.ekr-cfr.ch e www.edi.admin.ch/frb/.

Dal giugno 2000, su incarico della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS), un gruppo di lavoro intercantonale per la lotta contro gli abusi delle tecnologie di informazione e di comunicazione (BEMIK) si è occupato delle esigenze di coordinazione più urgenti nell'ambito della criminalità su Internet. A fine gennaio 2001 è stato redatto un rapporto in cui il gruppo di lavoro ha proposto una serie di misure concrete per migliorare rapidamente la situazione per molti aspetti insoddisfacente. Su questa base il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e la Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDCGP) hanno deciso di affrontare assieme la lotta contro la criminalità su Internet e d'istituire all'interno dell'Ufficio federale di polizia (fedpol) un Servizio di coordinazione nazionale contro la criminalità su Internet.

(www.cybercrime.admin.ch)

4483

giugno 2003 il conseguente rapporto peritale è stato sottoposto al DFGP. Esso contiene in particolare proposte normative sulla responsabilità penale dei provider.

L'autore e il content provider (il fornitore di contenuti) devono essere ritenuti pienamente responsabili sul piano penale dei contenuti Internet illegali da loro forniti.

L'hosting provider (fornitore di servizi Internet che mette a disposizione spazi per le pagine web dei clienti) deve essere ritenuto responsabile penalmente solo a determinate condizioni, mentre chi fornisce l'accesso (access provider) in nessun caso.

Inoltre, nell'autunno 2002 il DFGP ha istituito un gruppo di lavoro incaricato28 di elaborare proposte per una collaborazione ottimale fra Confederazione e Cantoni.

Il relativo rapporto è stato sottoposto al DFGP nell'autunno dello scorso anno. Il 26 novembre 2003 abbiamo ha dibattuto sul seguito dei lavori, incaricando il DFGP di sottoporre una proposta per l'attuazione di entrambi i rapporti. Nel 2004, tale progetto, unitamente ai rapporti come documentazione, sarà posto in consultazione.

3.1.4

Divieti di organizzazione

Il divieto di organizzazioni o di partiti, svizzeri o stranieri, non è usuale nella tradizione svizzera. Dal punto di vista della polizia è difficilmente attuabile e indurrebbe i membri dell'organizzazione in questione ad agire ancor più nella clandestinità.

Un'eccezione dovuta a ragioni di prevenzione, è costituita dal divieto del 7 novembre 2001, limitato nel tempo, di Al Qaïda e di eventuali organizzazioni che ne discendono. Il 5 dicembre 2003 abbiamo prorogato la validità di questa misura fino al 31 dicembre 2005. Sono vietate non soltanto tutte le attività dell'organizzazione in sé, bensì anche le azioni che servono al suo sostegno (ad esempio la propaganda).

3.1.5

Impedire le attività di propaganda e di raccolta di fondi

Il margine di manovra offerto dalla legislazione svizzera per circoscrivere le reti di propaganda e le attività di finanziamento è limitato. Il decreto del Consiglio federale del 29 dicembre 1948 concernente il materiale di propaganda sovversiva (decreto sulla propaganda) è stato abrogato il 1° luglio 1998 con l'entrata in vigore della LMSI nel 1999. Al fine di poter limitare le reti di propaganda e le raccolte di fondi da parte di gruppi terroristici in Svizzera occorre, in sostanza, che l'interesse pubblico, per vietare ad esempio una colletta, prevalga sull'interesse privato delle persone coinvolte e che la misura adottata sia proporzionale.

Le misure adottate dalla Svizzera nei confronti di individui o organizzazioni (provvedimenti per salvaguardare la sicurezza interna, divieto di acquisto e di porto d'armi, revoca dell'asilo e apertura di procedimenti penali) non sono sufficienti se gli interessati svolgono dalla Svizzera le proprie attività all'estero, oppure se i titolari di un regolare permesso di soggiorno in Svizzera esercitano, ad esempio, le proprie attività politiche soprattutto nelle regioni in conflitto. Si può così suscitare l'impressione che la Svizzera tolleri o appoggi attività terroristiche. Le attività di

28

Sulla scorta delle esperienze acquisite con l'operazione «Genesis» contro la pornografia infantile.

4484

propaganda e di reclutamento in Svizzera compromettono anche le relazioni tra la Svizzera e i vari Stati delle regioni in questione.

3.1.6

Misure contro la tifoseria violenta

Dal 1998 la polizia della città di Zurigo gestisce la «Zentralstelle Hooliganismus» (un servizio di coordinamento contro la tifoseria violenta), allo scopo di costituire una banca dati su questo fenomeno, per poter individuare più rapidamente rapporti personali e organizzativi come pure legami con il movimento di estrema destra. Si è pertanto resa necessaria una collaborazione con le autorità federali preposte alla protezione dello Stato.

Dal luglio 2001 un gruppo di lavoro dell'Ufficio federale dello sport (UFSPO) si occupa di analizzare la situazione della violenza in occasione di manifestazioni sportive.

