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24.009 Rapporto sulla politica estera 2023 del 31 gennaio 2024

Onorevoli presidenti e consiglieri, vi sottoponiamo il rapporto sulla politica estera 2023 affinché ne prendiate atto.

Gradite, onorevoli presidenti e consiglieri, l'espressione della nostra alta considerazione.

31 gennaio 2024

In nome del Consiglio federale svizzero: La presidente della Confederazione, Viola Amherd Il cancelliere della Confederazione, Viktor Rossi

2024-0288

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Compendio Il rapporto sulla politica estera 2023 offre una visione d'insieme della politica estera svizzera nell'anno in rassegna. In base all'articolo 148 capoverso 3 della legge sul Parlamento, il Consiglio federale presenta un resoconto sulle attività di politica estera, in particolare quelle legate alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 2020­2023), di cui il presente rapporto riprende la struttura. Il capitolo di approfondimento è dedicato quest'anno a un bilancio di questa strategia.

Mentre il capitolo 1 fornisce una valutazione del contesto di politica estera, che si è ulteriormente deteriorato rispetto al 2022, il capitolo 2 esamina dunque i risultati della SPE 2020­2023. L'obiettivo principale, ossia la regolamentazione dei rapporti con l'Unione europea (UE), non è stato ancora raggiunto. In generale, tuttavia, la Svizzera è riuscita, nonostante le circostanze difficili, a preservare i punti di forza della sua politica estera e a farne emergere di nuovi, per esempio nei settori della diplomazia scientifica e della digitalizzazione. La coerenza della politica estera è stata inoltre rafforzata tramite le strategie tematiche e geografiche del Consiglio federale, come illustrato nel capitolo 3.

Il capitolo 4 delinea una panoramica delle attività del 2023 nel quadro della prima priorità tematica della SPE 2020­2023: pace e sicurezza. Oltre a ripercorrere il primo anno di mandato nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (ONU), elenca le attività svolte negli ambiti della promozione della pace e dei diritti umani, della cooperazione in materia di sicurezza, del controllo degli armamenti e dell'aiuto umanitario. Il capitolo 5 tratta della seconda priorità tematica della SPE 2020­2023, la prosperità, spiegando come la Svizzera abbia approfondito la cooperazione bilaterale nel campo dell'economia e della ricerca in un contesto complesso e abbia saputo adattare la sua cooperazione allo sviluppo alle nuove sfide. La sostenibilità, terzo tema prioritario della SPE 2020­2023, viene affrontata nel capitolo 6. Per quanto riguarda l'Agenda 2030, anche nel 2023 i progressi compiuti sono stati insufficienti benché i negoziati multilaterali nel settore della biodiversità abbiano fatto registrare passi avanti con il nuovo accordo sulla protezione degli oceani. Il capitolo 7 affronta la quarta
e ultima priorità della SPE 2020­2023, la digitalizzazione, e spiega come la Svizzera abbia agito per rafforzare la Ginevra internazionale in questo settore e si sia impegnata a favore di un'adeguata governance digitale.

Gli sviluppi delle relazioni con l'UE, con i Paesi confinanti e con i restanti Paesi UE/AELS, oltre che con il Regno Unito, sono al centro del capitolo 8. I colloqui esplorativi con l'UE sono stati portati a termine ed è stato adottato il progetto di mandato negoziale da sottoporre a consultazione. Il capitolo 9 analizza le relazioni con le altre regioni del mondo, dedicando particolare attenzione alle scelte politiche effettuate in relazione della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e all'escalation di violenza in Medio Oriente. Nel capitolo 10 viene descritta la politica estera a livello multilaterale mentre il capitolo 11 tratta delle risorse, della gestione delle crisi e della comunicazione. Il capitolo 12 conclude il rapporto delineando alcune tendenze relative al 2024. Gli allegati comprendono un elenco dei rapporti del Consiglio federale su temi di politica estera, un elenco delle pubblicazioni rilevanti del Dipartimento

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federale degli affari esteri (DFAE) e un bilancio dettagliato della SPE 2020­2023 strutturato per obiettivi.

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Indice Compendio

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1

Sviluppi della geopolitica nel 2023 1.1 Continua l'aggressione della Russia contro l'Ucraina 1.2 Nuove escalation di violenza ai confini dell'Europa 1.3 Spostamenti dei rapporti di forza e frammentazione 1.4 Multilateralismo tra crisi e riforme

2

Tema prioritario: bilancio della Strategia di politica estera 2020­ 2023 11

3

Coerenza nella politica estera

14

4

Pace e sicurezza 4.1 Buoni uffici e promozione della pace 4.2 Sicurezza internazionale 4.3 Seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU 4.4 Diritti umani 4.5 Impegno umanitario 4.6 Migrazione e sfollamento forzato

16 16 17 18 20 20 21

5

Prosperità 5.1 Sistema economico globale 5.2 Accordi economici, finanziari e di libero scambio 5.3 Educazione, ricerca e innovazione 5.4 Cooperazione allo sviluppo

22 22 22 23 24

6

Sostenibilità 6.1 Agenda 2030 6.2 Ambiente e clima 6.3 Acqua 6.4 Energia 6.5 Finanza e governo d'impresa 6.6 Prevenzione delle catastrofi 6.7 Salute 6.8 Cultura

25 25 25 27 27 28 28 29 29

7

Digitalizzazione 7.1 Governance digitale 7.2 Cibersicurezza 7.3 Autodeterminazione digitale 7.4 Tech4Good 7.5 Diplomazia scientifica

29 29 30 31 31 32

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6 6 7 9 10

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8

Europa 8.1 Stabilizzazione della via bilaterale con l'UE 8.2 Altri temi legati all'UE 8.3 Relazioni con i Paesi limitrofi e i restanti Stati UE/AELS 8.4 Relazioni con il Regno Unito

32 32 34 37 38

9

Regioni e Paesi prioritari nel mondo 9.1 Eurasia 9.2 Americhe 9.3 MENA 9.4 Africa subsahariana e Francofonia 9.5 Asia e Pacifico

38 38 41 41 43 43

10 Multilateralismo 10.1 ONU 10.2 Ginevra internazionale e Stato ospite 10.3 OSCE, Consiglio d'Europa, CPE 10.4 OCSE, istituzioni di Bretton Woods e banche di sviluppo 10.5 G20 10.6 Diritto internazionale

44 44 45 46 46 47 47

11 Risorse 11.1 Rete esterna e personale 11.2 Gestione delle crisi e sicurezza 11.3 Servizi consolari 11.4 Comprensione della politica estera in Svizzera 11.5 Comunicazione internazionale all'estero

48 48 48 49 49 50

12 Prospettive

51

Elenco delle abbreviazioni

52

Allegati 1.

Rapporti del Consiglio federale in materia di politica estera 2.

Pubblicazioni del DFAE 3.

Raggiungimento degli obiettivi della SPE 2020-2023

56 62 66

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Rapporto 1

Sviluppi della geopolitica nel 2023

Anche nel 2023 le crisi e le guerre hanno tenuto il mondo con il fiato sospeso e hanno segnato profondamente la politica estera della Svizzera. Oltre all'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina, ancora in atto, si è registrata un'escalation di violenza in varie regioni ai confini dell'Europa. Dopo gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023, il futuro del Medio Oriente e del Nord Africa (regione MENA) è diventato ancora più incerto. Questi sviluppi negativi nel contesto regionale della Svizzera hanno inoltre avuto luogo sullo sfondo di cambiamenti di vasta portata della politica di potenza che mettono sempre più in discussione il dominio dell'Occidente. L'ordine internazionale minaccia di lasciare il posto a un disordine mondiale in cui la politica di potenza spinge sempre più ai margini il diritto internazionale e la sicurezza collettiva, i conflitti sono sempre più aperti e attori di ogni tipo mettono alla prova i propri margini di manovra. La fase di transizione attuale è caratterizzata da elevata instabilità e incertezza, e molti elementi fanno pensare che ci troviamo solo all'inizio di una svolta epocale. Il 2023 è stato infine segnato non solo dalle crisi di origine antropica ma anche da un numero insolitamente alto di catastrofi naturali, come i terremoti in Turchia, Marocco e Afghanistan.

1.1

Continua l'aggressione della Russia contro l'Ucraina

La Russia ha continuato a condurre la sua guerra di aggressione contro l'Ucraina, in palese violazione del diritto internazionale, e ha portato avanti la sua politica estera revisionista basata su un netto distacco dall'Occidente. L'anno in esame è stato caratterizzato, tra le altre cose, dall'annuncio dello stazionamento di armi nucleari tattiche russe in Bielorussia, dalla mancata proroga dell'accordo sul grano e dal braccio di ferro tra il gruppo Wagner e il Governo russo, che si è concluso con la vittoria di quest'ultimo. L'Ucraina, da parte sua, è stata in grado di resistere e di lottare per la propria esistenza grazie al sostegno militare e finanziario fornitole soprattutto dai Paesi occidentali e dall'UE, ma non è riuscita a liberare vaste aree del suo territorio occupato dalla Russia. La Federazione russa si sta preparando a un conflitto di lunga durata e ha dichiarato di voler raddoppiare, nel 2024, le spese militari. La questione di come, concretamente, si potrebbe giungere alla pace, è rimasta invece sullo sfondo.

La guerra scatenata dalla Russia minaccia la sicurezza e la prosperità dell'Europa. Nel secondo anno di guerra l'Occidente è apparso ancora ampiamente unito e la NATO, dopo un allargamento a nord, si è consolidata nella sua funzione di ancora di salvezza transatlantica. Nel 2023 si sono tuttavia evidenziate le prime crepe nel blocco occidentale, che potrebbero allargarsi nel 2024 a seconda dell'esito delle elezioni statunitensi e del diffondersi di una crescente stanchezza nei confronti della guerra nelle società europee. L'UE è comunque riuscita a rafforzare il proprio profilo geopolitico e ad ampliare la cooperazione nel campo della sicurezza e della difesa. Anche le forniture di munizioni all'Ucraina e le missioni di addestramento per l'esercito ucraino 6 / 78

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possono essere considerate sviluppi significativi. Una sfida è costituita dalle limitate capacità di produzione europee in questo ambito. Il processo di allargamento dell'UE ha nuovamente acquistato importanza strategica come strumento di politica estera, ma implica anche un aumento della pressione sulle riforme istituzionali dell'Unione. La Comunità politica europea si è dimostrata utile come piattaforma per il dialogo informale paneuropeo al più alto livello; il suo profilo dovrà però essere maggiormente definito. L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha invece dovuto affrontare una crisi istituzionale che è stata almeno temporaneamente disinnescata in occasione del Consiglio dei ministri di fine anno.

Il Consiglio federale ha aumentato gli aiuti all'Ucraina e con l'approvazione, il 29 settembre 2023, dello stanziamento di fondi per un importo pari a 100 milioni di franchi destinati alla bonifica di aree civili e agricole, ha reso lo sminamento umanitario una priorità per i prossimi anni. In questo modo è stato fatto un indispensabile passo verso la ricostruzione.

All'interno del gruppo di pilotaggio costituito a tale scopo, la Svizzera si impegna a favore dell'istituzione di un tribunale speciale per l'Ucraina in grado di perseguire il crimine di aggressione. Partecipa inoltre alle discussioni sulla formula di pace («Peace Formula») e promuove il dialogo sulla sicurezza europea, anche in seno all'OSCE.

Anche nel 2023 le decisioni contrarie alla riesportazione di materiale bellico fondate sulla legge sul materiale bellico e sul diritto della neutralità hanno suscitato le critiche di alcuni Stati europei. Con la sua politica nei confronti dell'Ucraina, l'Esecutivo ha tuttavia sottolineato che essere neutrali non significa essere indifferenti e che la Svizzera attribuisce grande importanza alla solidarietà, come dimostra la generosa accoglienza di persone in fuga dal Paese a cui è stato concesso lo statuto di protezione S.

Nell'anno in rassegna sono migliorate le prospettive di una stabilizzazione e regolamentazione dei rapporti con l'UE, un fatto significativo anche in termini geopolitici.

Alla fine del 2023 il Consiglio federale ha adottato il progetto di un nuovo mandato negoziale (n. 8.1).

1.2

Nuove escalation di violenza ai confini dell'Europa

L'anno in esame è stato caratterizzato da un maggiore ricorso alla violenza anziché al dialogo in vari altri conflitti di lunga data. Il quadro che emerge è quello di un arco di crisi intorno all'Europa che si estende dall'Eurasia al Medio Oriente arrivando fino al Sahel e al Sudan. Nonostante queste escalation abbiano cause locali specifiche, le accomuna un contesto geopolitico globale caratterizzato da una marcata polarizzazione e frammentazione e dall'assenza di un centro di potere ampiamente accettato. A farne le spese è di solito la popolazione civile. La richiesta di aiuti umanitari resta alta.

Gli sviluppi nel Nagorno-Karabakh hanno mostrato chiaramente una riduzione della coesione nella zona eurasiatica. Dopo decenni di sforzi diplomatici da parte dell'OSCE, della Russia e, più recentemente, dell'UE, l'Azerbaigian ha risolto il conflitto a proprio favore utilizzando mezzi militari e innescando un massiccio flusso di profughi verso l'Armenia. Non si possono escludere altri tentativi violenti di riassetto politico nel Caucaso meridionale. Il cammino verso una pace duratura nella regione è lungo ed esige un ulteriore sostegno esterno. Anche i Balcani occidentali sono diven7 / 78

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tati sempre più instabili. La retorica incendiaria, le esplosioni di violenza nel Nord del Kosovo e gli attacchi alle truppe della KFOR sono espressione delle crescenti tensioni tra Serbia e Kosovo e mettono a rischio il processo di normalizzazione tra i due Paesi.

In Bosnia e Erzegovina il conflitto continua a covare sotto la cenere mentre la mancanza di prospettive spinge soprattutto i giovani a emigrare, creando ulteriori problemi in tutti questi Paesi.

Gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre, e la reazione militare di quest'ultimo, sono uno degli sviluppi più drammatici dell'anno in esame. Il massacro e la cattura degli ostaggi rimarranno a lungo impressi nella memoria collettiva israeliana e segneranno una cesura nel conflitto mediorientale e nella regione. L'elevato numero di vittime palestinesi e la situazione umanitaria della popolazione della Striscia di Gaza traumatizzano la società palestinese e suscitano indignazione non solo nel mondo arabo. Si è pertanto creata una frattura tra la regione MENA e i Paesi del Sud globale, da un lato, e alcuni Paesi occidentali, sempre più spesso accusati di utilizzare due pesi e due misure, dall'altro. Oltre alle questioni umanitarie, al centro della diplomazia internazionale in questa crisi c'è il tentativo di prevenire un'escalation regionale.

Alcune dinamiche di riorganizzazione in atto della regione MENA sono state rese obsolete da questi sviluppi negativi. Un'ulteriore normalizzazione delle relazioni tra Israele e gli Stati arabi non sembra più essere realistica senza una soluzione negoziata della questione palestinese, che nelle condizioni attuali è tuttavia diventata ancora più difficile da realizzare. Anche progetti geoeconomici, come la prevista creazione di un corridoio tra l'India e la regione MENA verso l'Europa, difficilmente potranno essere portati a termine nel clima che si è venuto a creare. L'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti e le altre monarchie del Golfo, che stanno vivendo una forte crescita economica e perseguono una politica estera sempre più di alto profilo, probabilmente continueranno, invece, a comportarsi in modo incisivo e sicuro di sé. Il futuro delle relazioni tra Arabia Saudita e Iran, riprese con la mediazione della Cina, resta incerto. Per il momento Riad e Teheran continuano a puntare
sulla normalizzazione L'arco di crisi ai confini dell'Europa è completato dalla situazione del Sahel e del Sudan. Dal 2020 a oggi ci sono stati otto cambi di potere incostituzionali in sei Paesi.

Nel 2023 in Sudan è scoppiata una guerra civile che ha provocato grandi movimenti di profughi. Il regime militare insediatosi a Bamako ha imposto la fine della missione ONU MINUSMA. Anche il ritiro delle truppe francesi dal Mali e dal Niger e delle forze armate tedesche dal Mali mostra il fallimento degli sforzi di stabilizzazione.

L'influenza dell'Occidente è in calo. La regione del Sahel è caratterizzata da un progressivo, strisciante crollo delle istituzioni statali e dalla crescente minaccia dei gruppi terroristici islamici. La pressione a migrare verso nord è aumentata, e a causa delle molteplici crisi in corso nel suo vicinato, in Europa il timore di perdere il controllo delle frontiere esterne è tornato al centro delle preoccupazioni politiche. La riforma del sistema di asilo e della politica migratoria dell'UE ha fatto progressi nell'anno in esame, ma non è ancora stata completata e resta una notevole sfida. Il fatto che gli attacchi terroristici di Bruxelles e Arras siano stati opera di richiedenti l'asilo respinti e non rimpatriati ha reso più impellente il bisogno di agire. Il conflitto in Medio Oriente ha inoltre provocato tensioni in tutto il continente europeo e un aumento dell'antisemitismo.

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La reazione della Svizzera alle varie crisi è descritta in dettaglio nei capitoli principali del presente rapporto e spazia dall'invio di aiuti umanitari agli sforzi diplomatici. La promozione di dialoghi per un cessate il fuoco e soluzioni di pace rimane importante, sia a livello bilaterale, come tra Serbia e Kosovo, sia a livello multilaterale, in particolare nell'ambito del Consiglio di sicurezza dell'ONU. Ciò avviene, per esempio, attraverso la rete di rappresentanze svizzere nel mondo, ma anche mediante i tre ambasciatori speciali per la regione MENA, per il Sahel e per il Corno d'Africa. Sempre più spesso il Centro di gestione delle crisi (KMZ) del DFAE deve occuparsi dell'evacuazione del personale di ambasciate che si trovano in aree in cui si sono registrate escalation di violenza (p. es. dal Sudan). Per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente, il Consiglio federale ha deciso di mettere al bando, in Svizzera, l'organizzazione terroristica Hamas.

L'offerta dei buoni uffici è stata resa più difficile dal rifiuto di attori importanti a impegnarsi nel dialogo e dalla proliferazione dei mediatori, ma al di fuori dei principali focolai di tensione geopolitica, la Svizzera continua a essere una mediatrice richiesta grazie alla sua discrezione e professionalità, come dimostrano diversi nuovi mandati (p. es. in Colombia). La Svizzera ha anche operato come co-facilitatrice per il rilascio di prigionieri americani e iraniani. Nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, la flessibilità della Strategia di cooperazione internazionale (CI) ha permesso di apportare i necessari aggiustamenti ai programmi. Come altri Stati, la Svizzera dovrà riesaminare la propria politica per il Medio Oriente e per il Sahel.

1.3

Spostamenti dei rapporti di forza e frammentazione

Le relazioni tra gli Stati Uniti e la Cina restano instabili e in generale tese. In febbraio Washington ha abbattuto un pallone spia cinese e in ottobre ha esteso le limitazioni alle esportazioni nel settore dei chip. Pechino, da parte sua, ha imposto restrizioni all'esportazione di due metalli rari necessari all'industria dei semiconduttori, delle telecomunicazioni e dei veicoli elettrici. La tendenza a rimodellare catene del valore critiche non interessa soltanto le grandi potenze ma si sta manifestando in diversi altri Paesi occidentali industrializzati. Politica economica e politica di sicurezza sono quindi sempre più intrecciate. Concetti come quello di «de-risking» e i tentativi di aumentare la resilienza si riflettono nei dati relativi agli scambi commerciali. Il World Trade Report 2023 dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) mostra che sempre più spesso gli scambi sono influenzati dalle linee di faglia geopolitiche. Si tratta più di una regionalizzazione dovuta alla geopolitica che di una deglobalizzazione. A seguito del riesame delle interdipendenze e in vista della decarbonizzazione, anche nell'anno in rassegna gli Stati uniti e l'UE hanno portato avanti le loro iniziative di politica industriale («US Inflation Reduction Act», «EU Green Deal Industrial Plan»). In generale si assiste a un aumento degli interventi statali con regolamentazioni e dazi doganali discriminatori, ma anche blocchi alla rete e ostacoli alla circolazione dell'informazione, nonché restrizioni alle esportazioni e ai movimenti di capitale.

A fronte dei cambiamenti dei rapporti di forza, gli Stati del Sud globale hanno assunto un peso sempre maggiore. L'invito a tre Paesi del Golfo (Iran, Arabia Saudita, Emirati 9 / 78

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Arabi Uniti), a due Stati africani (Egitto, Etiopia) e all'Argentina ad aderire al gruppo dei BRICS riflette le nuove dinamiche e la frammentazione in atto nelle relazioni internazionali. Resta da vedere su quale agenda riusciranno a trovare un accordo i BRICS allargati. Un terreno comune potrebbe essere offerto dalla volontà di adattare l'ordine globale (ONU, istituzioni di Bretton Woods). Il Consiglio federale terrà conto di questi sviluppi politici nella sua Strategia di politica estera 2024-2027. Nel prossimo rapporto sulla situazione dell'economia svizzera presenterà un'analisi delle conseguenze delle attuali iniziative di politica industriale e della connessa corsa ai sussidi.

1.4

Multilateralismo tra crisi e riforme

La polarizzazione politica globale sta indebolendo il multilateralismo, come dimostra il fatto che il Consiglio di sicurezza dell'ONU non è stato in grado di svolgere adeguatamente il suo ruolo chiave nel mantenimento della pace. I suoi sforzi per mitigare l'escalation di violenza in relazione alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e agli altri conflitti citati non hanno portato all'auspicata riduzione della violenza militare. Per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente, nel 2023 è riuscito ad approvare due risoluzioni concernenti le questioni umanitarie e la protezione della popolazione civile, che tuttavia sono state attuate in modo insufficiente. La richiesta di riforme si è fatta più insistente, anche per le altre organizzazioni multilaterali. La settimana di apertura dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite di quest'anno è stata caratterizzata da una certa frustrazione per i numerosi blocchi e le violazioni del diritto internazionale, ma anche da un forte impegno nei confronti dell'ONU e di un multilateralismo più efficace.

Un importante ambito di riforme è costituito dall'architettura finanziaria internazionale e dalle banche multilaterali di sviluppo. Le discussioni hanno riguardato l'esigenza di coinvolgere maggiormente il Sud globale e di prestare più attenzione alle sfide che interessano tutti i Paesi del mondo, come la crisi climatica, l'insicurezza alimentare e le pandemie, oltre che di mobilitare maggiori risorse finanziarie, anche attraverso la cooperazione con il settore privato. Questo a fronte di un nuovo aumento della povertà estrema e di alti livelli di indebitamento in molti Stati in via di sviluppo ed emergenti. Le prime misure sono state introdotte, ma il divario di finanziamento resta ampio. Il fatto che anche il debito pubblico di molti Paesi che tradizionalmente figurano tra i donatori sia aumentato in modo significativo si sta rivelando un problema.

La Svizzera ha continuato a sostenere un multilateralismo mirato ed efficace e nel Consiglio di sicurezza ha rinsaldato il proprio profilo internazionalmente riconosciuto di costruttrice di ponti fondato sulle sue priorità ­ promuovere una pace sostenibile, proteggere la popolazione civile, affrontare la questione della sicurezza climatica, rafforzare l'efficienza. Ha per esempio guidato con successo
i negoziati sulla risoluzione per la proroga della missione EUFOR ALTHEA in Bosnia e Erzegovina, che è stata adottata all'unanimità in novembre. Si è battuta per le riforme anche all'interno di altri organismi: ha sostenuto la proposta di aggiungere un seggio nel Consiglio esecutivo del Fondo monetario internazionale (FMI) per i Paesi dell'Africa subsahariana, si è espressa a favore della definizione di chiare priorità per l'ampliamento del mandato 10 / 78

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della Banca Mondiale e ha chiesto un maggior coordinamento tra gli attori dello sviluppo. Nel quadro della diplomazia scientifica anticipatrice la fondazione GESDA (Geneva Science and Diplomacy Anticipator), istituita dal Consiglio federale e dal Cantone di Ginevra, ha posto una prima pietra miliare: il lancio dell'Open Quantum Institute e il suo insediamento al CERN, con l'obiettivo di mettere le tecnologie quantistiche al servizio del bene comune. Queste ultime favoriranno l'attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) dell'ONU. L'iniziativa mira infine a consolidare la posizione leader della Ginevra internazionale nello sviluppo di soluzioni di governance che guardino al futuro.

2

Tema prioritario: bilancio della Strategia di politica estera 2020­2023

Nel 2011 il Consiglio federale ha deciso di presentare una strategia di politica estera (SPE) all'inizio di ogni legislatura. La SPE 2020­2023 è stata la terza strategia di questo tipo e ha introdotto due novità: la formulazione di obiettivi specifici per il periodo legislativo di riferimento e la definizione della SPE come base per altre strategie geografiche e tematiche subordinate, contenenti a loro volta obiettivi e misure. Ha così preso forma il cosiddetto «schema a cascata» delle strategie. L'elaborazione di questi testi, così come l'attuazione e il monitoraggio, sono stati effettuati a livello interdipartimentale. Questo approccio, che ha permesso di delineare meglio l'orientamento della politica estera svizzera, ha reso visibili i conflitti tra gli obiettivi e ha rafforzato la coerenza, sarà portato avanti anche nella prossima legislatura.

Per certi versi, il periodo legislativo che si sta concludendo è stato il più difficile dalla fine della Seconda guerra mondiale a oggi. L'attuazione della SPE 2020­2023 ha avuto luogo in un contesto complesso, caratterizzato da molteplici crisi tra cui spiccano la pandemia di COVID-19 e la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. Entrambe hanno avuto ripercussioni in vari ambiti, come dimostrano i passi indietro registrati in relazione agli OSS ­ in particolare nel campo della lotta alla povertà ­ la crescente insicurezza alimentare, i rischi di interruzioni nell'approvvigionamento di energia e l'acuirsi delle tensioni all'interno del Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Queste dinamiche internazionali negative hanno più volte richiesto una ridefinizione delle priorità e un'attenzione particolare alla gestione delle crisi. È stato necessario evacuare tre ambasciate. La rete esterna, con i suoi servizi consolari di prossimità, si è dimostrata un solido pilastro operativo della politica estera. Nell'ambito dell'operazione di rimpatrio «FlyingHome», messa in atto nella primavera del 2020 nel contesto della pandemia di COVID-19, è per esempio è stato possibile riportare a casa 7255 persone con 35 voli dedicati da 41 destinazioni.

Nonostante le circostanze avverse, nella maggior parte dei casi gli obiettivi della SPE 2020­2023 sono stati raggiunti. Il Consiglio federale si è allontanato dall'importante obiettivo di avere relazioni regolamentate
con l'UE entro la fine del 2023, in quanto il voluto passaggio da un accordo istituzionale a un approccio «a pacchetto» ha determinato necessariamente un ritardo. Il bilancio complessivo della legislatura in termini di raggiungimento degli obiettivi è dunque eterogeneo, nonostante alcuni 11 / 78

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successi. La posizione di partenza nel dossier europeo è comunque migliorata con il nuovo approccio. Una panoramica complessiva dei 45 obiettivi si trova nell'allegato 3. I commenti che seguono si limitano ad alcune osservazioni su singoli aspetti.

Nel settore pace e sicurezza l'elezione della Svizzera a membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU per il biennio 2023­2024 può essere considerata una tappa fondamentale nella politica estera del nostro Paese. Malgrado la polarizzazione in seno al Consiglio, nel suo primo anno di mandato la Svizzera è riuscita a risultare credibile e ha messo in evidenza la propria volontà di condividere la responsabilità per la sicurezza internazionale (n. 4.3). Sul piano della promozione della pace e dei diritti umani, dell'impegno umanitario e della politica di controllo degli armamenti e di disarmo, è riuscita a mantenere il suo profilo distintivo ed è stata coinvolta in vario modo in una ventina di processi di pace. La focalizzazione sulla sicurezza europea si è rivelata appropriata, benché la svolta epocale in corso e il riemergere di impegnative questioni connesse alla neutralità non fossero state previste nella SPE. Con la Strategia di controllo degli armamenti e di disarmo 2022­2025 il Consiglio federale ha sottolineato l'importanza di un settore sottoposto a forti pressioni a livello internazionale.

Per quanto riguarda la prosperità, colpisce il fatto che l'economia svizzera si sia dimostrata straordinariamente solida a prescindere dalle crisi. Anche la capacità innovativa del Paese continua a rimanere elevata. È stato possibile ampliare e approfondire la rete di accordi economici bilaterali e sviluppare le relazioni con il Regno Unito attraverso la strategia «Mind the Gap» e l'approccio «Mind the Gap Plus». Il nuovo orientamento della cooperazione internazionale 2021­2024 si è dimostrato efficace.

La maggiore focalizzazione geografica e tematica ne ha aumentato l'impatto. Ciononostante non è stato possibile evitare alcune battute d'arresto in programmi di sviluppo a lungo termine, come quelli in corso nel Sahel o in Afghanistan. Una riprogrammazione si è resa necessaria sia a causa della pandemia che di questioni geopolitiche. Il Consiglio federale riferirà separatamente sull'attuazione della Strategia CI. A livello globale sono stati fatti
passi indietro anche nel campo della sostenibilità. La Svizzera è riuscita a ottenere qualche successo nel cammino verso il raggiungimento degli obiettivi della SPE, ma come gli altri Paesi ha dovuto riconoscere che i traguardi fissati negli accordi internazionali pertinenti non sono stati raggiunti. Il bilancio intermedio dell'Agenda 2030 è insoddisfacente, benché la sua accettazione politica a livello internazionale sia cresciuta.

Con la digitalizzazione il Consiglio federale ha definito una nuova priorità di politica estera. La strategia subordinata dedicata alla politica estera digitale per gli anni 2021­ 2024 ha attirato l'attenzione della comunità internazionale e si è rivelata uno strumento adeguato per delineare il profilo della Svizzera in questo campo. Grazie alla partecipazione attiva all'attuazione delle raccomandazioni dell'ONU sulla cooperazione in ambito digitale, la Svizzera ha potuto consolidare la sua posizione di leader nel campo dell'autodeterminazione digitale, rafforzando il ruolo di Ginevra come centro della governance in questo ambito: l'ONU vi sta aumentando la sua presenza e la Svizzera sta creando piattaforme innovative di dialogo e conoscenza all'incrocio tra diplomazia e scienza attraverso la fondazione GESDA.

Per quanto riguarda l'Europa, momenti chiave sono stati la decisione presa dal Consiglio federale il 26 maggio 2021 di interrompere i negoziati sull'accordo istituzionale con l'UE a causa di divergenze sostanziali in settori fondamentali e il lancio del nuovo 12 / 78

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approccio «a pacchetto», che punta a raggiungere un ampio equilibrio degli interessi e ad accrescere le possibilità di successo negoziale. Con questo modo di procedere l'Esecutivo intende stabilizzare e continuare a sviluppare la via bilaterale, tutelando gli interessi fondamentali del Paese.

Nel campo prioritario altre regioni il Consiglio federale ha concretizzato le misure, gli interessi e gli obiettivi specifici della Svizzera in alcune strategie subordinate: MENA, Africa subsahariana, Americhe, Sud-Est asiatico e Cina. Nel contesto della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina la Svizzera si è schierata dalla parte del diritto internazionale e ha sostenuto l'Ucraina, nel rispetto del diritto della neutralità e della propria legislazione. I programmi in corso da tempo nel Paese sono stati rapidamente adattati alla mutata situazione e sono stati inviati maggiori aiuti umanitari. In seguito, sulla base dei principi comuni per la ricostruzione adottati in occasione della «Ukraine Recovery Conference» tenutasi nel 2022 a Lugano, la Svizzera ha rafforzato il proprio sostegno all'Ucraina e alla Repubblica di Moldova. Lo sminamento umanitario è diventato una priorità. Dopo il rallentamento, dovuto alla pandemia, nella gestione delle relazioni internazionali volte a tutelare gli interessi svizzeri, entro la fine della legislatura la situazione si è normalizzata.

In ambito multilaterale la Svizzera ha sostenuto gli sforzi di riforma dell'ONU, per esempio per quanto concerne i metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza o la riforma del sistema di sviluppo. Vista la difficile situazione finanziaria del CICR, il Consiglio federale ha deciso di stanziare un contributo speciale di 50 milioni di franchi e ha allentato i termini di rimborso del prestito COVID-19 di 200 milioni di franchi. Per quanto riguarda gli incontri del G20, il Consiglio federale ha potuto partecipare regolarmente al «Finance Track».

Dal punto di vista delle risorse, il DFAE ha seguito il principio «riorganizzazione anziché espansione». Grazie a una costante ridefinizione delle priorità, è stato generalmente possibile affrontare le nuove sfide internazionali con le risorse esistenti. Ciò ha richiesto flessibilità e adattabilità a tutti i collaboratori e le collaboratrici, sia nella rete esterna che in Svizzera. I servizi
consolari e il KMZ del DFAE sono stati particolarmente richiesti in questi anni ma la professionalizzazione e la digitalizzazione di questi ambiti di lavoro hanno dato i loro frutti. Anche il settore della comunicazione è stato molto sollecitato per spiegare le decisioni della Svizzera connesse alle crisi in atto, in linea con la Strategia di comunicazione internazionale 2021­2024. Le relazioni tra la Svizzera e l'UE, le sanzioni contro la Russia, la neutralità, la questione della riesportazione di armi, la crisi della piazza finanziaria (Credit Suisse) e la messa al bando di Hamas sono solo alcuni esempi delle sfide che è stato necessario affrontare in questo ambito. Nel complesso, tuttavia, si può affermare che la Svizzera continua a godere di una buona reputazione sul piano internazionale. La nuova strategia di comunicazione internazionale sarà adeguata in funzione degli insegnamenti tratti dagli eventi degli ultimi quattro anni.

Il 31 gennaio 2024 il Consiglio federale ha adottato la Strategia di politica estera 2024­2027 e, pur mantenendo l'approccio a cascata, ha ridotto il numero di obiettivi di oltre il 30 per cento. Lo scopo è ridefinire le priorità in funzione delle persistenti dinamiche di crisi e delle misure di austerità. In un'epoca di grandi cambiamenti e di frammentazione politica globale, un'Europa stabile e prospera è ancora più importante per la Svizzera. Allo stesso tempo, continua a essere fondamentale mantenere rela13 / 78

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zioni costruttive con tutte le regioni del mondo, soprattutto a fronte della transizione in atto verso un mondo meno occidentalizzato. Altre priorità introdotte dalla SPE e derivanti dalle trasformazioni del contesto includono la concorrenzialità e la resilienza dell'economia, l'ambiente e la democrazia. L'Esecutivo continuerà a riferire annualmente al Parlamento con i rapporti sulla politica estera.

3

Coerenza nella politica estera

Nel contesto attuale, una politica estera coerente è ancora più importante. In questo senso lo schema a cascata delle strategie è uno strumento fondamentale perché rafforza la collaborazione tra i dipartimenti. Con l'adozione della Strategia Sud-Est asiatico 2023­2026 da parte del Consiglio federale e del Piano d'azione per lo sminamento umanitario 2023­2026 da parte del DFAE e del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS), lo schema è stato completato, nel quarto anno della legislatura 2019­2023, con due ultimi documenti di base. Contemporaneamente, all'inizio del 2024, l'Esecutivo ha adottato la Strategia di politica estera 2024-2027 ­ dopo averla sottoposta per la prima volta, per consultazione, ai Cantoni e alle Commissioni della politica estera delle Camere federali. La SPE 2024-2027 è il documento di riferimento dello schema a cascata delle strategie per la legislatura 2023-2027. Nell'estate del 2023 il DFAE e il Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) hanno condotto volontariamente una consultazione pubblica sulla nuova Strategia CI 2025-2028.

Figura 1: Schema a cascata delle strategie di politica estera 2020-2023.

Nell'ultima legislatura, la riorganizzazione della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) con il motto «Fit for purpose» (f4p), voluta dal consigliere federale Ignazio Cassis nel 2020, ha rappresentato un passo importante verso una coerenza ancora maggiore. Si trattava di verificare se la DSC disponeva di strutture organizza-

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tive adeguate all'attuazione della Strategia CI 2021-2024 e se erano necessari aggiustamenti.

L'analisi ha evidenziato che la complessità delle crisi attuali richiede una risposta multidisciplinare basata sull'uso coordinato di diversi strumenti. La Svizzera si trova sempre più spesso ad affrontare crisi prolungate e contesti fragili. Nel suo ruolo di attuazione della Strategia CI la DSC lavora con un numero sempre maggiore di partner (Stati, organizzazioni multilaterali, istituzioni scientifiche, ONG, rappresentanti del settore privato); il coordinamento delle attività nei progetti e nei programmi diventa sempre più impegnativo. Spesso vengono utilizzati contemporaneamente più strumenti della cooperazione internazionale: aiuto umanitario, cooperazione allo sviluppo, promozione della pace. Per questo motivo, nell'ambito della riorganizzazione f4p la DSC si è posta l'obiettivo di rafforzarne il coordinamento e la coerenza e di trasferire maggiori competenze alla rete esterna. Nello specifico, la riorganizzazione ha coinvolto i campi seguenti: 1.

«Nexus» con focalizzazione geografica: a causa del perdurare delle crisi, le attività dell'aiuto umanitario e della cooperazione allo sviluppo sono sempre più strettamente intrecciate. La maggior parte dei contesti richiede sia un sostegno a lungo termine alle riforme sia misure umanitarie a breve termine.

Durante la riorganizzazione sono dunque state create tre divisioni geografiche nexus (MENA­Europa, Africa subsahariana, Asia­America latina e Caraibi).

I rispettivi team sono ora formati da personale specializzato sia nel settore dell'aiuto umanitario sia in quello della cooperazione allo sviluppo, una soluzione che garantisce il coordinamento del loro operato. Anche la promozione della pace e la cooperazione multilaterale sono state integrate meglio nel lavoro della DSC. Questa integrazione istituzionale di competenze specialistiche provenienti da aree diverse consente un approccio multidisciplinare a livello di analisi in grado di rispondere a sfide globali complesse.

2.

Competenze tematiche: le competenze tematiche della DSC sono state riunite in un'unica divisione che si occupa dell'attuazione di programmi e progetti. Anche questa divisione punta a sfruttare nel modo migliore le sinergie tra i vari strumenti (aiuto umanitario, cooperazione allo sviluppo, promozione della pace). Consiglieri tematici regionali garantiscono poi il trasferimento delle conoscenze alle divisioni geografiche nexus svolgendo una funzione di cerniera. Per aumentare la coerenza a livello di Amministrazione federale si lavora inoltre attraverso reti tematiche interdipartimentali.

3.

Sussidiarietà: maggiori competenze sono state delegate alle unità nella rete esterna incaricate dell'attuazione senza che la semplificazione dei processi di pianificazione e di autorizzazione andasse a scapito della qualità.

L'operazione di riorganizzazione si è basata sui principi di coerenza, incremento dell'efficienza e neutralità di bilancio («riorganizzazione anziché espansione»). La struttura della DSC è stata armonizzata con quella delle altre direzioni del DFAE per ridurre il numero di interfacce e semplificare la collaborazione.

Dal 1° settembre 2022 la Direzione lavora secondo la nuova struttura organizzativa.

L'esperienza insegna che il cambiamento culturale associato all'introduzione di modifiche concrete richiede un po' tempo. La nuova sede di Zollikofen, occupata da set15 / 78

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tembre del 2023, è particolarmente adatta a favorire questo cambiamento culturale che permetterà di rispondere rapidamente a crisi e catastrofi e contemporaneamente di portare avanti i programmi di sviluppo a lungo termine (n. 4.5 e 5.4).

4

Pace e sicurezza

4.1

Buoni uffici e promozione della pace

In un contesto fortemente polarizzato, caratterizzato da molteplici crisi e da una sessantina di conflitti violenti, la Svizzera ha continuato a dare un contributo efficace alla pace. I suoi buoni uffici come strumenti di tutela degli interessi sono ancora richiesti, ma non possono essere dati per scontati. Esigono flessibilità, pazienza, innovazione e investimenti a lungo termine.

Con una ventina di programmi nazionali di politica di pace, e grazie alle competenze disponibili in materia, il Consiglio federale ha contribuito alla prevenzione, alla mitigazione e alla ricerca di una soluzione a numerosi conflitti violenti. Oltre ad adoperarsi per la promozione della pace a lungo termine, la Svizzera ha sfruttato il margine di manovra a propria disposizione per la risoluzione dei conflitti, la mediazione e il sostegno al dialogo, per esempio in Ciad e in Ucraina (n. 9.1).

In Colombia sta accompagnando i negoziati di pace tra il Governo e il gruppo di guerriglieri dell'Esercito di liberazione nazionale (ELN) e da metà ottobre funge da garante anche per quelli tra il Governo e le FARC-EMC, una frazione dissidente delle FARC, le Forze armate rivoluzionarie colombiane. Nella regione africana dei Grandi Laghi ha contribuito alla facilitazione del dialogo con i gruppi armati non statali allo scopo di prevenire i conflitti. In Sudan e in Camerun ha dovuto modificare i propri interventi a causa dello scoppio della guerra e dell'adeguamento del mandato. Contemporaneamente ha ottenuto altri mandati di mediazione riservati.

Grazie alle sue competenze la Svizzera ha contribuito a rafforzare le organizzazioni multilaterali e regionali. Ne hanno beneficiato i processi di pace dell'ONU per la Siria e la Libia (n. 9.3), così come il Fondo delle Nazioni unite per il consolidamento della pace, attivo in oltre 30 Paesi. Al Consiglio di sicurezza dell'ONU, nel quadro dell'agenda «Donne, pace e sicurezza», ha messo in primo piano, tra le altre cose, la partecipazione delle donne ai processi di pace. Si è concentrata poi sulla protezione della popolazione civile in caso di conflitti armati e si è impegnata per la protezione dei minori e delle infrastrutture essenziali, per la sicurezza alimentare e per le deroghe umanitarie ai regimi di sanzioni dell'ONU.

Alla luce delle crescenti tendenze autoritarie, il DFAE ha
sviluppato nuovi approcci diplomatici a sostegno della democrazia, tenendo conto per esempio del coinvolgimento della popolazione nei processi politici ed economici. In questo campo un altro strumento collaudato, ossia la firma di codici di comportamento prima delle elezioni, è stato utilizzato in Nigeria e nello Zimbabwe. Come nel 2022, la Svizzera ha inoltre organizzato una riunione di alto livello sul tema della promozione della democrazia con rappresentanti di Paesi africani, asiatici ed europei.

Il DFAE e il DDPS hanno lanciato il Piano d'azione per la lotta contro le mine 2023­ 2026, che oltre a prevedere il proseguimento dei programmi in corso nel mondo, per 16 / 78

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esempio i progetti in Cambogia, Colombia e Siria, si concentra sull'Ucraina (n. 9.1).

Per rafforzare i programmi globali nel campo della politica della pace, la Svizzera ha inviato esperti civili presso le missioni sul campo dell'ONU, dell'OSCE, dell'UE e di altre organizzazioni. Nel 2023, 181 collaboratori distaccati hanno svolto 203 incarichi multilaterali o bilaterali in 39 Paesi; 96 di questi incarichi hanno avuto luogo nell'ambito di 16 missioni di osservazione elettorale in 14 Stati. Il Consiglio federale ha contribuito in modo concreto alla promozione militare della pace inviando circa 280 militari in zone di conflitto: contingenti armati nei Balcani per missioni dirette dall'UE e dalla NATO, e militari non armati, tra cui osservatori, ufficiali di stato maggiore e periti militari (p. es. nell'ambito dello sminamento, della gestione delle scorte e del disarmo, della smobilitazione e della reintegrazione), che sono stati impiegati, tra le altre cose, in missioni dell'ONU o in interventi di potenziamento delle capacità in centri di istruzione regionali.

4.2

Sicurezza internazionale

La cooperazione internazionale in materia di politica di sicurezza è diventata ancora più importante nel secondo anno di guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. In linea con il rapporto complementare al rapporto sulla politica di sicurezza 20211 la Svizzera ha ampliato la cooperazione in questo ambito con l'UE, la NATO e gli Stati partner nel rispetto delle disposizioni del diritto della neutralità. Per quanto riguarda la NATO, che si è riconfermata il pilastro più importante della sicurezza europea, l'attenzione si è concentrata sullo sviluppo dell'esistente Partenariato per la pace. L'«Individually Tailored Partnership Programme» permette al nostro Paese di intensificare la collaborazione con l'Alleanza. Anche l'UE è diventata più attiva e capace di agire in relazione alle questioni di sicurezza e questo ha aperto nuove possibilità di cooperazione per la Svizzera. Le consultazioni sulla politica di sicurezza tra la Svizzera e l'UE sono state per esempio formalizzate nel novembre del 2023 con il lancio di un dialogo strutturato annuale. Nel contesto della rivalità tra le grandi potenze in Asia, la Svizzera ha messo a disposizione spazi di dialogo riservati.

Il deterioramento della situazione della sicurezza ha portato a un ulteriore aumento della spesa militare globale. Il controllo degli armamenti è diventato sempre più difficile, in contrasto con gli obiettivi della Strategia di controllo degli armamenti e di disarmo 2022­2025 del Consiglio federale, di cui la Svizzera ha messo in rilievo la priorità trasversale della governance delle nuove tecnologie. All'ONU la Svizzera si è adoperata per giungere a una regolamentazione delle armi autonome conforme al diritto internazionale umanitario. Alla conferenza sull'uso responsabile dell'intelligenza artificiale (IA), ha affrontato la questione dei rischi nucleari correlati. Sullo sfondo della convergenza di biotecnologie, chimica e altre scienze, si è detta favorevole all'istituzione di un meccanismo di valutazione dei progressi scientifici e tecnici nell'ambito della Convenzione sulle armi biologiche e si è impegnata per il rafforzamento della Convenzione sulle armi chimiche. Il suo coinvolgimento negli sforzi per migliorare la sicurezza degli impianti nucleari in caso di conflitti armati, come quello in corso in Ucraina, è stato per esempio sottolineato nella sessione straordinaria nu1

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mero 9334 del Consiglio di sicurezza dell'ONU, tenutasi il 30 maggio 2023. Sotto la presidenza svizzera, il consigliere federale Ignazio Cassis e il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), Rafael Grossi, hanno chiesto l'introduzione di principi atti a garantire il rispetto del diritto internazionale umanitario. Durante la sua presidenza del Regime di controllo delle tecnologie missilistiche la Svizzera ha contribuito al consolidamento di questo meccanismo. Ha inoltre sostenuto l'introduzione di uno strumento ONU non vincolante per la gestione delle munizioni nel settore del disarmo convenzionale.

Per quanto riguarda la lotta al terrorismo, la Svizzera si è impegnata per rafforzare la compatibilità delle sanzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU con lo Stato di diritto sostenendo il ruolo dell'ombudsman. Si è poi adoperata a favore di un'efficace attuazione dell'eccezione umanitaria ai regimi sanzionatori delle Nazioni Unite, adottata dal Consiglio di sicurezza nel 2022.

4.3

Seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU

Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2024 la Svizzera è membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e partecipa dunque a tutte le riunioni del Consiglio e dei suoi organi sussidiari con diritto di parola e di voto in tutti i dossier.

Per questo mandato il Consiglio federale ha definito quattro priorità: 1. costruire una pace sostenibile, 2. proteggere la popolazione civile, 3. affrontare la questione della sicurezza climatica e 4. rafforzare l'efficienza del Consiglio di sicurezza.

Benché l'ordine del giorno del Consiglio sia in gran parte determinato dai temi trattati nelle riunioni ordinarie e in quelle di emergenza legate all'attualità mondiale, la Svizzera è stata in grado di esercitare un'influenza e di portare avanti i suoi temi prioritari.

Il 9 gennaio, in qualità di «co-penholder» insieme al Brasile, è riuscita per esempio a far prorogare di sei mesi il mandato relativo agli aiuti umanitari transfrontalieri per la Siria. Dopo il terremoto del 6 febbraio in Siria e in Turchia ha chiesto la convocazione di diverse riunioni del Consiglio per discutere della situazione; una risoluzione non è stata tuttavia necessaria perché le autorità siriane hanno deciso di aprire temporaneamente altri due valichi di frontiera. L'11 luglio la Russia ha posto il veto su un'altra bozza di risoluzione presentata dalla Svizzera e dal Brasile relativa a una nuova proroga degli aiuti umanitari transfrontalieri. Anche in questo caso le autorità siriane hanno tuttavia autorizzato gli aiuti con una decisione unilaterale. La proroga di tre anni del mandato dell'Ufficio delle Nazioni Unite per l'Africa occidentale e il Sahel (UNOWAS) è stata facilitata dalla Svizzera in qualità di «co-penholder» del dossier.

In qualità di Paese che presiede il comitato per le sanzioni contro la Corea del Nord, la Svizzera ha agevolato il lavoro di questo organo sussidiario del Consiglio che opera in un difficile contesto geopolitico.

Nel loro ruolo di «focal point» del Consiglio per la Corte penale internazionale (CPI) la Svizzera e il Giappone hanno co-organizzato una riunione informale per discutere della necessità di intensificare la lotta contro l'impunità a livello internazionale, dell'efficacia dei meccanismi di responsabilità e della cooperazione tra il Consiglio di sicurezza e la CPI. In linea con la priorità «affrontare la questione della sicurezza climatica», la Svizzera, insieme agli Emirati Arabi Uniti, al Mozambico e a Malta ha 18 / 78

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co-presieduto il Gruppo informale di esperti su clima e sicurezza e ha proposto di adottare una serie di impegni comuni. Alla fine di agosto altri sette membri, tra cui Stati Uniti, Francia e Regno Unito, hanno aderito a questi impegni comuni. La Svizzera ha co-presieduto anche il Gruppo informale di esperti sull'agenda «Donne, pace e sicurezza». Nei vari incontri è stata affrontata la questione del ruolo delle donne nei processi di promozione della pace, in particolare in contesti come l'Afghanistan, il Sudan del Sud, il Mali, la Siria, Haiti e la Colombia. Quale «focal point» insieme al Brasile, sulla questione del rapporto tra fame e conflitti, la Svizzera ha favorito colloqui sulle situazioni urgenti e ha contribuito a far riconoscere la necessità di spezzare il circolo vizioso tra conflitti armati e insicurezza alimentare in una dichiarazione presidenziale adottata il 3 agosto.

Anche l'assunzione della presidenza di turno del Consiglio, in maggio, ha offerto alla Svizzera l'opportunità di perseguire le priorità tematiche summenzionate. Il 3 maggio il consigliere federale Ignazio Cassis ha per esempio presieduto un dibattito aperto sulla costruzione di un clima di fiducia, fondamentale per arrivare a una pace duratura, al quale ha partecipato anche l'alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, e il giorno successivo ha condotto una riunione sulla cooperazione tra l'ONU e l'OSCE. Il 23 maggio il presidente della Confederazione Alain Berset ha presieduto l'annuale dibattito aperto sulla protezione della popolazione civile nei conflitti armati.

Il 25 maggio, in occasione della Giornata dell'Africa e del 75° anniversario delle missioni di pace dell'ONU, la consigliera federale Viola Amherd ha presieduto una riunione del Consiglio sul tema del finanziamento delle missioni di pace guidate dall'Unione africana (UA) mentre il 30 maggio il consigliere federale Cassis ha guidato una riunione sulla sicurezza nucleare in Ucraina. Nell'ambito della priorità «rafforzare l'efficienza del Consiglio di sicurezza», per il mese di presidenza svizzera è stato pubblicato un programma di lavoro digitale, un'iniziativa che ha reso le attività di questo organismo più trasparenti. Con le sue competenze, il nostro Paese ha anche contribuito a far sì che le risoluzioni del Consiglio riflettessero
correttamente e pienamente i principi del diritto internazionale, e in particolare del diritto internazionale umanitario.

Il bilancio dopo il primo anno nel Consiglio di sicurezza dell'ONU è nel complesso positivo: la Svizzera era ben preparata ad assumere questo compito e la sua partecipazione è stata apprezzata e considerata affidabile dagli altri membri.

Purtroppo l'operato del Consiglio di sicurezza nel 2023 è stato insoddisfacente. Le tensioni geopolitiche ostacolano troppo spesso la concreta ricerca di soluzioni praticabili. Il clima di lavoro è molto teso e lo stallo su dossier chiave come quello ucraino e quello mediorientale (cap. 1) mette in evidenza la crescente diffidenza. Ciononostante, il Consiglio è stato in grado di agire in altri contesti, almeno per quanto riguarda la proroga dei mandati relativi alle operazioni di pace in corso.

Nell'anno in esame il Consiglio di sicurezza ha votato su 55 risoluzioni, cinque delle quali sono state bloccate dai veti. 50 risoluzioni sono state adottate. Sono state inoltre approvate sei dichiarazioni presidenziali e 37 dichiarazioni alla stampa.

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4.4

Diritti umani

A livello globale, la situazione dei diritti umani è peggiorata. Ciò è riconducibile a varie cause, come il crescente autoritarismo, i conflitti tra potenze sempre più numerosi, la difficile situazione economica e le conseguenze dei cambiamenti climatici. Per far fronte a queste sfide la Svizzera si è impegnata a livello bilaterale e multilaterale a favore dei diritti umani, che sono la pietra angolare della democrazia e il presupposto della pace e di uno sviluppo sostenibile.

Nel Consiglio dei diritti umani dell'ONU (CDU) la Svizzera è stata coautrice di risoluzioni in vari ambiti: pena di morte, matrimoni forzati, ambiente, consumo di droghe ecc. Per la prima volta è stata rappresentata a livello presidenziale nella Commissione sulla condizione delle donne. Per l'anno in rassegna era previsto anche l'Esame periodico universale della Svizzera al CDU. Nell'ambito di questa procedura sono state rivolte alla Svizzera 317 raccomandazioni che puntano a migliorare la situazione dei diritti umani nel Paese. In occasione del 4° vertice del Consiglio d'Europa la Svizzera ha ribadito il proprio sostegno al sistema della Corte europea dei diritti dell'uomo.