Gli sviluppi registrati richiedono un'osservazione approfondita della situazione e delle cerchie implicate. Occorre pertanto adottare le necessarie basi legali poiché attualmente gli strumenti a disposizione per lottare contro la tifoseria violenta non sono sufficienti. Mancando la base legale necessaria non esiste una collezione e una conservazione centrale di dati riguardanti persone notoriamente violente in occasione di manifestazioni pubbliche. Le banche dati esistenti devono in parte essere cancellate prematuramente in base alle disposizioni generali dei Cantoni sulla protezione dei dati. Anche la Confederazione deve assumere, almeno parzialmente, il compito di lottare contro la tifoseria violenta. Nell'ambito di una revisione legislativa (LMSI I) saranno elaborate le basi legali necessarie per poter creare una banca dati nazionale sulla tifoseria violenta. Queste misure vanno potenziate anche in vista del Campionato europeo di calcio 2008 (EURO 08), che si svolgerà in Svizzera e in Austria.

La tifoseria violenta è un fenomeno internazionale che travalica i confini. Perciò, a livello internazionale, si tenta di farvi fronte congiuntamente e un gruppo di esperti ad hoc «Estremismo di destra/tifoseria violenta» dell'ASP propone l'adozione di misure per la collaborazione comune in questo settore.

3.1.7

Estremismo nell'esercito ­ misure

Nel dicembre del 1998, su incarico del DDPS, è stato redatto un ampio rapporto sull'estremismo in seno all'esercito. Il rapporto giunge alla conclusione che non si può assolutamente parlare di un estremismo radicato in seno all'esercito e che l'estremismo politico non vi costituisce un problema grave. Il rapporto tuttavia esige che nei singoli casi in cui il fenomeno affiora, i responsabili dell'esercito e dell'amministrazione reagiscano con fermezza. In particolare si afferma che non vanno tollerate le idee estremiste in seno alla categoria degli ufficiali e che va presa in considerazione una nuova norma sull'esclusione dall'esercito.

4485

Uno studio ha analizzato il sondaggio federale sui giovani e sulle reclute del 1997 ed è giunto alla conclusione che in relazione alla tematica dell'estremismo di destra29, supponendo che si possa parlare dell'esistenza di un estremismo giovanile, i giovani tendono più all'estremismo di sinistra che all'estremismo di destra. È vero che i giovani propendono a comportamenti estremi quando intendono attirare l'attenzione dell'opinione pubblica, ma i dati del sondaggio mostrano che soltanto gruppi molto esigui assumono un atteggiamento radicale. Tra i 21 314 giovani intervistati, soltanto 300 (circa l'1,5 %) ha affermato di appartenere agli skinhead. Si è inoltre constatato che nel corso della scuola reclute il numero dei giovani che sostengono posizioni estremiste diminuisce. Per questo vi possono essere due spiegazioni: da una parte la progressiva integrazione potrebbe indurre a smorzare atteggiamenti estremisti, dall'altra, è possibile che tra i giovani successivamente espulsi dalla scuola reclute per il loro comportamento vi siano anche i fautori di idee estremiste. A titolo di confronto, nel sondaggio annuale del Politecnico Federale di Zurigo, il 10 per cento dei giovani tra i 18 e i 19 anni ha dichiarato di ritenersi di estrema sinistra, mentre il 3 per cento ha affermato di essere di estrema destra. Per quanto riguarda i giovani tra i 20 e i 29 anni, il 4 per cento è di estrema sinistra e il 3 per cento di estrema destra.

In questo senso l'esercito rispecchia la situazione in seno alla società.

Al contrario della Germania, dove in passato si sono ripetutamente verificati episodi di estremismo, in Svizzera il problema non è acuto. È tuttavia necessario osservare continuamente la situazione e analizzare con cura singoli episodi.

Nella primavera del 2001 il DDPS ha istituito un centro di contatto e di coordinamento che analizza gli episodi di estremismo nella truppa e sostiene con i propri consigli i superiori militari. Questo servizio specializzato per l'estremismo è anche attivo in particolare negli ambiti della prevenzione, della comunicazione e della sensibilizzazione.

Le misure del DDPS si focalizzano in particolare sui seguenti otto punti: ­

scambio regolare di informazioni fra autorità federali (DFGP e DDPS);

­

nuovi studi scientifici (progetti di ricerca e di studio);

­

sensibilizzazione alla problematica dell'estremismo;

­

creazione in seno al DDPS di un centro di contatto e di coordinamento sulle questioni relative all'estremismo;

­

verifica della politica di informazione del DDPS nei singoli casi problematici;

­

collaborazione del DDPS in seno al gruppo di lavoro «Coordinamento e attuazione dei provvedimenti nell'ambito dell'estremismo di destra»;

­

miglioramento della procedura dei controlli di sicurezza relativi alle persone;

­

creazione di una norma di esclusione per estremismo.

Le reclute sono sottoposte a un controllo di sicurezza solo in caso di incorporazione in determinati settori militari. Altrimenti, il controllo è effettuato qualora durante il servizio militare i soldati manifestano atteggiamenti estremisti. Ogni aspirante è inoltre esaminato prima della promozione. Da una parte si tratta di osservare e 29

Rafaël Vignando, Henriette Haas, Die Skinhead Bewegung: Eine empirische Studie, in: Werkstattberichte 2000/2001, pp. 21­34.