A livello bilaterale si sono tenute nuove tornate di dialogo con la Cina e l'Iran, rispettivamente a Berna e a Teheran. Si sono inoltre svolte consultazioni anche con il Sudafrica, l'Indonesia, il Messico e l'Unione europea. Un tema importante è stato quello della protezione delle minoranze e dei gruppi vulnerabili. La Svizzera si è impegnata per esempio nella lotta contro la discriminazione delle persone sulla base della loro fede o della loro visione del mondo, portando avanti, tra le altre cose, un progetto specifico nel Sahel. Il nostro Paese ha co-ospitato l'evento di alto livello organizzato dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani a Ginevra in occasione del 75° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani e del 30° anniversario della Dichiarazione di Vienna. Ha infine sostenuto l'Alto Commissariato con un contributo di 8,5 milioni di franchi suddiviso tra contributi per la sede centrale e finanziamento diretto di operazioni sul campo.

4.5

Impegno umanitario

Anche nel 2023 è aumentato il numero di coloro che dipendono dagli aiuti umanitari.

Circa 345 milioni di persone soffrono la fame e secondo le stime gli sfollati sono più di 108 milioni. In base alle valutazioni del Global Humanitarian Overview (GHO) dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), in questo ambito il fabbisogno finanziario ha raggiunto i 55,2 miliardi di dollari. Alla fine di ottobre i Paesi donatori avevano messo a disposizione 18,3 miliardi di dollari per i piani del GHO, pari al 33 per cento delle risorse totali necessarie quest'anno. In tale situazione di sottofinanziamento globale, la Svizzera è riuscita a mantenere stabile il proprio contributo.

Oltre a quella ucraina (n. 9.1) la Svizzera ha supportato la gestione di varie crisi umanitarie. La Catena svizzera di salvataggio è intervenuta dopo il terremoto che ha scosso la Turchia e la Siria in febbraio ed è riuscita a salvare 11 persone, mentre 35 membri del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) hanno fornito cure mediche a circa 400 persone e hanno messo a disposizione tende, materiale sanitario e set igienici per

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oltre 15 300 persone. La Svizzera, impegnata nell'area con un contributo di 60 milioni di franchi per il sostegno alla popolazione, ha saputo sfruttare le sinergie.

Per far fronte agli incendi boschivi e alle inondazioni in Grecia, una squadra composta di 23 membri del Corpo professionale dell'Esercito e di tre membri del CSA ha partecipato alle operazioni di spegnimento, trasporto di persone e distribuzione di materiale. In risposta alla crisi umanitaria in Medio Oriente, il Consiglio federale ha approvato un credito urgente di oltre 90 milioni di franchi destinato all'aiuto di emergenza.

A livello multilaterale, la Svizzera si è impegnata attivamente a favore di un aiuto umanitario lungimirante e a guida locale, che funzioni anche in contesti di lotta al terrorismo e di sanzioni. Il Consiglio federale ha quindi accolto l'eccezione umanitaria in regime di sanzioni adottata dal Consiglio di sicurezza dell'ONU nel 2022 nonché eccezioni umanitarie alle sanzioni dell'UE nei confronti della Siria. A fianco del CICR, la Svizzera sostiene la promozione del diritto internazionale umanitario sia in seno al Consiglio di sicurezza sia organizzando riunioni di esperti. Per migliorare l'applicazione del principio di protezione, la Svizzera e il CICR stanno portando avanti congiuntamente la ricerca di persone scomparse. A livello istituzionale la Svizzera rafforza finanziariamente il CICR. Per il 2023 il Comitato ha annunciato un potenziale deficit di 700 milioni di franchi; per sostenerlo, l'Esecutivo ha chiesto un credito aggiuntivo di 50 milioni di franchi (cap. 2).

4.6

Migrazione e sfollamento forzato

Nell'anno in rassegna, nuovi focolai di conflitto, condizioni climatiche estreme e l'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina hanno spinto centinaia di migliaia di persone ad abbandonare le loro case. La Svizzera ha investito nella riduzione delle cause dello sfollamento forzato e della migrazione irregolare e in una gestione dei flussi migratori più efficiente e rispettosa dei diritti umani2. A tale scopo ha cercato il dialogo con i Paesi del Corno d'Africa, dell'Africa occidentale e del Nord Africa, del Medio Oriente, dei Balcani occidentali e delle regioni dell'Ucraina e dell'Afghanistan. Ha inoltre avviato con il Marocco l'istituzione di un gruppo di lavoro congiunto e permanente sulle questioni migratorie. A livello multilaterale la Svizzera ha inserito nuovi temi relativi ai settori della protezione e dell'asilo nell'ordine del giorno del «Processo di Rabat», il dialogo euro-africano sulla migrazione, e sostiene il «Processo di Quito» nel contesto dei movimenti migratori dal Venezuela. Insieme all'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR), nel dicembre del 2023 ha ospitato a Ginevra per la seconda volta il Forum globale sui rifugiati incaricato di valutare l'attuazione del Patto globale dell'ONU sui rifugiati. Il nostro Paese si è adoperato per migliorare la gestione della migrazione economica intra-africana promuovendo l'introduzione di un quadro normativo più favorevole per le rimesse. Nonostante queste attività, la migrazione irregolare verso l'Europa è aumentata in modo

2

Ulteriori informazioni si possono trovare nel rapporto annuale del Consiglio federale sulle attività svolte dalla Svizzera nel settore della politica migratoria estera.

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significativo. La pressione migratoria rimane dunque elevata e potrebbe aumentare ancora, anche in Svizzera.

5

Prosperità

5.1

Sistema economico globale

La crescita economica globale ha continuato a rallentare, in particolare in Europa.

Questa situazione ha avuto ripercussioni soprattutto su alcuni dei principali partner commerciali della Svizzera. Anche l'economia svizzera è cresciuta più lentamente di quanto ci si attendeva. Il calo dei prezzi dell'energia ha frenato l'inflazione nell'anno in rassegna, ma nella maggior parte dei Paesi l'inflazione di fondo è scesa solo molto lentamente. Numerose banche centrali sono state quindi costrette a portare avanti le loro politiche monetarie restrittive ostacolando ulteriormente la domanda globale.

Le tensioni tra i partner commerciali globali non sono diminuite. Sia gli Stati Uniti che l'Unione Europea hanno avviato ampi programmi di politica industriale per rafforzare le loro economie (n. 1.3). Il commercio mondiale è sempre più segnato da fratture geopolitiche. Diversi Paesi hanno inasprito i controlli sugli investimenti effettuati sul loro territorio e imposto divieti di esportazione e di investimento all'estero nei campi dei semiconduttori, dei macchinari per produrre chip, dell'intelligenza artificiale ecc. La Cina ha risposto con restrizioni all'esportazione di importanti materie prime necessarie per la produzione di veicoli elettrici, telefoni cellulari e batterie.

Molte aziende hanno intensificato gli sforzi per ridurre al minimo i rischi politici e diversificare le loro catene di fornitura globali.

Nell'anno in esame la Svizzera ha portato avanti diverse iniziative di politica economica, tra cui l'introduzione di un registro degli aventi economicamente diritto. L'attuazione del progetto dell'OCSE e del G20 sull'imposta minima applicabile alle imprese è entrata in vigore il 1° gennaio 2024 (n. 10.4). Il Consiglio federale ha inoltre adottato il messaggio concernente una legge sulla verifica degli investimenti elaborata in adempimento della mozione Rieder 18.3021 e ha approvato la Strategia marittima 2023-2027. Il Parlamento ha discusso in merito all'introduzione dell'imposta sul tonnellaggio applicabile alle navi. Nel mondo finanziario, il fallimento di Credit Suisse è stato al centro dell'attenzione. Nonostante le sfide l'economia svizzera ha mostrato di avere una notevole tenuta.

5.2

Accordi economici, finanziari e di libero scambio

Nel 2023 è entrata in vigore la Convenzione con l'Etiopia per evitare la doppia imposizione. Attualmente la Svizzera ha firmato convenzioni di questo tipo con oltre 100 Stati e territori. Il nostro Paese dispone inoltre ora di una rete di 33 accordi di libero scambio (ALS) con 43 partner, che si affiancano alla Convenzione AELS e all'ALS con l'UE. In giugno è stato firmato un nuovo ALS tra l'AELS e la Repubblica di Moldova. Sono in corso negoziati per nuovi accordi con vari Paesi o gruppi di Paesi (Kosovo, India, Vietnam, Thailandia, Malaysia, MERCOSUR) mentre con il Cile, il Messico e l'Unione doganale dell'Africa australe si sta negoziando un aggiornamento 22 / 78

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degli accordi esistenti. Inoltre, sono stati avviati due processi di aggiornamento: da una parte lo sviluppo dell'accordo commerciale bilaterale tra la Svizzera e il Regno Unito, dall'altra la modernizzazione dell'ALS tra gli Stati dell'AELS e l'Ucraina. Nel dicembre del 2023 il Consiglio federale ha poi concluso con il Regno Unito un accordo globale di riconoscimento reciproco nel settore dei servizi finanziari.

Le attività negoziali all'interno dell'OMC si sono concentrate sui preparativi per la 13a Conferenza ministeriale ordinaria che si svolgerà a febbraio 2024 negli Emirati Arabi Uniti. La questione centrale è la riforma dell'OMC e in particolare il ripristino di un meccanismo di risoluzione delle controversie funzionante. Nel 2023 nel quadro dell'OMC si sono svolti negoziati plurilaterali sulla facilitazione degli investimenti per lo sviluppo il cui obiettivo è agevolare gli investimenti internazionali garantendo una maggiore trasparenza e procedure più semplici. L'accordo sarà adottato formalmente durante la 13a Conferenza ministeriale.

5.3

Educazione, ricerca e innovazione

Per il periodo 2021­2024 l'Assemblea federale ha stanziato in totale 28 miliardi di franchi destinati al settore dell'educazione, della ricerca e dell'innovazione (ERI).

Grazie a questi investimenti a lungo termine e a varie altre misure volte a garantire condizioni quadro favorevoli, il sistema ERI svizzero ottiene regolarmente ottimi piazzamenti nelle classifiche internazionali. La Svizzera rimane per esempio uno dei Paesi di maggior successo del mondo in termini di quantità e qualità delle pubblicazioni scientifiche. Nel 2023 ha inoltre conquistato di nuovo, per la 13a volta di seguito, il primo posto nel Global Innovation Index dell'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI).

La pandemia di COVID-19 ha dimostrato che le infrastrutture di ricerca nazionali e internazionali in cui la Svizzera è da tempo coinvolta possono dare un contributo prezioso in caso di crisi della salute pubblica. Dalla scorsa estate la Svizzera fa parte di sei reti di infrastrutture di ricerca europee aventi la forma giuridica di un consorzio per un'infrastruttura europea di ricerca (European Research Infrastructure Consortium, ERIC).

Il nostro Paese ha ulteriormente ampliato le sue relazioni bilaterali nel settore ERI con alcuni Stati, tra cui in particolare il Brasile, il Canada, la Corea del Sud, gli Stati Uniti, il Giappone, il Regno Unito e Singapore, concentrandosi su ambiti specifici di interesse strategico come la ricerca quantistica.

A livello multilaterale la Svizzera sostiene vari organismi, come le agenzie dell'ONU, il Consiglio d'Europa e l'OCSE. Quest'ultima è molto importante nel settore ERI per il nostro Paese, che partecipa attivamente ai lavori del Comitato per la politica scientifica e tecnologica e del Comitato per l'educazione.

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5.4

Cooperazione allo sviluppo

Nell'anno in rassegna la cooperazione allo sviluppo della Svizzera ha dovuto affrontare ancora una volta una serie di crisi che si sono alimentate a vicenda. Per questo motivo il Consiglio federale ha accentuato il coordinamento tra le unità organizzative a vari livelli.

Gli effetti sempre più evidenti dei cambiamenti climatici, come siccità, inondazioni e ondate di calore, colpiscono in modo particolarmente duro i Paesi più poveri e fragili, aggravando le vulnerabilità esistenti (crisi alimentari, violenti cambi di regime, malgoverno, conflitti e stagnazione economica) e compromettendo il rispetto dei diritti umani. Per questa ragione, la Svizzera sostiene per esempio lo sviluppo sostenibile delle regioni montuose e le strategie di adattamento nell'Africa orientale, nell'Hindukush (Himalaya), nelle Ande e nel Caucaso meridionale. L'esperienza accumulata con l'impiego di strumenti consolidati, come la Convenzione delle Alpi, viene sfruttata nei centri regionali e viene migliorata la situazione locale sul piano dei dati, messi in rete a livello globale. Ciò contribuisce a garantire un iter decisionale fondato su basi scientifiche. Pace, sicurezza e democrazia sono sempre più sotto pressione. Con 110 progetti in corso in contesti fragili e di conflitto, la cooperazione allo sviluppo della Svizzera contribuisce alla prevenzione dei conflitti e alla promozione della pace; da decenni i suoi programmi mettono in primo piano la democratizzazione, il buongoverno e il rispetto dei diritti umani.

Anche la salute globale e i relativi finanziamenti sono sotto pressione a causa delle conseguenze della pandemia di COVID-19, dei cambiamenti climatici e dei conflitti.

La crescente complessità delle sfide e la competizione per le risorse limitate stanno portando a una frammentazione che riguarda tutti gli attori coinvolti. Un miglior coordinamento è dunque essenziale per aumentare l'efficienza. In questo spirito la Svizzera è membro del Global Council on Inequality, AIDS and Pandemics, fondato nel 2023 dal Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS (UNAIDS), e nei suoi Paesi prioritari rafforza i sistemi sanitari e la prevenzione delle pandemie.

La sicurezza alimentare globale rimane a rischio nonostante una certa stabilizzazione.

L'aumento dei prezzi dei generi alimentari ha fatto sì che il numero
delle persone che soffrono la fame, oggi, sia più alto rispetto al periodo pre-crisi COVID-19. La Svizzera sostiene quindi lo sviluppo di sistemi alimentari resilienti e sostenibili, per esempio in Tanzania, Ciad, Niger e India, attraverso la reintroduzione di varietà dimenticate di cereali, ortaggi e legumi. In Benin sostiene la creazione di sistemi di finanziamento nazionali per i settori prioritari dell'agricoltura e della pastorizia. Oltre a finanziare progetti infrastrutturali agro-pastorali, fornisce un sostegno non finanziario nel campo della ricerca applicata e della consulenza, dello sviluppo di capacità e della certificazione e commercializzazione dei prodotti.

In qualità di ospite di due conferenze internazionali, la Svizzera ha contribuito a rendere prioritaria la formazione nella cooperazione allo sviluppo. In occasione della prima conferenza di finanziamento del Fondo delle Nazioni Unite per l'istruzione in situazioni di emergenza e di crisi a lungo termine, «Education Cannot Wait», che si è svolta a Ginevra in febbraio, è stato possibile mobilitare 826 milioni di dollari; la Svizzera metterà a disposizione 35 milioni di franchi entro il 2026. Sempre a Ginevra, il secondo Congresso annuale della cooperazione internazionale della Svizzera (Inter24 / 78

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national Cooperation Forum Switzerland) si è svolto all'insegna del motto «Education for Future». Nell'ambito del programma «Solution-oriented Research for Development», un'iniziativa congiunta della DSC e del Fondo nazionale svizzero, sono stati selezionati, attraverso un processo competitivo, partenariati transdisciplinari tra la Svizzera e alcuni Paesi in via di sviluppo.

Tutte le sfide e i problemi menzionati colpiscono le donne e le bambine in una maniera superiore alla media. Per questo motivo, per esempio, nella Macedonia del Nord la Svizzera appoggia il Governo nell'elaborazione di una legislazione e di un bilancio che garantiscano la parità di genere. Per contrastare la crescente restrizione delle libertà civili, in Medio Oriente e Nord Africa sostiene iniziative locali che si concentrano sulla partecipazione politica delle donne.

La cooperazione allo sviluppo è anche alla ricerca di nuove fonti di finanziamento.

Attraverso la cooperazione con il settore privato, la Svizzera sostiene, per esempio, il fondo «BUILD» nato nel 2020 da un'iniziativa congiunta del Fondo delle Nazioni Unite per il finanziamento dell'attrezzatura-capitale e dalla società di capitali svizzera «Bamboo Capital Partners». Questo fondo innovativo punta a mobilitare 200 milioni di dollari provenienti da investitori privati per metterli a disposizione delle PMI orientate alla sostenibilità nei Paesi in via di sviluppo. La Svizzera vi partecipa con 14 milioni di franchi (di cui 9 milioni destinati allo Zambia e allo Zimbabwe).

6

Sostenibilità

6.1

Agenda 2030

L'Agenda 2030, con i suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), costituisce il quadro di riferimento globale per uno sviluppo sostenibile. Il 2023 ha segnato la fine della prima metà del periodo di attuazione dell'Agenda e il bilancio è sconfortante: il rapporto 2023 sugli OSS redatto dall'ONU ha rilevato progressi insufficienti per la metà degli obiettivi e progressi nulli se non addirittura peggioramenti per un terzo di essi. Solo per il 12 per cento degli obiettivi la situazione risulta in linea con le attese.

Ciò è dovuto in parte alle molteplici crisi che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Per avere ancora una possibilità di raggiungere gli obiettivi, l'ONU chiede maggiore volontà politica e chiarezza nel finanziamento. Questi temi sono stati ripresi anche al vertice dei capi di governo sugli OSS. I Paesi in via di sviluppo saranno ancora sostenuti nell'attuazione dell'Agenda 2030 e nell'introduzione di riforme.

6.2

Ambiente e clima

Nell'ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, l'Assemblea generale dell'ONU ha approvato a giugno un nuovo strumento giuridicamente vincolante per contrastare la perdita di biodiversità negli oceani. Insieme al quadro globale adottato l'anno precedente, l'accordo, volto a garantire la conservazione e l'uso so-

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stenibile della biodiversità marina nelle zone non soggette a giurisdizione nazionale3, crea le condizioni per assicurare il rispetto della diversità biologica entro il 2030 in almeno il 30 per cento delle aree terrestri e marine. Nel contesto dell'attuazione della Convenzione sulla diversità biologica4, in agosto è stata approvata la creazione del nuovo Fondo quadro globale per la biodiversità concordato a Montreal nell'ambito del Fondo globale per l'ambiente (GEF). Nel mese di novembre, a Ginevra, si è inoltre svolto il primo ciclo di negoziati per la creazione di un meccanismo multilaterale di condivisione dei benefici derivanti dall'uso delle informazioni sulle sequenze genetiche digitali (Digital Sequence Information, DSI).

In occasione della sua quinta riunione, la Conferenza internazionale per la gestione delle sostanze chimiche ha adottato alla fine di settembre, a Bonn, un nuovo quadro globale per la gestione sicura e sostenibile di queste sostanze e dei rifiuti pericolosi.

I lavori per un accordo internazionale giuridicamente vincolante per combattere l'inquinamento da plastica sono stati portati avanti in due tornate negoziali. Altri due cicli di negoziati hanno riguardato la creazione di un panel scientifico internazionale nel campo dei prodotti chimici, dei rifiuti e del controllo dell'inquinamento. Questi strumenti contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile. In settembre la Svizzera ha ospitato e co-presieduto l'incontro intergovernativo globale del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (PNUA) su minerali e metalli, durante il quale gli Stati membri hanno esaminato soluzioni atte a rafforzare la sostenibilità ambientale delle materie prime.

Nel 2023 si è svolto il congresso dell'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM), che ha cadenza quadriennale. Per la prima volta è stata eletta una donna, Celeste Saulo (Argentina), alla carica di segretaria generale. La Svizzera continua a far parte dell'organo direttivo. In occasione del congresso, l'OMM ha fissato come priorità assoluta l'attuazione dell'iniziativa delle Nazioni Unite «Early Warnings for All». L'iniziativa chiede che entro il 2027 tutte le persone nel mondo siano protette da eventi climatici e meteorologici pericolosi grazie a sistemi di allerta precoce. La Svizzera,
che sostiene l'OMM nel suo lavoro volto a migliorare il flusso di informazioni meteorologiche e climatiche critiche per il sistema delle Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie, dà un contributo fondamentale in tal senso.

Il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) ha concluso a luglio il suo sesto ciclo di rapporti pubblicando sei documenti sullo stato attuale e sul futuro del clima e ha nominato il britannico Jim Skea nuovo presidente dell'organizzazione. La Svizzera ha fatto parte dell'organo direttivo. In occasione della 28a Conferenza delle Nazioni Unite sul clima tenutasi in dicembre a Dubai si è svolta la prima revisione globale degli sforzi fatti finora per raggiungere gli obiettivi fissati dall'Accordo di Parigi. Si è deciso di eliminare gradualmente i combustibili fossili, di accelerare le misure da attuare durante questo decennio, di raggiungere l'obiettivo dello zero netto entro il 2050, di potenziare in maniera massiccia le energie rinnovabili e di 3

4

Disponibile all'indirizzo: www.un.org/bbnj > Documents > Fifth Substantive Session > Certified True Copy of the Agreement under the United Nations Convention on the Law of the Sea on the conservation and sustainable use of marine biological diversity of areas beyond national jurisdiction.

Disponibile all'indirizzo: www.cbd.int > Biodiversity Convention > Text of the Convention.

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migliorare l'efficienza energetica entro il 2030; sono state inoltre gettate le basi per rendere operativo un nuovo fondo per le perdite e i danni (Loss and Damage Fund).

In occasione della seconda ricostituzione delle risorse del Fondo verde per il clima (Green Climate Fund, GCF), la Svizzera ha promesso un contributo di 135 milioni di franchi. Infine, il nostro Paese ha concluso accordi bilaterali con la Tunisia e il Cile per l'attuazione di progetti di riduzione delle emissioni. Questi trattati disciplinano le condizioni per la compensazione delle riduzioni di emissioni secondo gli impegni presi dalla Svizzera nell'ambito dell'Accordo di Parigi. L'Organizzazione marittima internazionale ha adottato una nuova strategia di riduzione delle emissioni di gas serra delle imbarcazioni. La strategia fissa l'obiettivo dello zero netto per il 2050 e l'introduzione di combustibili alternativi e neutri in termini di emissioni entro il 2030.

Nell'ambito dell'Autorità internazionale dei fondi marini la Svizzera si è espressa a favore di una moratoria sull'estrazione di minerali in acque profonde.

6.3

Acqua

La Svizzera sfrutta il proprio know-how nell'ambito dell'uso responsabile dell'acqua per sostenere la conservazione di questa risorsa vitale e per garantire che sia distribuita equamente e in modo da promuovere lo sviluppo. In occasione della sua visita nell'Asia centrale, il consigliere federale Ignazio Cassis ha ribadito l'importanza di una gestione sostenibile delle acque transfrontaliere tra Paesi confinanti. L'iniziativa svizzera «Blue Peace» offre soluzioni tecniche e giuridiche per facilitare il dialogo politico e contribuisce alla promozione della pace e della stabilità disinnescando potenziali conflitti connessi alle risorse idriche.

Nel marzo del 2023 la Svizzera ha anche svolto un ruolo attivo alla Conferenza delle Nazioni Unite sull'acqua co-presiedendo il dialogo interattivo sulla gestione delle acque transfrontaliere e sostenendo la nomina di un inviato speciale dell'ONU per l'acqua e i servizi igienico-sanitari. Ha inoltre partecipato alla stesura della risoluzione sull'acqua, adottata dall'Assemblea generale in settembre. In seno al Consiglio di sicurezza ha convocato un incontro a livello ministeriale sulla protezione dei servizi e delle infrastrutture idriche vitali in caso di conflitti armati.

6.4

Energia

La crisi energetica innescata dalla guerra contro l'Ucraina non è stata del tutto superata e la Svizzera ha adottato nuove misure per aumentare la sicurezza dell'approvvigionamento del Paese: con l'Italia è stata firmata una dichiarazione congiunta sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas e sono in corso negoziati per ottenere l'inclusione del nostro Paese nell'accordo di solidarietà tra Italia e Germania. Nel settore dell'energia nucleare l'approvvigionamento di combustibile per le centrali svizzere è garantito dalla diversificazione dei Paesi fornitori. In quello dell'energia elettrica, la conclusione di un accordo con l'UE è fondamentale per assicurare l'approvvigionamento. Questo rimane l'obiettivo del Consiglio federale (n. 8.1).

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La Svizzera ha incentivato l'accesso a energia pulita e a prezzi accessibili, una maggiore efficienza energetica e la decarbonizzazione del settore dell'energia nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti. Ha sostenuto progetti per promuovere un modo di cucinare ecologico ed efficiente, la diffusione di energia idroelettrica sostenibile, l'integrazione delle energie rinnovabili variabili nelle reti elettriche e le piccole reti a energia solare, e si è adoperata per aumentare l'efficienza energetica degli edifici e delle città. La Svizzera ha partecipato inoltre alle attività del gruppo «Friends of Fossil Fuel Subsidy Reform».

6.5

Finanza e governo d'impresa

Il Consiglio federale ha formulato la sua posizione sul greenwashing nel mercato finanziario e ha chiesto di svolgere i necessari lavori di implementazione per garantire che la clientela non possa essere ingannata in merito alla sostenibilità dei prodotti finanziari. Ha inoltre elaborato l'ordinanza concernente la relazione sulle questioni climatiche, obbligatoria anche per i grandi istituti finanziari. L'entrata in vigore è prevista per il 2024, le prime relazioni dovranno essere presentate nel 2025. Nel corso dell'anno sono stati perfezionati gli indicatori di compatibilità climatica («Swiss Climate Scores») in modo da aumentare la trasparenza dei prodotti finanziari. Il rispetto dei diritti umani da parte degli attori economici è un prerequisito dello sviluppo sostenibile. Nel quadro del Piano d'azione nazionale «Imprese e diritti umani» 2020­ 2023, la Confederazione ha pertanto offerto un sostegno alle imprese affinché fossero in grado di rispettare i loro obblighi di diligenza in questo campo.

6.6

Prevenzione delle catastrofi

La Svizzera è considerata all'avanguardia, a livello internazionale, nella riduzione del rischio di catastrofi. In forum globali come il Consiglio di sicurezza dell'ONU o durante gli scambi con l'UE ha affrontato il tema del nesso tra cambiamenti climatici, rischi naturali, sviluppo sostenibile e sicurezza. Un incontro di alto livello dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha segnato, nel 2023, la metà del percorso di attuazione del Quadro di riferimento di Sendai per la riduzione del rischio di catastrofi 2015­2030. In questo contesto la Svizzera ha fatto leva sui risultati del suo rapporto di attuazione nazionale. Grazie alla buona cooperazione tra attori del settore pubblico e privato e della comunità scientifica, il nostro Paese dispone di un patrimonio di conoscenze che può condividere. La DSC e l'Ufficio federale dell'ambiente, per esempio, hanno analizzato e documentato i danni che si sono registrati in Pakistan durante la stagione dei monsoni 2022 in una regione montuosa, la valle dello Swat. Questo progetto ha messo in evidenza l'importanza delle misure di prevenzione per minimizzare l'impatto di futuri eventi di ampia portata. Ha inoltre mostrato che le misure strutturali di prevenzione delle catastrofi introdotte nelle scuole pubbliche con il sostegno della Svizzera dopo le alluvioni del 2010 hanno permesso a questi edifici di resistere alle inondazioni dello scorso anno evitando danni gravi.