4486

attuare l'obbligo generale di servizio, dall'altra di impedire che facciano parte dell'esercito persone con idee estremiste.

In caso di indizi fondati di un atteggiamento estremista e dopo il controllo di sicurezza relativo alla persona, il servizio competente per l'estremismo nell'esercito può raccomandare l'esclusione dell'interessato dal servizio militare.

3.2

Progetti legislativi intesi a migliorare la prevenzione

Il 18 e 26 giugno 2002 abbiamo discusso il documento interlocutorio del DFGP e preso atto del seguito dei lavori, decidendo di suddividere i progetti legislativi in fase di realizzazione in due settori tematici.

3.2.1

Legge federale concernente le misure contro il razzismo, la tifoseria violenta e la propaganda violenta (LMSI I)

Nel 1992, visto il considerevole aumento delle attività di estrema destra verificatosi all'inizio degli anni Novanta, ci siamo occupati intensamente dell'estremismo in Svizzera. Tra il 1993 e il 1997 le attività di estrema destra sono notevolmente diminuite, ma dal 1999 si è di nuovo assistito a un inquietante incremento dei loro atti di violenza. Quest'evoluzione è stata fortemente favorita dalla diffusione di ideologie razziste o di propaganda per la violenza (neonazisti, skinhead ecc.). Con il forte aumento delle attività degli skinhead, è notevolmente cresciuto anche il commercio di materiale di estrema destra in Svizzera ­ in particolare con l'importazione di supporti audio. Il materiale, importato prevalentemente dai Paesi limitrofi, sostiene e

minimizza la violenza, esortando a farvi ricorso. In Svizzera, il ricorso o la propaganda alla violenza hanno come movente anche ideologie di estrema sinistra, anarchiche o antimperialiste. Le azioni violente nei confronti di avversari politici sono spesso riconducibili alla corrispondente documentazione (libri, video), ai testi di certe canzoni (in particolare CD) o ad appelli (volantini, manifesti del gruppo, Internet ecc.).

Nel contempo, sia a livello internazionale sia in Svizzera, aumentano la predisposizione e il ricorso alla violenza negli stadi, dove spesso la tifoseria violenta e gli skinhead operano di comune accordo. Il 16 agosto 1990 la Svizzera ha ratificato la «Convenzione europea sulla violenza e i disordini degli spettatori durante le manifestazioni sportive» intendendo combattere, basandosi sul nostro piano per una politica dello sport in Svizzera, gli eccessi di violenza che offuscano l'immagine dello sport.

Il DFGP ha incaricato un gruppo di lavoro di analizzare la situazione, individuare le lacune e proporre misure per porvi rimedio. Dopo aver preso conoscenza del rapporto e delle raccomandazioni del rapporto del gruppo di lavoro per la lotta contro

4487

l'estremismo di destra,30 abbiamo deciso di creare le basi legali per migliorare la lotta contro il razzismo e la violenza, segnatamente in occasione di manifestazioni sportive.

I provvedimenti proposti includono il rafforzamento degli strumenti di diritto penale e amministrativo nonché misure di prevenzione. Le disposizioni saranno fissate nel Codice penale, nella legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna e nella legge federale sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni. Con i provvedimenti s'intendono combattere soprattutto il razzismo e l'estremismo di destra, ma anche la violenza in occasione di manifestazioni sportive e la propaganda violenta di qualsiasi orientamento ideologico.

Il 12 febbraio 2003 abbiamo avviato la procedura di consultazione per l'avamprogetto di legge. Il termine per esprimere un parere era il 31 maggio 2003 e la valutazione dei pareri espressi si è conclusa. Soprattutto in vista dei Campionati europei di calcio del 2008 il progetto è di grande importanza strategica, poiché intende garantire la sicurezza in occasione dell'evento. In collaborazione con l'Ufficio federale dello sport, vengono inoltre proposte ulteriori misure amministrative per combattere la violenza nello sport.

Le misure previste dall'avamprogetto di legge costituiscono un mezzo ragionevole e coerente per lottare contro il razzismo, la violenza in generale e la violenza in occasione di manifestazioni sportive. I provvedimenti fungono da base per le misure in materia di sicurezza necessarie in occasione di importanti manifestazioni sportive, quali i Campionati europei di calcio EURO 08 in Svizzera e in Austria o i Campionati mondiali di calcio del 2006 in Germania. Con il progetto di legge s'intendono completare le misure già realizzate nonché quelle previste dalla Confederazione e dai Cantoni.

La maggioranza dei partecipanti alla consultazione ha accolto favorevolmente l'idea d'introdurre misure penali e amministrative più severe per contrastare i fenomeni del razzismo, della predisposizione e del ricorso alla violenza, in particolare anche in occasione di manifestazioni sportive. Nella maggior parte dei casi il progetto è ritenuto un mezzo idoneo per raggiungere gli obiettivi stabiliti.