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6.7

Salute

I processi avviati alla fine del 2021 sulla scia della pandemia di COVID-19 allo scopo di rafforzare l'architettura della sicurezza sanitaria globale erano ancora in corso nell'anno in rassegna. Il Regolamento sanitario internazionale del 2005 va adattato e occorre avviare negoziati su uno strumento internazionale di prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie. Per la Svizzera è importante che i due processi vengano portati avanti in modo coordinato e coerente. In maggio il nostro Paese è stato eletto nel Consiglio esecutivo dell'OMS, per il periodo 2023­2026. È inoltre membro del consiglio di amministrazione del Fondo globale per la lotta contro l'AIDS, la tubercolosi e la malaria. Allo scopo di rendere la salute una priorità assoluta nell'agenda politica internazionale, si sono tenuti tre incontri di alto livello nel quadro dell'Assemblea generale dell'ONU a New York. Il Consiglio federale ha infine presentato il rapporto intermedio sulla politica estera della Svizzera in materia di salute 2019­2024 e ha prorogato la strategia fino al 2028.

6.8

Cultura

La Svizzera ha organizzato la seconda conferenza dei ministri della cultura del Consiglio d'Europa dedicata al patrimonio architettonico. Dopo aver presenziato a MONDIACULT 2022, in occasione della Conferenza generale dell'UNESCO il presidente della Confederazione Alain Berset si è espresso a favore della cultura sulla scena politica internazionale. La Svizzera ha firmato un accordo di coproduzione con il Canada e ha continuato a impegnarsi per la tutela della cultura in Ucraina. Infine, la Commissione svizzera per l'UNESCO, insieme all'UNESCO e all'OHCHR, ha organizzato un dialogo sui diritti culturali per incentivarne l'attuazione.

La comunicazione internazionale del Paese ha puntato su contenuti culturali quali la tradizione e la pluralità, per esempio durante il festival della fotografia di Arles o con la presenza, in collaborazione con diversi partner, della «House of Switzerland» alla Settimana del design di Milano (n. 11.5). Con il suo impegno culturale la Svizzera supporta gli artisti dei Paesi del Sud e dell'Est, contribuendo così a stimolare il dibattito e la coesione sociale.

7

Digitalizzazione

7.1

Governance digitale

Impegnandosi per coinvolgere tutti gli attori pertinenti nelle questioni legate alla governance digitale, la Svizzera contribuisce a creare un quadro normativo internazionale equilibrato per lo spazio digitale che consenta di cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione e di affrontare le sfide in modo mirato. Nell'ambito della digitalizzazione mira a sfruttare il potenziale economico e sociale delle tecnologie salvaguardando i diritti individuali.

La Svizzera si è adoperata per rendere il Forum delle Nazioni Unite sulla governance di Internet (IGF) più efficace. Anche su iniziativa della Confederazione, l'IGF 2023 29 / 78

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si è nuovamente orientato ai contenuti del Patto digitale globale («Global Digital Compact», GDC) previsto per il 2024, offrendo una piattaforma per darvi seguito in futuro. La Svizzera ha sostenuto i lavori dello UN Tech Envoy Office, in particolare quelli riguardanti la Ginevra internazionale e il consolidamento di un processo multistakeholder inclusivo e aperto in vista della conclusione del GDC.

All'interno dell'OCSE la Svizzera è attiva nel Comitato per la politica dell'economia digitale (CDEP) e nei relativi gruppi di lavoro sulla sicurezza nell'economia digitale e sulla governance dell'IA. In seno all'Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) e alle organizzazioni di normazione tecniche, favorisce l'armonizzazione del quadro normativo internazionale.

Nel quadro della riunione del Consiglio dell'UIT, per rafforzare la Ginevra internazionale quale centro della governance digitale, la Svizzera ha presieduto il comitato sulla governance. Inoltre, nell'ambito del «Geneva Dialogue» ha sostenuto la pubblicazione del «Geneva Manual», che illustra le responsabilità degli attori non statali nell'attuazione di norme in materia di cibersicurezza. Adottando i «Guiding Principles on Government Use of Surveillance Technologies», la Svizzera si è battuta per la tutela dei diritti umani su Internet nel comitato direttivo della coalizione per la libertà online.

7.2

Cibersicurezza

Nel gruppo di lavoro dell'ONU sugli sviluppi delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nel contesto della sicurezza internazionale, la Svizzera sostiene l'applicazione concreta del diritto internazionale, in particolare del diritto internazionale umanitario, nel ciberspazio. Sulla base del documento di lavoro canadese-svizzero sul diritto internazionale e del piano di lavoro relativo al rapporto sui progressi compiuti nel 2022, questo gruppo di lavoro ha tenuto per la prima volta discussioni approfondite su questioni di diritto internazionale. Il secondo rapporto di questo tipo, adottato a luglio, raccomanda di portare avanti tali discussioni. Infine, la Confederazione ha co-sponsorizzato la risoluzione volta a creare un programma d'azione dell'ONU a favore di un comportamento responsabile degli Stati nel ciberspazio, e nell'ambito dell'OSCE ha contribuito ad attuare e sviluppare le 16 misure per il rafforzamento della fiducia nel settore della cibersicurezza.

Nei negoziati per una futura convenzione dell'ONU sulla cibercriminalità, la Svizzera ha partecipato alla definizione di un chiaro campo d'applicazione e al mantenimento degli attuali standard di protezione dei diritti umani. Nel contesto della «Counter Ransomware Initiative» intende rafforzare la cooperazione intergovernativa nella lotta ai trojan di crittografia a livello tecnico, economico e diplomatico. Si adopera inoltre per aumentare la resilienza informatica delle organizzazioni internazionali e delle ONG che hanno sede a Ginevra: a novembre si è tenuto un primo evento volto a discutere lo svolgimento di un'esercitazione pratica e il rilevamento delle risorse disponibili.

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7.3

Autodeterminazione digitale

In base al principio di autodeterminazione digitale, la Svizzera vuole creare spazi di dati affidabili e interoperabili. A tal fine, nel mese di dicembre il Consiglio federale ha deciso di istituire un apposito punto di contatto centrale entro la fine del 2024 e ha adottato un codice di condotta facoltativo per la gestione degli spazi di dati. Nell'ambito della rete internazionale per l'autodeterminazione digitale, la Svizzera ha testato casi d'uso e si è adoperata per espandere la rete.

A luglio la Confederazione e il Politecnico federale di Zurigo hanno lanciato lo «Swiss Call for Trust & Transparency in AI» per promuovere la governance dell'IA. Questa iniziativa mira a elaborare misure concrete e immediatamente attuabili per contrastare i rischi specifici legati all'IA, in collaborazione con i settori dell'industria, della scienza e della diplomazia. Sotto la guida del consigliere federale Albert Rösti, la Svizzera ha partecipato anche allo «UK AI Safety Summit» tenutosi a Londra nel mese di novembre. Il Consiglio d'Europa lavora alla prima convenzione di diritto internazionale sull'intelligenza artificiale, i diritti umani, la democrazia e lo Stato di diritto; la conclusione dei relativi negoziati è stata rinviata da settembre 2023 ad aprile 2024. Nel mese di novembre il gruppo di lavoro del CDEP sull'intelligenza artificiale ha adottato una nuova definizione di IA. Inoltre, la Svizzera collabora con la Commissione elettrotecnica internazionale (IEC) e l'Associazione svizzera di normalizzazione (SNV) per garantire una regolamentazione moderata mediante il coordinamento della legislazione e della standardizzazione tecnica in materia di IA.

7.4

Tech4Good

Le nuove tecnologie consentono di sfruttare in modo più sostenibile le risorse e di ottimizzare i processi nel campo della pubblica amministrazione, della gestione delle finanze e della sanità. Ne è un esempio il programma «Electronic Governance for Accountability and Participation» in Ucraina, sostenuto dalla Svizzera. Questa iniziativa offre alla popolazione un accesso a servizi pubblici e strumenti di democrazia elettronica tramite un'applicazione che dallo scoppio della guerra si è rivelata cruciale per la resilienza dello Stato e consente anche alle persone sfollate di usufruire dei servizi di base. Un altro esempio è il progetto «DYNAMIC», che sostiene digitalmente il processo decisionale clinico, migliorando così l'assistenza sanitaria per quasi un milione di bambini in Tanzania e Ruanda. In collaborazione con alcune scuole universitarie, la Svizzera appoggia anche innovazioni che influiscono positivamente sulla vita delle persone nei Paesi in via di sviluppo. Progetti come la «Geneva Internet Platform» e «Digital Watch» rafforzano la governance digitale nei Paesi in via di sviluppo, e nell'anno in rassegna si sono focalizzati in particolare sull'Africa. Per la digitalizzazione dell'aiuto umanitario è fondamentale disporre di dati affidabili. Al fine di creare un quadro di riferimento per lo scambio sicuro di dati in situazioni d'emergenza, la Svizzera ha lanciato la «Humanitarian Data and Trust Initiative» in collaborazione con il CICR e l'OCHA.

Tutte queste iniziative consolidano il panorama della ricerca nel nostro Paese e garantiscono un accesso alle competenze svizzere. La DSC investe anche nella trasformazione digitale interna e ha introdotto il software «Results Data Management» per si31 / 78

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stematizzare il monitoraggio dei suoi progetti e programmi. Diversi modelli di impatto della DSC sono stati digitalizzati nel 2023.

7.5

Diplomazia scientifica

La scienza e la tecnologia sono tra le principali forze trainanti delle economie moderne. La diplomazia scientifica è un importante strumento della politica estera svizzera e un fattore chiave per l'attuazione dell'Agenda 2030. Nella dimensione «Diplomacy for Science» (n. 5.3), la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione e la rete Swissnex promuovono la competitività internazionale degli attori ERI svizzeri. Swissnex affianca i suoi partner nei processi di internazionalizzazione e nello scambio globale di conoscenze, idee e talenti, oltre a curare le relazioni con le autorità estere. L'Agenda 2030 funge da quadro di riferimento nel settore della sostenibilità (p. es. tecnologie per la salute, bioeconomia o alimentazione). A settembre sono stati aperti a Osaka, in Giappone, il Consolato di Svizzera e un ufficio Swissnex, che diventa la sesta sede principale di questa rete. Anche le tecnologie quantistiche sono passate in primo piano, per esempio in occasione del Quantum Summit organizzato da Swissnex a Losanna in ottobre.

Particolarmente significativo nel contesto di una diplomazia scientifica lungimirante è il ruolo della fondazione Geneva Science and Diplomacy Anticipator (GESDA), che anticipa le innovazioni tecnologiche, accelera i processi diplomatici e favorisce l'impiego di tali innovazioni nella gestione globale delle risorse. Nel mese di ottobre, in occasione del terzo vertice, la fondazione GESDA ha presentato per la prima volta l'Open Quantum Institute, confermando così il ruolo di Ginevra quale centro nevralgico per la governance in materia di nuove tecnologie.

La dimensione «Science for Diplomacy» comprende progetti quali il «Transnational Red Sea Center» del Politecnico federale di Losanna. Gli attori ERI svizzeri partecipano regolarmente ai forum internazionali in cui la diplomazia scientifica svolge un ruolo centrale, come il Consiglio Artico e il Comitato delle Nazioni Unite per l'uso pacifico dello spazio extra-atmosferico.

8

Europa

8.1

Stabilizzazione della via bilaterale con l'UE

Nel programma di legislatura 2019­2023, il Consiglio federale ha perseguito l'obiettivo di regolamentare le relazioni con l'UE e di stabilizzare e sviluppare la via bilaterale. Ciò continua a essere una priorità per l'Esecutivo, che il 9 giugno ha adottato il rapporto «Stato delle relazioni Svizzera­UE»5, dopo averlo sottoposto per consultazione alle Commissioni della politica estera delle Camere federali a gennaio e febbraio. Ha così soddisfatto una richiesta del Parlamento.

5

Disponibile all'indirizzo: www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Il Consiglio federale adotta il rapporto sullo stato delle relazioni tra la Svizzera e l'Unione europea.

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Nell'anno in rassegna, il Consiglio federale ha concluso i colloqui esplorativi con l'UE in merito all'approccio «a pacchetto», per cui aveva optato nel febbraio del 2022, finalizzato ad assicurare una partecipazione settoriale priva di ostacoli al mercato interno dell'UE e a garantire la cooperazione reciproca. Il pacchetto comprende gli accordi esistenti sul mercato interno (libera circolazione delle persone, trasporti terrestri, trasporto aereo, agricoltura e ostacoli tecnici al commercio), tre nuovi accordi (energia elettrica, sicurezza alimentare e sanità) così come la partecipazione sistematica della Svizzera ai futuri programmi dell'UE, in particolare nel settore ERI. In questo modo il Consiglio federale si augura di poter procedere quanto prima a un'associazione agli attuali programmi Orizzonte Europa ed Erasmus+.

Al fine di aumentare la certezza del diritto e della pianificazione per gli operatori del mercato, la Svizzera contribuisce a risolvere le questioni istituzionali sollevate dall'UE in relazione agli accordi esistenti e futuri sull'accesso al mercato interno.

Nell'ambito del pacchetto, il Consiglio federale è inoltre disposto a rendere costante il contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell'Unione europea, favorendo così la coesione e la stabilità in Europa. L'approccio di ampio respiro del pacchetto dovrebbe assicurare un maggiore equilibrio tra gli interessi e le richieste di entrambe le parti.

Un accordo sull'energia elettrica garantirebbe a livello giuridico la partecipazione della Svizzera al mercato elettrico interno dell'UE e risolverebbe gli attuali problemi legati alla stabilità della rete (flussi di energia elettrica non pianificati attraverso la Svizzera), rafforzando inoltre la sicurezza dell'approvvigionamento. L'accordo sulla sanità pubblica sancirebbe la cooperazione con l'UE nel campo della prevenzione e della gestione dei rischi sanitari transfrontalieri, che finora era possibile soltanto ad hoc e per limitati periodi di tempo a seconda del tipo di crisi. L'accesso agli organi di crisi dell'UE, concesso alla Svizzera nel 2020 nel contesto della pandemia di COVID-19, è scaduto nel 2023. Un accordo sulla sicurezza alimentare proteggerebbe efficacemente la popolazione da alimenti non sicuri. Per creare uno spazio comune di sicurezza alimentare con l'UE occorre
estendere l'Accordo agricolo in vigore all'intera filiera agroalimentare. La Svizzera avrebbe così accesso al sistema di allerta dell'UE e all'Autorità europea per la sicurezza alimentare. Allo stesso tempo, le barriere non tariffarie nel commercio di generi alimentari verrebbero abbattute.

Una rapida associazione al pacchetto Orizzonte 2021­2027 (Orizzonte Europa, programma Euratom, infrastruttura di ricerca ITER, programma Europa digitale) e a Erasmus+ rimane l'obiettivo del Consiglio federale. Per attenuare le conseguenze della mancata associazione, l'Esecutivo ha adottato una serie di misure transitorie per la partecipazione al pacchetto Orizzonte 2021­2027 (in totale 1,85 miliardi di franchi per gli anni 2021, 2022 e 2023). L'obiettivo principale di tali misure è rafforzare i settori della ricerca e dell'innovazione in Svizzera e portare avanti la cooperazione fino al raggiungimento di un accordo.

Il 29 marzo il Consiglio federale ha preso atto dello stato dei colloqui esplorativi e ha incaricato il DFAE di elaborare ­ in collaborazione con il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) e il DEFR ­ gli elementi chiave di un mandato negoziale, adottati poi il 21 giugno. Questi ultimi sono serviti da base per la finalizzazione dei colloqui esplorativi con l'UE e per il raggiungimento di un'intesa comune in vista di nuovi negoziati. L'8 novembre il Consiglio federale ha esaminato i risultati dei colloqui esplorativi e ha deciso di procedere con l'elaborazione di un mandato negoziale.

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Il 15 dicembre ha adottato il progetto di mandato negoziale con l'UE e ha avviato le consultazioni formali con le Commissioni della politica estera del Parlamento e con i Cantoni. Anche le parti sociali ed economiche sono state invitate a prendere posizione in merito.

Sul fronte della politica interna l'Esecutivo ha incaricato il DEFR, di concerto con le parti sociali e i Cantoni, di chiarire la questione degli aiuti di Stato e di elaborare proposte volte ad assicurare l'attuale livello dei salari sul mercato del lavoro dei lavoratori distaccati, se necessario con provvedimenti integrativi di politica interna. Ha inoltre incaricato il DFGP di svolgere colloqui con gli stessi partner sul tema dell'immigrazione, e ha chiesto al Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC) di portare avanti le discussioni nei settori dell'elettricità e dei trasporti terrestri.

Per garantire il coordinamento generale del progetto il Consiglio federale ha creato un'apposita organizzazione, guidata dal capo del DFAE, che ha incontrato regolarmente i Cantoni e le parti economiche e sociali. Il 24 marzo la Conferenza dei governi cantonali ha adottato all'unanimità una nuova valutazione della politica europea svizzera, in cui ha confermato la sua partecipazione attiva al rinnovo degli accordi con l'UE.

In termini di politica estera, nell'anno in esame si sono tenuti regolari incontri politici, diplomatici e tecnici con l'UE. Nel quadro di due incontri politici tra il consigliere federale Ignazio Cassis e il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic, svoltisi a marzo a Berna e a luglio a Bruxelles, è stata valutata la situazione attuale e sono state definite le prossime tappe. Queste ultime sono state attuate sul piano operativo sia a livello diplomatico, tra la Segreteria di Stato del DFAE e il gabinetto di Sefcovic, sia a livello tecnico, in numerosi colloqui con la delegazione dell'UE, al fine di chiarire tutti gli aspetti del pacchetto; sono stati coinvolti gli uffici competenti dell'Amministrazione federale.

8.2

Altri temi legati all'UE

La Svizzera e l'UE hanno mantenuto contatti regolari per quel che concerne la cooperazione anche in altri ambiti, come la politica di sicurezza. Il Consiglio federale si è allineato alle sanzioni dell'UE contro la Russia e la Bielorussia, aumentandone l'impatto, e ha lavorato a stretto contatto con l'UE, per esempio partecipando a numerosi incontri e forum come anche a un dialogo sulle sanzioni. La Svizzera è interessata dalla regolamentazione dell'UE anche nel campo della digitalizzazione. Secondo un'analisi dell'Amministrazione federale del 18 aprile, la politica digitale dell'UE non rende necessaria alcuna regolamentazione aggiuntiva per la Svizzera nell'immediato6.

Nel mese di ottobre l'UE ha introdotto un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) per ridurre il rischio di delocalizzazioni della produzione in Paesi terzi con normative ambientali meno severe. Il Consiglio federale ha analizzato 6

Disponibile all'indirizzo: www.bakom.admin.ch > L'UFCOM > Informazioni dell'UFCOM > Comunicati Stampa > Politica digitale dell'UE: analisi degli effetti sulla Svizzera.

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l'impatto del CBAM sulla Svizzera sotto il profilo economico, ambientale e del commercio estero e il 16 giugno ha raccomandato di rinunciare, per il momento, all'introduzione di un meccanismo analogo nel nostro Paese.

Per quanto riguarda l'Accordo del 21 giugno 19997 sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (MRA), un aggiornamento del capitolo 4 sui dispositivi medici non è stato possibile nemmeno nell'anno in rassegna. Pur disponendo di basi giuridiche equivalenti, la Svizzera continua pertanto a essere trattata come un Paese terzo in questo settore. Per mantenere tale equivalenza, il 29 settembre il Consiglio federale ha esteso i periodi transitori in linea con quelli dell'UE. L'obiettivo dell'Esecutivo resta l'aggiornamento completo dell'MRA (n. 8.1).

Alla luce dello standard rivisto dell'OCSE per lo scambio automatico di informazioni (SAI), il 25 ottobre il Consiglio federale ha adottato un mandato negoziale per la revisione dell'accordo bilaterale SAI tra la Svizzera e l'UE.

Dal 1° gennaio 2023, ai lavoratori provenienti dalla Croazia si applica la clausola di salvaguardia prevista dall'Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC)8. Il numero di permessi B e L per persone di nazionalità croata autorizzate a lavorare in Svizzera nel 2023 è stato limitato. Nell'ambito del regime transitorio decennale per la Croazia, il 22 novembre il Consiglio federale ha deciso di attivare per un altro anno la clausola di salvaguardia (limite quantitativo al numero di permessi di soggiorno rilasciati a lavoratori croati fino alla fine del 2024).

In linea con la SPE 2020­2023 e con gli obblighi della Svizzera nell'ambito della sua associazione a Schengen, una volta adempiuti i requisiti costituzionali, nel 2023 sono state recepite altre parti dell'acquis di Schengen, ovvero lo sviluppo del Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (ETIAS)9 e del sistema di informa-

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FF 1999 5092 Disponibile all'indirizzo: www.admin.ch > Documentazione > Comunicati stampa > Comunicati stampa del Consiglio federale > Libera circolazione: il Consiglio federale attiva la clausola di salvaguardia nei confronti della Croazia.

Regolamento (UE) n. 2021/1150 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2021, che modifica i regolamenti (UE) n. 2018/1862 e (UE) n. 2019/818 per quanto riguarda la definizione delle condizioni di accesso agli altri sistemi di informazione dell'UE ai fini del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi, GU L 249 del 14.7.2021, pag. 1; regolamento (UE) n. 2021/1152 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2021, che modifica i regolamenti (CE) n. 767/2008, (UE) n. 2017/2226, (UE) n. 2018/1240, (UE) n. 2018/1860, (UE) n. 2018/1861 e (UE) n. 2019/817 per quanto riguarda la definizione delle condizioni di accesso agli altri sistemi di informazione dell'UE ai fini del sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi, GU L 249 del 14.7.2021, pag. 15.

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zione visti (VIS)10. Il Consiglio federale ha inoltre adottato due messaggi all'attenzione del Parlamento: il primo concerne la revisione del meccanismo di valutazione e monitoraggio Schengen11; mentre il secondo riguarda il recepimento del regolamento UE che istituisce uno strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (BMVI)12, così come l'approvazione dell'accordo aggiuntivo parafato nell'anno in rassegna sulla partecipazione della Svizzera a tale strumento. Il Consiglio federale ha inoltre approvato il recepimento di due ulteriori sviluppi sostanziali, con riserva dell'adempimento dei requisiti costituzionali: uno sullo scambio di informazioni tra le autorità di perseguimento penale13 e l'altro sulla digitalizzazione delle procedure di visto14. Nel 2023 sono state introdotte due importanti modifiche riguardanti lo spazio Schengen: a gennaio la Croazia vi ha aderito a pieno titolo, e ad aprile l'UE ha deciso di abolire l'obbligo di visto per i cittadini del Kosovo a partire dal 2024. La Svizzera è stata informata di questa decisione nell'ambito della sua associazione a Schengen.

A maggio la Relazione sullo stato di Schengen della Commissione europea ha gettato le basi per la gestione strategica dello spazio Schengen e per la definizione delle priorità per quanto riguarda le misure da adottare. Il Consiglio dell'UE ha fissato le seguenti priorità: rafforzamento della governance di Schengen (gestione politica e allargamento a Bulgaria e Romania); aumento dell'efficienza nell'ambito dei rimpatri; potenziamento della cooperazione tra le autorità di perseguimento penale per combattere i reati transfrontalieri gravi; ottimizzazione della gestione delle frontiere esterne.

La Svizzera si è inoltre adoperata per la riforma del sistema di asilo e migrazione dell'UE, evidenziando in particolare la necessità di un equilibrio tra responsabilità e solidarietà e schierandosi a favore della tutela dei diritti umani. Nel mese di giugno è stato raggiunto un accordo rivoluzionario in seno al Consiglio dell'UE, dove i ministri degli interni hanno adottato una posizione comune su proposte legislative chiave.

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Regolamento (UE) n. 2021/1133 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2021, che modifica i regolamenti (UE) n. 603/2013, (UE) n. 2016/794, (UE) n. 2018/1862, (UE) n. 2019/816 e (UE) n. 2019/818 per quanto riguarda la definizione delle condizioni di accesso agli altri sistemi di informazione dell'UE ai fini del sistema di informazione visti, GU L 248 del 13.7.2021, pag. 1; regolamento (UE) n. 2021/1134 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 7 luglio 2021, che modifica i regolamenti (CE) n. 767/2008, (CE) n. 810/2009, (UE) n. 2016/399, (UE) n. 2017/2226, (UE) n. 2018/1240, (UE) n. 2018/1860, (UE) n. 2018/1861, (UE) n. 2019/817 e (UE) n. 2019/1896 del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga le decisioni 2004/512/CE e 2008/633/GAI del Consiglio, ai fini della riforma del sistema di informazione visti, GU L 248 del 13.7.2021, pag. 11.

FF 2023 1680 FF 2023 2107 Direttiva 2023/977/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 maggio 2023, relativa allo scambio di informazioni tra le autorità di contrasto degli Stati membri e che abroga la decisione quadro 2006/960/GAI del Consiglio, GU L 134 del 22.5.2023.

Regolamento (UE) n. 2023/2667 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 novembre 2023, che modifica i regolamenti (CE) n. 767/2008, (CE) n. 810/2009 e (UE) n. 2017/2226 del Parlamento europeo e del Consiglio, i regolamenti (CE) n. 693/2003 e (CE) n. 694/2003 del Consiglio e la Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen, per quanto riguarda la digitalizzazione della procedura di visto, GU L, 2023/2667, del 07.12.2023; regolamento (UE) n. 2023/2685 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 novembre 2023, che modifica il regolamento (CE) n. 1683/95 del Consiglio per quanto riguarda la digitalizzazione della procedura di visto, GU L, 2023/2685, del 07.12.2023.

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Sono ora in corso trattative con il Parlamento europeo e la Commissione europea.

Oltre ad aumentare l'efficienza dei controlli e a garantire una registrazione coerente delle persone richiedenti l'asilo alle frontiere esterne dello spazio Schengen, l'obiettivo è offrire più solidarietà e sostegno ai principali Paesi di arrivo dei migranti e assicurare procedure di asilo più efficienti e veloci.

Il 1° novembre il Consiglio federale ha approvato il mandato negoziale per lo scambio dei dati relativi ai passeggeri dei voli aerei con l'UE, che nello stesso mese è stato accolto all'unanimità anche dalle Commissioni della politica estera del Consiglio nazionale e del Consiglio degli Stati. Si attende ora il via libera dei Cantoni.

8.3

Relazioni con i Paesi limitrofi e i restanti Stati UE/AELS

Nell'anno in esame le relazioni tra la Svizzera e l'UE sono state determinanti per i contatti bilaterali con tutti gli Stati UE/AELS. I colloqui con i Paesi limitrofi e i restanti Stati dell'UE/AELS sono serviti ad aumentare la comprensione nei confronti della politica europea della Svizzera. I frequenti contatti a livello internazionale, tra cui gli incontri della Comunità politica europea a Chiinu e a Madrid e la Ukraine Recovery Conference a Londra, hanno permesso di intensificare le relazioni bilaterali.

Lo stesso vale per il seggio della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Nell'anno in rassegna la Svizzera è stata esposta alle critiche di alcuni Stati membri dell'UE, principalmente per questioni legate alla neutralità, alla legislazione sul materiale bellico nonché al congelamento e al sequestro di beni. La decisione di respingere la richiesta di RUAG riguardante la vendita di 96 carri armati Leopard 1 ha suscitato incomprensione in Germania e in altri Paesi europei. È invece stata accolta con favore la rivendita alla Germania di 25 carri armati Leopard 2 dalle riserve dell'Esercito svizzero, approvata dal Consiglio federale il 22 novembre. Berlino ha assicurato che i mezzi corazzati resteranno sul suolo tedesco o di altri Stati della NATO o dell'UE. In relazione al secondo contributo svizzero, nel 2023 sono stati sottoscritti gli ultimi cinque di una serie di 13 accordi bilaterali di attuazione nell'ambito della coesione. Se si considerano anche quelli siglati nel campo della migrazione, gli accordi di attuazione conclusi sono ora 15 in tutto. L'attuazione del contributo procede secondo i piani.

La Svizzera ha intrattenuto ottimi contatti con i Paesi limitrofi, in particolare per quanto riguarda la cooperazione transfrontaliera. La dinamica positiva instauratasi con l'Italia in seguito alla visita di Stato del presidente Sergio Mattarella alla fine del 2022 è stata mantenuta. La Svizzera è stata rimossa dalla «lista nera» concernente l'imposizione delle persone fisiche e l'Italia ha ratificato l'accordo sulla tassazione transfrontaliera dei pendolari, che trova dunque applicazione dal 2024. Sono inoltre state concordate norme permanenti per l'imposizione del lavoro svolto da casa da lavoratori frontalieri. Con la Germania è stato firmato il protocollo per la revisione della
Convenzione per evitare la doppia imposizione ed è stato implemento lo standard minimo dell'OCSE. La visita di Stato del presidente francese Emmanuel Macron ha consentito di portare avanti dossier aperti con la Francia, tra cui due dichiarazioni d'intenti nel settore ERI. Con l'Austria sono stati conclusi i negoziati per il trattato sulla 37 / 78

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correzione del Reno alpino, che ha l'obiettivo di migliorare la protezione contro le piene. Con il Liechtenstein è stato celebrato il 100° anniversario del trattato di adesione del Principato al territorio doganale svizzero. Per la prima volta, la Confederazione e i Cantoni hanno assunto congiuntamente la presidenza della Strategia macroregionale dell'UE per la Regione alpina (EUSALP), focalizzandosi sul suo mandato di base per poi passare il testimone alla Slovenia.

8.4

Relazioni con il Regno Unito

Nell'anno in esame la Svizzera e il Regno Unito hanno intrattenuto relazioni ottime e strette. Sono per esempio stati avviati i negoziati per l'estensione dell'accordo commerciale bilaterale. La dichiarazione congiunta sullo sviluppo del partenariato bilaterale, firmata nel 2022, è servita come base a tale scopo. Nel quadro del dialogo strategico a livello di segretario di Stato del DFAE, a novembre è stato fatto il punto sull'attuazione del partenariato bilaterale e sono state definite le priorità per le prossime tappe, con particolare attenzione ai quattro ambiti chiave seguenti: commercio, servizi finanziari, ricerca e innovazione, mobilità (n. 5.2).

9

Regioni e Paesi prioritari nel mondo

9.1

Eurasia

Il perdurare della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, condotta in violazione del diritto internazionale e in corso ormai da due anni, ha causato indicibili sofferenze e danni incalcolabili. Ne è un esempio la catastrofe umanitaria ed ecologica provocata dalla distruzione, probabilmente a seguito di una detonazione, della diga di Nova Kachovka. La Svizzera ha rinnovato il suo sostegno all'Ucraina e alla Repubblica di Moldova approvando un ulteriore pacchetto di aiuti pari a 140 milioni di franchi. L'aiuto flessibile prestato comprende, per esempio, rifugi per scuole, riparazioni di ospedali e dell'infrastruttura energetica, piccoli crediti a PMI del settore agricolo, operazioni di sminamento e sostegno psicosociale per la popolazione. Dopo la distruzione della diga, nel mese di giugno, la Confederazione ha fornito tubi e pompe ai gestori della rete idrica a monte della struttura.

A novembre il presidente della Confederazione Alain Berset ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in occasione del vertice internazionale sulla sicurezza alimentare a Kiev.

Le discussioni sulla ripresa e la ricostruzione dell'Ucraina, rilevanti anche per la Svizzera, si sono fatte più intense. Nel periodo 2025­2028 il Consiglio federale prevede di stanziare, nel quadro della cooperazione internazionale, almeno 1,5 miliardi di franchi a favore dell'Ucraina e della regione circostante. Ha inoltre approvato un pacchetto di sostegno di 100 milioni di franchi per lo sminamento umanitario per gli anni 2024­2027. La Svizzera ha partecipato, con la presenza del consigliere federale Ignazio Cassis, alla prima conferenza internazionale sull'argomento, tenutasi a Zagabria, e nel 2024 organizzerà il secondo incontro di questo tipo a Ginevra in collaborazione con l'Ucraina.

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Continua a mancare un dialogo diretto tra le parti in conflitto, mentre l'Ucraina fa il possibile per rafforzare la sua posizione di partenza in ambito negoziale intrattenendo scambi con un'ampia cerchia di interlocutori in vari Paesi. La Svizzera accoglie con favore tutte le iniziative volte a ristabilire una pace giusta, completa e duratura nel rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina. Insieme a quest'ultima, a inizio 2024 ha organizzato un incontro dei consiglieri per la sicurezza nazionale sulla cosiddetta formula di pace dell'Ucraina.

Per quanto riguarda la politica di pace, la Svizzera si è inoltre focalizzata sulle esigenze della popolazione in termini di sicurezza e giustizia, promuovendo la documentazione e il perseguimento dei crimini di guerra e delle violazioni dei diritti umani, favorendo la resilienza democratica e sostenendo misure di riparazione così come la ricerca di persone scomparse. Il Consiglio d'Europa ha creato un registro dei danni in relazione alla guerra della Russia contro l'Ucraina, un elemento fondamentale in vista dell'istituzione di un meccanismo di riparazione in futuro. La Svizzera ha aderito a tale registro ad agosto. Fa inoltre parte del gruppo di Stati che sostengono la creazione di un tribunale speciale per il crimine di aggressione contro l'Ucraina.

Sulla base della legge del 18 dicembre 201515 sui valori patrimoniali di provenienza illecita, il 15 febbraio il Consiglio federale ha deciso di congelare oltre 130 milioni di franchi e di avviare un procedimento amministrativo per la relativa confisca, con l'obiettivo di sostenere Kiev. Si tratta di valori patrimoniali appartenenti a persone dell'entourage dell'ex presidente ucraino Viktor Janukovic, destituito nel febbraio del 2014. Il blocco ordinato dal Consiglio federale nel 2014 non era più necessario ed è scaduto il 27 febbraio (cfr. O-Ucraina del 25 maggio 201616). Questi procedimenti non sono legati alle sanzioni contro la Russia.

In Russia il Governo reprime con il pugno di ferro qualsiasi protesta. La Svizzera ha adottato ulteriori pacchetti di sanzioni dell'UE nei confronti di Mosca, mantenendo però i contatti con quest'ultima, seppur in misura limitata, sia a livello bilaterale sia nel Consiglio di sicurezza dell'ONU. Mediante il continuo supporto prestato nel contesto
della guerra di aggressione contro l'Ucraina e con l'accelerazione del processo di integrazione nello Stato dell'Unione, la Bielorussia si avvicina sempre di più alla Russia. La situazione legata ai diritti umani nel Paese è peggiorata ulteriormente.

La Svizzera ha intensificato le relazioni bilaterali con la Repubblica di Moldova, Paese che risente fortemente delle conseguenze del conflitto. A giugno la Moldova e gli Stati dell'AELS hanno firmato un accordo di libero scambio e a ottobre la presidente Maia Sandu si è recata in Svizzera per una visita ufficiale. In aggiunta, il DFAE ha ampliato il suo programma di cooperazione internazionale in Moldova. La forte polarizzazione interna in Georgia si è accentuata con lo scoppio della guerra in Ucraina. Parallelamente è diminuita la volontà degli attori di Tbilisi e dei territori secessionisti dell'Abcasia e dell'Ossezia del Sud di assumersi rischi politici per portare avanti il dialogo, una situazione che influisce anche sugli sforzi profusi dalla Svizzera per il raggiungimento della pace. Il mantenimento della sovranità e della stabilità della Georgia sono nell'interesse del nostro Paese, come ha sottolineato il consigliere federale Ignazio Cassis durante la visita del ministro degli esteri georgiano a Berna nel mese di giugno.

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RS 196.1 RS 196.127.67

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In seguito all'operazione militare dell'Azerbaigian del 19 settembre contro obiettivi nel Nagorno-Karabakh, preceduta da un blocco del corridoio di Laçin durato mesi, circa 100 000 persone sono fuggite dalla regione verso l'Armenia. Negli organismi internazionali e in occasione dei contatti bilaterali, la Svizzera ha chiesto la cessazione delle ostilità, il ritorno al tavolo dei negoziati per il raggiungimento di una pace duratura tra Armenia e Azerbaigian e il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, compresi i diritti delle minoranze. Ha inoltre lanciato un appello affinché venga prestato aiuto umanitario alla popolazione in difficoltà in Armenia e nella regione, mettendo a disposizione 1,5 milioni di franchi a tale scopo. Il consigliere federale Ignazio Cassis ha incontrato i ministri degli esteri di Armenia e Azerbaigian nell'ambito di incontri bilaterali distinti, tenutisi a settembre a New York, contestualmente all'Assemblea generale dell'ONU, e a fine novembre a Skopje, a margine del Consiglio dei ministri dell'OSCE. In entrambe le occasioni ha offerto i buoni uffici della Svizzera per sostenere gli sforzi di normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi.

Il gioco di equilibri geostrategici che coinvolge i Paesi dell'Asia centrale continua e la situazione legata alla sicurezza in Afghanistan rappresenta un'ulteriore sfida. In questo contesto la cooperazione regionale si fa più intensa, anche se ci sono questioni irrisolte, per esempio tra Kirghizistan e Tagikistan. Nel mese di luglio il consigliere federale Ignazio Cassis si è recato in Kazakistan e Uzbekistan per rafforzare le relazioni bilaterali. La Svizzera continua a sostenere i Paesi dell'Asia centrale nell'utilizzo efficiente delle risorse idriche. L'attuazione dell'accordo di restituzione con l'Uzbekistan procede: sono stati istituiti importanti organi del Fondo fiduciario delle Nazioni Unite e sono state definite due priorità strategiche per i progetti della prima tranche di 95 milioni di dollari («Riduzione della mortalità materna e infantile» e «Istruzione pubblica»). I primi progetti nell'ambito della prima priorità sono stati avviati.

A causa delle riaccese tensioni tra Kosovo e Serbia e delle divergenze in Bosnia e Erzegovina, la situazione nei Balcani occidentali è rimasta difficile. Il consigliere
federale Ignazio Cassis ha illustrato la posizione della Svizzera in occasione del «Diplomacy Dialogue Western Balkans», nell'ambito del Forum economico mondiale (WEF) 2023. Durante le consultazioni politiche con la Serbia e il Kosovo a maggio, la segretaria di Stato del DFAE ha invitato i due Paesi ad attuare l'accordo facilitato dall'UE e ha esposto il sostegno della Svizzera al processo di normalizzazione delle relazioni. Nel quadro dei dialoghi organizzati dalla Svizzera a Soletta ha inoltre incontrato Miroslav Lajcák, rappresentante speciale dell'UE per il dialogo, e ha partecipato al «Prespa Forum Dialogue» in Macedonia del Nord. A giugno la Svizzera ha prolungato la missione dell'Esercito nella KFOR fino alla fine del 2026, con la possibilità di aumentare il contingente se necessario. Alla fine di novembre il Consiglio federale ha deciso di portare il contingente massimo da 195 a 215 soldati. La Svizzera continua a partecipare alla missione EUFOR ALTHEA.

Oltre agli aiuti per le vittime dei terremoti (n. 4.5), Svizzera e Turchia hanno mantenuto contatti regolari a livello politico, riguardanti soprattutto temi quali la migrazione, la sicurezza internazionale, la gestione dei conflitti e i diritti umani.

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9.2

Americhe

In linea con la sua Strategia Americhe 2022­2025 e con le sue strategie tematiche, nell'anno in esame il Consiglio federale ha ulteriormente ampliato le relazioni con i Paesi di questa regione. Le visite di delegazioni degli Stati Uniti in Svizzera sono state un'occasione per curare i contatti bilaterali. Nel gennaio del 2023 i due Paesi hanno concluso un accordo sul reciproco riconoscimento delle ispezioni relative alla buona prassi di fabbricazione dei medicinali, che consente all'autorità importatrice di fare affidamento sulle ispezioni effettuate dall'autorità partner. Nel quadro dello «U.S.Swiss Cyber and Digital Dialogue» sono state definite priorità comuni, come lo sviluppo del diritto internazionale nel ciberspazio. Gli Stati Uniti continuano ad attribuire grande importanza al rafforzamento delle misure per la lotta al riciclaggio di denaro.

Sono stati fatti passi avanti anche nei colloqui sulle questioni fiscali (revisione della Convenzione per evitare la doppia imposizione) e sulla migrazione (visti agevolati per praticanti e tirocinanti). In ambito fiscale, nel novembre del 2023 sono stati conclusi i negoziati riguardanti il passaggio allo scambio reciproco e automatico di informazioni relative a conti finanziari (secondo l'US Foreign Account Tax Compliance Act, FATCA).

La cooperazione con il Canada è stata potenziata nel corso del 2023 con le visite del presidente della Confederazione Alain Berset (novembre) e dei consiglieri federali Guy Parmelin (aprile) e Ignazio Cassis (settembre). La dichiarazione congiunta su scienza, tecnologia e innovazione e l'accordo sulle coproduzioni audiovisive sono stati rinnovati. Lo Swiss Polar Institute e l'Institut Nordique du Québec hanno deciso di approfondire la loro collaborazione con un memorandum.

In Colombia il presidente della Confederazione Alain Berset ha evidenziato il ruolo della Svizzera nei processi di pace, in particolare per quanto riguarda l'accordo di pace del 2016 con le Forze armate rivoluzionarie colombiane (FARC) e il dialogo con l'Esercito di liberazione nazionale (ELN).

Con il ritorno di Lula alla presidenza si sono intensificati i contatti con il Brasile, grazie anche alla visita ufficiale del consigliere federale Guy Parmelin. Incontri ministeriali in occasione di conferenze internazionali e contatti con le autorità di
Paesi latinoamericani hanno consolidato le relazioni bilaterali. Alla luce della graduale interruzione delle attività bilaterali della DSC nel 2024, è importante mantenere un solido dialogo con l'America latina.

In seno al Consiglio di sicurezza la Svizzera si impegna per alleviare la profonda crisi che affligge Haiti, dove la situazione sociopolitica e di sicurezza si sta deteriorando a vista d'occhio, evidenziando l'urgente bisogno di sostegno internazionale. Il nostro Paese ha inoltre sostenuto per due volte l'estensione del mandato della missione di verifica dell'ONU in Colombia.

9.3

MENA

Nell'anno in esame la Svizzera ha continuato ad attuare la Strategia MENA 2021­ 2024. L'interesse verso la possibilità di intrattenere relazioni strette con il nostro Paese non è venuto a mancare. A gennaio, in occasione del WEF, il consigliere federale 41 / 78

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Ignazio Cassis ha incontrato i suoi omologhi iracheno e israeliano, mentre il presidente della Confederazione Alain Berset ha espresso la sua preoccupazione per la situazione in Tunisia alla prima ministra del Paese, Najla Bouden. Temi legati alla sicurezza sono stati al centro degli incontri del capo del DFAE con funzionari palestinesi, yemeniti e kuwaitiani alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco nel mese di febbraio.

Alla fine di giugno Ignazio Cassis ha effettuato una visita di lavoro in Marocco, 18 mesi dopo la firma di una tabella di marcia per la cooperazione. Anche il consigliere federale Guy Parmelin si è recato in Marocco in ottobre, accompagnato da una delegazione di rappresentanti del mondo dell'economia e della scienza. Nel mese di settembre, a Rabat, la segretaria di Stato Christine Schraner-Burgener ha inoltre istituito il gruppo permanente congiunto sulle questioni migratorie.

Per quanto riguarda la regione del Golfo, si possono menzionare per esempio il dialogo finanziario tra la Svizzera e gli Emirati Arabi Uniti a maggio, la visita a Berna del ministro dell'industria e delle risorse minerarie saudita Alkhorayef, il viaggio della segretaria di Stato Helene Budliger a Riad e la visita del ministro delle finanze qatariano Al Kuwari al DEFR e al DFF a settembre. Ha inoltre avuto luogo la 13a commissione economica mista Svizzera-Arabia Saudita, nell'ambito della quale Guy Parmelin ha ricevuto il ministro degli investimenti saudita Al-Falih.

La Confederazione ha sostenuto i processi politici dell'ONU in Libia e in Siria come anche gli sforzi pacificatori in Yemen (n. 10.2). In seguito alla ripresa delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Iran, ad agosto è scaduto il mandato in qualità di potenza protettrice della Svizzera tra i due Stati.

L'attacco terroristico di Hamas contro civili israeliani e il successivo scoppio della guerra a Gaza segnano una cesura nella regione. La Svizzera ha condannato con la massima fermezza l'attacco terroristico di Hamas e si è battuta a livello bilaterale e multilaterale per il rilascio di tutti gli ostaggi, il rispetto del diritto internazionale umanitario e la protezione della popolazione civile, l'accesso all'aiuto umanitario, la prevenzione di un'escalation regionale e una soluzione politica al conflitto. La task force per il Medio
Oriente istituita dal Consiglio federale ha analizzato i possibili scenari e ha proposto una serie di misure, tra cui soluzioni concrete per la messa al bando di Hamas in Svizzera e per il monitoraggio dei flussi finanziari dei programmi svizzeri di cooperazione internazionale in Medio Oriente. Il 22 novembre l'Esecutivo ha deciso di vietare Hamas con un'apposita legge e ha incaricato il DFGP e il DDPS di elaborarla e sottoporgliela entro la fine di febbraio 2024. Il DFAE ha previsto ulteriori audit esterni e una verifica dei meccanismi di controllo nel corso del 2024. Le riflessioni e le analisi della task force confluiranno nella revisione della Strategia MENA.

La Confederazione porta avanti la sua politica estera diversificata nei confronti dell'Iran. Ha inoltre prestato aiuto umanitario per far fronte alla crisi siriana (n. 4.5) e ha organizzato una conferenza dei Paesi donatori a favore dello Yemen (n. 10.1).

L'anno in rassegna si è concluso con la partecipazione del presidente della Confederazione Alain Berset e del consigliere federale Albert Rösti alla COP28 di Dubai.

Alain Berset ha anche effettuato la prima visita presidenziale della Svizzera in Oman per celebrare il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche con il Sultanato.

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9.4

Africa subsahariana e Francofonia

L'anno in rassegna è stato segnato dall'esplosione di violenza in Sudan. La guerra sta causando indicibili sofferenze e mette a repentaglio la stabilità della regione. La Svizzera, come altri partner internazionali, si è vista costretta a evacuare il proprio personale dal Sudan e ha chiuso temporaneamente l'Ambasciata a Khartoum. Sul piano diplomatico esorta le parti in conflitto a rinunciare alla violenza, per esempio tramite il suo inviato speciale per il Corno d'Africa e mediante iniziative di politica di pace.

Dallo scoppio della crisi, il sostegno della DSC in Sudan si concentra sull'aiuto umanitario e nel 2023 è stato pari a 11,3 milioni di franchi.

Alla luce degli spostamenti di potere in corso sul piano geopolitico, nell'anno in esame è emersa maggiormente la volontà dei Paesi africani di posizionarsi in modo indipendente. Capi di Stato e di Governo africani si sono recati a Kiev e a Mosca e hanno lanciato un'iniziativa di pace, con un certo impatto sull'opinione pubblica. L'Unione africana è entrata a far parte del G20 e l'Etiopia ha aderito al gruppo BRICS. In particolare il Sudafrica manifesta la volontà di forgiare un percorso indipendente, mentre altri Stati assumono posizioni più chiare avvicinandosi a blocchi esistenti. I violenti cambi di potere nel Sahel si sono tradotti in un parziale allontanamento dall'Occidente e dall'ordine internazionale attuale, come dimostrato dall'interruzione forzata della missione di pace dell'ONU in Mali. A luglio, un colpo di Stato militare in Niger ha reso necessaria l'evacuazione temporanea del personale svizzero per motivi di sicurezza.

L'Africa resta confrontata con notevoli sfide, fragilità politica, instabilità, povertà, conflitti, cambiamenti climatici, crisi umanitarie, violazioni dei diritti umani nonché con le conseguenze socioeconomiche della pandemia di COVID-19 e della guerra in Ucraina. Di conseguenza il sostegno della Svizzera sul fronte umanitario, della cooperazione allo sviluppo e della politica di pace resta elevato.

La Confederazione ha continuato a curare le sue relazioni con l'Africa subsahariana.

Alain Berset si è recato in Mozambico, in Botswana e nella Repubblica democratica del Congo, mentre il presidente del Botswana è stato ricevuto in Svizzera per una visita di Stato. Il consigliere federale Ignazio Cassis si è invece
recato in Ghana e ha preso parte alla Conferenza ministeriale della Francofonia in Camerun. Ha assunto particolare importanza anche il collegamento tra diplomazia multilaterale e bilaterale, soprattutto nel contesto del seggio della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU (n. 4.2).

9.5

Asia e Pacifico

Con la revoca delle misure di contenimento della pandemia, l'area dell'Asia-Pacifico ha continuato la sua ascesa economica. Nell'anno in rassegna i Paesi in questione hanno contribuito per più di un terzo alla crescita globale, affermandosi così come la regione più importante del mondo in termini economici. Tuttavia, la lenta ripresa della Cina crea incertezze sul ritmo dello sviluppo futuro. I legami economici tra i Paesi occidentali e la Repubblica popolare cinese sono sempre più spesso oggetto di criti-

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che. Diversi Stati hanno adottato misure di politica commerciale e industriale per ridurre i rischi della loro dipendenza dalla Cina.

La situazione legata alla sicurezza nell'area dell'Asia-Pacifico è rimasta tesa. La Repubblica popolare democratica di Corea ha potenziato il suo programma missilistico, e le tensioni riguardanti Taiwan nel contesto della concorrenza strategica tra Cina e Stati Uniti non hanno accennato ad allentarsi. A causa di rivendicazioni territoriali convergenti, nel Mar Cinese Meridionale si sono verificati a più riprese incidenti diplomatici tra la Cina e i Paesi vicini. Nella regione continua la tendenza al riarmo militare e gli Stati Uniti hanno rafforzato le loro alleanze in questa parte del mondo.

L'area dell'Asia-Pacifico sta diventando sempre più importante per la Svizzera, che nel 2023 vi ha svolto quasi un quarto dei propri scambi commerciali con l'estero, pari a circa la metà del volume degli scambi con l'UE. Ha potenziale di crescita anche il commercio con l'India, che nell'anno in esame è diventata il Paese più popoloso del pianeta, superando la Cina. La Svizzera ha pertanto continuato ad adoperarsi per la conclusione di un accordo di libero scambio tra l'AELS e l'India.

La Confederazione contribuisce attivamente alla gestione delle sfide regionali. Nel Consiglio di sicurezza dell'ONU ha per esempio presieduto il comitato per l'attuazione delle sanzioni contro la Repubblica popolare democratica di Corea. A Islamabad il consigliere federale Ignazio Cassis ha firmato un memorandum che rafforza la cooperazione tra Svizzera e Pakistan in materia di protezione civile. La Svizzera ha inoltre ripreso il dialogo bilaterale sui diritti umani con la Cina e, nel campo della cooperazione internazionale, è rimasta attiva con programmi bilaterali in Afghanistan, Bangladesh, Cina, Indonesia, Cambogia, Laos, Mongolia, Myanmar, Nepal e Vietnam.

A febbraio il Consiglio federale ha adottato la Strategia Sud-Est asiatico 2023­2026, con l'obiettivo di rafforzare i legami con questa sottoregione emergente e di diversificare la rete di contatti della Svizzera nell'area. A dimostrazione di questa volontà, il consigliere federale Ignazio Cassis ha visitato Indonesia, Singapore, Australia e Nuova Zelanda, mentre il capo del DEFR Guy Parmelin si è recato nella Repubblica di Corea.

10

Multilateralismo

10.1

ONU

L'ONU è soggetta a crescenti pressioni politiche e finanziarie, in particolar modo a causa delle tensioni e dei conflitti in corso in tutto il mondo, come la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina e le ostilità in Medio Oriente. In questo difficile contesto globale, la possibilità di cooperazione e le risorse finanziarie dell'ONU sono limitate. Un esempio è il mancato rinnovo da parte della Russia dell'Iniziativa sui cereali del Mar Nero («Black Sea Grain Initiative»), conclusa a Istanbul. La Svizzera reagisce attivamente a queste sfide, per esempio organizzando conferenze dei donatori, come quelle a favore dello Yemen e del fondo delle Nazioni Unite «Education Cannot Wait». Alla conferenza per lo Yemen, tenutasi a Ginevra, ha raccolto 1,17 miliardi di dollari, con un contributo svizzero pari a 14,5 milioni.

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In relazione alla «Our Common Agenda» (OCA), che riassume la sua visione per il futuro del multilateralismo, il segretario generale dell'ONU ha avviato svariati processi negoziali, tra cui quello per il Patto digitale globale, a cui la Svizzera dà il suo attivo contributo. Questi sforzi culmineranno nel Summit del futuro previsto a New York nel settembre del 2024. Nel quadro dell'OCA, a luglio il segretario generale ha anche presentato la sua nuova agenda per la pace, che pone l'accento su un approccio multilaterale alla pace e alla sicurezza sulla base del diritto internazionale e contiene raccomandazioni concrete per una strategia di pace globale.

Di positivo si segnala l'adozione dello storico accordo relativo alla conservazione e all'uso sostenibile della biodiversità marina delle zone non soggette a giurisdizione nazionale. Il rientro degli Stati Uniti nell'UNESCO sottolinea la rilevanza del mandato di questa organizzazione e il suo ruolo di piattaforma di dialogo.