L'avamprogetto tiene conto di diversi
interventi parlamentari ed è di ampia portata politica. Le norme proposte, che intendono colmare le lacune della legislazione attuale, contribuiscono a migliorare la protezione della popolazione contro la violenza. Il principio della proporzionalità è garantito dal fatto che le misure si concentrano su eventi sovracantonali e nazionali.

Il messaggio con relativo disegno di legge ci sarà sottoposto all'inizio del 2005.

3.2.2

LMSI II

Nel nostro rapporto del 16 marzo 1992 sull'estremismo in Svizzera (92.033) abbiamo esposto il piano d'azione per combattere le attività estremiste e terroriste. Avevamo in particolare sottolineato che una protezione preventiva dello Stato è tuttora necessaria (cfr. pag. 16, n. 5 segg.).

30

Rapporto del gruppo di lavoro «Estremismo di destra» settembre 2000 e piano per la realizzazione delle misure raccomandate dell'ottobre 2001.

4488

Nel frattempo, con la legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna (LMSI, RS 120) e l'ordinanza sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna (OMSI, RS 120.2), sono state create le basi legali per la protezione dello Stato richieste nel suddetto rapporto. La legge ha tenuto conto dei risultati della Commissione parlamentare d'inchiesta DFGP, della discussione seguita all'«affare delle schedature» e dell'iniziativa popolare «S.O.S. ­ per una Svizzera senza polizia ficcanaso», limitandosi in sostanza a disciplinare il trattamento dei dati. La ricerca di informazioni non ha carattere vincolante e si continua a rinunciare a misure di ricerca considerate lesive della sfera privata.

Anche in seguito tuttavia si sono continuate a constatare lacune nella protezione preventiva dei pericoli. Perciò l'Organo direttivo e la Giunta del Consiglio federale in materia di sicurezza hanno ordinato un ulteriore approfondimento con l'esame delle misure necessarie.

Dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001, la questione della prevenzione e della difesa dal terrorismo è divenuta particolarmente importante ed urgente. Molti Stati hanno modificato la loro legislazione stanziando importanti risorse finanziarie e personali per il potenziamento dei servizi competenti e delle misure necessarie.

In Svizzera, contemporaneamente ai lavori attinenti al riesame degli strumenti preventivi per la protezione dello Stato, sono stati presentati vari interventi parlamentari. Vi si chiede di rafforzare il ruolo degli organi preposti alla protezione dello Stato e dei servizi d'informazione, adattando i loro mezzi e provvedimenti. Si richiedono inoltre rapporti circostanziati sulla situazione in materia di sicurezza (cfr.

in particolare le mozioni Burkhalter, Leu e PLR / Merz; le interpellanze Leutenegger-Oberholzer, PLR-Merz e Suter nonché gli interventi del PPD).

Nel novembre 2001 abbiamo incaricato il DFGP di sottoporci un rapporto e una proposta sulle misure per migliorare la lotta contro il terrorismo. Il 26 giugno 2002 abbiamo approvato il rapporto «Analisi della situazione attuale e dei rischi per la Svizzera dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001».

In seguito sono stati intrapresi i lavori di legislazione. Un gruppo di lavoro interdipartimentale ha elaborato,
in collaborazione con rappresentanti dei Cantoni, un documento interlocutorio per il Consiglio federale, presentandolo nell'autunno 2003, dopo varie rielaborazioni, alla Commissione consultiva in materia di sicurezza interna. Parallelamente, nel gennaio 2003, all'Istituto svizzero di diritto comparato è stata chiesta una perizia di diritto comparato relativa alle basi della sicurezza interna.

Dopo il mutamento al vertice del DFGP, il nuovo capo ha preso atto della situazione attuale prendendo prime decisioni riguardo al seguito dei lavori. Informeremo in merito nell'autunno 2004.

3.3

Politica d'asilo/provvedimenti in materia di stranieri

Il Servizio di analisi e prevenzione (SAP) esamina, basandosi nella maggior parte dei casi sulla legge sull'asilo e sulla LMSI, le richieste d'asilo delle persone che hanno lasciato il loro Paese d'origine a causa delle loro attività politiche o violente.

Le basi legali consentono di tenere lontane dalla Svizzera le persone che potrebbero compromettere la sicurezza interna o esterna del Paese. Esse hanno tuttavia un

4489

effetto limitato se una persona risiede già in Svizzera e non può essere allontanata perché ciò non è ammesso, non è ragionevolmente esigibile o è impossibile.31 Il divieto di respingimento non può essere fatto valere quando vi siano seri motivi per presumere che l'interessato comprometta la sicurezza della Svizzera o, essendo stato condannato con sentenza passata in giudicato per un crimine o delitto particolarmente grave, debba essere considerato di pericolo pubblico.32 Un singolo caso non deve per forza ripercuotersi sulla sicurezza in Svizzera. Se tuttavia membri di organizzazioni predisposte alla violenza dovessero venire in Svizzera più numerosi, ciò comporterebbe una minaccia per la sicurezza interna della Svizzera.

Mancano le basi legali che permetterebbero di riconoscere preventivamente, mediante misure tecniche, le minacce costituite da persone che risiedono in Svizzera.

Questo comporta lacune, poiché le autorità competenti dispongono solo in maniera limitata delle informazioni necessarie per adottare tempestivamente provvedimenti.