10.2

Ginevra internazionale e Stato ospite

In un contesto di multilateralismo in evoluzione, la Svizzera ha consolidato il suo ruolo di Stato ospite e ha continuato a impegnarsi per individuare le esigenze sul piano internazionale e creare ponti tra partner. Quale punto di riferimento in materia di governance, Ginevra aiuta gli Stati a risolvere problemi e rafforza la posizione internazionale della Svizzera. A marzo la Svizzera ha ospitato colloqui sullo Yemen sotto l'egida dell'ONU, che hanno portato alla conclusione di un accordo per lo scambio di circa 1000 prigionieri. Ha inoltre sostenuto lo svolgimento di incontri sul conflitto in Georgia, che hanno facilitato un dialogo diretto tra le parti interessate. Il distanziamento dall'Europa di alcuni attori locali in Medio Oriente, dovuto agli sviluppi nella regione, ha creato incertezza per quanto riguarda i relativi processi di dialogo in Svizzera. Il credito d'impegno 2024­2027 per i tre Centri ginevrini17 contribuisce a preservare il ruolo di Ginevra quale centro nevralgico della politica di pace e di sicurezza a livello mondiale.

I progetti immobiliari delle organizzazioni internazionali hanno fatto registrare progressi: nell'anno in rassegna i lavori di ristrutturazione del Palazzo delle Nazioni sono andati avanti, così come il progetto edile dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Gli Stati membri dell'Unione internazionale delle telecomunicazioni (UIT) hanno approvato il budget rivisto per il progetto di costruzione dell'organizzazione. Per consentire lo svolgimento di incontri ibridi, gli attori della Ginevra internazionale stanno considerando una modernizzazione dell'infrastruttura per le conferenze.

Il vertice AI for Good, che l'UIT organizza dal 2019 con l'appoggio della Svizzera, è ormai riconosciuto nel mondo intero. La Svizzera ha continuato a sostenere piattaforme rilevanti per l'ecosistema della Ginevra internazionale. Anche nel caso della fondazione GESDA, la Confederazione ha rinnovato il suo impegno con l'obiettivo di accrescere l'attrattiva di Ginevra quale centro della diplomazia scientifica. A ottobre il Suriname ha inoltre aperto una missione nella città sul Lemano, un ulteriore passo verso l'universalizzazione della Ginevra internazionale.

17

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10.3

OSCE, Consiglio d'Europa, CPE

Dallo scoppio della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, l'architettura di sicurezza europea è gravemente compromessa. L'OSCE è indebolita, ma rimane l'unico forum per la sicurezza multilaterale che offre una piattaforma di comunicazione con la Russia e la Bielorussia. I processi decisionali sono fortemente limitati dalle difficoltà nel raggiungere il consenso necessario, come testimonia l'assenza di un budget per il 2022 e il 2023. Nonostante i continui blocchi, in occasione del Consiglio dei ministri tenutosi a novembre in Macedonia del Nord è stato raggiunto un accordo sulla presidenza dell'OSCE nel 2024, assunta da Malta, e sull'estensione dei mandati per le posizioni ai vertici dell'Organizzazione. A Skopje il consigliere federale Ignazio Cassis ha ribadito la volontà della Svizzera di assicurare la capacità di agire dell'OSCE. Con le sue missioni sul campo, quest'ultima ha contribuito alla prevenzione e alla gestione di conflitti nei Balcani occidentali e nell'Asia centrale. Ha inoltre avuto luogo una prima conferenza di alto livello sul legame tra cambiamenti climatici e sicurezza, a cui ha preso parte la segretaria di Stato del DFAE.

Il quarto vertice dei capi di Stato e di Governo del Consiglio d'Europa, tenutosi a Reykjavík nel mese di maggio con la partecipazione del presidente della Confederazione Alain Berset, ha rafforzato il sostegno all'operato del Consiglio d'Europa nell'ambito dei diritti umani, della democrazia, dello Stato di diritto e della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Ad aprile il Comitato dei Ministri ha trasmesso la domanda di adesione del Kosovo all'Assemblea parlamentare, dando formalmente il via al processo di adesione. Il 7 settembre la Segretaria generale del Consiglio d'Europa ha incontrato Alain Berset a Berna.

Il presidente della Confederazione ha partecipato ai due vertici della Comunità politica europea (CPE) e ha tenuto numerosi colloqui bilaterali con partner europei.

10.4

OCSE, istituzioni di Bretton Woods e banche di sviluppo

La riunione ministeriale dell'OCSE si è svolta all'insegna del motto «Securing a resilient future: Shared values and global partnerships». I temi affrontati includono la guerra contro l'Ucraina e la situazione economica globale. Il 7 giugno l'OCSE ha lanciato un programma nazionale per l'Ucraina, nell'ambito del quale la Svizzera fornisce un contributo finanziario e sostiene il coinvolgimento del settore privato nella ricostruzione del Paese. A febbraio il Comitato di aiuto allo sviluppo (CAS) dell'OCSE ha organizzato a Ginevra il primo «Global Meeting of Development Co-operation Providers», durante il quale il consigliere federale Ignazio Cassis ha sottolineato l'importanza di una solida metodologia per la misurazione dell'efficacia della cooperazione allo sviluppo. L'evento ha riunito Paesi donatori al di là della consueta cerchia di Stati membri dell'OCSE rappresentati nel CAS. La Cina ha annullato la sua partecipazione a causa della presenza di Taiwan. A novembre si è svolto anche l'«High Level Meeting» del CAS.

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Nell'anno in esame l'OCSE e il G20 hanno portato avanti i lavori relativi all'imposizione dei grandi gruppi di imprese attivi a livello internazionale (primo e secondo pilastro). Le misure riguardanti il primo pilastro vengono attuate principalmente mediante una convenzione multilaterale. Non è tuttavia stato possibile raggiungere un consenso su alcune questioni di politica fiscale legate a tale convenzione. Per quanto riguarda il secondo pilastro (imposizione minima), con la votazione popolare del 18 giugno sono state create le basi costituzionali per l'introduzione dell'imposizione minima per le grandi aziende attive a livello internazionale in Svizzera. Per la decisione relativa all'attuazione, il Consiglio federale ha seguito gli sviluppi a livello internazionale. Poiché diversi Stati di un certo peso hanno deciso di applicare l'imposizione minima a partire dal 2024, l'Esecutivo ha introdotto le relative disposizioni il 1° gennaio 2024.

Nell'anno in rassegna le banche multilaterali di sviluppo (BMS), in primo luogo la Banca Mondiale, hanno avviato un processo di riforma per utilizzare il loro capitale in modo più efficace e rispondere alle sfide globali, in particolare ai cambiamenti climatici. Nel processo di riforma la Svizzera si adopera per l'introduzione di modelli commerciali e finanziari innovativi, per una maggiore mobilitazione di capitali privati, per l'armonizzazione di direttive, metodi e standard nonché per il rafforzamento dei partenariati e del coordinamento tra le BMS, la società civile e le agenzie dell'ONU. Nell'anno in esame le BMS si sono concentrate ulteriormente sul finanziamento per il clima. La Svizzera ha contribuito con 212 milioni di franchi alla 16a ricostituzione delle risorse del Fondo africano di sviluppo (2023­2025), stanziando 15 milioni di franchi per la protezione del clima. Anche nell'ambito delle altre banche di sviluppo regionali, come la Banca asiatica di sviluppo e la Banca interamericana di sviluppo, la Svizzera si impegna per la definizione di obiettivi climatici ambiziosi.

10.5

G20

Sotto la presidenza indiana del G20, la Svizzera ha partecipato al «Finance Track» e a tre gruppi di lavoro dello «Sherpa Track» («Anticorruzione», «Salute», «Commercio e investimenti»). Il «Finance Track» è stato incentrato su questioni inerenti alle riforme dell'architettura finanziaria internazionale, al debito, alla sostenibilità nel mercato finanziario e negli investimenti infrastrutturali così come a progetti di regolamentazione nel settore delle criptovalute. Nel quadro dello «Sherpa Track» la Svizzera ha preso parte all'elaborazione di tre documenti che illustrano i principi guida in materia di lotta alla corruzione. Questi ultimi riguardano la cooperazione internazionale nel perseguimento penale, la confisca di valori patrimoniali e l'integrità delle autorità anticorruzione.

10.6

Diritto internazionale

A inizio anno la Svizzera e il CICR hanno organizzato un incontro sul tema della protezione dell'ambiente nei conflitti armati, che ha visto la partecipazione di circa 380 esperti governativi provenienti da 120 Paesi. Il 2023 ha inoltre segnato il 15° anniversario dell'adozione del Documento di Montreux, il primo documento internazio47 / 78

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nale che sancisce gli obblighi degli Stati ai sensi del diritto internazionale in relazione alle attività delle società militari e di sicurezza private. Il Documento di Montreux è frutto di un'iniziativa lanciata congiuntamente dalla Svizzera e dal CICR nel 2006 e gode del sostegno di 58 Stati e tre organizzazioni internazionali.

Il 26 maggio è stata adottata a Lubiana la «Mutual Legal Assistance Convention», per cui la Svizzera si batteva dal 2016. Si tratta del primo accordo multilaterale volto a facilitare l'assistenza giudiziaria internazionale in materia di crimini internazionali. Il 14 settembre il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha adottato una risoluzione all'attenzione della Svizzera con raccomandazioni sull'attuazione della Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali. La risoluzione si basa sul Quinto parere del Comitato consultivo della Convenzione-quadro e sulla presa di posizione della Svizzera, in cui quest'ultima ribadisce la sua volontà di proteggere le minoranze nazionali.

Con la risoluzione sulla revisione della Strategia globale antiterrorismo, a giugno l'Assemblea generale dell'ONU ha confermato l'orientamento attuale per altri tre anni. Anche grazie alla Svizzera è stato possibile migliorare la trasparenza, la responsabilizzazione e la protezione del lavoro umanitario. Sono anche state impedite limitazioni illecite dei diritti umani, in particolare delle garanzie procedurali di persone sanzionate dall'ONU (soprattutto nel quadro del regime sanzionatorio contro ISIS e al-Qaida).

11

Risorse

11.1

Rete esterna e personale

Nell'anno in rassegna, per molte rappresentanze all'estero la gestione delle crisi è stata all'ordine del giorno. La rappresentanza a Kiev (Ucraina) è rimasta continuamente operativa. L'Ufficio di cooperazione a Kabul (Afghanistan), temporaneamente chiuso dal 2021, è stato convertito in un ufficio umanitario a partire dal 2024 per ottimizzare lo svolgimento dei compiti in loco. Anche l'Ambasciata di Port-au-Prince (Haiti) è stata trasformata in un ufficio umanitario. A causa dei pesanti combattimenti in Sudan, il DFAE ha deciso di chiudere temporaneamente l'Ambasciata di Khartoum. Lo stesso è valso per l'Ufficio di cooperazione a Niamey (Niger), chiuso a seguito del colpo di Stato di fine luglio e poi riaperto a settembre. Dopo aver consultato le Commissioni della politica estera, il Consiglio federale ha deciso di aprire un'ambasciata a Baghdad nel 2024. Nell'ambito della cessazione delle attività di cooperazione allo sviluppo della DSC, nel 2024 saranno chiusi gli Uffici di cooperazione a Managua (Nicaragua), Tegucigalpa (Honduras) e Ulan Bator (Mongolia).

11.2

Gestione delle crisi e sicurezza

Nell'anno in rassegna il DFAE ha gestito numerosi eventi rilevanti per la sicurezza e crisi all'estero, tra cui il conflitto in Medio Oriente, il colpo di Stato in Niger, la guerra in Sudan, l'aggressione militare della Russia contro l'Ucraina nonché catastrofi naturali come il terremoto in Turchia e Siria e gli incendi boschivi sulle isole greche. L'ac48 / 78

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cento è stato messo sul supporto alla rete esterna e alle persone di nazionalità svizzera.

Le sfide più complesse sono state incontrate in Ucraina, Sudan e Medio Oriente. Alcuni esempi dell'aiuto prestato includono l'evacuazione del personale dell'Ambasciata in Sudan e l'organizzazione di voli speciali da Israele. Il Centro di gestione delle crisi (KMZ) è stato particolarmente sollecitato.

Nel caso del Sudan, con il sostegno di Stati partner è stato possibile evacuare il personale trasferibile dell'Ambasciata e aiutare i cittadini svizzeri a lasciare il Paese. In Israele, la Confederazione ha agevolato il rimpatrio di 880 cittadini svizzeri organizzando voli speciali in collaborazione con Swiss. L'impiego in tutto il mondo di un totale di nove consiglieri regionali per la sicurezza del KMZ si è dimostrato efficace.

A causa dell'instabilità geopolitica, il DFAE ha anche dovuto adeguare a più riprese i suoi Consigli di viaggio.

11.3

Servizi consolari

I servizi consolari sono stati ulteriormente digitalizzati per ottimizzare l'assistenza ai concittadini all'estero, che sono ormai più di 800 000. Grazie ai miglioramenti apportati a SwissInTouch, l'app per la comunità svizzera all'estero, è stato possibile erogare i servizi in modo più rapido, preciso ed economico. Con l'introduzione del voto elettronico in tre Cantoni sono stati fatti progressi sul fronte digitale per quel che concerne i diritti politici.

Dopo la revoca delle misure di contenimento della pandemia di COVID-19, la popolazione svizzera ha ripreso a viaggiare, una tendenza a cui è riconducibile il netto aumento dei casi di protezione consolare. In diverse situazioni di crisi, come il terremoto in Turchia, lo scoppio della guerra in Sudan e gli attacchi di Hamas in Israele, la Helpline DFAE e la protezione consolare sono stati importanti punti di contatto per i cittadini svizzeri.

Il forte aumento delle richieste di visto ha avuto un grande impatto sul turismo e sull'economia: in molti Paesi il numero di richieste ha superato i livelli pre-pandemia, mettendo gli uffici svizzeri competenti di fronte a notevoli sfide. Nonostante l'incremento della domanda di servizi consolari, è stato possibile garantirne l'erogazione con un livello stabile di risorse. La crescente digitalizzazione assicura una maggiore efficienza e contribuisce così a gestire tale incremento senza costi aggiuntivi.

11.4

Comprensione della politica estera in Svizzera

Nell'anno in esame gli sviluppi in Medio Oriente e la guerra in Ucraina hanno avuto un forte impatto sulla comunicazione del DFAE, che si è focalizzata sulle informazioni riguardanti le misure adottate dalla Confederazione per aiutare le persone colpite dal conflitto, sui lavori preparatori a livello politico in vista della ricostruzione dell'Ucraina e sulle relazioni tra la Svizzera e l'UE. Anche il seggio della Svizzera nel Consiglio di sicurezza dell'ONU, gli impieghi umanitari e la consultazione volontaria sulla Strategia CI 2025­2028 sono stati temi centrali per la comunicazione.

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Al fine di rendere le informazioni accessibili ai gruppi target in modo mirato sono stati utilizzati diversi canali, tra cui anche il contatto diretto con la popolazione e la presentazione di varie tematiche di politica estera nell'ambito del progetto «Miglio federale aperto», in occasione del 175° anniversario della Costituzione federale.

11.5

Comunicazione internazionale all'estero

La comunicazione internazionale sfrutta le relazioni pubbliche per tutelare gli interessi della Svizzera all'estero sulla base di conoscenze precise del modo in cui viene percepito il nostro Paese. L'analisi dei media e dei social media esteri insieme agli studi sull'immagine indicano che nel 2023 la Confederazione ha in generale continuato a godere di una percezione da positiva a eccellente. I media stranieri ­ soprattutto in Europa, ma in parte anche negli Stati Uniti e in Russia ­ hanno tuttavia criticato la Svizzera per la sua posizione nel contesto della guerra contro l'Ucraina. Ciò ha contribuito anche a risvegliare tradizionali stereotipi negativi. L'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS ha inizialmente scatenato critiche in tutto il mondo, in particolare nei confronti della banca e della piazza finanziaria svizzera. La reazione del Consiglio federale è stata commentata in maniera differenziata ma in linea di massima valutata positivamente, soprattutto per quanto riguarda la rapida attuazione di una soluzione efficace volta a evitare una destabilizzazione del sistema finanziario su scala internazionale.

In generale, il clima internazionale si è inasprito anche sul fronte della comunicazione.

Una copertura mediatica costantemente critica può avere un impatto negativo sulla percezione del Paese tra i gruppi target interessati e può potenzialmente ripercuotersi sulle loro decisioni relative alla Svizzera, ma non è sinonimo di una crisi di reputazione generale con ampi effetti negativi sull'immagine e sugli interessi della Confederazione.

I numerosi punti di forza del nostro Paese hanno continuato a suscitare interesse all'estero e sono stati messi in risalto nelle attività di comunicazione. La «House of Switzerland» al WEF ha di nuovo offerto una cornice per la presenza ufficiale della Confederazione, fungendo da piattaforma per la delegazione svizzera, gli ospiti e i media così come per gli eventi, la cura delle relazioni e il dialogo, e mettendo in luce la forza innovativa del nostro Paese. Alla Milano Design Week la Svizzera si è presentata nei settori dell'arte, del design, della ricerca e dell'economia. Ben 195 progetti di comunicazione sono stati realizzati con la collaborazione o il sostegno delle rappresentanze all'estero, spesso insieme a partner del mondo dell'economia,
della scienza, della cultura, della politica e della pubblica amministrazione. In Cile, per esempio, l'operato della Svizzera nell'ambito delle risorse idriche è stato presentato con una nuova mostra in formato «ready-made». Le ambasciate di Svizzera in Europa interessate dal secondo contributo svizzero hanno lanciato apposite campagne di comunicazione. Sono inoltre stati organizzati 22 viaggi di delegazioni in Svizzera per discutere temi quali l'energia, la mobilità / i trasporti, l'accordo di Schengen, l'innovazione, la digitalizzazione e la piazza finanziaria. Infine, sono state portate avanti campagne come swisstech e finance.swiss, volte a promuovere la Svizzera quale polo dell'innovazione, della tecnologia e della finanza.

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12

Prospettive

All'inizio del 2024 il Consiglio federale ha adottato in via definitiva la SPE 2024-2027, che definisce il quadro strategico della politica estera per il prossimo periodo legislativo. Saranno inoltre adottate la Strategia CI 2025-2028 e altre strategie subordinate alla SPE, tra cui per la prima volta anche una Strategia Multilateralismo e Stato ospite. Anche in futuro, la Svizzera sarà presumibilmente confrontata con questioni di posizionamento e obiettivi contrastanti in un contesto politico globale polarizzato. L'applicazione della neutralità sarà regolarmente riesaminata in base al mutare delle condizioni quadro. La stabilizzazione e l'ampliamento delle relazioni con l'UE rimane un tema centrale, così come la corresponsabilità per la sicurezza europea e la ricostruzione dell'Ucraina ­ con l'organizzazione di conferenze di alto livello sullo sminamento umanitario e sulla pace nel Paese ­ e il monitoraggio degli sviluppi nei Balcani occidentali e nel Caucaso meridionale. I contributi alla stabilizzazione dei Paesi al confine orientale e meridionale dell'Europa acquisiscono importanza, come anche il seggio nel Consiglio di sicurezza dell'ONU e la diversificazione dei rapporti economici con l'estero al fine di intrattenere relazioni costruttive con tutte le regioni del mondo.

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Elenco delle abbreviazioni ACNUR

Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati

AELS

Associazione europea di libero scambio

ALC

Accordo sulla libera circolazione delle persone

ALS

Accordo di libero scambio

ASEAN

Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (Association of Southeast Asian Nations)

BMS

Banca multilaterale di sviluppo

BMVI

Strumento di sostegno finanziario per la gestione delle frontiere e la politica dei visti (Border Management and Visa Policy Instrument)

BRICS

Associazione informale composta da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica (dal 2024 allargata ad altri Stati)

CAS

Comitato di aiuto allo sviluppo dell'OCSE

CBAM

Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell'UE (Carbon Border Adjustment Mechanism)

CDEP

Comitato per la politica dell'economia digitale dell'OCSE (Committee on Digital Economy Policy)

CDU

Consiglio dei diritti umani dell'ONU

CFS

Comando delle forze speciali dell'Esercito svizzero

CI

Cooperazione internazionale

CICR

Comitato internazionale della Croce Rossa

COVID-19

Malattia da coronavirus 2019

CPE

Comunità politica europea

CPI

Corte penale internazionale

CSA

Corpo svizzero di aiuto umanitario

DATEC

Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni

DDPS

Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport

DEFR

Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca

DFAE

Dipartimento federale degli affari esteri

DFF

Dipartimento federale delle finanze

DFGP

Dipartimento federale di giustizia e polizia

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DSC

Direzione dello sviluppo e della cooperazione

DSI

Informazioni sulle sequenze genetiche digitali (Digital Sequence Information)

ELN

Esercito di liberazione nazionale

ERI

Educazione, ricerca e innovazione

ERIC

Consorzio per un'infrastruttura europea di ricerca (European Research Infrastructure Consortium)

ETIAS

Sistema europeo di informazione e autorizzazione ai viaggi (European Travel Information and Authorisation System)

EUFOR ALTHEA

Forza multinazionale di difesa dell'UE in Bosnia-Erzegovina (European Union Force Bosnia and Herzegovina)

Euratom

Comunità europea dell'energia atomica

Eurodac

Banca di dati biometrici dell'UE (regime di asilo)

EUSALP

Strategia macroregionale dell'UE per la Regione alpina (EU-Strategy for the Alpine Region)

FARC

Forze armate rivoluzionarie colombiane ­ Esercito del Popolo

FMI

Fondo monetario internazionale

Frontex

Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

G20

Gruppo dei 20 (Arabia Saudita, Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, India, Indonesia, Italia, Messico, Regno Unito, Russia, Stati Uniti, Sudafrica, Turchia, Unione africana, Unione europea)

GDC

Patto digitale globale (Global Digital Compact)

GESDA

Geneva Science and Diplomacy Anticipator

GHO

Global Humanitarian Overview dell'OCHA

HIV

Virus dell'immunodeficienza umana

IA

Intelligenza artificiale

IGF

Forum sulla governance di Internet dell'ONU (Internet Governance Forum)

IPCC

Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change)

IT

Tecnologia dell'informazione

ITER

Reattore sperimentale termonucleare internazionale (International Thermonuclear Experimental Reactor)

KFOR

Forza multinazionale per il mantenimento della pace in Kosovo (Kosovo Force)

MENA

Medio Oriente e Nord Africa (Middle East and North Africa) 53 / 78

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MERCOSUR

Mercato comune dell'America meridionale (Mercado Común del Sur)

MINUSMA

Missione multidimensionale integrata delle Nazioni Unite in Mali (Mission Multidimensionnelle Intégrée des Nations Unies pour la Stabilisation au Mali)

MONDIACULT Conferenza mondiale dell'UNESCO sulle politiche culturali e lo sviluppo sostenibile MRA

Accordo tra la Confederazione Svizzera e l'UE sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità (Mutual Recognition Agreement)

NATO

Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (North Atlantic Treaty Organization)

OCA

Our Common Agenda ­ Visione del segretario generale dell'ONU per il futuro della cooperazione globale

OCHA

Ufficio dell'ONU per il coordinamento degli affari umanitari (United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs)

OCSE

Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico

OHCHR

Alto Commissariato dell'ONU per i diritti umani (Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights)

OIM

Organizzazione internazionale per le migrazioni

OMC

Organizzazione mondiale del commercio

OMM

Organizzazione meteorologica mondiale

OMS

Organizzazione mondiale della sanità

ONU

Organizzazione delle Nazioni Unite

OSCE

Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa

OSS

Obiettivi di sviluppo sostenibile

PNUA

Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente

SAI

Scambio automatico di informazioni

SEM

Segreteria di Stato della migrazione

SPE

Strategia di politica estera

UA

Unione africana

UFCOM

Ufficio federale delle comunicazioni

UIT

Unione internazionale delle telecomunicazioni

UNAIDS

Programma congiunto delle Nazioni Unite sull'HIV/AIDS

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UNESCO

Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation)

UN-Habitat

Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani

VIS

Sistema di informazione visti

WEF

Forum economico mondiale (World Economic Forum)

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Allegato 1

Rapporti del Consiglio federale in materia di politica estera Rapporto sulla politica economica esterna 2022 comprendente messaggi concernenti accordi economici internazionali e il rapporto concernente le misure tariffali adottate nel 2022 01/2023 Il rapporto sulla politica economica esterna 2022 fa luce su questioni rilevanti per la politica economica esterna della Svizzera nell'anno in rassegna e le colloca nel contesto della Strategia di politica economica esterna 2021. Analizza le evoluzioni importanti in Svizzera in questo ambito politico, le relazioni economiche con l'UE e svariati accordi economici bilaterali. Il rapporto sull'esercizio 2022 esamina principalmente le conseguenze della guerra contro l'Ucraina sull'economia mondiale e sulla Svizzera, in particolare il loro effetto sulle catene di produzione e di approvvigionamento internazionali. Infine, presenta prospettive per il 2023.

www.fedlex.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/fga/2023/304/it/pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-fga-2023-304-it-pdf-a-1.pdf, FF 2023 304

Rapporto sulla politica estera 2022 02/2023 Il rapporto offre una panoramica della politica estera svizzera nell'anno in rassegna.

Ai sensi dell'articolo 148 capoverso 3 della legge sul Parlamento del 13 dicembre 200218, il Consiglio federale presenta all'Assemblea federale un rapporto sulle attività di politica estera della Svizzera, in particolare in relazione alla Strategia di politica estera 2020­2023 (SPE 2020­2023), di cui il rapporto segue la struttura. Conformemente alla decisione del Consiglio federale dell'11 maggio 2011, il rapporto approfondisce uno dei temi prioritari, in particolare la politica estera nel contesto della guerra in Ucraina.

www.fedlex.admin.ch/filestore/fedlex.data.admin.ch/eli/fga/2023/507/it/pdf-a/fedlex-data-admin-ch-eli-fga-2023-507-it-pdf-a.pdf, FF 2023 507

Strategia Sud-Est asiatico 2023­2026 02/2023 La Strategia Sud-Est asiatico 2023­2026 è la quinta strategia geografica di approfondimento della SPE 2020­2023. Tale strategia ­ che completa la Strategia Cina adottata dall'Esecutivo nel 2021 ­ mira ad ampliare le relazioni della Svizzera e a sfruttare in maniera bilanciata le numerose opportunità che si profilano nell'intera area dell'Asia-Pacifico. Gli scambi tra la Svizzera e gli 11 Paesi della regione saranno raf18

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forzati sulla base delle quattro priorità contenute nella SPE 2020­2023, vale a dire pace e sicurezza, prosperità, sostenibilità e digitalizzazione. La quinta priorità definita nella strategia riguarda la fornitura di servizi di qualità ai cittadini svizzeri che vivono nella regione.

www.eda.admin.ch/eda/it/dfae/dfae/publikationen.html/content/publikationen/it/eda/ schweizer-aussenpolitik/suedostasien-strategie-2023-2026

L'esercizio del diritto di voto dall'estero: basi, prassi attuale e prospettive. Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Silberschmidt 20.4348 del 30 novembre 2020 03/2023 Il rapporto «L'esercizio del diritto di voto dall'estero: basi, prassi attuale e prospettive» dà seguito al postulato Silberschmidt 20.4348, che chiede al Consiglio federale di «esaminare se sia possibile semplificare l'invio e la consegna di materiale di voto ed elettorale agli Svizzeri all'estero». Il rapporto analizza diverse opzioni volte ad accelerare la consegna del materiale di voto, come il ricorso al corriere diplomatico, l'invio anticipato o il recapito a un indirizzo in Svizzera. Il documento conclude che il voto elettronico rimane l'opzione più promettente per facilitare l'esercizio dei diritti politici agli Svizzeri all'estero interessati dai ritardi degli invii per posta.

www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/76241.pdf

Politica spaziale 2023 della Confederazione 03/2023 Con il rapporto il Consiglio federale definisce la direzione futura della Confederazione nelle sue attività spaziali e formula una politica coordinata nel settore spaziale, inserita nel contesto internazionale. Il rapporto fornisce una base per l'elaborazione di strategie parziali in seno alla Confederazione e funge da bussola per il mondo economico e scientifico andando nel contempo a garantire una gestione delle misure statali e un monitoraggio dei relativi risultati.

www.sbfi.admin.ch/sbfi/it/home/servizi/pubblicazioni/banca-dati-pubblicazioni/ politica-spaziale-2023.html

Rapporto del Consiglio federale sulle attività svolte dalla Svizzera nel settore della politica migratoria estera 2022 04/2023 Nell'anno in rassegna la politica migratoria estera della Svizzera è stata caratterizzata dagli effetti della guerra in Ucraina, che ha portato al più grande esodo di massa in Europa dalla Seconda guerra mondiale. Inoltre, l'aumento dei prezzi delle derrate alimentari e dell'energia, le conseguenze economiche e sociali della pandemia di COVID-19, i persistenti conflitti armati e le violazioni dei diritti umani hanno ampli-

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ficato i movimenti di esodo e migrazione. Nel 2022, la Svizzera ha proseguito la sua politica migratoria estera attiva concludendo due nuovi partenariati in materia di migrazione con la Georgia e la Macedonia del Nord.

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Valutazione annuale dello stato della minaccia. Rapporto del Consiglio federale alle Camere federali e al pubblico 05/2023 Secondo l'articolo 70 capoverso 1 lettera d della legge federale del 25 settembre 201519 sulle attività informative (LAIn), il Consiglio federale valuta ogni anno lo stato della minaccia in Svizzera e informa le Camere federali e il pubblico. La valutazione fa riferimento alle minacce menzionate nella LAIn nonché a fatti rilevanti sotto il profilo della politica di sicurezza che avvengono all'estero.

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Rapporto sui trattati internazionali conclusi nel 2022 05/2023 Conformemente all'articolo 48a capoverso 2 della legge del 21 marzo 199720 sull'organizzazione del Governo e dell'Amministrazione, il Consiglio federale riferisce ogni anno all'Assemblea federale sui trattati che ha concluso e su quelli conclusi dai dipartimenti, dagli aggruppamenti o dagli uffici federali. Il presente rapporto concerne i trattati conclusi nel corso del 2022.

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Stato delle relazioni Svizzera-UE. Rapporto del Consiglio federale in adempimento dei postulati Aeschi Thomas 13.3151 del 20 marzo 2013, Gruppo dei Verdi 14.4080 dell'8 dicembre 2014, Naef 17.4147 del 14 dicembre 2017, Gruppo socialista 21.3618 del 1° giugno 2021, Cottier 21.3654 dell'8 giugno 2021, Gruppo dei Verdi 21.3667 del 9 giugno 2021, Fischer Roland 21.3678 del 10 giugno 2021, Z'graggen 21.4450 del 15 dicembre 2021, Maître 22.3172 del 16 marzo 2022 e della mozione Minder 21.4184 del 30 settembre 2021 06/2023 Il rapporto «Stato delle relazioni Svizzera-UE» presenta una panoramica delle relazioni bilaterali attuali con l'UE, stila un bilancio della politica europea e delinea le prospettive future. Il rapporto giunge alla conclusione che la via bilaterale rimane la soluzione più vantaggiosa per la Svizzera. Il documento definisce le misure con le

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quali il Consiglio federale intende proseguire la via bilaterale e lo sviluppo della cooperazione tra la Svizzera e l'UE.

www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/79361.pdf

Strategia marittima 2023­2027 06/2023 La Strategia marittima 2023­2027, che si basa sugli obiettivi stabiliti nella SPE 2020­ 2023, fornisce una visione d'insieme sulla politica della Confederazione, consentendole di affrontare le questioni marittime in modo più coerente. La Strategia è strutturata attorno a cinque priorità tematiche ­ un ordine marittimo basato su regole, l'economia marittima, l'ambiente marino e gli affari sociali, la ricerca e la scienza marittime e la bandiera svizzera ­ per le quali sono stati fissati obiettivi e misure.

www.eda.admin.ch/content/dam/eda/it/documents/publications/Schweizerische Aussenpolitik/maritime-strategie_IT.pdf

Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere: conseguenze per la Svizzera. Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato 20.3933 CPE-N del 25 agosto 2020 06/2023 Nel suo rapporto il Consiglio federale analizza le conseguenze di un meccanismo di aggiustamento del carbonio alle frontiere (Carbon Border Adjustment Mechanism, CBAM) per la Svizzera dal punto di vista dell'economia, dell'ecologia e del commercio estero. Per il momento, raccomanda di non introdurre un CBAM contemporaneamente all'UE, a causa dei rischi normativi e commerciali che ne deriverebbero. La Svizzera potrà riesaminare la situazione nell'estate del 2026, dopo che l'UE avrà presentato un bilancio intermedio.

www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/79656.pdf

78a sessione dell'Assemblea generale dell'ONU: anteprima tematica.

Rapporto del Consiglio federale destinato alle Commissioni della politica estera del 21 giugno 2023 06/2023 Il rapporto presenta le tematiche trattate durante la 78a sessione dell'Assemblea generale dell'ONU che rivestono particolare importanza dal punto di vista della Svizzera: finanze e imposte, Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, diritto internazionale e riforme dell'ONU.

www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/82604.pdf

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Scambio internazionale di informazioni sui casellari giudiziari.

Vagliare un'adesione della Svizzera a ECRIS.

Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato 17.3269, CIP-N, del 27 aprile 2017 08/2023 Il rapporto constata che lo scambio diretto dei dati dei casellari giudiziali nazionali tra la Svizzera e gli Stati dell'UE rafforzerebbe la sicurezza e faciliterebbe il lavoro delle autorità di perseguimento penale e dei tribunali. Per questo motivo, il Consiglio federale è favorevole all'avvio di colloqui con l'UE in vista dell'adesione della Svizzera al Sistema europeo di informazione sui casellari giudiziali (ECRIS).

www.parlament.ch/centers/eparl/curia/2017/20173269/Bericht%20BR%20I.pdf

Rapporto «Ciber-rischi nello spazio extra-atmosferico» in adempimento del postulato Bellaiche 21.4176 del 17 dicembre 2021 09/2023 Il rapporto stila un bilancio delle dipendenze critiche della Svizzera per garantire la sua sicurezza e la fornitura stabile di servizi e capacità dell'infrastruttura spaziale.

Illustra i ciber-rischi per i tre segmenti dell'infrastruttura spaziale (segmento di terra, collegamento dati e segmento spaziale) e giunge alla conclusione che la Svizzera, con un portafoglio di infrastrutture spaziali relativamente piccolo e meno critico dal punto di vista della fornitura e della sicurezza, ha limitate possibilità di rafforzare la cibersicurezza dell'attività a livello puramente nazionale. Il documento presenta pertanto il coinvolgimento della Svizzera in organismi multilaterali, organizzazioni internazionali e programmi di sviluppo che si occupano di questioni spaziali e dell'interfaccia tra spazio e cibersicurezza.

www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/83692.pdf

Collaborazione con le ONG svizzere: valore aggiunto, basi legali applicabili ed elenco dei contributi e dei mandati per il periodo 2017­ 2020. Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Schneider-Schneiter 20.4389 del 2 dicembre 2020 10/2023 Questo rapporto prende in esame il periodo 2017­2020 e presenta le basi giuridiche e le modalità di finanziamento della collaborazione con le ONG svizzere e indica i criteri per ottenere i finanziamenti della Confederazione. Infine, attraverso alcuni esempi, spiega il valore aggiunto della collaborazione con le ONG svizzere per realizzare gli obiettivi della CI e quindi dell'Agenda 2030.

www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/83308.pdf

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Divieti di esportazione esteri: tutela degli interessi svizzeri.

Rapporto del Consiglio federale in adempimento del postulato Portmann 20.3087 dell'11 marzo 2020 12/2023 In questo rapporto il Consiglio federale illustra le possibilità della Svizzera di adottare misure di politica economica estera in risposta ai divieti di esportazione esteri. Il rapporto esamina inoltre gli sviluppi delle misure protezionistiche all'estero e in Svizzera. Nelle sue conclusioni valuta infine se la legislazione svizzera sia sufficiente per contrastare le misure all'estero o se sia necessario intervenire o adeguare la legislazione a causa delle misure sempre più protezionistiche degli Stati esteri. Il rapporto giunge alla conclusione che le basi giuridiche esistenti sono sufficienti.

www.newsd.admin.ch/newsd/message/attachments/85244.pdf

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Allegato 2

Pubblicazioni del DFAE Le pubblicazioni elencate di seguito possono essere consultate sul sito Internet del DFAE.

www.eda.admin.ch/eda/it/dfae/dfae/publikationen.html

Strategia Sud-Est asiatico 2023­2026 02/2023 La Strategia Sud-Est asiatico 2023­2026 è la quinta strategia geografica di approfondimento della Strategia di politica estera (SPE) 2020­2023. Tale strategia ­ che completa la Strategia Cina adottata dall'Esecutivo nel 2021 ­ mira ad ampliare le relazioni della Svizzera e a sfruttare in maniera bilanciata le numerose opportunità che si profilano nell'intera area dell'Asia-Pacifico. Gli scambi tra la Svizzera e gli 11 Paesi della regione saranno rafforzati sulla base delle quattro priorità contenute nella SPE 2020­ 2023, vale a dire pace e sicurezza, prosperità, sostenibilità e digitalizzazione. Una quinta priorità definita nella strategia riguarda la fornitura di servizi di qualità ai cittadini svizzeri che vivono nella regione.

Strategia marittima 2023­2027 06/2023 La Strategia marittima 2023­2027, che si basa sugli obiettivi stabiliti nella SPE 2020­ 2023, fornisce una visione d'insieme sulla politica della Confederazione, consentendole di affrontare le questioni marittime in modo più coerente. La Strategia è strutturata attorno a cinque priorità tematiche ­ un ordine marittimo basato su regole, l'economia marittima, l'ambiente marino e gli affari sociali, la ricerca e la scienza marittime e la bandiera svizzera ­ per le quali sono stati fissati obiettivi e misure.

Lotta contro le mine: Piano d'azione 2023­2026 07/2023 Con il piano d'azione, la Svizzera prosegue il suo impegno di lunga data nella lotta contro le mine. Oltre ad attuare le convenzioni pertinenti e a sostenere la bonifica delle zone contaminate, il piano d'azione propone approcci innovativi. Inoltre, nei prossimi anni la Svizzera fornirà un sostegno mirato all'Ucraina.

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Cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario della Svizzera: Statistiche 2021 08/2023 Questa pubblicazione è composta da sei tabelle che offrono una visione completa dell'aiuto pubblico allo sviluppo (Confederazione, Cantoni e Comuni) e dell'aiuto privato (ONG) della Svizzera nel 2021, per Paese di destinazione e per organizzazione, e da un elenco dei grandi progetti per Paese.

Un solo mondo 1/2023 02/2023 Edizione dedicata al ruolo della biodiversità nello sviluppo sostenibile. Il numero di specie e la diversità degli ecosistemi sono in forte calo. Un nuovo quadro globale deve rilanciare la protezione e il ripristino della biodiversità.

Un solo mondo 2/2023 06/2023 Sono in particolare le donne a pagare il prezzo più alto nei conflitti sanguinosi della regione africana dei Grandi Laghi, eppure la loro resilienza rimane immutata: un reportage dal punto di vista delle donne.

Un solo mondo 3/2023 08/2023 Edizione dedicata alla lotta contro la crisi alimentare. Gli esperti concordano: per premunire il sistema alimentare contro le crisi a lungo termine, è necessaria una trasformazione. Questo è l'unico modo per garantire in futuro l'approvvigionamento alimentare per tutti ovunque nel mondo.

Un solo mondo 4/2023 12/2023 Questa edizione fa luce su quanto siano strettamente legati il benessere degli animali, la salute umana e un ambiente intatto. Porta le lettrici e i lettori in Ciad e allo stesso tempo esplora le opportunità e le sfide associate all'agricoltura digitale.

Swiss Peace Supporter 1/2023 03/2023 I riflettori sono puntati sulla zona demilitarizzata tra la Corea del Nord e la Corea del Sud per i 70 anni dalla sua istituzione. Altri articoli comprendono il resoconto di un Protection Officer svizzero sulla sua missione in Ucraina e l'esperienza di una collaboratrice di UN Women Sudan.

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Swiss Peace Supporter 2/2023 06/2023 In occasione del 500° convoglio SWISSCOY, al centro dell'attenzione sono, questa volta, le sfide logistiche da affrontare nell'ambito della promozione militare della pace. Un contributo speciale permette di dare un'occhiata dietro le quinte delle elezioni presidenziali in Nigeria. Un esperto parla del lavoro delle Nazioni Unite in Burkina Faso e un'esperta spiega il suo ruolo all'interno dell'Ufficio per i diritti fondamentali di Frontex a Varsavia.

Swiss Peace Supporter 3/2023 06/2023 «Paz Total»: questa espressione, associata al processo di pace in Colombia e all'impegno della Svizzera in loco, è utilizzata spesso in questo numero di SPS. Un contributo speciale dell'organizzazione Justice Rapid Response mostra come sia possibile rafforzare la responsabilizzazione in caso di gravi violazioni dei diritti umani. Un esperto svizzero, di ritorno dalla sua missione nel Sudan del Sud, ripercorre il suo impiego come consulente presso le Nazioni Unite in materia di «triple nexus».

Swiss Peace Supporter 4/2023 12/2023 Le missioni di pace dell'ONU, che hanno affrontato sfide sempre più impegnative nel 2023, sono al centro di questa edizione. Inoltre, il giudice svizzero presso la Corte penale speciale centrafricana spiega l'efficacia di questa nuova istituzione nella lotta contro l'impunità e un'esperta riferisce da Addis Abeba sulla promozione dei diritti delle donne in Africa.

Chi parte in viaggio...

01/2023 La guida contiene numerosi consigli utili per preparare un viaggio o un soggiorno all'estero. Inoltre, fornisce informazioni su come e in quali situazioni un'ambasciata svizzera può assistere viaggiatori all'estero in caso di emergenza.

Guida alla pratica dei trattati internazionali 06/2023 La pubblicazione descrive le norme e la prassi seguite dalla Svizzera nell'ambito dei trattati. È innanzitutto destinata al personale dell'Amministrazione federale, in Svizzera e in seno alle rappresentanze all'estero.

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Event Analysis: 2022 Floods in Swat Valley, Pakistan 10/2023 Dopo le devastanti inondazioni che hanno colpito la valle dello Swat nell'estate del 2022, la Svizzera ha proposto al Governo pakistano un'analisi della situazione. Lo studio intende fornire a quest'ultimo conoscenze specialistiche sui futuri rischi di piene e costituisce una buona base per sostenere le autorità e le organizzazioni internazionali nel processo di ricostruzione della valle.

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Allegato 3

Raggiungimento degli obiettivi della SPE 2020-2023 Obiettivo della SPE

Raggiungimento degli obiettivi

Obiettivi della SPE 2020­2023 (talora sintetizzati, testo evidenziato per una più facile consultazione, per la formulazione integrale degli obiettivi cfr. SPE)

Bilancio in riferimento agli obiettivi della SPE 2020­2023

1. Pace e sicurezza 1.1 La Svizzera viene eletta come membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU e persegue in tale contesto una politica credibile (...).

Raggiunto La Svizzera è stata eletta al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Le priorità svizzere sono state fatte confluire nelle risoluzioni e nelle discussioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sono stati organizzati eventi pertinenti. Il seggio è generalmente percepito positivamente in termini di politica interna ed estera.

1.2 Grazie a contributi attivi per promuovere la democrazia, per mediare, prevenire e comporre i conflitti e per lottare contro l'impunità, la Svizzera figura tra i Paesi leader a livello mondiale nella promozione della pace. Grazie alla presidenza della rete «Donne, pace e sicurezza», prevista nel 2021, consolida il ruolo delle donne nella politica di pace e di sicurezza.

Raggiunto La Svizzera ha partecipato ogni anno a 17­21 processi di pace e la sua esperienza continua a essere richiesta. Tuttavia, i buoni uffici non possono essere dati per scontati nel contesto attuale, ma richiedono agilità e innovazione, pazienza strategica e investimenti a lungo termine. Durante la presidenza di «Donne, pace e sicurezza», rimandata al 2022 a causa della pandemia di COVID-19, nuovi Paesi hanno aderito alla rete.

1.3 La Svizzera rafforza l'universalità dei diritti umani tramite un quadro giuridico internazionale supportato da istituzioni efficienti, tra cui in particolare il Consiglio dei diritti umani dell'ONU, a Ginevra, e gli organi per la difesa dei diritti umani del Consiglio d'Europa e dell'OSCE (...).

Non raggiunto Sulla base delle linee guida sui diritti umani 2021­2024, la Svizzera ha fornito un contributo prezioso al rafforzamento dell'universalità dei diritti umani e a favore di istituzioni efficaci. Tuttavia, a livello internazionale, l'accettazione del quadro giuridico e l'applicazione dei diritti umani sono diminuiti.

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Obiettivo della SPE

Raggiungimento degli obiettivi

1.4 Nelle crisi umanitarie la Svizzera presta aiuto d'emergenza. Inoltre, consolida la sua reputazione di polo per le questioni umanitarie, soprattutto grazie alla Ginevra internazionale, e sviluppa nuove strategie per far fronte alle sfide umanitarie.

(...) Nelle regioni di prima accoglienza, sostiene la tutela e l'integrazione duratura di profughi e sfollati e riduce le cause della migrazione irregolare e dello sfollamento forzato.

Raggiunto Dopo l'invasione dell'Ucraina da parte delle truppe russe, la Svizzera ha fornito aiuti umanitari rapidamente incrementando notevolmente il proprio sostegno. Nel Corno d'Africa ha fornito ulteriori finanziamenti e ha adattato le attività in corso per affrontare l'insicurezza alimentare. La Svizzera ha mobilitato una somma record di oltre 200 milioni di franchi per sostenere il Programma alimentare mondiale nei Paesi che devono affrontare l'insicurezza alimentare, in particolare in Africa.

Nell'ambito della riorganizzazione «Fit for purpose», la DSC ha rafforzato le sinergie tra aiuto umanitario e cooperazione allo sviluppo.

La Svizzera ha partecipato all'organizzazione di varie conferenze umanitarie a Ginevra.

1.5 La Svizzera si impegna a favore del mantenimento degli accordi per il controllo degli armamenti e per il disarmo. Inoltre lotta contro la cibercriminalità e il terrorismo, ostacola la loro esportazione all'estero così come ogni forma di sostegno alle loro attività e contrasta la tratta di esseri umani e il traffico di migranti.

Parzialmente raggiunto Nel contesto della crescente pressione sugli accordi sul controllo degli armamenti, il Consiglio federale ha adottato la Strategia di controllo degli armamenti e di disarmo 2022­2025. La Svizzera ha quindi dato priorità al mantenimento degli accordi esistenti e alla preparazione di nuovi accordi, in particolare relativi alle nuove tecnologie. Tuttavia, l'erosione dell'architettura esistente non si è arrestata.

La Strategia della Svizzera per la lotta al terrorismo ha continuato a essere attuata con successo e, dal 2020, il Centro nazionale per la cibersicurezza ha migliorato il coordinamento nella lotta contro la criminalità digitale.

Il Piano nazionale d'azione contro la tratta di esseri umani 2023­2027 è stato elaborato nel 2022 e adottato dal Consiglio federale.

2. Prosperità 2.1 La Svizzera si adopera per il rafforzamento di un ordine commerciale, finanziario e monetario stabile, affidabile e regolamentato. Inoltre migliora le condizioni quadro per i rapporti economici e finanziari con i propri partner e assicura ai propri operatori economici un accesso libero e non discriminatorio ai mercati esteri.

Parzialmente raggiunto La rete di accordi economici bilaterali esistente è stata parzialmente modernizzata e ampliata. L'architettura finanziaria è stata completata mediante il progetto di imposizione minima dell'OCSE, che la Svizzera sta per adottare.

L'ordine economico liberale globale rimane sotto pressione e persiste l'incertezza sull'accesso al mercato interno dell'UE. Nel 2023 sono stati sostanzialmente conclusi i negoziati dell'OMC sulla facilitazione degli investimenti per lo sviluppo e sul commercio elettronico (E-Commerce).

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Obiettivo della SPE

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2.2 Mediante gli strumenti della diplomazia commerciale e della promozione delle esportazioni, la Svizzera sostiene le imprese locali nelle loro attività all'estero in maniera efficace e adeguata alle loro esigenze.

Raggiunto Gli strumenti della Confederazione si sono dimostrati validi ed efficienti anche in tempi di crisi e sono stati ulteriormente ampliati, per esempio con l'assunzione di specialisti in infrastrutture, che hanno migliorato l'accesso ai progetti infrastrutturali all'estero.

2.3 La Svizzera crea condizioni quadro ottimali affinché possa anche in futuro posizionarsi ai vertici nei campi della formazione, della ricerca e dell'innovazione e rafforzare la propria competitività.

Parzialmente raggiunto La promozione della formazione, della ricerca e dell'innovazione è stata perseguita in funzione delle priorità previste nel Messaggio ERI per il periodo 2021­2024. Un'associazione con Orizzonte Europa e con Erasmus+, purtroppo non concretizzata, rimane l'obiettivo dichiarato del Consiglio federale.

2.4 La Svizzera favorisce l'accesso al mercato dei Paesi in via di sviluppo e crea nuove opportunità economiche per questi ultimi. Sostiene le iniziative del settore privato in materia di accesso ai capitali, integrazione nell'economia mondiale, imprenditoria e competenze specialistiche al fine di favorire la creazione di posti di lavoro dignitosi.

Parzialmente raggiunto L'accesso al mercato per i Paesi in via di sviluppo si è deteriorato a causa delle misure contro la pandemia di COVID-19 e dei conflitti. La cooperazione con il settore privato sta comunque progredendo. Il SIFEM (Fondo d'investimento svizzero per i mercati emergenti) è sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi fissati dal Consiglio federale. Grazie a un programma di garanzie della DSC, tra l'altro, ha potuto investire maggiormente nei Paesi meno avanzati. A complemento di ciò, la DSC e la SECO hanno partecipato alla SDG Impact Finance Initiative (SIFI), che serve a sviluppare e a graduare la finanza a impatto sociale nei Paesi in via di sviluppo. La DSC ha effettuato il suo primo investimento diretto in un fondo strutturato che sostiene le PMI dei Paesi meno avanzati.

2.5 La Svizzera si impegna a favore di una gestione sostenibile delle risorse naturali e promuove l'accesso universale a servizi di base di qualità.

Parzialmente raggiunto La Svizzera ha orientato i suoi strumenti in modo mirato, anche mediante la riorganizzazione «Fit for purpose» della DSC, e sta dando un contributo prezioso anche all'attuazione dell'Agenda 2030. Inoltre partecipa alla fornitura di servizi idrici ed energetici. Tuttavia, il numero di persone che soffrono la fame e l'insicurezza alimentare è aumentato.

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Obiettivo della SPE

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3. Sostenibilità 3.1 L'uso sostenibile di risorse naturali quali l'acqua, il suolo, i boschi e la conservazione della biodiversità sono di importanza cruciale per la Svizzera, che si impegna a favore di un impiego efficiente delle risorse. Nei settori dei prodotti chimici e dei rifiuti, in quello minerario e del commercio delle materie prime, come pure nel campo delle infrastrutture, punta a garantire standard elevati. La Confederazione promuove una gestione aziendale responsabile e la sostenibilità nel settore finanziario.

Parzialmente raggiunto La perdita di biodiversità e l'inquinamento sono in aumento a livello globale. L'adozione di quadri globali per la conservazione della biodiversità, per la protezione della biodiversità in alto mare e per la gestione internazionale sicura delle sostanze chimiche creerà condizioni adeguate a far progredire l'attuazione dell'Agenda 2030. Sono in corso anche i negoziati per un accordo sulla plastica e per un comitato consultivo scientifico sull'inquinamento ambientale. La Svizzera ha inoltre adottato misure per rafforzare la gestione aziendale responsabile.

3.2 La Svizzera contribuisce a un'attuazione efficace dell'Accordo di Parigi sul clima e aiuta a rendere gradualmente più ambiziosi gli obiettivi climatici nazionali, in modo da contenere il riscaldamento climatico a 1,5°C. Conformemente agli impegni presi, sostiene i Paesi in via di sviluppo nell'attuazione degli accordi multilaterali sull'ambiente (...).

Coadiuva inoltre questi Paesi nella prevenzione delle catastrofi (...).

Parzialmente raggiunto Alla Conferenza dell'ONU sul clima, la Svizzera ha ribadito il suo sostegno teso a rafforzare il regime climatico multilaterale. I Paesi in via di sviluppo più poveri, in particolare, hanno ricevuto sostegno nella cooperazione allo sviluppo e nella gestione del rischio di catastrofi.

Tuttavia, le misure attuali non sono sufficienti per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius.

3.3 Tramite il suo impegno internazionale, la Svizzera intende tutelare maggiormente la popolazione dai rischi per la salute, garantire l'accesso ad agenti terapeutici sicuri e finanziabili a lungo termine e promuovere sistemi sanitari nazionali efficienti. Inoltre vuole sostenere la governance nell'ordinamento sanitario internazionale e contribuire a ottimizzare la politica internazionale in materia di dipendenze.

Parzialmente raggiunto La Svizzera si è impegnata in particolare nei settori della governance, della prevenzione e della preparazione alle pandemie prendendo parte, ad esempio, al Consiglio Esecutivo dell'OMS (2023­2026), al Global Fund, a UNAIDS, all'Alleanza globale per i vaccini (GAVI) e alla Commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti. Il Consiglio federale ha inoltre adottato il rapporto sulle misure per contenere il propagarsi delle zoonosi e combatterne le cause (postulato 20.3469).

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Obiettivo della SPE

Raggiungimento degli obiettivi

3.4 In un contesto internazionale minato da crescenti pericoli per il patrimonio culturale dovuti a conflitti armati e catastrofi naturali, la Svizzera persegue una politica attiva con la sua Strategia in materia di protezione del patrimonio culturale minacciato. La Confederazione sostiene vari ambiti della politica culturale all'estero come la promozione cinematografica, le scuole svizzere e il trasferimento di beni culturali. Sul piano multilaterale, la Svizzera mira a partecipare ai programmi dell'UE, è membro attivo del Consiglio esecutivo dell'UNESCO e consolida il ruolo della cultura in seno al Consiglio d'Europa.