Le risorse di personale della Confederazione e dei Cantoni non permettono di osservare in modo adeguato le attività degli esponenti residenti in Svizzera.

Contro i membri delle organizzazioni predisposte alla violenza il SAP pronuncia un divieto d'entrata non appena vi sono informazioni concrete sull'identità e sulle attività di un determinato individuo. Il divieto d'entrata è un mezzo efficace per tenere lontane dalla Svizzera persone la cui presenza, per ragioni di sicurezza interna o esterna, è indesiderata. Tuttavia il divieto non costituisce una garanzia assoluta, poiché sussiste la possibilità che tali persone possano entrare in Svizzera eludendo i controlli.

In relazione al programma di sgravio 2003 vengono effettuate modifiche strutturali nel settore dell'asilo e degli stranieri, che riguardano i richiedenti l'asilo la cui domanda è manifestamente infondata o che assumono un comportamento abusivo nella procedura d'asilo. Come già previsto dal diritto vigente, non si entra nel merito di tali domande. Le persone oggetto di una decisione di non entrata nel merito passata in giudicato sono considerate persone straniere che soggiornano illegalmente in Svizzera e sono tenute a lasciarla immediatamente di loro spontanea volontà. D'ora in poi la Confederazione
non rimborserà più le spese d'aiuto sociale ai Cantoni, quando una decisione di non entrata nel merito è passata in giudicato. Questa misura non permette soltanto di ridimensionare le spese, ma anche di rafforzare la credibilità del sistema d'asilo svizzero, in quanto le limitate risorse a disposizione vengono utilizzate soltanto per fornire assistenza alle persone veramente bisognose di protezione. Inoltre, l'esclusione dalle strutture d'aiuto sociale in materia d'asilo di coloro che soggiornano illegalmente in Svizzera dovrebbe avere un effetto dissuasivo.

31

32

Cfr. legge sull'asilo, articolo 5 capoverso 1; sulla modifica e l'applicazione del diritto internazionale dei rifugiati nel caso di criminali, cfr. 95.3192 ­ postulato Stamm Luzi, presentato il 24.3.1995; Dichiarazione del Consiglio federale del 31.05.1995: il Consiglio federale propone di respingere il postulato; 14.03.1996 CN rifiutato.

Articolo 5 capoverso 2 della legge sull'asilo.

4490

3.4

Ricerca scientifica e formazione

3.4.1

Progetti nazionali di ricerca

L'accresciuta tendenza alla violenza in seno alla società anche da parte dei giovani, registrata negli ultimi anni è stata riconosciuta e presa seriamente in considerazione dal mondo scientifico e politico. Le conoscenze sulle cause e sulle forme del fenomeno della violenza giovanile sono ampie e fondate, anche se ancora oggetto di discussione in ambito scientifico.

Soprattutto nell'ambito del PNR 40 sul tema «Violenza nella vita quotidiana e criminalità organizzata»33, vari progetti parziali si sono occupati delle diverse forme della violenza. In questo contesto vanno segnalati i lavori di ricerca concernenti la violenza in età giovanile, la violenza in ambito privato e quella in ambito pubblico. I risultati delle ricerche nonché i progetti di prevenzione e d'intervento concernenti fenomeni concreti quali il vandalismo, il razzismo, la violenza giovanile o la violenza nelle scuole possono e devono servire da base per altre misure preventive e politiche. Il Fondo nazionale ha inoltre avviato un nuovo programma nazionale di ricerca (PNR 52) dedicato al tema «Infanzia, gioventù e rapporti generazionali in una società in cambiamento», in cui tra l'altro si analizza anche la problematica dell'aggressività e dei conflitti.

Il 15 giugno 2001 abbiamo deciso di sostenere con altri 4 milioni di franchi il PNR 40 «Violenza nella vita quotidiana e criminalità organizzata» e di realizzare il progetto complementare PNR 40+ «Estremismo di destra ­ Cause e contromisure», della durata di tre anni.

Lo scopo di questo progetto complementare è di capire le condizioni di nascita, le forme, la diffusione e le conseguenze delle attività e delle idee di estrema destra in Svizzera. Un'importanza particolare viene data al contesto sociale dell'estremismo di destra e all'esame di possibili contromisure. I risultati della ricerca dovranno creare le basi della strategia per affrontare in futuro l'estremismo di destra a livello comunale, cantonale e federale. Il progetto dovrà inoltre garantire il collegamento degli studi sull'estremismo di destra in Svizzera con le ricerche più attuali effettuate in altri Paesi.

In agosto e novembre 2003 i lavori di ricerca dei programmi esaminati sono stati avviati ed è previsto che si concluderanno entro il 200734.

Accanto alle ricerche nell'ambito dei programmi nazionali di ricerca
e ad altri studi universitari, anche alcuni servizi federali si sono occupati del tema della violenza.

Nel 2003 l'ex Commissione federale per la gioventù (CFG), ora Commissione federale per l'infanzia e la gioventù (CFIG), e il Servizio per la lotta al razzismo hanno ad esempio pubblicato due fascicoli sui temi dei giovani immigrati35 e della politica d'integrazione a misura dei giovani.36 Già nel 1999 la summenzionata commissione aveva pubblicato un opuscolo dal titolo «I giovani: vittime o carnefici», in cui si chiedevano varie misure a livello politico, avanzando anche proposte di realizzazione.

33 34 35 36

Cfr. http://www.snf.ch/NFP/NFP40/Home_d.html Cfr. http://www.nfp40plus.ch L'animazione socio-culturale in campo giovanile: Situazione attuale e prospettive delle attività con i giovani provenienti dalla migrazione.

Punti di forza da riconoscere e valorizzare. Prospettive per una politica d'integrazione a misura di bambini e giovani di origine straniera.

4491

Le conoscenze di base elaborate dai lavori di ricerca e le relative raccomandazioni di misure pratiche hanno condotto a progetti di prevenzione e d'intervento a livello cantonale e sovracantonale.

3.4.2

Campagne di prevenzione dei Cantoni

In quanto centro di competenza e di coordinazione della Conferenza dei direttori cantonali dei dipartimenti di giustizia e polizia (CDCGP), il Centro svizzero di prevenzione della criminalità ha il compito di elaborare e realizzare campagne e progetti volti a prevenire la criminalità. Nel 1999, insieme alle autorità di polizia svizzere e ad altre organizzazioni partner, operanti soprattutto nel settore dell'educazione, è stata ad esempio organizzata la campagna «Uniti contro la violenza », al cui centro vi è anche il tema della violenza giovanile.

La campagna coordinata dal Centro svizzero di prevenzione della criminalità ha indotto alcuni Cantoni a impegnarsi maggiormente nella prevenzione della violenza (soprattutto nei settori della polizia e della scuola). Già nel 1999, la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione ha effettuato un sondaggio sulle misure adottate contro la violenza nelle scuole. I risultati hanno evidenziato che, in confronto al sondaggio effettuato nel 1993, oggi è a disposizione più materiale informativo e scolastico sulla violenza e vi è una maggiore prevenzione. Circa quattro quinti dei Cantoni affermano di attuare campagne di prevenzione e progetti d'intervento sul tema della violenza nelle scuole. Anche a livello di polizia è stata promossa la prevenzione della violenza, in parte anche istituzionalizzandola.

3.4.3

Campagne di prevenzione della Confederazione

Anche a livello federale vari servizi si occupano di progetti volti a prevenire la violenza e in particolare quella giovanile. A titolo di esempio, accanto alla già menzionata Commissione federale per l'infanzia e la gioventù, si può citare l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), che ha avviato campagne di prevenzione primarie e secondarie negli ambiti della gioventù a rischio e della soluzione dei conflitti.

Da tre anni l'UFSP organizza la campagna nazionale di prevenzione «supra-f», destinata ai gruppi giovanili a rischio. Attualmente vi sono dodici servizi di prevenzione in sette Cantoni, che offrono consulenza ai giovani con problemi personali.

Per gli anni 2004­2007, l'UFSP prevede un'altra campagna di prevenzione destinata ai giovani e concernente la violenza, le droghe e i problemi psichici.

4492

Allegato

Consiglio Nazionale 02.3059 Postulato Gruppo popolare democratico Rapporto sul terrorismo. Aggiornamento Testo del postulato del 14 marzo 2002 Il Consiglio federale è incaricato di redigere all'attenzione del Parlamento un rapporto esaustivo sul fenomeno «estremismo» e sulle sue conseguenze per la sicurezza della Svizzera.

Il rapporto deve presentare in primo luogo una valutazione della situazione con informazioni relative a tutte le attività e alle tendenze dei movimenti estremisti.

Inoltre deve stimare, nei gruppi o negli individui estremisti, il potenziale di rischio, rappresentato dai cosiddetti «agenti dormienti», dagli appelli alla violenza, dal reclutamento, dal finanziamento delle azioni terroristiche, dalle attività illegali ecc.

Infine deve presentare il progetto del Consiglio federale di individuazione tempestiva e di prevenzione dei pericoli.

Relatore: Leu Motivazione Gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001 hanno diffuso nella popolazione mondiale insicurezza. Tuttavia non è solo la paura di nuovi attentati alla base di tale insicurezza. Le azioni di violenza a sfondo islamico-fondamentalista sono infatti in grado di suscitare diffidenza verso gruppi e movimenti musulmani, con il rischio di diffondere pregiudizi sommari e ingiustificati.

Attività estremiste possono velocemente degenerare in azioni illegali, di cui spesso sono vittima anche gruppi di stranieri che vivono in Svizzera. Si deve impedire che si arrivi a tanto. Il rapporto deve pertanto indicare come affrontare e sconfiggere il fenomeno dell'estremismo nell'ambito di una strategia generale. Cosa si deve intraprendere per riconoscere con anticipo simili attività e in base a quali criteri vanno affrontate?

Inoltre che ruolo ha la protezione della libertà religiosa? In Svizzera si abusa forse di questa libertà? Non sono forse necessari controlli preventivi e una certa sorveglianza per garantire la sicurezza dei cittadini e dello Stato?