Raggiunto In seno al Consiglio Esecutivo dell'UNESCO, la Svizzera ha sostenuto l'effettivo perseguimento degli obiettivi della conferenza MONDIACULT come agenda culturale globale. La guerra contro l'Ucraina ha ribadito l'importanza della strategia svizzera per proteggere il patrimonio culturale in pericolo e sostenere le convenzioni culturali dell'UNESCO. Al vertice dei capi di Stato e di Governo del Consiglio d'Europa tenutosi a Reykjavik nel 2023, la Svizzera si è impegnata a rafforzare la cultura e a ridurre la polarizzazione sociale.

3.5 La Svizzera sfrutta il potenziale delle città come attori della politica estera mediante partenariati in Svizzera e all'estero. Rafforza il dialogo, soprattutto nell'ambito della sostenibilità, con reti di città rilevanti o tramite UN Habitat.

Così facendo combatte gli sviluppi ambientali negativi nonché le conseguenze dei conflitti sulle aree urbane.

Raggiunto La Svizzera è riuscita a porre nuove priorità sia a livello istituzionale che mediante progetti, rafforzando la governance urbana attraverso il finanziamento di programmi di sviluppo e mediante la partecipazione attiva agli organi decisionali politici di UN-Habitat.

La Svizzera era uno dei loro principali Paesi donatori.

4. Digitalizzazione 4.1 «La Svizzera riunisce attori di tutti i gruppi d'interesse per chiarire le responsabilità nello spazio digitale ed elaborare nuovi modelli di governance. Quale «costruttrice di ponti» assume un ruolo chiave nell'attuazione delle raccomandazioni del gruppo di alto livello del Segretario generale delle Nazioni Unite sulla cooperazione digitale.

Raggiunto La Svizzera ha dimostrato di avere un ruolo di primo piano come centro per le attività delle Nazioni Unite in relazione al futuro patto digitale globale e ha sottolineato in particolare l'importanza dell'approccio multistakeholder.

In particolare, ha chiesto che il Forum delle Nazioni Unite sulla governance di Internet rimanga al centro del processo di creazione e follow-up di tale patto.

4.2 «La Svizzera si impegna per una politica globale in materia di digitalizzazione e di gestione dei dati che, grazie a condizioni quadro adeguate, favorisca un accesso e uno sfruttamento dei dati in grado di promuovere lo sviluppo economico e sociale. (...) A tale scopo crea una rete internazionale per la promozione dell'autodeterminazione digitale.

Intensificando la collaborazione con l'UE, sfrutta le opportunità legate a uno spazio europeo dei dati e a un mercato unico digitale.

Parzialmente raggiunto Le differenze di interessi a livello globale impediscono una politica efficace in materia di digitalizzazione e di gestione dei dati. Il rapporto del Consiglio federale «Creazione di spazi di dati affidabili sulla base dell'autodeterminazione digitale» pone le basi per una politica dei dati compatibile a livello internazionale. Questa rete internazionale e la sua ulteriore espansione sono di importanza centrale.

La Svizzera ha svolto un ruolo chiave nei negoziati del Comitato del Consiglio d'Europa sul primo accordo internazionale vincolante sull'IA.

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Raggiungimento degli obiettivi

4.3 La Svizzera promuove il ruolo di Ginevra come centro per la politica digitale e tecnologica globale, rafforzando forum esistenti come la «Geneva Internet Platform», la fondazione GESDA o ancora il «Geneva Dialogue». Inoltre viene intensificata anche la cooperazione con istituti di ricerca di altri Cantoni.

Raggiunto Tramite nuove iniziative la Ginevra internazionale si è posizionata con successo come centro globale per la digitalizzazione e le nuove tecnologie. Sulla base dei suoi lavori di anticipazione, la fondazione GESDA ha sviluppato proposte di soluzione in quattro settori.

Il «Geneva Dialogue on Responsible Behaviour in Cyberspace» coinvolge il settore privato nell'attuazione degli accordi governativi sulla sicurezza informatica. La «Geneva Internet Platform» ha ampliato la sua offerta informativa indipendente relativa ai temi della digitalizzazione.

4.4 La Svizzera persegue una politica di più alto profilo nell'ambito della politica estera digitale. Promuove un clima di fiducia a livello internazionale per contenere i rischi. Poiché il principio di «anteporre il diritto al potere» deve valere anche nel mondo virtuale, sostiene iniziative volte a chiarire l'applicazione del diritto internazionale nel ciberspazio.

Raggiunto Nell'ambito del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite nel campo della cibersicurezza, la Svizzera ha avanzato proposte concrete per discussioni sostanziali sul diritto internazionale che sono state incluse nei due rapporti sui progressi per il 2022 e il 2023. Nell'OSCE, insieme alla Germania, ha sviluppato una procedura di consultazione per ridurre le tensioni politiche o militari in caso di incidenti informatici.

4.5 «La Svizzera aiuta i Paesi in via di sviluppo a utilizzare le nuove tecnologie e a fronteggiare i relativi rischi.(...)

In collaborazione con partner selezionati, come il CICR, elabora le condizioni quadro per la protezione di dati umanitari digitali.

Raggiunto La Svizzera sfrutta il potenziale della digitalizzazione per raggiungere gli OSS. In Ucraina, i progetti di digitalizzazione nel settore del servizio pubblico hanno già avuto un impatto positivo sulla resilienza. Nell'ambito dell'iniziativa «Blue Peace», l'applicazione dei dati digitali in Asia centrale rafforza l'uso efficiente e strategico delle analisi idrometeorologiche. In collaborazione con l'OCHA e il CICR, è stato sviluppato un quadro istituzionale per lo scambio responsabile di dati tra organizzazioni umanitarie e donatori, che potesse fungere anche come base per formazioni.

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5. Europa 5.1 Mediante la conclusione di un accordo istituzionale, la Svizzera consolida l'accesso al mercato interno dell'UE, rinsalda la via bilaterale nel suo complesso e ne rende possibile l'ulteriore sviluppo grazie alla stipulazione di nuovi accordi di accesso al mercato. Nel caso in cui non si dovesse trovare un'intesa sull'accordo istituzionale, la Svizzera elabora per tempo misure concrete negli ambiti della collaborazione settoriale con l'UE in modo da attenuare le ripercussioni negative.

Non raggiunto Nel 2021, il Consiglio federale ha deciso di non concludere l'accordo istituzionale. Ha adottato varie misure per limitare gli effetti negativi indesiderati chiedendo al Parlamento, nell'agosto 2021, di sbloccare il secondo contributo svizzero ad alcuni Stati membri dell'UE. Da marzo 2022 a ottobre 2023, ha esplorato con l'UE un nuovo approccio «a pacchetto». Con la creazione di un'organizzazione di progetto per gestire gli aspetti politici e contenutistici dei colloqui esplorativi, il Consiglio federale ha potuto rafforzare la coerenza della politica europea anche a livello di politica interna. Alla fine del 2023, ha approvato un progetto per un mandato negoziale.

Anche se il Consiglio federale ha mancato gli obiettivi per la legislatura 2019­2023, le condizioni per una soluzione negoziale sono ora favorevoli.

5.2 La Svizzera porta a termine i negoziati in corso con l'UE, soprattutto in materia di elettricità, sicurezza alimentare e sanità pubblica, e si assicura la partecipazione ai programmi dell'UE, specialmente nei campi della ricerca e dell'innovazione.

Non raggiunto A causa del legame con le questioni istituzionali voluto dall'UE e della decisione del Consiglio federale del 21 maggio 2021 di non concludere l'accordo istituzionale, non è stato possibile proseguire i negoziati con l'UE.

Questi temi fanno ora parte dell'approccio «a pacchetto» del Consiglio federale.

5.3 La Svizzera sfrutta la sua associazione a Schengen/Dublino per tutelare i suoi interessi in materia di lotta contro la criminalità e contro la migrazione irregolare e di protezione delle frontiere a livello europeo. La Svizzera rafforza la sua sicurezza e quella dell'Europa recependo e attuando gli sviluppi dell'acquis di Schengen.

Raggiunto L'Assemblea federale ha approvato vari sviluppi di Schengen, in particolare la modernizzazione dell'architettura informatica per la protezione dello spazio Schengen. Inoltre, sulla base dei suoi diritti di partecipazione a Schengen, la Svizzera ha avuto, tra l'altro, accesso ai formati UE di crisi COVID e Ucraina. Nel 2022 sono stati ratificati anche il trattato di Prüm e il Protocollo Eurodac, che integrano la cooperazione Schengen/Dublino.

5.4 Per garantire la coerenza della propria politica europea la Svizzera esamina, laddove opportuno, il rapporto tra gli obiettivi primari di quest'ultima e le sue altre politiche estere, crea appositi strumenti di coordinamento e conduce un dialogo regolare con l'UE (...).

Raggiunto La Svizzera conduce regolari consultazioni di politica estera e di sicurezza con l'UE.

All'occorrenza, la politica europea è integrata nella politica estera svizzera, per esempio nell'ambito delle visite diplomatiche.

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Raggiungimento degli obiettivi

5.5 I diritti e i gli obblighi reciproci vigenti tra la Svizzera e il Regno Unito vanno, per quanto possibile, garantiti giuridicamente nel quadro dell'attuazione della strategia «Mind the Gap». Il rapporto bilaterale tra la Svizzera e il Regno Unito sarà inoltre approfondito e ampliato («Mind the Gap Plus»).

Raggiunto I diritti e gli obblighi reciproci esistenti tra la Svizzera e il Regno Unito sono stati garantiti e ampliati in settori fondamentali (commercio, servizi finanziari, ricerca e innovazione, mobilità).

6. Altre regioni e Paesi prioritari nel mondo 6.1 Europa sudorientale, Europa dell'Est e regioni confinanti: la Svizzera cura una politica di dialogo critico e costruttivo con la Russia e la Turchia. Intensifica il proprio impegno negli Stati dell'Europa dell'Est al fine di rafforzarne l'indipendenza. Finché la Russia e la Georgia non intratterranno rapporti diplomatici, la Svizzera è disposta a garantire la comunicazione tra questi due Stati sulla base di un mandato di potenza protettrice.

Parzialmente raggiunto Mentre, sullo sfondo della guerra di aggressione russa, la Svizzera ha intensificato il dialogo con la Turchia, la politica di dialogo con la Russia non è proseguita come prima.

Ampliando l'impegno della CI e adottando le sanzioni dell'UE, la Svizzera ha rafforzato l'indipendenza dell'Ucraina e della Moldova.

La Svizzera continua a rappresentare gli interessi della Georgia in Russia e gli interessi della Russia in Georgia.

6.2 Africa subsahariana: la Svizzera formula una strategia per l'Africa. Rafforza la collaborazione con l'Unione africana, consolidando così le sue relazioni di partenariato con i Paesi africani, anche in vista della candidatura della Svizzera a un seggio non permanente nel Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Raggiunto La Strategia Africa subsahariana 2021­2024, adottata dal Consiglio federale nel gennaio 2021, contribuisce a dare visibilità alla politica africana della Svizzera. È servita come linea guida strategica in vista dei grandi cambiamenti avvenuti nel continente. In seno al Consiglio di sicurezza dell'ONU, la Svizzera lavora in partenariato con gli Stati africani, per esempio guidando insieme al Ghana l'Ufficio ONU per l'Africa occidentale e il Sahel.

6.3 Regione MENA: la Svizzera elabora una strategia per la regione e, oltre a puntare sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, rafforza l'accento sullo sviluppo economico e sulle prospettive professionali per i giovani sul posto; inoltre promuove condizioni quadro favorevoli per le imprese svizzere. Continua a mettere a disposizione in tutta la regione i suoi buoni uffici, soprattutto per quanto riguarda i mandati di potenza protettrice per l'Iran e nei confronti di quest'ultimo.

Raggiunto La Strategia MENA 2021­2024 è la prima strategia geografica adottata dal Consiglio federale come parte dello schema a cascata.

È uno strumento mirato per salvaguardare gli interessi svizzeri nella regione e contribuisce all'attuazione di una politica estera coerente.

La Svizzera ha promosso condizioni quadro favorevoli per le imprese svizzere nei mercati economicamente attraenti della regione MENA e ha sostenuto lo sviluppo di prospettive professionali in loco per i giovani mediante programmi di cooperazione. Nell'ambito dei suoi buoni uffici, la Svizzera ha contribuito al dialogo e alla stabilità nella regione e ha sostenuto l'instaurazione di relazioni diplomatiche tra l'Iran e l'Arabia Saudita attraverso i suoi mandati in qualità di potenza protettrice.

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Raggiungimento degli obiettivi

6.4 Asia: la Svizzera aggiorna la sua strategia nei confronti della Cina e crea organismi di coordinamento interdipartimentali ai fini di una maggiore coerenza.

Nell'ambito della Nuova via della seta (BRI), si impegna per migliorare le condizioni quadro per la partecipazione di imprese svizzere a progetti BRI. Nel contempo si adopera affinché la BRI sia guidata dai valori e dagli obiettivi delle organizzazioni e istituzioni multilaterali riconosciute. Inoltre rafforza in modo mirato la collaborazione con l'ASEAN.

Parzialmente raggiunto La Strategia Cina 2021­2024 è stata adottata e il gruppo di lavoro interdipartimentale appena creato si riunisce regolarmente. A causa delle mutate condizioni quadro, le imprese svizzere non hanno partecipato alla BRI. Il partenariato di dialogo strategico con l'ASEAN è stato ulteriormente rafforzato con l'adozione della Strategia Sud-Est asiatico 2023­2026 e dell'accordo sulle aree di cooperazione (Practical Cooperation Areas 2022­2026).

6.5 Americhe: la Svizzera sostiene il consolidamento delle condizioni quadro giuridiche in vari settori (commercio, investimenti, fiscalità, innovazione) allo scopo di intensificare ulteriormente le relazioni economiche talvolta già strette.

Con molti Paesi della regione vi è un'ampia condivisione di valori e obiettivi a livello multilaterale e la Svizzera si impegnerà insieme a loro a favore delle proprie priorità in ambito multilaterale.

Raggiunto Con la Strategia Americhe 2022­2025, il Consiglio federale ha precisato i contorni della sua politica nei confronti di questa regione. La Svizzera ha intensificato le sue relazioni, soprattutto economiche e finanziarie, con i Paesi del continente americano, instaurando una proficua collaborazione con i Paesi della regione in vari organismi, tra cui il Consiglio di sicurezza dell'ONU.

7. Multilateralismo 7.1 La Svizzera sostiene gli sforzi di riforma dell'ONU. Interviene in modo mirato in alleanze che si adoperano per proteggere la popolazione civile nei conflitti armati e rivendicano più responsabilizzazione e trasparenza nei metodi di lavoro del Consiglio di sicurezza.

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Raggiunto La Svizzera ha sempre sostenuto l'attuazione di riforme. Tuttavia, le continue tensioni geopolitiche hanno reso difficile la cooperazione multilaterale anche nel settore delle riforme.

Sulla base della sua pluriennale esperienza, la Svizzera ha fatto uso del suo seggio di membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per rafforzare la protezione della popolazione civile. La Svizzera si è inoltre impegnata a migliorare i metodi di lavoro e la trasparenza del Consiglio, anche promuovendo il coinvolgimento della società civile.

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Raggiungimento degli obiettivi

7.2 La Svizzera sfrutta il partenariato strategico con il CICR per promuovere il rispetto del diritto internazionale umanitario e si adopera per il buon funzionamento della Corte penale internazionale (CPI). Si impegna per una maggiore collaborazione tra la Banca Mondiale e l'ONU al fine di contrastare le cause di fondo della fragilità e della violenza.

Parzialmente raggiunto Nel contesto dell'aggressione russa all'Ucraina, la Svizzera ha sempre sostenuto il rispetto del diritto internazionale umanitario e l'azione penale contro i crimini più gravi.

In generale, ha rafforzato la CPI, per esempio inviando esperti. Il CICR è stato stabilizzato finanziariamente dalla Svizzera per poter continuare a svolgere il suo mandato.

Nonostante i vari contributi e misure svizzeri, si osserva un progressivo deterioramento del rispetto del diritto internazionale umanitario, come dimostrato dagli sviluppi in Medio Oriente alla fine del 2023.

7.3 La Svizzera sfrutta la possibilità di contribuire ai lavori del G20 in veste di Stato ospite, rafforzando le relazioni con questo forum.

Raggiunto La partecipazione della Svizzera al «Finance Track» del G20 è ormai consolidata: nel periodo in esame la Svizzera ha sempre potuto dare man forte ai lavori, sfruttando anche altre opportunità per impegnarsi nel quadro del G20.

7.4 La Svizzera rafforza la sua attrattiva e competitività in qualità di Stato ospite, facendo leva sull'universalizzazione della presenza diplomatica sul suo territorio, sull'organizzazione di conferenze internazionali e di colloqui di pace nonché su un posizionamento netto rispetto alle tematiche del futuro.

Parzialmente raggiunto Nonostante le sfide geopolitiche e la crescente concorrenza di altri Paesi per ospitare organizzazioni o conferenze internazionali, la Svizzera rimane uno Stato ospite attrattivo. Oltre al vertice Biden-Putin, in Svizzera si sono tenuti numerosi incontri nell'ambito di processi di pace, in particolare in relazione a Yemen, Libia e Siria. Antigua e Barbuda, Samoa e Suriname hanno aperto una rappresentanza a Ginevra. La Svizzera ha inoltre ospitato numerose conferenze (anche durante la pandemia), tra cui il Forum globale sui rifugiati nel dicembre 2023.

7.5 La Svizzera persegue maggiormente iniziative diplomatiche tematiche, settoriali e regionali con Stati e gruppi di Stati affini che condividono le sue posizioni.

Raggiunto In ambito multilaterale, negli ultimi quattro anni la Svizzera, insieme a Paesi che condividono le sue posizioni, ha portato avanti numerose iniziative, come la prima risoluzione sulla COVID-19 all'Assemblea generale dell'ONU, varie risoluzioni sull'abolizione della pena di morte al Consiglio dei diritti umani e all'Assemblea generale, e il lancio di impegni congiunti per il clima, la pace e la sicurezza al Consiglio di sicurezza.

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8. Rete esterna e servizi di prossimità 8.1 La Svizzera gestisce una rete esterna ottimale, su cui fondare la sua politica estera. Verifica regolarmente l'ubicazione e i compiti delle circa 170 rappresentanze. Conformemente all'approccio One Switzerland, nella rete esterna è promossa sistematicamente la collaborazione con tutti gli attori, da quelli che operano nella cultura o nell'economia a quelli che operano nella scienza o in altri settori.

Raggiunto La verifica delle sedi e dei compiti della rete esterna svizzera è un processo continuo, che si manifesta nelle varie aperture, chiusure e conversioni di rappresentanze avvenute tra il 2020 e il 2023. Grazie al progetto «Riequilibrio» (Rebalance), il DFAE ha incrementato in modo sostanziale il numero di personale trasferibile nella rete esterna. In circa 50 sedi sono integrati nelle rappresentanze uno o più partner dell'Amministrazione federale. In circa 80 sedi sono presenti altri attori dell'Amministrazione federale, che costituiscono un pilastro fondamentale dell'approccio «ONE Switzerland» della rete esterna.

8.2 Nel selezionare il personale, la Confederazione presta attenzione a un'equa rappresentanza della popolazione a tutti i livelli gerarchici. Sono promossi modelli di lavoro flessibili e la conciliabilità tra lavoro e altri ambiti della vita come pure la formazione continua del personale. È migliorata la permeabilità tra le carriere professionali.

Parzialmente raggiunto La promozione della diversità è una priorità per il DFAE che, dall'inizio del 2022, dispone di un Piano d'azione per le pari opportunità.

La percentuale di donne a livello di quadri superiori e di quadri di grado più elevato è in costante aumento. Il DFAE promuove il lavoro flessibile per migliorare la compatibilità tra lavoro e altri ambiti della vita, e amplia costantemente la sua offerta formativa, in particolare con moduli online, dispone di principi di permeabilità e sta gradualmente rendendo più flessibili le carriere.

8.3 La Svizzera promuove le «rappresentanze sostenibili». Il Consiglio federale si impegna per una riduzione delle emissioni di CO2 attraverso un maggior ricorso a videoconferenze, la distribuzione ottimale della rete esterna e la diminuzione dei viaggi in aereo. Nella politica estera difende i propri obiettivi ambientali e presta attenzione al proprio bilancio ambientale.

Raggiunto Il DFAE ha lanciato varie iniziative per promuovere la sostenibilità nella rete esterna e presso la Centrale. In collaborazione con l'Ufficio federale delle costruzioni e della logistica, il DFAE ha avviato un progetto pilota per registrare l'impronta ecologica ed energetica delle rappresentanze svizzere all'estero. L'obiettivo di ridurre del 3 % all'anno rispetto al 2019 le emissioni di CO2 dei viaggi aerei prenotati tramite la Centrale viaggi della Confederazione è stato raggiunto.

8.4 Il Centro di gestione delle crisi del DFAE rafforza le capacità di gestione delle crisi e la cultura della sicurezza (...). La sicurezza delle rappresentanze è verificata regolarmente e rafforzata mediante nuove tecnologie. In contesti particolarmente difficili si fa appello a esperti in materia di sicurezza.

Raggiunto Le capacità sono state rafforzate, anche adattando i corsi di formazione e inviando un maggior numero di consiglieri regionali per la sicurezza nelle regioni più fragili, nonché promuovendo la digitalizzazione della gestione delle crisi e della sicurezza nella rete esterna.

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8.5 In veste di importante polo della scienza e dell'innovazione, la Svizzera gestisce, da sola o con altri partner, un'offerta che sfrutta sistematicamente le possibilità offerte dalla digitalizzazione. L'offerta online e mobile nel settore dei servizi consolari viene continuamente ampliata, prestando particolare attenzione all'identificazione elettronica sicura e affidabile degli utenti (...).

Raggiunto Sono stati realizzati importanti progetti di digitalizzazione («Travel Admin Web»; nuove stazioni mobili per il rilascio di passaporti; lancio di SwissInTouch, l'app per la comunità degli Svizzeri all'estero). Inoltre, sono state garantite le condizioni quadro per la prossima fase di espansione («Hub consolare»). Le soluzioni di identificazione esistenti funzionano e l'identificazione elettronica, ampiamente consolidata, dovrebbe aumentare ulteriormente la facilità d'uso per la clientela.

9. Comunicazione 9.1 Il Consiglio federale assicura una comunicazione trasparente, tempestiva, proattiva e di qualità sulla propria politica estera, prestando attenzione alla coerenza della comunicazione in Svizzera e all'estero.

Raggiunto La comunicazione sugli affari di politica estera del Consiglio federale, come le relazioni tra la Svizzera e l'UE o la guerra contro l'Ucraina, è stata coordinata tempestivamente con la Cancelleria federale e gli altri dipartimenti coinvolti. L'attuazione concreta della comunicazione si basa sempre sulle priorità della Strategia di politica estera 2020­2023 del Consiglio federale.

9.2 Il potenziale comunicativo dei social media è sfruttato in modo più sistematico sia dalla Centrale sia dalla rete esterna per rispondere alle esigenze di maggiore chiarezza in Svizzera e per sostenere sia i bisogni di comunicazione in loco sia l'attuazione della Strategia di politica estera e della Strategia di comunicazione internazionale.

Raggiunto Grazie alle rappresentanze, la Confederazione ha una presenza globale sui canali dei social media. Ogni rappresentanza è responsabile dell'uso dei canali dei social media e dei contenuti pubblicati. La coerenza della comunicazione è assicurata anche da regolari riunioni di coordinamento tra la Centrale e la rete esterna. Inoltre il DFAE coordina con la Cancelleria federale la comunicazione sui social media relativa a temi chiave di politica estera, al fine di attuare la migliore comunicazione possibile sui social media a livello di dipartimento e di Consiglio federale.

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9.3 Il DFAE mantiene il dialogo con la popolazione sulla politica estera e la diplomazia svizzera. A tal fine ripropone il progetto Meet the Ambassadors, avviato come pilota nel 2019.

Parzialmente raggiunto Il dialogo diretto con la popolazione è promosso mediante il Servizio delle conferenze oppure attraverso mostre su temi specifici di politica estera. Per esempio, il DFAE ha creato formati di presentazione per il progetto «miglio federale aperto» in occasione dei 175 anni della Costituzione federale (p. es. sui servizi consolari o sulla diplomazia attraverso i secoli). Queste iniziative hanno riscosso grande interesse e continueranno a essere proposte in futuro, a stretto contatto con la popolazione. Grazie alla loro minore complessità rispetto al progetto «Meet the Ambassadors», questi formati possono essere utilizzati in modo più rapido e flessibile (p. es. all'inizio delle vacanze negli aeroporti svizzeri).

Tuttavia, i contatti sono stati limitati durante la pandemia.

9.4 La partecipazione della Svizzera a grandi eventi internazionali è sfruttata coinvolgendo partner della politica, dell'economia, della scienza, del turismo, dello sport, della cultura e della società. Vi rientrano in particolare la House of Switzerland alle Olimpiadi 2020 di Tokyo e 2022 di Pechino nonché la partecipazione all'Expo 2020 di Dubai. Dopo il successo del progetto del 2019, il WEF fungerà ancora di più da piattaforma della comunicazione internazionale.

Raggiunto Il bilancio finale della presenza della Svizzera a Expo Dubai è positivo. La House of Switzerland ha potuto affermarsi quale piattaforma per incontri, dibattiti ed eventi ed è diventata un biglietto da visita per la Svizzera. Le presenze previste ai Giochi Olimpici di Tokyo e Pechino sono state annullate a causa della pandemia. È stato invece possibile organizzare presenze della House of Switzerland per esempio a Stoccarda e a Milano. La presenza della Svizzera al WEF è stata rafforzata.

9.5 In stretta collaborazione con i partner sono concepite campagne di comunicazione internazionale dedicate a temi come le relazioni Svizzera-UE, la Svizzera quale importante polo dell'innovazione, la candidatura al Consiglio di sicurezza dell'ONU nonché l'attuazione dell'Agenda 2030. Queste campagne completano e rafforzano le strategie attuate nei relativi settori.

Parzialmente raggiunto Il bilancio complessivo dello strumento delle campagne è positivo, come confermato anche dai partner coinvolti. Grazie a una collaborazione più stretta, sono state create sinergie e l'impatto delle misure di comunicazione è aumentato. Ciò ha permesso, per esempio, di creare un forte ecosistema di comunicazione nel settore dell'innovazione grazie alla campagna SwissTech. È stata promossa anche la candidatura della Svizzera al Consiglio di sicurezza dell'ONU. Allo stesso tempo, è emerso chiaramente che non tutti i temi sono ugualmente adatti a una campagna e che la forma di organizzazione deve essere adattata specificamente al tema e agli attori coinvolti.

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