Per placare la discussione e fugare le insicurezze è indispensabile non solo una valutazione chiara e trasparente della situazione, ma anche la certezza che contro i movimenti pericolosi estremisti si procede con sistematicità e attenzione.

Parere del Consiglio federale Il 16 marzo 1992, facendo seguito a parecchi interventi parlamentari, il Consiglio federale ha presentato al
Parlamento un rapporto completo sull'estremismo in Svizzera (92.033). Da quella data, il Rapporto sulla protezione dello Stato (da quest'anno si chiamerà: Rapporto sulla sicurezza interna della Svizzera) fa il punto ogni anno sulla minaccia rappresentata dall'estremismo violento, cosicché i rapporti speciali come quelli richiesti nel postulato rivestono un carattere eccezionale. Nell'autunno 2002 il Consiglio federale presenterà al Parlamento il rapporto finale «Analisi della situazione e dei rischi per la Svizzera dopo gli attentati terroristici dell'11 settembre 2001». In seguito si procederà all'aggiornamento del rapporto sull'estremismo.

4493

Dichiarazione del Consiglio federale Il Consiglio federale è disposto ad accettare il postulato.

Interventi parlamentari sul tema dell'estremismo a partire dal 1992 92.3382

Interrogazione ordinaria urgente Gruppo socialista, L'ordinanza ISIS e le direttive sulla protezione dello Stato, presentata il 22.9.1992, CN, 21.10.1992, CN, liquidata.

92.3593

Postulato Grendelmeier Verena, Rapporti periodici sull'estremismo, presentato il 18.12.1992, CN, 18.3.1994, CN, approvato, liquidato.

93.3349

Interpellanza Gruppo popolare democratico, Contro una Svizzera quale «oasi di insicurezza», presentata il 18.6.1993, CN, 17.6.1994, CN, liquidata.

93.3469

Interpellanza Schwab Heinz, Rafforzamento della sicurezza interna, presentata il 6.10.1993, CN, 18.3.1994, CN, liquidata.

95.3599

Interpellanza Frick Bruno, Rapporto sull'estremismo di destra in Svizzera, presentata il 20.12.1995, CSt, 21.3.1996, CSt, liquidata.

98.3574

Interpellanza Loeb François, Rapporto sull'antisemitismo. Conclusioni, presentata il 14.12.1998, CN, 19.3.1999, CN, la discussione viene rinviata, 21.9.1999, CN, l'intervento viene ripreso dalla signora Nabholz, 15.12.2000, CN, tolta di ruolo, perché pendente da più di due anni.

99.3271

Interpellanza Reimann Maximilian, Dichiarazioni dubbie della polizia federale sull'estremismo di destra, presentata il 15.6.1999, CSt, 5.10.1999, CSt, liquidata.

99.3175

Interpellanza Widrig Hans Werner, Pericoli per la sicurezza creati da cittadini di regioni in crisi o in guerra, presentata il 21.4.1999, CN, 20.3.2001, CN, liquidata.

00.1138

Interrogazione ordinaria Baumann J. Alexander, Sicurezza a Davos durante il World Economic Forum, presentata il 13.12.2000, CN, Risposta del Consiglio federale il 17.1.2000.

00.1094

Interrogazione ordinaria Freund Jakob, Riconoscere le cause dell'estremismo invece di combatterne i sintomi, presentata il 2.10.2000, CN, Risposta del Consiglio federale il 22.11.2000.

00.3059

Interpellanza Freund Jakob, Attività illegali su Internet. Ruolo di sorveglianza della Confederazione, presentata il 16.3.2000, CN, 23.6.2000, CN, liquidata.

00.3429

Interpellanza urgente Gruppo socialista, Estremismo di destra, presentata il 19.9.2000, CN, 5.10.2000, CN, liquidata.

00.3432

Interpellanza urgente Gruppo popolare democratico, Misure contro l'estremismo di destra, presentata il 19.9.2000, CN, 5.10.2000, CN, liquidata.

4494

01.1068

Interrogazione ordinaria de Dardel Jean-Nils, Registrazione delle persone nei sistemi di trattamento dei dati JANUS e ISIS, presentata il 21.6.01, CN, Risposta del Consiglio federale il 5.9.2001.

01.3024

Interpellanza Gruppo socialista, Conseguenze del World Economic Forum 2001, presentata il 5.3.2001, CN, 22.6.2001, CN, la discussione viene rinviata, 21.3.2003, tolta di ruolo, perché pendente da più di due anni.

01.3027

Interpellanza Gruppo ecologista, World Economic Forum. Stato d'emergenza, presentata il 6.3.2001, CN, 21.3.2003, tolta di ruolo.

01.3033

Interpellanza Gruppo radicale-democratico, Pelli Fulvio, Estremismo e violenza in occasione di congressi politici ed economici, presentata il 6.3.2001, CN, 22.6.2001, CN, liquidata.

01.3052

Interpellanza Dunant Jean Henri, Manifestazioni di estremisti stranieri, presentata l'8.3.2001, CN, 22.6.2001, CN, liquidata.

01.3255

Interpellanza Baumann J. Alexander, La Svizzera quale base di reclutamento, equipaggiamento e finanziamento delle fazioni in guerra in Jugoslavia, presentata il 9.5.2001, CN, 20.6.2001, CN, tolta di ruolo.

01.3293

Interpellanza Waber Christian, Terrorismo e antisemitismo. Posizione del Consiglio federale, presentata il 12.6.2001, CN, 5.10.2001, CN, liquidata.

01.3388

Interpellanza Leu Josef, Misure più severe nei confronti degli estremisti albanesi, presentata il 21.6.2001, CN, 20.6.2003, CN, tolta di ruolo.

01.3445

Interpellanza Hess Bernhard, Aumento dell'uso della violenza tra gli stranieri, presentata il 18.9.2001, CN, 14.12.2001, CN, liquidata.

01.3485

Mozione Freund Jakob, Rafforzamento della sicurezza dello Stato, presentata il 27.9.2001, 3.10.2003 CN tolta di ruolo, perché pendente da più di due anni.

01.3589

Interpellanza Teuscher Franziska, Svizzera e Genova: domande dopo l'incontro del G8, presentata il 4.10.2001, CN, 3.10.2003, tolta di ruolo.

01.3612

Interpellanza Suter Marc F., Lotta al terrorismo nell'UE. Ripercussioni in Svizzera, presentata il 05.10.2001, CN, 14.12.2001 CN, la discussione viene rinviata, 3.10.2003 CN tolta di ruolo, perché pendente da più di due anni.

01.3633

Postulato Leutenegger Oberholzer Susanne, Attentati terroristici.

Nuova valutazione dei rischi in Svizzera, presentato il 5.10.2001, CN, 14.12.2001, CN, accolto.

01.3652

Mozione Gruppo dell'Unione democratica di centro, Politica svizzera di sicurezza. Cambiamento di rotta, presentata il 16.11.2001, CN, 19.12.2003, CN, tolta di ruolo, perché pendente da più di due anni.

4495

01.3704

Mozione del Gruppo popolare democratico, Rimozione dei punti deboli nella prevenzione del terrorismo, presentata il 4.12.2001, CN, 22.3.2002, CN, osteggiata; la discussione viene rinviata, 19.12.2003, tolta di ruolo, perché pendente da più di due anni.

02.3164

Mozione Bühlmann Cécile, Skinheads nell'esercito, presentata il 22.3.2002, CN, 21.6.2002, CN, tolta di ruolo.

02.3504

Interpellanza Waber Christian, Islam: in contrasto con la nostra Costituzione?, presentata il 30.9.2002, CN, 21.3.2003, CN, la discussione viene rinviata.

02.3507

Interpellanza Dunant Jean Henri, Attività islamiche in Svizzera, presentata il 30.9.2002, CN, 13.12.2002, CN, liquidata.

02.3548

Interpellanza Gysin Remo, No global. Scambio dei dati tra autorità di polizia svizzere e straniere, presentata il 2.10.2002, CN, 13.12.2002, la discussione viene rinviata.

02.3583

Interpellanza Hollenstein Pia, Convocazione di manifestanti pacifici, presentata il 3.10.2002, CN, 13.12.2002, la discussione viene rinviata.

03.1049

Interrogazione ordinaria Teuscher Franziska, Sicurezza degli impianti nucleari nei confronti di attentati terroristici. Domande senza risposta, presentata il 8.5.2003, CN, Risposta del Consiglio federale del 10.9.2003.

03.3033

Postulato Dunant Jean Henri, Sorveglianza delle attività islamiche in Svizzera, presentato il 5.3.2003, CN, liquidato.

03.3292

Interpellanza Wicki Franz, Conseguenze sulla politica di sicurezza dopo il vertice del G8 di Evian, presentata il 16.6.2003, CSt, 2.10.2003, CSt, liquidata.

04.3216

Mozione Burkhalter Didier, Lotta contro il terrorismo. Misure preventive, presentata il 3.5.2004, CN, non ancora trattata nel plenum.

Rapporti e bibliografia (testi principali) Rapporti della Confederazione pubblicati ­

92.033 Extremismus in der Schweiz. Bericht des Bundesrates zum Extremismus in der Schweiz vom 16. März 1992

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DFGP (ed.),: Gruppo di lavoro interdipartimentale «Coordinamento e attuazione dei provvedimenti nell'ambito dell'estremismo di destra», Rapporto all'attenzione del Consiglio federale, ottobre 2001; Gianni D'Amato e Brigitta Gerber: Ausstiegshilfen für Extremistinnen und Extremisten auf der Rechten ­ Möglichkeit und Potentiale für die Schweiz; Rapporto conclusivo ­ redatto su incarico del gruppo di lavoro interdipartimentale REX; Schweizerisches Forum für Migrationsstudien; Neuchâtel, 1° novembre 2001

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DFGP (ed.): Scientology und Sekten in der Schweiz, Rapporto all'attenzione del Dipartimento federale di giustizia e polizia del dicembre 2000

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Analisi della situazione attuale e dei rischi per la Svizzera dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001. Rapporto del Consiglio federale al Parlamento del 26 giugno 2002. FF 2003, 1657

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